#Sinistra e civici
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umbriasud · 2 years ago
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Le liste dei candidati per Kenny Siundaco
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jacopocioni · 2 years ago
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Le lapidi di Firenze: seconda parte
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Inferno di Botticelli LAPIDI DANTESCHE Nelle strade del centro di Firenze, si trovano sui muri di palazzi, chiese e case torri delle lapidi dantesche. Vi si leggono incise frasi relative alle tre cantiche della Divina Commedia: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Ai primi del Novecento, il Comune di Firenze sentì il desiderio di rintracciare i personaggi e i luoghi descritti nella sua opera. Iniziò una accurata ricerca per trovare il luogo esatto dove apporre le lapidi. La ricerca fu lunga e accurata. Finalmente nel 1907 iniziò l’apposizione nei siti rintracciati: INFERNO - Filippo Argenti, via del Corso dove erano le case degli Adimari; - Guido Cavalcanti, via Calzaioli dove erano le case dei Cavalcanti; - Ponte Vecchio (loggia di Ponte Vecchio), in sul passo d’Arno; - Brunetto Latini, via dei Cerretani (tra il civico 39 rosso e la chiesa di S. Maria Maggiore; - Famiglia Gianfigliazzi, via de’ Tornabuoni (sopra la vetrina del civico 1 rosso); - Dedicata al Battistero di San Giovanni, Piazza San Giovanni (all’esterno del Battistero verso la via Martelli; - Dedicata alla nascita di Dante Alighieri, posta sulla sua casa; - Bocca degli Abati, il traditore di Montaperti, via dei Tavolini. PURGATORIO Citazione di persone del suo tempo, 2^ cantica.  Sono descritti la Basilica di San Miniato al Monte e il ponte Rubaconte, via di San Salvatore al Monte (inizio della scalinata che porta al Piazzale Michelangelo; Piazza Piave (nella torre della Zecca Vecchia), dedicata al fiume Arno; Versi dedicati a Forese Donati, via del Corso (sopra ai civici 13 – 33 rosso); Piazza di San Salvi, dedica a Corso Donati (nel punto dove sostò l’esercito di Arrigo VII; Dedica alla donna angelicata Beatrice Portinari, (sulla destra dell’ingresso del palazzo Portinari – Salviati). PARADISO Elenco delle lapidi tratte dalla 3^ cantica. Dedicati alla città natale del poeta, Via Dante Alighieri alla Badia Fiorentina (sul fianco sinistro della Badia Fiorentina e alla sinistra del civico 1); Dedicati a Bellincione Berti Ravignani, via del Corso (sopra le vetrine del negozio civici 1 e 3 rosso); In questi versi sono ricordati gli antenati del poeta, via degli Speziali (tra la vetrina del civico 11 rosso e il portone del civico 3); Dedicato alla famiglia Cerchi, via del Corso (sopra le arcate del negozio ai civici 4 rosso e 6 rosso); Dedicata alla famiglia dei Galigai, via dei Tavolini (torre dei Galigai vicino al civico 1 rosso); Sulla famiglia degli Uberti, Piazza della Signoria (nel primo cortile di Palazzo Vecchio); Sulla famiglia Lamberti, via di Lamberti (tra le finestre sopra il civico 18 rosso e 20 rosso); Dedicato ai Visdomini, via delle Oche (presso ciò che resta della Torre dei Visdomini, tra i civici 20 r0s e 18 rosso); Famiglia Adimari, via delle Oche, (tra gli archi delle vetrine ai civici 35 rosso 37 rosso); Famiglia Peruzzi col loro simbolo (le sei pere), Borgo dei Greci (a sinistra della porta al civico 29); Famiglia della Bella, via dei Cerchi (all'angolo di via dei Tavolini); Dedicati a Ugo il Grande, via del Proconsolo (sulla facciata della chiesa Santa Maria Assunta); Famiglia Amidei, via Por Santa Maria (presso la torre degli Amidei, sopra al civico 11 rosso); Dedicati a Buondelmonte Buondelmonti, via Borgo Santi Apostoli (Presso le case dei Buondelmonti, sopra le vetrine dinanzi al civico 6); Dedicati alla statua di Marte, causa degli scontri fra Guelfi e ghibellini, distrutta dall’alluvione del 1333. Ubicata dove si trovava la statua, Ponte Vecchio (angolo Piazza del Pesce); Dedicati alla Firenze antica, Piazza della Signoria (nel primo cortile di Palazzo Vecchio); Dedicati al battesimo, Piazza San Giovanni (nel Battistero verso il Duomo); Preghiera dedicata alla Vergine da San Bernardo, Piazza del Duomo.
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Alberto Chiarugi Read the full article
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blogexperiences · 1 year ago
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Bologna: Concluso il progetto sul patrimonio digitale di musei e biblioteche del Comune
Conferenza stampa “Restart La cultura a Bologna è digitale” svoltasi nella Sala stampa “Luca Savonuzzi” di Palazzo d’Accursio, a Bologna.Da sinistra: Antonella Mampieri (Referente Archivio fotografico e Catalogo Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica), Eva Degl’Innocenti (direttrice Settore Musei Civici Bologna), Elena Di Gioia (delegata alla Cultura di Bologna e Città…
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figlidiroma · 4 days ago
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Oltre alla bellezza dell'immagine, così netta nei particolari delle murature e dei mattoni, si notano alcune cose:
a) in fondo, sotto la cupola di San Pietro, c'è un piccolo timpano triangolare e, poco più a sinistra, un tamburo di cupola ottogonale: è il complesso di Santo Spirito in Sassia, precisamente le cosiddette "Corsie Sistine". Ancora oggi si vede distintamente ai piedi della cupola, se ci si affaccia da Ponte Sant'Angelo e da Ponte Umberto I, prima che la curva del Tevere a Ripetta confonda un po' i contorni del panorama e ostruisca in parte la vista.
b) Normalmente, il Gianicolo è visibile più o meno al centro del punto di fuga a sinistra, poco dietro la cupola del Santo Spirito: il giorno che il pittore ritrae è però nebbioso, c'è una foschia dorata che offusca un po' le due cupole laterali di San Pietro, normalmente perfettamente visibili da quello che è qui il punto di osservazione, che a me pare più o meno collocabile all'altezza dei civici 60 e 50 di Lungotevere Tor di Nona, ovviamente lungo la riva del fiume.
c) La cosa più importante, ovviamente: l'assenza dei muraglioni di contenimento e la fiancata verde di Castel sant'Angelo che scende diretta nell'acqua, così come, al posto dei muraglioni, a sinistra c'è una cortina di case e un accesso al fiume il quale, come si vede bene, è navigato da barche con quella che pare frutta e verdura.
d) non si capisce benissimo se le barche siano state caricate o vengano scaricate: a me pare più la seconda, e se così fosse si tratterebbe di carichi condotti forse dalla zona di Ripetta, dove di certo è documentato, nel 1811, un edificio dedicato al Mercato delle Erbe in piazza Monte d'Oro, dove tuttora sorge il piccolo mercato rionale Flaminio. In allegato una fotografia di Ettore Roesler Franz, ripresa dal lato di Prati di Castello, che raffigura gli edifici addossati alla riva del Tevere all'altezza di san Rocco all'Augusteo (Ara Pacis/Ripetta) come prova la foto dall'Archivio Luce con l'analogo campanile, di cui segue foto. Rispetto al luogo del dipinto, ci troviamo circa un chilometro più a monte: la foto è stata scattata dalla ripa erbosa dove ora dovrebbe trovarsi una quinta di case di ringhiera a Lungotevere dei Mellini.
