Tumgik
#Se sei tu a sbagliare per primo
fa14-eb23 · 5 months
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Gianluca Mancini being the same old Gianluca Mancini ☺️
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incastrovuoto · 5 months
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come quella sera che ti sei preoccupato così tanto e invece stavo solo dormendo. Come tutti i singoli giorni che abbiamo vissuto essendoci sempre l'uno per l'altro. Oggi volevo fermarmi a scrivere come sto realmente, eppure ho più voglia di scrivere di te. Che in fondo, più del lavoro o di tutto il resto, quello che ho sempre messo al primo posto nella mia vita è proprio l'amore. E sei tu che porti avanti tutto, anche quando sono stanca, preoccupata, triste.
Da quel primo giorno mi piacerebbe tanto non dovermi sbagliare mai, perché è così difficile da spiegare cosa sei diventato. Siamo una cosa sola mi hai detto, ebbene sì amore mio, lo siamo. La vita ti e ci darà tutto quello per cui abbiamo sacrificato tanto, forse per ora ci ha dato solo l'amore tra noi due. Mi sono sempre ripetuta che le cose belle richiedono tempo, proprio come è stato tra me e te.
Un giorno troverò il coraggio di dirti quanto ti amo io e andrà bene anche se mi prenderai per matta.
#❤️
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gioacchi · 1 year
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Vedi una volta avevo detto quel piccolo bimbo innocente che non conosceva ancora la vita e non sapeva cosa la vita l’avrebbe fatto ora immagino di avere quel piccolo bimbo davanti a me quel piccolo me di qualche anno fa e volevo solo dirle due cose la prima cosa è che so perfettamente quanto tu voglia essere preparato quanto tu voglia essere puntuale e avere tutto sotto controllo però la vita non va secondo i piani e tutto ciò che si programmato puoi anche buttarlo via la vita di stravolgerà capovolgerà ogni situazione e ti sopperendera anche e nelle tue mancanze perché siii perderai la persona più importante della tua vita ma non per forza non saprai andare avanti andrai avanti e troverai rifugio nelle tue mancanze e ogni punto debole lo chiamerai per nome e questo li farà diventare punti di forza conoscerai tante persone e avrai anche vissuto il tuo primo amore quello che ai sempre sognato però ti diro che il tuo primo amore non è quello vero che ti porterai addosso ogni giorno sarà il secondo quello che ti ascolterà per davvero e sbaglierete tante volte però devi capire una cosa commettere errori e normale e io so che tu ai sempre tentato di non. Sbagliare di non fare girate di percorso e ogni volta che sbagliavi ti trattavi come se quel errore fossi tu beh la verità è che non è trattandoti da errore che ti sentirai giusto sei la parte migliore di me quello più vero quello più coraggioso e in assoluto il più testardo però sicuramente questa parte migliore di me che mi aiuta a diventare ciò che voglio diventare e la piccola parte di me che mi aiuta a preservare tutto ciò che ero e che initalbimente voglio essere ancora io sicuramente non merito l’amore giusto non merito di essere amato nel modo giusto peroooo lo meriti tu e quindi la verità è che cercherò sempre quel amore che sappia dare l’amore giusto a te più che a me e poi tu piccolo giacchi sei rimasto per troppo tempo nel posto dove eri intrappolato
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syri-kalter · 10 months
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ultimo amore
Amore mio, penso che questa sia l'ultima volta che ci incontriamo. E da un lato lo spero, perché questa è la cosa giusta per me, lo so benissimo. Con questo tuo essere così, ti sei perso moltissimo. Non mi hai valorizzata e va bene così, per l'età che hai è una cosa normale. Ma da un lato vorrei così tanto che tu fossi la persona giusta, nel momento sbagliato. Vorrei tanto che fossi tu, perché amo come sei, amo come mi fai sentire, ma so perfettamente che non basta. E ho fatto la cosa più giusta, scegliere me stessa, già dall'inizio. Non voglio mentire a me e a te e fingere che tutto va bene e che so dove stiamo andando, perché non è vero. Ieri ti ho dato dei bacini extra perché so che è finita tra di noi, però rimmarrai sempre un ricordo carino per me, buffo, un cucciolino. Però ti sei perso non tanto, non puoi nemmeno immaginarti cosa ti sei perso è una perdita che forse capirai quando forse sarà troppo tardi. Ma va bene, io accetto ciò che è il mio destino e ringrazio Dio e te per questa esperienza anche se corta. Tutto questo è per renderci forti e direi che questa è stata proprio una bella lezione, superata con un "sufficiente". Però l'ho superata almeno. E non vedo l'ora di vedere come andranno le cose per me, ora che mi sono liberata di questa cosa. Lo so che adesso devo impegnarmi per bene. Ho fatto un primo passo verso me stessa, ho scelto me stessa e ho fatto la cosa migliore e la rifarei tantissime altre volte. I'm a million dollar girl, sono un esperienza. Penso che io sia venuta nella tua vita per darti una lezione. So che mi ringrazierai più tardi, forse solo col pensiero ma io ti dico già; prego. So di averti dato un canavaccio per iniziare a scrivere le tue cose, per aprirti, per capirti. Non siamo dei robot, siamo umani, siamo qui per fare errori, siamo qui per sbagliare e siamo qui anche per soffrire e far soffrire. Questa è la nostra missione ed è bella proprio perché è così. Chissà se i nostri cammini si incroceranno nuovamente. Non me ne frega un cazzo di quello che gli altri pensano di me. Io ti voglio bene, tanto bene. Sei un cucciolo e mi hai trattata bene per l'età che hai🤍
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sophiaepsiche · 2 years
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Ellam Ondre
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‘Tutto è uno’ 
1. Tutto incluso, il mondo visto da te e te stesso, il veggente del mondo, è solo uno.
2. Tutto quel che consideri come io, tu, egli, ella e esso, è solo uno. 3. Ciò che consideri esseri senzienti e ciò che consideri esseri insenzienti, come la terra, l'aria, il fuoco e l'acqua è solo uno. 4. Il buono, che deriva dal tuo considerare tutto come uno, non può aversi considerando ciascuno come separato dall'altro. Perciò tutto è uno.
