#Teatro alla deriva
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La verità non ha alcun senso per me! È per questo che io la temevo e la temo. Alla deriva, io ti consegno tutto – perché tu ne faccia una cosa gioiosa. E, parlandoti, ti spaventerò e ti perderò? Ma, non parlando, io mi perderò e, perdendomi, io perderei te.
Clarice Lispector - La passione secondo G.H.
Ph Peter Lindbergh
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C'era una volta Pescara
Pescara (Piscara) il nome della città deriva dall'abbondanza nel fiume di pesce particolarmente buono (peschiera), prima prendeva il nome dal fiume Alterno (ostia aterni e aternum).
Il fiume Pescara nella storia fece molte volte da confine per i regni che si sono succeduti ed era navigabile.
Quando la città venne distrutta rimase solo la fortezza (piazzaforte) costruita dai bizantini che cercavano di riconquistare la penisola via costa.
Sono state trovate le mura bizantine da un lato crollate per via di un maremoto probabilmente a seguito di un terribile terremoto, mentre le mura bizantine ritrovate all'interno della caserma sono ancora in piedi.
L'imperatore Carlo V creò una serie di fortezze tra le quali la fortezza di Pescara proprio adiacente al porto di Pescara (la cosiddetta "serratura del regno")
Dal bastione San Vittorio, detto anche bastione bandiera, Re Vittorio Emanuele II si affacciò andando incontro a Garibaldi.
Re Vittorio Emanuele II affermò riferendosi a Pescara "Oh che bel sito se si abbattono le mura della fortezza Pescara diventerà una grande città commerciale" e così è stato.
Qui c'erano delle prigioni terribili "il sepolcro dei vivi" era chiamati il carcere (bagno penale) borbonico.
La caserma di cavalleria comprensiva di una chiesetta (quella della Madonna del Carmine) era una zona molto estesa tanto da raggiungere la necropoli di Rampigna situata fuori città.
Per realizzare la ferrovia venne utilizzato il muro della fortezza.
Venne costruito sotto il regime fascista il ponte Littorio sotto il quale si teneva il mercato galleggiante delle arance.
Ennio Flaiano tra le altre cose fu grande sceneggiatore in particolare de "La dolce vita".
Inventò anch'egli come D'Annunzio alcuni termini ad esempio il termine paparazzo utilizzando il vero nome del fotografo di moda de "La dolce vita" inoltre non è un caso che le paparazze in dialetto pescarese siano le cozze che ricordano appunto il vecchio obiettivo della macchina fotografica.
Lungo l'attuale via delle Caserme al lato opposto delle caserme c'era la fanteria e le osterie.
Clemente De Caesaris salvò la fortezza di Pescara dalle truppe borboniche corrompendole con il suo oro.
Era un forte repubblicano ma per salvare la situazione chiamò i Sabaudi come reali d'Italia, però successivamente dopo aver visto come i prigionieri venivano torturati li rinnega a Torino pubblicamente in Parlamento.
Pavimento originale del '500 solo nell'attuale via Luigi D'Amico
In Piazza del mercato (piazza Garibaldi) si facevano le prove delle bande, questa fu la vera prima Piazza Salotto per via dell'acustica che ricorda quella di un salotto.
Un pasticcere si inventa qui il "ritrovo del parrozzo"
Pescara viene distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
In piazza mercato si trova il cosiddetto "Monumento ai caduti" di Pietro Cascella che in realtà è il "monumento della distruzione e alla ricostruzione".
La Cattedrale di San Cetteo presenta un soffitto in legno, i pilastri sono di pietra così come i capitelli e vetrate colorate. Viene realizzata così a seguito di un patto con Gabriele D'Annunzio che voleva far seppellire la madre nella chiesa in un mausoleo. Ma invece di denaro dona un quadro del '600 del Guercino enorme e prezioso a Don Brandano, raffigurante San Francesco che riceve le stigmate. Ora questo quadro è posto accanto al mausoleo della madre di D'Annunzio, mentre la chiesa è stata finanziata interamente dai pescaresi.
La Chiesa Santa Maria di Gerusalemme era a forma circolare con 2 campanili. Forse era il riadattamento di un tempio preesistente comunque i resti ritrovati sono medievali e di stile circestense.
È questa la chiesa che venne aperta rimuovendo l'abside e che divenne Porta Nuova alla quale comunque rimaneva un solo campanile, ora invece nessuno.
Teatro Vincentino Michetti al cui fianco costruisce casa sua in stile liberty con decori di arance.
Attorno a lui molti architetti pescaresi studiando questo stile (liberty) fanno di Pescara e di Castellammare quelle che furono le due città liberty famose in tutto il mondo.
La parte più antica della città è dov'era Porta Sala e il convento di Sant'Agostino.
Nonostante la vicinanza con questo luogo di culto quella era via dei bordelli e non solo nel nome.
Sotto le mura della fortezza ci sono ancora dei sotterranei da esplorare.
Sotto lo strato di erba c'è un mosaico romanico
Il Ponte della ferrovia fu l'ambientazione nell'immaginazione del poeta D'Annunzio nella sua opera "Terra Vergine" al passo in cui descrive il tramonto visto dal ponte.
In mezzo alla strada sono state posizionate delle pietre del ponte romano.
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“Guida pratica per coppie alla deriva” torna al Teatro Golden Tornerà in scena da venerdì 18 a domeni... https://agrpress.it/guida-pratica-per-coppie-alla-deriva-torna-al-teatro-golden/?feed_id=7402&_unique_id=670fc9854579a
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🎭 15 AGOSTO. BRUSCELLO POLIZIANO. MONTEPULCIANO Il Bruscello Poliziano è una manifestazione teatrale che si svolge dal 1939 ogni anno a Montepulciano nel mese di agosto, sul Sagrato della cattedrale di Santa Maria Assunta, in Piazza Grande. Il bruscello è una forma di teatro popolare e contadino, tipicamente toscano, recitato e cantato da attori non professionisti. È una rappresentazione, a volte epico-drammatica, a volte farsesca, di episodi della vita di tutti i giorni, creati da immaginazioni popolari o da fatti realmente accaduti, tratti della storia o della letteratura. La parola bruscello deriva da arboscello, broscello, bruscello. Il tema della manifestazione, che mescola canto e recita, varia di anno in anno. Soggetti, testi e sceneggiatura si devono tutti alla creativa spontaneità dei bruscellanti, una compagnia che pratica questo genere per amor di tradizione e diletto. 🇬🇧 The Bruscello Poliziano is a theatrical event that has been held annually in Montepulciano since 1939, taking place in August on the steps of the Cathedral of Santa Maria Assunta in Piazza Grande. The bruscello is a form of popular and rural theater, typical of Tuscany, performed and sung by amateur actors. It portrays episodes of everyday life, sometimes in an epic-dramatic style, sometimes in a farcical manner, created by popular imagination or based on real events, historical facts, or literature. The word bruscello derives from the term arboscello, meaning “small tree” or “shrub.” The theme of the event, which combines singing and acting, changes from year to year. The subjects, scripts, and performances are all the result of the creative spontaneity of the bruscellanti, a group of performers who practice this art form out of love for tradition and enjoyment.
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Isola delle femmine: il paradiso violato della Sicilia
Isola delle Femmine in Sicilia ha ultimamente fatto parlare di sé per un evento non autorizzato di cui è stato teatro. La festa, sembra per un doppio compleanno, è stata interrotta dalle forze dell'ordine. L'isolotto, infatti, è una riserva naturale protetta, luogo di nidificazione di diversi volatili. Il party esclusivo Lo scorso sabato sera, un'ottantina di persone appartenenti alla cosiddetta Palermo bene sono approdati sull'isolotto per festeggiare il compleanno di due gemelli medici. Il festeggiamento era iniziato presso un club della costa. A un certo punto si è decisi di montare sulle barche e dirigersi verso l'isolotto. Qui la festa è continuata con musica a tutto volume e balli. Il tempo di riprendere le scene con gli smartphone e condividerle sui social che l'isolotto si è subito riempito di agenti delle forze dell'ordine da carabinieri a Guardia di finanza e Guardia Costiera. Gli invitati sono stati identificati e invitati a lasciare l'isola. Gli organizzatori della festa hanno dichiarato di aver chiesto le relative autorizzazioni per accedere al sito. Uno degli invitati ha mostrato un cartello con la scritta "Save the planet". Di contro la direzione della riserva ha affermato di non aver ricevuto alcuna richiesta e i rappresentanti della Lipu che hanno effettuato il sopralluogo dopo la festa, hanno raccontato che la riserva era un tappeto di cicche di sigaretta e altri rifiuti di vario genere. La riserva naturale protetta Gli organizzatori dell'evento, che sarebbe stato autorizzato dalla proprietaria, al di là delle buone intenzioni dichiarate, ignoravano che dal 1° marzo al 30 giugno non è possibile visitare l'isolotto riserva naturale protetta gestita dalla Lipu. Il motivo di tale interdizione è che in questo periodo molte specie di volatili utilizzano l'isolotto per nidificare. L'isolotto, appartenente alla città di Palermo e sito nello specchio di mare tra Punta Raisi e Capo Gallo, è infatti un importante snodo dei flussi migratori degli uccelli. La sua trasformazione in riserva naturale protetta risale al 1997. L'anno seguente è stata presa in gestione dalla Lipu. Su Isola delle Femmine, affermano gli esperti della Lipu, stazionano specie come, ad esempio, il cormorano e l'airone cenerino; altre specie come il codirosso spazzacamino, la cappellaccia e la cutrettola nidificano. Sul piccolo territorio sono presenti anche altre specie come la lucertola campestre, il biacco, il coniglio selvatico, oltre a numerose specie di farfalle. Isola delle Femmine in Sicilia: la storia Isola delle Femmine è un luogo ricco di storia e di leggende. Sull'origine del suo stesso nome ci sono diverse ipotesi. La prima fa riferimento al generale Eufemio da Messina, governatore bizantino della Sicilia. L'isolotto avrebbe preso il nome di isola euphimi (isola di Eufemio) per diventare in seguito isula di Fimi, poi isula di Fimmini, Isola delle Femmine appunto. Un'altra affascinante teoria si rifà, invece, alla torre presente sull'isolotto, detta Torre di fuori per distinguerla da quella eretta sulla terraferma e detta Torre di dentro. La costruzione, di cui oggi sono visibili pochi resti, secondo alcune teorie sarebbe stato in passato un carcere per sole donne. Una delle leggende narra che tredici ragazze turche che si erano macchiate di colpe gravi furono imbarcate dai loro familiari su una nave priva di capitano e lasciate andare alla deriva. Dopo aver vagato per giorni, una tempesta le scaraventò sull'isola sulla quale vissero per sette anni. I parenti, infatti, pentitisi del loro gesto, le cercarono e quando le trovarono decisero di trasferirsi sulla terraferma di fronte l'isola. L'isola fu chiamata Isola delle Femmine e il luogo dove decisero di fermarsi fu battezzato Capaci che significa CCa-paci: qui la pace. In copertina foto di Beto da Pixabay Read the full article
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Vittorio Pagani in residenza al Teatro Petrella per HARDCUORE
12 Maggio 2024 - 24 Maggio 2024
A Longiano è iniziata la residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Vittorio Pagani.
