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#Subacquea
mareshop · 10 months
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La tua Check List per le vacanze subacquee
Stai programmando un viaggio per le feste? Una vacanza subacquea è perfetta per rilassarsi dopo un anno impegnativo e con lo stress di tutto ciò che precede il Natale.
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Ciò che può davvero rendere la tua vacanza indimenticabile è raggiungere il luogo di immersione dei tuoi sogni e avere tutto il necessario in valigia.
Ovviamente puoi noleggiare facilmente quel che hai dimenticato direttamente al diving, ma questo non lo rende meno fastidioso.
Per questo abbiamo scritto una check list delle cose più importanti da preparare e organizzare prima di partire per la tua prossima vacanza subacquea!
PRIMA DI FARE I BAGAGLI
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Controllare la temperatura attuale dell'acqua nel luogo in cui farai immersioni, questo ti aiuta a scegliere cosa portare: muta umida o semi-stagna, pinne a cinghiolo e calzari oppure solo pinne a scarpetta, guanti, cappuccio o anche sottomuta.
Controlla l'ultima revisione dei tuoi erogatori e GAV. Prova tutta l'attrezzatura prima di partire, soprattutto se è nuova. Un guasto in vacanza... non è divertente!
Controlla che la tua borsa da viaggio sia pulita e che non sia incrostata di sale. Lubrifica bene le zip in modo che non si incastrino o, peggio, si aprano durante il viaggio. Inoltre, è abbastanza leggera? Potrebbe essere il momento adatto per investire in una borsa da viaggio più leggera.
Contrassegna la tua attrezzatura subacquea: su una barca da sub tutto sembra uguale e scambiare la tua attrezzatura nuova con altra vecchia di anni non è il massimo!
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I FONDAMENTALI
Brevetto sub / tessera e log book
Assicurazione subacquea / contatti in caso di emergenza.
Emergency kit – e.g. O rings, cinghia di ricambio per pinne o maschera, grasso al silicone, fascette per cavi, batteria di ricambio per il computer subacqueo, boccaglio, clip e moschettoni per gli accessori.
L'ATTREZZATURA SUBACQUEA
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Maschera, calzari, pinne e boccaglio
Erogatore e octopus
Manometro, profondimetro, bussola e/o computer subacqueo
GAV / tasche pesi
Muta / sottomuta, rashguard, cappuccio (se serve)
Torcia subacquea (con bracciale e moschettone)
Fotocamera, custodia subacquea e caricatore
Guanti (se servono)
Accessori per la sicurezza: fischietto, luce di segnalazione, pedagno.
CONSIGLI PER LA VALIGIA
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Metti sempre il GAV sul fondo, quindi aprirlo e posiziona la muta all'interno delle cinghie.
Se non porti gli erogatori nel bagaglio a mano, avvolgili all'interno della muta e mettili al centro della borsa per massimizzare la protezione. In alternativa, usa una borsa porta erogatori per proteggerli.
Usare una scatola per maschere è un'ottima opzione come scatola per il kit di emergenza: è compatta, resistente, impermeabile e tiene tutto in un unico posto.
Tieni con te il tuo computer subacqueo. È piccolo e prezioso e, a seconda del modello, può essere anche indossato come orologio durante il viaggio.
I lucchetti sono molto utili. Ricordati di chiudere la borsa con un lucchetto, per disincentivare le esplorazioni non gradite.
FONDAMENTALI ‘NON-DIVING’
Passaporto e portafoglio
Visto (se richiesto)
Biglietti aerei ed eventuali voucher per alloggi e immersioni
Lucchetti/chiavi per i bagagli
Vaccinazioni e farmaci (se servono)
Itinerario e una fotocopia del passaporto (da conservare separatamente dal passaporto)
Denaro (contanti in valuta locale, carte di credito, ecc.)
Avvisa la banca del viaggio per evitare che la carta di credito venga bloccata quando viene utilizzata in un paese straniero.
CHECKLIST NON SUBACQUEA
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Impermeabile/ giacca a vento
Maglione/ felpa con cappuccio (per la sera o per riscaldarsi dopo un'immersione)
Scarpe comode per camminare
Protezione solare: occhiali da sole, cappello e crema solare
Un sacco stagno (serve sempre!)
Ciabatte da doccia!
Qualcosa da leggere
Necessaire per il bagno (ricorda: in aereo il limite per i liquidi e confezionali in un sacchetto di plastica per evitare perdite in valigia o nel bagaglio a mano)
PER I FOTOGRAFI
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Prima di partire, fai una prova di allestimento di tutta l'attrezzatura, in modo da sapere che c'è tutto e che non manca nulla. Inoltre, assicurati di caricare tutta l'attrezzatura prima del viaggio.