5. La conoscenza dell'unità del tutto è bene per te ed anche bene per gli altri. Perciò tutto è uno.
6. Colui che vede "io sono separato", "tu sei separato", "egli è separato" e così via, agisce in un modo per sé e in un altro modo verso gli altri. Egli non può, così facendo, aiutare. Il pensiero "io sono separato, gli altri sono separati" , è il seme da cui cresce l'albero delle differenti azioni, in relazione alle differenti persone. Come può esserci un venir meno della rettitudine per una persona che conosce l'unità di sé stesso con gli altri? Fin quando il germe della differenziazione persiste, persino inconsapevolmente, l'albero delle differenti azioni fiorirà. Perciò abbandona le differenziazioni. Tutto è uno. 7. Chiedi : "Se nel mondo tutte le cose appaiono differenti, come posso considerare tutto come uno? C'è una via per guadagnare questa conoscenza?" La risposta è: "Nello stesso albero vediamo foglie, fiori, bacche e rami che sono differenti uno dall'altro ma sono uno perché inclusi nella parola albero. La sua radice è la stessa, la sua linfa è la stessa. Similmente, tutte le cose, tutti i corpi, tutti gli organismi provengono dalla stessa sorgente e vivificati da un singolo principio vitale". Perciò tutto è uno. 8. O buon uomo! L'affermazione "Tutto è uno", è buona o cattiva? Pensa per te stesso. Così come una persona sarà sempre virtuosa considerando sé stesso come gli altri e gli altri come sé stesso, può il male attaccarsi a colui che conosce sé stesso essere gli altri e gli altri essere sé stesso? Dimmi se c'è una miglior cosa dell'ottenere la conoscenza dell'Unità? Certamente altri metodi non possono essere buoni come questo. Come si può amare gli altri più di quando li si conosce come essere sé stesso, li si conosce in una amorosa unità essendo essi veramente uno. 9. Chi può turbare la pace mentale e la freschezza del conoscitore dell'unità? Egli non ha doveri. Il Bene di tutti è il suo proprio bene. Una madre considera il benessere dei suoi figli essere il suo proprio benessere, ma il suo amore non è perfetto perché ella pensa sia separata da loro e che i suoi bambini siano separati da lei. L'amore di un saggio, che ha realizzato l'unità di tutto, eccelle, più di quello di una madre. Non c'è nessun altro mezzo per realizzare un tale amore se non la conoscenza dell'unità. Perciò tutto è uno.
10. Sappi che il mondo, come un tutto, è il tuo incorruttibile corpo e che tu sei la vita eterna dell'intero mondo. Dimmi se c'è un male nel fare così? Chi teme di percorrere la via dell'innocuità? Sii coraggioso. I Veda insegnano questa autentica verità. Non c'è nulla oltre te stesso. Tutto il bene sarà tuo. Di più, diventerai il bene stesso. Tutto quello che gli altri avranno da te sarà solo bene. Chi farà male al proprio corpo e all'anima? Un rimedio si applica se c'è un ascesso nel corpo. Anche se il rimedio è penoso fa solo bene. Tali saranno alcune delle tue azioni, esse saranno per il bene del mondo. Per questa ragione non voler essere coinvolto nella differenziazione. Per dirla brevemente: il conoscitore dell'unità agisce come si dovrebbe agire. Di fatto, è la conoscenza dell'unità a farlo agire. Egli non può sbagliare. Nel mondo, egli è dio fatto visibile. Tutto è uno.
Capitolo primo del testo ‘Ellam Ondre’, raccomandato da Bhagavan Sri Ramana Maharshi.
fonte: Advaita.it
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sime667 · 1 year
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Anche io
2023, cose che non puoi fare se sei un maschio:
sbagliare.
Ogni dimostrazione di immaturità, fragilità, mascolinità mal sublimata
verrà utilizzata contro di te.
Non sei complicato, ferito, vittima delle carezze che ti sono state negate, dei dolori che ti porti dentro e che ancora ti fanno volgere lo sguardo verso chi dovresti ignorare:
sei un predatore, un approfittatore, un manipolatore lucido.
Sei "non tutti gli uomini", lo slogan di chi è stato ferito e ora vuol ferire a sua volta.
Sei colpevole per i tuoi stessi istinti, ed i tuoi istinti sono tutto ciò che sei: non vuoi essere visto, vuoi soltanto sesso. I tuoi non sono sentimenti, fragilità, struggimenti. In realtà fingi, adeschi, parli soltanto con l'uccello.
D'altronde la donna che non si sente amabile farà in fretta a credersi merce all'ingrosso, ed attribuirà a te il giudizio che rivolge a se stessa.
Parlare è inutile, il nemico non lo si ascolta. Assomigli troppo a qualcuno che in passato ha sgarrato. Quindi ti si depersonalizza, così da poter sfogare la propria rabbia continuando a pensarsi brave persone. Vederti come una bestia aiuterà ad odiarti meglio.
E la vergogna che provi per il tuo stesso comportamento verrà fiutata ed usata contro di te, e diventerà sempre più grande, fino a inghiottirti, a volte ucciderti. Perché è agli uomini sensibili che si punta: solo da quelli si può estorcere il tanto agognato "mea culpa", la mortificazione, la soddisfazione dell'impulso sadico - sapientemente nascosto dietro la facciata della vittima innocente. Intanto i veri manipolatori, predatori e psicopatici, guardano e ridono.
