#Vita Liberata
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clorinda my beloved
#comunque immagina entrare in una città e trovare come prima cosa due tizi che stanno per prendere fuoco. clorinda non ha avuto una pausa mai#durante tutta la vita! nasce; viene nascosta; portata via dalla madre; allattata da una tigre; lanciata oltre un fiume; salvata da stgiorgi#l'unica pausetta che tasso le concede dal fare la guerra e rischiare di morire è quella di stare nello stesso letto con erminia a... parlar#e stare insieme dal tramonto all'alba... (un sol letto le accolse ambe talora... in tanta amistà senza divieto)#vabbè personaggio folle vi dico#clorinda#gerusalemme liberata#tasso#sketchini
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Presto o tardi arriverà il momento in cui penserai che il prezzo dell’amore è troppo alto – è meglio non essere innamorato, è meglio rimanere solo.
Perciò le persone continuano a passare dalla solitudine all’innamoramento, dall’innamoramento alla solitudine.
Quando sono sole, sentono la fame d’amore. Quando sono in coppia, sentono le sgradevolezze dell’amore.
Uno dei miei messaggi fondamentali è: non sfruttare mai l’amore.
Se qualcuno ti ama, non dettargli nessuna condizione.
Se tu ami qualcuno, non farne uno storpio.
Lascia che il tuo amore diventi ampio, vasto.
Dà alla persona amata più spazio di quanto ne aveva quando era sola.
Dalle nutrimento, non possederla.
Lasciala libera.
Più libera di quanto sia mai stata.
Allora l’amore crescerà diventando un’intimità profonda.
Quando l’amore porta con sé la libertà, allora va sempre più nel profondo.
Quando l’amore fa sentire alla persona amata che è rispettata, e non umiliata – che non viene distrutta ma è valorizzata.
Quando l’amore fa sentire alla persona amata che è nutrita, liberata, allora va in profondità.
Allora l’amore diventa preghiera.
Allora diventa l’esperienza massima e definitiva della tua vita.
Non sfruttare mai l’amore!
Ogni volta che ti innamori, ricordalo.
Dovrai ricordarlo fortemente, perché l’uomo ha sfruttato l’amore per migliaia di anni e farlo è diventata un’abitudine.
•OSHO
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Sei diversa, sembri rinata; cos’hai fatto per stare così bene?
Mi sono liberata di tutto ciò che reputavo nocivo, che mi impediva di sentirmi viva ed andare avanti.
E cosa c’era di così nocivo nella tua vita?
Un po' di tutto: oggetti, abitudini, sensi di colpa, grovigli mentali... Persone.
Gabriela Pannia
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Non hai perso l'amore della tua vita, hai perso un Narcisista che ti stava prosciugando la vita.
I narcisisti non sono anime gemelle; sono predatori travestiti e comprendere questo è cruciale per la tua guarigione.
Indossano una maschera conveniente in ogni occasione.
La persona che hai visto alla fine della relazione è chi è veramente.
La sua vera natura era nascosta dietro una facciata di fascino, carisma e manipolazione.
Ti hanno attirato con false promesse, false emozioni, una marea di bugie e una maschera convincente.
Anche se sotto tutto, si stavano nutrendo della tua energia emotiva, della tua empatia, delle tue idee, distruggendo la tua autostima e erodendo il tuo senso di te stessa.
Quello che hai vissuto non è stato amore; è stato un ciclo tossico di abusi dove ogni giorno sembrava una battaglia per sopravvivere e per far capire le tue idee.
Il suo gaslighting, il ricatto emotivo, il silenzio e le sue continue critiche non erano segni di affetto; erano strumenti di controllo e dominazione.
La sua infedeltà, le bugie, lo sminuire la tua sofferenza, le triangolazioni, l'inganno e la mancanza di empatia non sono stati semplici errori; sono state azioni delibere per sfruttare le tue vulnerabilità.
Non hai perso una persona cara, sei scappata da un abisso tossico.
Ti sei liberata da un ciclo di abusi, e questo richiede coraggio, forza e resistenza incredibile.
I narcisisti sono incapaci di un amore autentico; lo imitano solo per ottenere ciò che vogliono.
Non sanno amare nulla al di fuori di se stessi.
Per guarire, devi accettare la verità: non sei stata amata, sei stata usata.
Sei stato una fonte di rifornimento, un mezzo per un fine e una pedina nel suo gioco manipolatore.
Anche se ora sei libero di riscoprire te stessa, abbracciare il vero amore e vivere una vita piena di scopo, gioia e autenticità.
Meriti amore vero, connessione autentica e relazioni sane.
Meriti di essere vista, ascoltata e compresa.
Meriti di essere apprezzata, rispettata e profondamente amata.
Non accontentarti mai di qualcosa di meno.
Sei degna di amore.
(web)
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Non hai perso l'amore della tua vita, hai perso un Narcisista che ti stava prosciugando la vita.
I narcisisti non sono anime gemelle; sono predatori travestiti e comprendere questo è cruciale per la tua guarigione.
Indossano una maschera conveniente in ogni occasione.
La persona che hai visto alla fine della relazione è chi è veramente.
La sua vera natura era nascosta dietro una facciata di fascino, carisma e manipolazione.
Ti hanno attirato con false promesse, false emozioni, una marea di bugie e una maschera convincente.
Anche se sotto tutto, si stavano nutrendo della tua energia emotiva, della tua empatia, delle tue idee, distruggendo la tua autostima e erodendo il tuo senso di te stessa.
Quello che hai vissuto non è stato amore; è stato un ciclo tossico di abusi dove ogni giorno sembrava una battaglia per sopravvivere e per far capire le tue idee.