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Come si vede, la situazione è meno pittoresca di quanto nel dipinto, ma si nota a destra quella che pare una delle scale di accesso alla riva, proprio come c'è anche nel nostro bel quadro.
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Oswald Achenbach (German, 1827-1905)
Am Ufer des Tiber in Rom
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umbriajournal · 2 years ago
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Presentata la lista ‘Kenny per Terni, Civici di sinistra e Verdi’
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autolesionistra · 3 years ago
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Un po’ di cose a caso.
- Le guerre di invasione dipende poi da che parte le vedi: https://resistenzeincirenaica.com/2022/04/06/analisi-logica/
- L’attaccapanni mi si è trasformato in una ziggurat di giacche per poter affrontare dalle temperatura artiche alla brezzolina primaverile a seconda di come tira il cvlo al signore, dimostrando la pochezza dell’uomo davanti alle meraviglie della natura e soprattutto quanto sto meglio d’estate quando tocca giusto scegliere il colore della maglietta
- L’uomo delle sardine diventato poi consigliere a Bologna in forza al piddì si è prodotto in un appassionante intervento in consiglio comunale sul drammatico episodio di due oche sbranate da un cagnazzo che mi ha lasciato in uno stato dubitativo della realtà
- I carabinieri entrano nella sede nazionale dell’Unione Sindacale di Base a Roma perché una telefonata anonima li ha avvertiti che c’è una pistola e stranamente c’è una pistola
- Wolf Bukowski aveva scritto qualche tempo fa questa cosa su telegram che riporto nella sua totalità:
Da più parti mi viene segnalata una generale indignazione per il  regolamento delle case popolari a Fidenza e la sua "patente a punti" (vedi qui, per es: https://www.osservatoriorepressione.info/comune-fidenza-introduce-la-patente-punti-le-case-popolari/ ).  
Ne avevo scritto (leggasi: "ve lo avevo detto") nel 2019 ne La buona educazione degli oppressi (ed. Alegre), alle pagine 18 e 19:  
      «[...] applicare la meritocrazia sul corpo delle classi inferiori significa modulare il welfare in modo disciplinare, educando il povero a meritarsi le prestazioni sociali, ponendolo cioè in condizione di dover convincere le autorità a concedergli qualcosa, non potendo esercitare alcun diritto. Siccome poi molti poveri non ce la fanno proprio ad assumere la parte dell’umile vergognoso, perché la povertà è una situazione già molto onerosa da portare, la selezione meritocratica del buon povero consentirà anche la complessiva riduzione della platea di chi riceve prestazioni di welfare, realizzando quello che è poi lo scopo principale di tutta l’operazione, conforme al dogma neoliberale di taglio della spesa pubblica. Un esempio chiarisce assai bene questa dinamica, riconducendoci peraltro al tema del decoro. Cinque comuni del parmense, variamente amministrati (Lega, civici e sinistra), introducono dal 2019 la «patente a punti» per le case popolari. Se gli assegnatari o i loro famigliari si mostrano indisciplinati, contravvenendo al regolamento condominiale in modo anche trascurabile, con violazioni come fumare o bere alcolici in spazi comuni o parcheggiare male, i punti vengono scalati e, di penalità in penalità, si arriva fino alla revoca dell’assegnazione; se invece sono decorosi inquilini modello, ottengono qualche punticino in più.
Dall’applicazione di questo semplice regolamento, deliberato da amministratori di paese, risulta una completa distorsione del sistema normativo e sanzionatorio vigente, che diventa compiutamente castale: chi ha una casa di proprietà se la cava – per un brutto parcheggio – eventualmente con una multa, o con un bel niente nel caso di una birretta in giardino (perché poi dovrebbe essere sanzionata?); chi abita in una casa popolare rischia, col ripetersi di presunte violazioni di questo tipo, lo sfratto.
L'applicazione di un regolamento di questo tipo è una macchina che produce odio e delazione tra i vicini, e che devasta i rapporti famigliari, per esempio rendendo gravi (per le smisurate conseguenze) comportamenti innocenti, che risulta persino difficile chiamare trasgressivi, di figli adolescenti. Poi magari quegli stessi figli, a scuola, si devono sorbire incontri con sedicenti educatori che spiegano come difendersi dagli haters sui social, quando invece è la società in cui vivono a essere governata da fomentatori d’odio.»
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corallorosso · 3 years ago
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Da Battipaglia una storia "simpatica". C'è una candidata, Cecilia Francese, che da mesi va dicendo di essere civica, in ottimi rapporti con tutti. Di non essere schierata. Così si possono prendere voti un po' qui e un po'. La vecchia storia del "né destra né sinistra". Peccato però che sia saltata fuori una cosa curiosa: la Lega spende soldi per farla vincere al ballottaggio. Addirittura hanno messo foto della candidata con quella di Salvini accanto. Bella storia, eh? Ma soprattutto bel trucco: la Lega, per vincere al Sud, si nasconde. Manda avanti gli altri e fa credere che non siano leghisti. Perché nonostante la conversione di Salvini, il ricordo di cosa diceva dei campani è ancora vivido. Per questo lo fa passare da civici... Cesare Di Trocchio
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vadaviaaiciap · 5 years ago
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Fase 2, Boccia: in arrivo 60mila 'assistenti civici' per far rispettare tutte le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus. (vogliono la guerra civile come alibi?)
Il braccio armato di estrema sinistra, sardine, centri sociali e partigiani (finti), non bastava. ce ne volevano ancora, pagati da noi.
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spettriedemoni · 5 years ago
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Riassuntino (tipo bignami) della settimana
È iniziata la "Fase 2" qualunque cosa voglia dire. Non starà bene un cazzo di niente a nessuno. Intanto dall'altra parte vogliono "riaprire tutto" così, a caso.
Un tizio già candidato per la sinistra (sì vabbè dai sinistra... Ci siamo capiti, vero?) a sindaco di Roma ieri si è messo a leggere il Vangelo (di Matteo, per altro) per protestare contro la mancata riapertura delle chiese. Lo ha fatto sul serio. Ma che male ha fatto Roma per avere questo, la Virgy e "Io sono Giorgia" come candidati sindaco? È a causa della crocifissione di Pietro a testa in giù? O per quella di Gesù? Perché sennò non si spiegano tutte queste piaghe bibliche.