Fotocamera e custodia
Videocamera e custodia
Grandangolo e teleobiettivo
Detergente e panno per lenti
Grasso per gli oring, bustine per l'umidità
Lampade e caricatori
Memory cards
Ricambi – batterie, led, lampade etc.
Con questa checklist, prepararti per la tua prossima vacanza subacquea sarà un gioco da ragazzi! E se ti manca qualcosa, sul nostro shop online trovi tutto quello che ti serve. Buon viaggio con Mareshop!
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cherusque · 2 years
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Margaux 🇫🇷 (Doodive)
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flowerif · 6 months
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Buona giornata!
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scienza-magia · 2 years
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La città di Atlantide scoperta nel Golfo di Cambay in India
Enigmatica città scoperta sotto il mare in India: avrebbe 9500 anni e potrebbe essere una metropoli prediluviana. Lo rivelerebbe la scansione sonar che ha segnalato nel Golfo di Cambay forme geometriche di notevoli proporzioni, a 36 metri di profondità, entro un’area di 5 miglia di lunghezza per 2 e mezza di larghezza. Le analisi al carbonio. Il dibattito. Un’antica e sconosciuta città risalente a ben 9500 anni fa sarebbe stata individuata dagli archeologi subacquei al largo delle coste indiane. Il ritrovamento sarebbe avvenuto con l'ausilio di un’apparecchiatura a scansione sonar che ha rilevato forme geometriche non naturali di notevoli proporzioni. L'agglomerato interesserebbe un’area di cinque miglia di lunghezza per due e mezza di larghezza. Singolare che l'incredibile scoperta sia stata fatta durante le riprese del programma di Graham Hancock Underworld - Flooded Kingdoms of the Ice Age.
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Una città di 9500 anni sotto le acque del Golfo di Cambay (Foto archaeology.autodailyz) La fine dell'era glaciale I misteriosi resti giacerebbero sotto le acque del Golfo di Cambay, sulle coste occidentali dell’India. Secondo il noto scrittore e ricercatore scozzese, autore di vari best seller, "la fine della grande era glaciale" avrebbe "modellato il pianeta in cui viviamo oggi”. Occorre considerare che quando “le calotte glaciali si sono sciolte e il livello del mare è salito di 400 piedi, una enorme quantità di acqua si è riversata nei mari". Di conseguenza “le inondazioni hanno inghiottito le migliori regioni costiere del mondo e tutte le tracce degli umani che vivevano in quelle zone sono scomparse sotto le onde”. Potrebbe allora essere questo il drastico evento alla base dei tanti miti sul diluvio presenti nelle culture di tutto il mondo. E molte potrebbero essere, per questo, le città e le testimonianze archeologiche nascoste sotto le acque del pianeta. Strutture geometriche a 36 metri di profondità Per quanto riguarda la città trovata sotto l’Oceano in India, starebbero emergendo sempre più prove scientifiche a sostegno della teoria che la stessa sia particolarmente antica. L’insediamento è molto esteso e si trova a 25 miglia dalla costa a una profondità di 36 metri. Cosa che, se confermata, contribuirebbe a rivoluzionare tutte le conoscenze ufficiali sulla origine delle civiltà e costringerebbe gli archeologi a rivedere le teorie finora elaborate. In quel sito oceanico ci sarebbero mura e piazze gigantesche e le analisi al carbonio, per ora fatte sui resti e i manufatti rinvenuti, sancirebbero che si tratta di rovine antiche all'incirca 9500 anni. Come dire che si tratta di costruzioni urbane antecedenti di circa 5mila anni quelle che si credevano le prime città edificate dall'uomo. Si potrebbe parlare, insomma, di una città scomparsa alla fine dell’era glaciale, probabilmente appartenente a una civiltà spazzata via dalle inondazioni rapportabili al mito del diluvio. Una scoperta dall'importanza storica enorme su cui, ovviamente, non tutti sono d'accordo.