Il suo gaslighting, il ricatto emotivo, il silenzio e le sue continue critiche non erano segni di affetto; erano strumenti di controllo e dominazione.
La sua infedeltà, le bugie, lo sminuire la tua sofferenza, le triangolazioni, l'inganno e la mancanza di empatia non sono stati semplici errori; sono state azioni delibere per sfruttare le tue vulnerabilità.
Non hai perso una persona cara, sei scappata da un abisso tossico.
Ti sei liberata da un ciclo di abusi, e questo richiede coraggio, forza e resistenza incredibile.
I narcisisti sono incapaci di un amore autentico; lo imitano solo per ottenere ciò che vogliono.
Non sanno amare nulla al di fuori di se stessi.
Per guarire, devi accettare la verità: non sei stata amata, sei stata usata.
Sei stato una fonte di rifornimento, un mezzo per un fine e una pedina nel suo gioco manipolatore.
Anche se ora sei libero di riscoprire te stessa, abbracciare il vero amore e vivere una vita piena di scopo, gioia e autenticità.
Meriti amore vero, connessione autentica e relazioni sane.
Meriti di essere vista, ascoltata e compresa.
Meriti di essere apprezzata, rispettata e profondamente amata.
Non accontentarti mai di qualcosa di meno.
Sei degna di amore.
POST PER DONNE E UOMINI
ANCHE VICEVERSA
CI SONO NARCISISTI E NARCISISTE
(post trovato sul web)
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“ Da qualche parte, ai margini, la notte Sta girando e le onde dell'oscurità Iniziano a illuminare la riva dell'alba L'oscurità pesante ricade sulla terra E l'aria liberata impazzisce di luce, Il cuore si riempie di respiro fresco e luminoso E i pensieri si agitano per dare vita al colore. Io sorgo oggi Nel nome del Silenzio Grembo della Parola, Nel nome della Quiete Casa dell'Appartenenza, Nel nome della Solitudine Dell'Anima e della Terra. Io sorgo oggi Benedetto da tutte le cose, Ali del respiro, Delizia degli occhi, Meraviglia del sussurro, Intimità del tocco, Eternità dell'anima, Urgenza del pensiero, Miracolo di salute, Abbraccio di Dio. Possa io vivere questo giorno Compassionevole di cuore, Chiaro nella parola, Grazioso nella consapevolezza, Coraggioso nel pensiero, Generoso nell'amore.” John O'Donohue by Sub-AIRTist ********************* “Somewhere on the edge the night Is turning and the waves of darkness Begin to light the shore of dawn The heavy darkness falls back to the earth And the liberated air is mad with light, The heart fills with fresh and bright breath And thoughts stir to give life to color. I arise today In the name of Silence Womb of the Word, In the name of Quiet Home of Belonging, In the name of Solitude Of Soul and Earth. I arise today Blessed by all things, Wings of breath, Delight of the eye, Wonder of the whisper, Intimacy of touch, Eternity of soul, Urgency of thought, Miracle of health, Embrace of God. May I live this day Compassionate of heart, Clear of speech, Gracious of awareness, Courageous of thought, Generous of love.” John O'Donohue by Sub-AIRTist
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" I guerriglieri in Cambogia li avevo fino ad allora visti solo come cadaveri, abbandonati sul bordo di una strada o di una risaia dopo una battaglia. Quelli, invece, erano i primi che vedevo vivi: giovani, appena usciti dalla giungla, con la pelle secca, grigia, come polverosa, con gli occhi arrossati dalla malaria, gli sguardi durissimi. «CIA… American», continuavano a urlare, indietreggiando un po' come non volessero essere troppo vicini all'effetto che avrebbero avuto i loro colpi. Ero sicuro che mi avrebbero sparato, e di quella morte, che pensai sarebbe stata svelta e indolore, mi preoccupò solo il modo in cui sarebbe arrivata a casa la notizia, il fatto che avrebbe fatto soffrire i miei. Così, con un gesto istintivo, tirai fuori dal taschino della camicia il passaporto, a quel tempo verde, e sorridendo garbatamente, e parlando, chi sa perché, in cinese, dissi: «Sono italiano… italiano… non americano: italiano». Dal capannello di gente che stava a guardare, un uomo dalla pelle chiara, quasi bianca - certo un commerciante cinese locale - tradusse in khmer quel che dicevo: «Sono un giornalista, non ammazzatemi… aspettate che venga un quadro politico, lasciate che sia lui a decidere… sono italiano». E continuavo a sorridere, sorridere, sventolando il passaporto. I Khmer Rossi abbassarono i loro mitra, mi misero da una parte e mi affidarono a un giovanissimo guerrigliero che per ore mi tenne a bada, passandomi ogni tanto, con grande curiosità, lentissimamente attorno alla faccia, sul naso, sugli occhi, la bocca della sua grossa pistola cinese. Verso sera arrivò un guerrigliero più anziano, che pareva il capo. Senza neppure guardarmi si rivolse ai suoi uomini, confabulò con loro per lunghissimi minuti, poi si voltò verso di me e in perfetto francese disse che ero benvenuto nella Cambogia liberata, che quelli erano giorni storici, la guerra era finita e che io ero libero di andarmene. La notte tardi ero di nuovo nelle belle, fresche lenzuola di lino dell'Oriental Hotel a Bangkok. «Se qualcuno ti punta un'arma addosso, sorridi», avevo da allora detto ai miei figli e quella mi pareva una delle poche lezioni di vita che ero capace di dar loro. "
Tiziano Terzani, Un indovino mi disse; prima edizione Longanesi, 1995.
