#carlo pincherle
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figlidiroma · 3 months ago
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Sempre grazie a @italiasparita per il suo meritorio lavoro su una meno meritoria piattaforma (Tumblr).
Il villino è ancora in piedi, acquisito poi da Unicredit ed attualmente venduto, credo, a una catena albergiera.
Pare sia destinato ad ospitare, assieme ad altri villini storici del rione, l'ennesimo complesso di hotel di lusso (fonte: Roma Today). Uno del tipo deo tanti altri più o meno tutti simili (boutique hotel, ça va sans dire) che, con banche, centri direzionali e parchi giochi per ricchi e instagrammabili, si stanno dividendo il centro sempre più spopolato della nostra città.
Questo bell'edificio fu realizzato nel 1901 su progetto dell'architetto Carlo Pincherle, padre di Alberto Pincherle, meglio noto con lo pseudonimo di Alberto Moravia.
A commissionarlo fu il conte Giulio Rasponi Murat, discendente da una nobile famiglia emiliano-romagnola e di Gioacchino Murat, intrepido quanto temerario (e, a volte, scriteriato) generale di Napoleone che ne aveva sposato l'avida sorella Carolina. Giulio era figlio di Carlo Rasponi, il quale aveva servito come senatore del Regno d'Italia.
Ma è forse l'altro Carlo di questa storia, Pincherle, a poter catturare di più la curiosità del lettore perché insieme alla sua famiglia egli attraversò l'intera parabola della storia italiana tra Otto e Novecento, nonché quella della comunità ebraica nazionale.
Nato nel 1863 a Venezia da una famiglia di imprenditori ebrei laici e non praticanti, ebbe come sorella Amelia Pincherle.
Anche lei mente libera, intellettuale e scrittrice, la mia omonima sposò Giuseppe Emanuele Rosselli e fu madre di Nello e Carlo: proprio quei fratelli Rosselli che animarono la resistenza socialista di Giustizia e Libertà, e furono poi barbaramente uccisi in Francia da sicari del regime.
Carlo Pincherle, che sarebbe stato poi prozio anche della poetessa Amelia Rosselli, pure lei morta a Roma, dove la ricorda una bella lapide vicino a Santa Maria della Pace, si trasferì e lavorò nell'Urbe dal 1885.
Era l'anno in cui iniziavano le demolizioni sabaude per Roma, le prime delle quali furono al Ghetto: via Rua, Arco delle Azimelle, via Fiumara, ritratte e fotografate anche da Ettore Roesler Franz prima che sparissero, furono buttate giù.
Un'altra foto del conte Giuseppe Primoli, postata da Italia Sparita e che ho già condiviso, mostra bene lo sterrato che, nel 1890, si vedeva al posto del tratto oggi occupato dalla Sinagoga.
E Carlo partecipò anche a quel momento della Comunità: sottopose infatti la sua proposta al concorso con cui si voleva individuare il miglior progetto per il nuovo Tempio Maggiore di Roma, la Sinagoga, che data al 1904. A vincere la gara furono poi Costa e Armanni, autori della bizzarra (per il contesto) ma magnificente struttura in stile babilonese.
La vita di Carlo e dei Pincherle procedette poi di pari passo con le drammatiche vicende della comunità ebraica di Roma ed Italiana, fino alla morte, avvenuta nel 1944, durante l'occupazione nazista.
Carlo morì di malattia, una severa forma di aterosclerosi, e in un mondo come quello che gli accadeva attorno in quegli anni un male tanto terribile, ma naturale, fu forse un triste privilegio.
Suo figlio doveva essere poi uno dei più grandi scrittori del nostro Novecento, noto per capolavori come Gli indifferenti e La Ciociara ma, a mio avviso, più grande nei suoi brevi e sincerissimi Racconti Romani che, insieme alle opere di Pasolini, seppero narrare la Roma di quel tempo.