E' la solita guerra dei codardi, ove si ha paura a colpire chi col contrattacco saprebbe distruggerti, quindi si punta a chi è vulnerabile. E' la beffa di sentirsi ogni giorno ansiosi, insufficienti, distrutti dalle proprie insicurezze, e poi sentirsi dire che quello nella posizione di potere saresti tu, e ne staresti pure abusando.
Ed è ironico, perché arrivato in fondo al paragrafo pensi a quelle donne che hanno saputo denunciare gli abusi di cui sono state vittime: anche tu, a tua volta, pensi che sotto sotto sarebbe meglio stare zitti. Che a parlare ti prendi un rischio. D'altronde sei nato nel periodo Harvey Weinstein, quindi riga dritto o ti sbattiamo nel mucchio dei mostri. A noi pesi e misure non interessano. Adesso le streghe le bruciamo noi.
Forse esageri. Forse tutte queste cose ti pesano perché non sai distinguere tra l'aver fatto qualcosa di sbagliato ed il sentirsi qualcosa di sbagliato.
Ma in che senso, "sbagliato?"
Sbagliato perché ti si chiedeva d'essere un uomo quando dentro eri ancora un bambino?
Sbagliato perché nella tua immaturità si riflette quella degli uomini che hanno fatto del male a chi adesso ti punta il dito contro?
Sbagliato perché le tue emozioni fanno quello che gli pare, così come quelle di chiunque?
Sbagliato perché mentre gli altri crescevano e vivevano la loro vita, la tua era ferma in una casa fredda?
Per quale motivo la storia di chi ti accusa dovrebbe valere il mondo, mentre la tua non si ascolta neanche?
Ed è davvero così grave ciò di cui ti saresti macchiato, o viene soltanto ingigantito dallo zeitgeist?
Domande che alla fine hanno soltanto una risposta:
Cristo santo quanto siamo bravi a volerci male. A farci trascinare dal dolore e dalla rabbia, seminandoli negli altri.
Forse alla fine sta tutto nella vecchia considerazione che chi si somiglia si piglia.
E che il primo passo per volgere finalmente lo sguardo altrove
sia disfarsi di quella rabbia
che t'ha portato a renderti ridicolo
ed a scegliere chi avrebbe incentivato la tua autodistruzione.
Quella rabbia è antica, è una struttura vestigiale.
Adesso non ti serve più.
Non volere male a nessuno, e vai avanti in modo diverso.
Di introspezione ce n'è stata abbastanza.
E per l'amor del cielo, tieni la testa alta: hai sbagliato, ma hai anche trovato la forza di ammetterlo. Hai chiesto scusa, anche a chi non avresti dovuto chiederlo.
Chi vuole tenerti fermo sui tuoi errori passati non merita d'essere ascoltato.
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nessunotrannenoi · 2 years
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8/07/2022 - 15:11
Mi auguro che col tempo tu possa darti il giusto valore. Ti auguro tu possa essere sempre felice. Sbagliare è umano e nei tuoi confronti non provo rabbia oppure odio, ma solo tanta delusione. Io sono convinta che l'amore che hai sempre detto di provare per me non era nulla di falso. Sono certa che hai sentito ogni emozione, ma col tempo sei diventato astuto nel prenderti gioco di me. Non mi dispiace aver condiviso con te i miei traumi e dolori più grandi, ma mi dispiace che tu abbia cominciato a far parte di essi. Mi dispiace che hai preferito accontentarti piuttosto che avere qualcosa di immenso al tuo fianco, perché si, mi do il giusto valore e un amore come il mio te lo auguro anche se quasi impossibile da trovare. Non ho voglia di rinfacciare nulla, ma spero tu possa renderti conto di ciò che hai preferito abbandonare. Spero tu sia consapevole di aver preso qualcosa di meraviglioso e averlo buttato via. Perché è esattamente ciò che hai fatto. Ho sempre nutrito tanta speranza in noi, ti ho sempre messo al primo posto e per me sei sempre stato l'uomo più straordinario del mondo. Ma oggi ho capito di non aver sbagliato nulla, di aver fatto la scelta più giusta nel sceglierti e donarti amore. Oggi ho capito che se ti ho dedicato tempo, amore, i giorni più belli e se ti dedicherò la tesi di laurea come traguardo raggiunto, non ho sbagliato nulla. A sbagliare sei stato tu nel momento in cui hai deciso di andartene. Mi prendo qualche giorno per stare bene, tanto hai chi sa tenerti compagnia.
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ascoltartiridere · 3 years
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A.