Due personaggi, seduti sull’orlo della fine, osservano gli ultimi bagliori di un mondo alla deriva. Come si cammina su un terreno che trema? Cosa salvare quando il futuro è incerto? HARDCUORE esplora, tramite testi, danza e proiezioni, le conseguenze dell’incontro del singolo con la brutalità, l’immenso e la fine delle cose: lo spazio performativo si rende spazio intimo in cui contenuti digitali, suoni e memorie si mescolano per tracciare un racconto di vita. HARDCUORE celebra tutti gli esseri gentili che lottano per rimanere tali.
Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi #2
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Vittorio Pagani è un performer e coreografo originario di Milano, Italia. Nel 2018 si unisce al Ballet Junior de Genève dove balla nelle creazioni di alcuni tra i più rinomati coreografi a livello internazionale (Hofesh Shechter, Roy Assaf, Marcos Morau, Jan Martens). Nel 2021 crea il passo a due Around 5:65, che viene selezionato per RIDCC2022. Nel 2023 insegue il Master in Expanded Dance Practice (UAL). A The Place London crea A Solo in the Spotlights: questa creazione partecipa a Resolution2023 (UK), Vetrina della Giovane Danza d’Autore (IT) e viene selezionata per la piattaforma internazionale Aerowaves nel 2024, oltre ad essere presentata in numerosi teatri italiani. Danzatore freelance e coreografo, nei suoi lavori investiga temi quali la performatività e la sovversione.
#danzacontemporanea#residenza creativa#residenze2024#teatro petrella#vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi#Vittorio pagani#hardcuore
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L'opera dei pupi
Le origini dell'opera dei pupi siciliani risalgono al XIX secolo, quando in Sicilia iniziò asvilupparsi una forma di teatro popolare molto particolare: l'opera dei pupi. L'opera dei pupi è un'arte che combina teatro, musica e marionette e rappresenta unaforma di spettacolo unica nel suo genere. Le marionette utilizzate sono solitamente realizzate in legno, intagliate e dipinte a mano, e rappresentano personaggi tratti dall'epica cavalleresca e dai poemi medievali, come l'Orlando Furioso e l'Orlando Innamorato. L'opera dei pupi nacque principalmente a Palermo e Catania, diventando una tradizione teatrale che ha radici antiche. Palermo vantava una delle tradizioni più note, grazie al maestro Giuseppe Bova, che nel 1813 aprì un teatro dedicato esclusivamente a questa forma d'arte. Da allora, l'opera dei pupi si è sviluppata e diffusa in tutta Palermo e nelle zone circostanti, diventando un'emblematica espressione della cultura siciliana. A Catania, invece, l'opera dei pupi prese piede grazie a Gaetano Greco e alla sua famiglia, che negli anni '70 del XIX secolo fondarono il teatro dei "Pupi di Zizza". Questo teatro diventò un centro importante per gli appassionati delle marionette, sia per i siciliani che per i numerosi turisti che visitavano la città. Le rappresentazioni dell'opera dei pupi sono caratterizzate da una trama avvincente e da combattimenti mozzafiato tra i cavalieri delle diverse fazioni, che si scontrano in duelli spettacolari. Le marionette sono animate da burattinai che, con maestria e abilità, danno vita ai personaggi sul palcoscenico. Nell'opera dei pupi siciliani si può percepire l'influenza della cultura araba, che penetrò in Sicilia durante il periodo della dominazione normanna. Il termine "pupi" deriva infatti dal termine arabo "babu", che significa "portatore d'acqua". Questa parola venne associata ai burattinai siciliani, che portavano i loro pupazzi in giro per le piazze, esibendosi per guadagnarsi da vivere. Nonostante la concorrenza della televisione e degli altri moderni mezzi di intrattenimento, l'opera dei pupi riesce ancora ad attirare nuovi appassionati, grazie anche all'impegno degli insegnanti e degli artisti che si dedicano a preservare e tramandare questa tradizione secolare. In Sicilia, sono ancora presenti numerosi teatri che ospitano spettacoli di opera dei pupi, offrendo agli spettatori un'esperienza unica e coinvolgente. L'opera dei pupi siciliani, sia a Palermo che a Catania, è un tesoro culturale che merita di essere valorizzato e conosciuto. Questa forma di teatro popolare rappresenta non solo una tradizione artistica, ma anche un modo per preservare la memoria storica dell'isola e per trasmettere ai giovani i valori della nostra cultura. Read the full article
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Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, un post letterario che riprende alcuni brani di questo testo umoristico di Giulio Cesare Croce con una piccola introduzione e una breve biografia dell'autore. Quando frequentavo le scuole medie, nel 1973, nella nostra antologia - LA LETTURA. ANTOLOGIA CON LETTURE EPICHE di Italo Calvino e Giambattista Salinari, Zanichelli Editore, un libro bello corposo per ogni annualità, oltre all'epica, alle poesie e a vari testi letterari di autori classici vi erano anche testi più umoristici, tratti da opere di scrittori di assoluta genialità. Tra questi vi erano brani tratti dal Bertoldo di Croce che, con i testi del Don Chisciotte di Cervantes, erano tra i miei preferiti; non a caso molti anni anni dopo la mia tesi di laurea si occupò proprio del fenomeno umoristico. A distanza di 50 anni, e dopo aver sofferto parecchio durante la mia complicata esistenza, a soli pochi mesi dalla morte di mia madre, dedico questo post a Bertoldo e al suo autore, memore dei miei anni più spensierati, quando dopo delle intese giornate scolastiche ritornavo a casa e potevo beneficiare della presenza dei miei genitori, di una realtà che non ritornerà mai più. Restano solo i ricordi, la nostalgia, la meloanconia, la sofferenza e la lieve funzione terapeutica della letteratura. Giulio Cesare Croce è stato uno scrittore e drammaturgo italiano del XVI secolo, noto principalmente per essere l'autore della popolare opera comica "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno", la cui trama ruota attorno alle avventure di due contadini, Bertoldo e Bertoldino, e del loro amico Cacasenno. Figlio di fabbri e fabbro a sua volta, morto il padre, lo zio continuò a cercare di dargli una cultura. Non ebbe mai mecenati particolari, e lasciò gradualmente la professione di famiglia per fare il cantastorie. Acquisì fama raccontando le sue storie per corti, fiere, mercati e case patrizie. Si accompagnava con un violino. L'enorme sua produzione letteraria deriva da una autoproduzione delle stampe dei suoi spettacoli. Ebbe due mogli e 14 figli e morì in povertà. L'opera di Croce è caratterizzata da un umorismo vivace, un linguaggio colloquiale e una satira sociale che prende di mira le convenzioni e le ipocrisie del suo tempo. "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno" è diventato un classico della letteratura comica italiana e ha avuto una grande influenza sulla tradizione del teatro popolare. Una forma scritta precedente come fonte fu il medievale Dialogus Salomonis et Marcolphi. Oltre a "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno", e ad un romanzo successivo sempre dello stesso filone, Croce scrisse anche altre opere, tra cui commedie, numerosi libretti brevi in prosa e poesia, che abbracciano vari generi letterari della tradizione popolare e raccolte di novelle.