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Roma. Villino Rasponi
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marcogiovenale · 2 years ago
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firenze, 18 gennaio: presentazione del carteggio rosselli-salvemini (incontro in presenza e su zoom)
firenze, 18 gennaio: presentazione del carteggio rosselli-salvemini (incontro in presenza e su zoom)
cliccare per ingrandire Carteggio tra Amelia Pincherle Rosselli e Gaetano Salvemini Nella loro densa corrispondenza (che copre fondamentalmente il periodo intercorso tra il 1937, poco dopo l’assassinio dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, e la prima metà degli anni Cinquanta), le voci di Amelia Rosselli e di Gaetano Salvemini sono unite da un imperativo comune, “Non ci è lecito mollare”. Esso…
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mayolfederico · 3 years ago
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Oreste Macrì ~ Memorie fiorentine
Oreste Macrì ~ Memorie fiorentine
  Guido Peyron, Amici nello studio, 1928   Non voglio celiare sulle dittature propizie alla poesia; in tal caso, abbasso le dittature, anche o nonostante gli augusti e i federichi. È certo solo il nesso contrario tra il despota e l’intellettuale, in particolare il letterato. Il quale, espulso, cerca, s’incontra, s’affratella coi coetanei e nasce la generazione, che si autoeduca.   Maria Lai,…
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adrianomaini · 4 years ago
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Per l'appunto si dice pittura
Per l’appunto si dice pittura
Carlo Betocchi Occasione preziosa appare la raccolta delle prose di Carlo Betocchi, per la meritevole attenzione del nipote Luigi. Una sequenza sintomatica di testi che può suscitare un nuovo motivo di incontro con l’opera di Betocchi, sia pure da una posizione eccentrica come può essere un testo d’arte nella reciprocità con un codice letterario […] Su questi temi si ha tante volte modo di…
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La “strana bottega” del poeta libraio
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Passeggiando per Trieste in una mattina d’autunno del 1919, Umberto Poli, in arte Umberto Saba, si fermò a osservare una bottega che non aveva mai notato prima: si chiamava “Libreria Antica e Moderna” e, nonostante occupasse alcune vetrine di un bel palazzo in una delle strade più vivaci della città, aveva in sé qualcosa di triste, tanto da sembrare al giovane poeta un “antro oscuro”, un luogo dove mai avrebbe desiderato trascorrere la propria esistenza. Tuttavia, forse per ironia della sorte, pochi giorni dopo Saba rilevava quella libreria dal precedente proprietario, Giuseppe Mayländer, investendovi il lascito ereditario ricevuto alla morte della zia Regina. L’acquistò pensando di svuotarne i locali e rivendere l’immobile, ma poi, ammaliato dall’insolita sensazione di pace che gli infondevano quei libri antichi, cambiò idea.  Consigliato dalla moglie Lina, e con l’aiuto di amici e soci come Giorgio Fano, Guido Voghera, Alberto Stock e il suo aiutante Carlo Cerne (il “Carletto” menzionato in tante poesie), giorno dopo giorno Saba divenne un vero libraio e trovò in quello stesso “antro oscuro” non solo una dignitosa fonte di guadagno ma anche un luogo sicuro in cui rifugiarsi dal mondo esterno.
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Cominciò allora a muovere i primi passi nella bibliofilia, imparando a orientarsi tra incunaboli ed edizioni aldine grazie alla guida di alcuni esperti antiquari, finché quella del libraio non divenne a tutti gli effetti un’attività che lo impegnava a tempo pieno: numerosi sono i cataloghi di vendita preparati e pubblicati dallo stesso Saba; ricorrenti sono i riferimenti alla “bottega” e ai suoi avventori nelle raccolte delle poesie che ricevettero la prima edizione proprio con i tipi della libreria, come “Cose leggere e vaganti” e “Il Canzoniere” (1921). 
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Presso le nostre biblioteche, di queste raccolte potete trovare edizioni successive alla prima: 1-U. Saba, Il canzoniere. 1900-1945, Roma, Einaudi, 1945; 2- U. Saba, Cose leggere e vaganti. L’amorosa spina, Milano, Mondadori, 1952 (I poeti dello “Specchio”).
Tra gli intellettuali che frequentavano la libreria c’era anche Bruno Pincherle, il medico pediatra triestino, collezionista e dilettante stendhaliano di cui ormai molti di voi avranno sentito parlare nei nostri post.  Pincherle incontrò Saba tra gli scaffali straripanti della “Libreria Antica e Moderna”: accomunati da una grande passione per la letteratura, entrambi provenienti da famiglie di religione ebraica ma entrambi lontani da ogni conformismo di tipo religioso, politico o sociale, Saba e Pincherle strinsero presto un’amicizia sincera, un legame che rimase ben saldo nonostante gli eventi e che li accompagnò fino alla fine.
