Tumgik
#Siamo stelle che brillano
queerographies · 10 months
Text
[Siamo stelle che brillano][Vittoria Schisano][Alessio Piccirillo]
Siamo stelle che brillano di Vittoria Schisano e Alessio Piccirillo è un romanzo corale in cui le vicende di personaggi dalle mille sfaccettature si intrecciano con quelle del movimento Lgbt, con le prime contestazioni bolognesi
È il 1983 e Cristiano ha appena compiuto 10 anni. È innamorato degli show televisivi e balla “Cicale” davanti alla tv, ipnotizzato da Heather Parisi che prova a imitare. Si sente diverso da tutti e ben presto la scuola diventa un posto da incubo che lo soffoca e lo ferisce. Solo Delia, la giovane zia che vive in assoluta libertà e che lo ospita per l’estate sull’isola di Ischia, lo capisce…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
susieporta · 21 days
Text
Tumblr media
SPERANZA / ARMONIA / AUTENTICITÀ / FIDUCIA / GENEROSITÀ
Una giovane donna, dai lineamenti delicati, versa nello stagno ai suoi piedi del liquido che esce da due anfore. Sul suo capo otto Stelle di cui una è più grande e rappresenta la "Stella del mattino", quella che annuncia la Luce.
La Stella incarna una realtà superiore che prende l'apparenza dell'umano, rivela la fede nell'uguaglianza delle cose: "come sopra, come sotto". Le stelle non fanno differenze quando brillano, e le preghiere che a loro rivolgiamo si riassumono nel desiderio di ognuna di svegliarsi più felice, di provarci ancora, di ritornare a un luogo iscritto in noi stesse come a quel destino ancora da compiersi di cui intravediamo la forma. Il destino futuro infatti non è l'emancipazione o la fuga dal luogo dove siamo, ma la pacificazione con esso; ovunque decidiamo di risiedere e sperare, l'Arcano esprime la ricongiunzione del mondo personale con l'universale. Con la sua luce illumina la via per l'abitabile. Come la Stella scende anche noi possiamo salire a lei: dobbiamo salire fino a lei per ricordare chi siamo.
QUAL È IL MIO POSTO NEL MONDO?
CHE COSA DEVO COLTIVARE?
IN QUALI ATTIVITÀ DEVO IMPIEGARE LE MIE ENERGIE?
COME POSSO CREARE ARMONIA DENTRO E FUORI DI ME?
13 notes · View notes
sunsetshunter · 8 months
Text
“A volte immagino una bambina di nome Luna, una bambina con il mio taglio di occhi e il colore dei suoi, una bambina che non esiste e forse non esisterà mai. A volte ci parlo come parlo al cielo, tra me e me, piena di qualcosa che non so cos’è ma che certe sere mi travolge. Le dico che i suoi capelli sono come l’oro e non deve permettere a nessuno di toccarli se lei non vuole. Le dico che il mare a luglio le assomiglia e che le assomigliano i gabbiani, i pettirossi e le volpi, perché sono liberi e lei come loro può andare e fare qualsiasi cosa, varcare qualsiasi confine, volare ovunque, senza dimenticare però di guardarsi intorno. Le dico di stare attenta al suo cuore, ma anche a quello degli altri, perché il mondo ha un un unico cuore enorme e se se ne spezza anche una minuscola parte ne risentiamo un po’ tutti. Le dico che è bella, perché male non fa mai. Le dico che se vuole può cantare, ballare, saltare nelle pozzanghere. Basta che dia un occhio all’orologio per essere sicura di non svegliare chi invece sta cercando di sognare. Basta che stia attenta a non schizzare nessuno. Le dico di concentrarsi su ogni più piccolo suono, perché è anche nel rumore dei passi di qualcuno che torna a casa, nelle foglie che si muovono con il vento e nella musica che si nasconde la vita. Le dico di guardare bene le mani delle persone che ama, perché le mani raccontano tante storie che gli occhi cercano di nascondere. Non sto a ripeterle le stesse cose che si dicono sempre: che sbagliare va bene, che la perfezione non esiste, che siamo esseri umani. No. Le racconto la mia vita e le spiego che ho fatto tanti errori, ma quasi sempre per amore, e quindi va bene così. I bambini ti ascoltano di più se gli parli di te, quindi le racconto di quando stavo per perdermi nel mar Tirreno, di quel tramonto in Grecia, di quella volta che mi hanno detto di no e ho continuato a respirare. Le dico “quant’è bello respirare”. Le dico “guarda le stelle, non brillano tutte allo stesso modo, ma esistono ed è un miracolo”. Le dico di perdonarmi, perché c’è sempre qualcosa per cui chiedere scusa. Ciao Luna. Saluta sempre quando entri da qualche parte. E ringrazia. Ok?”
-Susanna Casciani.
13 notes · View notes
Text
“Bella parola, «intenzione», e fa bene pronunciarla a voce alta mentre la terra sfreccia senza sosta per tutto l’universo. E’ la parola più bella di una lingua, tranne forse «vieni». Intenzione, dice uno tra sé, vieni, ed è come se qualcuno ti lanciasse una corda. Mi aggrappo al suo capo immaginario e la terra continua a girare. Il cielo si fa scuro intorno a noi, è sera; s’illumina e poi diventa azzurro, è arrivato il giorno. Ma questo cielo, dimora di Dio e tetto sopra le nostre vite, non esiste da nessuna parte, se non nelle nostre teste. Il cielo è solo il termine con cui indichiamo una distanza incomprensibile – ed è lì che siamo diretti. Le stelle brillano, i cani abbaiano, io racconto questa storia; non c’è nessuna differenza. Cerchi il principio e intanto racconti una storia, forse per non pensare che non esiste nessun cielo. Nessun inizio, nessuna fine, solo un moto incessante, una distanza infinita e nient’altro”.
—  Jón Kalman Stefánsson, “Crepitio di stelle”.