Giulio Cesare Croce L'autore riprese temi popolari del passato, come la storia di Bertoldo, ambientandola alla corte di re Alboino a Verona e a Pavia. Nella sua versione più organica, rese la storia meno licenziosa e attenuò la rivalsa popolare verso i potenti. Aggiunse un seguito riguardante il figlio di Bertoldo, chiamato Bertoldino, e successivamente un altro seguito elaborato da Adriano Banchieri, chiamato Novella di Cacasenno. Questi racconti furono poi adattati in tre film, nel 1936, nel 1954 e l'ultimo del 1984, diretto dal grande Mario Monicelli, con Ugo Tognazzi e Alberto Sordi. In Bertoldo, l'autore confessò forse le sue aspirazioni personali, rappresentando il rozzo villano come un autodidatta desideroso di fortuna e mecenati. La sua produzione letteraria contribuì significativamente allo sviluppo della commedia dell'arte italiana e alla diffusione della cultura popolare nel XVI secolo, diventando così uno dei precursori della commedia italiana, apprezzata ancora anche oggi. I suoi scritti inoltre contribuirono anche alla grande letteratura carnevalesca, un importante filone identificato per la prima volta da Michail Bachtin, che tra i suoi esponenti conta tra gli altri Luciano di Samosata, Rabelais, Miguel de Cervantes e Dostoevskij. Le sottilissime astuzie di Bertoldo. Nel tempo che il Re Alboino, Re dei Longobardi si era insignorito quasi di tutta Italia, tenendo il seggio reggale nella bella città di Verona, capitò nella sua corte un villano, chiamato per nome Bertoldo, il qual era uomo difforme e di bruttissimo aspetto; ma dove mancava la formosità della persona, suppliva la vivacità dell'ingegno: onde era molto arguto e pronto nelle risposte, e oltre l'acutezza dell'ingegno, anco era astuto, malizioso e tristo di natura. E la statura sua era tale, come qui si descrive. Fattezze di Bertoldo. Prima, era costui picciolo di persona, il suo capo era grosso e tondo come un pallone, la fronte crespa e rugosa, gli occhi rossi come di fuoco, le ciglia lunghe e aspre come setole di porco, l'orecchie asinine, la bocca grande e alquanto storta, con il labro di sotto pendente a guisa di cavallo, la barba folta sotto il mento e cadente come quella del becco, il naso adunco e righignato all'insù, con le nari larghissime; i denti in fuori come il cinghiale, con tre overo quattro gosci sotto la gola, i quali, mentre che esso parlava, parevano tanti pignattoni che bollessero; aveva le gambe caprine, a guisa di satiro, i piedi lunghi e larghi e tutto il corpo peloso; le sue calze erano di grosso bigio, e tutte rappezzate sulle ginocchia, le scarpe alte e ornate di grossi tacconi. Insomma costui era tutto il roverso di Narciso. Audacia di Bertoldo. Passò dunque Bertoldo per mezzo a tutti quei signori e baroni, ch'erano innanzi al Re, senza cavarsi il cappello né fare atto alcuno di riverenza e andò di posta a sedere appresso il Re, il quale, come quello che era benigno di natura e che ancora si dilettava di facezie, s'immaginò che costui fosse qualche stravagante umore, essendo che la natura suole spesse volte infondere in simili corpi mostruosi certe doti particolari che a tutti non è così larga donatrice; onde, senza punto alterarsi, lo cominciò piacevolmente ad interrogare, dicendo: Ragionamento fra il Re e Bertoldo. Re. Chi sei tu, quando nascesti e di che parte sei? Bertoldo. Io son uomo, nacqui quando mia madre mi fece e il mio paese è in questo mondo. Re. Chi sono gli ascendenti e descendenti tuoi? Bertoldo. I fagiuoli, i quali bollendo al fuoco vanno ascendendo e descendendo su e giù per la pignatta. Re. Hai tu padre, madre, fratelli e sorelle? Bertoldo. Ho padre, madre, fratelli e sorelle, ma sono tutti morti. Re. Come gli hai tu, se sono tutti morti? Bertoldo. Quando mi partii da casa io gli lasciai che tutti dormivano e per questo io dico a te che tutti sono morti; perché, da uno che dorme ad uno che sia morto io faccio poca differenza, essendo che il sonno si chiama fratello della morte. Re. Qual è la più veloce cosa che sia? Bertoldo. Il pensiero. Re. Qual è il miglior vino che sia? Bertoldo. Quello che si beve a casa d'altri. Re. Qual è quel mare che non s'empie mai? Bertoldo. L'ingordigia dell'uomo avaro. Re. Qual è la più brutta cosa che sia in un giovane? Bertoldo. La disubbidienza. Re. Qual è la più brutta cosa che sia in un vecchio? Bertoldo. La lascivia. Re. Qual è la più brutta cosa che sia in un mercante? Bertoldo. La bugia. Re. Qual è quella gatta che dinanzi ti lecca e di dietro ti sgraffa? Bertoldo. La puttana. Re. Qual è il più gran fuoco che sia in casa? Bertoldo. La mala lingua del servitore. Re. Qual è il più gran pazzo che sia? Bertoldo. Colui che si tiene il più savio. Re. Quali sono le infermità incurabili? Bertoldo. La pazzia, il cancaro e i debiti. Re. Qual è quel figlio ch'abbrugia la lingua a sua madre? Bertoldo. Lo stuppino della lucerna. Re. Come faresti a portarmi dell'acqua in un crivello e non la spandere? Bertoldo. Aspettarei il tempo del ghiaccio, e poi te la porterei. Re. Quali sono quelle cose che l'uomo le cerca e non le vorria trovare? Bertoldo. I pedocchi nella camicia, i calcagni rotti e il necessario brutto. Re. Come faresti a pigliar un lepre senza cane? Bertoldo. Aspettarei che fosse cotto e poi lo pigliarei. Re. Tu hai un buon cervello, s'ei si vedesse. Bertoldo. E tu saresti un bell'umore, se non rangiasti. Re. Orsù, addimandami ciò che vuoi, ch'io son qui pronto per darti tutto quello che tu mi chiederai. Bertoldo. Chi non ha del suo non può darne ad altri. Re. Perché non ti poss'io dare tutto quello che tu brami? Bertoldo. Io vado cercando felicità, e tu non l'hai; e però non puoi darla a me. Re. Non son io dunque felice, sedendo sopra questo alto seggio, come io faccio? Bertoldo. Colui che più in alto siede, sta più in pericolo di cadere al basso e precipitarsi. Re. Mira quanti signori e baroni mi stanno attorno per ubidirmi e onorarmi. Bertoldo. Anco i formiconi stanno attorno al sorbo e gli rodono la scorza. Re. Io splendo in questa corte come propriamente splende il sole fra le minute stelle. Bertoldo. Tu dici la verità, ma io ne veggio molte oscurate dall'adulazione. Re. Orsù, vuoi tu diventare uomo di corte? Bertoldo. Non deve cercar di legarsi colui che si trova in libertà. Re. Chi t'ha mosso dunque a venir qua? Bertoldo. Il creder io che un re fosse più grande di statura degli altri uomini dieci o dodeci piedi, e che esso avanzasse sopra tutti come avanzano i campanili sopra tutte le case; ma io veggio che tu sei un uomo ordinario come gli altri, se ben sei re. Re. Son ordinario di statura sì, ma di potenza e di ricchezza avanzo sopra gli altri, non solo dieci piedi ma cento e mille braccia. Ma chi t'induce a fare questi ragionamenti? Bertoldo. L'asino del tuo fattore. Re. Che cosa ha da fare l'asino del mio fattore con la grandezza della mia corte? Bertoldo. Prima che fosti tu, né manco la tua corte, l'asino aveva raggiato quattro mill'anni innanzi. Re. Ah, ah, ah! Oh sì che questa è da ridere. Bertoldo. Le risa abbondano sempre nella bocca de' pazzi. Re. Tu sei un malizioso villano. Bertoldo. La mia natura dà così. Re. Orsù, io ti comando che or ora tu ti debbi partire dalla presenza mia, se non io ti farò cacciare via con tuo danno e vergogna. Bertoldo. Io anderò, ma avvertisci che le mosche hanno questa natura, che se bene sono cacciate via, ritornano ancora: però se tu mi farai cacciar via, io tornerò di nuovo ad insidiarti. Re. Or va'; e se non torni a me come fanno le mosche, io ti farò battere via il capo.
Bertoldo e il suo asino Astuzia di Bertoldo. Partissi dunque Bertoldo, e andatosene a casa e pigliato uno asino vecchio, ch'egli aveva, tutto scorticato sulla schiena e sui fianchi e mezo mangiato dalle mosche, e montatovi sopra, tornò di nuovo alla corte del Re accompagnato da un milione di mosche e di tafani che tutti insieme facevano un nuvolo grande, sì che a pena si vedeva, e gionto avanti al Re, disse: Bertoldo. Eccomi, o Re, tornato a te. Re. Non ti diss'io che, se tu non tornavi a me come mosca, ch'io ti farei gettar via il capo dal busto? Bertoldo. Le mosche non vanno elleno sopra le carogne? Re. Sì, vanno. Bertoldo. Or eccomi tornato sopra una carogna scorticata e tutta carica di mosche, come tu vedi, che quasi l'hanno mangiata tutta e me insieme ancora: onde mi tengo aver servato quel tanto che io di far promisi. Re. Tu sei un grand'uomo. Or va, ch'io ti perdono, e voi menatelo a mangiare. Bertoldo. Non mangia colui che ancora non ha finito l'opera. Re. Perché, hai tu forse altro da dire? Bertoldo. Io non ho ancora incominciato. Re. Orsù, manda via quella carogna, e tu ritirati alquanto da banda perché io veggio venire in qua due donne che devono forse voler audienza da me; e come io le avrò ispedite, tornaremo di nuovo a ragionare insieme. Bertoldo. Io mi ritiro, ma guarda a dare la sentenza giusta. Astuzia sottilissima di Bertoldo, per non essere percosso dalle guardie. Quando Bertoldo vidde che in modo alcuno non la poteva fuggire, ricorse all'usato giudicio e, volto alla Regina disse: “Poi ch'io veggio chiaramente che pur tu vuoi ch'io sia bastonato, fammi questa grazia: ti prego in cortesia, che la domanda è onesta e la puoi fare, in ogni modo a te non importa pur ch'io sia bastonato, di' a questi tuoi che mi vengono accompagnare, che dicano alle guardie che portino rispetto al capo e che elle menino poi il resto alla peggio”. La Regina, non intendendo la metafora, comandò a coloro che dicessero alle guardie che portassero rispetto al capo e che poi menassero il resto alla peggio che sapevano; e così costoro, con Bertoldo innanzi, s'inviarono verso le guardie, le quali aveano di già i legni in mano per servirlo della buona fatta; onde Bertoldo incominciò a caminare innanzi agli altri di buon passo, sì che era discosto da loro un buon tratto di mano. Quando coloro che l'accompagnavano viddero le guardie all'ordine per far il fatto ed essendo omai Bertoldo arrivato da quelle, cominciarono da discosto a gridare che portassero rispetto al capo e che poi menassero il resto alla peggio, che così aveva ordinato la Regina. I servi sono bastonati in