il tuo (particolare) nome in questi mesi ha risuonato parecchio dentro e fuori di me. Sei stata presente in tutto quello che facevo, motivo di vanto agli occhi degli altri, motivo di gioia agli occhi miei. Probabilmente a quest’ora - un anno fa - abbiamo dato inizio, inconsapevolmente, alla nostra avventura, ad un percorso che mi ha fatto crescere, migliorare, provare a superare i miei limiti. Ho sempre cercato di darti il mio meglio, hai sempre cercato di prendertelo. Se, casomai, delle volte io ti abbia ferita, non era mia intenzione, spero che tu possa aver la forza di passarci sopra. Forse sono stato un po’ egoista, forse ho avuto troppo di te in poco tempo. La mia ingordigia è stata così forte da non farmi mai sentire sazio di te. La nostra storia - se si può definire in questo senso - l’ho vissuta come si vivono le cose belle: senza fermarmi mai. Non posso dirti che i tuoi comportamenti mi abbiano dato sempre l’allegria, una voglia di vivere diversa, che forse andavo cercando. Talvolta ti sei atteggiata da stronza, mi hai fatto male, mi hai dato modo di credere nuovamente che i sentimenti possono anche far soffrire. Il mio cuore, però, ha capito che questa è solo una minima parte di tutte le emozioni che mi hai regalato e che credo di averti regalato anche io. Accanto a te sono cresciuto, ho ampliato la mia visione delle cose. Ho avuto in dono quello che maggiormente si avvicina al concetto di “stare bene”. Non sto qui a elencare le belle cose che ci hanno visti protagonisti, mi limito a dirti che mi piacerebbe ripassare sotto casa tua su un camion a portarti un gelato oppure chiamarti e vederci al mare perchè tanto “sono qui vicino al tuo lido, per caso.” Ho veramente gettato il cuore e me stesso oltre qualsiasi ostacolo. Mi sono messo in gioco. Ho fatto in modo sempre di mettere te al primo posto, davanti ad ogni altro. Sopra una qualunque cosa c’era e c’è, una tua chiamata o un tuo messaggio, siamo d’accordo se pensiamo che di tanto in tanto l’ho fatto con esagerazione: ma è il mio modo di essere, di vivere un qualcosa che ha avuto - largamente - la possibilità di farmi sentire orgoglioso di quello che facevo. Il bene che ci siamo offerti reciprocamente, rappresenterà un tesoro da difendere nel caso in cui - mai più - i nostri occhi si cercheranno. Ancora una volta vorrei ripercorrere l’esperienza di quei tre giorni in occasione del referendum, dove ti ho scelta in mezzo a tutti quanti, forse in questa circostanza mi sono esposto un bel po’ ma poco mi è importato: lo rifarei. La sensazione di forza, di importanza, l’ho sentita quando gli altri ci hanno chiesto come fossero andati quei giorni e tu guardandomi hai detto “eh, come sono andati?!”, hai sorriso, abbiamo sorriso. L’ho sentita come una cosa mia, nostra. L’ho assaporata come il frutto del mio lavoro, della mia passione e dell’impegno che sempre, costantemente, ho profuso per tentare di conquistarti. Da questo percorso con te mi porto dietro il filo di complicità che ci ha legati, quel leggero sussurro con gli sguardi che ci permetteva di comprenderci quando eravamo in mezzo alle persone, quando magari non potevamo parlare e dovevamo far finta di niente a tutti i costi. Credi che anch’io avrei dovuto far finta ad ogni costo e ignorare ciò che provo per te? Se cosi fosse, non ci sono riuscito. Scusa se qualche volta ti ho messa in imbarazzo, se magari ti ho dato di più di quanto tu ti aspettassi o che magari abbia detto qualche parola in più che ti ha permesso di stare al centro dell’attenzione davanti agli altri: lo siamo stati però un po’ in questo periodo, colpa mia. E’ mia la colpa perchè a te piace e non piace esserlo, tendi a imbarazzarti e magari a perdere la lucidità in certe situazioni: è successo. Se c’è qualcuno a cui io devo dir grazie, quel qualcuno è sicuramente la stretta cerchia di persone - meno delle dita di una mano - che sono a conoscenza di questa storia e che sono state sempre presenti, in ogni momento, per supportarmi ed aiutarmi a non sbagliare mai. Vorrei che i miei figli, se dovessi diventare papà, possano avere qualche tua caratteristica che mi ha colpito sin dall’inizio: per esempio la tua voglia di vedere sempre il positivo nelle cose, il tuo entusiasmo coinvolgente e anche la tua testa dura. Ovviamente non posso non dirti grazie perchè mi hai fatto conoscere interiormente, hai dato luce ai lati miei più bui dove io avevo paura di perdermi. Se dovessero chiedermi che cosa ho fatto durante questo periodo, risponderei con grande sincerità dicendo di aver provato a rincorrere le emozioni, prendendole per come si presentavano di giorno in giorno, come mi hai insegnato tu, come il messaggio di “Inside Out” che oramai, inevitabilmente, non posso guardare senza evitare di pensarti. Se il tuo tempo intorno a me è finito o finirà a breve, vorrà dire che non sono io l’uomo della tua vita, ma una cosa che spesso ho pensato in questo percorso, e tutt’ora lo penso, è che tu avresti potuto essere la donna della mia.
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piccinasblog · 3 years
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Oggi sono 30 anni ❤️
Quest’anno, per il mio compleanno scrivo a me, e ci metto lo stesso impegno che userei per scrivere una lettera alla persona che sento più vicina al mio cuore. Lo stesso affetto, amore, calore. Allungo la mia stessa mano in una abbraccio che possa circondarmi d’affetto e ricordarmi che, se non mi voglio bene io, il circolo dell’amore fatica ad ingranare! Qualcuno penserà che sia una cosa stupida, ma non mi interessa, mi va.
A te, che oggi sono 29 e senza rendertene conto domani saranno già 30.
A te, che stai imparando “l’arte della leggerezza” ma, ammettilo, non è semplice per una “pesante” di natura.
A te, che ti scatti una foto anche quando non riesci a sorridere, per ricordarti che i giorni tristi sono come i tasti neri di un pianoforte, senza i quali non ci sarebbe la stessa armonia.
A te che non ammetti di sbagliare e quando ti irrigidisci col mondo è solo perché ce l’hai a morte con te stessa.
A te che ci pensi sempre troppo prima di agire e nel frattempo perdi ogni genere di mezzo, mannaggia a quel blocco mentale del “sarà la cosa giusta”!
A te, che hai amato tanto, poche volte, ma non dimentichi di farlo un poco ogni giorno, perché confidi nella forza della costanza.