#Tiziano Terzani#Un indovino mi disse#letture#libri#leggere#citazioni#memorie#ricordi#Cambogia#Thailandia#XX secolo#Storia del '900#reporter#giornalismo#giornalisti#Khmer Rossi#vita#aneddoti#coraggio#cronisti#viaggiare#racconti di viaggio#Pol Pot#corrispondenti di guerra#Asia#Indocina#intellettuali#toscani#curiosità#testimonianze
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Sono il tipo di persona che se combatte per se stessa si sente spietata, un mostro. Però sono pure assurdamente convinta di dovere qualcosa a quella me stessa, e lì va in tilt l’algoritmo. Non so come uscirne. Valerio ha provato a mostrarmi l’alternativa, quella in cui avrei dovuto sentirmi a posto con lo spazio che occupo, ma alla fine la sua malattia era più importante di me, forse è per questo che abbiamo fallito. O forse è per questo che lui poteva permettersi di provare ad insegnarmelo, non lo saprò mai. Ad agosto ad un certo punto è morto il signore senza volto che occupava il letto di fianco al suo in terapia intensiva, per me lui era solo il rumore del monitor dietro la tenda di plastica e un’altra cosa molto più umana: il volto scavato e rugoso della moglie che incontravo fuori, in quella terribile sala d’attesa. Lei non avrà mai un nome per me, lui sì: si chiamava Roberto. Quando lui è morto Valerio stava un po’ meglio, e mi ha raccontato di aver fermato la moglie per esprimerle la sua vicinanza. Lei le ha dato un bacio sulla fronte e le ha detto “adesso sono una cittadina libera, perché non si è mai liberi fin quando una persona che si ama soffre”. Io ho paura che sua madre sia stata sollevata dalla sua morte - ne ho paura perché purtroppo lei è sempre stata una figura problematica, ne ho paura perché lo sembra, perché lo è davvero. Ma è normale, siamo esseri complessi e viviamo esperienze che portano sempre dentro ambivalenze, sia io che Valerio non siamo mai sfuggiti a questo genere di consapevolezze. Ma forse ne ho paura soltanto perché ho paura del mio di sollievo, e mi chiedo dove cazzo sia, combatto con quello che di me è sopravvissuto alla sua morte, mi scavo dentro a mani nude per scovare la mia parte di colpa, e mi incazzo peggio perché ancora non la trovo, perché so che deve essere lì da qualche parte. Poi però trovo che ci sia anche dell’altro, una colpa più neutra, il dolore di sapere che a me non è cambiato niente, o poco, quantomeno nei fatti. Il lavoro operato su me stessa per costringermi a fare i conti col fatto che Valerio non poteva più essere il mio pilastro, tre anni fa. Questi tre anni a prendermi il meglio ed il peggio, la sensazione di vuoto derivante da quell’apprendimento forzato: non è il caso di chiamarlo, chiamerà lui. E lui poi chiamava, ma erano i suoi momenti per me, i momenti in cui ero chiamata ad essere per lui, momenti in cui mi dava tantissimo e prendeva quel poco che avevo da dargli, che - lo so - per lui era tantissimo. Lui era tantissimo per me, ma non potevo dipendere da lui, non potevo nemmeno farci affidamento. La prima parte dovrebbe essere normale: l’amore non è dipendenza, giusto? Io però ero stata così pronta a farlo, quando il suo corpo ancora ce lo consentiva. Lo farei anche adesso se potesse essere qui, se potesse contenermi, se potessi contenere lui. Quindi credo di non essere sollevata dalla sua morte, sono portata a credermi sincera, anche se mi pare inaccettabile - il conflitto. Al contrario, però, penso senza remore che la sua morte mi abbia davvero liberata, e per questo mi sento in debito con questo tempo, col momento presente, con quello che stabilirò come normale per i prossimi anni. È difficile. Vorrei darmi il tempo per piangere. Non ci riesco. Ho pianto tantissimo tre anni fa, ho pianto più quando è morta quella speranza di quanto non abbia fatto adesso, che lui è davvero un racconto chiuso, senza possibilità di scrivere nuove pagine. Forse sto strumentalizzando la sua morte, come ho provato invano a fare anche con quella di papà, forse sono un mostro, e adesso non ho più scusanti per chiedere al mondo di lasciarmi stare, nessun alibi in più. Forse ho ragione io e la vita è davvero solo questo, farsene qualcosa di quello che ci succede - qualcosa come qualsiasi cosa, basta che ci cambi. Perché le cose morte non possono più farlo, e quelle vive sono costrette a subire il cambiamento anche quando sono inermi. Io credo di avere questo problema: non mi accetto inerme. Mi ci sento sempre però.
