#Tacco Bell
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miciagalattica · 4 days ago
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Una giornata iniziata male…
L’incontro
Una giornata storta come tante altre, lo s’intuisce da come ti alzi, appena poggi il piede a terra. Vai in bagno per lavarti e l’acqua non esce dal rubinetto, vai a prepararti un caffè e ti accorgi che ne sei rimasta senza. Inizi a smadonnare, ti vesti frettolosamente per andare a fare colazione al bar e quello vicino casa lo trovi chiuso. Pensi che sarà una giornata terribile e i tuoi nervi saranno messi a dura prova. La sfiga continua a perseguitarti anche al lavoro. Non ne puoi più e allora chiedi un permesso per uscire a fare quattro passi al fine di scaricarti un po’. Che fai? vai al centro commerciale per distrarti guardando le vetrine dei negozi. Prendi la scala mobile e mentre stai in cima prossima al piano …patatrack ...si rompe il tacco, perdo l’equilibrio e mi vedo già ruzzolare per le scale …e proprio in quel mentre la sfiga si distrae e mi sento afferrare da dietro da due mani forti. Il mio cuore batte all’impazzata per lo scampato pericolo. Ringrazio il signore che mi ha salvata e lo invito a prendere un caffè al bar. Era il minimo che potessi fare. Seduti al tavolo mentre sorseggiavo la mia spremuta di arancia, iniziai scrutarlo. Aveva un fisico asciutto, atletico, occhi penetranti, non aveva un filo di barba, belle mani curate, anche se si potevano vedere che le usava per lavoro. Curato nell’accostamento dei colori, aveva gusto. Incuriosita, le chiesi che lavoro facesse. Mi ha risposto che era un parchettista. Oddio pensai …la sfiga giornaliera mi aveva persa , sarà andata a tormentare qualcun'altra. Non ero in me, non sapete da quando ne cercavo uno, merce rarissima. Le ho chiesto se fosse libero per un lavoro da fare in casa. Da molto tempo si era formata una bolla sotto il parquet e poiché non riuscivo a trovare nessuno mi ero quasi rassegnata a tenermela. Lui accettò e sfoderò un bellissimo sorriso. Allora ci siamo scambiati il numero di telefono e abbiamo fissato un appuntamento, per un sopralluogo per il giorno seguente. Ero felice come una Pasqua. Tornai al lavoro e tutte le nuvole nere furono dipanate.
Il giorno seguente
Il campanello suonò, uno strano stato di agitazione iniziò a pervadermi, sinceramente non lo capivo. Aprii ed entrò, lo vidi ancora più bello di come me lo ricordassi. Ero vestita con una tuta da casa, non mi ero minimamente preparata, lungi da me entrare negli stereotipi classici della casalinga che accoglie l’idraulico.
Gli mostrai il danno, ci pensò un po’ e mi disse che si dovevano togliere un bel po’ di listelli e poi il tutto andava levigato e poi verniciato. Mi chiese se avessi dei listelli di riserva. Purtroppo non ne avevo, mi disse di non preoccuparmi poiché se ne sarebbe occupato lui. Fece un rapido preventivo a dir il vero un po’ salato, credevo che me la sarei cavata per molto meno, ma comunque era un lavoro che andava fatto.
Ad un certo punto mi accorsi che il suo sguardo si poggiava sul mio piccolo rigonfiamento, solo in quel momento si accorse che ero una trans. Questo provocò in me una forte eccitazione e il rigonfiamento divenne più accentuato. Lo vidi arrossire in volto quasi gli mancavano le parole, il respiro divenne corto, annaspava e con un filo di voce mi chiese se poteva andare in bagno per sciacquarsi la faccia e ricomporsi. Questa sua timidezza mi ammaliò, lo seguii e attesi che uscisse. Lo affrontai subito e gli chiesi se per lui era un problema lavorare per me.
Mi rispose timidamente di no.
Continua…
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occhietti · 7 months ago
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Continua a scegliermi per ciò che io sono
per le cose che so dirti che diventano belle proprio perché sono io a dirle, e tu ad ascoltarle
Per come ti lascio e poi ritorno, diventando già futuro e riempendo anche i pochi passi dell'assenza
Per i sogni disegnati nelle nostre notti di luna, dove io scrivo e poi tu mi leggi
Per come siamo diversi senza nessuna assonanza, ma con tutte le note ancora da svelare e suonare
Per le volte che mi faccio rincorrere sorridendo dall'altezza di ogni mio tacco, perché quando mi raggiungi divento di nuovo piccola e so che lì tra le tue braccia sono stata scelta e non inventata.
- A. Olino
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frappe-the-peppermint · 4 months ago
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do u guys think they cooked the tacco meat. from dipper goes 2 tacco bell.
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goldenman2 · 3 months ago
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La vasca…
Mi piace il vino rosso anche se non sono un esperto. Tuttavia l'idea di una visita enologica non mi dispiaceva.
In città vi era uno dei più importanti eventi, e lì incrocio da subito Martines.
Una hostess sommelier dai capelli scuri ondulati, e rossetto messo con maniacale cura che contornava le sue già carnose labbra.
La  prima impressione è di una donna  molto passionale, in quel suo abito elegante e sexy,  camicetta bianca, gonna sopra le ginocchia, calze a rete e scarpe rosse tacco 11.
Con il suo sguardo penetrante, il timbro di voce suadente, mi chiese
«Posso farle degustare a mio giudizio uno dei migliori vini? Barolo Riserva Monfortino 2013, adoro le sue fragranze, al palato è ricco e avvolgente il mio preferito».
Ovvio non potevo in nessun modo rifiutare l'invito 
«ok grazie volentieri».
Cosicché degustai fidandomi della sua esperienza, e le confermai
 «Ha ragione ottimo rosso».
Con tutta onestà trovai Martines più interessante del vino, specialmente dopo aver fatto alcuni altri assaggi e belle chiacchierate con risate, forse complice del vino, ma di certo trovammo una bella intesa, che non ci lasciò indifferenti.
