#Stefano Zoccola
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Nuovo Consiglio Provinciale di Alessandria: Assegnate le Deleghe ai Consiglieri. Il 14 ottobre, insediamento ufficiale e nomine del Presidente Luigi Benzi per il biennio 2024-2026
Il 14 ottobre 2024, presso la sede della Provincia di Alessandria, si è tenuta la prima seduta del nuovo Consiglio Provinciale, eletto il 29 settembre dai Sindaci e Consiglieri dei 187 Comuni della provincia
Il 14 ottobre 2024, presso la sede della Provincia di Alessandria, si è tenuta la prima seduta del nuovo Consiglio Provinciale, eletto il 29 settembre dai Sindaci e Consiglieri dei 187 Comuni della provincia. Durante la sessione, il Presidente Luigi Benzi ha prestato giuramento, confermando l’impegno di fedeltà alla Repubblica e di rispetto della Costituzione. È stato un momento cruciale per…
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ma-pi-ma · 6 years ago
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Un cortigiano: un uomo che vive a corte Una cortigiana: una mignotta Un uomo di strada: un uomo del popolo Una donna di strada: una mignotta Un uomo senza morale: un pragmatico Una donna senza morale: una mignotta Un uomo facile: un uomo senza pretese Una donna facile: una mignotta Un intrattenitore: un uomo dalla conversazione divertente Un’intrattenitrice: una mignotta Un adescatore: un uomo che sa convincere gli altri Un’adescatrice: una mignotta Un uomo disponibile: un uomo gentile e premuroso Una donna disponibile: una mignotta Un cubista: un uomo che dipinge al modo di Picasso Una cubista: una mignotta (nella considerazione di molta parte del pubblico maschile nelle discoteche) Un uomo d’alto bordo: un uomo che possiede uno scafo d’altura Una donna d’alto bordo: una mignotta Un passeggiatore: un uomo che cammina Una passeggiatrice: una mignotta Un uomo con un passato: un uomo che ha avuto una vita, in qualche caso non particolarmente onesta, ma che vale la pena di raccontare Una donna con un passato: una mignotta Un maiale: un animale della fattoria Una maiala: una mignotta Un cane: un amico fedele Una cagna: una mignotta Uno squillo: il suono del telefono Una squillo: una mignotta Un uomo da poco: un miserabile da compatire Una donna da poco: una mignotta che pratica tariffe economiche Un uomo di vita: un esuberante compagnone Una donna di vita: una mignotta Un uomo perduto: un disperso Una donna perduta: una mignotta Un uomo di mondo: un gran signore Una donna di mondo: una mignotta Un toro: un uomo molto vigoroso Una vacca: una mignotta Uno che batte: un tennista che serve la palla Una che batte: una mignotta Un uomo che batte la strada: un asfaltatore Una donna che batte la strada: una mignotta Un uomo che ha un protettore: un intoccabile raccomandato Una donna che ha un protettore: una mignotta Un accompagnatore: un pianista che suona in sottofondo Un’accompagnatrice: una mignotta Un uomo di malaffare: un birbante Una donna di malaffare: una mignotta Un uomo allegro: un buontempone Una donna allegra: una mignotta Un rimorchiatore: un utile natante Una rimorchiatrice: una mignotta Un escort: una guardia del corpo Una escort: una mignotta Uno di quelli: il membro di una compagnia Una di quelle: una mignotta Un omaccio: un uomo prestante e poco gentile Una donnaccia: una mignotta Un ometto: uno sgorbio inoffensivo, o un appendiabiti Una donnina: una mignotta Un gatto morto: un felino deceduto Una gatta morta: una mignotta Un ètero: un uomo a cui piacciono le donne Un’ètera: una mignotta Un putto: un delizioso amorino Una putta: una mignotta Uno zoccolo: una calzatura di campagna Una zoccola: una mignotta Un amichetto: un piccolo compagno di giochi Un’amichetta: una mignotta.