31 notes · View notes
postocosamipare · 1 year
Text
Non troveranno mai una foto di noi, nessuno saprà mai niente perché non ci sarà testimonianza. Nessuno capirà mai ciò che abbiamo vissuto o provato, perché eravamo in primis noi a non capirci nulla, anche se in fondo lo sapevamo entrambi. Ricordi, messaggi, foto tue a sgamo e i luoghi dove siamo stati, nient’altro. Siamo state due anime intrecciate, unite, con una attrazione che non ci separerà mai completamente, se non solo a livello fisico. Due corpi che si son cercati nel buio della notte, quando tutto è silenzio e si spengono le luci. Due corpi che si sono cercati in segreto e nascosti in luoghi dove sarebbero stati bene. Se un giorno qualcuno dirà li ho visti amarsi avrà visto solo due ombre. Avranno solo visto due rimbambiti che si sorridevano insultandosi, ma sono sicura se qualcuno ci avesse davvero visti, avrebbero guardato me e avrebbero detto “guardate quella scema quanto è pazza di lui, le brillano gli occhi” ed era proprio così. Peccato che non siamo mai stati visibili, non abbiamo mai passato molto tempo assieme, non abbiamo mai avuto il sole sulla pelle, noi siamo il segreto, il peccato. Un peccato che sapevamo ci avrebbe portato all’odio (finto odio), alla voglia di scansarsi addosso e pensare che non sarebbe mai dovuto succedere. Noi siamo stati il cielo , siamo stati le stelle, ci siamo toccati con le labbra anche se avremmo voluto durasse di più, ci siamo sfiorati molte volte, ci siamo sfiorati ogni centimetro del nostro corpo, abbiamo fatto l’amore e ci siamo amati infinitamente senza problemi. Ora esistiamo come ricordi solo dietro gli angoli. È stato bello stare con te, quanto avrei voluto fosse durato per sempre ma quel sempre eterno, infinito.
19 notes · View notes
la-misto · 8 months
Text
Tumblr media
In questo mondo sospeso tra sogni e realtà, un mondo dove il fragore delle guerre si mescola con il silenzio opprimente delle pandemie, ci troviamo in bilico. Siamo anime in cammino su un filo sottile, tra la speranza di un futuro sereno e la paura di un domani incerto.
Ogni giorno è un mosaico di emozioni contrastanti. Sogniamo di costruire famiglie, di piantare alberi, di scrivere storie d'amore sotto cieli stellati. Ma questi sogni si scontrano con la realtà di un mondo in tumulto. Domani, chissà, potremmo svegliarci senza un lavoro, senza una certezza, senza una direzione.
Questa è la condizione umana di oggi: una danza tra desiderio e disperazione, tra la voglia di credere e l'incubo dell'incertezza. Ci aggrappiamo ai nostri sogni come naufraghi a un relitto, sperando che ci portino in un porto sicuro, mentre le onde della realtà si infrangono intorno a noi con forza devastante.
Guardiamo il mondo crollare, e con esso, un pezzo del nostro cuore. La paura e l'ansia si annidano nei nostri pensieri, come uccelli notturni in un bosco oscuro. Non vediamo la luce alla fine del tunnel, solo l'eco lontano dei nostri passi in una galleria senza fine.
Eppure, in questo caos, c'è una bellezza straziante, un'umanità che brilla più forte nel buio. Le piccole storie di coraggio, di amore, di resilienza che emergono dai detriti del quotidiano. Queste sono le luci che ancora brillano, piccole stelle in una notte senza luna.
In questo post, vi invito a riflettere su questo mondo, sul nostro ruolo in esso, e su come possiamo trovare la forza di andare avanti, anche quando tutto sembra perduto. È un invito a cercare la bellezza nel dolore, la speranza nel disperato, l'amore nell'abbandono.
3 notes · View notes
passione-e-follia · 1 year
Text
Tumblr media
Diglielo tu vento, che mi ha rapito l'anima, con un potere che non posso resistere, diglielo che siamo stelle che brillano, e' se chiude gli occhi mi trova senza guardare, diglielo tu, che sono vino e poesia speranza e passione, sorrisi e tormento, digli che l'amore è bello pure quando trema , che non smetto di pensarlo, che la mia passione e' profumata come un campo di fiori, gli occhi di lacrime che non sempre sono amare
diglielo che il mio silenzio e' solo un fuoco che brucia d'amore.
MDF
9 notes · View notes
soul72 · 10 months
Text
Senti quella pelle ruvida
Un gran freddo dentro l'anima
Fa fatica anche una lacrima
A scendere giù
Troppe attese dietro l'angolo
Gioie che non ti appartengono
Questo tempo inconciliabile
Gioca contro di te
Ecco come si finisce poi
Inchiodati a una finestra, noi
Spettatori malinconici
Di felicità impossibili
Tanti viaggi rimandati e già
Valigie vuote da un'eternità
Quel dolore che non sai cos'è
Solo lui non ti abbandonerà mai, oh, mai
È un rifugio quel malessere
Troppa fretta in quel tuo crescere
Non si fanno più miracoli
Adesso non più
Non dar retta a quelle bambole
Non toccare quelle pillole
Quella suora ha un bel carattere
Ci sa fare con le anime
Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi
L'energia, l'allegria per strapparti ancora sorrisi
Dirti sì, sempre sì e riuscire a farti volare
Dove vuoi, dove sai, senza più quel peso sul cuore
Nasconderti le nuvole, quell'inverno che ti fa male
Curarti le ferite e poi qualche dente in più per mangiare
E poi vederti ridere e poi vederti correre ancora
Dimentica, c'è chi dimentica distrattamente un fiore, una domenica
E poi silenzi
E poi silenzi
Silenzi
Nei giardini che nessuno sa
Si respira l'inutilità
C'è rispetto, grande pulizia
È quasi follia
Non sai com'è bello stringerti
Ritrovarsi qui a difenderti
E vestirti e pettinarti, sì
E sussurrarti, "Non arrenderti"
Nei giardini che nessuno sa
Quanta vita si trascina qua
Solo acciacchi e piccole anemie
Siamo niente senza fantasie
Sorreggili, aiutali, ti prego non lasciarli cadere
Esili, fragili, non negargli un po' del tuo amore
Stelle che ora tacciono, ma daranno un senso a quel cielo
Gli uomini non brillano se non sono stelle anche loro
Mani che ora tremano perché il vento soffia più forte
Non lasciarli adesso no, che non li sorprenda la morte
Siamo noi gli inabili che pur avendo a volte non diamo
Dimentica, c'è chi dimentica distrattamente un fiore, una domenica
E poi silenzi
E poi silenzi
Silenzi
3 notes · View notes
noscedamusamori · 7 months
Text
Senti quella pelle ruvida
Un gran freddo dentro l'anima
Fa fatica anche una lacrima
A scendere giù
Troppe attese dietro l'angolo
Gioie che non ti appartengono
Questo tempo inconciliabile
Gioca contro di te
Ecco come si finisce poi
Inchiodati a una finestra, noi
Spettatori malinconici
Di felicità impossibili
Tanti viaggi rimandati e già
Valigie vuote da un'eternità
Quel dolore che non sai cos'è
Solo lui non ti abbandonerà mai, oh, mai
È un rifugio quel malessere
Troppa fretta in quel tuo crescere
Non si fanno più miracoli
Adesso non più
Non dar retta a quelle bambole
Non toccare quelle pillole
Quella suora ha un bel carattere
Ci sa fare con le anime
Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi
L'energia, l'allegria per strapparti ancora sorrisi
Dirti sì, sempre sì e riuscire a farti volare
Dove vuoi, dove sai, senza più quel peso sul cuore
Nasconderti le nuvole, quell'inverno che ti fa male
Curarti le ferite e poi qualche dente in più per mangiare
E poi vederti ridere e poi vederti correre ancora
Dimentica, c'è chi dimentica distrattamente un fiore, una domenica
E poi silenzi
E poi silenzi
Silenzi
Nei giardini che nessuno sa
Si respira l'inutilità
C'è rispetto, grande pulizia
È quasi follia
Non sai com'è bello stringerti
Ritrovarsi qui a difenderti
E vestirti e pettinarti, sì
E sussurrarti, "Non arrenderti"
Nei giardini che nessuno sa
Quanta vita si trascina qua
Solo acciacchi e piccole anemie
Siamo niente senza fantasie
Sorreggili, aiutali, ti prego non lasciarli cadere
Esili, fragili, non negargli un po' del tuo amore
Stelle che ora tacciono, ma daranno un senso a quel cielo
Gli uomini non brillano se non sono stelle anche loro
Mani che ora tremano perché il vento soffia più forte
Non lasciarli adesso no, che non li sorprenda la morte
Siamo noi gli inabili che pur avendo a volte non diamo
Dimentica, c'è chi dimentica distrattamente un fiore, una domenica
E poi silenzi
E poi silenzi
Silenzi
0 notes
thepsychonautsworld · 7 months
Text
Corpi Celesti**
Verso l'infinito ci innalziamo
come corpi celesti che brillano.
