#accanirsi
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Col tempo si smette di accanirsi a cercare risposte, di affannarsi, di voler andare altrove. Non è rassegnazione, piuttosto una forma di accettazione attiva: si smette di combattere “contro”. Si risparmiano energie e si pensa di combattere”per”.
— Ada D’Adamo , Come d’aria
#tempo#smettere#accanirsi#cercare#risposte#affannarsi#andare altrove#rassegnazione#accettazione#combattere#contro#per qualcuno#frasi e citazioni#frasi#frasi tumblr#Ada D’Adamo
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Capito una mezza gioia e poi gli viene strappata via
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Comunque fino a ieri Savona fenomeno, oggi per i whiteblacks è da mandare in serie C mamma mia non vi si può sentireeee
#sempre ad accanirsi sul singolo quando stasera stanno facendo schifo tutti a parte Perin#e prima Dusan poi DL adesso Savona#ma tua madre che invece ti ha messo al mondo per dire ste stronzate invece di ingoiarti no?
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"Col tempo si smette di accanirsi a cercare risposte, di affannarsi, di voler andare altrove. Non è rassegnazione, piuttosto una forma di accettazione attiva: si smette di combattere 'contro'. Si risparmiano energie e si pensa di combattere 'per'."
Ada D’Adamo - Come d’aria
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Siamo soli in balia di questi criminali protetti da ong Onlus magistratura e governo. Non c'è nessuna opposizione che ci ridia la sovranità ceduta dai Savoia prima e dal comunismo poi. Arricchimento culturale per Merkel Boldrini Meloni accanirsi su un invalido ma anche riprendere la scena senza aiutarlo è da complici.
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Il caso di Giovanna Pedretti deve far riflettere sulla pericolosità dei social,sulla pericolosità dell’uso che se ne fa. Ancora non sappiamo se la donna abbia scritto una recensione falsa,ma anche se fosse non era il caso di accanirsi così contro di lei. In fondo non ha rubato,rapinato o ucciso qualcuno. Molte persone sui loro profili social scrivono falsità e magari sono pure ammirate per questo. Su Tumblr ho visto qualcuno diventare famoso,essere considerato un bravo scrittore,magari ha anche pubblicato qualche suo libro online,ma non faceva altro che scopiazzare frasi di veri scrittori.
Nel caso di Giovanna non capisco il comportamento di certi influencers,come Biagiarelli e la sua compagna Selvaggia Lucarelli,che si sono accaniti nel sottolineare la falsità della recensione. Credo che sui social vadano introdotte delle regole precise sui comportamenti da tenere. Purtroppo nel virtuale le persone,spesso in anonimato o con falsi nickname,fanno di tutto e dicono le peggiori cose,senza rendersi conto che non conoscendo quelli contro cui si accaniscono,non sanno come potranno reagire alle cattiverie subite. C’è chi reagisce con un alzata di spalle e torna alla sua vita senza problemi e c’è invece chi,molto sensibile e vulnerabile,può arrivare a gesti estremi,come nel caso di Giovanna e tanti altri. È una questione etica molto importante,non possiamo più fare finta di niente
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Non bisogna accanirsi nel capire
ma tentar di sentire
con abbandono.
Federico Fellini
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/ed1a790828297e015bb875d056400f08/ce3ace90b62b114f-53/s540x810/313ed7c950db4999659a358dcc8434c332744316.jpg)
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dante balestra vedi di non schioppare perché il cucciolo ha già sofferto troppo non si merita più di stare male basta così solo gioie da adesso basta accanirsi su di lui basta !