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Umberto e Linuccia Saba a Bruno Pincherle. Cartolina illustrata da Chianciano, 27.08.1952 [MSS RSP 337]
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Umberto Saba a Bruno Pincherle. Cartolina, 27.02.1957 [MSS RSP 338]
Se Pincherle spesso confortava il poeta con le sue consulenze mediche, Saba contraccambiava aiutandolo nelle sue ricerche antiquarie. Fu grazie anche al suo aiuto, infatti, che Pincherle riuscì a raccogliere una straordinaria collezione di libri antichi e moderni che vertevano intorno all’amato Stendhal: edizioni settecentesche di guide delle più belle città italiane, testi di storia, opere di filosofia e di critica letteraria, edizioni in lingue diverse delle opere dello scrittore francese, ma anche manoscritti, carteggi e cimeli scovati sulle bancarelle degli antiquari, costituiscono ancora oggi il nucleo di una raccolta che non passò mai inosservata. Nel settembre del 1950, per esempio, al medico triestino fu chiesto di prestare alcuni dei suoi preziosi volumi alla mostra che si sarebbe tenuta durante le Giornate Stendhaliane di Parma, insieme a opere e manoscritti che provenivano dalle principali biblioteche europee. E ancora una volta fu il Saba libraio ad aiutare l’amico Pincherle, redigendo e firmando la perizia dei volumi da assicurare durante il periodo della mostra.
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U. Saba, Perizia di un manoscritto e di dieci opere a stampa di Stendhal di proprietà di Bruno Pincherle. 7 settembre 1950. [MSS RSP 299]
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1-Giornate Stendhaliane. Catalogo della mostra. Parma Settembre -Ottobre 1950, a cura di Angelo Ciavarella e Virginio Marchi, Parma 1950; 2-N. Franchi Poliaghi, Saba scrisse a Pincherle: "Tu mi hai fatto capire Stendhal". Lo scrittore francese nella raccolta dello studioso triestino (in "Gazzetta di Parma", 8 ottobre 1968, p. 3 [MSS RSP 746] 
Circa un mese fa, il 25 agosto, ricorrevano i 60 anni dalla scomparsa di Umberto Saba. Nel 2007 la Biblioteca Sormani lo ricordava con una mostra e un catalogo che mettevano in luce i periodici nei quali il poeta aveva scritto e pubblicato…questa volta, invece, vi lasciamo una sola immagine, un disegno di Bruno Pincherle tratto dalla biografia curata da Miriam Coen, che ci riporta nell’intimità della “Libreria Antica e Moderna”, con il dilettante studioso e il poeta libraio intenti a scovare rarità letterarie tra gli scaffali straripanti di volumi.  
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tmnotizie · 5 years ago
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SAN BENEDETTO – Si è conclusa presso il Centro Sportivo della Lega Navale Italiana di San Benedetto del Tronto l’edizione 2019 del Trofeo Challenger Jack La Bolina, giunto alla sua terza ed ultima tappa. Vento moderato, mare appena formato con onda lunga e tempo soleggiato sono state le condizioni che hanno permesso lo svolgimento di tre prove.
Giulio Marco Domizi su catamarano A-classic è risultato il più veloce in tempo reale a girare alla prima boa di bolina ed anche il primo classificato della categoria Poliscafi. Sempre per la categoria poliscafi questa era l’ultima prova del Trofeo Multiscafi dell’Adriatico con Domizi al primo posto seguito dal catamarano Mattia Esse Sport SPI di Luca Dario Tedaldi e Maurizio Primavera mentre terzo si è classificato il catamarano condotto da Marco Carradori.
Nella categoria monoscafi la classifica ha visto al primo posto l’equipaggio Matteo Pincherle e Carlo Carincola su Flying Dutchman seguito dal FIV 555 condotto da Stefano Bonatti, Vanessa Tamburrini e Giuseppe D’Angelo ed al terzo posto il 470 di Angelica Monti e Carlo Barbieri.
