#Teatro Stabile dell’Umbria
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Differenze di genere e su base sessuale: la giunta di Magione approva la 'Carta etica' Un nuovo e più moderno modo di comunicare non soltanto tutti gli appuntamenti in cartellone per la stagione teatrale del Teatro Stabile dell'Umbria al...
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Venerdì 20 ottobre 2023 alle ore 21.00 aprirà ufficialmente la Stagione di Prosa 2023/24 del Teatro Duse di Bologna - via Cartoleria, 42 - con La Locandiera di Carlo Goldoni, regia di Antonio Latella, e con Sonia Bergamasco nel ruolo di Mirandolina. In questo nuovissimo allestimento firmato dal Teatro Stabile dell’Umbria, A. Latella mette in luce la forza rivoluzionaria e politica di un testo che vede per la prima volta una protagonista femminile, emblema di emancipazione e simbolo di un cambiamento che segnerà tutta la drammaturgia a venire. «Penso a Café Müller di Pina Bausch. Penso ad una donna nata e cresciuta nella locanda, un luogo-mondo che accoglie infiniti mondi. Nel testo goldoniano il tema dell’eredità è il punto cardine di tutto. Mirandolina seduta sul letto di morte del padre riceve in eredità la locanda, ma anche l’ordine di sposarsi con Fabrizio, il primo servitore della Locanda. In questo credo che ci sia un’inconsapevole identificazione del padre con il servo, come erede virtuale in quanto maschio. Più che un uomo per la figlia, il padre sceglie un uomo per la locanda, un uomo pronto a tutto pur di proteggere la locanda. Credo che Goldoni con questo testo abbia fatto un gesto artistico potente ed estremo, un gesto di sconvolgente contemporaneità: innanzitutto siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna, ma Goldoni va oltre, scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia. Di fatto, Mirandolina riesce in un solo colpo a sbarazzarsi di un cavaliere, di un conte e di un marchese. Non solo. Scegliendo alla fine il suo servitore come marito fa una scelta politica, mette a capo di tutto la servitù, nobilita i commercianti e gli artisti, facendo diventare la locanda il luogo da dove tutta la storia teatrale del nostro Paese si riscriverà la storia che in qualche modo ci riguarda tutti. Goldoni fa anche un lavoro sulla lingua, accentuando un italiano toscano. Per essere Mirandolina bisogna essere capaci di mettersi al servizio dell’opera, ma anche non fare del proprio essere femminile una figura scontata e terribilmente civettuola, cosa che spesso abbiamo visto sui nostri palcoscenici. Spesso noi registi abbiamo sminuito il lavoro artistico culturale che il grande Goldoni ha fatto con quest’opera, l’abbiamo ridimensionata cadendo nell’ovvio e riportando il femminile a ciò che gli uomini vogliono vedere: il gioco della seduzione. Goldoni, invece, ha fatto con questo suo testamento, una grande operazione civile e culturale. Siamo davanti ad un manifesto teatrale che dà iniziò al teatro contemporaneo, mentre per un’assurda cecità noi teatranti lo abbiamo banalizzato e reso innocente. La nostra mediocrità non è mai stata all’altezza dell’opera di Goldoni e, molto probabilmente, non lo sarò nemmeno io. Spero, però, di rendere omaggio a un maestro che proprio con Goldoni ha saputo riscrivere parte della storia teatrale italiana. Parlo di Massimo Castri» (Antonio Latella) La trama di La Locandiera è nota: Mirandolina gestisce la locanda ereditata dal padre, insieme al fedele cameriere Fabrizio al quale è legata da una promessa di matrimonio fatta al genitore prima che morisse. Nella locanda, due clienti entrambi innamorati della padrona: il Conte d’Albafiorita, che la corteggia spendendo grandi quantità di denaro, e lo squattrinato Marchese di Forlipopoli, che tenta di conquistarla facendo leva sul titolo nobiliare. Con intelligenza e superiorità, Mirandolina argina corteggiamenti e pretendenti accettando secondo convenienza qualche dono. Gli equilibri mutano quando alla locanda arriva il misogino Cavaliere di Ripafratta. Mirandolina avverte il disprezzo che il Cavaliere nutre per le donne come una sfida e decide di mettere in atto un piano per farlo capitolare. Fra equivoci e inganni, arricchiti e movimentati anche dall’arrivo
delle due commedianti Ortensia e Dejanira, Mirandolina riesce a far innamorare il Cavaliere, che perde la testa. La quiete si ristabilisce solo quando Mirandolina accetta di sposare Fabrizio ma, come in altre opere goldoniane, la fine degli intrighi porta con sé un’ombra di malinconia. La Locandiera di Carlo Goldoni - regia: Antonio Latella; assistente alla regia: Marco Corsucci; interpreti: Sonia Bergamasco, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo, Valentino Villa; drammaturgia: Linda Dalisi; scene; Annelisa Zaccheria; costumi: Graziella Pepe; musiche e suono: Franco Visioli; luci: Simone De Angelis; foto di scena: Gianluca Pantaleo; allestimento: Teatro Stabile dell’Umbria - rimarrà in scena al Teatro Duse fino a domenica 22 ottobre 2023 (orario: venerdì 20 e sabato 21, ore 21.00; domenica 22, ore 16.00).