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![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/60add149213475f4c8470a8f8edb4e87/262e90f2299c638c-6c/s540x810/c9f70fbee7a382a543aac82f1fd6d4419eae5797.jpg)
Qualche giorno fa, un nuovo ristorante in quota (a 2000 metri) ha catturato la mia attenzione con la sua pubblicità e il suo nuovo look. Tra le foto del locale, una in particolare mi ha fatto riflettere: un tavolo nero con piatti neri senza bordo,tovaglioli rossi e quattro piatti diversi: un'entrecote con verdure miste, un canederlo con gulasch e insalata, un tagliere di affettati e un piatto di tagliolini allo scoglio.
La presenza delle cozze a 2000 metri ha suscitato in me una perplessità iniziale: perché proporre crostacei e molluschi in montagna? Ha senso?
Riflettendoci, però, mi sono reso conto che la colpa non è certo delle cozze. Perché puntare il dito su questo piatto piuttosto che sugli altri?
A meno che il ristorante non acquisti la maggior parte degli ingredienti a livello regionale (cosa rara, purtroppo), l'entrecote arriverà probabilmente da un allevamento intensivo del Nord-Est o Nord-Ovest Italia; le uova seguiranno lo stesso percorso, mentre le verdure potrebbero provenire dalla Spagna in inverno e dal Sud Italia nei periodi più caldi. La farina per i tagliolini fatti in casa? Probabilmente dalla Germania. Lo speck? Lavorato in regione, il che gli permette di fregiarsi del titolo di "prodotto regionale", ma la provenienza dell'animale è meglio lasciarla nel mistero. Insomma, un menù poco virtuoso, a dir poco. Insomma, se le cozze provenissero dal Mar Adriatico si può ipotizzare che siano addirittura più sostenibili dello speck.
Allora, perché accanirsi proprio sul piatto esotico? Perché giustificare un'idea di tradizione che, alla base, è solo un'illusione?
Purtroppo, anche se le cozze non ci fossero, la filosofia del "qui è tutto tradizionale, ma le materie prime arrivano da chissà dove" è molto diffusa, che si tratti di malghe, rifugi o ristoranti. E sottolineo che molti di questi sono raggiungibili da strade forestali sterrate e vengono riforniti più volte alla settimana.
Per fortuna, ci sono delle eccezioni: locali che fanno della trasparenza nell'approvvigionamento o addirittura dell'autoproduzione il loro punto di forza. Come clienti, abbiamo il potere di scegliere: la domanda crea l'offerta e la produzione deve per forza adeguarsi.
Questa riflessione vuole essere uno spunto di partenza, per me e per chiunque voglia leggerla.
Certo, in regione non ci saranno mai abbastanza uova per soddisfare la domanda di Kaiserschmarren di un'intera stagione estiva, ma se questo è l'obiettivo, allora si parte già col piede sbagliato.
#alps#travelfoodie#alpsresistance#hiking#mountains#sostenibilità#turismo sostenible#food for profit#trasparenza
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Ci sono addii che non si pronunciano mai,
mai prendono forma del tutto, avvengono quasi per caso e arrivano dai giorni
in cui ci si credeva immuni a qualsiasi cambiamento, solo un'impercettibile sensazione
smuoveva il dubbio aggrovigliato ai sorrisi.
Addii misurati dai silenzi,
dalle mille cose da fare,
dagli abbracci che non scaldavano più e
accanirsi a dare respiro al giorno senza voglia,
alla notte senza carezze
e accanirsi a fare di meglio quando non sai più
cosa sia il meglio per te.
E la paura scava voragini,
manca il terreno sotto i piedi
come se il mondo si fermasse di colpo
mentre gli altri continuano a girare
senza vederti, senza sapere.
Andarsene senza dirsi addio
è il più doloroso degli addii.
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/6b8ef7372ea9df31a8cf7a41e810f610/216497fbbe0756c1-3b/s540x810/3725083c18eeef8bf0ec8c535e802c6d50259626.jpg)
Francesca Stassi
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io ci provo, ma quando tutto sembra dirti che non ce la farai mai, che è inutile accanirsi, resta soltanto l'amarezza.
la consapevolezza che forse gli sforzi serviranno ben poco, anche questa volta.