Al termine delle regate è seguito il consueto momento conviviale, allietato dall’attesa premiazione dei vincitori del 22^ Trofeo Challenger Jack La Bolina 2019 che è stato assegnato a Matteo Pincherle e Carlo Carincola su Flying Dutchman ITA 76 conquistando l’ambito premio tra gli applausi e i complimenti generali.
La Lega Navale Italiana di San Benedetto del Tronto ringrazia sentitamente gli sponsor che con entusiasmo sostengono la sua attività sportiva insieme al Comune di San Benedetto del Tronto e alla Regione Marche: l’azienda casearia Sabelli, l’azienda di strumenti elettronici Innoliving, l’azienda del settore fissaggi e componentistica Akifix, l’eccellenza vitivinicola del nostro territorio Cantine Colli Ripani, il Supermercato Tigre di Villa Pigna, l’azienda di macchinari del settore calzaturiero Euromarche.
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albinohare · 6 years ago
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New & Notable Luxury Properties for Sale | December 2018
From a palatial estate in Chevy Chase, Maryland to a remarkable Art Deco villa in the center of Rome, these are this month’s four featured notable properties for sale.
Chevy Chase, Maryland | Daniel Heider, TTR Sotheby’s International Realty 
The Corby Mansion, built in 1893 for Francis Newlands, is a landmark in America’s first planned suburb designed by Chevy Chase architect Leon E. Dessez. A Congressman and Senator from Nevada, Newlands named the estate “Ishpiming,” meaning “high ground” in Chippewa. Senator Newlands was the organizer and first president of the Chevy Chase Club as well as a developer with the Chevy Chase Land Company. This highly coveted landmark estate prompted official inquiries regarding the possibility of it serving as the Vice President’s residence. The estate was instead sold to “Mother’s Bread” heir William S. Corby in 1909.
Moscow, Russa | Natalia Filipovskaia, Moscow Sotheby’s International Realty 
This 2,164-square-meter mansion is located on nearly 6,000 square-meters of land. Among the offered amenities, this home features a combined hall-library, home cinema, and swimming pool. An additional building on the site showcases a garage for four cars.
Bridgehampton, New York | Beate V. Moore, Sotheby’s International Realty – Bridgehampton Brokerage
This unparalleled oceanfront home was constructed in 2016 by master builder Ed Bulgin. Four luxurious ensuite bedrooms plus separate studio with bath give to breathtaking ocean views. The spectacular outdoor entertaining space surrounded by an oversized waterside gunite pool with spa, two grills, gas pizza oven, and fridge all overlooks the Atlantic. A three-car garage plus an additional one-car garage, two outdoor showers, and basketball hoop sit on nearly two beautifully landscaped gated acres.
Rome, Italy | Vincenzo Lupattelli, Italy Sotheby’s International Realty 
This beautiful Art Deco villa is located in one of the most elegant districts in Rome, known as Ludovisi. Very close to the famous Villa Borghese park, Via Veneto, this residence is centrally located as it is only a few minutes from the Spanish Steps, Termini station, subway, and the shopping area. The villa has four floors, and was built by famous Roman architect, Carlo Pincherle.
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Source Birkin bag for sale Authentic Luxury Hermès Bag at www.crocodilesbag.com
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ultimavoce · 6 years ago
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Gli Indifferenti: il romanzo esordiale di Alberto Moravia compie 89 anni
#GliIndifferenti: il #romanzo esordiale di #AlbertoMoravia compie 89 anni. Più #attuale che mai
Gli Indifferenti
Il 27 Luglio del 1929 veniva presentato al pubblico: “Gli Indifferenti” romanzo esordiale di Alberto Pincherle meglio conosciuto come: Alberto Moravia. Moravia nasce a Roma nel 1907 da famiglia borghese. Il padre: Carlo Pincherle è stato un architetto e pittore veneziano di origine ebraica mentre la madre:Teresa Iginia De Marsanich era una anconetana cattolica di origini Dalmate.…
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kimdirkimdircom · 7 years ago
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Alberto Moravia Kimdir
Alberto Moravia (asıl adıyla Alberto Pincherle), (28 Kasım 1907, Roma – ö. 26 Eylül 1990), İtalyan yazar, gazeteci, denemeci, oyun yazarı, seyahat muhabiri ve sinema eleştirmeni.
