#ettore roesler franz
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drrestlesshate · 4 months ago
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Ettore Roesler Franz - Roma, Foro Boario, 1859 (con la basilica di Santa Maria in Cosmedin)
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figlidiroma · 5 days ago
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Oltre alla bellezza dell'immagine, così netta nei particolari delle murature e dei mattoni, si notano alcune cose:
a) in fondo, sotto la cupola di San Pietro, c'è un piccolo timpano triangolare e, poco più a sinistra, un tamburo di cupola ottogonale: è il complesso di Santo Spirito in Sassia, precisamente le cosiddette "Corsie Sistine". Ancora oggi si vede distintamente ai piedi della cupola, se ci si affaccia da Ponte Sant'Angelo e da Ponte Umberto I, prima che la curva del Tevere a Ripetta confonda un po' i contorni del panorama e ostruisca in parte la vista.
b) Normalmente, il Gianicolo è visibile più o meno al centro del punto di fuga a sinistra, poco dietro la cupola del Santo Spirito: il giorno che il pittore ritrae è però nebbioso, c'è una foschia dorata che offusca un po' le due cupole laterali di San Pietro, normalmente perfettamente visibili da quello che è qui il punto di osservazione, che a me pare più o meno collocabile all'altezza dei civici 60 e 50 di Lungotevere Tor di Nona, ovviamente lungo la riva del fiume.
c) La cosa più importante, ovviamente: l'assenza dei muraglioni di contenimento e la fiancata verde di Castel sant'Angelo che scende diretta nell'acqua, così come, al posto dei muraglioni, a sinistra c'è una cortina di case e un accesso al fiume il quale, come si vede bene, è navigato da barche con quella che pare frutta e verdura.
d) non si capisce benissimo se le barche siano state caricate o vengano scaricate: a me pare più la seconda, e se così fosse si tratterebbe di carichi condotti forse dalla zona di Ripetta, dove di certo è documentato, nel 1811, un edificio dedicato al Mercato delle Erbe in piazza Monte d'Oro, dove tuttora sorge il piccolo mercato rionale Flaminio. In allegato una fotografia di Ettore Roesler Franz, ripresa dal lato di Prati di Castello, che raffigura gli edifici addossati alla riva del Tevere all'altezza di san Rocco all'Augusteo (Ara Pacis/Ripetta) come prova la foto dall'Archivio Luce con l'analogo campanile, di cui segue foto. Rispetto al luogo del dipinto, ci troviamo circa un chilometro più a monte: la foto è stata scattata dalla ripa erbosa dove ora dovrebbe trovarsi una quinta di case di ringhiera a Lungotevere dei Mellini.
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Come si vede, la situazione è meno pittoresca di quanto nel dipinto, ma si nota a destra quella che pare una delle scale di accesso alla riva, proprio come c'è anche nel nostro bel quadro.
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Oswald Achenbach (German, 1827-1905)
Am Ufer des Tiber in Rom
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our-verystudentgarden · 2 months ago
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Isole Raja Ampat (Indonesia)
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Un angolo di Roma fine '800. Foto di Ettore Roesler Franz
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Veliko Tărnovo (Bulgaria)
2-8/12/24
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figlidiroma · 5 months ago
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Nel 1612, la grande impresa di ripristinare l'acquedotto di Traiano (allora creduto di Augusto) per alimentare Trastevere, Gianicolo e Borgo - la riva etrusca del Tevere, a sinistra della corrente - termina con la conduzione delle acque anche di là dal fiume, verso via Giulia.
Conduzione, si fa per dire: trattavasi pure lì di riattivare infrastrutture romane che correvano quasi al cuore dell'area sacra del Tarentum, sotto i piedi degli abitanti secenteschi - quei pochi superstiti dal Sacco di 85 anni prima e dalle successive pestilenze.
Solo poco prima, un altro papa aveva fatto di un grande acquedotto un'occasione di rigenerazione urbana: era Sisto V Peretti, che, a dire il vero, a portar da bere alle rinseccolite Trastevere e Borgo ci aveva pure provato, ma non gli aveva detto bene.
Dopo la perettiana Acqua Felice nasce così l'Acqua Paola, da Paolo V Borghese, che mise mano all'opera per mezzo di architetti e ingegneri di sicura cazzimma come Giovanni Fontana e Flaminio Ponzio. Pare che l'acquedotto fosse così gagliardo che alla sua inaugurazione, al Fontanone del Gianicolo, costruito appunto a scopo pratico e celebrativo, la pressione potentissima arrivasse a far allagare i terreni vicini. Comunque, lacqua che si beve in Prati, Trastevere e Gianicolense viene da questo acquedotto, fatica congiunta dei Romani e di chi volle ricostruire sul loro solco.
Una delle fontane alimentate dalla Paola non ha bisogno di presentazioni: è il mascherone di via Giulia, assemblato forse con "cocci" romani (la vasca inferiore) e su progetto di Girolamo Rainaldi, un altro, come i Fontana, delle dinastie di architetti che si palleggiarono il Barocco romano.