cambio di Bertoldo. Le guardie, vedendo Bertoldo innanzi agli altri, pensando che esso fusse il capo di tutti, lo lasciarono passare senza fargli offesa alcuna, e quando giunsero i servi gli cominciarono a tempestare di maniera con quei bastoni che gli ruppero le braccia e la testa, e in somma non vi fu membro né osso che non avesse la sua ricercata di bastone. sì tutti pesti e fracassati tornarono alla Regina, la quale, avendo udito che Bertoldo con tale astuzia s'era salvato e aveva fatto bastonare i servi in suo luoco, arse verso di lui di doppio sdegno e giurò di volersene vendicare, ma per allora celò lo sdegno che ella avea, aspettando nuova occasione; facendo in tanto medicare i servi, i quali, come vi dissi, erano stati acconci per le feste, come si suol dire. Bertoldo sta nel forno e la Regina il fa cercar per tutto. Dopo che l'infelice sbirro fu mandato a bere, si fece gran diligenza per trovar Bertoldo, ma per le pedate volte alla roversa non poteva(si) comprendere ch'ei fosse uscito fuori di corte, e la Regina lo fece cercar per tutto con animo risoluto di farlo impiccare, parendogli pur grave la beffa della veste e dello sbirro. Bertoldo viene scoperto nel forno da una vecchia, e si divulga per tutto la Regina esser nel forno. Stava dunque il misero Bertoldo in quel forno e udiva il tutto e cominciò a temere molto della morte e si pentì d'esser mai andato in quella corte e non ardiva d'uscire fuori per non essere preso, sapendo che la Regina gli aveva mal animo adosso; e ora tanto più avendogli fatto la burla dello sbirro e della veste, dubitava ch'ella non lo facesse impiccare. Ma avendo indosso quella veste, ch'era lunga, né avendola tirata ben dentro del forno tutta, essendone restata fuori un lembo, volse la sua mala sorte ch'ivi venne a passare una vecchia appresso al detto forno, e conosciuto l'orlo della veste, che pendeva fuori, che quella era una delle vesti della Regina, si pensò che la Regina fusse rinchiusa nel detto forno; onde andò in un tratto da una sua vicina e gli disse che la Regina era in quel forno. Andò colei seco e, guardando nel forno, vidde la detta veste, e, conoscendola, lo disse ad un'altra, quell'altra ad un'altra e così di mano in mano a tale che non fu meza mattina che per tutta la città andò la nuova che la Regina era in un forno dietro le mura della città. Il Re dubita che Bertoldo non abbi portato la Regina in quel forno, e va a chiarirsi del fatto. Udendo il Re simil fatto, dubitò che Bertoldo avesse portato la Regina in quel forno, perché lo conosceva tanto tristo che credeva ch'ei potesse fare ogni cosa, e le strattagemme del passato maggiormente gli crescevano il sospetto; onde subito andò alla camera della Regina e la trovò ch'ella era tutta arrabbiata; e inteso da lei la beffa della veste, si fece condurre a quel forno e guardando in esso vidde costui nel detto avviluppato nella veste della Regina, e tosto lo fece tirar fuori, minacciandolo della morte; e così fu spogliato della veste il povero villano e restò con gli suoi strazzi intorno; e tra che esso era brutto di natura e avendosi tutto tinto il mostaccio nel detto forno, pareva proprio un diavolo infernale. Bertoldo è tirato fuori del forno e il Re sdegnato dice: Re. Pur ti ci ho colto, villan ribaldo, ma a questa volta non scamperai del certo, se non sei il gran diavolo. Bertoldo. Chi non vi è non vi entri, e chi v'è non si penti. Re. Chi fa quello che non deve, gli avviene quello che non crede. Bertoldo. Chi non vi va non vi casca, e chi vi casca non si leva netto. Re. Chi ride il venere, piange la domenica. Bertoldo. Dispicca l'appiccato, egli appiccherà poi te. Re. Fra carne e unghia, nissun non vi pungia. Bertoldo. Chi è in difetto, è in sospetto. Re. La lingua non ha osso e fa rompere il dosso. Bertoldo. La verità vuol star di sopra. Re. Ancor del ver si tace qualche volta. Bertoldo. Non bisogna fare, chi non vuol che si dica. Re. Chi si veste di quel d'altri, presto si spoglia. Bertoldo. Meglio è dar la lana, che la pecora. Re. Peccato vecchio, penitenza nuova. Bertoldo. Pissa chiaro, indorme al medico. Re. Il menar delle mani dispiace fino ai pedocchi. Bertoldo. E il menar de' piedi dispiace a chi è tratto giù dalle forche. Re. Fra un poco tu sarai uno di quelli. Bertoldo. Inanzi orbo, che indovino. Re. Orsù, lasciamo andare le dispute da un lato. Olà, cavaliero di giustizia, e voi altri ministri, pigliate costui e menatelo or ora a impendere a un arbore, né si dia orecchie alle sue parole perché costui è un villano tristo e scelerato che ha il diavolo nell'ampolla e un giorno sarebbe buono per rovinare il mio stato. Su, presto, conducetelo via, né si tardi più. Bertoldo. Cosa fatta in fretta non fu mai buona. Re. Troppo grave è stato l'oltraggio che tu hai fatto alla Regina. Bertoldo. Chi ha manco ragione, grida più forte. Lasciami almeno dire il fatto mio. Re. Alle tre si fa cavallo e tu glien'hai fatte più di quattro, che gli sono state di troppo affronto. Va' pur via. Bertoldo. Per aver detto la verità ho da patir la morte? Read the full article
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Normalità Crocifissa
Chi era davvero Kristo? Potremmo definire quell’uomo strano? Cosa abbiamo appena visto? Quell’uomo era un pazzo o un visionario? Se lo spettacolo fosse presentato in altre parti del mondo le reazioni sarebbero le stesse? Cos’è la normalità?
Dopo aver visto lo spettacolo Kristo queste domande hanno pervaso la mia mente, creando uno stato di “ansia esistenziale”. Ciò che è stato messo in scena, avrà sicuramente scaturito in ognuno dei presenti dubbi e pensieri che urgentemente hanno stimolato in ognuno una “dissociazione temporanea” dal mondo circostante. Travolti dalle emozioni di quel preciso momento, quindi, la sensazione è stata quella di sperare un’epifania.
foto di Serena Nicoletti
Come disse Amadou Hampâté Bâ, scrittore, filosofo e antropologo maliano, «le persone di una persona sono numerose in ogni persona». Il termine persona indica in latino la maschera teatrale. Dall’etrusco phersu, che a sua volta deriva dal greco pròsopon, la parola indica fronte, volto, faccia e, per traslazione, maschera e personaggio. Interessante è notare come, per giungere al significato di persona come individuo si passi dal teatro e dall’idea di “rappresentare”, attraverso una maschera, un personaggio. Nel teatro la maschera, com’è noto, consentiva al pubblico di identificare, anche a distanza, le caratteristiche prototipiche del personaggio. Allo stesso modo, si può dire che avere un’idea rispetto alla personalità di un individuo fornisce dei punti di riferimento che aiutano a prevederne le intenzioni, gli atteggiamenti e i comportamenti.
Diversi autori hanno indagato l’individuo nelle sue interazioni con la società, come ad esempio Pirandello in Uno, nessuno e centomila o Goffman in Una vita come rappresentazione teatrale. Entrambi lo hanno fatto sicuri del fatto che la persona, all’interno di una vita sociale, utilizzasse più maschere per esprimersi, non rivelandosi mai completamente. Proprio in questo modo, l’uomo che chiamiamo “Kristo”, in virtù dei suoi atteggiamenti emulativi nei confronti della figura religiosa, si espone nella sua moltitudine di personalità ad un pubblico inerme, assuefatto dal momento presente, capace solo di osservare passivamente ciò che viene presentato, posticipando al finale “purificatorio” ogni giudizio.
foto di Serena Nicoletti
Andrea Camilleri, celebre scrittore siciliano, diceva: «non bisogna mai avere paura dell’altro perché tu, rispetto all’altro, sei l’altro». Spesso, di fronte alla stranezza si rimane immobilizzati in uno stato di paura mista ad incertezza, credo, perché non si riconosce a primo impatto ciò che si ha davanti, o forse, semplicemente perché diverso da come ci si sarebbe potuto aspettare.
La stranezza però, se accolta, potrebbe portare a scoprire nuovi punti di vista, aprire nuove prospettive capaci di dimostrare che un’unica visione del mondo sarebbe riduttiva e insufficiente. Rinchiudersi in una cultura circoscritta ad un luogo di nascita, porta spesso all’essere bigotti o restii ad accettare il cambiamento nonché un semplice pensiero diverso dal nostro.
Ogni essere umano è diverso. Sono convinto che l’affermazione “siamo tutti uguali” sia erronea perché manchi di punti di vista alternativi. Ogni essere umano differisce dall’altro ed è proprio questo aspetto che rende il mondo vario e capace di progredire. Se fossimo tutti uguali, non ci sarebbe in nessuno di noi “particolarità”, una dote che ci rende unici all’interno di questo piccolo-grande mondo. Molto spesso, però, sono proprio le particolarità di ognuno di noi a farci sembrare “pazzi” o “strani” agli occhi giudicanti degli altri. Bisognerebbe però chiedersi cosa sia davvero la follia. Cosa ci rende normali?
foto di Serena Nicoletti
La normalità è un comportamento assunto da una maggioranza di persone. Si diventa “strani”, “pazzi” o “anormali” solo se inseriti in un contesto di riferimento. Molti atteggiamenti che in un contesto sono dati come normali agli occhi esterni diventano folli.
Paul Watzlawick (1921 – 2007) è stato uno psicologo e filosofo austriaco naturalizzato statunitense, eminente esponente della Scuola di Palo Alto, nonché seguace del costruttivismo, derivante dal pensiero relativista del costruttivismo filosofico. Egli, insieme al gruppo di studiosi della scuola di Palo Alto si interessò al concetto di “follia”, teorizzando, con un rimando al sociologo Durkheim, la contraddizione insita ai concetti di normalità e anormalità. C’è una diffusissima opinione sul fatto che "normale" sia sinonimo pressoché imprescindibile di "positivo". Qualcosa di normale è ampiamente accettato. La normalità va a braccetto con la quotidianità e l’inattaccabile certezza che qualsiasi cosa sia, l’aggettivo normale le conferisce un’aura di familiarità e, di conseguenza, di tranquillità, pace ed equilibrio. D’altro canto, è altrettanto largamente accetto che il suo polo opposto, conosciuto nell’opinione pubblica come "anormalità", venga visto e sentito con un’accezione negativa. Mentre così non dovrebbe essere.