  Ailesi
Aristokratratik ve burjuva bir ailede dünyaya gelen Alberto Pincherle (Moravia büyükbabasının soyadıdır), Yahudi bir ressam ve mimar olan Carlo ile Teresa Iginia De Marsanich’in dört çocuğunun ikincisidir.…
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tmnotizie · 5 years ago
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SAN BENEDETTO – Si è svolta nello specchio acqueo di fronte al Centro Sportivo della Lega Navale Italiana di San Benedetto del Tronto, la seconda tappa del trofeo velico Jack La Bolina. Al via 21 imbarcazioni di diverse classi e provenienze, con vento da Nord Est di circa 8 nodi in diminuzione e mare appena formato, non proprio le condizioni ideali dunque, ma forse per questo tatticamente impegnative.
Il Comitato di Regata è riuscito a far disputare due prove di tre in programma a causa di una sensibile riduzione dell’intensità del vento. Le due prove svolte permettono di poter scartare uno dei cinque risultati ottenuti nella classifica generale del Trofeo.
Il podio di questa giornata vede in terza posizione il Fiv 555 di Stefano Bonatti, Giuseppe D’Angelo e Vanessa Tamburrini della Lega Navale Italiana di San Benedetto del Tronto, al secondo posto il 470 di Angelica Monti e Carlo Barbieri del Circolo Nautico Sambenedettese e vede vincitore della seconda tappa del Trofeo Jack La Bolina i velisti del Circolo Nautico Sambenedettese Matteo Pincherle e Carlo Carincola, su imbarcazione Flying Dutchman.
Nella categoria multiscafi è il catamarano A Classic di Paolo Curzi dell’Associazione Velica Senigallia ad aggiudicarsi la prima posizione e una meritatissima vittoria anche in tempo reale lasciando alle spalle l’ A Classic di Marco Romano del Circolo Ragn’a Vela, terzo l’A Classic di Giulio Marco Domizi della Lega Navale Italiana di San Benedetto del Tronto.
Le regate si sono concluse con l’abituale momento conviviale, allietato dalla premiazione dei vincitori e l’arrivederci all’appuntamento con la terza ed ultima tappa del Trofeo Challenge Jack La Bolina, la quale si svolgerà il 15 settembre. Il risultato dell’ultima giornata di gare definirà anche la classifica generale di quest’anno, che incoronerà il vincitore del Trofeo Challenge per l’anno 2019.
Un ringraziamento speciale va a tutti gli sponsor che sostengono con entusiasmo e prezioso contributo questa manifestazione ormai storica della Lega Navale Italiana di San Benedetto: l’azienda casearia Sabelli, l’azienda di strumenti elettronici Innoliving, l’azienda del settore fissaggi e componentistica Akifix, le eccellenze vitivinicole del nostro territorio Cantine Ciù Ciù e Cantine D’Ercoli, il Supermercato Tigre di Villa Pigna, l’azienda di macchinari del settore calzaturiero Euromarche, si ringrazia inoltre sentitamente la Regione Marche ed il Comune della città di San Benedetto del Tronto.
Per i risultati completi si rimanda alla pagina dedicata sul nostro sito https://www.jacklabolina.it
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tmnotizie · 5 years ago
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SAN BENEDETTO – Si è conclusa presso il Centro Sportivo della Lega Navale di San Benedetto del Tronto la seconda prova in programma dei Trofei Challenger Jack La Bolina e Giovanni Latini 2019 che ha avuto come sponsor dell’evento l’azienda Akifix.
Le condizioni meteo con le quali i partecipanti hanno regatato sono state perfette in quanto hanno permesso di poter disputare tutte e tre le prove in programma per il Trofeo Jack La Bolina che ha visto una partecipazione di 22 barche mentre per il Trofeo Giovanni Latini ha visto una partecipazione di 3 barche O’Pen Skiff.
La classifica finale del Trofeo Jack La Bolina ha visto al primo posto Simone Scarpetta su Laser Radial seguito al secondo posto dall’equipaggio Matteo Pincherle-Carlo Carincola su Flying Dutchman ed al terzo posto su FIV 555 l’equipaggio Stefano Bonatti, D’Angelo Giuseppe e Tamburrini Vanessa. Gli stessi equipaggi sono stati premiati anche per la classifica valida per imbarcazioni monoscafi.