Buon compleanno a te che sei la stessa me. Ho auguri e consigli da darti. Lo sai che sono brava con le parole ma conto su di te per renderle reali.
Prima di tutto sappi che credo molto in te e sono fiera per come in questi anni hai affrontato le sfide della vita e, quando era necessario, hai saputo cadere con la grazia di chi è consapevole che avrà lividi marcati, che qualcosa non tornerà com’era in principio e che va bene così. Perché solo i soprammobili hanno più probabilità di restare intatti. Ma tu sei viva, ami la vita, anche quando ti vorrebbe un pò meno forte e un pò più arrabbiata. Ma non ti scomponi mai, neanche quando dovresti. Se devi cedere lo fai con te stessa, perchè non darai mai agli altri il piacere di vederti così.
Cara me, vivi, sempre, continuamente, con la consapevolezza che coltivare bene porta sempre da qualche parte, anche se ti può sembrare tutto un caso. Pure se a volte la strada si allunga e la meta cambia. Mica puoi sapere tutto in anticipo!
Fidati e affidati a chi ti ispira fiducia, che il tuo sesto senso è ancora un aiuto infallibile. E impara a lasciare andare qualche pezzo se è necessario, capirai solo dopo il valore di quello spazio vuoto.
Quando sei stanca riposati, ma non far passare mai troppo tempo prima di rimetterti in cammino, che l’abitudine arriva in fretta ed è una cattiva bestia da cacciare.
Quando hai paura di voltare l’angolo perchè non sai cosa ti aspetta, aguzza la vista e accelera il passo e se ne hai bisogno allunga la mano. Togliti questo vizio che devi affrontare per forza tutto da sola!
Accontentati, ma non troppo. Regalati quel giusto tanto di soddisfazione che può essere la molla per desiderare e ottenere di più. Puoi e devi sempre migliorare qualcosa nella tua vita.
Lasciati stupire anche dalle cose più semplici, fin quanto ci riuscirai sarà come avere con te un pezzo della bimba che eri.
Smettila di lamentarti, che non è di certo la soluzione ai problemi!
Ridi e piangi ogni volta che ti va, lascia che gli altri ti giudichino o delle volte non ti comprendano. Ma se sono persone care, non lasciare che questo le allontani. Farsi capire è importante, anche quando un dolore ti fa chiudere al mondo.
Impara a prendere da tutti quel pizzico prezioso che possono darti e non aspettarti che d’improvviso cambino: sai quante delusioni ti risparmi!
Guarda al futuro, so che fai fatica a chiudere le porte del passato, ma te lo voglio dire con franchezza: perdi tempo!
Prega e non vergognarti di farlo. Io lo so che ogni giorno, appena sveglia, subito dopo il primo “uff mattutino”, è “grazie” la parola che ti viene in mente.
Scrivi, l’hai capito anche tu che non c’è cosa che ti faccia sentire meglio e riesca a farti dimenticare ogni problema. Allora scrivi ancora, pure fino a tarda notte come facevi una volta, ed emozionati delle tue stesse parole.
Sogna con ragion di causa e impegnati se ci tieni davvero. Realizzare un sogno può essere semplice, come molto complicato, dipende tutto da te. Ricordi cosa ti disse quell’amica? “Ci vuole metodo”. Trova il tuo.
Ama te stessa prima di tutto, non venderti mai per poche lire. E non aver paura di ascoltare quel che dice il tuo cuore, è già troppo tempo che lo ignori!
A te, che sei la stessa me, auguri di vero cuore, che tu non smetta mai di credere alla bellezza della vita e alla fortuna degli incontri. Che scelga sempre la strada più sicura e onesta per realizzare ogni cosa. Che riesca ad addolcire certi spigoli di te, altrimenti finirai per farti male da sola. Che ogni tanto sappia abbandonare la tua compostezza e possa lasciarti andare ad un gesto d’affetto. Che l’ironia sia la tua arma, assieme ai sorrisi accoglienti e al tuo briciolo di follia inaspettato. E ogni tanto ricorda anche di essere meravigliosamente imprevedibile, ma conserva questo tuo lato solo per chi dimostra di volerlo vedere davvero.
Cara me, ti auguro di cambiare ancora tante volte, che “restare così” non è mai la cosa giusta mentre le stagioni si alternano. Per il resto, non avere paura, non sei sola, hai me, che sono la stessa te.
Con leggerezza, ricordalo, il segreto è affrontare tutto con un pò più di leggerezza!
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susieporta · 3 years
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Promemoria:
38 abitudini tossiche di "bypass spirituale" da interrompere immediatamente
Tutti vogliono una vita più sana, più luminosa e più felice. E tu sai cosa? Tu sei colui che crea il tuo destino. Pertanto, per ottenere una vita migliore, non dovresti seguire le seguenti abitudini poiché sono tossiche per la tua identità spirituale.
Il compito dei nagual, degli sciamani, dei guaritori, delle streghe, dei senatori, degli psicologi, degli psicoanalisti e dei terapisti, è quello di dare gli strumenti e lo specchio, in modo che possano tornare a se stessi.
Il compito è avere di nuovo la responsabilità di riprendere il controllo della propria vita.
La mia missione è ricordarti sulla via del ritorno alla tua vera casa... Il tuo cuore! E ringrazio alle persone che in questa ultima settimana mi hanno ricordato chi sono. Grazie infinite.
1. Affronta tutti i tuoi problemi. Non fingere che non esistano. Se li ignori, saranno più grandi.
2. Non aspettare che altre persone creino la tua felicità (la felicità, come l'amore, sono risorse naturali rinnovabili al 100% !!!)
3. Accetta i tuoi errori, impara da loro e cresci da loro. Sei ciò che sei a causa degli errori che hai commesso e sono una lezione su ciò che non dovresti ripetere.