Il PdC ieri è andato in Lombardia per manifestare la vicinanza dello Stato a quella regione così duramente colpita dal virus. Ci è andato solo ieri e non prima per non essere d'intralcio a quanti stanno gestendo la situazione. Le pagine social sono piene di accuse verso il suddetto perché sta "facendo passerella".
Sono gli stessi che lo criticavano ieri perché non andava nei luoghi della tragedia. Sono gli stessi che dicevano "vedi Johnson? Lui è andato subito dai malati" (sì, e poi si è beccato il COVID-19) "visto Putin invece? Lui sì che è un leader" ma Putin torna sempre come esempio in casi simili anche se non ha detto o fatto nulla. Ma si sa: ai sovranisti lui smuove gli ormoni come nessuno e piace un casino.
Un fenomeno di Presidente dall'altra parte dell'Oceano Atlantico ha suggerito di bombardare con i raggi ultravioletti le persone contagiate per uccidere il virus. Altrimenti ha suggerito di bere o di iniettarsi disinfettante. Sorprendentemente qualcuno gli ha creduto. Meno sorprendentemente lui ha fatto marcia indietro dicendo che era sarcastico. Non capisco come faccia questa gente a non cogliere l'ironia. Non me lo spiego. Eppure lui è solo il capo dell'esecutivo. Misteri proprio. Che sia a capo dell'esecutivo, dico.
Due giorni fa mio cognato, quello che abita nella mia stessa via ma un paio di numeri civici più avanti, voleva scendere a fare la spesa. Il 25 aprile. Il giorno dopo era domenica. Ovviamente non ha potuto causa chiusura festiva. È venuto da me che gli serviva il pane. Poi ha aggiunto carote (due perché una non gli bastava), poi ha chiesto l'acqua frizzante. Insomma ha fatto la spesa qua da me. Lui è quello organizzato (sono sarcastico, che di questi tempi non si sa mai).
I corrieri espressi lavorano ma lo fanno soprattutto per mio cognato, l'altro cognato, che non sa prendere una carta prepagata, non ha capito come funziona PayPal e quindi si appoggia a me. Lui è quello organizzato invece, ma per davvero, senza ironia.
Ho subito una frattura multipla di coglioni e di cazzo quando il capo mi ha detto che si dovrebbe tornare alla vecchia sede che è a sfanculonia rispetto a dove abito io. Ora come ora andavo a piedi a lavoro e l'idea di dover riprendere l'auto per andare ogni mattina in studio mi alletta come farmi prendere a sprangate da un gruppo di skinheads omofobi.
Stai a vedere che torno a scrivere sceneggiature per porno.
Ho ancora tanta farina di tipo 2, lievito secco istantaneo e poche uova. Stasera pizza e forse domani pane che i due chili dell'altro giorno stanno finendo.
Il 26 maggio dovrei andare a Milano. Forse in treno o forse riaprono l'aeroporto. Almeno la Ryanair mette la data come disponibile. Chissà se potrò andare in libreria, una volta lì. O a messa.
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falcemartello · 5 years ago
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Democrazia tradita.
Democrazie mafiose. Mezzo secolo fa Panfilo Gentile pubblicò un affilato pamphlet sull’involuzione oligarchica delle democrazie e sulla trasformazione dei partiti in circuiti chiusi e autoreferenziali di stampo mafioso. Lo pubblicò nel 1969 l’editore Volpe, ma il libro uscì dalla ristretta cerchia dei lettori di destra perché Indro Montanelli lo elogiò sul Corriere della sera. Ci aveva visto giusto, Gentile, sull’involuzione mafiosa e partitocratica delle democrazie; ma non aveva ancora visto l’Italia, e l’Europa, dei nostri anni, la spaccatura verticale tra popolo e notabilato, tra sovranità nazionali e potentati interni e internazionali, l’esproprio del voto fino al disprezzo per la volontà popolare e gli interessi nazionali.
È la quarta volta consecutiva che la sinistra in Italia si affaccia al governo non legittimata direttamente dalle urne. Letta, Renzi, Gentiloni, e ora si profila il quarto governo, non solo non scaturito dalle urne ma nato con lo scopo evidente di evitarle. Per adeguarsi al tono e al livello delle accuse che lancia la sinistra a chiunque governi senza il suo benestare – dittatura, ritorno al nazismo e al fascismo, leader anti-sinistra trattati tutti come delinquenti comuni – si potrebbe dire che la sinistra è un’associazione politico-culturale di stampo mafioso che elimina gli avversari con sistemi non democratici, mette a tacere i dissidenti con forme di omertà e discriminazione, s’impossessa del potere con metodi non democratici e impone un protettorato antipopolare funzionale ai codici ideologici e politici della cosca.
Lasciamo il terreno melmoso delle polemiche e saliamo di un piano. Cosa sta succedendo alle democrazie europee? Le classi dirigenti si sentono assediate a nord dal modello Brexit, a sud dal modello Salvini, a est dal modello Orban e a ovest dal modello Le Pen. Sono i quattro punti cardinali del sovranismo, ma sono anche quattro forze maggioritarie nei loro paesi, tutte criminalizzate. Dietro di loro vengono esorcizzati gli spettri di Trump, di Putin, di Bolsonaro, di Modi, di Abe, e si potrebbe continuare. Forme diverse di primato nazionale e identitario rispetto al modello liberal-radical-dem della sinistra.
Per trovare un modello diverso di rifermento si ricorre al modello cinese. Recensioni entusiastiche del Corriere della sera e de la Repubblica hanno accompagnato la traduzione del libro di Daniel A. Bell Il modello Cina, con un sottotitolo indicativo: “Meritocrazia politica e limiti della democrazia” (Luiss, prefazione di Sebastiano Maffettone). Il modello cinese non è una democrazia, ma è un regime liberista, oligarchico e comunista, col doppio primato del mercato e del partito. È un sistema capitalistico ma illiberale, in cui la sovranità popolare è in realtà un feticcio ereditato dai tempi di Mao, che elogiava il popolo ma poi lo rieducava con la forza, instaurando una sanguinaria dittatura. Ora quel tempo è passato, la Cina ha fatto passi da gigante, si espande nel mondo tra tecnica e finanza, dall’Africa all’Occidente; il turbo-comunismo resta catechismo di stato. Il capitalismo assume in Cina il ruolo che aveva la tecnologia per Lenin: la sua formula fu socialismo + elettrificazione, oggi la formula cinese è comunismo + mercato.
Bell, canadese che guida una facoltà di scienze politiche e pubblica amministrazione in Cina, non sposa il regime cinese nei suoi tratti più repressivi, corrotti e totalitari o l’autocrazia di Xi Jinping ma lo addita come modello per la formazione di classi politiche competenti, per il controllo del consenso popolare e la nascita di una tecnocrazia vigilata sotto il profilo etico (l’ultimo travestimento dell’ideologia e del politically correct).