Danze cosmiche, movimenti senza confini.
Siamo stelle in un cielo senza fine
Nel nostro viaggio tra le galassie
portiamo con noi sogni e fantasie
attraversando l'universo, liberi e leggeri.
Siamo corpi celesti, eterni compagni
Le nostre anime si fondono in un'armonia
come astri che brillano nella notte più buia.
Una sinfonia di colori e luci
in un'eterna danza senza fine
Corpi celesti, danziamo nell'universo
portando con noi la luce e il mistero.
Siamo stelle che brillano nel cielo infinito.
Eterne presenze in un mondo sconosciuto.
Così voliamo, leggeri e liberi
Nel silenzio cosmico che ci unisce
Corpi celesti, eterni viaggiatori
Navigando nell'immensità dell'infinito.
0 notes
daimonclub · 8 months
Text
Ricordi e bucce di mandarino
Tumblr media
Ricordi e bucce di mandarino Ricordi e bucce di mandarino. Un articolo che narra una serie di ricordi di famiglia stimolando la memoria con il profumo e l'aroma delle bucce di mandarino. La vita è talmente corta e talmente stupida che non si può fare a meno di ribellarsi; ecco perché scrivo, non potevo andarmene via senza lasciare il ricordo del mio passaggio. Carl William Brown Per essere felici bisogna eliminare due cose: il timore di un male futuro e il ricordo di un male passato; questo non ci riguarda più, quello non ci riguarda ancora. Seneca Quando mia madre era ancora viva ero sicuramente più felice di oggi dove posso solo avere ricordi del suo amore e un sorriso su una foto che mi rende così triste! Carl William Brown I ricordi sono la nostra storia personale, il filo che tiene insieme i momenti preziosi della nostra vita. Maya Angelou E purtuttavia il nostro pensiero non può fare a meno di spingersi oltre i confini della vista più effimera per incontrare in quella terra desolata piena di vuoto e di ricordi il sogno di un’esistenza migliore. Carl William Brown Il nostro animo è un asilo di persone e di cose, che vivono indipendenti con la loro realtà ineffabile; perciò ne siamo responsabili, il ricordo è un dovere. Guido Piovene I ricordi sono come le stelle, brillano di luce propria anche quando la notte è più buia. Emily Dickinson Noi siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni e i ricordi. Carl William Brown Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo. Virginia Woolf I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume. Ennio Flaiano Oggi il tempo è poco nuvoloso, fa un po' più caldo rispetto ai giorni scorsi, in casa nella stanza in cui ho il computer e sto scrivendo ci sono 19,5 gradi, ma io ho freddo. In cucina il termometro vicino alla finestra, ancora quello di mia nonna, a molla, segna 17 gradi. Nella camera dei miei genitori, ora non più riscaldata dopo la morte di mia madre lo scorso ottobre, ci sono circa 18 gradi, probabilmente anche meno, mentre davanti alla mia camera ce ne sono 18,5, forse 19 nel bagno. Tuttavia il post di oggi, non è destinato a parlare approfonditamente del tempo, anche se mi dicono che alla sera è calata una fitta nebbia, o del caldo e il freddo, teoria cara al nostro vecchio maestro Aristotele, e qui potremmo dilungarci un bel po', ma al contrario si focalizza sui ricordi, sugli aromi e gli stati d'animo, benché non risparmi varie divagazioni e riflessioni sulla temperatura e sul clima più in generale, non solo quello atmosferico. Domani, 27 Gennaio è il giorno della memoria, e quindi non siamo fuori tema, ma anche in questo caso non ci dilungheremo su questo argomento e quindi gli dedichiamo solo un breve aforisma, eccolo: Auschwitz è stato un dramma. È stato un dramma che il mondo si fosse voltato dall’altra parte. In pratica quello che in molte occasioni succede ancora oggi.