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Accettare di essere un essere umano e non una creatura eterea significa accettare che il proprio corpo emette degli odori non sempre piacevoli. Odoro, allora, la mia pelle anche se non profuma come vorrei e mi dico: questa sono io (?) e per la prima volta non c’è sensazione di schifo o paura di essere schifosa. Sogno, questa mattina, di sanguinare “dalle parti intime” – come dico in maniera delicata alla psicologa – nel sogno dico che volevo liberarmi in tutti modi di quella bambina abbandonandola da qualche parte ma non ci sono riuscita e allora ho dovuto abortire, credo che fosse sottinteso che avessi abortito spontaneamente. Confesso alla psicologa che interpreto il sogno come un avere ucciso la mia necessità di dover essere una bambina, dato che in questo ultimo periodo è un pensiero a cui mi sto dedicando parecchio, aver ucciso la necessità di dover essere per forza la bambina che non sono mai stata, necessità alla quale mi ci stavo aggrappando in maniera quasi disperata. La psicologa ne dà una lettura interessante: sognare di sanguinare “dalle parti intime” e quindi il menarca potrebbe significare l’accettare di diventare donna, che per farmi prendere in considerazione non devo fare i capricci, puntare i piedi, ma che posso gestire le situazioni in maniera equilibrata ed adulta perché adesso mi vedo prima di tutto io e quindi di conseguenza anche gli altri. Mi piace sempre come risuonano le mie parole, le mie riflessioni, in lei, quello che mi restituisce è sempre qualcosa di arricchente, che mi stimola a pensare qualcosa di inedito o riconsiderare qualcosa a cui avevo pensato e/o mi era già stato detto. Allora voglio crederci che sto accettando di essere una donna, di non essere più una bambina che va protetta ma un’adulta che può: che può scopare, che può viaggiare, che può fare un tatuaggio se ha voglia, che può tagliare i capelli e colorarseli di fucsia se ne ha voglia, che può lavorare fuori e costruirsi una vita. Essermi liberata di un qualcosa che ormai era diventato un peso mi ha fatta sentire enormemente leggera anche se ancora non so bene come gestirla. Ma non voglio gestirla, semplicemente voglio vedere quel che mi si pone davanti e cercare di sfruttarlo meglio che posso a mio favore. E soprattutto non voglio privarmi di qualcosa per delle paure irrazionali, eccessive.
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Gli dei lanciano i dadi, ma non domandano se vogliamo partecipare al gioco.
Non vogliono sapere se hai lasciato un uomo, una casa, un lavoro, una carriera, un sogno.
Gli dei non badano al fatto che tu vuoi avere una vita in cui ogni cosa sia al proprio posto,
in cui ogni desiderio si possa esaudire con il lavoro e la pertinacia.
Gli dei non tengono conto dei nostri piani e delle nostre speranze.
In qualche luogo dell’universo, loro lanciano i dadi e, casualmente, vieni scelto tu.
Da quel momento in poi, vincere o perdere è solo questione di opportunità.
Gli dei lanciano i dadi e liberano l’amore dalla sua gabbia.
Questa forza può creare o distruggere, a seconda della direzione in cui soffiava il vento
nel momento in cui si è liberata dalla prigione. L’amore può condurci all’inferno o in paradiso,
comunque ci porta sempre in qualche luogo. É necessario accettarlo, perchè esso
è ciò che alimenta la nostra esistenza.
Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur vedendo i rami dell’albero della vita carichi di frutti:
non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli.
É necessario ricercare l’amore la dove si trova, anche se ciò potrebbe significare ore,
giorni, settimane di delusione e di tristezza. Perchè nel momento in cui partiamo in cerca dell’amore,
anche l’amore muove per venirci incontro. E ci salva. E nell’amore non esistono regole.
Possiamo tentare di seguire dei manuali, di controllare il cuore, di avere una strategia di comportamento.
Ma sono tutte cose insignificanti. Decide il cuore.
E quando decide è ciò che conta.
Paulo Coelho
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Essere caregiver è allo stesso tempo la mia più grande condanna e fortuna. Mi ha fatto sviluppare empatia, una sensibilità molto forte, un'attenzione a dettagli di abusi che altrimenti non avrei notato, ma a che prezzo? Il carico emotivo di trent'anni di vita in un ambiente depressivo non è leggero e per quanto scappi lontano ti resta incollato alle spalle, come i brillantini dei lavoretti Natale che riescono a farsi spazio ovunque anche quando pensi di essertene liberata. Aver scelto un lavoro un ambito sociale ha acuito quelle sensibilità e mi chiedo chi sto cercando di rispettare non chiamando i servizi sociali.
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L'età moderna ha comportato anche una glorificazione teoretica del lavoro, e di fatto è sfociata in una trasformazione dell'intera società in una società di lavoro. La realizzazione del desiderio, però, come avviene nelle fiabe, giunge al momento in cui può essere solo una delusione. È una società di lavoratori quella che sta per essere liberata dalle pastoie del lavoro, ed è una società che non conosce più quelle attività superiori e più significative in nome delle quali tale libertà meriterebbe di essere conquistata. In seno a qussta società, che è egualitaria perché tale è il modo in cui il lavoro fa vivere gli uomini, non c'è classe, aristocrazia politica o spirituale da cui possa partire una restaurazione delle altre capacità dell'uomo. Persino i presidenti, i re e i primi ministri considerano le loro funzioni come un lavoro necessario alla vita della società, e anche tra gli intellettuali sono rimasti solo pochi individui isolati a considerare il loro lavoro come un'attività creativa piuttosto che come un mezzo di sussistenza. Ci troviamo di fronte alla prospettiva di una società di lavoratori senza lavoro, privati cioè della sola attività rimasta loro. Certamente non potrebbe esserci niente di peggio.
Hannah Arendt - Vita Activa
#Hannah Arendt#Vita Activa#filosofia#filosofia contemporanea#oggi piove talmente tanto che ho skippato la palestra e mi sono messa a leggere un poco sotto le coperte#vita lavorativa
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Ogni tanto i demoni del passato tornano a farmi visita.
Pensavo di essermene liberata e invece eccoli lì, nascosti e pronti a uscire quando meno me lo aspetto.
Io li chiamo demoni perché li immagino come esseri mostruosi, enormi, deformi, che mi inglobano e non mi fanno respirare. La mia psi li chiama traumi; PTSD. Adesso direbbe: Ali, trasforma il tuo dolore in qualcosa di positivo, di utile. Hai così tanto potenziale e neanche te ne rendi conto.