La Cina diventa per l’Europa e in particolare per l’Italia (che coi grillini ha già sposato la via della Seta) il paese di riferimento per uscire dalla morsa Usa-Russia-India-Brasile più sovranisti nostrani e per limitare la democrazia.
Un modello che ruota intorno all’Intellettuale Collettivo che è poi il Partito, la Setta, la Casta; è la Cupola a rilasciare o revocare patenti di legittimazione, a vigilare sulla democrazia e a stabilirne i filtri, i limiti e a deciderne gli assetti.
Resta però irrisolto un molesto interlocutore, il popolo sovrano. Come aggirarne la volontà e come impedire – oltre che con le inchieste giudiziarie e le criminalizzazioni mediatiche – l’avvento di leader sovranisti?
Il mio suggerimento non del tutto ironico è prendere esempio non dalla lontana Cina ma dalla lontana Roma del quinto secolo avanti Cristo: istituire i Tribuni della Plebe. Ovvero incanalare il consenso popolare, gli umori e legare i capi populisti verso quei ruoli d’alta magistratura. I tribuni della plebe sono difensori civici che rappresentano gli umori popolari, legittimamente nominati e ascoltati; ma poi a governare ci pensano i consoli e i patrizi (ora provvisoriamente consociati a un altro clan prodotto dalla piattaforma Rousseau). È forse la soluzione più equilibrata e meno truffaldina di limitare la democrazia: il popolo non esercita più la sovranità, ma solo il controllo tramite i tribuni. Il potere resta saldamente nelle mani del patriziato, delle oligarchie, delle cupole. Un compromesso, una divisione dei poteri, una regolamentazione “costituzionale” del potere mafioso vigente in Italia e per certi versi in Europa, dove governano leader di minoranza quasi ovunque, dalla Francia alla Germania, alla Spagna. Pensateci, è una soluzione per aggirare la democrazia e frenare i populisti.
MV, Panorama n. 40 (2019)
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paoloxl · 6 years ago
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Firmato il documento che recepisce il volere di Salvini: a rischio 23 fra occupazioni e centri sociali storici. Intanto il Demanio apre l’iter contro CasaPound
Arriva, nero su bianco, la conferma del pugno di ferro contro le occupazioni abitative e i centri sociali romani. Il documento firmato ieri dalla prefetta Gerarda Pantalone segue la linea del ministro dell’interno Salvini. Pantalone riconosce che oltre 11 mila persone vivono in un’ottantina di posti occupati ed elenca i 23 a rischio di sgombero, per sentenze esecutive, sanzioni della corte dei conti o valutazioni, in molti casi al limite dello spergiuro, sul rischio che arrecherebbero alla sicurezza e all’ordine pubblico.
Oltre ad alcuni palazzi occupati da movimenti di lotta per l’abitare, le 29 pagine con la carta intestata della prefettura includono spazi femministi (Lucha Y Siesta), centri sociali (tra di essi Strike ed Acrobax, occupati in contemporanea dai movimenti precari nell’autunno di 17 anni fa), biblioteche (la libertaria Bam, a Centocelle) e musei di arte contemporanea riconosciuti (il Museo dell’Altro e dell’altrove, lungo la via Prenestina). In cima alla lista degli sgomberi compaiono due palazzi nei quali vivono centinaia di persone: in via Tempesta, a Tor Pignattara, e in via Caravaggio, a Tor Marancia. Nella lista non c’è CasaPound, anche se ieri il demanio ha presentato denuncia in procura, atto che costituisce l’avvio dell’iter per lo sgombero.
La linea del Viminale è chiara. Non si capisce, invece, come intendano agire comune di Roma e Regione Lazio. Virginia Raggi ha rimosso dal suo incarico Aldo Barletta, dirigente dell’ufficio politiche abitative. Sotto accusa ci sarebbe la gestione delle «soluzioni alternative» proposte ai nuclei sgomberati il 15 luglio da via Cardinal Capranica.
L’assessora alle politiche sociali Laura Baldassarre e la stessa sindaca avevano giurato che tutto era andato per il meglio, ma il Campidoglio si è ritrovato ad affrontare l’emergenza facendo ricorso ad affidamenti esterni che, oltre a fornire servizi cari e poco adatti, comportano rischi di corruzione. L’inversione di rotta sarebbe più radicale se dovesse saltare anche l’assessora alla casa Rosalba Castiglione, poco dialogante con i movimenti.
Dalla Regione interviene l’assessore competente Massimiliano Valeriani: «Il ripristino della legalità non è più importante delle persone, che vanno tutelate». Allo sgombero di cinque giorni fa si sono presentati in veste di mediatori alcuni consiglieri radicali, civici di sinistra e persino centristi. Tutti parte della maggioranza che sostiene Zingaretti, ma nessuno del Pd.
Giuliano Santoro
da il manifesto
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telodogratis · 3 years ago
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Elezioni 2022, de Magistris a Conte: "Con sinistra e civici si arriva al 20%"
Elezioni 2022, de Magistris a Conte: “Con sinistra e civici si arriva al 20%”
Read More(Adnkronos) – L’ex sindaco di Napoli e leader di Dema: “Pronti a dialogare con chi ha deciso di rompere con il sistema”politica(Adnkronos) – L’ex sindaco di Napoli e leader di Dema: “Pronti a dialogare con chi ha deciso di rompere con il sistema”Adnkronos – ultimora
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nardonews24 · 3 years ago
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IL PD È, ORMAI, UN CLUB DI NARCISISTI?
IL PD È, ORMAI, UN CLUB DI NARCISISTI?