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Una città sotto le acque del Golfo di Cambay in India I pro e i contro Gli esami sarebbero stati eseguiti su materiali da costruzione, ceramiche, parti di pareti, perline, sculture e ossa umane, ma le conclusioni alle quali si è giunti sono controverse. Prima di tutto perché i materiali esaminati sarebbero stati recuperati con operazioni di dragaggio, e dunque alcuni studiosi sostengono che i manufatti non possono essere collegati con certezza al luogo del ritrovamento, in quanto potrebbero essere stati portati lì dai fiumi che si riversano nel Golfo. Sulla base di tali obiezioni è stato respinto dagli archeologi, per esempio, il risultato dell'analisi su un pezzo di legno recuperato nel sito e datato a circa il 7.500 a.C. Due gli enti di alta affidabilità scientifica che hanno fornito il loro responso: l'esame eseguito dal National Geophysical Research Institute (NGRI) ha segnato la data del 7190 a.C. e un altro del Birbal Sahni Institute of Paleobotany (BSIP) ha fornito la data del 7545-7490 a.C. Scoperta rivoluzionaria Di certo serviranno altri approfondimenti e analisi per stabilire la verità. Se tutto dovesse essere confermato, però, si tratterebbe di una scoperta davvero rivoluzionaria. Confermerebbe l'esistenza di civiltà antecedenti al diluvio, o, per lo meno, a un grande sconvolgimento naturale avvenuto nel mondo antico. Del resto alcuni ricercatori indiani, analizzando i Rig Veda - i testi sacri della religione Indù - avevano parlato, in tempi non sospetti, dell’esistenza in quel luogo (in un lontanissimo passato, ndr) di due grandi città scomparse dislocate alla foce di due grandi fiumi. Strutture regolari e anomale E’ quanto mai significativo, allora, che nella zona circoscritta il tracciato sonar abbia rivelato strutture estremamente regolari e anomale rispetto al restante ambiente naturale. Strutture che hanno attirato, a ragione, l’attenzione di numerosi studiosi richiamati sul luogo indicato. Esiste dunque la possibilità che sotto le acque oceaniche vi siano costruzioni appartenute a una civiltà pre-Harappa (questa civiltà viene datata tra il 2.600 e il 1900 a.c.), cosa che giustificherebbe l’alto livello tecnologico e architettonico della civiltà Harappa, appunto, considerata finora come nata dal nulla. L'esistenza di una civiltà di molto precedente spiegherebbe infatti l'arcano: c'è stata una evoluzione nel tempo che ha portato al livello di civiltà successivo. Sicuramente, comunque, l’individuazione di questo sito sta facendo traballare molti dei dogmi finora stabiliti dall’archeologia ufficiale. Ancora una volta, insomma, emergono prove per cui la civiltà umana potrebbe essere molto più antica di quanto non si pensi e dica. Non resta allora che aspettare i risultati delle opportune verifiche, che sicuramente dovranno essere effettuate, per poter dire l'ultima parola. Read the full article
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mmadivers · 2 years
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November 29, 2022 :: scuba diving at Koh Racha (Island), Phuket Thailand #phuketscuba #phuket #scubadivers #scuba #scubadivinginthailand #scibadiving #kohracha #kohrachayai #fishes #immersonisub #rachaisland #immersionisubacque #thailand #tailandia #rachaislandhuket #pesci #anemone #subacquea https://www.instagram.com/p/CllhsDApIIR/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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storiearcheostorie · 1 year
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ARCHEOLOGIA / Straordinarie scoperte nel Mediterraneo: il relitto romano "Capo Corso 2" rivela il suo prezioso e imponente carico di vetro [FOTO / VIDEO]
ARCHEOLOGIA / Straordinarie scoperte nel Mediterraneo: il relitto romano "Capo Corso 2" rivela il suo prezioso e imponente carico di vetro (FOTO / VIDEO)
Testo da: Patrimonio Subacqueo Si è svolta dal 1 all’8 luglio 2023 la prima campagna della “Missione italo-francese per lo studio del relitto profondo Capo Corso 2”. Il relitto, datato in via preliminare tra la fine del I e l’inizio del II secolo d.C., si trova a circa 350 metri di profondità nel tratto di mare fra Capo Corso (Corsica-Francia) e l’Isola di Capraia (Italia). Si tratta del secondo…
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intotheblue-it · 2 years
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(via i fondali delle secche di vada a livorno,intotheblue.it,mar Mediterraneo)
https://www.intotheblue.it/2020/12/06/the-reefs-of-lighthouse-vada-near-livorno/
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gradozero · 2 years
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L'Archeologia subacquea incontra l’arte antica, il restauro e la valorizzazione del territorio nell’anno del Cinquantenario del ritrovamento dei Bronzi di Riace
L’Archeologia subacquea incontra l’arte antica, il restauro e la valorizzazione del territorio nell’anno del Cinquantenario del ritrovamento dei Bronzi di Riace
10-12 novembre 2022 MArRC – Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria Piazza Giuseppe De Nava Oltre trenta tra ricercatori e studiosi che dal 16 agosto del 1972 ad oggi si sono occupati dei Bronzi di Riace si ritrovano sulla terrazza del MArRC per il convegno internazionale I Bronzi di Riace: 50 anni di studi e ricerche: tre giorni di presentazioni, approfondimenti, nuovi rilevamenti e…
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mezzopieno-news · 8 months
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SCOPERTA LA PIÙ ESTESA BARRIERA CORALLINA PROFONDA DEL MONDO
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Gli scienziati hanno scoperto e mappato la più grande barriera corallina profonda del mondo, al largo della costa atlantica degli Stati Uniti.