La classifica finale del Trofeo Giovanni Latini ha visto al primo posto Federico Emiliani seguito al secondo posto da Cerri Sofia e sul terzo gradino del podio Petrocchi Nicolò tutti su O’Pen Skiff.
La classifica per imbarcazioni poliscafi ha visto sul gradino più alto del podio Giulio Marco Domizi su catamarano A Class seguito al secondo posto da Roberto Sassoli Ferruccio Pagliarini su Mattia Esse Sport seguiti da Luca Dario Tedaldi Croce Martina sempre su Mattia Esse Sport.
E’ stato premiato Giulio Marco Domizi per la classifica tempo reale su catamarano A Class.
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tmnotizie · 7 years ago
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SAN BENEDETTO – Si è concluso presso il Teatro San Filippo Neri di San Benedetto del Tronto il Convegno “Co-educare ad essere sé”, che ha rappresentato l’atto conclusivo dell’omonimo progetto triennale di potenziamento della rete di agenzie educative, durante il quale i diversi attori coinvolti hanno illustrato le numerose attività svolte nel corso del triennio 2015-2017.
La finalità del progetto era quella di valorizzare e incentivare le alleanze educative tra le realtà (famiglia, scuola, enti, parrocchie, ecc.) impegnate in un percorso formativo a favore di bambini e adolescenti. Numerose sono state le attività distribuite sul territorio compreso nella Diocesi di San Benedetto – Montalto – Ripatransone e indirizzate a: docenti, famiglie, educatori, volontari, bambini, adolescenti. Tra queste ricordiamo la formazione in aula, i laboratori, i tirocini, i tavoli di dialogo tra adulti e ragazzi, i convegni e gli eventi di sensibilizzazione, che hanno toccato, a seconda del contesto, argomenti di carattere clinico, educativo-didattico e affettivo-relazionale.
L’iniziativa più innovativa, denominata “La classe dei perché”, ha riguardato i bambini dell’Istituto Comprensivo “Giacomo Leopardi”. I piccoli alunni di una classe della scuola primaria per i primi due anni sono andati a scuola senza zaino, senza grembiule e senza libri, in uno spazio-ambiente con tavoli da 8 bambini al posto della tradizionale disposizione frontale.
L’interazione insegnante-allievi è avvenuta spesso in modalità uno a pochi anziché uno a molti e la classe, fungendo da laboratorio, ha permesso un continuo scambio dialogico tra bambini e un apprendimento basato sul fare e sulle esperienze. Gli stessi insegnanti coinvolti hanno dovuto ribaltare il loro modo di “fare scuola”, rifuggendo la tentazione di indossare un abito da riciclare e spolverare ogni anno, per viaggiare invece su sentieri, di certo più scoscesi e ciottolosi, che conducono a saperi euristici, ovvero problematici, costruttivi, creativi.
Infine, e non in ordine di importanza, vale senz’altro la pena di citare le iniziative rivolte ai veri protagonisti di questo progetto, ossia gli adolescenti. Ci riferiamo ai “Laboratori dei Talenti”, rivolto ai ragazzi degli oratori diocesani e agli alunni di diverse scuole, che, guidati da diversi professionisti, si sono cimentati nella realizzazione di sceneggiature, cortometraggi, laboratori plurisensoriali, educazione razionale-emotiva, scrittura creativa. I risultati sono stati sorprendenti in quanto alcuni dei ragazzi hanno mostrato una predisposizione naturale che loro stessi non sospettavano di possedere, inoltre l’iniziativa ha consentito di dare libero spazio alla loro creatività, ai loro sogni, alle loro aspirazioni, il tutto senza le costrizioni a cui sovente sono sottoposti nei tradizionali contesti educativi.
Ringraziando tutte le persone coinvolte, tra cui il Vescovo della Diocesi, Mons. Carlo Bresciani, i professionisti Dott. Pincherle, Dott. Liberati, Dott.ssa Marini, Dott. Della Sciucca, Dott.ssa Luzi, Dott. Basile, Il Preside Prof. Piergallini, la Dottoressa Verdecchia, che ha scritto e curato il progetto, l’Università degli Studi di Urbino, Sanidoc, la fondazione Carisap e tanti altri, si auspica a gran richiesta che il progetto possa avere un seguito e dare continuità a quanto finora realizzato.
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