PD. Spesso sento dire: la politica è cosa seria, ok. Se è vero che è una cosa seria, il Pd dovrebbe spiegare ai suoi elettori cosa c’entra   il coordinatore regionale della Lega Roberto Marti, il sindaco “civico di destra” di Nardò Pippi Mellone, e il consigliere regionale Donato Metallo (Pd) Insomma: destra, sinistra, civici, tutti insieme appassionatamente senza distinzioni e steccati? I…
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umbriajournal · 2 years ago
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Terni, presentata lista KennyxTerni Civici di Sinistra e Verdi
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corallorosso · 5 years ago
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Fase dux: perché la sinistra ronde e sceriffi sta di nuovo regalando l’Italia a Salvini Gli assistenti civici a fare le ronde contro gli assembramenti. Gli amministratori-sceriffo, da Milano a Napoli, che se la prendono contro la gente che esce di casa, a mangiare o bere qualcosa. Le applicazioni per la sorveglianza di Stato. Consulenti scientifici e presidenti di regione che si lanciano in proclami proibizionisti contro chi “si diverte con alcol e droga”, come se i vizi privati avessero qualche legame con l’epidemia in atto. I decreti della presidenza del consiglio che esautorano il parlamento da ogni funzione legislativa. Le task force e i comitati tecnici scientifici che prendono decisioni nel segreto delle loro stanze, senza che nessuno conosca la ratio dei loro provvedimenti. Fossimo un Paese governato dalla destra più autoritaria, tutto tornerebbe. Ma, a quanto pare, siamo una democrazia governata da una coalizione di centro-sinistra, e allora qualcosa non va. Perché comprendiamo tutto: l’allarme sociale per una seconda ondata di Coronavirus, la paura di rivivere l’incubo degli ospedali pieni, dei carri funebri incolonnati, delle zone rosse e del lockdown economico. Ma non comprendiamo perché tutto questo debba necessariamente passare per provvedimenti liberticidi al sapore di Stato etico, annunciati con piglio autoritario in videomessaggi senza contraddittorio. O, se la vogliamo dire meglio, perché ministri e amministratori di centro sinistra, da Conte a Boccia, da Sala a De Luca, debbano necessariamente travestirsi da Salvini per gestire questa fase politica. (...) Del resto, ce lo dicono i sondaggi, Giuseppe Conte è entrato nel cuore degli italiani dal momento in cui ha smesso di governare e ha iniziato a comandare a colpi di Dpcm. E Vincenzo De Luca cresce in popolarità ogni volta che la spara più grossa. E Beppe Sala, che si è rifatto l’immagine dopo lo scivolone del “Milano non si ferma”, che si fa fotografare sul tetto del Duomo di Milano con didascalie inneggianti la patria e il paternalismo. E ciascuno di loro a irridere i giornalisti, e a evitare ogni confronto con le domande scomode, o più semplicemente con le domande. Del resto, se paga nei sondaggi, perché non farlo? La risposta a questa domanda la conosciamo, purtroppo. Perché vellicando il bisogno tutto italiano di essere sudditi, anziché cittadini, non si fa altro che spianare la strada a chi l’autoritarismo non vede l’ora di praticarlo per davvero, e finirà per farlo molto presto visto che nei sondaggi Lega e Fratelli d’Italia, nonostante il calo di queste settimane, assieme arrivano a superare il 40% dei consensi. Domande per i nostri sceriffi progressisti: cosa direte domani, quando saranno Matteo Salvini e Giorgia Meloni a governare a colpi di decreti e a bypassare il Parlamento? Quando la guerra alle cattive abitudini sarà normata da leggi dello Stato, alla faccia della libertà individuale? Quando la sorveglianza sociale sarà estesa a motivi di ordine pubblico? Quando ogni trasparenza nei processi decisionali sarà subordinata alla ragion di Patria? Perché sì, cari governanti e amministratori di centrosinistra, la fase 1 potevate gestirla molto molto meglio, ma almeno lì avevate l’alibi dell’emergenza. Ma se davvero pensate di gestire la fase 2 a colpi di autoritarismo, paternalismo e controllo sociale, sappiate che state sbagliando ancora più forte. di Francesco Cancellato
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andanteconmoto · 7 years ago
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Un nuovo MAXIPOST ELETTORALE - XVIII legislatura edition
La sede vacante è il periodo che intercorre tra la morte/ritiro di un papa e l’insediamento di quello successivo. È il periodo più bello ed equilibrato che esista, almeno per uno come me che subisce passivamente l’ingerenza ecclesiastica in Italia, perché nessuno può dire stronzate su cosa posso e non posso fare per non offendere Gesù. Molto simili sono la crisi di governo e il periodo che intercorre tra due legislature. Momenti di pace dei sensi vissuta al ritmo di una nuova, fantasmagorica e insostenibile CAMPAGNA ELETTORALE. Alle urne, italiani! Ancora non sapete chi incarna meglio le vostre convinzioni? Nessun problema: ecco la guida per districarvi nel marasma dei simboli che potreste trovare sulle vostre schede tra due mesi scarsi.
1) Italia! Italia! ovvero i partiti da stadio, quelli il cui unico pensiero è che vogliono governare l’Italia quindi è necessario far capire bene che è l’Italia che vogliono governare e, che ne so, non il Burkina Faso.
# Partito dei valori cristiani
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Che bello il tricolore, quanta emozione che ci dà. Alla fine è il simbolo perfetto dell’unità nazionale, con quei tre colori che libertà uguaglianza e fraternità nessuno sa davvero cosa vogliano dire ma che ricordano un po’ una bella margherita. Che bello il tricolore: mettiamolo sul nostro simbolo. Tante volte. Chi lo vota: I marinai in pensione, quelli che nell’intreccio delle coccarde hanno vissuto un piccolo colpo al cuore. # Movimento Passione Italia
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Questo non è un simbolo, è la resa grafica di una canzone di Mino Reitano: era tanto che volevo, col mio simbolo dire a te, grazie a un vecchio pensiero, grazie al mio paese... (movimento passione) Italia, (movimento passione) Italia: di partiti belli uguali non ce n’è! Chi lo vota: I dislessici e chi è cresciuto in paesi in cui si legge da destra a sinistra. Capisco il gioco cuore-italia ma dai, davvero, messi così i due caratteri si manda a cagare ogni logica. # Energie per l’Italia
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è sempre bello quando in questa lista arrivano i simboli di quelli veri che ci mettono i soldi dentro. I Liberali-popolari-civici e gli innovatori mettono in campo le loro energie per l’Italia insieme a Stefano Parisi. E quale icona può rappresentare al meglio le energie se non delle lampadine tricolore? Delle lampadine tricolore chiaramente spente, anzi, nemmeno spente: che assorbono la luce attorno a loro...  Chi lo vota: Elettricisti di tutta Italia, unitevi! # Sdebitalia
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Sopra il tricolore abbiamo attaccato con gimp una foto di una forbice su un tappeto di velluto che taglia un nastro tricolore, anzi avvolta da un nastro tricolore. Poi, visto che avevamo problemi con la fusione dei livelli abbiamo esportato tutto in bitmap, aperto paint e scritto SDEBITALIA usando il campiona colore per ricreare il tricolore. Ci piace tanto il tricolore, avremmo voluto metterne di più.
Chi lo vota: l’arrotino, la vecchia signora che si fa davvero affilare le forbici dall’arrotino. # Riscossa Italia
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Democrazia, lavoro e sovranità: ecco a cosa penso ogni volta che mi perdo a guardare le colline del Chianti oppure lo sfondo predefinito di Windows XP. Ecco, Riscossa Italia, con la sua simbologia semplice e affatto didascalica, trasforma in tricolore un profilo collinare sotto a un idilliaco cielo azzurro libertà. Riesce proprio a farmene venire voglia, di sovranità. Peccato solo che non abbiano scritto ‘lavoro’ in verde e ‘democrazia’ in rosso: lì si che sarebbe stato un simbolo perfetto. Chi lo vota: Mucche alla riscossa, Tartarughe Ninja alla riscossa, Sandokan alla riscossa, Fantozzi alla riscossa, Zagor alla riscossa, eccetera, eccetera, eccetera. # L’italia di Mameli
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Io parlo della locura, Elettore, la locura. La pazzia, la cerveza, la tradizione, o merda, come la chiami tu, ma con una bella spruzzata di pazzia: il peggior conservatorismo che però si tinge di simpatia, di colore, di paillette. In una parola: Platinette; perché Platinette ci assolve da tutti i nostri mali, da tutte le nostre malefatte...  questa è l'Italia di Mameli: un paese di musichette, mentre fuori c'è la morte! 