Grazie ad una nuova tecnologia di mappatura subacquea che ha reso possibile costruire immagini 3D del fondale oceanico, i ricercatori sono venuti a conoscenza del vasto ecosistema di coralli che si estende per circa 499 chilometri dalla Florida alla Carolina del Sud e raggiunge i 109 chilometri di larghezza. La superficie totale equivale all’incirca a quella della Sardegna. La barriera “era proprio sotto il nostro naso, in attesa di essere scoperta”, ha dichiarato Derek Sowers, oceanografo dell’organizzazione no-profit Ocean Exploration Trust. Si trova a una profondità compresa tra i 200 e i 1.000 metri, dove la luce solare non penetra, i coralli filtrano le particelle di cibo dall’acqua per crescere.
Non si tratta della più grande in assoluto ma dell’ecosistema di coralli profondo più esteso finora scoperto. La più grande barriera corallina tropicale del mondo è quella australiana che si estende per circa 2.300 chilometri. La barriera appena scoperta tuttavia apre le ipotesi che esistano ancora molte barriere coralline più grandi nelle profondità marine poiché solo il 25% circa dei fondali oceanici del mondo è stato mappato ad alta risoluzione e le barriere coralline profonde coprono una parte maggiore del fondale oceanico rispetto alle barriere coralline tropicali.
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Fonte: Geomatics; National Oceanic and Atmospheric Administration; foto di Flickr
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suavisonus · 10 months
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Un tentativo fallito
Søren rimpianse Regine per tutta la vita, la osservava da lontano per cercare di capire se Regine provava ancora qualcosa per lui. Arrivò persino a scrivere al marito di lei una lettera chiedendo di poter parlare a Regine. Si ritiene che Johan, timoroso, la bruciò e non ne parlò con la donna. Di seguito la Lettera del 1849 a Regine, da Kierkegaard spedita, ma alla quale non ricevette mai risposta.
Allo stimatissimo signor X: la lettera acclusa è mia per la Vs. compagna di vita. Decidete Voi se consegnargliela o meno. Io non cerco, in modo alcuno, di potarVela via: intendo solo narrarle ciò che fummo, perché lei si senta libera di ricordare il bene, e il male, di quello che fu la nostra storia. Ho l’onore di professarmi Vostro devotissimo S.A.K
Mia Regine, il cuore, è come una casa subacquea ove vi sono molte stanze: giù nel fondo, poi, vi sono camere piccole, ma accoglienti, dove si può stare tranquillamente seduti, mentre fuori il mare tempestoso; in alcune di esse possiamo udire in lontananza il rumore del mondo (non angosciosamente assordante, ma sempre più fievole e quieto… sai perché? Perché gli abitanti di queste stanze sono coloro che s’amano). Ma da lungo tempo oramai, cara amica, non abiti più queste segrete magioni: io e te siamo separati, lontani nello spazio infinito del tempo, nella piccola circoscrizione dello spazio: non è poi così immensa Copenaghen! Ti scrivo ora, perché finalmente voglio che ti sia chiaro perché la nostra storia è finita. Da quando ti conobbi, ho sempre cercato di vivere artisticamente: volli farmi simile a te, cercando di ritrovare una sensibilità prontissima a cogliere ogni cosa fosse interessante nella tua vita: avevi il dono, cara amica, di saper presentare come arte (non la chiamerò poesia, perché tu con le parole non eri brava come con i suoni e con le immagini: eri erotica in ogni tuo gesto, come solo una ragazza della tua età può essere) qualsiasi cosa tu vivessi: era questo che mi aveva fatto innamorare di te, era questo che mi allontanava terribilmente da te. La tua arte, amica mia era il ‘di più’ che solo tu potevi donarmi, perché tutta la tua esistenza (bisogna dirlo!) era impostata sul godimento artistico: e un po’ di quel piacere eri riuscita a passarlo a me… il punto è che io non potevo vivere così in eterno, perché io non sono così, e pur di piacere a te, violentavo me stesso. Dolce tortura, ma pur sempre tortura! Da quando ti ho conosciuta, ho cercato per settimane, ovunque, la tua figura: sapevo che, attorno a te, girava un uomo di grande valore, e io di lui avevo paura perché