Lei l'indomani doveva partire per Bruxelles, in quanto l'evento durava solo un giorno, mi disse l'hotel dove alloggiava, e in quell' istante decisi di rivederla prima della partenza.
Dovevo in qualche modo trovare una scusante, per tanto mi procuro il suo vino preferito, 
"Barolo Riserva Monfortino 2013 "
In tarda serata, mi reco al suo hotel, e gentilmente mi feci dare il numero della camera. 
Non sono mai stato così sfacciato, ma quella donna mi aveva colpito ed ero deciso alle mie intenzioni.
Due colpi di nocche sulla porta e lei aprì, le mostrai il suo vino preferito
«Visto che domani parti che ne dici se facciamo un brindisi al nostro incontro?» 
«Sei tremendo  un angelo vestito da diavolo accomodati».
Dalla camera si sentiva lo scroscio dell'acqua  che riempiva la vasca in bagno 
«scusa ti ho disturbata sento che stai preparando la vasca»
Martines mi lanciò uno sguardo sorniona 
«Non disturbi affatto, nella Jacuzzi ci stiamo anche in due»
Quel suo modo di dire e quel sorriso lo presi come un invito eloquente.
Tra sorseggi e dialoghi con i bicchieri in mano ci avviamo nel bagno 
La vasca piena non attendeva altro che noi.
Posiamo i bicchieri sui bordi, Martines con le spalle verso di me, si fece spogliare  in un silenzio surreale dove solo i respiri potevano romperlo, non indossava nulla, sotto al vestito, era terribilmente stupenda nella sua nudità.
Si piegò per sentire la temperatura dell'acqua, chiuse il rubinetto, alzò un piede e si immerse nella vasca.
La osservai, completamente ricoperta di bagnoschiuma, soltanto i turgidi capezzoli fuoriuscivano insieme al suo viso, che con gli occhi maliziosi, mi invitavano ad entrare.
Mi posizionai di fronte a lei, dagli sguardi intrecciati trapelava la voglia, mentre i piedi presero a giocare stuzzicando i nostri sessi, continuammo a provocarci ancora un po', fino a ché avviciniamo le bocche trepidanti ed eccitate, le lingue intrecciate sembravano impazzite.
Improvvisamente mi allontana, si girò, posò le mani ai bordi della vasca, mostrando quel bellissimo culo  e le spalle che emergevano fuori.
A quel punto presi quel po' di vino rimasto nel  mio bicchiere e lo versai dal collo alle spalle. 
Cominciai a stringere i seni bagnati, strizzando con le dita i capezzoli irti, mentre la sua pelle rabbrividì al tocco della lingua che lentamente seguiva la scia del vino che attraversava la sua schiena fino al culo.
 Il suo respiro sempre forte non faceva altro che alimentare la mia eccitazione,  sentivo il mio sesso sempre più duro con le vene quasi volessero scoppiare.
Così mi avvicinai sfregandoglielo tra il culo e la fica leggermente sommersa, lei mi afferrò per la testa affinché potessi spingerlo dentro.
Senza alcuna resistenza l'acqua fece scivolare il mio cazzo duro dentro la sua intimità come fosse lama nel burro.
In quel momento,Martinez apri le gambe in direzione del bocchettone dell'idromassaggio evocando gemiti di piacere 
«mmmmm siiiii »
 il massaggio del getto dell’acqua e il cazzo dentro che pompava, la mandarono in estasi fino a farla esplodere in un intenso orgasmo. 
Non ebbi il tempo di gustarmi il suo orgasmo, quando 
con scatto felino si girò e afferrò il mio  membro durissimo e ancora caldo, sentii le gambe vibrare sotto il suo tocco. 
Lo insaponò e lo massaggiò delicatamente, sfiorando il glande con la punta delle dita.
La  mano si muoveva sempre più velocemente, vidi la sua bocca schiudersi e gemere eccitata al piacere che mi stava dando.
Si chinò e cominciò a leccare prima la punta, scendendo poi molto lentamente su tutta l'asta arrivando ai testicoli.
La osservavo tra gemiti e respiri  intenta a gustarsi con la lingua il mio cazzo duro, che da lì a poco  lo ingoiò quasi interamente, e iniziò a muoversi su e giù su e giù  aiutandosi con la mano.
Le presi la testa accompagnando il ritmo 
chiusi gli occhi indietreggiando il capo e mi  lasciai  andare ad un
« mmmm si brava così» .
Si impegnò ancora più a fondo, ogni volta che lo usciva dalla sua bocca calda, lo leccava con ingordigia.
In  quel rituale lento, erotico, impudico mi sentivo morire dal piacere, cercando di resistere a non venire. 
Così, le spostai la testa e le ordinai
«siediti sul bordo».
Le  gambe completamente  aperte e la fica bagnata, mi fecero andare su di giri.
La penetrai con un colpo secco fino in fondo, perfettamente incastrati l’uno nell’altra, le sue mani andarono dietro la mia schiena, mentre con il bacino cominciavo a muovermi prima lentamente poi sempre più forte.
Ci guardammo negli occhi, mentre si mordeva le labbra, emanando  gemiti e respiri soffocati dall' intenso piacere. 
Mi avvicinai  e la baciai con intensità, le lingue si intrecciavano e danzavano, scambiando le nostre salive, mentre affondavo dentro di lei a ritmo serrato
Colpi decisi, irruenti, fino a che uscii quasi interamente dalle fica, per poi  affondare nuovamente lento e inesorabile tutta l'asta, Martines   a quel punto esclamò 
«Spingi di più’ ti supplico».
Mise le mani sotto i miei glutei per sostenersi e  cominciai nuovamente ad andare più forte, fino in fondo, fino alle viscere.
Il mio petto sbatteva  contro i sui  capezzoli durissimi, mi abbassai e cominciai  a leccarli e succhiarli con forza, mandandola letteralmente in estasi.