Chi la vota: i tre sceneggiatori di Boris, Karim e forse anche Arianna, che per votare di nuovo Berlusconi ci vuole coraggio.
# Italia Madre
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Il punto più alto della carriera politica di Irene Pivetti è aver avuto una sorella che ha doppiato Meg nel film Disney Hercules. Qualcosa da quell’esperienza ha imparato, apparentemente, perché il logo del suo nuovo esperimento politico sembra tirato fuori da una scena del film. Ma sì dai, è quella testa disegnata sul piatto appeso alla parete nella scena in cui Phil si lamenta delle caviglie di Achille.
Chi lo vota: Pena e Panico, il pittore nevrastenico che tenta di ritrarre Ercole. 
# Ameritalia
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Qualcuno era comunista, diceva Giorgio Gaber, perché sognava una libertà diversa da quella americana. Possiamo quindi assumere che qualcuno fosse maccartista perché sognava esattamente la libertà americana, anzi la fusione con l’America stessa. Ameritalia fonde tricolore e stars and stripes in un nuovo meraviglioso esempio di assoluta bruttura. Chi lo vota: se lo cercate su internet il primo risultato che salta fuori è un burger place di Chicago città, vi lascio immaginare la clientela...
2) MONO Negli anni sessanta l’introduzione del suono stereofonico è stata una rivoluzione per l’industria discografica. Però pare che Sgt. Pepper suoni meglio quando è ascoltato monoaurale. Seguendo l’esempio di questo caposaldo della musica, molti partiti decidono di dedicarsi solo a una cosa, solo a un certo gruppo di persone.
#Movimento gente onesta
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Per quanto potrai impegnarti qualcosa c’è sempre chi ti tirerà addosso le pietre. Poveri 5stelle, apparentemente non abbastanza honesti per questo movimento della gente onesta. Onestamente, non ce la faccio più a sentire invocare onestà-onestà a destra e a manca: non vedo l’ora che compaia un partito per disonesti, ingannatori e affini. Giusto per mischiare un po’ le carte.
Chi lo vota: la gente onesta!!1!
# Il popolo della famiglia - No gender nelle scuole
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Il problema di internet è che dà a troppa gente la possibilità di parlare. Su questo simbolo non voglio spendere più di tre righe. Sono i rugrats quei quattro cosi in basso? Chi lo vota: nostalgici dei rugrats, disegnatori oramai in pensione dei rugrats, quelli che proprio di come funzioni un popolo o una famiglia non hanno capito un cazzo.
# 3MMM - Movimento Mamme del Mondo per l’Italia
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Certo, se vogliamo liberarci dallo stereotipo italiano mafia pizza mamma e mandolino forse non è il caso di votare una cosa del genere. Però a noi gli stereotipi piacciono e quindi ecco queste tre M maiuscole di vaga memoria mussoliniana su un bel mondo tinto di rosa. Se questa lista esiste è solo colpa di Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri: qualche anno fa, in un disco di successo, cantavano: “Voglio che le cariche importanti, dove si decide per il mondo vengano assegnate solo a donne. madri di figli”. Vi hanno preso in parola, spero siate contenti.
Chi lo vota:  Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri.
# No riforma forense
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C’è sempre della poesia in un indirizzo e-mail @libero.it. In un contrassegno elettorale poi è chiaramente un messaggio politico e non tirchieria: non è che non abbiamo voluto comprare un dominio, è che @libero.it ci sembrava proprio un bel messaggio. Liberi, in Italia, dalla riforma forense. Chi lo vota: controriformisti a affini, i collegiali dei concili di Trento e di Costanza, chi proprio non ha voglia che le cose cambino. # Free Flights to Italy
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Le liste della circoscrizione estero non hanno veramente limite alla decenza. Va bene, voli gratis per l’italia. Ma perché non voli gratis dall’Italia? In questo modo mi posso trasferire, entrare nella circoscrizione estero, votarvi e ci guadagniamo tutti quanti. Se invece si vola gratis solo verso l’Italia me lo spiegate poi chi è che vi vota tra 5 anni? Un po’ di lungimiranza, per piacere.
Chi lo vota: volagratis.com 
3) Infinite Jest ovvero quelli che hanno così poco da dire che decidono di dire tutto sul contrassegno, veri post-moderni della politica, quelli che se passiamo ventisette minuti dentro alla cabina elettorale è solo colpa loro. # Movimento disoccupati e precari meridionali-italiani
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Il movimento disoccupati e precari meridionali-italiani si occupa dei problemi pressanti dei disoccupati e precari meridionali-italiani. Guardate come il sole del lavoro illumina coi suoi raggi questi disoccupati e precari meridionali-italiani che sono chiaramente in movimento. Le rielaborazioni del quarto stato nei simboli politici non mancano mai ma loro, facendo camminare tutto il loro movimento verso tre puntini di sospensione hanno portato tutto a un livello di retorica ulteriore. Chi lo vota: Disoccupati e precari, ma solo quelli meridionali-italiani. E che siano in movimento, l’immobilismo è cosa da prima repubblica.
# Lega per l’Italia 1861-2011 orgoglio italiano - movimento presidenzialista
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La lega per l’Italia ci tiene a sottolineare che l’orgoglio che la porta avanti non solo è italiano ma è anche volto al presidenzialismo e rispetta gli standard ISO9001 della comunità europea. Ma sono le date la cosa che, in tutto il marasma della sovrabbondanza di elementi, cattura più vivamente la mia attenzione. L’orgoglio inizia nel 1861, chiaramente, ma finisce nel 2011. Cosa è successo nel 2011? La morte di Liz Taylor? Vecchioni che vince Sanremo? Ai posteri l’ardua sentenza.
Chi lo vota: orgogliosi selettivi, i nuovi leghisti del meridione.
 # MIC - Italia nel Cuore - Storie di vita
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All you need is love. Quasi fuori categoria il MIC che di testo sul simbolo ne ha poco. Però quel piccolo cappelletto che ci promette “storie di vita vera” lascia spazio infinito alla mia immaginazione. In quelle quattro parole io vedo La coscienza di Zeno. Che bello deve essere il loro congresso, una cosa a metà tra un incontro dei weight watchers e un convegno di autopotenziamento.  Chi lo vota: venditori dei sistemi piramidali, ex yesman pentiti e quelli che seguono i seminari EST. Anche qualche alcolista anonimo, ma solo quelli che ce la stanno facendo.