egli ti era vicino, come uno spettro in una città morta: cosa avesse lui più di me, l’arguzia, l’aspetto… io non l’ho mai capito. Eppure, piccola Regine, ho avuto la fortuna di conquistarti, perché l’amore che io potevo offrirti (e lo sai) era perfetto e totale; il suo, era solo desiderio (anche tu lo desideravi? Immagino di sì, perché è difficile convivere col desiderio!) mentre la mia, era devozione. Forse tu non eri pronta a cotanto sentimento? La storia parlerà per noi. Regine… non ti chiamo ‘mia’ perché non lo sei mai stata (e io ho pagato duramente la felicità che l’idea di possederti mi dava un tempo)… e tuttavia, come posso non dire ‘mia’, dato che tu fosti per me ‘mia’ seduttrice, ‘mia’ assassina, origine della ‘mia’ sventura, ‘mia’ tomba… già. Ti chiamo ‘mia’, e parlando di me, mi chiamo ‘tuo’; tuo tormento vorrei essere, ricordarti con la mia oscura presenza, quello che fummo assieme come in un eterno incubo di morte… ma perché perseguitarti, quando – se mai in vita fui felice, fu quando tu m’ingannavi? Ma davvero poi il tuo corpo poteva così manifestamente mentire? E la tua mente, il luccichio dei tuoi occhi, erano davvero falsi come io ora credo? Regine mia, non c’è proprio nessuna speranza, davvero nessuna? Il tuo amore non si ridesterà mai più? Io lo so che, nonostante tutto e tutti, tu mi hai amato, benché non sappia dire donde mi venga questa certezza. Sono pronto ad aspettare a lungo; aspetterò, aspetterò fino a che non sarai sazia degli altri uomini, e quando il tuo amore per me risorgerà dalla tomba: allora, e solo allora, riuscirò ad amarti come sempre, e ti renderò grazie come un tempo, Regine, quando, poggiato al tuo seno, ascoltavo il dolce e regolare moto del tuo respiro, e ti ringraziavo per esser con me. Non potrai essere così crudele e spietata verso di me in eterno, mia Regine: giungerà il giorno del tuo perdono o del tuo ravvedimento… non ricordo neppure chi dei due distrusse la nostra storia. No Regine, chi abbia lasciato chi ora non conta.
Sei stata crudele con me, al pari di come io lo fu con te, è vero. In realtà, tu non lo sai, io ho taciuto il mio dolore e le poche cattiverie dette su di te non hanno che la consistenza dell’aria: solo Dio sa cosa ho sofferto (e voglia il Signore che nemmeno ora io te le racconti)! Mia Regine io ti devo molto… e ora che non sei più mia, ti offro una seconda volta ciò che posso e oso e conviene che ti offra: me stesso Sì, ti dono questo cuore che già in passato fu tuo, e lo faccio per iscritto, per non stupirti e non sconvolgerti. Forse la mia personalità ha fatto su di te un’impressione troppo forte, in passato: ciò non deve accadere una seconda volta, e se tu dovessi accettare la mia mano tesa, dovrebbe essere per vero amore, non per impressione. Mia Regine, prima di dirmi di no!, ti prego, rifletti seriamente (per amore di Dio nei cieli) se puoi, o meno, parlarne con me con serenità, e in tal caso se preferisci farlo per lettera o direttamente a voce. Se invece tu, dopo accurata riflessione, decidessi comunque di non darmi più alcuna risposta, se la tua risposta al mio amore fosse ‘no’, ricorda almeno – per amor del cielo – che per te, e solo per te, ho fatto, e rifarei mill’altre volte, questo passo.
In ogni caso resto, quale sono stato dall’inizio fino a questo momento, sinceramente il tuo devotissimo S.A.K.
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mareshop · 8 months
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Mares: 75 Anni di Eccellenza Subacquea e Innovazione
Benvenuti nel mondo di Mares, un'azienda che ha plasmato il panorama delle attrezzature subacquee con la sua straordinaria storia, impegno all'innovazione e tecnologie avanzate.
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Quest'anno, Mares celebra il suo 75º anniversario, un traguardo che sottolinea l'impegno costante per l'eccellenza e la soddisfazione dei subacquei di tutto il mondo.
Origini e Fondazione
La storia di Mares inizia nel cuore delle acque cristalline del Mar Mediterraneo. Fondata nel 1949 da Ludovico Mares, l'azienda ha avuto umili inizi come piccolo laboratorio artigianale a Rapallo, Italia.