4. Non dire mai a te stesso che non puoi fare qualcosa prima di aver fatto tutto per farlo funzionare.
5. Non trascurare le cose che contano per te. E in primo luogo la cosa più importante… sei tu!! Il tuo benessere, la tua salute, la tua coscienza e il tuo spirito. Una mente sana in un corpo sano.
6. Abbi cura di te e ama te stesso. Sii il tuo migliore amico e non mettere al primo posto i bisogni delle persone.
7. Sii la migliore versione di te stesso, non copiare quella di qualcun altro.
8. Non aspettare la laurea, il lavoro, la pensione, il matrimonio, ecc. Vivi la tua vita adesso. Sii felice nel presente. Qui e ora!
9. Non sprecare il tuo tempo prezioso con le persone che ti fanno stare male.
10. Ricorda che i tuoi valori vengono da dentro. Non mettere in dubbio la tua autostima a causa di forze esterne.
11. Stabilisci i tuoi obiettivi significativi e lavora per raggiungerli. Non lavorare per i sogni degli altri.
12. Invece di essere geloso delle altre persone, alzati e ottieni quello che vuoi per te stesso.
13. Non pensare mai di non poter cambiare. Puoi! Quando cambi il tuo, tutto il tuo universo cambia!
14. Inizia a massimizzare i complimenti e a ridurre al minimo le critiche. Quello che la gente dice di te è un problema loro, non tuo.
15. Non sprecare tempo ed energie evitando ciò che non vuoi, concentrati invece sull'ottenere ciò che vuoi.
16. Non aver paura di sbagliare.
17. Non paragonarti mai a un altro perché sei tu.
18. Non sprecare le tue energie preoccupandoti di ciò che non può essere cambiato.
19. Non credere mai che le opinioni degli altri siano più importanti delle tue. Usa l'assertività attraverso il rispetto.
20. Non fingere che non ci sia tempo per le cose che ti piacciono. Sei in grado di trovare il tempo per quello che vuoi fare.
21. Devi essere sempre felice, non aspettarti solo occasioni speciali. IL qui e ora è la cosa speciale. domani non sappiamo se esisteremo.
22. Non farti del male perché hai commesso degli errori. Ricorda, sei solo umano.
23. Non scegliere il modo più semplice. Se non è allo stesso livello dei tuoi valori, non è la tua strada.
24. Non incolpare mai gli altri della tua infelicità.
25. Non lasciare che la tua paura del fallimento ostacoli i tuoi sogni.
26. Non aspettare che la vita stessa cambi. Fai un cambiamento tu stesso.
27. Non passare il tempo con le persone che non ti piacciono. Invece, investi quel tempo nelle persone che ami.
Cosa non si aggiunge... Sottrae!
28. Non sprecare le tue energie in rimpianti o errori che non possono essere cambiati.
29. Non lasciare che il tuo imbarazzo ti impedisca di scusarti e di ammettere che sei stato ferito.
30. Ricorda che non c'è perfezione. Né tu né nessun altro siete perfetti.
31. Non sentirti mai in colpa per passare del tempo da solo e prenderti cura di te stesso.
32. Non tenerti occupato perché dovresti essere occupato.
33. Non precipitarti nella vita. Devi imparare a divertirti.
34. Impara a dire "no" invece di "sì" alle cose che non vuoi fare. questo è essere assertivo!!
35. Alla fine, hai appena smesso di complicarti la vita più di quanto non sia.
36. Non confondere l'“essere spirituale” rifugiandosi in una “religione”, cultura, credenza o idea irrazionale negativa, fuggendo dalla propria realtà e negando i propri problemi, le proprie sofferenze, traumi, saltando fuori dal “bypass spirituale”.
37. Ricorda che molte persone pensano di essere "salvatori del mondo". salva te stesso prima, che il mondo ha bisogno di persone con consapevolezza ed empatia.
38. L'ego e l'incoscienza ti accompagneranno a tutti i corsi di “Automiglioramento”, impareranno a difenderti. Sii onesto con te stesso e accetta che sono i veri padroni di ciò che non dobbiamo fare.
Come puoi vedere, la vita è nelle nostre mani. Quindi il nostro obiettivo è ricordare che possiamo fare quello che vogliamo se lo vogliamo abbastanza.
I veri guerrieri, si gettano nel profondo della propria anima e senza paracadute, nonostante il doloroso atterraggio.
Quei guerrieri di cui abbiamo bisogno oggi in tempi di oscurità.
Dal tuo nagual sciamano dell'anima con amore. Xiukiauitzincheko Escandon
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sciatu · 3 years
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Briosce salata con formaggio e wurstel, peperonata, insalata di riso, braciole alla messinese con peperoncini arrosto, polpettine vegane, caponata, cous-cous, frittata di patate, olive passolute, spiedini di melone.