Nel 1967 Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin e Don D. Jackson, pubblicavano Pragmatics of Human Communication. A Study of Interactional Patterns, Pathologies, and Paradoxes, che riporta gli studi condotti al Mental Research Institute sugli effetti pragmatici che la comunicazione umana ha sui modelli interazionali e sulle patologie, con anche una disamina del ruolo dei paradossi comunicativi. La tesi centrale di questo libro riguarda il comportamento patologico (nevrosi, psicosi, e in genere le psicopatologie) che, affermano, non esiste nell'individuo isolato ma è soltanto un tipo di interazione patologica tra individui. Gli autori indagano la relatività delle nozioni di "normalità" e "anormalità" mostrando che ogni comportamento acquisisce un senso specifico all'interno del contesto in cui si attua. “Sanità" e "insanità" perdono così il loro significato, poiché ciò che è sano in un contesto può non esserlo in un altro, e l'osservatore può giudicare un dato comportamento come "normale" o "anormale" a seconda della sua ottica preconcetta. Gli autori, quindi, sostengono: «Ne consegue che la "schizofrenia" considerata come una malattia incurabile e progressiva della mente di un individuo e la "schizofrenia" considerata come l'unica reazione possibile a un contesto di comunicazione assurdo e insostenibile (una reazione che segue, e perciò perpetua, le regole di tale contesto) sono due cose del tutto diverse».
foto di Serena Nicoletti
Nella parte finale della performance, Kristo completamente denudato non solo dai vestiti ma anche da ogni certezza sul mondo che lo circonda, si esibiva in una doccia “purificatoria”. Le gocce che scivolavano sul corpo del performer (Massimo Trombetta) sapevano molto di pensieri perduti, di normalità perduta e pensiero critico acquisito. Forse è davvero di una doccia “purificatoria” ciò di cui l’umanità avrebbe bisogno, perché spesso incapace di guardare al di là della serratura dei propri confini, convinta che i pensieri che la pervadano siano giusti solo perché condivisi da una moltitudine. Forse questo Kristo, questo povero uomo kafkiano, non è un impostore di cui bisogna aver paura ma al contrario un “messia” venuto a salvare ciò che rimane del mondo. Forse è venuto a risvegliare un popolo di esseri non pensanti che si omologa ad una società alienata che scorre troppo veloce, incapace di fermarsi e riflettere sul proprio comportamento, incapace di capire che ciò che compie non ha nulla di “normale”. Bisognerebbe che qualcuno più spesso ci ricordi che abbiamo solo un tempo limitato in questo mondo e sprecarlo, a emulare comportamenti seriali di una società allo sbando, non è uno scopo di vita degno di essere perseguito.
Scritto da Donato Gabriele Cassone
Questo articolo fa parte della rubrica:
#scenariopubblico#danza contemporanea#catania#teatro#psicologia#Kristo#Compagnia Zappalà Danza#Disfor#Unict
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Livorno, Giornata Mondiale della Consapevolezza sull'Autismo. Evento per combattere le battaglie a difesa dei diritti delle persone autistiche
Livorno, Giornata Mondiale della Consapevolezza sull'Autismo. Evento per combattere le battaglie a difesa dei diritti delle persone autistiche. In occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull'Autismo del 2024 il Coordinamento Toscano Associazioni per l'Autismo organizza un evento di alto profilo e di coinvolgere alcuni tra i più importanti artisti italiani per combattere assieme le battaglie a difesa dei diritti delle persone autistiche. Mercoledì 3 aprile (con inizio alle ore 21.5) al teatro Goldoni di Livorno è in programma il concerto "Heroes – Omaggio a David Bowie" con una super band guidata da Paolo Fresu. Il progetto è sostenuto dal Comune di Livorno, dalla Regione Toscana, dal teatro Goldoni di Livorno ed è organizzato da Officine della Cultura. Paolo Fresu che interpreta David Bowie, già questo è una grande notizia e lo fa per una grande causa, per la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull'Autismo. Assieme a Fresu (tromba) ci sarà un cast stellare con Petra Magoni (voce), Filippo Vignato (trombone), Francesco Diodati (chitarra), Francesco Ponticelli (basso), Christian Meyer (batteria). Un concerto con un valore speciale che unisce la grande musica di Bowie ai temi della giustizia sociale e dell'inclusione, tanto cari allo stesso Duca Bianco. Bowie è un autore immortale che si è sempre battuto per la diversità ed è stato vicino a coloro che soffrono e che vengono emarginati dalla società. Coordinamento Toscano Associazioni per l'Autismo Questo evento ha come obiettivo quello di dare voce e palco a chi voce e palco non ha. Grazie alla disponibilità di questi grandi artisti per una notte Livorno sarà teatro di una società accogliente ed inclusiva. Il Coordinamento da tempo si batte per ottenere il rispetto e la dignità delle persone autistiche, ed il loro diritto ad una vita piena, fatta di cura e libertà. Abbiamo scelto di essere nel cuore delle persone di chiamare la comunità a teatro, di chiedere a grandi personalità artistiche di percorrere una parte del viaggio assieme a noi, per questo il concerto del 3 aprile assume un valore speciale ed una dimensione che va oltre la musica. L'Autismo non è una malattia ma uno stato di vita che rende unici i nostri figli, come lo siamo tutti. Unici e spesso emarginati e considerati solo per la loro patologia e non per il contributo straordinario che potrebbero dare alla comunità. Eugenio Giani Presidente della Regione Toscana " L'arte al servizio di una grande causa di umanità e di civiltà: quello che avverrà al teatro Goldoni di Livorno il prossimo 3 aprile è un evento importantissimo che, come Regione Toscana, a sosteniamo convintamente. Sarà un'occasione preziosa per conoscere l'impegno delle famiglie e delle associazioni per l'autismo, per supportarle, ma anche per condividere concretamente con loro il cammino verso una società più accogliente e più inclusiva. La musica, con l'omaggio a David Bowie, affidato a artisti di straordinario valore, sarà il canale giusto per dare forza e emozione a questo messaggio. Sono sicuro che Livorno e l'intera Toscana risponderanno prontamente a questo invito." Andrea Raspanti Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Livorno "Se vogliamo costruire comunità sempre più accoglienti e inclusive dobbiamo promuovere la conoscenza. Solo attraverso la conoscenza e la consapevolezza che ne deriva possiamo superare i pregiudizi che purtroppo ancora limitano la partecipazione sociale di tante persone. L'autismo è una neurodiversità e una condizione molto complessa, caratterizzata da una grandissima variabilità. La maggior parte delle persone tende invece a ricondurla a due o tre stereotipi cinematografici. In questi anni, insieme all'associazione Autismo Livorno, abbiamo avviato vari progetti per fare di Livorno sempre più una città Autism Friendly, cioè una città amica delle persone con autismo. Questa iniziativa, in occasione della Giornata mondiale dedicata alla consapevolezza sull'autismo, è un'altra tappa di questo percorso. Siamo contenti che sia stata scelta Livorno." Coordinamento Toscano Associazioni per l'Autismo Autismo Toscana - Autismo Arezzo - Iron Mamme Grosseto - Piccolo Principe Associazione Autismo Siena -Autismo Apuania ONLUS - Agrabah Pistoia - Orizzonte Autismo Prato - Autismo Casa di Ventignano - Autismo in Blu (Valdinievole-Pistoia) - Autismo Pisa - Autismo Livorno - T.A.R.T.A Blu a.p.s Peccioli -Autismo Firenze - AIABA Firenze. per contatti [email protected] 348 8714051... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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RACCONTAMI SHAKESPEARE allo Spazio Teatro No'hma - Milano il 17 & 18/01
La stagione di prosa 2023/2024 dello Spazio Teatro No'hma prosegue mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio con un spettacolo dedicato a Charles e Mary Lamb, i famosi fratelli inglesi che nel 1807 pubblicarono il volume "Racconti da Shakespeare", che conquistò subito il posto tra i più affermati classici per l'infanzia.
Andrea Cioffi e Sara Guardascione della compagnia Cercamond portano in scena con "Raccontami Shakespeare" la vita tragica di questi due giovani ispirati scrittori, segnati da una terribile vicenda familiare (Mary accoltellò la madre in seguito a un raptus di follia) e le cui esistenze sembrano uscite da una tragedia del Bardo.
Uniti da un vincolo profondo, Charles e Mary Lamb condivisero amicizie e interessi letterari fino a ricevere dall'editore William Godwin – padre di Mary Shelley - l'incarico di adattare alcune opere di Shakespeare in racconti per l'infanzia.
"Abbiamo scelto di fare un lavoro di ricerca su due personaggi storici realmente esistiti perché partendo dalla loro opera abbiamo tratteggiato due caratteri moderni e affascinanti, le cui battaglie sociali e artistiche risultano ancora oggi attuali e necessarie" – spiegano i due interpreti.
"Raccontami Shakespeare" è costruito su un dialogo evocativo e ironico che alterna momenti di narrazione nei quali alcuni dei più celebri personaggi shakesperiani vivono grazie alla voce e ai sentimenti dei due autori. Il racconto diventa così una storia spietata e comica, dalle tinte gotiche, capace di trasformarsi anche in occasione di denuncia contro un sistema educativo antiquato, un teatro autoreferenziato e una deriva sociale che ha come suo stesso motore la discriminazione del più debole e del diverso.
"Questi due fratelli sono stati capaci di evadere da uno scenario macabro come quello del loro vissuto, e dall'isolamento che ne conseguì, attraverso l'amore e la dedizione al teatro, alla letteratura e alla scrittura. La Bellezza li ha salvati e sono diventati tra gli scrittori più importanti della letteratura per l'infanzia. La loro è un'opera sicuramente sovversiva e allo stesso tempo appassionata" – spiega Livia Pomodoro, presidente dello Spazio Teatro No'hma Teresa Pomodoro.