Tumblr media
Ricordi di famiglia Ritorniamo invece al tempo e ai ricordi, mentre un paio di autoambulanze squarciano il silenzio di questo 28 gennaio 2024, già, perché non scrivo quasi mai i miei testi in una sola volta, ma un poco alla volta, pòerché sono piuttosto pigro, anzi con l'avanzare dell'età e dei disturbi potremmo a ragione dire, pigrissimo, devo infatti abituarmi all'estrema e irreversibile staticità della tomba. Da notare comunque che questa mia sorta di indolenza ben si abbina con il mio stile di scrittura aforistica, infatti l'aforisma non richiede molto tempo per essere scritto, e d'altro canto con la sua rapidità espressiva controbilancia la mia pigrizia produttiva. Al momento la mia temperatura interiore è abbastanza gelida e il mio morale è molto basso, sono molto triste e melanconico, afflitto da una patologica nostalgia per il passato e da una paurosa ansia per il futuro. Diciamo la verità, benché sia sempre stato un tipo un po' fuori dalla norma e sopra le righe, da quando sono morti i miei genitori, mi sembra di essere tornato il bambino pauroso della mia infanzia più insicura, in realtà non sono mai cresciuto del tutto, sono sempre rimasto un povero Peter Pan incompleto, e ora per di più anche solo e non troppo in salute. Domani sarà il primo giorno della merla, il famoso trio di fine gennaio, 29,30 e 31, di solito considerati i giorni più freddi dell'anno, forse sarà anche per questo che mio papà, nato il 30 Gennaio del 1926, si è sempre lavato con l'acqua fredda, senza troppi problemi. Per me ovviamente non è la stessa cosa, anche se in questi giorni il trauma per la sua morte, avvenuta nell'Aprile del 2012, Aprile per Eliot il mese più crudele, e aggravato da quella di mia madre il 3 Ottobre del 2024, Ottobre un'altro mese estremamente crudele a mio avviso, mi rendono l'atmosfera sempre più gelida. Tuttavia, dato le variazioni climatiche e il riscaldamento globale, complice un anticiclone africano chiamato Zeus, i meteorologi ci informano che saranno giorni più caldi del solido, di almeno una decina di gradi.
Tumblr media
Letto con prete e monaca Pensieri, ricordi, rabbia, frustrazione, avversione per il passar del tempo, e molti sensi di colpa mi attanagliano, benché sia abituato a tutto ciò, e ai sacrifici costanti, ma di tutto ciò ne parleremo un'altra volta, aggiungo solo che tra alcuni giorni, dal 3 al 24 Febbraio ci sarà il Carnevale di Viareggio, bene, una manifestazione che ho semprem desiderato di vedere dal vivo, e che per un motivo o per l'altro non sono mai riuscito a frequentare, questo solo per dire, che sono abbastanza avvezzo ad abbracciare le avversità, causate nella mia vita, sempre da cause di forza maggiore ed inevitabile. Da sottolineare comunque che a proposito del tempo, o meglio del clima e delle temeprature, quando ero piccolo in paese in inverno si vedevano i candelotti di ghiaccio che si formavano sotto i cornicioni delle case, cosa del tutto scomparsa nelle nostre zone al giorno d'oggi. Mio padre da piccolo non aveva l'acqua in casa, ed essendo il figlio maggiore, doveva recarsi alla fontana in strada e portarla con dei secchi fino al terzo piano della sua piccola abitazione, dove vivevano in 7, genitori più cinque figli. Mia madre era stata più fortunata, e l'acqua arrivava in casa, nel lavandino sotto le scale, grazie ad un pozzo e ad una pompa azionata a mano. All'epoca il bagno in casa era un confort da super ricchi, per cui nella nostra realtà non se ne parlava nemmeno. La Tv non esisteva, e ci si scaldava con la stufa, a legna naturalmente. Con tempo le cose andarono pian piano migliorando e con il boom economico anche le abitazioni e i servizi migliorarono. Così quando i miei genitori si sposarono, e dopo che nacqui io nel 1960, arrivò in casa mia a Fornaci, in provincia di Brescia, il gas nelle bombole che alimentava solo il fornello della cucina e che ci veniva fornito dalla ferramenta del paese, era il mitico Ci-orlanda che le portava ancora a spalle, salendo poi al secondo piano della casa in cui vivevo. In realtà il personaggio di cognome faceva Fusardi, e la ferramenta esiste tuttora, e forniscono sempre anche le bombole a GPL, ma lo si chiamava ancora, per rispetto della tradizione, con il nome del suo predecessore, che io però non ho mai conosciuto. Ed ora ci avviciniamo sempre di più al vero nocciolo del testo, in quanto nel piccolo appartamento in cui vivevamo, composto all'inizio da una cucina, una sala da pranzo e una sola camera, a cui con il passare di alcuni anni si aggiunsero ancora due stanze, ci si scaldava con una stufa a cherosene. Il combustibile, in taniche da 20 litri di colore blue, ci venivano consegnate sempre dalla stessa ferramenta e poi mio padre prima e alcune volte con l'aiuto anche di mia madre venivano portate al terzo piano, ovvero nel nostro solaio. Alcune volte un po' di taniche le ho portate su anch'io, quando ebbi la forza ovviamente per farlo.
Tumblr media
I miei genitori nel 1983 Bene, siamo giunti finalmente al climax del nostro post e da qui partiremo per alcune speculazioni sul tempo, la memoria e ovviamente gli stati d'animo attuali dovuti anche alla situazione economico, politica, sociale e affettiva odierna. Dunque eravamo rimasti alla stufa a cherosene, che era situata nella sala da pranzo e scaldava anche la cucina, la camera perciò era fredda, e alla sera quando andavamo a letto ci si scaldava con la borsa dell'acqua calda, mentre prima i miei nonni usavano il prete e la monaca, e solo in un secondo momento, quando si aggiunsero ancora due stanze, e quindi avevamo due camere, una sala, una sala da pranzo o tinello che dir si voglia ed una cucina, le stude a carosene diventarono due, benche quella in sala, non sempre veniva accesa, e le camere rimasero sempre fredde. A questo punto è d'obbligo per i giovani lettori, sempre che ve ne siano, cosa che dubito parecchio, una piccola spiegazione sul prete e la monaca. In pratica funzionava così: il prete era una sorta di telaio, che era messo fra il materasso e le coperte, formato da due coppie di assicelle ricurve, unite agli estremi, poste lateralmente sopra e sotto di una “gabbia” avente una base ricoperta di latta, per evitare bruciature nelle lenzuola date da eventuali fuoriuscite di faville dal braciere che vi veniva posto, cioè la monaca. Sollevando le coperte creava una sorta di bolla di calore che riduceva l’umidità delle coltri delle fredde stanze da letto nella stagione invernale. Detto ciò, ritorniamo al nostro racconto. Comunque la temperatura non è del tutto ottima oggi, certo non fa estremamente freddo, ma nemmeno il caldo che avevano preannuncitato. Prima di continuare con questo scritto, visto che di solito alterno varie attività, un po' per necessità e un po' perché rifletto e penso, magari troppo sul da farsi, abitudine che poi si era accentuata quando facevo del trading online, ho abbassato le tapparelle, ho acceso un po' di candele, un po' di piccole lampade, il coniglio a led e visto che non li ho ancora tolti, due alberelli di Natale, uno dei quali gira anche, così un po' con le loro luci e un po' con il lieve rumore di quello dinamico, mi sento un po' più in compagnia, sempre triste in ogni caso, soprattutto quando guardo le fotografie di mia mamma, sempre sorridente, sparse per le varie stanze. A proposito della stufa a cherosene, prodotto del resto in vendita ancora oggi, naturalmente molto più tecnologicamente avanzato, quando si avviava, non sempre partiva subito, anche perché la procedura di accensione era abbastanza particolare, si doveva infatti regolare la fuoriuscita del combustibile tramite una manopolina graduata e poi gettare un batuffolo di cotone imbevuto nell'alcool nella camera di combustione, quindi se il liquido non iniziava a bruciare subito, si diffondeva per tutta la stanza un forte odore di cherosene, e poi si doveva ripetere l'operazione, il tutto ovviamente dipendeva anche dal tiraggio della stufa stessa, che aveva un tubo che usciva dalla canna fumaria nel muro della cucina.