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![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/bce9a4a3de7ec5b509d8d00980776f8c/eca667eef734bd16-c5/s540x810/64a3232b5bd20aab774fc2bf5e3357d9bbe994cd.jpg)
Non bisogna accanirsi nel capire ma tentar di sentire, con abbandono..
|| Federico Fellini
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Politica estetica: dai busti di Mussolini all'armocromista. Acca Larentia.
Il fascismo è un metodo. Un metodo più adatto alla conservazione, ma pur sempre un metodo, non una finalità.
Siamo arrivati al punto in cui si mette in discussione ormai apertamente e sfacciatamente l'aspetto terribilmente tragico del nazifascismo ed è 30 anni che anche gente come Violante ci ha accompagnato sulla strada del revisionismo.
Una società fascista offre diversi vantaggi a una classe dirigente avida, ma non è l'unica collina da cui difendere le proprie posizioni.
In una società dove gli scioperi sono vietati per legge e repressi con la violenza, rivendicare retribuzioni più alte è più difficile.
È naturale che una classe dirigente conservatrice non disdegnerà, datagliene la possibilità di arroccarsi sulla collina del fascismo, spesso una collina tatticamente comoda, ma non sempre la migliore.
E quindi episodi come quello di Acca Larentia sono segnali importanti e realmente pericolosi. Servono a "marcare il territorio", siamo arrivati fin qui e questo ci è permesso e dovete abituarvi.
Ma torniamo al fatto che il fascismo è un metodo.
E quando le finalità dell'opposizione sono da decenni allineate a quelle dei ricchi, per quanto sia importante ricordarsi che il metodo è un metodo terribile e fallimentare, accanirsi solo sul metodo è un diversivo.
Ed è un diversivo anche la critica della destra ai "professionisti dell'antifascismo" che è in linea con quell'operazione in corso ormai da anni di destrutturazione della sinistra, che viene separata dalle sue finalità per finire a essere solo rappresentazione estetica. Essere di sinistra è diventato "vado al Gay Pride", non più "sono contro ogni forma di discriminazione che metta un lavoratore contro un altro, che faciliti la repressione e che non dia pari opportunità a tutti".
E così finisci a essere di "sinistra" anche se convinci la gente a pugnalarsi alla schiena per comperarsi un paio di scarpe di marca ma doni 2 spicci su 1 milione di euro a un ospedale e battibecchi con Salvini su Twitter da un attico.
Non per altro in uno spettro di gente che va da chi si insulta pesantemente a chi si riconosce come "avversario leale" se non tutti si mandano gli auguri di Natale, moltissimi frequentano gli stessi ristoranti e quasi tutti hanno finanziatori in comune.
E in primo luogo si è antifascisti perchè si vuole la libertà di sciopero, si ripudia la guerra, si crede nelle pari opportunità, nella democrazia, nel diritto alla salute, all'educazione e a un lavoro dignitoso, in una legge che non discrimini, nelle pene con finalità riabilitativa, nel diritto di tutti ad aspirare a una vita migliore...
E quando la "sinistra" frigna per episodi come quelli di Acca Larentia, dovrebbe anche ricordarci perchè...
Altrimenti poi La Russa va al Memoriale della Shoah con Segre... o alle prossime elezioni ci troviamo un PdC come Renzi... passerà un altro decreto sicurezza o un'altra Fornero, si stanzierà qualche miliardo per la difesa, tolto alla sanità avremo un altro Calenda che imbucato in Ferrari ci ricorda l'importanza della meritocrazia... e amici come prima...