Stefano Bartezzaghi, da Non se ne può più
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pangeanews · 6 years ago
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“Questo mestiere non lo c**a più nessuno”: pochissimi oggi possono permettersi di mettere in scena Pirandello. Ecco perché i “Sei personaggi” versione bonsai di Scimone+Sframeli è superbo
“Adattamento” o “riduzione” poco importa: è solo una questione di accordi formali piuttosto semplici da intessere quando la materia da plasmare e mettere sotto al sole (o agli occhi di bue) è di eccellente fattura. Quando il testo drammaturgico di partenza – “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello – viene spurgato dalle impurità, asciugato a dovere con precisione di un orefice e lustrato infine con olio e cera.
Pochi, pochissimi oggi possono permettersi di mettere in scena Pirandello. Pochi, pochissimi gli attori pirandelliani che calcano i palcoscenici italiani: Enzo Vetrano e Stefano Randisi sono un vertice irraggiungibile (“L’uomo, la bestia e la virtù”, “Pensaci, Giacomino!” e “I Giganti della Montagna” si inseriscono nella profonda e illuminata tradizione italiana delle “grandi messe in scena” dei testi del Nobel di Girgenti) ma una menzione d’onore va a Francesco Sframeli, l’altra metà artistica di Spiro Scimone, impegnato al “Petrella” di Longiano nel superbo e applaudito “Sei”, versione “bonsai” (un’ora secca) del capolavoro di Pirandello.
La veridicità del dramma – che l’autore siciliano chiamava commedia ma che commedia non è – appare evidente sin dall’apertura del sipario: sul fondale appare la facciata di una casa naif, impreziosita da una serie di finestre e porte che permettono la duplicazione della spazialità (in Pirandello lo spazio viene caratterizzato dai personaggi): un dietro, quindi un non-luogo che si fa luogo attraverso le voci degli attori, e un avanti, quindi il palcoscenico, dove l’azione si svolge.
Il lavoro del duo Scimone-Sframeli non si riduce allo “sforbiciamento” del testo scenico: a un corposo “levare” viene risciacquato il linguaggio, gli viene tolta parte della polvere. Così in occasione dello scontro tra attori e personaggi, la battuta “Questo mestiere non lo caga più nessuno” scende in platea con la naturalezza e l’efficacia della contemporaneità. Perché se è vero che fare l’attore è oggi qualcosa di elitario (e forse di meno urgente), i personaggi sono sempre meno reali ma più veri chi dà loro, per la durata di uno spettacolo, voce, fattezze e movimenti.
Le licenze poetiche – ottimamente integrate nel testo originale – non si fermano al “non cagare più”: fresco, seppure con una nota filologica d’autore, è il certosino lavoro operato sulla Figliastra che canta “La mula de Parenzo” ma che quando ride lo fa omaggiando Rossella Falk, fragorosa e squillante, spaccatimpani. Più “zoccola” e sensuale del personaggio originale, la Figliastra di “Sei” – davvero ben vissuto da Zoe Pernici – è un vulcano di contemporaneità: docile e suadente, ma anche timorata di Dio, scandisce in scena i tempi del dramma.
Spiro Scimone e Francesco Sframeli hanno capito uno dei misteri del laboratorio segreto di Luigi Pirandello: mettere in luce la consapevolezza delle apparenze, la scansione delle apparizioni. L’abito prima, poi il corpo e solo alla fine il pensiero detto, che friziona e stride, spesso, con quello che viene dato agli occhi del pubblico. Così anche qualche manierismo un po’ spinto – che in questo “Sei” diventa muscolare e leonina rappresentazione di una vera finzione – è teso a raccontare la frattura tra i personaggi e gli attori: non si salva nessuno dal dramma della vita. Solo i primi, “Quando si è capito il giuoco”, possono permettersi di vivere. In scena. Non altrove: solo sulle assi di un teatro.
In questo “Sei” viene girato il paradigma del testo drammaturgico: gli attori sono personaggi e i personaggi diventano attori in quanto i personaggi non si rivedono negli attori. Gli stilemi più comici rispetto al testo scenico tradizionale donano alla pièce un’apparente leggerezza. Il Padre (Sframeli), è una figura contemporanea: ha notato la Figliastra quando era una bambina, l’ha aspettata crescere e poi, una volta morto il padre biologico della ragazza, è andato a letto con lei, gioiello a disposizione degli uomini nel bordello di Madama Pace. Forse per lavarsi i sensi di colpa o solo per averla sempre a portata di mano, ha sposato la Madre (una brava Giulia Weber). Il doppio suicidio della chiusa – la Bambina piccola che affoga nel laghetto, il Figlio che si spara – spiega con efficacia che la realtà degli attori può essere cambiata, ma mai quella dei personaggi, costretti ad essere eterni nei ruoli che il poeta ha deciso per loro.