Vidi il nostro riflesso nello specchio del lavandino, i nostri corpi bagnati, incastrati,  il cazzo turgido che entrava ed usciva, veloce, l’eccitazione ai limiti, stavo per godere.
Mi  dimenai dentro a ritmo serrato, mentre Martinez sgrilletta il clitoride lasciandosi andare  in un'altro orgasmo
In  quella intensa esplosione di ormoni impazziti mi lasciai andare, riempiendola della mia sborra calda e fluida.
Stremati, scivolammo  nell’acqua ormai fredda gustandoci i getti dell'idromassaggio sui nostri sessi ancora intorpiditi del piacere. 
Ci guardammo con occhi pieni di piacere, in un lungo interminabile silenzio, dal suo bicchiere bevemmo l'ultimo vino rimasto regalandoci baci dal sapore indimenticabile.
Fine
#erotico #raccontierotici #eros #sensualità #sesso #passione#orgasmi#erotic#lingeriesexy# erotismo#scritturaerotica#poesiaerotica
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canesenzafissadimora · 1 year ago
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Continua a scegliermi per ciò che io sono, per le cose che so dirti che diventano belle proprio perché sono io a dirle  e tu ad ascoltarle, per come ti lascio e poi ritorno diventando già futuro e riempendo anche i pochi passi dell'assenza, per i sogni disegnati nelle nostre notti di luna dove io scrivo e poi tu  mi leggi, per come siamo diversi senza nessuna assonanza ma con tutte le note  ancora da svelare e suonare, per le volte che mi faccio rincorrere sorridendo dall'altezza di ogni mio  tacco perché quando mi raggiungi divento di nuovo piccola e so che lì tra le tue braccia sono stata scelta e non inventata.
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Presente. Capitolo 3 - Inizio giugno 2021
“Allora siamo ufficialmente migliori scopamici!”  
“Se è così voglio un aggiornamento del mio titolo.” 
(TW: NSFW, smut, OC, MiloxOC, riferimento a MiloxCamus, Coppia HET, riferimento a coppia HOMO, D/s, Dom!Milo, Scarlett Needle/Cuspide Scarlatta con uso creativo)
Dopo la loro ultima battaglia, in cui tutti erano risorti, grazie a Lyfia e alla sua intercessione presso Odino, il mondo delle divinità sembrava aver trovato una sorta di equilibrio e tutto era tornato a una forma di normalità. Anzi, da quando Nike fungeva da Grande Sacerdote, aveva lasciato molte più libertà ai Cavalieri, incluso, per chi era in grado, quella di usare il loro modo di spostarsi per fini personali, quali visitare il mondo nel tempo libero ed in vacanza, e, soprattutto, rivedere le loro famiglie di origine ogni volta che volevano e potevano. Però i loro doveri al Santuario non potevano essere dimenticati. Tra questi, in tempo di pace come quello, il più importante per i Cavalieri D’oro era istruire tutti coloro che nel mondo manifestavano il Cosmo, sceglievano di seguire Athena ed erano nati sotto il loro segno. Una cosa che Milo davvero non amava.  
Rientrando all’ottava abbastanza frustrato dalla sessione di insegnamento appena finita, ricordandosi che Camus era via quella sera, contattò Nike col Cosmo. 
‘Mi fai un favore? Intercedi per me con Aphrodite, la dea non il tuo vicino di casa, e le chiedi se per cortesia può smettere di fare nascere così tante persone sotto il mio segno?’ 
‘Non penso sia opera sua, piuttosto del consumismo. Se fai i conti, nove mesi prima dello Scorpione siamo più o meno intorno a San Valentino’ 
‘In questo caso, ho davvero bisogno di cominciare a bere pesantemente’ 
‘Allora vieni a trovarmi che c'è uno Sbagliato col tuo nome sopra. Ho anche portato la cena direttamente dal Quadrilatero, stavo per chiamarti io’  
‘Mi levo questa ferraglia d’oro, doccia veloce, e arrivo’ 
‘Sì ma muovi il tuo bel culo, che ho già aperto il prosecco’  
Neanche venti minuti dopo era da lei, con le patatine greche che lei adorava, prese al volo dal centro di Rodorio nel suo posto preferito. 
“Tempismo perfetto” disse lei sulla soglia porgendogli il bicchiere colmo fino all’orlo. Milo prese un gran sorso e si sedette sul divano dove aggiunse il suo cibo alle varie delizie già disposte davanti a lui. 
“I tuoi non sono via questo mese? Cosa sei andata a fare a Milano oggi?” 
“Shopping ovviamente. Altrimenti la mia Black Amex si sente trascurata. Ho preso qualcosa anche per te e il ghiacciolino” disse indicando due sacchetti, uno di Prada e uno di Armani. Milo guardò dentro e trovò le quattro più belle camicie che avesse mai visto.  
“Turchese intenso e rosso fuoco per te che sei Spring Bright, verde acqua e avorio per Camus che è Spring Light” 
“Non avresti dovuto. Grazie. Adesso dovrò trovare qualcuno che mi aiuti a pensare a come indossarle” 
“Sì come no. Mr. Metrosexual ha dei problemi ad abbinare le camicie. Ah e raccontami poi quanto si incazza Camus quando scopre le marche. Da buon parigino, detesta la moda milanese. Avevo mezzo pensato di portargli la maglia del Milan di Zlatan, ma poi ho deciso che non ci tengo a scoprire se posso sopravvivere a un’Aurora Execution senza armatura” 
“La maglia di chi?” 
“Ibrahimovich” sospirò Nike frustrata. Come faceva a passare tutto quel tempo con Camus e ancora non capire una sega di calcio? 
“E per te cos'hai preso?”  
“Vuoi la sfilata completa” 
“Perché no?”  