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«Quanto vale un metro cubo d'acqua?»: 125 teatri ricordano il disastro del Vajont
«Quanto vale un metro cubo d'acqua?»: 125 teatri ricordano il disastro del Vajont. Un articolo di Antonia Cattozzo che ricorda la tragedia della diga del Vajont avvenuta il 9 ottobre 1963 e la rassegna teatrale di Marco Paolini ad essa dedicata.
Piccolo Teatro di Milano, Teatro Elfo Puccini di Milano, Collège Européenne di Strasburgo, Teatro Stabile di Trieste, Teatro Stabile del Veneto, Fondazione ATER Emilia Romagna di Modena, Fondazione Teatro Goldoni di Livorno, Teatro Puccini di Firenze, Teatro Stabile dell’Umbria, Officina Teatrale “Il Ponte” di Viterbo, Teatro Brancaccio di Roma, NEST di Napoli, Teatro Koreja di Lecce, Teatro…
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Il Teatro Stabile dell’Umbria presenta due spettacoli alla Rocca Flea
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Tra teatro e danza la stagione del Morlacchi di Perugia
(ANSA) – PERUGIA, 01 GIU – Proporrà 29 spettacoli, 21 di teatro, tra cui cinque audiodescritti, e otto di danza, con una prima assoluta e 20 esclusive regionali la stagione 2023-2024 del Morlacchi di Perugia. Il direttore del Teatro stabile dell’Umbria ha spiegato che “lo scorso anno le città erano al centro del racconto delle stagioni teatrali”. “In questo – ha aggiunto – siamo partiti dagli…
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01/09/2020 - 15/09/2020 #Opera Bianco
Inizia oggi al Teatro Petrella di Longiano la residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Opera Bianco.
[ph. Enrico Gallina; courtesy Festival Crisalide]
JUMP! è un lavoro che affronta il problema del ritmo dell’uomo in dialogo con il ritmo del mondo.
Come continuare a camminare nonostante tutto stia crollando? Usiamo il clown come metafora della condizione umana. Buster Keaton modifica continuamente il suo corpo e le leggi fisiche che lo riguardano in funzione di una danza ostinata. Caduta, salto, sospensione. La caduta se vista sottosopra diventa un salto, un tentativo di volo.
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Opera Bianco è un progetto di ricerca artistica di Vincenzo Schino, regista e artista visivo e Marta Bichisao, danzatrice e coreografa. Opera Bianco è l’evoluzione del gruppo Opera che dal 2005 al 2016 ha creato spettacoli di teatro, danza, performance e installazioni presentate nei principali festival e teatri della scena contemporanea, è stato pluripremiato e oggetto di tesi di laurea, articoli su riviste specializzate e pubblicazioni editoriali. Nel biennio 2017-18 Opera Bianco fa parte di Corale, progetto artistico finanziato da Teatro stabile dell’Umbria e Regione Umbria a sostegno della comunità di Preci (PG) colpita dal terremoto del 2016. Nel biennio 2018-2019 Marta e Vincenzo sono invitati dalla compagnia Gazibul di Saint Brieuc (Francia) in una serie di progetti pedagogici con il Conservatoire de Musique, Danse et Arts Dramatiques. Marta e Vincenzo fanno parte del Libero Gruppo di Studio per le Arti della Scena (LGSAS) fondato da Claudio Morganti. Dal 2018 Opera Bianco è artista IN SITU, piattaforma europea per la creazione artistica nello spazio pubblico. Dal 2014 riceve il contributo della regione Umbria nel programma per lo spettacolo dal vivo L.R. 17/04.