Grazie A.F. , mi stai salvando la vita ma al momento non riesco a vedere queste capacità di cui parli. Sento solo il dolore che mi logora.
Ho così tanta voglia di vivere e al tempo stesso così tanta paura.
#compagnia#domandine#fatemi compagnia#sfogo#tumblr italia#fatemi qualche domanda#come distrarsi#post sfogo#momento sfogo#scusate lo sfogo#frasi dolore#frasi vita#frase mia#troppi pensieri#pensiero mio#ansia#depressione#domande anonime#consigli#actually autistic#salute mentale#autistic awareness#autismo#psicoterapia#writers on tumblr#art therapy#stanchezza mentale#caos#mental heath awareness
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Oggi Hamas ha presentato la lista ufficiale di 33 rapiti che dovrebbero essere rilasciati, scelti su base umanitaria, avendo i mediatori israeliani insistito sul fatto che prima vengano consegnati i vivi e, solo alla fine, i corpi degli ostaggi defunti.
Priorità, dunque, a donne, bambini, anziani e feriti, che lasceranno Gaza scaglionati nei successivi 42 giorni.
Stando all’intesa, Israele riceverà un rapporto completo sullo stato di tutti coloro che sono sulla lista. Dopo che verranno rilasciati i primi tre ostaggi domani e altri quattro sette giorni dopo, per un periodo di quattro settimane saranno liberati tre ostaggi ogni settimana, fino agli ultimi 14 della lista che saranno restituiti nella sesta e ultima settimana della prima fase dell'accordo.
La lista comprende 10 donne – le prime tre dovrebbero rientrare domenica - 20 uomini, 2 bambini e un arabo israeliano, Hisham al-Sayed, beduino catturato dal gruppo terrorista nel 2015 in quanto presunto soldato dell’Idf, nonostante si trattasse di un civile.
Nove i rapiti con doppia cittadinanza: due americani, due francesi, due argentini, una britannica, un russo e l’etiope Avera Mengistu (38 anni) scomparso nella Striscia il 7 settembre 2014.
Pur essendo stati comunicati i 33 nomi, ad oggi non è stato definito né l’ordine di chi e quando uscirà dall’enclave né chi, tra questi, sia ancora in vita. Quindi, purtroppo, questa lista non rappresenta ancora un sospiro di sollievo per le famiglie che li attendono da ormai 470 giorni.
Si teme, soprattutto, per la Famiglia Bibas: per i due fratellini Ariel e Kfir (di 2 e 5 anni), gli unici bambini ancora in ostaggio nell’enclave, e i loro genitori: mamma Shiri (32) e papà Yarden (34).
Oltre che per la vita dei più piccoli si teme molto anche per i più anziani. Tra questi Gadi Moshe Moses (80 anni), Shlomo Mansur (86) e l’ottantaquattrenne Oded Lifshitz – uno dei fondatori del Kibbutz Nir Oz – la cui moglie, Yocheved, era stata uno tra i primi ostaggi ad essere liberata il 23 ottombre 2023. Noto giornalista, Lifshitz si era sempre impegnato nella promozione del dialogo tra israeliani e palestinesi, come la maggior parte di coloro che vivevano nei kibbutz presi d’assalto durante il massacro di sabato 7 Ottobre.
via https://www.avvenire.it/mondo/pagine/i-33-ostaggi-di-hamas-liberi-per-prima-chi-sono
33 su 100. E poveracci rapiti nel 2014 e 2015. 10 anni di schiavitù ! Liberazioni a goccia. E non si sa chi sia vivo. E tutti i vivi poi costretti a dire, almeno fin che non li liberano tutti, che "sono stati trattati bene".
Molto toccante quel "... si era sempre impegnato nella promozione del dialogo tra israeliani e palestinesi, come la maggior parte di coloro che vivevano nei kibbutz e sono stati massacrati sabato 7 Ottobre". E' la fine di chi crede sia possibile dialogare con le bestie. Spiaze.
Gli ingenui non si rendono conto che sostengono laidi mentitori complici omertosi che li pugnalano alle spalle, tipo quella Albanese dell'Onu, Vergogna tra le Genti: per la nazicommie eran solo "coloni" di terre non loro e i loro torturatori stupratori facevano "la Resistenza".
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Passiamo una vita a spegnere.
Di tutto.
Emozioni, sogni, sorrisi, urla, sguardi. Il fuoco che abbiamo dentro.
Per poi renderci conto, ad un certo punto, che siamo nati per accendere.
Abbiamo una tigre dentro di noi
che ruggisce per essere liberata.
La teniamo in gabbia, al guinzaglio. Stiamo ben attenti a tenerla buona, a bada il più possibile. E se inizia a muoversi, la puniamo.
La vogliamo far zittire, immobilizzare, morire. Spegnere.
Non sappiamo più come si fa ad accendere.
L'entusiasmo, la saggezza, la quiete.
Perché siamo abituati a buttare acqua sul fuoco. Subito!
Crediamo di doverlo controllare per paura di bruciarsi. E ci perdiamo così tutto lo spettacolo delle sue scintille.
Per spegnere, dobbiamo impiegare una marea di energie.
Quando invece basterebbe osservare quel fuoco scoppiettante, gustarsi il calore e accarezzare la nostra tigre arrabbiata per sentirci vitali, traboccanti di forze, accesi di vita.
È il momento di lasciare galoppare libero il nostro cuore, di farlo andare verso praterie sconfinate, di fidarci del suo saggio intuito, di farlo nitrire di gioia incontenibile!
È ora di sfamare di vita la nostra belva interiore!