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/chiara-ferragni-tutta-la-famiglia-nel.html
Chiara Ferragni, tutta la famiglia nel mirino degli hater: la mamma cancella i commenti negativi. La nuova strategia dell'imprenditrice Chiara Ferragni ancora sott'attacco. E con lei anche mamma e sorelle. Chinque si "avvicini" su Instagram all'influencer più seguita d'Italia, viene colpito da aggressioni social e shitstorm (le ondate di insulti online da parte di utenti social). Molte persone non hanno perdonato a Chiara Ferragni la vicenda del pandoro-gate (e tutte le implicazioni che ne sono seguite), trovando ogni modo possibile per accanirsi contro di lei. A spiegare la delicata situazione dell'imprenditrice è Roberto Esposito, Ceo di DeRev, una società di strategia e comunicazione digitale. Intervistato dal Messaggero ha rivelato che «chiunque venga accostato al bersaglio è sotto tiro. Una contaminazione potenziata dal fatto che i commenti sono ancora limitati sul suo profilo». Gli insulti alla sorella Valentina La sorella più piccola non esce indenne dalla bufera che ha coinvolto l'influencer. Sotto ai suoi post i commenti che mirano a colpire l'imprenditrice sono tanti, qualcuno si vuole accanire su di lei, altri vogliono aggirare il blocco che Chiara ha attivato sotto ai propri post. «Puoi dire a tuo cognato Federico che i problemi dell'Italia sono anche le truffe che fa sua moglie? Grazie», si legge sotto uno dei post. «L’errore non era la comunicazione. L'errore era la sostanza - ha aggiunto qualcuno -. Tu guadagnavi un sacco di soldi da un'operazione fintamente benefica. E lo sapevi benissimo, tanto che hai aspettato la multa per ammetterlo». Sorella di Chiara e con 5 milioni di follower, Valentina Ferragni è un bersaglio scontato del popolo di Instagram. Una vittima collaterale della guerra dichiarata da tanti utenti all'imprenditrice milanese. A farne le spese, è tutta la famiglia. Presa di mira anche l'altra sorella, Francesca Commenti, prese in giro e insulti anche nel profilo social di Francesca Ferragni, più giovane della sorella Chiara di due anni, che conta poco più di un milione di follower su Instagram. «Tutto pagato coi soldi fatti lucrando sulla pelle di bimbi malati....... CAROGNE!!!!!!!!», uno dei commenti che si legge sotto la foto delle sorelle in un ristorante in Piemonte. Il post, però, è di diverse settimane fa e il commento molto più recente a testimoniare il fatto che la battaglia social contro l'influencer è più viva che mai e gli haters non accennano a diminuire. Molti di questi commenti negativi vengono alimentati anche dal fatto che ricevono tantissimi like. La mamma fa scudo, cancella i commenti negativi Marina Di Guardo, mamma di Chiara, è in prima linea per difendere la figlia. La donna, senza paragoni con l'impero di follower della blogger, conta un ampio numero di follower: quasi 700mila. Ma scorrendo i post la differenza con gli altri membri della famiglia è netta, nessuna frase di inguria, nessun insulto. Che non sia stata oggetto di bersaglio? Qualcosa fa pensare il contrario, come il commento che si legge soptto uno dei suoi post: «Perché ha cancellato il mio commento?». Per tutelare la figlia potrebbe aver adottato la strategia di eliminare le frasi degli haters. Una scelta, di sicuro, è stata già fatta. Ed è quella di limitare i commenti. «Chiara Ferragni ora è nella versione capitana d'impresa» «È la quarta Ferragni che vediamo in questa crisi: prima l’imprenditrice vittima, poi la donna contrita, a seguire l’influencer in timida sperimentazione e ora la capitana d'impresa che fa la voce grossa attraverso le comunicazioni formali», ha sottolineato Roberto Esposito al Messaggero. Una vera e propria evoluzione. «È passata da una sorta di supplica speranzosa di non essere abbandonata, convinta che tutto sarebbe passato, al considerare che probabilmente non passa. Quindi, ora, sta vincendo