Tumblr media
Mia mamma nel 2018 Così per ovviare al cattivo odore, ma di solito anche quando la stufa si accendeva bene, in inverno, quando c'erano a disposizione arance e mandarini, si ricorreva alle bucce di questi agrumi, che posizionate sul coperchio della caldaia della stufa emanavano un gradevolissimo profumo. Probabilmente anche i miei nonni avranno fatto lo stesso, e i miei genitori non facevano altro che continuare la tradizione. All'epoca io non sapevo di certo che le bucce di mandarino contengono una varietà di sostanze nutritive e composti bioattivi. Ci sono le fibre, ottime per la digestione, la vitamina C, gli oli essenziali, i polifenoli e una varietà di fitochimici, nessuno me lo aveva detto, ma l'unica cosa importante per noi era l'odore che si sprigionava scaldandole, e questo era più che sufficiente per farcele amare. Sono poche le persone a cui non piacciano i mandarini. Il loro sapore e il loro profumo rende unica la stagione invernale. Inoltre, il mandarino ha una gran quantità di sostanze nutritive ottime per il nostro organismo, in quanto, riescono a rafforzare il sistema immunitario. In genere, quando lo consumiamo, siamo soliti buttare via la sua buccia. In realtà, questo ‘scarto’ ha potenzialità che è bene sfruttare piuttosto che buttare via. È proprio nella buccia, infatti, che si celano le proprietà maggiori del mandarino. Ci sono vitamine, oli essenziali, minerali e altre sostanze molto utili al nostro fabbisogno quotidiano. In medicina, le bucce di mandarino, vengono impiegate anche per creare farmaci o cosmetici. Si possono usare però anche in cucina, per il giardino e più in generale nella vita di tutti i giorni. Tuttavia in casa mia il loro unico utilizzo era metterle sulla stufa e gustarsi il prodigioso e particolarissimo aroma agro dolce che emanavano. Oggi purtroppo l'atmosfera in casa mia non è più la stessa, mio padre, il cui compleanno sarebbe domani, 30 Gennaio, è morto 12 anni fa, e il trauma è stato grande, tuttavia c'era ancora mia mamma, e anche se ammalata da un punto di vista affettivo era per me una grandissima risorsa, ma poi a 90 anni, ovvero lo scorso ottobre se ne andata anche lei, e io, essendo figlio unico, sono rimasto da solo.
Tumblr media
Compleanno di mio papà Certo in casa tutto mi ricorda mia madre, soprattutto le sue fotografie da dove mi guarda sorridente, ed è lo stesso anche per mio padre, anche se le sue fotografie sono meno espressive, ma il silenzio che mi circonda è lì a ricordarmi che i bei tempi sono finiti, e si sono dissolti senza quasi che mi accorgessi che avrebbero rappresentato i momenti più belli della mia vita, ma ahimé solo quando si sarebbero trasformati nel ricordo del mio passato più spensierato. Ora non mi resta che sopportare il mio dolore, la mia angoscia, la mia nostalgia, la mia melanconia e pensare, aspettare, che anch'io mi dissolva, e ritorni probabilmente polvere, diciamo pure cenere. Nel frattempo, sperando di riuscire a concludere aluni miei lavori, in questi mesi invernali, ricchi di mandarini, arance e clementine, prendo una padella antiaderente e gli poso sopra delle bucce, preferibilmente di mandarini, alcune volte anche di clementine, quasi mai di arance, accendo il gas a bassa intensità, e aspetto che la fiamma faccia il suo lavoro grazie al quale potrò nuovamente gustare, cercando di ingannare il tempo, come facevo da piccolo, il magnifico profumo degli oli essenziali delle bucce di mandarino, l'unica cosa che non è cambiata rispetto al mio passato in famiglia. Certamente è comunque un'atmosfera triste e artificiale; così perso nei miei pensieri talvolta le faccio anche bruciacchiare un po' e poi magari ne mangio una o due, anche perché aiutano pure la digestione. Nel frattempo poi mi soviene il grande Proust, famoso per il suo capolavoro "Alla ricerca del tempo perduto" ("À la recherche du temps perdu"), il quale aveva una concezione molto particolare del tempo. In breve, Proust sosteneva che il tempo non fosse lineare e irreversibile, ma che potesse essere recuperato attraverso la memoria. Nella sua opera, il narratore riflette sulle sue esperienze passate e sui ricordi associati ad esse, suggerendo che il tempo non è semplicemente una successione di momenti, ma piuttosto un'entità elastica che può essere reinterpretata e rivissuta attraverso la memoria.