Le date di mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio saranno trasmesse in streaming sui canali del teatro.
L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Per informazioni consultare il sito www.nohma.org o scrivere a [email protected].
Spazio Teatro No'hma
Stagione 2023/2024 – In Viaggio
RACCONTAMI SHAESPEARE
liberamente tratto da "Racconti da Shakespeare" e dalla vita di Charles e Mary Lamb
drammaturgia e regia: Andrea Cioffi
con Andrea Cioffi e Sara Guardascione
scene: Trisha Palma
costumi: Rosario Martone
musiche: Emanuele Pontoni
disegno luci: Danilo Cencelli
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⚡ STAR COMICS: TUTTI GLI ANNUNCI DA LUCCA COMICS & GAMES 2023
La casa editrice umbra apre le danze con un sacco di novità, che ci accompagneranno per tutto il 2024 e oltre!
È di nuovo quel periodo dell'anno: le temperature si abbassano, il vento ulula, immancabilmente piove sulle file chilometriche del Lucca Comics & Games e, una volta tanto, vi parlo anche di fumetti 😆
Questa edizione 2023 si è aperta con gli annunci targati Star Comics, numerosi e vari come da tradizione, con spazio anche per i sempre più presenti e apprezzati webtoon e per qualcosa di nostrano.
Unico appunto personale, per quanto interessante, la lista non mi ha sorpreso chissà quanto, restando sul territorio del "prevedibile". Mi sarebbe piaciuto qualche titolo maggiormente d'effetto, ma c'è da dire che non sono un gra divoratore di fumetti, quindi forse non faccio troppo testo 😅
DEAD ROCK di Hiro Mashima
Dead Rock è una scuola d’élite del mondo demoniaco, che punta alla… formazione dei futuri Re Demoni! In molti ambiscono a entrare nell’istituto, ma l’esame d’ingresso ha un tasso di mortalità elevatissimo. Yakuto, un giovane impacciato e apparentemente inetto, ha come obiettivo quello di essere ammesso a Dead Rock a tutti i costi. Il premio per i pochissimi che completano i corsi? Sovranità sul mondo degli esseri umani: il preside lo giura sul proprio nome, che è Dio!
Dalla mente geniale di Hiro Mashima, autore di FAIRY TAIL, EDENS ZERO e RAVE - THE GROOVE ADVENTURE, un dark fantasy ad ambientazione studentesca, dove la competizione per arrivare in cima è senza esclusione di colpi!
In corso - In fumetteria, libreria e store online - 2025 (cover provvisoria)
SE I GATTI SCOMPARISSERO DAL MONDO di Genki Kawamura, Rose Yukinoshita
Quando scopre di avere una malattia incurabile e pochi giorni da vivere, un giovane cade nella più profonda disperazione. La paura di morire è tanta da prendere in considerazione la proposta di un diavolo, che gli offre di prolungare la sua vita a un prezzo: per ogni ventiquattro ore di vita in più, il diavolo potrà scegliere qualcosa che scomparirà del tutto dal mondo.
A cosa si è disposti a rinunciare per posticipare il proprio incontro con la morte? Arriva l’adattamento manga del grande romanzo di Genki Kawamura
4 volumi, concluso - In fumetteria, libreria e store online - Estate 2024 (cover provvisoria)
PET SHOP OF HORRORS di Matsuri Akino
Nel cuore di Chinatown, il misterioso e affascinante Conte D gestisce un negozio di animali unico al mondo. Oltre ad animali bizzarri ed esotici, vi si possono trovare anche vere e proprie creature magiche dai poteri enigmatici, in grado di realizzare i sogni dei clienti. Tutto è però regolato da stringenti contratti e, se non si seguono le regole, il negozio non risponderà delle conseguenze.
Una storia affascinante, che scivola con grazia nel reame dei sogni e in quello degli incubi. Lasciate che il Conte vi guidi…
Arriva finalmente in Italia una delle serie più importanti degli anni Novanta, un josei intrigante e originale, che è riuscito ad attrarre lettori andando anche oltre il proprio target di riferimento, raggiungendo un pubblico estremamente ampio. Il capolavoro di Matsuri Akino vi aspetta in una splendida edizione completa in 7 volumi!
7 volumi, concluso - In fumetteria, libreria e store online - Primavera 2024 (cover provvisoria)
LEVIATHAN di Shiro Kuroi
Leviathan è un’enorme astronave che galleggia alla deriva nello spazio. Una preda ghiotta per i saccheggiatori, che al loro ingresso trovano un diario… è il racconto di un agghiacciante incubo che si è abbattuto sulla nave.
Il vascello stellare, infatti, è stato teatro di una sanguinosa lotta per la sopravvivenza…
Dalla Francia, arriva il manga di Kuroi Shiro, pubblicato dall'editore Ki-oon e serializzato su Shonen Jump+! Chi avrà il coraggio di imbarcarsi in questo viaggio infernale?
3 volumi, concluso -In fumetteria, libreria e store online - Primavera 2024 (cover provvisoria)
GINKA & GLÜNA di Shinpei Watanabe
La piccola Glüna sopravvive giorno per giorno in una terra gelida e inospitale, ma sogna di diventare una maga e di viaggiare per il mondo. La sua vita svolta quando, grazie alla sua gentilezza, incontra Ginka, un pupazzo di neve dotato di incredibili poteri. Sotto la sua guida, Glüna fa fiorire il suo talento per le arti magiche e i due si incamminano in un'avventura all'insegna della scoperta!
Finalmente arriva in Italia la prima opera del talentuoso Shinpei Watanabe, fra le serie di maggiore successo sulla piattaforma Manga Plus!
4 volumi, concluso - In fumetteria, libreria e store online - Inverno 2024 (cover provvisoria)
KAIJU GIRL CARAMELISE di Ringo Naki
La vita scolastica di Kuroe Akaishi è tutt’altro che facile a causa di una misteriosa malattia che, ogni volta che la ragazza prova forti emozioni, trasforma senza preavviso parti del suo corpo rendendola una specie di kaiju, creatura mostruosa della fantascienza giapponese. Emarginata dai compagni di classe, Kuroe a sua volta cerca di evitare di avere a che fare con loro, ma un giorno si accorge di aver attirato l’attenzione di Arata Minami, uno degli studenti più popolari della scuola! Una confessione della madre svelerà a Kuroe la sua vera natura, ma… Arata riuscirà ad accettarla per ciò che è?!
Arriva finalmente in Italia la scoppiettante commedia romantica nominata tra le “Great Graphic Novels for Teens” dall’American Library Association nel 2020 e nel 2021!
7 volumi, in corso - In fumetteria, libreria e store online - Inverno 2024 (cover provvisoria)
SUZUME di Makoto Shinkai, Denki Amashima
Mentre il cielo si tinge di rosso e la terra trema, il Giappone è sull'orlo della catastrofe.
Suzume è una ragazza di 17 anni che vive con la zia in un paesino del Kyushu, nel sud del Giappone. Un giorno, l’incontro con un giovane viaggiatore di nome Sota cambia completamente la sua vita. Il ragazzo, infatti, viaggia con lo scopo di chiudere dei misteriosi portali in grado di causare rovina e distruzione. Affascinata dal misterioso Sota, Suzume decide di seguirlo ma finisce inavvertitamente con l'aprire una delle porte e…
Dopo WEATHERING WITH YOU, Star Comics presenta l'adattamento manga del nuovo film di Makoto Shinkai, campione d'incassi nei cinema di tutto il mondo! Un nuovo emozionante viaggio sta per cominciare! La mini-serie sarà disponibile anche all'interno di uno speciale cofanetto a tiratura limitata.
2 volumi, in corso - In fumetteria, libreria e store online - Primavera 2024 (cover provvisoria)
THE SECRET OF SCARECROW di Gin Zarbo
Un regno lontano è flagellato dalla piaga dei Corvi, mostri carnivori che terrorizzano la popolazione. Si racconta che gli unici in grado di opporsi ai Corvi siano i leggendari guerrieri Spaventapasseri, ma per molti si tratta solo di un mito privo di fondamento. La principessa Engell, tuttavia, è convinta che gli Spaventapasseri esistono e per amore della sua gente s'incammina in un viaggio per trovarne uno che possa prestare soccorso al suo popolo.
Dopo il successo in Germania, arriva in Italia il manga europeo della talentuosa Gin Zarbo. Siete pronti a lasciarvi stregare dai segreti e misteri di Scarecrow?
3 volumi, in corso - In fumetteria, libreria e store online - Primavera 2024 (cover provvisoria)
DIABLOMACHIA di Da Hosoi
I demoni non sono tutti uguali e Neve lo sa bene! La missione dell’incantatore, infatti, è quella di portare sulla Terra i demoni benevoli, che per questa natura “anomala” vengono discriminati nella loro terra d’origine, l'Inferno.
Questo, ovviamente, non è ben visto dagli altri demoni, che desiderano schiacciare Neve e i suoi amici. Il ragazzo deve combattere con tutte le sue forze, ma non sa che dietro a questa lotta si nasconde più di quanto immagina…
Uno shonen a regola d’arte ad opera di Da Hosoi, autore di origini italiane che ha perfezionato la sua formazione in Giappone!
3 volumi, in corso - In fumetteria, libreria e store online - Autunno 2024 (cover provvisoria)
TOUMEINA AI NO UTSUWA di hitomi
Fin dall'infanzia Miki Donoue è perseguitato dalla sfortuna e finisce con l'attrarre su di sé episodi spiacevoli di ogni natura. Una sera, incontra un misterioso uomo dai capelli bianchi e dai lineamenti "trasparenti" che gli propone di trasferire su di sé tutta la sua sventura. Si tratta in realtà di un "akashibito", un essere dalle sembianze umane in grado di trarre nutrimento dalle emozioni degli uomini. I due stipulano così un contratto e cominciano una curiosa convivenza. Come si evolverà il rapporto fra i due?
hitomi segna il suo arrivo in Italia con un volume unico emozionante e commovente, nominato anche ai ChilChil BL Awards 2023.