la paura, di fronte alla quale capita spesso di alzare i toni pur di salvare il salvabile». L’isolamento Secondo l'esperto di comunicazione, l'imprenditrice avrebbe dovuto prendere subito «le redini della crisi» per poterla controllare come «trendsetter e protagonista attiva». Chiara Ferragni sarebbe risultata «più affidabile» se avesse dimostrato «di essere all’altezza della sua fama». La strategia l'influencer l'ha scelta da tempo ormai, quella di chiudere i commenti e di isolarsi. Il rischio però, ora, è un altro. «Si è chiusa in un castello, in un isolamento straniante considerata la sua storia e le ragioni del suo successo - ha concluso -. Qui, al momento, sta il suo più grande errore». Il «contrattacco» della Ferragni All'orizzonte pare però esserci una svolta nella strategia di difesa. Dalle lacrime, all'isolamento, ora sembra emergere qualcos'altro. Nell'ultimo comunicato contro Pigna dopo lo stop al contratto, Fenice (società legata alla Ferragni) ha operato per una comunicazione decisa, in cui si sono sottolineati i problemi a livello contrattuale. Come sottolineato al Messaggero da Andrea Camaiora, esperto di comunicazione e Ceo di The Skill, è arrivato il momento del contrattacco. «Al di là del merito di alcune situazioni, la debolezza reputazionale dell’influencer ha aperto la strada a un regolamento di conti nel mondo dell’economia e della moda». Vedere l'imprenditrice e Fenice in difficoltà a qualcuno conviene. Sono grandi e «ingobranti» nel mercato. La posta in gioco è alta, tanto che «a muoversi sul "ring" sono alcuni dei migliori consulenti», ha sottolineato Camaiora. «Per la Ferragni non è una guerra lampo» «Devono ridurre al minimo l’interesse mediatico per tutto ciò che gira intorno al mondo Ferragnez - ha proseguito l'esperto di comunicazione -. Poi vi sarà la fiammata di rito, con gli eventuali rinvii a giudizio o, perché no, c’è da augurarlo, le archiviazioni». La fine è tutt'altro che vicina. «Se qualcuno aveva fatto credere a Ferragni che sarebbe stata una guerra lampo, ha sbagliato». Un periodo complicato per il team comunicativo dell'imprenditrice al centro della bufera.
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L'aria è de tutti
Anni fa ho lavorato con un venditore per cui gli uomini si dividevano principalmente in due categorie: quelli che ti vogliono fregare e quelli che in effetti ti fregano. Il suo mondo era popolato da sempre incombenti manici di scopa che volteggiavano come spiritelli attorno al capo in attesa di consustanziarsi in colossali inculate. È legge di natura che qualcuno ti vuole fregare, soprattutto nel mondo degli affari, che perlopiù è popolato da gente rispettabile. Io ai suoi occhi dovevo apparigli come appena sceso dalla montagna del sapone, non c'era neanche gusto ad accanirsi contro di me, come allo scemo del villaggio che dopo un po' ti fa perfino un po' pena. Si deve vivere davvero male con la sensazione sempre incombente di qualcuno che ti rincorre con un manico di scopa, e non per dartelo in testa. Era romano ("Che te sto a toccà?" scherzava agitandomi il dito a un centimetro dalla faccia, "l'aria è de tutti").
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Adesso voglio ricordarmi del futuro, non del passato. Ormai si pratica la lettura in silenzio, sintomo felice. Ormai esiste il lettore silenzioso di versi. Da questa segreta capacità a una scrittura puramente ideografica - comunicazione diretta di esperienze, non di suoni - la distanza è incolmabile, ma sempre meno estesa dell’avvenire.
Rileggo queste negazioni e penso: ignoro se la musica sappia disperare della musica, o il marmo del marmo, ma la letteratura è un’arte che sa profetizzare il tempo in cui sarà diventata muta, e accanirsi contro la sua stessa virtù e innamorarsi della sua stessa dissoluzione e corteggiare la sua fine.
Jorge Luis Borges
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