Tumblr media
Mio papà nel 1984 Il concetto chiave è la "recherche du temps perdu" o "la ricerca del tempo perduto", indicando il desiderio di recuperare il tempo trascorso attraverso la memoria. Proust credeva che i ricordi, spesso scatenati da stimoli sensoriali come odori o gusti, potessero trasportare il soggetto indietro nel tempo, offrendo una sorta di immortalità ai momenti passati. Purtroppo però a mio avviso il tempo è legato allo spazio, ai luoghi, alle persone, tutte cose uniche e ahimé irripetibili, che si consumano, si dissolvono, si degradano, e benché siano delle uniche, vere e proprie opere d'arte, per vari motivi su cui rifletterò in un altro scritto, si consumano, si degradano, fino a dissolversi per sempre. Il tempo in questo caso non è altro che un'entità fisica, un sistema, che procede più o meno lentamente verso una situazione cerescente di disordine, e genera in questo procedere un'entropia crescente, fino a diossolversi e a creare sempre più caos attorno a sè, e purtroppo anche nella mia mente. Rimangono solo le bucce di mandarino e i ricordi, certo, ma non per molto, le persone invece, uniche ed irripetibili se ne vanno, scompaiono, si dissolvono nel vento, non esistono più, inghiottite dal nulla cosmico, e questo purtroppo è il nostro tragico destino. Anche se non mi piace, dovrò farmene una ragione, e a questo punto l'unica modifica che posso fare è quella di cambiare il mio testamento è lasciare scritto che quando morirò, di mettere nella cassa una buona quantità di bucce di mandarino, così quando mi bruceranno, perché di sicuro lo faranno, almeno ci sarà forse un odore un po' più lieve e gradevole. P.S. Con le bucce di mandarino potete farci anche altre molte cose, ad esempio i canditi, oppure degli infusi, tisane e bevande varie, inoltre potete aromatizzare l'olio o il sale, oppure creare dei liquori e arricchire i vostri dolci o fare delle marmellate. Un altro modo per riciclare le scorze di mandarino consiste nell'essiccarle. Potete farlo facilmente a casa, posizionando le scorze in una teglia e lasciandole per circa due ore nel forno a bassa temperatura, non oltre i 50° C. Una volta prive di umidità, quindi secche, potrete trasferirle nel mixer e ridurle in polvere. Anche in questo caso gli utilizzi sono vari e creativi: ne basta una spolveratina per regalare un tocco agrumato a diverse preparazioni, come le zuppe, i risotti o i dessert al cucchiaio. Read the full article
0 notes
Text
Le montagne sotto le stelle
Gli ostacoli che vediamo, alla fine non li stimiamo, parte di un problema, ma parte di un sistema
Di mille linee imperfette, tra i netti confini delle vette, di queste rosa montagne, viste già dalle campagne
Non dirmi che dovevo cambiare, anche se tu fossi voluta restare, sotto le stelle staremo continuando a scalarle, distraendoci nel contarle
Mi riparo dal freddo che provo, anche se mi ci ritrovo, guardo in alto e penso ad altro, e sospiro un respiro di aspro
E tra questi lunghi sentieri, dovremmo essere più sinceri, con tutti quanti e con noi stessi, fingerci più connessi, mentre siamo solo piccole stelle che brillano tra complesse costellazioni, e in confronto alle enormi montagne siamo solo irrilevanti erosioni
Tumblr media
2 notes · View notes
sunsetshunter · 3 years
Text
“A volte immagino una bambina di nome Luna, una bambina con il mio taglio di occhi e il colore dei suoi, una bambina che non esiste e forse non esisterà mai. A volte ci parlo come parlo al cielo, tra me e me, piena di qualcosa che non so cos’è ma che certe sere mi travolge. Le dico che i suoi capelli sono come l’oro e non deve permettere a nessuno di toccarli se lei non vuole. Le dico che il mare a luglio le assomiglia e che le assomigliano i gabbiani, i pettirossi e le volpi, perché sono liberi e lei come loro può andare e fare qualsiasi cosa, varcare qualsiasi confine, volare ovunque, senza dimenticare però di guardarsi intorno. Le dico di stare attenta al suo cuore, ma anche a quello degli altri, perché il mondo ha un un unico cuore enorme e se se ne spezza anche una minuscola parte ne risentiamo un po’ tutti. Le dico che è bella, perché male non fa mai. Le dico che se vuole può cantare, ballare, saltare nelle pozzanghere. Basta che dia un occhio all’orologio per essere sicura di non svegliare chi invece sta cercando di sognare. Basta che stia attenta a non schizzare nessuno. Le dico di concentrarsi su ogni più piccolo suono , perché è anche nel rumore dei passi di qualcuno che torna a casa, nelle foglie che si muovono con il vento e nella musica che si nasconde la vita. Le dico di guardare bene le mani delle persone che ama, perché le mani raccontano tante storie che gli occhi cercano di nascondere. Non sto a ripeterle le stesse cose che si dicono sempre: che sbagliare va bene, che la perfezione non esiste, che siamo esseri umani. No. Le racconto la mia vita e le spiego che ho fatto tanti errori, ma quasi sempre per amore, e quindi va bene così. I bambini ti ascoltano di più se gli parli di te, quindi le racconto di quando stavo per perdermi nel mar Tirreno, di quel tramonto in Grecia, di quella volta che mi hanno detto di no e ho continuato a respirare. Le dico “quant’è bello respirare”. Le dico “guarda le stelle, non brillano tutte allo stesso modo, ma esistono ed è un miracolo”. Le dico di perdonarmi, perché c’è sempre qualcosa per cui chiedere scusa. Ciao Luna. Saluta sempre quando entri da qualche parte. E ringrazia. Ok?”
-Susanna Casciani.
8 notes · View notes
andrewrew · 4 years
Text
Immagino.
Posso solo immaginare.
Farei pazzie.
Ho tanti pensieri in testa, tanti quasi da impazzire davvero.
Mi sveglio pensando a un bacio su una guancia e una carezza sul viso, apro gli occhi vedendola che mi sorride affianco a me, ancora sotto le coperte e appena sveglia. I suoi occhi brillano nonostante la poca luce nella stanza, sorridono e mi guardano arrivandomi a toccare l'anima.
Penso che vorrei alzarmi prima, poterla svegliare io, ma sono il solito dormiglione, lei lo sa. Allora esco, e senza dirle niente corro a comprare la colazione e un fiore da lasciarle, come per ringraziarla per quel piccolo, ma lunghissimo per me, momento quella mattina. Non avrei bisogno di parole, mi basterebbe guardarla, solo uno sguardo al mio gesto mi farebbe capire quanto sia stato apprezzato.
Immagino una mattina e un pomeriggio di lavoro e di studio, l'una e per l'altro, impegnati ma con la consapevolezza di trovarci in ogni momento libero della giornata, con la consapevolezza di trovarci sempre a fine giornata.
Immagino un pranzo, con me ai fornelli, preparando qualcosa, niente di speciale, ormai entrati in una routine. Lei che si avvicina per rubare qualcosa da mangiare, ancora vestita da casa, con i capelli scompigliati e struccata, fermarla, e per giocare prenderla in braccio per portarla sul divano, riempirla di solletico mentre si dimena, e ridiamo, ridiamo come due bambini, con le risate più sincere di questo mondo.
Immagino un pomeriggio di sabato, insieme, uscire tenendoci la mano, sentire le sue dita tra le mie e sentirmi tutt'uno con lei, che mi tira per portarmi a destra e sinistra per seguirla nella nostra passeggiata, senza vergognarci di nessuno, contiamo solo noi. Passando l'intero pomeriggio fuori tra amici comincia a far freddo, e mentre gli altri si chiudono sempre più nei loro cappotti, lei si stringe a me e infila le nostre mani nella mia tasca, non lasciandomi mai. Lascerei il mio cappotto a lei pur di raffreddarmi e farla stare al caldo. Gesto che farei con naturalezza, come tutti d'altronde, senza sguardi o cose particolari. Tornando a casa in macchina non la farei guidare, e tornando verso casa appoggiare la mia mano come per tenerle la coscia, farle delle piccole carezze mentre sono concentrato sulla strada, vederla con la coda dell'occhio che mi guarda ogni tanto, come per vedere se è tutto ok, ormai sa leggermi, sono un libro aperto.