- Elena Bernabè
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—(••÷Storia÷••)—
Il padre di Felicia Hardy, Walter Hardy, era un famoso scassinatore di classe mondiale, che prima del suo arresto, la incoraggiò a non accontentarsi mai del secondo posto. Se lei amava il basket, avrebbe dovuto lavorare per diventare una giocatrice di basket e non solo una cheerleader. Durante il suo primo anno di università, Felicia si recò a una festa e fu quasi violentata da uno studente ubriaco in un bagno, quando fu salvata da un altro studente, di nome Ryan. Felicia e Ryan divennero amici intimi, passando la maggior parte del loro tempo insieme fino a quando una notte Ryan le disse che era giunto il momento che il loro rapporto diventasse fisico. Le proteste di Felicia furono vane. Odiando l'idea di essere una vittima, decise che avrebbe ucciso il suo stupratore, nonostante le conseguenze. Messi da parte i suoi studi, iniziò l'addestramento in diversi stili di combattimento e acrobazie. Finalmente, dopo mesi di preparazione, si mise alla ricerca della vendetta, ma prima che riuscisse a trovarlo, Ryan rimase ucciso in un incidente guidando in stato di ubriachezza.
Gatta 🐈⬛ Nera
Furiosa perché le era stata negata la possibilità di rubare la vita di un uomo che aveva rubato la sua, e sentendosi irrequieta, Hardy decise di utilizzare le sue nuove capacità per seguire le orme del padre. Dopo essere stata arrestata, Felicia venne liberata dalla prigione dal Volpe Nera, mentore di suo padre, che prese Felicia come sua nuova allieva. Dopo aver accumulato una fortuna in oggetti rubati, Felicia scelse di adottare un'identità in costume. Indossò per la prima volta il costume della Gatta 🐈⬛ Nera per fare evadere il padre dalla prigione. Nella stessa notte, lei incontrò l'Uomo Ragno. Nonostante la sua antipatia nei confronti degli uomini, Felicia sentiva una certa affinità con questo eroe solitario. L'Uomo Ragno fu il primo uomo di cui sentiva di potersi fidare e arrivò ad amarlo. Felicia cercò un modo per guadagnare la sua fiducia e continuò con il personaggio della Gatta 🐈⬛ Nera nel tentativo fuorviato di attirare il suo affetto. Tuttavia, era ancora abbastanza furba da falsificare l'instabilità mentale quando catturata, assicurandosi che fosse ospitata in una struttura meno sicura. Quando fu rilasciata, Felicia inizialmente accettò di andare dritto da Spider-Man e firmare un'amnistia; ma cambiò i piani tentando di manipolare il tessiragnatele per unirsi alla sua vita criminale. Tentò di catturarla di nuovo, ma apparentemente Felicia si gettò rischiando la morte piuttosto che tornare in prigione. Il capitano Captano DeWolff arrivò con i documenti di amnistia ormai inutili.
Relazione con Spider-Man
La Gatta 🐈⬛ Nera finalmente trovò la possibilità di mettersi alla prova dopo aver appreso che il Kingpin controllava un detonatore incredibilmente potente. Il Gufo intendeva utilizzare l'arma per tenere in ostaggio New York. Il Dottor Octopus, tuttavia, intendeva utilizzare l'arma per distruggere la città del tutto, ma la Gatta 🐈⬛ Nera fu in grado di usare le sue abilità per rubare l'oggetto e proteggerlo da tutte le parti coinvolte. Diede il detonatore all'Uomo Ragno e divenne il bersaglio della vendetta di Doc Ock. Anche se l'Uomo Ragno fu in grado di strappare i suoi tentacoli meccanici, Octopus fu comunque in grado di controllarli mentalmente e tenere ancora immobilizzata la Gatta 🐈⬛ Nera mentre i suoi uomini aprivano il fuoco. L'Uomo Ragno riuscì a portarla in ospedale appena in tempo e Felicia fu operata dalle decine di ferite da proiettile e da coltello, Peter si rese conto di quanto tenesse a lei, e infine iniziò ad amarla. Dopo che si riprese, iniziarono una relazione e presto Peter le rivelò la sua identità. Ma Felicia ebbe grandi difficoltà ad accettare il fatto che Peter fosse solo un uomo sotto la maschera e non potesse capire il suo bisogno di una vita civile. Peter venne ferito, ma continuò la relazione poiché era la prima volta che non aveva bisogno di nascondere la sua vita di Spider-Man. Inizialmente, gli "incidenti" che sembravano accadere a chi incrociava il percorso della Gatta 🐈⬛ Nera erano semplicemente acrobazie e trappole ben pianificate. Dopo la sua esperienza quasi mortale, Felicia temeva che la sua mancanza di superpoteri facesse di lei una responsabilità per l'Uomo Ragno. Era terrorizzata dal fatto che per il suo impellente bisogno di proteggerla, lui sarebbe prima o poi rimasto ucciso. Così, quando l'Uomo Ragno scomparve durante le "Guerre Segrete", Felicia cercò un modo per rendere se stessa pari a lui. Dopo essere stata rifiutata dai Vendicatori e dai Fantastici Quattro, a Felicia fu offerta la possibilità di sottoporsi a un processo simile a quello utilizzato per creare lo Scorpione e la Mosca. Solo dopo che il processo fu completato Felicia apprese che il potere proveniva dal Kingpin. Temendo come avrebbe reagito Spider-Man, tenne segrete le sue nuove abilità a Peter. Il suo potere di "sfortuna" appena acquisito era contagioso e iniziò a fare effetto permanentemente su Spider-Man, che era esattamente l'intenzione del Kingpin. Sentendo un muro di segreti crescere tra loro, Spider-Man ruppe con Felicia, il che la fece infuriare poiché stava per rompere con lui per proteggerlo dagli effetti della sua "iella". Peter ben presto si rese conto che qualcosa non andava con la sua sfortuna e chiese l'aiuto del Dottor Strange per rimuovere il "malocchio" su di lui. Ma facendo così alterò fonte del malocchio e nel processo cambiò i poteri della Gatta Nera. Ben presto lei scoprì di aver guadagnato forza, agilità, equilibrio, e visione potenziata e degli artigli retrattili.