Volume unico - In fumetteria, libreria e store online - Autunno 2024 (cover provvisoria)
LA PERSONA CHE MI PIACE NON È UN RAGAZZO di Sumiko Arai
L'amore si tinge di… verde! Aya Osawa è una gyaru e, al ritorno da scuola, ama recarsi al negozio di musica dove lavora la sua crush, rigorosamente vestita con abiti scuri e con una mascherina a coprirle il volto. Peccato che quello che crede essere un affascinante ragazzo appassionato di musica rock è in realtà… Mitsuki Koda, la sua compagna di classe! Come reagirà Aya quando scoprirà che la persona che le piace in realtà non è un ragazzo?
Scoprirtelo nel webcomic giapponese a tema Girls' Love firmato Sumiko Arai, che dopo la serializzazione su Twitter ha riscosso un'incredibile popolarità, tanto da guadagnarsi la pubblicazione cartacea con l'editore Kadokawa e il primo premio ai "Next Manga Awards 2023" nella categoria "Web Manga"! Un volume giapponese corrisponderà a due volumi dell’edizione italiana, che avrà dunque delle copertine extra rispetto all'edizione originale giapponese.
1 volume, in corso - In fumetteria, libreria e store online - Primavera 2024 (cover provvisoria)
PANDORA HEARTS - NEW EDITION di Jun Mochizuki
Alle soglie dei quindici anni il nobile Oz Vessalius trova uno strano orologio da taschino e, toccandolo, viene catapultato in un sogno delirante in cui una misteriosa ragazza lo minaccia di morte. Tornato in sé, il ragazzo dimentica l’accaduto e si concentra sulla propria cerimonia di passaggio all’età adulta… Peccato che sul più bello il grande orologio del palazzo, fermo da cent’anni, si rimetta in moto, segnalando così la venuta del leggendario “prescelto”: la vita tranquilla di Oz sta per trasformarsi in un’oscura spirale di sangue! La sua stessa esistenza, a quanto pare, è un peccato che va purificato, e la salvezza è legata a un patto oscuro.
L'amatissima serie di Jun Mochizuki è pronta a tornare in una nuova splendida edizione, completa in 12 volumi!
12 volumi, concluso - In fumetteria, libreria e store online - Estate 2024 (cover provvisoria)
ONE POUND GOSPEL di Rumiko Takahashi
Kosaku è un pugile con problemi di peso che non riesce a prendere la boxe seriamente. Suor Angela è una ragazza che ha scelto di seguire la via del Signore per salvare pecorelle smarrite. Il loro incontro dà origine a una delle miniserie più dolci e divertenti dei manga, che non mancherà di stupire anche chi conosce già il talento della principessa del manga. A grande richiesta, Star Comics presenta in una nuova, preziosa edizione, completa in 2 volumi, una delle mini-serie più amate di Rumiko Takahashi!
2 volumi, concluso - In fumetteria, libreria e store online - Autunno 2024 (cover provvisoria)
SHENZE di KRE, Djade
Sin da piccolo, Xu Shenze ha sempre fatto lo stesso sogno. Ma con il tempo, l'ombra nera di quel sogno ha preso vita e ha ridotto la vita di Xu Shenze a brandelli. I genitori muoiono all'improvviso in macrabre circostanze, e lui si ritrova circondato da eventi inspiegabili e distrurbanti. Solo e spaventato, sente parlare della "città dei sogni" e decide di recarvisi. Quali terribili verità attendono Xu Shenze nella città considerata tanto "paradiso" quanto "purgatorio" dai propri residenti? Star Comics e Jundo presentano in collaborazione l'edizione cartacea del sorprendente webcomic cinese di KRE e Djade!
3 volumi, concluso - In fumetteria, libreria e store online - Estate 2024 (cover provvisoria) - In collaborazione con JUNDO
THE REAPER AND THE WAITING di Jayessart
Un Mietitore e un'anima misteriosa che lo segue ovunque. Un mistero da risolvere. Tristi ricordi andati perduti. Cosa sarà successo fra loro due? Star Comics presenta, in collaborazione con Jundo, l'edizione cartacea dell'emozionante webcomic di Jayessart, una delle autrici più popolari della piattaforma WEBTOON! Un delicato Boys' Love dalle tinte acquerello che toccherà i vostri cuori.
Volume unico - In fumetteria, libreria e store online - Autunno 2024 (cover provvisoria) - In collaborazione con JUNDO
#JUSTKILLING di Giacomo Bevilacqua, Giulio A. Gualtieri, Vincenzo Puglia
Esiste un social network, nascosto nel deep web, in cui gli assassini seriali si ritrovano. E, come in ogni social network che si rispetti, gli utenti partecipano a delle challenge. Tra cui una, per entrare nella leggenda: il vincitore potrà ottenere (tramite diversi omicidi, ovviamente!) l’immunità per tutti i crimini, passati e futuri. Niente male, eh?
Il misterioso personaggio chiamato “il Perfezionista” è probabilmente un serio candidato alla vittoria. Peccato che, tra le (rigide) regole imposte nella challenge ci sia anche l’apparizione improvvisa di un “malus”, che ha come obiettivo rallentare e mettere i bastoni tra le ruote al singolo utente. E il malus, in questo caso, è J, una ragazzina dai capelli rosa, tanto kawaii quanto inquietante…
Volume unico - In fumetteria, libreria e store online - Primavera 2024 (cover provvisoria)
MUSERU KURAI NO AI WO AGERU di Keiko Iwashita
Hibari è una studentessa universitaria, appassionata di design e si dà da fare tra studio e lavoro part-time.
Il primo incontro con il bel musicista Gaku non poteva andare peggio! Quest'ultimo finisce per versare accidentalmente dell'acqua sul computer della ragazza, intenta a ultimare il suo progetto prima della scadenza, facendola andare su tutte le furie! All'inizio Gaku sembra freddo e distaccato, ma poco dopo rivela un lato gentile e premuroso nei confronti della ragazza… Come si evolverà il rapporto tra i due?
Dopo il successo di LIVING-ROOM MATSUNAGA-SAN, la sensei Keiko Iwashita torna con una nuova serie sentimentale, pronta a fare breccia nel cuore dei lettori!
2 volumi, in corso - In fumetteria, libreria e store online - Autunno 2024 (cover provvisoria)
SHIBATARIAN di Katsuya Iwamuro
“Il mondo è pieno di idioti. Vorrei che tutte le persone del mondo si trasformassero in te, Shibata". Hajime Sato è uno studente come tanti. Un giorno incontra sepolto sotto un albero un ragazzo chiamato Hajime Shibata. Nonostante il buffo incontro, i due diventano presto amici, condividendo non solo il nome, ma anche la passione per il cinema, eppure, a scuola nessuno sembra conoscere Shibata. Un giorno, quest'ultimo propone a Sato di realizzare un film insieme, ma le cose prendono una piega del tutto inaspettata, che influenzerà radicalmente il destino dei due... Finalmente arriva in Italia la serie rivelazione di Katsuya Iwamuro, che fin dal primo capitolo pubblicato su Shonen Jump+ è riuscita ad attirare l'attenzione dei lettori di tutto il mondo. Una serie imprevedibile, bizzarra e grottesca che vi terrà col fiato sospeso!
Il primo volume sarà disponibile anche in una speciale edizione variant, a tiratura limitata.
2 volumi, in corso - In fumetteria, libreria e store online - Primavera 2024 (cover provvisoria)
La lista finisce qua, per ora. Scorrendo i commenti sui social, non è detto che non si aggiunga qualcos'altro a sorpresa nel corso delle prossime giornate di fiera.
In caso aggiornerò il post, quindi tenete gli occhi aperti per l'eventuale update!
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Autore: SilenziO))) Se usate Twitter, mi trovate lì!
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Sarà in scena fino a domenica 15 ottobre 2023 al Teatro de' Servi - via del Mortaro, 22 - lo spettacolo Guida pratica per coppie alla deriva, versione italiana di “Sexy Laundry” di Michele Riml, traduzione di Monica Capuani, regia di Nicola Pistoia ed interpretato da Danila Stalteri e Massimiliano Vado, che ha debuttato lo scorso martedì 3 ottobre. «Guida pratica per coppie alla deriva può essere considerata una commedia romantica. In un’epoca in cui si parla di parità fra i sessi, di crisi del maschio, sarebbe molto utile mettersi concretamente nei panni della persona che si ama per conoscerla veramente, rispettarla di più e ammettere i propri errori perché la verità è che ognuno di noi ha bisogno dell’altro. Mi auguro che le coppie che vedranno la commedia avranno più empatia fra di loro: c’è chi ha detto che “sono le piccole cose che diamo per scontate che ci allontanano ogni giorno. Guida pratica per coppie alla deriva è una commedia che parla d’amore. Per potersi veramente capire a volte si dovrebbe riflettere di più sui bisogni di chi ci sta accanto. Un pensiero semplice eppure così difficile da mettere in pratica ma che io insieme a Massimiliano e Danila vogliamo presentare al pubblico» (Nicola Pistoia) Dopo il successo della stagione 2022-23, Guida pratica per coppie alla deriva, versione italiana di Sexy Laundry di Michele Riml, è tornato in scena da martedì 3 ottobre 2023 e fino a domenica 15 ottobre 2023 al Teatro de' Servi di Roma. Protagonisti della commedia sono Danila Stalteri e Massimiliano Vado, nei panni di una coppia che, ormai adagiata nella comfort zone di una consolidata familiarità reciproca, cerca di rinsaldare il proprio legame sentimentale e di riaccendere la propria vita sessuale. Regia di Nicola Pistoia. Questa commedia romantica della pluripremiata drammaturga canadese Michele Riml debutta sulla scena teatrale canadese nel 2004, diventando subito un grande successo. Da allora è stata portata in scena in oltre venti Paesi in tutto il mondo ed è qui restituita nell' adattamento italiano di Monica Capuani e prodotta da StArt Lab. Lo spettacolo racconta la storia di Alice ed Enrico, coppia matura con figli che vive una crisi all'interno della propria relazione il cui campanello d'allarme principale è la totale assenza di sesso nel loro rapporto. Intenzionati a risolvere le loro difficoltà di intimità, si accorgono ben presto che il tentativo di "salvataggio" si rivela solo un goffo espediente che rivelerà problematiche ben più profonde. Decidendo di comune accordo di lasciarsi andare letteralmente "alla deriva" parlandosi finalmente con sincerità, Alice ed Enrico si riscopriranno più innamorati che mai e - perché no? - anche pronti a scrivere un nuovo capitolo della propria vita sessuale. Guida pratica per coppie alla deriva - drammaturgia originale: Michele Riml, tratta dal suo Sexy Laundry; traduzione: Monica Capuani; interpreti: Danila Stalteri, Massimiliano Vado; progetto scenico: Francesco Montanaro; realizzazione: Cri.escions; luci e fonica: Marco di Campli; costumi: StArtLab; produzione: StArtLab - rimarrà in scena al Teatro de’ Servi fino a domenica a 15 ottobre 2023 (orario: giovedì 12 e venerdì 13, ore 21.00; sabato 14, doppio spettacolo - ore 17.30 e ore 21.00 -; domenica 15, ore 17.30).