# Partito Valore Umano - Per un nuovo umanesimo 
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Per un nuovo umanesimo. Perché, cos’ha quello vecchio che non va? Petrarca e Boccaccio non vanno più di moda? Il simbolo del PVU mi lascia in preda a mille dubbi di natura puramente grafica: è un cuore quello? perché è dilaniato? Qualcuno ha spezzato il cuore al fondatore del PVU? Insomma, anche qui un partito che non dice troppo ma lascia molto spazio alle domande. (E quei cerchi concentrici lì, messi così sopra e attorno a questa figura dal simbolismo non troppo chiaro mi fanno pensare a uno degli Angeli di Neon Genesis Evangelion. Non so perché.) Chi lo vota: Petrarca e Boccaccio, anche se non vanno più di moda.
# Recupero Maltolto - statuto lavoratori art. 18 -  Bonum commune aqua - tutela domicilio - jus pro merito
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Sto barando qui, barerò ancora più avanti. Sì perché il partito del ‘recupero maltolto’ era già finito in una di queste liste e il fatto che si ripresenti qui forse vuol dire che sto finendo le idee. Però mi piace come a ogni elezione saltino sul carro del vincitore inglobando nel loro contrassegno una nuova battaglia d’attualità. L’articolo 18, in questo caso. Mi piace anche come abbiano deciso, per migliorare la leggibilità del pensiero politico e raggiungere meglio le masse, di usare il latino nel nominare le loro grandi battaglie. Ma solo due su tre, perché chi vuole la tutela del domicilio mi sa che non è abbastanza studiato.
Chi lo vota: Latinisti e latinoranti, quelli come me che si perdevano a leggere le locuzioni sul fondo del dizionario.
# Pace Giustizia Libertà - cambia modello di sviluppo - solidarietà - cristiani per la crescita felice - nuovo modello di sviluppo per l’Italia
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Anche “Pace giustizia libertà” è una vecchia conoscenza, anche loro però hanno portato la battaglia a un livello superiore. Più che un simbolo loro hanno presentato un romanzo: visto che nessuno glielo pubblicava hanno pensato di scriverlo così, in tondo, dentro allo stemma della loro lista. Del resto lo dicono anche loro: cambia modello di sviluppo. Noi lo abbiamo fatto, voi cosa state aspettando?
Chi lo vota: quelli che vogliono cambiare modello di sviluppo e, sostanzialmente, crescere felici. 
# Pensiero Azione PPA - Popolo Partite IVA - Riprogettiamo il paese valorizzando le nostre ricchezze - Protezione Italia - Turismo - MPLibertà - Cristiano-liberali
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PPA vede la sfida di PGL e rilancia con un contrassegno che forse è stato davvero disegnato da qualcuno con un minimo di studi grafici. C’è scritta tantissima roba ma non è così sgradevole da guardare. Se lo stemma di PGL era il romanzo scadente autoprodotto rifiutato da tutte le case editrici, questo di PPA è uno di quei cloni che compaiono dopo i grandi successi di massa, uno dei mille libri sui vampiri innamorati che sono sbocciati attorno a Twilight. La copertina è simile, sembra la cosa vera, però è solo la copertura per trecento pagine di vuoto assoluto. Chi lo vota: le partite IVA. Sinceramente non sapevo che votassero anche loro quest’anno. Mattarella ha parlato dei giovani, non delle partite IVA. Povere, tutte le discriminano.
3) La quadratura del cerchio ovvero quei partiti che non hanno ancora capito come funziona il mondo, quelli che non riescono a lasciarsi alle spalle l’idealismo e i sogni, i partiti con vocazione pindarica, quelli che ancora presentano, dopo diciassette legislature, un simbolo poligonale dentro al contrassegno rotondo.
# Partito Democratico
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Il PD era un partito di sinistra, così tanto di sinistra che ha perso le elezioni anche quella volta che le ha vinte. Poi è scomparso, si è rotto, ricomposto, snaturato, reinventato, è evaporato in una nuvola rossa. Tutti i suoi problemi nascono da qui, dal simbolo: una cosa rettangolare che vuole ricordare la bandiera italiana (ma che comunque ha le proporzioni sbagliate) infilata in un buco rotondo. Povera sinistra.
Chi lo vota: chi si tura il naso, presunti pidioti, nostalgici della prima repubblica e degli sbocchi monocolore.
# Partito Comunista
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Ma il PD non si inventa niente. Le sue radici sono nell’Ulivo, le cui radici sono nei DS, le cui radici sono nel PDS le cui radici sono nel vecchio caro e glorioso PCdI che adesso è così, quadratizzato e senza gioia di vivere, senza nessuna speranza di ricevere un solo voto. Ma anche il vecchio PCdI, a dirla tutta, con le sue due bandierine plasticose, questa cosa della circonferenza non l’ha mai capita. Forse per questo ha perso sempre.
Chi lo vota: lo studente del classico un po’ trasandato, quello che è andato a votare con i mezzi pubblici così da poter leggere nel frattempo “le ceneri di Gramsci”. 
# La Luce del Sud
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Se c’è una cosa che il PD è riuscito a fare nella sua ostinazione spigolosa è inscrivere interamente il logo all’interno del contrassegno. Questa cosa invece non riesce a farla Giusy Papale quando presenta il simbolo del suo partito. La sensazione è che lei abbia da un lato voluto a ogni costo usare un brutto quadro (fatto probabilmente da un figlio in età prescolare) come logo e dall’altro abbia nasato questa equazione per cui il simbolo quadrato non vince mai. Tagliare gli spigoli e colorare di giallo le aree scoperte è solo un tentativo di aggirare il destino.
Chi lo vota: nessuno, squalificato: non ci piace la gente che bara. Accetta la tua natura quadrata, Luce del Sud.
# Movimento Riscatto Nazionale
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Il tricolore, tre alabarde spaziali, una bella aquila incattivita che sovrasta lo stemma della repubblica, caratteri che si rifanno alla tradizione fraktur... insomma: tutta l’iconografia che serve a vincere le elezioni in Italia nel 2018. Per fortuna che sono stati così coglioni da cadere anche loro nella trappola della poligonia e non potranno vincere niente. L’abbiamo scampata.
Chi lo vota: il picchetto davanti al cimitero di Predappio, mezza costa ovest del lago di Garda
#Partito Sardo d’Azione
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Avete presente quando siete a un concerto oppure a un evento di piazza e qualcuno due o tre file avanti a voi srotola e fa sventolare questo enorme vessillo con le quattro teste sarde? Succede SEMPRE, OVUNQUE. Quest’anno succede anche alle elezioni. Grazie, Partito Sardo d’Azione, grazie per ricordarci che la Sardegna esiste. La prossima volta però facciamo uno stemma tondo. Dai, con questa grafica di base non era così difficile riuscirci.
Chi lo vota: quelli due o tre file avanti a voi che al concerto oppure all’evento di piazza fanno sventolare la bandiera sarda.