Alessandro Carli
*In copertina: Francesco Sframeli e Zoe Pernici in “Sei” – di Spiro Scimone, adattamento dei “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello. Regia di Francesco Sframeli. Foto di Gianni Fiorito
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ilpaesedeisogni-blog1 · 8 years ago
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DIARIO DI BORDO. GIORNO 29.
I Racconti di Lenore, i consigli della strega bianca.
La folla non è ancora ai massimi storici - se mai ce ne sono stati. La palpebra non è ancora nello suo stadio di chiusura totale e la giornata sembra passare più velocemente di quanto ci si immaginerebbe in un luogo di siffatta portata. Sono arrivata da poco - meno di una settimana - e già comincio a capire con la velocità dell'istinto di sopravvivenza da donna in pericolo, chi è mi amico e chi mi vuole morta. Non ci metto molto a decidere che il ragazzo algerino è simpatico e prodigo di utili consigli (lui è uno dei pochi a sapere che "scuola" non è una parolaccia); il signore sempre a maniche corte è un anarchico d'altri tempi dai modi gentili e dalla parlata sciolta; il cambogiano molto educato è amante di Joan Baez e si è fatto da solo; la ragazza perennemente in gonna e stivali è una gran zoccola. Che racconta storie improbabili di schiavitù dei giorni nostri ad opera - manco a dirlo - di un connazionale italiano.
Il quadro non è completo ma di certo ho capito molte cose per i pochi giorni che sono qui. So per esempio che devo stare lontana dalla cricca delle "Gialle" - come le chiamo per semplificarne l'identificazione razziale - che peggio dei peggiori cattivi di un film di mafia cinese, possono annientarti per esserti seduta sulla sedia sbagliata, nel momento sbagliato. Ho imparato a individuare e a isolare dal resto dei gruppi le "lupe solitarie", che sempre sorridenti e pronte a darti del tu, nascoste dietro una parvenza di idiozia linguistica, ti scrutano dagli angoli a mandorla dei loro fottuti occhi da volpe per poi chiamare direttamente la direzione ad ogni tua minima mancanza. I "Grandi Neri" fanno gruppo a parte e con loro è meglio non parlarci, perché per motivi che stento a comprendere anche se me li spiegano nella mia lingua, nessuno sarà mai uno di loro, nemmeno volendo rivendicare dodici generazioni di congolesi da parte di madre. Le "Capogruppo", in cui rientrano tutti gli chef di reparto, le riconosci subito per due motivi: accenti più improbabili di quello di uno spagnolo ubriaco che cerca di parlare il tedesco e facce più diffidenti di quelle di una moglie che ha appena scoperto la macchia di rossetto di un'altra sul colletto del marito. Loro sono quelle che sono autorizzate a non capire l'ironia, il sarcasmo, la battuta di spirito, il motto ilare, e tutto quello che si avvicini anche di poco a qualcosa che abbia come effetto collaterale la parvenza di un sorriso. Cinque giorni non bastano per classificare tutte le camicie bianche che camminano a braccia serrate dietro - metaforicamente, si spera. Non sono sufficienti soprattutto se non hai la chance di avere gli stessi turni dell'Eletta. Quella protetta da tutte le categorie sopra elencate - nonostante tutti facciano la guerra a tutti - perché è la più preziosa. Se dovessi fare un paragone accessibile ai più, sarebbe come Puffetta per i Puffi, il Paciocchino viola giallo o blu, la figurina che completa l'album e che nessuno trova mai, il jolly quando giochi a Burraco e chiudi senza far toccare all'altro il pozzetto. La perla nera. La strega bianca.