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Durante la prima guerra mondiale, Ludovico Mares ha prestato servizio come subacqueo nella flotta della Regia Marina Austriaca. Dopo il conflitto, ha continuato a praticare immersioni, specializzandosi nel recupero di oggetti sommersi.
Al termine della seconda guerra mondiale, insieme ad altri profughi istriani, Ludovico è emigrato e si è stabilito a Rapallo. Qui, ha avviato un'azienda di costruzione di attrezzature per subacquei.
All'inizio, la produzione si limitava a pochi fucili, maschere e pinne. Tuttavia, grazie alla loro innovazione e alla precisione costruttiva basata su una profonda comprensione del mondo subacqueo, i prodotti Mares hanno guadagnato popolarità in tutto il mondo nel giro di pochi anni.
Ludovico Mares è stato una figura chiave nell'affermare la popolarità del fucile pneumatico per la pesca subacquea negli anni '60. Ha anche sperimentato nuovi approcci alla propulsione, utilizzando pinne fatte di materiali come tela cerata e giunco. Questi esperimenti sono ora parte della collezione del Museo del Mare di Gorée, in Senegal.
L'impegno per la qualità e la passione per l'immersione hanno presto fatto crescere Mares, portandola a diventare un punto di riferimento nel mondo subacqueo.
Nel 1971, Ludovico Mares ha deciso di ritirarsi dal mondo del lavoro, cedendo l'azienda a una grande multinazionale. Ancora oggi, Mares fa parte di questo gruppo, ora chiamato Head NV.
Nonostante il cambio di proprietà, Mares ha mantenuto il suo spirito innovativo originale. Continua a cercare l'eccellenza nella progettazione e nella realizzazione dei suoi prodotti, introducendo nel tempo numerose innovazioni nel mondo dell'immersione subacquea.
Punti di Forza
Mares ha consolidato la sua reputazione nel corso degli anni, diventando sinonimo di affidabilità, sicurezza e innovazione. Nel corso della sua straordinaria storia, Mares ha introdotto al mondo alcuni dei prodotti più iconici, diventati best seller globali.
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La ricerca costante per materiali di qualità e l'attenzione ai dettagli nella progettazione degli equipaggiamenti hanno contribuito al successo di Mares. La gamma di prodotti spazia dalle maschere alle mute, dagli erogatori ai computer subacquei, offrendo soluzioni complete per ogni esigenza subacquea.
Ma non solo: Mares sostiene attivamente il progetto Blue Oceans di SSI. Negli ultimi tre anni, Mares si è impegnata a ridurre l’uso della plastica nei propri imballaggi per contribuire a una miglior tutela del pianeta.I primi passi sono stati fatti, introducendo gradualmente materiali alternativi in tutte le linee, nella speranza di sostituire completamente la plastica nel prossimo futuro.
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Innovazione e Futuro
Il DNA innovativo di Mares ha portato all'introduzione di tecnologie all'avanguardia nel mondo delle attrezzature subacquee. Dai primi giorni, Mares ha investito in ricerca e sviluppo, portando all'implementazione di materiali leggeri e resistenti, progettazioni ergonomiche e soluzioni tecnologiche avanzate.
Tra i prodotti più famosi e di successo nelle vendite di Mares, spiccano la maschera Mares X-Vision, con il suo design innovativo e comfort ineguagliabile, le pinne Mares Avanti Quattro, con capacità propulsiva e comodità di utilizzo tuttora ineguagliate, e il computer subacqueo Mares Puck Pro, che ha ridefinito gli standard di facilità d'uso e funzionalità avanzate.
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In conclusione, festeggiamo i 75 anni di Mares, un'icona di eccellenza subacquea che ha plasmato il panorama dell'immersione. Un viaggio straordinario che unisce passato, presente e futuro, dove ogni immersione è un'affermazione della dedizione di Mares a offrire il meglio ai subacquei di tutto il mondo. Scopri tutti i prodotti e le novità di Mares, sul nostro shop ufficiale
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religio-iapygiorum · 5 months
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TAOTOR
.: major iapygian deity, possibly a chthonic protector :.
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[IMG TRANSCRIPTION: Daxtas Ψaotorrihi. SOURCE: S. Marchesini, “Epigraphe messapiche del Salento," 78.]
.: :.
The sanctuary at Grotta della Poesia ("Cave of Poetry"), pictured below, was dedicated to Taotor. The sanctuary clearly attracted visitors from all over the Mediterranean, based on votive inscriptions found in a number of languages; however, Taotor doesn't appear to have been syncretized with any Roman or Greek deities.