5) Quelli che hanno sbagliato elezione Sì, va bene: si vota per il parlamento italiano, però non è che dobbiamo per forza tutti volerci bene, giusto? Via, basta Italia: il progetto è fallito. Votiamo altri parlamenti dentro al parlamento e mandiamo un po’ tutto in vacca. 
  # Liga Veneta Repubblica
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Mi mette sempre di buon umore pensare che da qualche parte esista gente che pensa che le posizioni della lega e dei fascisti non siano abbastanza definite, mi piace molto che decidano di staccarsi da tutto per essere assolutamente definiti, mi riempie di gioia vedere come provino a farlo legalmente. Carini loro.
Chi lo vota: ne ho conosciuti fin troppi, lasciamo stare.
# NSAB MLNS
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Seriamente: cerchiamo di immaginare il congresso di questi qui. Cinque sfigati tipo quelli del centro sociale di como, pelati e con il bomber che si guardano nelle palle dei loro occhi spenti e cercano un modo per infilare il loro neo-nazismo nelle elezioni italiane. Allora, dice uno, nazionalsocialismo non si può dire, però se scriviamo che siamo nazionalisti e socialisti, forse...  Per non parlare di come tutto questo logo sia un capolavoro di incompetenza. Movimento nazionalista e socialista dei lavoratori è chiaro. Ma NSAB e MLNS cosa vorrebbero dire? A sentimento mi viene quasi il dubbio che abbiano presentato un typo e che quel MLNS avrebbe dovuto essere MSLN. Però forse sono io che ho la coscienza sporca.
Chi lo vota: nessuno, sicuramente verrà bloccato in fase di revisione. Però è già tremendo che qualcuno lo abbia presentato. 
# Potere al popolo
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Sì, va bene, ci abbiamo provato. Non ha funzionato.  Il prossimo.
Chi lo vota: chi vorrebbe votare i 5stelle ma gli puzzano troppo di fascismo.
# Per una Sinistra Rivoluzionaria
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Per una sinistra rivoluzionaria bisogna prendere il treno da Helsinki a Pietrogrado, assediare il Palazzo d’Inverno e instaurare la dittatura del popolo a Mosca. Non votare questo potpourri di retorica, pugni chiusi e nostalgia. Insomma, è proprio il concetto che è sbagliato: come si vota la rivoluzione? 
Chi lo vota:  Mi dispiace Ferrando: il trotzkismo non ha funzionato in Russia, figuriamoci qui.
# Mo!
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Se non ora, quando? Mo. Tipo subito, anzi prima di subito. Mi piace come abbiano tagliato l’Italia dal Lazio in giù e dicano di rivendicare una certa unione mediterranea: è un bel tentativo di nascondere dietro a una espressione dialettale l’ennesimo movimento di rinascita duosiciliano. Ho visto il parlamento duosiciliano, a Palermo. Non ci sta niente dentro.
Chi lo vota: quelli che bevono il caffè Borbone.
# Blocco Nazionale per le Libertà
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I problemi qui sono due: capire esattamente cos’è un blocco nazionale e, successivamente, chiarire cosa intendono per nazione. Quindi: come si blocca un paese per le libertà? Gli si mette un fermo tra i raggi, come nelle biciclette del free bike sharing di Milano? E soprattutto, quale Nazione: l’Italia Reale tipo il paese reale dei 5stelle? Sì giusto? Nessuna nostalgia sabauda, vero? E allora, la corona...
Chi lo vota: quelli che “Italia amore mio non è male come canzone”
# Sacro Romano Impero Liberale Cattolico
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Voglio uscire con Mirella Cece una sera a cena, parlare un po’ con lei e capire cos’è che non va. Non voglio perdere altre parole su questo partito, l’ho già fatto tempo fa, però non riesco a non apprezzare tantissimo il logo rinnovato: una meravigliosa metafora dell’immobilismo della giustizia italiana: guardate, i due piatti della bilancia sono assicurati alla trave orizzontale di un crocifisso, una cosa che sembra anche piuttosto solida. Non si muoveranno mai, quei piatti, finché un carico troppo pesante non ne spezzerà il supporto e via, una nuova ondata di invasioni barbariche.
Chi lo vota: Mirella Cece e gli incoronati la notte di natale. 
6) Fuori scala - TOP 5 ovvero quelli che non sono riuscito a inserire in una di queste categorie ma mi hanno comunque lasciato un profondo segno nel cuore.
# Partito delle buone maniere
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Anche questo è una vecchia conoscenza ma questa nuova veste grafica mi rapisce cuore e cervello. Anche io voglio un dispositivo anti-molestie, un bel fiorellino rosso che una mano con unghie smaltate si appresta a lanciare in mare, verso il tramonto. Quanta poesia, in queste buone maniere.
Chi lo vota: i maggiordomi, quelli a cui è sinceramente piaciuto Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro
# W la fisica
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A ogni azione ne corrisponde una uguale e contraria, lo diceva Newton. Era inevitabile quindi che in mezzo all’oscurantismo dilagante e alla rinnovata ignoranza scientifica - e mancanza di buon senso - del popolaccio italiano si facesse avanti un partito scientista - per dirla come la dicono i complottisti. L’idea mi rinfranca ma il simbolo è abominevole. Mi piace il piano cartesiano con le due curve disegnate, avrei lavorato su quello. Tutto il resto sembra un brutto derivato delle vecchie word art di windows 98.
Chi lo vota: i soci MENSA, quelli a cui le word art di windows 98 piacciono
# 10 volte meglio
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Giusto, si deve migliorare. Ma perché migliorare una volta quando puoi farlo dieci volte? Giuro, non credo di aver mai visto un simbolo tanto de-ideologico quanto questo prima. Non comunica niente, solo che vuole fare meglio. Ma meglio di chi? Che cosa meglio? Si tratta di un movimento di destra o di sinistra? Non lo so, è affascinante e fallimentare allo stesso momento. 
Chi lo vota: workaholics and overachievers
# MTNPP
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Da un grande nome derivano grandi responsabilità. Credo che il grande nome in questo caso sia movimento tecnico nazionale popolare per la pace. Non è un nome semplice da ricordare, fortunatamente lo si può facilmente abbreviare in Movtecnazpopace. Che mi ricorda uno di quei mille enti dell’immobilismo sovietico o le strane sigle del ventennio fascista. Quanta nostalgia.
Chi lo vota: ex dipendenti del minculpop, appassionati di sciarade.
# Autodeterminatzione
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Vincitore indiscusso della tornata elettorale 2018, partito di governo in pectore, è autodeterminatzione. L’unico contrassegno che si è meritato una googlata perché, da linguista, quella T mi disturba tantissimo. Sono banalmente degli indipendentisti sardi - sì, sempre loro - però il gioco di parole, lo scarabeo, i colori: funziona tutto ed è tutto bello. Bravi tutti, ora sventolate la vostra bandiera coi quattro mori.
Chi lo vota: i quattro mori sventolati sulla bandiera, egittologi e faraoni.
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