Mi si avvicina senza che possa sentirla arrivare. Mi squadra con aria seria come il suo ruolo le impone, perché è chiaro che quello che vede in me la preoccupa, e non ha paura di condividere con me la sua saggezza, i suoi ammonimenti. I suoi preziosi consigli. La strega bianca ha la pelle scura come gli abissi più profondi ma si professa di sangue cambogiano. E chiunque non le creda è in malafede, perché la strega bianca dice chiaro e tondo quello che pensa, te lo ribadisce più volte a voce alta e afferma di non temere nulla e nessuno, nemmeno il boss supremo. La strega bianca mi guarda con aria torva e mi chiede senza preamboli la domanda che tutti, in un modo o nell'altro, mi hanno fatto senza sosta da che mi hanno visto posare i piedi sul loro territorio di finto parquet. - sei a tempo parziale o a temo pieno? Non una domanda qualsiasi. "La" domanda. Quella a cui non puoi sfuggire e che non vorresti mai ti abbiano fatto. Quella a cui non vorresti - e non dovresti - mai rispondere. Le fottute ore che rubi a loro o ai loro amici o ai loro prediletti. La risposta è sempre quella sbagliata a prescindere da quale essa sia. La mia è più sbagliata del previsto e la strega mi dice con parole che vogliono sembrare amichevoli ma che sono accompagnate da un ghigno terribile e da un astio così mal celato che quasi fa rimpiangere le doti monoespressive di Stefano Accorsi,
- Allora ti do un consiglio. Allora, mi da un consiglio. Allora, è questo il momento che potrebbe cambiare tutto, per me. - Tutti quei piercing, fra gli occhi e sotto il labbro, levali. Ci sono dei contratti a tempo indeterminato in giro, io non ti conosco e non so chi sei. Ma ti dico una cosa che nessuno ti dirà. Cerca di cambiare. E se ti rivedo ancora con quei cosi sulla faccia, ti prendo a sculaccioni sul sedere. E poi le scarpe. Comprane di nuove, ai capi non piacciono le tue scarpe. Non stivali ma scarpe, anche se da vecchia, vedrai che ti assumono a vita con delle scarpe come le mie. Fa per andarsene, dandomi le spalle, poi sembra ricordarsi di un dettaglio fondamentale: - E soprattutto, la camicia bianca. Hai letto il regolamento? Io ti dico che ci sarà un contratto a settembre a tempo indeterminato, e voglio che sia tu ad averlo. E lo avrai, se segui i miei consigli. Sarà il tuo nome - mi sfiora con rabbia il badge attaccato alla giacca - a essere stampato sopra. E con tutta la gravità che la sua ultima profezia impone, mi lascia immobile, costernata, di fronte a cotanta saggezza e premura. La strega bianca ha parlato. I mie piercing, i miei stivali e la mia maglia verde scuro non mi faranno avere la terra promessa, il contratto sperato, lo scopo di una vita. La strega bianca, dolcevita grigio - ma a lei la camicia bianca non serve, lei è là a tempo parziale da sei anni senza contratto fisso e comunque è la strega bianca - scarpe marroni da nonna del sud più a sud dell'Africa e giacca blu sporco, vuole che sia io la nuova beneficiaria dei diritti dei lavoratori a tempo indeterminato. Lo ha letto nella tromba delle scale - da cui puntualmente si sporge per chiacchierare con gli altri agenti - che qualcosa nel mio futuro può essere migliore. La strega bianca, che oggi come sempre non ha palesemente voglia di lavorare ma preferisce controllarmi a più riprese fingendo di passare di là per caso, ci tiene a me e ci tiene soprattutto che io lo sappia.
La strega bianca mi ha consigliato di togliermi tutti quei piercing dalla faccia. Di comprarmi delle scarpe nuove. Di mettere ogni giorno la camicia bianca. La strega bianca vede il futuro di tutti ma ne parla solo con pochi eletti a sua scelta. Io, di futuro possibile ne vedo solo uno e riguarda soltanto me e lei. La vedo nettamente che prova a rifare la battuta sullo sculacciarmi, e io che per ricambiare la premura le faccio intravedere con dolce fermezza la possibilità di un suo imminente volo dalla tromba delle scale, quelle che le piacciono tanto, e su cui si sollazza tanto a lungo.
Non sono una strega, ma questa volta sono sicura di averci azzeccato.
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crushandhurry · 8 years ago
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Italiani brava gente...