Nike lo accontentò. Tra un sorriso di Negroni Sbagliato e uno po’ di cibo, indossò tutti i numerosi nuovi outfit che aveva acquistato quel pomeriggio, prendendo nota dei commenti e dei consigli dell'amico che, oggettivamente, di stile ne sapeva. 
L’ultimo outfit fu una nuova sottoveste di seta nera di La Perla, che si sarebbe aggiunta alle decine di altre che usava come abito da casa, e un paio di Louboutin Bianca 140 Nude col tacco a spillo.  
“Come fai a camminare con quelle cose? Ti fanno alta quasi come me” 
“Quattordici centimetri, uno e novantadue. Mi fanno alta esattamente come te. Ho studiato danza classica comunque. Sono niente al confronto delle punte” 
“Anche tu però sei una traditrice della patria con quelle scarpe francesi” 
“Ma io non sono mica nazi come Camus. Ho l’armadio pieno di Chanel e Dior. A Milano ho addirittura una stanza coi muri coperti di Birkin e Kelly” spiegò lei finalmente sedendosi a fianco di Milo, finendo il secondo Sbagliato e assaporando le patatine con la feta che lui aveva portato. 
Da quando Camus, insieme a tutti gli altri, era tornato in vita, Nike pensava che sarebbe stato tutto per quella strana avventura emotiva che lei e Milo avevano condiviso nel periodo di tempo dall'attacco alle Dodici Case fino alla lotta contro Hades e poi l’avventura ad Asgard. Non solo, lei aveva deciso, chiaro e tondo, che coi suoi amici a letto preferiva non andarci più. E poi la coppia perfetta del Santuario era tornata più innamorata che mai, tutti avevano ancora vivido il bellissimo ricordo della loro riconciliazione. Non era gelosa, per nulla, anzi era molto felice per loro ed era contenta di aver aiutato Milo a fare i conti col proprio dolore quando ne aveva bisogno. E quando anche lei ne aveva bisogno. Per questo fu incredibilmente sorpresa quando Milo, pochi istanti dopo, la baciò.  
Si tirò indietro di scatto. 
“Cosa c'è?” chiese lui sulle sue labbra. 
“Camus c’è”  
“Con lui è diverso”  
“Non voglio essere l’altra”  
“Non lo sei. La relazione che abbiamo io e lui non è monogama. Camus è… è amore, quasi platonico ma è amore. Tu sei la mia migliore amica con cui a volte vado a letto e soddisfo le mie fantasie meno… vanilla”  
“Quindi lui sa?”  
“Sa che quando ho certe voglie, le sfogo… diversamente. Lui fa lo stesso e va bene così” disse Milo riprendendo a baciarla e infilando una mano sotto l’orlo sottile della sottoveste di seta. 
“Se non vuoi però dimmelo”  
‘Se sta bene a voi’ pensò lei. 
“Sei tu in fondo che hai detto...” lei lo zittì, rispondendo finalmente al bacio.  
“Fammi venire, Scorpione, e dammi un po’ del tuo veleno” 
Come una vecchia abitudine presa quando avevano iniziato a scopare dopo la morte dei loro amici, Milo la prese in braccio e la portò nella sua camera da letto. Lei fece per sfilarsi le scarpe che ancora indossava, ma lui le ordinò di tenerle. Dei due, quella con autorità sull'altro era lei, ma, quasi ironicamente, nel sesso le piaceva essere comandata, farsi dire da lui esattamente cosa fare.  
Milo adocchiò uno specchio a figura intera in un angolo della stanza.  
“Quello da quando tempo è lì?” 
“Da anni, credo sia di Saga…” 
“Allora usiamolo” e la mise giù proprio lì davanti. 
“Credo di avere un po’ troppi vestiti” sentenziò lui levandosi la maglia e i jeans, rimanendo coi boxer aderenti che evidenziavano la sua crescente eccitazione. Lei lo guardò sospirando. Dei, quanto era bello. Il suo viso, i suoi muscoli definiti e tesi, le vene in evidenza sulle braccia, le proporzioni del corpo. La V. Il pacco. Tutto sembrava troppo perfetto per essere umano. Nike si domandò se Athena scegliesse apposta i propri cavalieri in base alla loro bellezza e avvenenza fisica.  
“Inginocchiati tu, questa volta” le ordinò. Lei eseguì continuando a guardarlo negli occhi ma scorrendo le mani sulla sua straordinaria muscolatura. Quando arrivò giù le fu abbastanza ovvio cosa fare, soprattutto perché lui cominciò a scostarle i capelli dal viso e a raccoglierglieli dietro alle spalle. Sempre mantenendo il contratto coi suoi occhi, Nike abbassò i boxer fino alle sue caviglie e cominciò a leccare la punta del suo pene eretto. Dopo poco lui la invitò a prenderlo tutto in bocca spingendo leggermente con le mani sulla nuca. Lei non si tirò indietro e cominciò a muoversi su e giù ritmicamente, arrivando sempre più in fondo ogni volta. Lui osservava la scena nello specchio andando su di giri ancora di più. Nonostante non fosse ormai più la prima volta, faceva sempre fatica a crederci. La dea della vittoria, letteralmente la donna più bella, sexy ed eccitante, nonché letale, che esistesse sulla Terra, era in ginocchio davanti a lui col suo cazzo in bocca. Lei lo sentì dichiarare il proprio orgasmo imminente e trattenne il respiro in attesa. Ingoiò fino all'ultima goccia mentre lui la guardava dall’alto e nello specchio, eccitandosi di nuovo nonostante fosse appena venuto. La fece alzare, la prese di nuovo in braccio e la sdraiò sul letto, levandole la sottoveste ma non le scarpe.  
“Quel tacco a spillo rosso… mi ricorda la mia Cuspide” le disse infilandole la lingua praticamente in gola, afferrandole il seno e sdraiandosi su di lei, penetrandola con un’erezione più dura di prima.  