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GUIDA PRATICA PER COPPIE ALLA DERIVA con Massimiliano Vado e Daniela Stalteri e la regia Nicola Pistoia inaugura la nuova stagione del Teatro de' Servi di Roma dal 3 al 15 ottobre
http://dlvr.it/SwWT7N
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Antonio Meucci, fiorentino illustre.
Oggi se dici telefono sei un matusa, oggi si dice smartefone, almeno a Firenze, nel resto d'Italia si chiamano smartphone. Se ci pensate bene in 160 anni siamo passati dalla semplice trasmissione di una gracchiante voce attraverso un cavo ad un invio digitale in etere di tutto e di più. Possiamo ancora dire che è il telefono quello che abbiamo in tasca? No, però tutto deriva da li, da quella prima invenzione che rivoluzionò il mondo della comunicazione. Perchè parlo del telefono? Semplice, perchè il suo inventore è un fiorentino, un sanfredianino per l'esattezza, uno di la' d'Arno, Antonio Meucci. Antonio Meucci emise il suo primo vagito il 13 aprile del 1808 in Via de’ Serragli in una casa al civico 44. Oggi quella nascita è ricordata da una targa commemorativa posizionata nel 1996 ad eterna memoria dell'inventore del telefono. Non è cosi scontato, dato che questa invenzione è stata motivo di discussioni, processi, rivalutazioni.
Tutti conoscono lo scontro avuto con Bell in tribunale e il risultato della sentenza nel 1887 del Tribunale di New York che dichiarò A.G.Bell il vero inventore del telefono. Solo in tempi recenti e cioè l'11 Giugno del 2002 con la risoluzione 269 il Congresso degli Stati Uniti ha dichiarato Meucci il vero inventore del telefono e che all'epoca, solo per gravi ristrettezze finanziare, non potette tutelare la sua invenzione sia come brevetto sia in sede processuale. Firenze no, la sua città l'ha sempre onorato; prima con una targa nella sede delle "L'urne dei forti", cioè la Basilica di Santa Croce, una targa in bronzo che riporta queste parole: "LONTANO DALLA PATRIA DI SULLA SPONDA ATLANTICA CHE PER PRIMO UN ALTRO FIORENTINO TOCCO’ OFFRI’ COL TELEFONO LO STRUMENTO CHE ANNULLA OGGI OGNI DISTANZA TRA UOMINI E POPOLI" e poi con una targa sul Palazzo delle Poste Centrali in Via Pellicceria con scritte le parole: "ANTONIO MEUCCI INVENTORE DEL TELEFONO MORI’ NEL MDCCCLXXXIX IN TERRA STRANIERA POVERO E DEFRAUDATO DE’ SUOI DIRITTI. L’ITALIA DI VITTORIO VENETO E LA SUA FIRENZE NE RIVENDICANO CON MATERNO ORGOGLIO LA GLORIA". La vita di Meucci non fu una vita facile, dovette rinunciare ai suoi studi artistici per motivi economici ma non rinunciò a studiare, da autodidatta, il mondo della fisica. Il sostentamento veniva dal suo lavoro presso la Pergola, era un attrezzista e nel suo ruolo si dimostrò pieno di inventiva. Introdusse un sistema a tubi che permetteva al lato destro del teatro di comunicare con il lato sinistro e ambedue con la regia. Al teatro della Pergola conobbe una costumista di nome Ester Mochi che diventò sua moglie.
Meucci era uomo di idee liberali e repubblichine, aderì infatti alla Carboneria, tanto che dopo i moti del 1831 fu anche imprigionato per tre mesi. Non era la sua prima esperienza carceraria, ma questa volta a causa delle sue idee fu costretto ad emigrare, prima verso cuba poi a New York nel 1850. Qui organizzò una fabbrica di candele che gli permetteva un sostentamento e di approfondire i suoi studi sulla comunicazione a distanza. Perfezionò il suo progetto fino ad inventare il telefono che brevettò per la prima volta nel 1871. Era un brevetto rinnovabile di anno in anno dato che le disponibilità finanziarie erano poche e nel frattempo la fabbrica di candele verteva verso il fallimento. Oltre al telefono Meucci inventò molte altre cose e fu titolare di almeno 22 brevetti. Ricordiamo: le bevande frizzanti, condimenti per la pasta (collaborando con Roberto Merloni della STAR), procedimenti per ottenere fogli di carta bianchi e resistenti, un nuovo modo di fabbricare le candele, speciali oli per vernici e pitture. Inoltre fu lui ad introdurre la galvanizzazione negli Stati Uniti. Meucci morì povero a Staten Island il 18 ottobre 1889.
Jacopo Cioni Read the full article
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Il Barong rimane ancora oggi tra le più popolari forme di spettacolo a Bali: questo dramma rituale rappresenta tradizionalmente la lotta tra la figura bestiale benigna del Barong contro Rangda, una strega dall’aspetto terrifico, temuta per i suoi poteri di distruzione. Il Barong è una delle forme di teatro/danza balinese più rinomate e apprezzate e la sua importanza si è costituita nel tempo grazie alla sua valenza esoterica e per l’efficacia scenografica. Sebbene la danza del Barong sia descritta come uno scontro tra le forze del bene e del male, identificate rispettivamente nei due personaggi principali, Barong e Rangda, sarebbe superficiale descrivere questa rappresentazione identificando le due figure come un eroe e una antagonista. L’intera vicenda è la celebrazione attraverso la danza, la musica e il teatro dell’intero universo mitologico e religioso di Bali.
Il teatro/danza balinese non rappresenta solo un puro intrattenimento, è un mezzo per mantenere viva la narrazione del patrimonio mitologico del passato, un momento di aggregazione sociale e di condivisione che avvicina le generazioni e i diversi strati sociali all’interno della comunità. L’attore/danzatore esprime la volontà degli dei e controlla la potenza dei demoni, indirizza attraverso l’estrema consapevolezza data dal training la volontà di una narrazione, che si attua nella gestualità codificata. Le maschere di Rangda e Barong sono il simbolo della trasformazione totale dell’individualità, che si fa tramite delle forze animalesche, naturali e persino divine. Il soprannaturale si manifesta sempre nel mondo della natura, permea ogni aspetto della vita quotidiana, e nella celebrazione diviene visibile: le componenti materiali della performance, gli strumenti musicali, i costumi, le maschere e le armi vengono consacrati dal sacerdote hindu, il pemangku, come simbolo e manifestazione del potere divino.
Rangda incarna nella sua funzione mitologica la potenza distruttiva delle forze demoniache, è collegata alla dimensione ctonia, e tutti i suoi attributi aggressivi e terrifici richiamano le sue grandi capacità magiche e la sua volontà divoratrice, che può essere canalizzata e controllata attraverso lo scontro rituale. Il suo legame con Durga, la dea hindu, è una chiave di lettura fondamentale per comprendere quanto l’aspetto del divino sia inevitabilmente soggetto ad esercitare in maniera ciclica il proprio influsso distruttivo sul mondo, oscillando alternativamente tra creazione e caos.
Le maschere e i costumi del Barong possono essere molteplici nella scelta della forma animale. Può somigliare al leone (barong ket), ad una tigre (barong macan), ad un cinghiale, ad un cervo o assumere una forma antropomorfa. Il termine barong sembra derivare dalla terminologia barwang, di provenienza sanscrita che letteralmente significa «orso», secondo l’origine in un antico poema giavanese. La sacralità della maschera del Barong non deriva dalla scena, è venerata come portatrice di una spiritualità propria. Il Barong è la forza divina che può contrastare con il suo potere la terrificante presenza di Rangda dagli occhi fiammeggianti, divoratrice di uomini e sacerdotessa di magia nera.
Secondo la visione balinese, non è possibile eliminare definitivamente il male dall’esistenza, confinandolo nella sua originaria sede lontano dagli uomini: le forze demoniache, portatrici di calamità, malattie e distruzione necessitano di essere debitamente considerate, riconoscendo la loro esistenza e potenza, in casi più estremi controllando attivamente il loro influsso. È fondamentale provvedere costantemente ad un bilanciamento tra le forze divine e quelle demoniache: esse esistono entrambe all’interno della dimensione umana ed esercitano il proprio potere sull’interiorità di ciascun individuo. Anche gli dei stessi, secondo la mitologia del retaggio induista, sono costantemente in bilico tra impulsi creativi e distruttivi, mostrano un volto benigno e uno terrifico e sono soggetti ad un equilibrio dinamico. Grazie alla danza, al teatro e alla musica è possibile esercitare un influsso per bilanciare il divino e il demoniaco.
"Le maschere di Barong e Rangda nel teatro balinese"
Articolo scritto da Giulia Sala e pubblicato sulla rivista online di antropologia culturale, etnografia e sociologia La Rivista Culturale, il 21 novembre 2021
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