Franco Perniciaro: niente ha rimarcato ca ten e corn!!!!!!! Patti Scanu: TROIETTA Marco Sparkydoc: Francesconi se fosse stato un bianco ,sarebbe stato un sessista..............anomalie comuniste. Maria Molteni: Questa È L ITALIA ALLA SG LE HANNO DATO CERVELLINA DA MANGIARE Gianni Raimondi: Mentecatta Michele Debora: E normale che lo difende. Le piace la banana nera..quella più matura Emilio Pizzoni: Andate affanculo puzzolenti! Andrea Luigi Breccolenti: è una povera demente... Stefano Covarelli: quando vede la minkia nera cambia subito idea... Antimo Vigliotti: Mettiti un palo in c...o merda di essere!!!!!!! Pietro Ferraro: Sei solo. Una. Zoccola. Da strapazzo . Lollo Rossi: Puttana ipocrita Paolo Pepoli: pensa che du teste di cazzo , bicolore Gianni Spinelli: Zcyclon b...... Stefano Ferraro: A dire zoccolo e poco e molto di piu questa e l'italiana giornalista vergognati. Giacomo Contento: Sta b...... Daniela Libralon: Sei una gran troia Annamaria Avallone: Noo nonsenepuopiu.... Bastaaaa... Una bella infornata e il gioco è fatto così si toglie dalle palle una volta per tutte. Paolo Caserini: Ma ANDATE tutti e 2 a prenderlo in CULO!!!!!! Simone Oreto: Forse le piace il cazzo in bocca Giovanni Napolitano: è solo una troia di merda pankabestie che vuole essere rotta in culo dal nero di merda!!!! Luigi Annibale Vergogna piccola troietta Giampaolo Barrili: Forse le piace provare il pene nero, buon pro le faccia. Ma lui è meglio che vada via dall'Italia. Alexander Alcedo: GENTE DA MANDARE AD AUSCHWITZ Fernando Antonio Fortunato: AmmazzaTelo quel coglione Gaetano Maccuro: Io ti inculo e ti metto fuoco...nero..vediamo è uguale... Mario Sepe:  Di TR..e c'è ne al mondo ma una come te deve ancora nascere. Vincenzo Bancone: Mettiglielo nel culo a quella troia comunista seminatrice d'odio. Riserva un pezzo per il culatone Santoro. Mario Petragallo: Solo le teste de cazzo fanno coppia Christian Vodola: Andasse a fare le faccende domestiche, se le chiedi pasta asciutta ti presenta il ketchup sui rigatoni Rodrigo Furio Failli: Che vuoi ... dopo i Rom vuole lo scarafaggio, sta cagna Claudio Benito: Brutta celebrolesa. Marco Maya: Sei una lurida merda Angelo Neri: Stanno bene insieme hanno gli stessi valori e la stessa testa di cazzo Salvatore Cammarata: Si vede che a lei piace molto quel tipo di rapporto xche non accontentarla??? Pierluigi Pinato: Ma il coglione negro et ancora in circolazione Maru Benghaza: Secondo me se l'è pure scopata Maurizio Gennaro: secondo mee e gia pure incinta dalla bocca..... bello merda la vra scopata in bocca Benny Blanco: Robe da non credere, questo è cadere in basso Luca Giubbolini: Farei con entrambi del comodissimo pellet per stufa Natale Baldini: merda su merda. Andrea Parravicini: Che ne sapete. Magari è quello che cerca Sarina Sole: ma chi è sta depravata? quella che faceva la passeina canterina intelluaoide da Santoro? Marco Scravaglieri: La coerenza di sinistra Antonio Buono: Mi fanno schifo anche da lontano !! Rorita Zanetti: Poverina fatti vedere Danilo Russo:Fanno schifo tutti e due Cantile Giovanni: È la donna più troia e schifosa al mondo! Nonno Anto: Mandatelo al suo paese Antonio Franzone: Molto strana la signorina si indigna per le violenze sulle donne e difende questo animale a prescindere dal colore della pelle che vorrebbe fare i porno con le donne bianche!!Signorina giornalista VERGOGNA Maurizio Trive: vergogna in africa subito. Luca Muzzioli: Femminista e di sinistra..... Mamma mia che schifezza... Ignazio Angileri: Suicidatevi Pietro La Marca: Troia Ruggiero Loffredo: Ti linceremo. O ti faremo fuori . Salvatore Capoccia: Una troia come te non avrebbe il diritto di restare in questa nazione Marco Lubelli: Negro di merda 💩 Attilio De Moliner: dopo (sperando di no) viene violentata ne riparliamo Mariangela Rava: Speriamo di si ....Almeno l'amichetto avrebbe la figa bianca Tutti contenti .... Edoardo Gonni: Troia Nunzio Pinzone: Ma se ne vadano a fanculo sta vacca e quel pezzo di merda. Francesco Secchi: questa e'con un'altro cervello in pensione... mi fa pena