Immagino una cena fuori, noi che ci rivestiamo e ci prepariamo come per far colpo l'uno sull'altra per l'ennesima volta, ma con la nostra poca fortuna, non avendo prenotato, non trovare nessun ristorante con dei posti disponibili, ritrovandoci a mangiare al McDonald's anche quella sera, mangiando come se avessimo una fame incredibile, senza preoccuparci di far brutte figure, di sporcarci e nonostante ci fossimo preparati così bene. Io che rubo alcune sue patatine ridendo e lei che si arrabbia, che con la bocca piena mette il grugno e me ne ruba il doppio per dispetto. Facciamo un disastro, tanto da esser guardati male da tutti, ma ci divertiamo come matti.
Immagino una serata sotto le stelle su un tetto, su un giardino o su delle scale. Una serata a chiacchierare, a pensare al futuro senza preoccuparci di altri problemi, lasciando tutto fuori, ci siamo solo io e lei.
Guardando le stelle mi perdo come mio solito a immaginarmi di attraversare l'universo, come fossi un fantasma, ammirare i colori stupendi del cosmo, avvicinarmi alle stelle per sentirne il calore. Torno sulla terra per un attimo e mi rendo conto di avere la stella più calda e bella al mio fianco, proprio lì vicino a me, persa anche lei a fantasticare chissà cosa nel nostro piccolo silenzio di stanchezza.
Immagino una notte a letto, con lei che mi abbraccia come per sentirsi protetta, si rilassa e chiude gli occhi stanca della giornata. Io mi rendo conto di guardarla con sguardo colmo d'affetto, le sposto i capelli dal viso e le accarezzo la guancia, la coccolo, a lei che scappa un sorriso e si addormenta come se le avessi dato la sicurezza che cercava, come se ne volesse ancora una volta la conferma e la certezza.
Immagino tantissimi baci, baci ovunque, in ogni luogo e in ogni momento, piccoli e lunghi, come piccole dimostrazioni di affetto durante tutto il giorno, come se ci mancasse.
Immagino tantissimi abbracci, improvvisi, di coccole o di conforto, come se non riuscissimo a stare soli, come se non fossimo già adulti e autonomi, come per dirci che fossimo la mancanza di una vita.
Immagino tantissimi sorrisi, risate, risate a squarciagola e interminabili, prenderci in giro, come bambini che giocano e che con la loro genuinità non devono preoccuparsi di niente e di nessuno.
Immagino in questa giornata vuota una giornata piena di vita.
Immagino.
Posso solo immaginare.
Per ora.
64 notes · View notes
sour-reality · 4 years
Text
LE POESIE DELLO SCRITTORE FRANCESE
Paul Verlaine, le poesie più belle del poeta maledetto
Paul Verlaine è stato uno dei massimi esponenti della poesia francese del Novecento assieme a Charles Baudelaire e Arthur Rimbaud
MILANO – Paul Verlaine (1844-1896) è riconosciuto come il maestro dei giovani poeti del suo tempo, nonché come uno dei massimi rappresentanti della poesia simbolista francese. La sua breve vita fu estremamente travagliata e drammatica, dalla relazione omosessuale con Arthur Rimbaud (che gli valse la nomea di poeta maledetto), all’incarcerazione, fino alla conversione al cattolicesimo e alla morte di tifo a soli 52 anni. Oggi ricorre l’anniversario della morte del poeta e lo ricordiamo con le sue poesie più belle.
La poesia e la musica
La poesia di Verlaine ebbe un effetto dirompente nel panorama poetico francese del tempo. Sulla scia di Baudelaire, Verlaine sente l’esigenza di rompere gli schemi delle metriche tradizionali, con i loro ritmi regolari e simmetrici, e si dedica alla creazione di versi liberi, irregolari, estremamente musicali. Secondo Verlaine la Parola è un simbolo, incapace di descrivere esaustivamente la realtà, ma capace di evocare immagini potenti dietro a cui risiede il senso profondo delle cose. La sua poetica pone al centro l’esigenza della musicalità, assimilando i componimenti poetici ai testi musicali attraverso il rifiuto dell’eloquenza, della rima e delle strutture metriche tradizionali. La poesia, dunque, necessariamente deve essere vaga, e non limitarsi alla semplice descrizione di eventi ed emozioni, ma trasmettere immagini, alludere, evocare sensazioni, proprio perché il senso profondo delle cose risiede al di là della Parola.
 
Arte poetica
La musica prima di ogni altra cosa,
E perciò preferisci il verso impari
Più vago e più solubile nell’aria,
Senza nulla in esso che pesi o posi…
È anche necessario che tu non scelga
le tue parole senza qualche errore:
nulla è più caro della canzone grigia
in cui l’Incerto al Preciso si unisce.
Sono dei begli occhi dietro i veli,
è la forte luce tremolante del mezzogiorno,
è, in mezzo al cielo tiepido d’autunno,
l’azzurro brulichio di chiare stelle!
Perché noi vogliamo la Sfumatura ancora,
non il Colore ma soltanto sfumatura!
Oh! la sfumatura solamente accoppia
il sogno al sogno e il flauto al corno.
Fuggi lontano dall’Arguzia assassina,
dallo Spirito crudele e dal Riso impuro,
che fanno piangere gli occhi dell’Azzurro,
e tutto quest’aglio di bassa cucina.
Prendi l’eloquenza e torcile il collo!
E farai bene, in vena d’energia,
a moderare un poco la Rima.
Fin dove andrà, se non la sorvegli?
Oh, chi dirà i torti della Rima?
Quale fanciullo sordo o negro folle
ci ha forgiato questo gioiello da un soldo
che suona vuoto e falso sotto la lima?
Musica e sempre musica ancora!
Sia il tuo verso la cosa che dilegua
che si sente che fugge da un’anima che va
verso altri cieli ad altri amori.
Che il tuo verso sia la buona avventura
Sparsa al vento increspato del mattino
Che porta odori di menta e di timo…
E tutto il resto è letteratura.
Spleen
Le rose erano tutte rosse
e l’edera tutta nera.
Cara, ti muovi appena
e rinascono le mie angosce.