Spesata forse dai Farnese, di cui reca il giglio sulla testa, la fontana potrebbe aver occasionalmente gettato vino su iniziativa munifica dei suoi sponsor. Di certo, prima dei muraglioni, alle sue spalle lungo il fiume era collocata la fontana che ora occupa piazza Trilussa, e c'era poi una scaletta che da qui scendeva ad una cala portuale sul Tevere, come quelle che ancora si vedono in certe foto di fine Ottocento, non poche a firma del grande Ettore Roesler Franz.
Fotografie e video miei, musica di Armando Trovajoli.
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agrpress-blog · 1 year ago
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Con il titolo “Memorie di acqua e colore”, la Galleria della Tartaruga di Marco Pezzali presso la Libreria Eli, in viale Somalia, 50/a, rende omaggio all’artista russo Vladimir Khasiev, scomparso nel 2022, inaugurando a Roma sabato 3 febbraio alle ore 18:00, una mostra di suoi acquerelli su carta nei quali la precisione della visone di scorci urbani e paesaggistici è espressa attraverso una cromia dai toni caldi, ricca di effetti di luce che esalta i valori espressivi dei luoghi. Nato nel 1947 a San Pietroburgo dove ha frequentato, laureandosi nel 1973, l’Accademia d’Arte e Design della Facoltà di Architettura d’Interni, Vladimir Khasiev nel 1981 si trasferisce in Italia e si stabilisce a Roma dove, nel 1982, allestisce la sua prima mostra personale, ricevendo un ottimo commento del critico Antonello Trombadori. Entrato in rapporto con l’Associazione Nazionale Acquarellisti d’Italia, partecipa, su invito, a rassegne nazionali e internazionali ottenendo significativi riconoscimenti per la capacità di rinnovarne il linguaggio, attualizzandolo, attraverso i suoi luminosi acquerelli. Tra questi, nel 1986 il premio internazionale di acquerello intitolato a “Villa Borghese”, svoltosi nel complesso monumentale di San Michele a Ripa. Seguono numerose e ampie esposizioni sia in gallerie private che in musei o Istituzioni pubbliche (tra le quali la rassegna curata dall’Università degli Studi di Roma – Tor Vergata a Villa Mondragone e quelle ai Musei Civici di Albano e alle Scuderie Aldobrandini di Frascati) a Roma, Venezia, Firenze. Vladimir Khasiev, per giudizio unanime, è inserito nel solco della consolidata tradizione degli artisti stranieri che, affascinati dall’unicità e dall’essenza del paesaggio italiano, giunsero in Italia nel corso dei secoli passati per seguire le vie del ‘Grand-Tour’ e per interpretarne le eterne bellezze. Come ha notato Cinzia Virno, Khasiev, che è stato anche socio onorario dell’Associazione Romana Acquarellisti, “per la tecnica e per i soggetti è certamente il naturale erede dei pittori dell’Associazione acquarellistica romana, nata nel 1875 e del successivo gruppo dei XXV della Campagna Romana, primi fra tutti Ettore Roesler Franz ed Onorato Carlandi.” Apprezzato dalla critica e dal pubblico, sia in Italia che negli altri paesi europei, per la poesia e la dolcezza dei suoi acquarelli di suggestivi luoghi e scorci del paesaggio romano e laziale, ha diretto due scuole di acquarello, una a Roma l’altra a Ciampino, dove risiedeva. La mostra, allestita a cura di Luciana Spernanzoni Khasiev e Marco Pezzali, resta aperta, con orario feriale, fino al 14 febbraio dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:30. (Nella foto, Piazza del Pantheon)
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chicklit-or-chocolate · 6 months ago
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Le rive del Tevere com'erano, nella documentazione acquarellistica di Ettore Roesler Franz; valente fotografo, preparò le sue opere su una ricca base fotografica che è oggi tanto preziosa quanto i suoi dipinti per ricostruire la memoria di Roma a fine Ottocento, prima dei lavori che dovevano renderla la Capitale.
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Ettore Roesler Franz - Antica Roma
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carloskaplan · 3 years ago
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Ettore Roesler Franz: Il Ponte Emilio (1880)
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laclefdescoeurs · 6 years ago
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A river running under an aquaduct on the Roman campagna, 1904, Ettore Roesler Franz
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sandra1219 · 8 years ago
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Via dell'Arco di San Marco, Venice, Italy – Ettore Roesler Franz (Roma, 11 maggio 1845 – Roma, 26 marzo 1907)  – Via Mike on Pinterest.
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figlidiroma · 28 days ago
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Altre foto di Santa Bonosa, trovate sul gruppo Facebook Memorie di Roma,che consiglio, assieme all'ancor più valido Roma X Sempre da cui viene anche questa splendida foto di Ettore Roesler Franz.
