#Trasparenza
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Laddove non esiste trasparenza, il cuore non può abbandonarsi*
Aryiae
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“(...) Non voglio imparare a non arrabbiarmi,
voglio sentire il fuoco,
circondarlo di trasparenza che illumini
quello che gli altri mi stanno facendo
e quello che posso fare io.
Non voglio accettare, voglio accogliere e rispondere...
(...) Non voglio fare male, voglio dire:
mi stai facendo male, smettila...
(...) Non voglio essere un’altra, voglio adottarmi tutta intera.”
— Chandra Livia Candiani
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Qualche giorno fa, un nuovo ristorante in quota (a 2000 metri) ha catturato la mia attenzione con la sua pubblicità e il suo nuovo look. Tra le foto del locale, una in particolare mi ha fatto riflettere: un tavolo nero con piatti neri senza bordo,tovaglioli rossi e quattro piatti diversi: un'entrecote con verdure miste, un canederlo con gulasch e insalata, un tagliere di affettati e un piatto di tagliolini allo scoglio.
La presenza delle cozze a 2000 metri ha suscitato in me una perplessità iniziale: perché proporre crostacei e molluschi in montagna? Ha senso?
Riflettendoci, però, mi sono reso conto che la colpa non è certo delle cozze. Perché puntare il dito su questo piatto piuttosto che sugli altri?
A meno che il ristorante non acquisti la maggior parte degli ingredienti a livello regionale (cosa rara, purtroppo), l'entrecote arriverà probabilmente da un allevamento intensivo del Nord-Est o Nord-Ovest Italia; le uova seguiranno lo stesso percorso, mentre le verdure potrebbero provenire dalla Spagna in inverno e dal Sud Italia nei periodi più caldi. La farina per i tagliolini fatti in casa? Probabilmente dalla Germania. Lo speck? Lavorato in regione, il che gli permette di fregiarsi del titolo di "prodotto regionale", ma la provenienza dell'animale è meglio lasciarla nel mistero. Insomma, un menù poco virtuoso, a dir poco. Insomma, se le cozze provenissero dal Mar Adriatico si può ipotizzare che siano addirittura più sostenibili dello speck.
Allora, perché accanirsi proprio sul piatto esotico? Perché giustificare un'idea di tradizione che, alla base, è solo un'illusione?
Purtroppo, anche se le cozze non ci fossero, la filosofia del "qui è tutto tradizionale, ma le materie prime arrivano da chissà dove" è molto diffusa, che si tratti di malghe, rifugi o ristoranti. E sottolineo che molti di questi sono raggiungibili da strade forestali sterrate e vengono riforniti più volte alla settimana.
Per fortuna, ci sono delle eccezioni: locali che fanno della trasparenza nell'approvvigionamento o addirittura dell'autoproduzione il loro punto di forza. Come clienti, abbiamo il potere di scegliere: la domanda crea l'offerta e la produzione deve per forza adeguarsi.
Questa riflessione vuole essere uno spunto di partenza, per me e per chiunque voglia leggerla.
Certo, in regione non ci saranno mai abbastanza uova per soddisfare la domanda di Kaiserschmarren di un'intera stagione estiva, ma se questo è l'obiettivo, allora si parte già col piede sbagliato.
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Non faccio cose senza sentirle.
Non faccio cose fingendo che mi interessi.
La mia troppa sincerità ha dei costi che a me non pesano, ma ad altri si.
Anche per questo sono solo.
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Il dolore più grande
Non essere vista
È questo il dolore più grande
Ne parlavo ieri sera alle prove di teatro, con una compagna di corso.
Appena l'ho vista entrare le ho chiesto: Elena che fai qui? Sei stanca e stravolta.
Mi ha risposto, tu lo hai visto, i miei figli e mio marito, che vivono con me, no.
Elena ha un cancro al seno, è stata operata, non dovrà fare chemioterapia per sua fortuna, ma sta' facendo radioterapia.
Tu lo hai visto, loro no.
Ho pensato al dolore di non essere vista.
Quante volte mi è accaduto?
Mi si è aperta una immagine che ha prevalso su tutto.
Lo scorso anno, a dicembre, ho avuto un problema con la macchina.
Avevo il lavoro a tre chilometri da casa, ci sono andata a piedi solo perché avevo, quel giorno, il corso sulla sicurezza.
Sono uscita da casa al mattino molto presto.
Sono arrivata al lavoro esausta e infreddolita.
Quando mi è stato comunicato che il corso sulla sicurezza, che avrebbe impegnato l'intera giornata, sarebbe iniziato con 20 minuti di ritardo, ho tirato un sospiro di sollievo.
Potevo riposarmi e riscaldarmi.
La mia ex collega, mi ha detto che nell'attesa avrei potuto anche fare qualcosina.
L'ho gelata con lo sguardo e le ho semplicemente detto, sta zitta, perché oggi non è proprio giornata.
Ho atteso che iniziasse il corso.
A fine giornata mi sono rifatta la strada a piedi.
È curioso che la mia ex collega, non abbia colto la mia stanchezza per essere arrivata al lavoro a piedi, ne si sia offerta di darmi un passaggio a fine giornata.
In compenso però, si sia accorta che non avrei lavorato durante l'attesa del corso, e si sia preoccupata di farmelo notare, per fare l'interesse dell'azienda, manco si portasse a casa le chiavi.
Quante volte mi è capitato di non essere vista?
Forse le persone vedono quello che vogliono vedere, se a loro conviene vederlo.
#cuore spezzato#solitudine#abbandono#dolore#trasparenza#invisibile#invisibilità#tristezza#sofferenza#rabbia
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Il nostro cammino che unisce ogni persona alla stessa epoca, alla stessa data, nella stessa medesima esistenza e mai nella stessa e medesima realtà, che ognuno si vive la stessa cosa, nella sua maniera. Un connubio infinito di infinite stesse cose che non hanno mai la stessa realtà, quindi che cosa, ci identifica?
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Remember that the intense cold these days makes it advisable to wear several layers of clothing, something important for more reasons than you think…
Recuerden que el frío intenso de estos días hace recomendable usar varias capas de ropa, algo importante por más razones de las que creen…
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Ceccano, liquidate le spese per la festa di fine estate, 30 mila euro
Palazzo Antonelli ha liquidato 30 mila euro a pagamento delle fatture delle associazioni e delle aziende cui il comune aveva affidato la gestione della Festa di fine estate, per la quale l’ente pubblico aveva ricevuto dalla Regione un finanziamento appunto pari a 30 mila euro, per il miglioramento dei servizi comunali. Nelle determinazioni pubblicate all’albo non ci sono i rendiconti delle spese,…
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Rai e il nuovo "supervisore editoriale": polemiche sulla libertà di inchiesta. Un’innovazione controversa nella gestione editoriale dei programmi Rai.
Giornalisti e addetti ai lavori hanno espresso timori che il supervisore possa trasformarsi in un “censore” dei contenuti più critici, restringendo così il margine d’azione dei programmi d’inchiesta e influenzando le scelte editoriali.
Giornalisti e addetti ai lavori hanno espresso timori che il supervisore possa trasformarsi in un “censore” dei contenuti più critici, restringendo così il margine d’azione dei programmi d’inchiesta e influenzando le scelte editoriali. La mossa dell’amministratore delegato.L’amministratore delegato della Rai ha annunciato l’introduzione di una nuova figura, il “supervisore editoriale”, per…
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La FDA contro la trasparenza: quando la burocrazia si crede regina http://dlvr.it/TGpbLl
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