La Gatta 🐈⬛ Nera aggiornò il suo look e il suo atteggiamento e riaccese il suo rapporto con l'Uomo Ragno. Lei fece pace con il suo bisogno di una vita normale come Peter Parker e rimase al suo fianco quando fu accusato di omicidio nei panni dell'Uomo Ragno. Insieme rintracciarono la fonte del complotto elaborato per incastrarlo e lottarono contro il mercenario noto come lo Straniero. Alla fine, proprio mentre la sua vita sembrava stesse cadendo a pezzi, l'Uomo Ragno tornò a casa per scoprire la Gatta 🐈⬛ Nera che discuteva sui suoi piani per rovinargli la vita. Lui la seguì fino a scoprire che non gli aveva mai perdonato di aver rotto con lei e per vendetta era diventata l'amante dello Straniero. Tuttavia, durante le sue trame e nonostante la sua rabbia, Felicia ricominciò a innamorarsi di Peter. Alla fine, la Gatta 🐈⬛ Nera doppiogiocò lo Straniero e quindi partì per l'Europa per crearsi una nuova vita, che inaspettatamente spinse Peter a trovare supporto e un nuovo rapporto con Mary Jane Watson.
Anni dopo, la Gatta 🐈⬛ Nera ritornò in America alla ricerca di Peter Parker e rimase sconvolta quando apprese da Venom che Peter era sposato con Mary Jane Watson. Arrabbiata e gelosa, Felicia cominciò a molestare la coppia, minacciando fisicamente Mary Jane e schernendo Peter uscendo con il suo amico Flash Thompson. Col passare del tempo lei iniziò a provare affetto sinceramente per Thompson, ma comunque lui ruppe con lei quando scoprì il suo segreto. La Gatta 🐈⬛ Nera infine passò oltre i suoi sentimenti di rabbia e gelosia, e divenne amica sia de l'Uomo Ragno sia di Mary Jane. Dopo che l'Uomo Ragno utilizzò un dispositivo per eliminare le sue capacità superumane, la Gatta 🐈⬛ Nera lo aiutò a ritrovare di nuovo il dispositivo, al fine di ripristinarli. Ma nel processo, le abilità feline della Gatta Nera furono completamente cancellate. Successivamente acquisì alcune attrezzature dal Riparatore da inserire nel suo costume, al fine di compensare le sue capacità perdute, e, occasionalmente, di fare squadra con l'Uomo Ragno.
Nuova vita
Felicia iniziò a prendersi sinceramente cura di Thompson, ma alla fine ruppe con lei quando scoprì il suo segreto. Ad un certo punto, dopo questi avvenimenti, la Gatta Nera, insieme al mutante Wolverine, furono rapiti e costretti a sopravvivere contro assalitori multipli, su un'isola disabitata. Riuscirono a sopravvivere a molte trappole, tra cui un vulcano in eruzione al centro dell'isola, e rintracciarono colui che li aveva rapiti, Arcade. Riuscirono a scovarlo facilmente e lo abbandonarono legato nella Terra Selvaggia.
Civil War
Dopo che Peter si smascherò durante la Guerra Civile, come conseguenza all'Atto di Registrazione dei Supereroi, la Gatta Nera si infuriò perché sentiva che aveva rotto il legame che condivideva con Peter nel conoscere la sua identità segreta. Sebbene stesse frequentando Puma, Felicia sembrava avere ancora alcune inclinazioni romantiche verso Peter. All'indomani del conflitto, Peter trovò un modo per cancellare magicamente la conoscenza pubblica del suo alter ego. Durante la Guerra Civile, Felicia accettò un'offerta da Misty Knight e Colleen Wing di far parte dei nuovi Eroi a Pagamento, esclusivamente per i soldi. Felicia, insieme con i suoi compagni di squadra, furono assegnati a catturare ogni eroe non registrato.
Ritorno all'azione
Gatta 🐈⬛ Nera tornò nella vita dell'Uomo Ragno, quando lei stava irrompendo nell'appartamento di Dexter Bennett per rubare una cartella. Lì trovarono il corpo di un uomo morto dietro un quadro di Bennet, che fu una sorpresa per Felicia. Quando stava per uscire con il libro che era venuta a cercare, il cadavere risultò essere una trappola. La Gatta 🐈⬛ Nera e l'Uomo Ragno sopravvissero alle punte d'acciaio che esplosero dal corpo, solo per affrontare l'uomo dietro la trappola: Diablo. Dopo una lotta con Diablo, l' Uomo Ragno e la Gatta Nera dormirono insieme con tutte le luci spente, in modo che Felicia non potesse vedere il volto di Peter. La Gatta 🐈⬛ Nera ricorda l'Uomo Ragno smascherato ma non può ricordare chi c'era sotto la maschera. Spidey e la Gatta finalmente trovarono il nascondiglio di Diablo, che comunque riuscì a fuggire. L'Uomo Ragno e la Gatta scapparono, ma Felicia si comportò in modo distante con l' Uomo Ragno. Lui la raggiunse, ricordandole che era stata lei ad averlo mollato. Lei forse aveva dimenticato la sua identità, ma non il divertimento, le emozioni e l'angoscia. Lei e Puma conclusero il loro rapporto, poiché Fireheart aveva una sorta di "problemi di controllo", così Felicia e Peter non ebbero scrupoli a dividersi un bacio veloce su un tetto. Purtroppo, un cameraman registrò il bacio e lo trasmise dal vivo sul mega schermo in Times Square dove fu visto da Mary Jane. Peter e Felicia riaccesero la loro vecchia relazione, senza alcun vincolo e maschere sul viso in ogni momento. Diventati di nuovo una squadra, lavorarono insieme contro Mr. Negativo e altri criminali. Felicia vendette una fiala di sangue di Peter a Mr. Negativo che comunque la riprese indietro e prontamente la rivendette a un gruppo di aspiranti vampiri, che portò l'Uomo Ragno ad incontrare Morbius. La Gatta fu costretta a lavorare per Sasha Kravinoff dopo che sua madre fu rapita. Lei fu costretta a rubare indietro i beni perduti della famiglia Kravinoff che erano scomparsi dopo la Rivoluzione Russa.