“Quanto sei stretta e bagnata. Lo adoro”  
Lei come sempre era una macchina per il piacere. Suo, ma anche del fortunato uomo, lui in questo caso, a cui concedeva le proprie grazie. Alla soglia del godimento ultimo di entrambi Milo si preparò. Stringendole il collo leggermente, le bloccò il respiro. Lei aprì gli occhi. 
“Fidati di me. Quando te lo dico, prendi un respiro profondo” 
Diede altri due colpi portandola davvero al limite, spostò la mano destra sul suo petto, e aumentò il Cosmo per caricare la Cuspide. 
“Adesso Μωρό. Respira” disse, lasciando la presa dal suo collo. Lei eseguì. In quel momento lui le diede l'ultimo colpo che le serviva per venire, e allo stesso tempo 
“Scarlett Needle” e lanciò due stelle.  
Come previsto, lei perse la testa. Il suo sistema nervoso, attaccato dal veleno, amplificò l’orgasmo, che già era molto intenso, oltre ogni limite. Vedendola, sentendola, anche Milo finalmente si lasciò andare al piacere più forte mai provato prima, che fece perdere la testa e i sensi anche a lui per quasi un minuto. 
Quando Nike si risvegliò Milo le era sdraiato accanto, su un fianco. Le accarezzò il viso e la baciò dolcemente. 
“Com’è stato?”  
“Davvero hai bisogno di chiedermelo?” 
“No, non in quel senso. Intendevo la Cuspide” 
“Meglio ancora di come ricordavo. Grazie” 
“Avevo un po’ paura in realtà. L’altra volta, perdonami, ma non c'era niente da perdere. Adesso, c'è tutto” 
“Non è la prima volta che mi colpisci. Nei tuoi giorni migliori sei arrivato a otto se non sbaglio” 
“Il mio record con te è dieci in versione divina. Ma in allenamento è diverso. Hai il Cosmo attivo e la guardia alta. Comunque sembra che la reggi bene anche con le difese abbassate” 
“E a te piace sempre?” 
“Non hai idea. Mi manda fuori di testa. Vederti e sentirti quando vieni in quel modo… mi ridiventa duro solo a pensarci” 
“Tienine un po’ anche per Camus” 
“Ma no, con lui è diverso”  
Poi, allarmato, 
“Dei, cosa penserebbe di me?” 
“Ma sì, dai, scherzavo” 
“No seriamente però. Credi che dovrei preoccuparmi?” 
“Di cosa?” 
“Ma non lo so. La mia migliore amica, che indipendentemente è anche la mia Dea, nonché per definizione la donna più bella del pianeta, mi concede il privilegio di fare sesso con lei. E io cosa faccio? La colpisco col mio veleno” 
“Ma dai non essere così duro con te stesso. In fondo è nella tua natura di Scorpione essere un pochino sadico. Altrimenti perché tutti gli altri attacchi dei nostri amici, per non parlare dei miei, si concludono in una mossa sola, mentre al tuo ne servono quindici dolorosissime?”  
Lui la guardò negli occhi. 
“Lo sai vero che non ti farei mai del male per davvero? Al di là del voto che ho fatto di proteggerti perché sei la mia dea…” 
“Athena è la tua dea, e anche la mia” interruppe lei. 
“Sì ma tu arrivi seconda di poco. Comunque, anche se non facessimo questa vita, se ti avessi conosciuta che ne so, all’università, ricordati che per te morirei e ucciderei” 
Quell’affermazione che gli era uscita di bocca d’impulso lo scioccò. Non si era reso conto che forse, oltre all’attrazione, per lei potesse provare qualcosa. Qualcosa di oltre l’amicizia. Sperò che lei non avesse sentito bene, o che non ci desse troppo peso. 
“Milo, accetta questo lato di te. Non farne un dramma, io per esempio lo adoro. Lo so che non mi faresti mai del male per davvero”  
Lui sorrise, sollevato. Non era pronto a fare i conti coi suoi sentimenti, non in quel momento. 
“Perché facevi tanto la difficile?” 
“Dai, te l’ho detto perché” 
“Seh, seh, Camus e quella storia che tu coi tuoi amici a letto non ci vai. Non ci credevi nemmeno tu mentre ti uscivano le parole di bocca” 
“Ma sai il problema è quando gli amici con cui scopo finiscono per innamorarsi. Già ne ho perso uno così...” 
Milo deglutì, ripensando a quello che aveva detto e pensato solo un minuto prima. Ma no, dai, non c’era pericolo. Doveva essere stato l’afterglow a parlare. E poi perderla? Perdere la sua amicizia? No, non l’avrebbe lasciato succedere, a qualunque costo. 
“Comunque grazie per aver insistito. Ancora un po’ e tornavo vergine” Nike lo riscosse. 
“Aspetta… da quanto non…” 
“Sei stato tu l’ultimo qui dentro. Fai i conti” 
La notte prima dell’inferno. 
“In effetti anche tu sei stata la mia ultima donna, mi hai rovinato per tutte le altre! Ma mi sembra strano che una come te abbia difficoltà a trovare da scopare. C'è la fila lì fuori se si sparge la voce” 
“Ma ti sembro una che va in giro a rimorchiare per una botta e via? Non è mai stato tanto il mio stile. E adesso con tutto quello che c'è da gestire qui non avrei neanche il tempo. E comunque ho degli standard di bellezza e performance piuttosto alti. Posso giusto farmi uno di voi. Ma poi, come ho detto, si rovina l’amicizia se non si sta attenti. Anzi, a proposito, io e te siamo ancora migliori amici vero?” 
“Μωρό sono Scorpione. Il sesso per me è praticamente come respirare. E con la storia che abbiamo, aver paura di rovinare un'amicizia come la nostra col sesso sarebbe come aver paura di rovinare le patatine mettendoci sopra la feta” 
“Quindi non ti dispiace se questa cosa tra noi la manteniamo attiva?” 
Lui sorrise. 