Il cielo era troppo azzurro
troppo tenero, e il mare
troppo verde, e l’aria
troppo dolce. Io sempre temo
– e me lo debbo aspettare!
Qualche vostra fuga atroce.
Dell’agrifoglio sono stanco
dalle foglie laccate,
del lustro bosso e dei campi
sterminati, e poi
di ogni cosa, ahimé!
Fuorché di voi.
.
Viviamo in tempi infami
Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l’unione dei cuori;
in quest’ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.
Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell’estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.
Ma che bisogno c’è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!
.
Vola, canzone, rapida
Vola, canzone, rapida
davanti a Lei e dille
che, nel mio cuor fedele,
gioioso ha fatto luce
un raggio, dissipando,
santo lume, le tenebre
dell’amore: paura,
diffidenza e incertezza.
Ed ecco il grande giorno!
Rimasta a lungo muta
e pavida – la senti?
– l’allegria ha cantato
come una viva allodola
nel cielo rischiarato.
Vola, canzone ingenua,
e sia la benvenuta
senza rimpianti
vani colei che infine torna.
.
.
Il clown
Saltimbanco, addio! Buona sera, Pagliaccio! Indietro, Babbeo:
Fate posto, buffoni antiquati, dalla burla impeccabile,
Fate largo! Solenne, altero e discreto,
ecco venire il migliore di tutti, l’agile clown.
Più snello d’Arlecchino e più impavido di Achille
è lui di certo, nella sua bianca armatura di raso:
etereo e chiaro come uno specchio senza argento.
I suoi occhi non vivono nella sua maschera d’argilla.
Brillano azzurri fra il belletto e gli unguenti
mentre, eleganti il busto e il capo si bilanciano
sull’arco paradossale delle gambe.
Poi sorride. Intorno il volgo stupido e sporco
la canaglia puzzolente e santa dei Giambi
applaude al sinistro istrione che l’odia.
.
.
Noi saremo
Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,
talvolta, fieri e sempre indulgenti, è vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta
che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, è vero?
Nell’amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,
saranno due usignoli che cantan nella sera.
Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,
non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.
Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.
Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l’anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?
.
..
Le conchiglie
Ogni incrostata conchiglia che sta
In quella grotta in cui ci siamo amati
Ha la sua propria particolarità.
Una dell’anima nostra ha la porpora
Che ha succhiato nel sangue ai nostri cuori
Quando io brucio e tu a quel fuoco ardi;
Un’altra imita te nei tuoi languori
E nei pallori tuoi di quando, stanca,
Ce l’hai con me perché ho gli occhi beffardi.
Questa fa specchio a come in te s’avvolge
La grazia del tuo orecchio, un’altra invece
Alla tenera e corta nuca rosa;
Ma una sola, fra tutte, mi sconvolge.
.
.
Poiché l’alba si accende
Poiché l’alba si accende, ed ecco l’aurora,
poiché, dopo avermi a lungo fuggito, la speranza consente
a ritornare a me che la chiamo e l’imploro,
poiché questa felicità consente ad esser mia,
facciamola finita coi pensieri funesti,
basta con i cattivi sogni, ah! Soprattutto
basta con l’ironia e le labbra strette
e parole in cui uno spirito senz’anima trionfava.
E basta con quei pugni serrati e la collera
per i malvagi e gli sciocchi che s’incontrano;
basta con l’abominevole rancore! Basta
con l’oblìo ricercato in esecrate bevande!
Perché io voglio, ora che un Essere di luce
nella mia notte fonda ha portato il chiarore
di un amore immortale che è anche il primo
per la grazia, il sorriso e la bontà,
io voglio, da voi guidato, begli occhi dalle dolci fiamme,
da voi condotto, o mano nella quale tremerà la mia,
camminare diritto, sia per sentieri di muschio
sia che ciottoli e pietre ingombrino il cammino;
sì, voglio incedere dritto e calmo nella Vita
verso la meta a cui mi spingerà il destino,
senza violenza, né rimorsi, né invidia:
sarà questo il felice dovere in gaie lotte.
E poiché, per cullare le lentezze della via,
canterò arie ingenue, io mi dico
che lei certo mi ascolterà senza fastidio;
e non chiedo, davvero, altro Paradiso.
4 notes · View notes
respirodinuovo · 4 years
Text
A volte immagino una bambina di nome Luna, una bambina con il mio taglio di occhi e il colore dei suoi, una bambina che non esiste e forse non esisterà mai. A volte ci parlo come parlo al cielo, tra me e me, piena di qualcosa che non so cos’è ma che certe sere mi travolge. Le dico che i suoi capelli sono come l’oro e non deve permettere a nessuno di toccarli se lei non vuole. Le dico che il mare a luglio le assomiglia e che le assomigliano i gabbiani, i pettirossi e le volpi, perché sono liberi e lei come loro può andare e fare qualsiasi cosa, varcare qualsiasi confine, volare ovunque, senza dimenticare però di guardarsi intorno. Le dico di stare attenta al suo cuore, ma anche a quello degli altri, perché il mondo ha un un unico cuore enorme e se se ne spezza anche una minuscola parte ne risentiamo un po’ tutti. Le dico che è bella, perché male non fa mai. Le dico che se vuole può cantare, ballare, saltare nelle pozzanghere. Basta che dia un occhio all’orologio per essere sicura di non svegliare chi invece sta cercando di sognare. Basta che stia attenta a non schizzare nessuno. Le dico di concentrarsi su ogni più piccolo suono , perché è anche nel rumore dei passi di qualcuno che torna a casa, nelle foglie che si muovono con il vento e nella musica che si nasconde la vita. Le dico di guardare bene le mani delle persone che ama, perché le mani raccontano tante storie che gli occhi cercano di nascondere. Non sto a ripeterle le stesse cose che si dicono sempre: che sbagliare va bene, che la perfezione non esiste, che siamo esseri umani. No. Le racconto la mia vita e le spiego che ho fatto tanti errori, ma quasi sempre per amore, e quindi va bene così. I bambini ti ascoltano di più se gli parli di te, quindi le racconto di quando stavo per perdermi nel mar Tirreno, di quel tramonto in Grecia, di quella volta che mi hanno detto di no e ho continuato a respirare. Le dico “quant’è bello respirare”. Le dico “guarda le stelle, non brillano tutte allo stesso modo, ma esistono ed è un miracolo”. Le dico di perdonarmi, perché c’è sempre qualcosa per cui chiedere scusa. Ciao Luna. Saluta sempre quando entri da qualche parte. E ringrazia. Ok?
- Susanna Casciani
17 notes · View notes