La relazione si concluse e Peter cominciò a uscire con Carlie Cooper. Tuttavia, quando l' Uomo Ragno fu catturato dalla scienziata di Mister Negativo, Doc Tramma, Mary Jane fu in grado di contattare la Gatta per aiutarla a salvarlo. Nel processo fu rivelato che Doc Tramma era stata colei che aveva ripristinato i suoi poteri di sfortuna. Insieme salvarono l'Uomo Ragno e sconfissero Tramma. Il giorno dopo Felicia invitò Mary Jane a pranzo e loro due diventarono subito amiche, con grande sgomento dell'Uomo Ragno. L'Uomo Ragno e la Gatta lavorarono di nuovo insieme in quanto entrambi avevano fatto irruzione nella sede del Kingpin per riprendere una sostanza precedentemente rubata chiamata reverbium. Il materiale era stato rubato dall'Hobgoblin (Phil Urich), che accidentalmente distrusse il grattacielo in cui si trovavano utilizzando la sua risata sonica. Le onde sonore furono amplificate dal reverbium, che ha causò appunto il crollo dell'edificio. Kingpin, Hobgoblin, l'Uomo Ragno e la Gatta 🐈⬛ Nera fuggirono, ma Montana non fu così fortunato. Qualcuno rubò un proiettore di ologrammi Wi-Fi creato da uno scienziato chiamato Wasserschmidt della Horizon Labs e Felicia ne fu accusata e imprigionata, ma in quel momento era in compagnia dell'Uomo Ragno. Fuggendo dalla custodia, la Gatta Nera cercò di scoprire chi l'aveva incastrata, incontrando sia Daredevil sia l'Uomo Ragno. Il trio si recò a casa di Wasserschmidt per trovare qualsiasi indizio, dove trovarono Wasserschmidt stesso in una stanza segreta. Secondo il suo racconto, la Terra-One Corporate lo aveva costretto a commettere il furto. Mentre l'Uomo Ragno trasportò Wasserschmidt in un ospedale, Felicia e Devil si recarono a Terra-One, e lì trovarono lo Spettro Nero che cercavano di prendersi il proiettore. Daredevil li fermò mentre la Gatta 🐈⬛ Nera si trovò faccia a faccia con la mente di questo piano, che voleva di farsi procurare da Felicia un Omegadrive, un pezzo di tecnologia con i dati su ogni organizzazione criminale, che a quei tempi era nelle mani di Matt Murdock, Devil stesso. Iniziando una relazione con Devil per stargli vicino, si pensò che Felicia fosse riuscita a rubare l'Omegadrive mentre Devil combatteva contro l'Uomo Talpa, ma in realtà lei gli lasciò una nota confermando che lo Spettro Nero lo stavano controllando e che lei si sarebbe nascosta fino a quando il problema non fosse stato risolto.
Caduta e ascesa del Boss del Crimine
Felicia iniziò a risparmiare denaro per ritirarsi dall'attività. Durante questo periodo, Doctor Octopus aveva cambiato corpo con Spider-Man e si era impossessato della sua vita. Quando si imbatté in Felicia nell'atto di una rapina, la attaccò bruscamente e la lasciò alla polizia. I tesori rubati da Felicia furono recuperati e i suoi contatti criminali ruppero tutti i legami con lei. Dopo essere fuggita quando Electro distrusse il penitenziario, Felicia ottenne un nuovo costume e promise di far pagare Spider-Man per quello che le era successo, senza sapere che la colpa non era stata del vero Peter. Essendo diventata senza cuore e vendicativa, Felicia decise di diventare un boss del crimine piuttosto che una semplice ladra. Strinse un'alleanza con Electro, un altro cattivo che aveva sofferto per mano di Spider-Man quando Octopus possedeva il suo corpo. Felicia puntò quindi sulle Parker Industries, la società di Peter che aveva iniziato a sviluppare un progetto per una nuova super-prigione. Felicia ed Electro interruppero una conferenza stampa della Parker Industries, attirando l'attenzione di Spider-Man e quasi smascherandolo nel successivo scontro; tuttavia, venne salvato dalla sua nuova alleata Silk. Gatta 🐈⬛ Nera ed Electro attaccarono quindi una dimostrazione di un dispositivo sviluppato per depotenziare quest'ultimo, durante il quale il dispositivo finì per adempiere al suo compito. Dopo aver tagliato i legami con Electro, Felicia consolidò il suo ruolo di boss del crimine riunendo la sua banda di cattivi con superpoteri.
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