“Se devo scegliere una con cui applicare il mio accordo con Camus, non potrei sognare di meglio. A cosa servono se no i migliori amici maschi?” 
“Allora siamo ufficialmente migliori scopamici!”  
“Se è così voglio un aggiornamento del mio titolo. Milo Nomikos, Cavaliere d’oro dello Scorpione, Scopamico ufficiale di Nike Martinelli della Vittoria Alata. Credo che mi farò fare i biglietti da visita” 
Nike lo colpì col cuscino e scoppiò a ridere fino alle lacrime mentre lui diceva tutto questo. Quanto gli era mancato passare il tempo così con lui! E da ora in poi che non era più né depresso né incazzato col destino, sarebbe stato mille volte meglio. Meglio ancora di quando si erano conosciuti da ragazzi. 
“Cosa dici, finiamo di mangiare?” le chiese lui appena finì di ridere. 
Teletrasportarono il cibo dalla sala al letto, e lo gustarono come avevano fatto tante volte e avrebbero continuato a fare, ridendo, scherzando, confidandosi, finché non si addormentarono.  
Finalmente, dopo anni di sofferenza e sacrifici, tutto era esattamente dove doveva essere. 
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gywin97 · 2 years ago
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Man, just admit you had tacco bell
“ Okmulgee, Oklahoma fire crews say they had a bizarre lightning strike call at the Oxford Apartments overnight. They say lightning came through the vent in the roof and struck the toilet, shattering it.“
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I will accept precisely one form of toilet humour and it is jokes about these three pictures.
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cinquecolonnemagazine · 9 months ago
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L'eleganza anni '50: un'epoca di stile senza tempo
L'eleganza anni '50 rappresenta un'epoca iconica nella storia della moda, un periodo di rinascita e di ottimismo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Le donne desideravano sentirsi belle e femminili, e la moda rispose a questa esigenza con abiti raffinati e sensuali. La silhouette a clessidra era la quintessenza dell'eleganza anni '50. Vita sottile, gonne ampie e svasate e corpetti sottolineati da scollature a cuore o a V creavano una figura sinuosa e femminile. I tessuti utilizzati erano spesso pregiati, come il raso, il taffettà e il velluto. I colori erano vivaci e allegri, con una predilezione per il rosso, il rosa, il giallo e il blu. Tra gli abiti più iconici del decennio ricordiamo: - L'abito a corolla: un capospalla senza tempo, reso celebre da Audrey Hepburn nel film "Colazione da Tiffany". - La gonna a ruota: un modello voluminoso e divertente, perfetto per ballare il rock and roll. - Il tailleur con gonna a matita: un look elegante e sofisticato per l'ufficio. Oltre agli abiti, anche gli accessori giocavano un ruolo fondamentale nell'eleganza anni '50. - Cappelli: larghi a tesa oppure a cloche, decorati con piume o fiori. - Guanti: bianchi o colorati, in pelle o in pizzo. - Scarpe: décolleté con tacco alto o ballerine per un look più casual. L'eleganza anni '50 non era solo una questione di moda, ma anche di stile di vita. Le donne si prendevano cura di sé con attenzione, dedicando tempo alla loro bellezza e al loro portamento. L'eleganza anni '50 continua ad ispirare le donne di oggi. Molti stilisti si rifanno a questo periodo per creare abiti moderni e sensuali, che reinterpretano i classici in chiave contemporanea. Eleganza anni '50: fascino e ispirazione L'eleganza anni '50 è un'epoca di stile senza tempo che continua ad affascinare e ispirare. Se vuoi sentirti femminile e sofisticata, non esitare a ricreare questo look iconico. Oltre all'abbigliamento, l'eleganza anni '50 si distingueva anche per: - Un'acconciatura impeccabile: capelli raccolti in chignon o in morbide onde, spesso decorati con fermagli o nastri. - Un trucco raffinato: occhi enfatizzati con eyeliner e mascara, labbra rosso fuoco o rosa tenue. - Un portamento elegante: la donna anni '50 era consapevole del suo corpo e si muoveva con grazia e sicurezza. Foto di Angie Agostino da Pixabay Read the full article
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giancarlonicoli · 1 year ago
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30 ott 2023 15:18
“IL PROBLEMA DEL NAPOLI È IN DIFESA” – MASSIMO MAURO BOCCIA RUDI GARCIA PER IL 2-2 TRA GLI AZZURRI E IL MILAN: “LA SQUADRA DIETRO È LONTANA PARENTE DI QUELLA DI SPALLETTI. NON È SOLO IL FATTO DI NON AVERE PIÙ KIM, C'È UNA DISTANZA LUNGA TRA I REPARTI. IL MILAN POTEVA FARE QUATTRO GOL NEL PRIMO TEMPO, SI È MESSO A FARE TACCO E PUNTA…” – “LA JUVE È STATO UNO SPETTACOLO AGONISTICO CON IL SUO PRESSING ALTISSIMO, MENTRE L'INTER È…” – VIDEO -
Estratto dell’articolo di Massimo Mauro per www.repubblica.it
Napoli-Milan è stata una bella partita per chi l’ha guardata, molto meno bella per gli allenatori che hanno dovuto fare i conti con parecchi errori tecnici e tattici. Ci deve essere un po’ di difficoltà per il Napoli a giocare in maniera armonica, ed è servita la prestazione singola di Politano per rimettere in carreggiata la squadra.
La fase difensiva in particolare è lontana parente di quella dell’anno scorso, e non solo il fatto di non avere più Kim. Sono proprio le distanze lunghe tra i reparti. Un primo tempo talmente negativo che una grandissima squadra segnava 4 reti, il Milan ne ha fatti un paio e poi ha iniziato a usare tacco e punta...
Io Giroud e Leao a 10’ dalla fine non li avrei tolti, però sarebbe stato il caso da parte loro di evitare quelle sceneggiate. E poi, proprio per tipologia di squadra, quella di Pioli dipende tantissimo dalle prestazioni di Maignan, e se quest’ultimo non è in giornata è un casino. Su tutti e due i gol ha avuto delle incertezze, anche se si è rifatto in extremis su Kvara.