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[IMG DESCRIPTION: photo of a natural sinkhole cave along the Salentine coast. SOURCE: Lino M on Flickr]
Grotta della Poesia is a difficult place to get to: Lomas (see below) suggests it might have only been accessible by boat until more recently. The fact that so many people journeyed there despite the difficulty suggests this sanctuary, and therefore worship of Taotor, was clearly significant. Taotor is also placed particularly prominently among a series of three deities on an altar at Rudiae.
Analysis of certain Messapic inscriptions suggests an association of Taotor with the infernal, and Lamboley (cited below) suggests that perhaps Taotor signifies “protector” or “savior”—appropriate names for a chthonic deity being petitioned for aid. Santoro, on the other hand, suggests a relationship with the Indo-European root *teutā, meaning “community” or “civilization.” Taotor is given the epithet Andirahas in inscriptions at Grotta della Poesia.
.: :.
Sources:
Auriemma, Rita, and Flavia Frisone. “I Santuari Costieri Del Salento.” In Nel Mare Dell’intimità. L’archeologia Subacquea Racconta l’Adriatico. 284–285. Roma: Gangemi Editore, 2017.
Lamboley, J.-L. Recherches sur les Messapiens. Roma: École Française de Rome, 1996, 434-5.
Kathryn Lomas. “Crossing Boundaries: The Inscribed Votives of Southeast Italy.” Pallas, no. 86 (October 30, 2011): 311–29. https://doi.org/10.4000/pallas.2208.
Marchesini, Simona. 2015. “Epigrafi messapiche del Salento.” l’Idomeneo 19: 69–78. https://doi.org/10.1285/I20380313V19P69.
Santoro, Ciro. “Il Lessico Del ‘Divino’ e Della Religione Messapica.” In Atti Del IX Convegno Dei Comuni Messapici, Peuceti e Dauni. Societa di Storia per la Puglia, 1989, 72-3.
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vecchiodimerda · 1 year
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mmadivers · 2 years
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November 29, 2022 :: scuba diving at Koh Racha (Island), Phuket Thailand #phuketscuba #phuket #scubadivers #scuba #scubadivinginthailand #scibadiving #kohracha #kohrachayai #fishes #immersonisub #rachaisland #immersionisubacque #thailand #tailandia #rachaislandhuket #pesci #subacquea (at Koh Racha, Phuket) https://www.instagram.com/p/CllhdrUpqdn/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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storiearcheostorie · 1 year
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ARCHEOLOGIA / Lio Piccolo, dagli scavi subacquei in Laguna spunta una preziosa gemma incisa di età romana
ARCHEOLOGIA / Lio Piccolo, dagli scavi subacquei in Laguna spunta una preziosa gemma incisa di età romana Articolo completo su Storie & Archeostorie
Frammenti musivi emersi dallo scavo (foto: ©Ca’ Foscari) Una preziosa gemma di agata, incisa con una figura mitologica, è stata ritrovata nei giorni scorsi durante la terza campagna di scavo archeologico sul sito sommerso di età romana a Lio Piccolo (Cavallino-Treporti) condotta dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari Venezia sotto la direzione del prof. Carlo Beltrame,…
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curiositasmundi · 1 year
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Com’è profondo il mare
La tragedia del Titan ci ricorda che per quanto uno possa essere ricco, non può  possedere gli oceani e sfidare le regole minime di sicurezza
Parlami, o Musa, dell’uomo che si tuffò nelle profondità del mare, ascoltando il richiamo della sirena del denaro. La morte di Stockton Rush, il milionario fondatore e Ceo di OceanGate, Inc. e pilota del Titan che brandisce il controller Xbox, è stata confermata giovedì scorso, dopo che il suo sommergibile personalizzato e fuori categoria è prevedibilmente imploso sotto la pressione di milioni di tonnellate d’acqua, uccidendo all’istante lui e i suoi quattro passeggeri. Accanto a lui è morto Hamish Harding, un miliardario britannico; Shahzada Dawood, milionario pakistano, e suo figlio Suleman; e il miliardario francese Paul-Henri Nargeolet, direttore della ricerca subacquea presso Rms Titanic, Inc., la società che sostiene di essere proprietaria del relitto del Titanic, e che ha dovuto saldare i propri debiti mettendo all’asta le reliquie del sito, una pratica comunemente nota come «scavafosse».
I tentativi di salvataggio da parte della Marina degli Stati uniti e della guardia costiera probabilmente sono costati milioni di dollari, dal momento che OceanGate era del tutto impreparato per qualsiasi tipo di operazione di ricerca e salvataggio nel mare aperto: la nave non aveva un localizzatore a bordo, ed era persino dipinta di bianco, il colore delle onde che si infrangono, rendendo quasi impossibile localizzarlo in superficie. La filosofia di Rush per la sua società di esplorazione sottomarina era: «Penso di poterlo fare in sicurezza e infrangendo le regole».