#jump!#opera bianco#Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi#teatro petrella#Longiano#Arboreto#residenza creativa#residenze 2020
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Nostalgia di Dio
Al Fabbricone di Prato, va in scena l’ultimo lavoro di Lucia Calamaro, tra luci e ombre, respiri profondi e scorciatoie di senso.
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#Alfredo Angelici#Cecilia Di Giuli#Diego Maiello#Francesco Spaziani#Gianni Staropoli#Luca Privitera#Lucia Calamaro#Recensione Nostalgia di Dio#Simona Senzacqua#Teatro Stabile dell’Umbria
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Sabato 10.04.21, alle ore 21:15 sarà visibile in prima visione su Rai5, a cura di Rai Cultura, il film tratto dallo spettacolo “Occident Express (Haifa è nata per star ferma)”, di Stefano Massini con Ottavia Piccolo, Enrico Fink e i solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo.
Una produzione del Teatro Stabile dell’Umbria e Officine della Cultura.
[ il CD Materiali Sonori è su www.thebigcatalogue.it ]
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spettacolo Teatro/Danza
BALLROOM
di
Chiara Frigo
Domenica 08 Marzo alle ore 18.15
Spettacolo realizzato in colborazione con il teatro Stabile dell’Umbria e il Comune di Foligno.
Ballroom è un’esperienza all’insegna del ballo di sala, della memoria, della creazione d’intimità in un momento collettivo. Un rettangolo di sedie è la cornice in cui la performance prende vita, con riferimento al mondo delle balere e al film Le Bal di Ettore Scola. Lo spettacolo evoca l’idea della sala da ballo come contenitore di memorie: amori e passioni vissute, oppure semplicemente sfiorate, fuggevoli apparizioni di partner osservati dalla distanza siderale di una sedia posta all’altro capo di una stanza. La performance prevede il coinvolgimento di alcuni spettatori: seduti accanto ai performer, essi formano coppie in cui “l’altro” cambia di continuo senza distinzione di sesso, età e provenienza culturale Ballroom è un’occasione d’incontro e di conoscenza per la comunità, una bolla sospesa nel tempo, da cui alla fine non si vorrebbe più andare via. di Chiara Frigo spettacolo e laboratorio di creazione coreografica condotto da Chiara Frigo drammaturgia Riccardo de Torrebruna — produzione Act yourAge, ZEBRA con il supporto di CSC Centro per la Scena Contemporanea Bassano del Grappa, Nederlandse Dansdagen/Maastricht (Paesi Bassi), Dance House Lemesos (Cipro), Inteatro Polverigi (Ancona)
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Stagione di prosa 2019-2020: lunedì ultimo giorno per gli abbonamenti Lunedì 14 ottobre sarà l’ultimo giorno a disposizione degli appassionati per sottoscrivere i nuovi abbonamenti alla stagione di prosa 2019-2020 del Teatro degli Illuminati, che il Comune ha allestito in collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria.
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Differenze di genere e su base sessuale: la giunta di Magione approva la 'Carta etica' Un nuovo e più moderno modo di comunicare non soltanto tutti gli appuntamenti in cartellone per la stagione teatrale del Teatro Stabile dell'Umbria al...
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Filippo Timi torna con Skianto al Bellini di Napoli. Lo spettacolo riesce in breve tempo a divertire e suscitare riflessioni
Fino al 1 dicembre Filippo Timi torna al Bellini di Napoli con Skianto, spettacolo da lui scritto, diretto e interpretato. Sul palco con lui Salvatore Langella. Lo spettacolo è nato nel 2014 in coproduzione con il Teatro Stabile dell’Umbria ed è una produzione del Teatro Stabile dell’Umbria. Scritta in dialetto umbro, Skianto ha un andamento […]
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di Stefania Mezzina
SAN BENEDETTO – Con Silvio Orlando in “Si nota all’imbrunire (Solitudine da paese spopolato)” scritto e diretto dalla pluripremiata drammaturga Lucia Calamaro, sabato 26 ottobre si alzerà il sipario sulla stagione 2019/20 del Teatro Concordia, realizzata da Comune e AMAT con il contributo di MiBAC e Regione Marche e con il sostegno del BIM, Con replica domenica 27 ottobre, nell’allestimento Lucia Calamaro che affronta il tema della solitudine sociale.