Stesso discoro per la Roma, che a Milano con l’Inter ha preso gol anche perché Rui Patricio è rimasto dentro la porta. Però vittoria interista nettissima ben oltre il punteggio risicato. L’Inter è uno spettacolo quando gioca così: Thuram è uno super (ma come è possibile lasciare uno così a parametro zero), Dimarco fa l’ala sinistra vecchio stile, Dumfries imperversa dalla parte opposta. La Roma gioca maluccio però fa bene la fase difensiva, ha ritrovato compattezza. Il problema è che non c’è nessuno che possa dare la palla a Lukaku. […]
La Juve è stato uno spettacolo agonistico con il suo pressing altissimo, e tutto sommato ha proposto anche belle trame di gioco. Ha creato tanto, meglio di come è andata con il Verona non può. […]
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stay-spooky-blog · 6 years ago
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coffeenewstom · 3 years ago
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50 Jahre McDonald's in Deutschland
50 Jahre McDonald’s in Deutschland
Am 4. Dezember 1971 öffnete in der Martin-Luther-Straße 26 in München-Giesing nahe des 60er-Stadions das erste McDonald’s Restaurant in Deutschland. Damals gab es nur fünf Produkte: Hamburger, Cheeseburger, Pommes Frites, Coca-Cola/Limonade und Kaffee, der in für amerika typischen, großen Glaskannen stundenlang auf der Heizplatte vor sich hin simmerte, bis vom Geschmack nur noch das bittere übrig…
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tadpal · 3 years ago
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i kind of love finishing my professionally formatted uni work and then asking for comments bc the only way i work is to blast one song on repeat and i like recieving well considered advice on things i created and will only ever associate with whatever stupid remix i hammered into my brain
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imagine-an-3gg · 4 years ago
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I get so mad sometimes that Taako wasn’t the one to create the Animus Bell, because first of all, it ended up a place that Taako, at first, thought was pretty cool. Second...
It could’ve been called Taako’s Bell.
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noodyl-blasstal · 2 years ago
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Scamming me, scamming you: chapter 7
I think that's us folks! First attempt at a chapter fic is done. Thank you so much to everyone who was kind and encouraging.
Taako and Kravitz have one whole conversation!
Read below or on A03 Ch 1 | Ch 2 | Ch 3 | Ch 4 | Ch 5 | Ch 6
Taako punched in the code and tried to steel himself. This was going to be a difficult conversation, but a necessary one. The whole situation was so ridiculous - one stupid email had caused so many problems. He should have just mentioned Lup, that would have clued Kravitz in to his identity immediately… although actually, it was highly possible at this point Kravitz would have just decided she was another researcher at a slightly different university he’d never heard of who just so happened to be a twin and have the same name as his colleague. Taako shook his head as affection welled in his chest. Kravitz was one of a kind, that was for sure. It had been nice though, to only be Taako. Not that he didn’t love Lup, she was the best part of him. But to just be himself and not TaakoAndLup or LupAndTaako? It was something different. Plus, Taako had just assumed Krav got Lup updates straight from the source because they were friends. Kravitz never brought her up either! Why didn’t he mention her or Barry? Taako felt irritation building and tried to tamp it down, this line of thinking wasn’t helpful. He needed to just go talk to Krav before he got himself riled up again.
Taako leant on the doorbell for much longer than necessary (it was only responsible to work out a little bit of spite before they spoke). The door sprang open before he could take his finger off the bell. “Hi Krav, it’s me, Taako. Just to be clear, that’s Taako Tacco, brother of Lup Tacco, friend of Barry Bluejeans.” Maybe the extra long doorbell press hadn't worked, so much for the mature and diplomatic approach.
Kravitz, to his credit, looked at the floor ashamed. Taako wondered if he’d fucked it up already, he didn't want to make the guy feel bad... well, too bad... he just wanted to work out where they were now... and be a little bit of a dick about it in the process. Then Kravitz smirked. “Stop! Criminal! Stop romance scamming me!” He pretended to faint against his door. Taako snorted. This he could work with.
“Dork. Are you going to invite me in, or do I have to scam you on your doorstep?” Taako tried to look threateningly alluring. He wasn’t sure how well it translated, but Kravitz grinned and swept his arm wide anyway.
“Be my guest. Would you care for some cereal?”
Taako walked into the apartment and took in the spooky aesthetic, Lup would love it. Haunted mansion chic. “Chaboy could go for some cereal. But we do have to have an actual conversation afterwards.” Lup had briefed him to keep on track and not avoid talking about what happened. Taako was definitely going to listen to her advice, but also, cereal… ______________________________________
They stood shoulder to shoulder and stared at the pint glasses full of lumpy grey liquid. Taako leaned down to squint at it. “Krav… What did you do?” Taako asked, half amazed, half horrified.
“I said I’d made cereal!” Kravitz replied, defensive edge creeping into his voice.
“My guy, my dude, Krav… this is not cereal.”
“It has two flavours.” Kravitz said, as if this made the atrocity okay.
“Oh okay, well if it has two flavours.” Taako said, rolling his eyes. Kravitz missed the sarcasm and cheerfully reached for one of the pint glasses.
“Great, here you go!” He held it out towards Taako. Taako thought for a long moment. Was he going to chug grey sludge for a hot boy?
“Krav. I need you to know that you are so hot.” Kravitz looked smug. “So hot.” Taako repeated and allowed his eyes to drag appreciatively over Kravitz’s torso and down his arm which was currently holding the monstrosity. “But even you are not hot enough to make me eat that.” He finished.
Kravitz’s face sagged. “There were layers.” He said sadly.
“I’m sure there were, stud, but how long ago did you make this?” Maybe if Taako explained Krav would look less like a puppy he’d just kicked…
“I made it after I emailed you my address.” Kravitz replied. “I wanted them to be nice.” He added petulantly.