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Roma. Via di Santa Bonosa
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experienced12 · 7 years ago
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The gardens of the Villa and the Aurelian Walls in the early 1880s, in a painting of Ettore Roesler Franz 
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drrestlesshate · 2 years ago
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Ettore Roesler Franz - Villa Ludovisi verso il 1880
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simena · 4 years ago
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Ettore Roesler Franz
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vecchiorovere-blog · 3 years ago
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Alla scoperta di una “Roma che non c’è più” attraverso gli acquerelli di Ettore Roesler Franz.
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figlidiroma · 5 months ago
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Sempre grazie a @italiasparita per il suo meritorio lavoro su una meno meritoria piattaforma (Tumblr).
Il villino è ancora in piedi, acquisito poi da Unicredit ed attualmente venduto, credo, a una catena albergiera.
Pare sia destinato ad ospitare, assieme ad altri villini storici del rione, l'ennesimo complesso di hotel di lusso (fonte: Roma Today). Uno del tipo deo tanti altri più o meno tutti simili (boutique hotel, ça va sans dire) che, con banche, centri direzionali e parchi giochi per ricchi e instagrammabili, si stanno dividendo il centro sempre più spopolato della nostra città.
Questo bell'edificio fu realizzato nel 1901 su progetto dell'architetto Carlo Pincherle, padre di Alberto Pincherle, meglio noto con lo pseudonimo di Alberto Moravia.
A commissionarlo fu il conte Giulio Rasponi Murat, discendente da una nobile famiglia emiliano-romagnola e di Gioacchino Murat, intrepido quanto temerario (e, a volte, scriteriato) generale di Napoleone che ne aveva sposato l'avida sorella Carolina. Giulio era figlio di Carlo Rasponi, il quale aveva servito come senatore del Regno d'Italia.
Ma è forse l'altro Carlo di questa storia, Pincherle, a poter catturare di più la curiosità del lettore perché insieme alla sua famiglia egli attraversò l'intera parabola della storia italiana tra Otto e Novecento, nonché quella della comunità ebraica nazionale.
Nato nel 1863 a Venezia da una famiglia di imprenditori ebrei laici e non praticanti, ebbe come sorella Amelia Pincherle.
Anche lei mente libera, intellettuale e scrittrice, la mia omonima sposò Giuseppe Emanuele Rosselli e fu madre di Nello e Carlo: proprio quei fratelli Rosselli che animarono la resistenza socialista di Giustizia e Libertà, e furono poi barbaramente uccisi in Francia da sicari del regime.
Carlo Pincherle, che sarebbe stato poi prozio anche della poetessa Amelia Rosselli, pure lei morta a Roma, dove la ricorda una bella lapide vicino a Santa Maria della Pace, si trasferì e lavorò nell'Urbe dal 1885.
Era l'anno in cui iniziavano le demolizioni sabaude per Roma, le prime delle quali furono al Ghetto: via Rua, Arco delle Azimelle, via Fiumara, ritratte e fotografate anche da Ettore Roesler Franz prima che sparissero, furono buttate giù.
Un'altra foto del conte Giuseppe Primoli, postata da Italia Sparita e che ho già condiviso, mostra bene lo sterrato che, nel 1890, si vedeva al posto del tratto oggi occupato dalla Sinagoga.
E Carlo partecipò anche a quel momento della Comunità: sottopose infatti la sua proposta al concorso con cui si voleva individuare il miglior progetto per il nuovo Tempio Maggiore di Roma, la Sinagoga, che data al 1904. A vincere la gara furono poi Costa e Armanni, autori della bizzarra (per il contesto) ma magnificente struttura in stile babilonese.
La vita di Carlo e dei Pincherle procedette poi di pari passo con le drammatiche vicende della comunità ebraica di Roma ed Italiana, fino alla morte, avvenuta nel 1944, durante l'occupazione nazista.
Carlo morì di malattia, una severa forma di aterosclerosi, e in un mondo come quello che gli accadeva attorno in quegli anni un male tanto terribile, ma naturale, fu forse un triste privilegio.
Suo figlio doveva essere poi uno dei più grandi scrittori del nostro Novecento, noto per capolavori come Gli indifferenti e La Ciociara ma, a mio avviso, più grande nei suoi brevi e sincerissimi Racconti Romani che, insieme alle opere di Pasolini, seppero narrare la Roma di quel tempo.
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Roma. Villino Rasponi
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ultimavoce · 7 years ago
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L'Esperienza del Grand Tour in mostra a Montepulciano
L'esperienza del #GrandTour a 360° a #Montepulciano, dal 14 luglio al 7 ottobre 2018.
Il Grand Tour è forse il fenomeno culturale che ha segnato maggiormente il Settecento e l’Ottocento, rappresentando un momento imprescindibile nella formazione dei giovani di famiglia agiata o di qualsiasi aspirante artista o intellettuale d’Europa (e non solo), comune a tantissimi personaggi celebri e non.
Goethe, Dickens, William Turner, Jacques Louis-David, John Ruskin, ma anche personalitàcro���
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