La trama: I figli Alice, Vincenzo e Maria sono arrivati la sera prima. Il fratello maggiore Roberto anche. Un fine settimana nella casa di campagna di Silvio, all’inizio del villaggio spopolato, dove vive da solo da tre anni. Nella solitudine Silvio ha acquisito un buon numero di manie, la più grave di tutte è quella di non voler più camminare. Non si vuole alzare: vuole stare e vivere seduto il più possibile. E da solo. Per i figli, che finora non se ne erano preoccupati troppo, si tratta ora di decidere che cosa fare, come occuparsene, come smuoverlo da questa posizione, che è una metafora del suo stato mentale; quella di un uomo che vive accanto all’esistenza e non più dentro la realtà.
Nel cast di “Si nota all’imbrunire”, in scena a San Benedetto dopo le date di Urbino, dove ha debuttato la ripresa della tournée, e di Macerata, ci sono gli attori Vincenzo Nemolato, Roberto Nobile, Alice Redini e Maria Laura Rondanini. Le scene sono di Roberto Crea, i costumi di Ornella e Marina Campanale, le luci di Umile Vainieri per la produzione di Cardellino con Napoli Teatro Festival Italia e Teatro Stabile dell’Umbria.
“Questo spettacolo – afferma Lucia Calamaro – che ha trovato nella figura del padre un interprete per me al tempo insperato e meraviglioso: Silvio Orlando, ha le sue radici in una piaga, una maledizione, una patologia specifica del nostro tempo che io, personalmente, ho conosciuto anche troppo. La socio-psicologia le ha dato un nome: “solitudine sociale”. Essere isolati dalla società è un male oscuro e insidioso.
Tutti noi infatti, in quanto esseri umani, abbiamo bisogno del contatto con gli altri, un bisogno che ci permette di sopravvivere. Silvio Orlando è, secondo me, un attore unico. Capace di scatenare per la sua resa assoluta al palco, le empatie di ogni spettatore, e con le sue corde squisitamente tragicomiche, di suscitare emozioni e azioni nel suo pubblico.
E insieme ci piace pensare che gli spettatori, grazie a un potenziale smottamento dell’animo dovuto speriamo a questo spettacolo, magari la sera stessa all’uscita, o magari l’indomani, chiameranno di nuovo quel padre, quella madre, quel fratello, lontano parente o amico oramai isolatosi e lo andranno a trovare, per farlo uscire di casa. O per fargli solamente un po’ di compagnia”.
L’inizio di tutti gli spettacoli sarà alle ore 20.45
Biglietti e informazioni: Teatro Concordia (largo Mazzini, 1 tel. 0735/588246) nei due giorni precedenti la rappresentazione e il giorno di spettacolo (17.30-19.30) a 20 euro per la Platea, 15 euro per la Galleria e 10 euro per lo Speciale Giovani riservato ai giovani fino a 25 anni e ai soci Touring Club, possessori Marche Cultura Card, possessori Carta Regionale dello Studente, valido in platea [dalla fila O alla fila Q] e in galleria.
Biglietti anche presso AMAT e biglietterie del circuito, tel. 071/2072439, on line al sito www.vivaticket.it, al Call center dello spettacolo delle Marche 071/2133600 e Ufficio Cultura del Comune di San Benedetto, tel. 0735/794588 e 0735/794460, www.comunesbt.it
In vista dell’inizio della stagione teatrale 2019/2020, l’Amministrazione Comunale di San Benedetto, in collaborazione con l’Azienda Multi Servizi, ha predisposto un’agevolazione per il parcheggio a pagamento coperto in Piazza Nardone.
I possessori dell’abbonamento potranno acquistare, al costo di € 6, una tessera che consentirà di parcheggiare tutte le sere degli spettacoli in programma. La tessera è acquistabile presso l’ufficio dell’Azienda Multi Servizi, che si trova nel parcheggio della stazione ferroviaria.
L’ufficio è aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle 12.30 e il martedì e il giovedì anche dalle 15.30 alle 18. Telefono 0735 – 658899.
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Si nota all'imbrunire (Solitudine da paese spopolato)
Si nota all’imbrunire (Solitudine da paese spopolato)
di Lucia Calamaro
con Silvio Orlando e con Riccardo Goretti, Roberto Nobile, Alice Redini, Maria Laura Rondanini
scene Roberto Crea costumi Ornella e Marina Campanale luci Umile Vainieri
regia Lucia Calamaro
coproduzione Cardellino srl, Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia
Dopo il successo di Lacci, Silvio Orlando…
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La valle dell’Eden
Di fronte al romanzo fiume di John Steinbeck, East of Eden, e allo spettacolo in 4 atti in scena al Metastasio, firmato Antonio Latella, la recensione non potrà che essere… sintetica.
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