“I’m sure they were really nice an hour and a half ago.” Taako said, with absolute certainty they were still a crime then… albeit a less soggy one. “But adding milk before we were actually ready to eat the cereal wasn’t necessarily great for structural integrity.”
“Would it help if it was on fire?” Kravitz asked thoughtfully.
“I don’t think so Krav… but would you like to try?” It turned out Taako was ready to set milk on fire for this man.
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“I didn’t expect it to explode.” Kravitz said as Taako mopped the blood from the cut on his cheek.
“I think we might have to amputate.” Taako said gravely, prodding at Kravitz’s jaw. He reasoned that Krav deserved at least a bit of bullying for scaring him so much.
Kravitz narrowed his eyes, then winced as Taako pulled out another fleck of glass.
“How many PhDs do you have again?” Taako asked.
“Two.” Kravitz mumbled.
“And you forgot that applying heat to cold glass might be a bad idea?” Taako was absolutely gone on this stupid-smart disaster man.
“Sometimes when you know a lot of stuff you forget other stuff.” Kravitz said defensively.
“Uh huh.” Taako rolled his eyes, then tried to arrange his face into something more serious. “Like how you shouldn’t shout at very handsome men you have a crush on and then run away?”
“Yeah…” Kravitz gave him puppy dog eyes. “Like that… Taako, I’m so sorry.”
“Hey, I forgot to write my name in a legible way and then mention it ever again.” Taako shrugged. “Turns out we’re both idiots.”
“Clearly perfect for each other.” Kravitz grinned up at him. Sap. Taako nudged Kravitz with his knee until there was enough space for him to perch on the edge of the tub beside him.
“Why did you agree to go out with someone you thought was scamming you?” Taako didn’t know where to start with the whole mess, but this seemed like a good question.
Kravitz hesitated before answering. When he finally spoke it was so quiet Taako could barely hear him. “I thought it might help me be better at dates.”
Oh. Oh. “Who were you trying to be better at dates for?” Taako asked gently.
There was a long pause. “You.” Came the reply, Kravitz looked up at him so earnestly, so hopefully that Taako wanted to kiss his idiot mouth. He couldn’t cave straight away.
“Do you still think this is a scam?” Taako asked. He could probably deal with this whole thing being a misunderstanding once. He definitely couldn’t spend another few months thinking he was basically dating the guy to find out Kravitz was still just trying to get him to give up the life of crime he wasn’t leading. (Although, maybe scamming strangers on the internet would be a faster way to get the money together for his truck… much to think about.)
Kravitz turned abruptly, nearly knocking Taako off balance. “No! You need to know that. I don’t know what I was doing, or why I thought it was more logical that you were a scam than you were you, but even when I didn’t know who T was I still kept thinking it was really strange that he… you hadn’t asked for any money yet. I made notes on how strange your behaviour was!”
“How romantic.” Taako deadpanned. He had to tolerate enough of the nerd shit at home with Lup and Barry, he point blank refused to let Krav know he thought that was kind of sweet.
“Taako.” He said, placing a hand on Taako’s knee. “Your emails were the best part of my day. I kept trying to pretend I wasn’t falling for the scam, but I was. Or, well, I was falling for you.” Kravitz looked so earnest, but Taako couldn’t help snorting at that.
“My guy, Krav that was painfully corny. Did you practice that line while you waited for me to arrive?”
“No.” Kravitz replied in a way which confirmed he most definitely had.
“Appalling. Wow. I’m reconsidering my life choices.” Taako pretended to get up and walk away, but Kravitz reached for his wrist and grabbed it.
“You can’t leave me now! What if I bleed to death?” Kravitz implores.
The tug on his wrist was gentle, but enough to send Taako off-kilter so he overshot the lip of the tub and brought Kravitz tumbling down into it with him. It became very evident that Kravitz did not and never had fitted in his bathtub. He’s 6 foot and change and his legs sprawled across Taako’s, kicking out as he tried to right himself.
“Stop wriggling! Hang on.” Taako tried to still Kravitz’s squirming and pulled his arm free. “Just shift a bit to the left… other left.”
“Anyone would think you’ve done this before.” Kravitz replied wryly.
“Look my guy, Taako didn’t choose the bathtub life, the bathtub life chose him, but you cannot keep wriggling, we’ll end up tangled together.”
Kravitz gave a very purposeful wiggle. “Oh no… what a terrible fate.”
“We can’t live in your tub Krav, you clearly don’t even fit in it. You’ll get a crick in your neck and I’ll smush you. Plus, how will you survive without a regular pint of grey mush?” Taako said as he tried to pull himself up on the side of the bath, then flopping back as Kravitz ‘accidentally’ wormed an arm round him.
“Oh no. You’re pressed against my chest again.” Kravitz said, sounding absolutely delighted.
“Okay, now who’s romance scamming people? You’ve trapped me in a bathtub and I assume that any minute you’re going to demand a load of money before you’ll let me go. This is like three different scams in one, maybe four. I can check, I know a guy. He can spot crime a mile off.” Taako nestled his way into Kravitz’s shoulder, nosing at his neck as he spoke.
“Will you stop?” Kravitz choked out between giggles.
“Make me!”
Kravitz lifted a hand to Taako’s cheek, pulled his face close, and ensured he didn’t say anything else until Kravitz remembered exactly why they couldn’t live in the bathtub.
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succinctabilities · 7 years ago
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A super quick doodle for Inktober I saw that Taco Bell has clothes now @ forever21, and I couldn't help myself Stay spicy
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bitchatcloudtower · 3 years ago
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Stormy: don't cry! Let's do something fun. Wanna go to Tacco Bell? :D
Icy: I CAN'T go to Tacco Bell I'm on a nocarb diet, GOD STORMY you are so stupid!
Darcy: Icy, wait! Talk to me!
Exactly.
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