David Lochridge, ingegnere sottomarino, nel 2018 la pensava diversamente: sottolineò, tra gli altri difetti, che la porta di osservazione principale era valutata per reggere una profondità di immersione di soli 1.300 metri, meno di un terzo della profondità del fondale marino sul quale dorme il relitto del Titanic. Venne subito licenziato. Quindi ora, dopo anni di avvertimenti sulla sicurezza, lettere aperte e procedimenti legali, gli statunitensi finanziano l’inutile ricerca di giorni e giorni di un ago bianco in un pagliaio bianco, anche dopo che la Marina degli Stati uniti ha sentito la nave implodere.
La crociera di piacere a dodicimila piedi di profondità attorno al relitto del Titanic è l’ultima moda tra le acrobazie altamente pericolose e costose eseguite dai super ricchi che sono alla disperata ricerca di emozioni e disposti a spendere le enormi fortune estratte dai loro lavoratori. Il prezzo dell’ingresso in questa trappola mortale era di 250.000 dollari a persona. Cercando di vivere una fantasia alla Jules Verne, i passeggeri del Titan hanno raggiunto le ricche vittime del Titanic, che, quando affondò nel 1912, morirono anch’esse divise per classe: il 62% dei passeggeri di prima classe sopravvisse all’affondamento, rispetto al solo 25% dei passeggeri di terza classe.
La tendenza a lasciare che le classi subalterne anneghino continua ancora oggi. L’esempio più recente è il terribile capovolgimento di una nave che trasportava almeno cinquecento migranti al largo della Grecia, che ha ucciso almeno settantotto persone di cui sono stati ritrovati i corpi. In netto contrasto con lo sforzo multinazionale a tutto campo per salvare il Titan, la guardia costiera greca è stata accusata di mortale inerzia dopo aver scoperto la nave alla deriva e pericolosamente sovraffollata. È solo l’ultimo episodio di una costellazione di tragedie che coinvolgono i migranti nel Mediterraneo: tra il 2015 e il 2023, si stima che oltre ventiquattromila persone siano morte o disperse dopo essere partite per l’Europa, di cui oltre 1.100 solo quest’anno. È più di un Titanic ogni anno, ma non c’è lo stesso tipo di copertura mediatica.
In un mondo in cui abbondano i naufragi, perché siamo così ossessionati dal Titan e dal Titanic? È una combinazione di ricercatezza, prestigio e quel concetto di hybris classicamente greco. Personaggi importanti sono affondati con entrambe le navi: milionari, reali, magnati degli affari. Lo splendore della Grand Staircase del Titanic è stato reso in innumerevoli dipinti, documentari e film. E, naturalmente, c’è l’epiteto che stuzzica le orecchie di Poseidone: «Inaffondabile». È difficile per la persona media immaginare di possedere sia l’arroganza di rivendicare la vittoria totale sul mare, che l’influenza basata sulla propria certezza di lesinare sulle scialuppe di salvataggio.
Le dolorose odissee delle navi migranti non fanno vendere giornali perché, per prima cosa, quei giornali di solito fanno comunella con i regimi draconiani, disumani e vendicativi che consentono che i migranti subiscano questi destini orribili; e perché la miseria colpisce la maggior parte delle persone. Non tutti sono stati rifugiati, ma la maggior parte delle persone nell’era post-Covid sa com’è quando all’improvviso non puoi più permetterti la tua casa e devi trasferirti, o quando il cibo diventa assurdamente costoso, o il tuo lavoro scompare e ti trovi di fronte a scelte difficili e all’incertezza per te e la tua famiglia. Guardando il cambiamento climatico causato dall’uomo, un costo della vita astronomico e una prospettiva economica scadente, la maggior parte delle persone riconosce di essere molto più vicina ai rifugiati disperati di quanto non lo siano i politici, gli speculatori della guerra e i rapaci capitalisti.
La morte di chiunque è una tragedia, ovviamente, ed è terribile che i passeggeri del Titan siano morti in questo modo. Ma la loro morte cade in mezzo a un’ondata molto più ampia di sofferenze evitabili inflitte da gente come quella a bordo del Titan. Forse c’è un pizzico di ironia nel guardare proprio questi miliardari, che comprano relitti e sottomarini privati con i tesori accumulati dalla nostra società, umiliati da un tratto ineludibile della proprietà: lo ius abutendi, il diritto di distruggere, che il mare oscuro mantiene su qualsiasi nave.
 di Nicolas Boni - Jacobin italia
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