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justfuckoffanddie · 5 years ago
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Questa lista è stata scritta da un uomo, Stefano Bartezag
Un cortigiano: uomo che vive a corte
Una cortigiana? una mignotta
Un massaggiatore: un chinesiterapista
Una massaggiatrice? una mignotta
Un uomo di strada: un uomo del popolo
Una donna di strada? una mignotta
Un uomo disponibile: un uomo gentile e premuroso
Una donna disponibile? una mignotta, che strano
Un passeggiatore: un uomo che cammina
Una passeggiatrice? Beh, una mignotta
Un uomo con un passato: un uomo che non ha avuto una vita particolarmente onesta, ma che vale la pena di raccontare
Una donna con un passato?... Una mignotta
Uno squillo: il suono del telefono, ma una squillo? Già, una mignotta
Un uomo di mondo è un gran signore, ma una donna di mondo? Una gran mignotta
Uno che batte è un tennista che serve la palla, una che batte? non serve dirlo.
Un gatto morto è un felino deceduto, ma una gatta morta? Stranamente una mignotta
Uno zoccolo: una calzatura di campagna, una zoccola? Già. Una mignotta.
Anche nel lessico, noi donne un po' discriminate lo siamo no? Quel filino di discriminazione io lo avverto, magari solo io, ma un po' lo percepisco. Per fortuna sono solo parole. Certo, se le parole fossero la traduzione del pensiero allora, beh no, sarebbe grave, un incubo, fin da piccoli. All'asilo un bambino maschio potrebbe iniziare a maturare l'idea che le bambine siano meno importanti di lui, da ragazzo, crescere nell'equivoco che le ragazze siano in qualche modo di sua proprietà e poi da adulto (è solo un ipotesi eh) potrebbe pensare sia giusto che sul lavoro le sue colleghe siano pagate di meno e a quel punto non gli sembrerebbe grave offenderle, deriderle, toccarle, palpeggiarle come si fa con la frutta matura per controllare le mucche da latte. Se fosse così potrebbe anche diventare pericoloso eh, una donna adulta o giovanissima potrebbe essere aggredita, picchiata, sfregiata dall'uomo che la "ama" talmente tanto da pensare che lei e anche la sua vita siano roba sua e quindi può farne quello che vuole. Ma no, sono soltanto parole per fortuna, soltanto parole, per carità, ma se davvero le parole fossero la traduzione del pensiero, un giorno potremmo sentire affermazioni dell'incredibile, frasi offensive e senza senso come queste:
"brava, sei una donna con le palle", "chissà quella che ha fatto per lavorare!", "certo anche lei però se va in giro vestita così", "dovresti essere contenta se ti guardano", "lascia stare, sono cose da maschi!", "te la sei cercata!"
PER FORTUNA SONO SOLTANTO PAROLE ED È UN SOLLIEVO SAPERE CHE TUTTO QUESTO, FINORA DA NOI NON È MAI ACCADUTO.
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pier-carlo-universe · 2 years ago
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Stefano Zoccola nuovo Commissario della Lega a Casale Monferrato
Stefano Zoccola nuovo Commissario della Lega a Casale Monferrato Stefano Zoccola è il nuovo Commissario della Sezione della Lega di Casale Monferrato, con il compito di rafforzare la presenza del partito in città, con particolare riferimento ai giovani, anche in vista delle elezioni comunali del 2024.Zoccola, in Lega dal 2010, già consigliere comunale a Occimiano e oggi consigliere provinciale…
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