LA IENA
L’osservò staccarsi dal gruppo di amici con cui stava ed avvicinarsi al buffet prendendo un piatto ed osservando la distesa di pietanze che vi erano disposte. Distolse lo sguardo dalla ragazza e guardò lui che parlava con due suoi vecchi amici, sotto un olivo in un angolo del prato dove era stato organizzato il buffet. Era il momento migliore per avvicinarsi alla ragazza. Si avvicinò lentamente e preso un piatto incomincio a mettervi delle briosce salate, arrivando alle sue spalle con la massima casualità la sfiorò “Oh scusami – le disse quasi con noncuranza – ah ma ciao, non ti avevo riconosciuta” Mentì cercando dirlo con la massima spontaneità e cordialità. La ragazza si girò e appena capì chi era si irrigidì lanciandole uno sguardo gelido “Buonasera” Lei lasciò perdere la sua evidente ostilità e continuò sorridendo “Sei Monica, non è vero? Tuo padre mi parla sempre di te.” “Mio padre parla con tutti di me tranne che con me. Lei è la nuova donna di mio padre? Tutti son venuti a dirmi che c’era anche lei per vedere che effetto mi faceva, bontà loro” “E che effetto ti ha fatto?” “Nessuno. È lui che mi fa effetto! Lo guardi: elegante, con la cravatta che gli abbiamo regalato durante l’ultima festa del papà mentre va avanti e indietro tutto felice e sorridente per la sua nuova donna che si è scelto.” Dentro di lei l’anima le avvampò urlando “Se vuole la guerra l’avrà – penso, e a voce alta continuò - Non ha scelto una nuova donna, ha scelto una nuova vita. La cosa è sostanzialmente diversa. Forse io avrei potuto anche non esistere, ma lui avrebbe fatto la stessa scelta di andarsene per non restarsene chiuso dentro casa sua come un estraneo per tutto il resto della sua vita.” Prese una braciola e la morse con gusto “Probabilmente si, per questo non penso che possa prendermela ne con lei che è stata più un effetto che una causa, ne con i miei genitori. Erano al capolinea senza saperlo. Quello che mi da fastidio è che per anni non hanno neanche provato a ritrovarsi. Si sono lasciati andare alla deriva lontano l’uno dall’altro, senza preoccuparsi minimamente di volersi ritrovare, dimenticandosi di me e di quel disperato di mio fratello.” Lei mise una cucchiaiata di cous-cous nel piatto. “Si combatte per quello a cui si da valore. La vita non è un ristorante dove ordini ciò che vuoi e ti viene portato. La vita è un buffet dove tu prendi questo e quello pensando che sia buono. Invece a volte prendi quello che non ti piace e allora lo lasci nel piatto, metti il piatto in un angolo e ne prendi uno nuovo. È più semplice, ti permette di evitare domande, spiegazioni e guerre tra le pareti di casa. Molti sanno vivere i conflitti perché non gli importa di far del male a qualcuno. Altri preferiscono soffrire loro, piuttosto che dare dolore. Tuo padre è uno di questi. Per me è un suo pregio.” “Forse. Però io e mio fratello meritavamo di poter fare qualche domanda e di avere una minima spiegazione. Almeno il tentativo di discuterne insieme, anche se solo di facciata senza che ci cadesse tutto addosso dall’oggi al domani.” “Tu pensi che i tuoi genitori non ci abbiano provato? Quante volte è uscito con te per parlartene ela discussione è finita sull’università all’estero o sulle prossime vacanze? Quante volte lo ha fatto con tuo  fratello  per poi trovarsi a barattare un motorino per una misera promozione? Quante notti lui e tua madre hanno cercato di ritrovarsi scoprendosi invece sempre più distanti, sempre dalla parte opposta del letto. Non mi sarei messa con lui se  tuo padre non avesse capito che era inutile cercare di salvare il suo matrimonio ormai inghiottito dal nulla che era diventato. Ha avuto troppi Natali senza parole, troppe discussioni su cose senza importanza per credere ancora che fosse possibile una spiegazione, un chiarimento, un ricominciare in qualche modo o forma.” Monica l’osservò e prese una forchettata di cous-cous forse per pensare “Non credo che mio padre abbia cercato disperatamente una qualche discussione, forse quello che stava provando lo stava sconvolgendo e basta. Comunque, sono problemi loro. Mia madre gioca a “non è successo niente”!!  Lui – fece indicando con il mento suo padre – gioca a fare l’uomo rinato, il padre sempre complice e disponibile. A me e a mio fratello non ce ne frega niente se si sono lasciati. Sono già scomparsi da anni, in casa erano già fantasmi prima e adesso lo sono ancor di più. È di questo che non si stanno rendendo conto: prima si sono persi loro, ora stanno perdendo a noi. A casa c’è sempre stato troppo silenzio per accorgersi adesso che qualcuno ha sbagliato. Forse abbiamo sbagliato tutti, ma noi ragazzi non conoscevamo la vita e per noi è stato normale sbagliare perché non abbiamo esperienza. Loro sapevano, dovevano fare qualcosa quando erano ancora in tempo.” “Di fronte a queste cose siamo tutti incapaci di capire. Siamo tutti ciechi ed incapaci di vedere che stiamo appassendo l’uno di fronte l’altro. Alla fine, d’improvviso ci si accorge di non essere più una coppia e si corre il rischio di pensare solo a sé stessi. Tuo padre è dispiaciuto di questo e sta cercando di evitare problemi e difficoltà. Soprattutto, sta cercando di non perdere voi e di essere presente più che può” “Uno può essere presente quanto vuole, ma se non parla e comunica, resterà sempre invisibile. Comunque, ormai comi  veni si cunta ( Quello che accadrà lo sapremo solo dopo che è accaduto).” Prese un cucchiaio di caponata e un tovagliolo. “Buonasera – fece in tono superficiale – saluti il vecchio” E se ne andò verso i suoi amici con fare indifferente. “Piacere d’averti conosciuto” Le rispose in tono ironico, e tornò a occuparsi del suo piatto rimuginando quello che si erano detti Lui lasciò gli amici con cui stava parlando e la raggiunse “allora, hai conosciuto la iena?” Le chiese mentre prendeva un pezzo di frittata “È meno iena di quello che dicevi – fece lei continuando a guardare il suo piatto – è ancora disorientata.” “mi considera un vigliacco perché l’ho lasciata sola con la madre” “ti considera un punto di riferimento che non vuole esserlo più” “Questo non è vero” “Ne sei sicuro? L’hai evitata tutta la serata. Le hai detto appena ciao” “È sempre con i suoi amici, non mi considera neanche” “Ma ti sei mai preoccupato di conoscerli i suoi amici? Lei ha visto subito che hai la cravatta che ti hanno regalato alla festa del papà: secondo te è questo il non considerati?” Lui bevve un sorso “Vado?” chiese guardando la figlia “devi!” rispose lei. Si mosse aggirando l’ostacolo. Andò dalla padrona di casa per farle i complimenti e le chiese della figlia, quando lei gliela indicò nel gruppo dove stava Monica le chiese di accompagnarlo a salutarla. Arrivò cosi nel gruppo accompagnato da una figura neutra ma importante e si fece presentare a tutti chiedendo a chi conosceva dei genitori e a chi non conosceva dell’università che stavano frequentando. La serata continuò e lei lo perse di vista ritrovandolo più tardi per alcuni minuti subito rapita dalle amiche del poker per organizzare una prossima partita a Rometta. Ad un certo punto lui la chiamò “Devo andare, Monica mi ha chiesto se accompagno lei e una sua amica in un locale al faro” “Va bene, vengo anch’io così posso smettere di mangiare prima che arrivino i dolci: non so quanto ho mangiato: avrò messo due chili solo con l’insalata di riso” Incominciarono a salutare tutti e riuscirono dopo mezzora ad arrivare alla macchina. Le ragazze erano già li ad aspettare impazienti “Dai papà è già tardi – poi rivolgendosi all’amica – Serena, questa è Enrica, la nuova compagna di mio padre” “Piacere” Disse Serena gentile allungano una mano esile su cui era tatuato un serpente. Entrarono in macchina e partirono e Serena chiese a Monica se i loro amici erano già arrivati “Non lo so, ora gli mando un altro messaggio” Mentre l’amica era impegnata con il cellulare Serena incominciò a parlare “Ora voi due state insieme? Anche i miei non stanno più insieme. Ora ho una diecina di nuovi fratelli e sorelle, perché mio padre ha trovato una nuova donna con tre figli e mia madre un signore che ne ha due dal primo matrimonio e tre dal secondo. O viceversa? Non me lo ricordo mai! Ora sono sempre invitata a qualche festa e d’estate posso andare in una diecina di case al mare di qualche parente! Ci sono dei vantaggi, ad esempio non sei mai sola e ogni fine settimana hai una festa, un compleanno, un anniversario ed è tutto un casino “ Restò qualche secondo in silenzio per far prendere fiato ai pensieri che non riuscivano a seguire la mitragliata di parole. Poi, raggiunta finalmente da un pensiero sensato aggiunse “Però è triste che ad un certo punto tutto finisca – guardando il padre di Monica chiese – secondo te perché succede?” “Succede cosa?” Chiese lui che aveva smesso di seguirla appena aveva iniziato a parlare “Che due si vogliono bene e poi improvvisamente non si amano più” L’uomo fece una faccia sconcertata ma replicò “Ognuno ha i suoi motivi però vedi, chiediti che cos’è l’amore. L’amore non è desiderare, volere e quelle cose che scrivono nelle canzoni. L’amore è fare per chi ami quello che non faresti per nessun altro. Non è una cosa semplice e forse non è neanche naturale, per questo ci vuole impegno, motivazione, tempo, interesse, voglia e bisogno che chi ami sia parte della tua vita, dei tuoi pensieri, di quello che fai o fate. Invece, una volta insieme pensi che sia fatta, che ormai è tutto a posto, che non ci saranno difficoltà, incomprensioni che potranno separarvi e che l’amore che provavi quando volevi farla innamorare, sia lo stesso di ora che vivete la vita gomito a gomito. Per farla innamorare mostri solo il lato migliore che pensi di avere e lei ti mostra il suo lato più piacevole, senza spigoli ed ombre. Da sposati invece, la vita ti tira fuori il carattere i pregi ed i difetti: l’amore mostra il suo lato più vero e concreto. Lei incomincia a pensare alla casa, ai figli e al lavoro mentre tu ti concentri sulla carriera, sui viaggi d’affari, su tutto quello che pensi necessario per vivere, su i desideri che lei non può o no sa di dover soddisfare e un giorno, quando c’è qualche problema serio, o quando qualcuno torna a riempirti la vita, allora scopri che siete sulle sponde opposte di un burrone, divisi nei pensieri, nei progetti per il domani e nelle voglie di oggi. Allora o ti nascondi nell’ipocrisia e fai finta di niente tradendola ora con una, ora con l’altra, o scegli di trovare un'altra strada, un'altra opportunità e rincominci in modo più onesto, più maturo con te stesso, con chi hai amato, con i tuoi figli e con chi scegli di stare.” Serena aggrottò la fronte impegnata a capire le parole del padre di Monica, poi si voltò verso l’amica “Hai ragione, tuo padre è molto intelligente” Monica sorrise “Te l’avevo detto, no?” E guardò gli occhi di suo padre che l’osservavano nello specchietto retrovisore per scusarsi della banalità detta dall’amica. La mano sinistra di lei, si avvicino a quella di lui che era appoggiata sul cambio, l’avvolse e gliela strinse forte.
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sheislosingherself · 3 years
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comunque sento la tua mancanza, la mancanza di un qualcosa che non c'è mai stato, ma che avrei voluto tanto esserci. nel senso, rivorrei indietro quei primi giorni di conoscenza, in cui ti credevo, in cui avevo fiducia in te, quei giorni in cui mi dissi che "ero preziosa" e la mia unica reazione è stata quella di sentirmi male perché una cosa del genere nessuno me l'aveva mai detta e io mi sentivo ancora una volta come se non valessi nulla, come se non fossi importante, come se tu fossi troppo per me. eri troppo per me? no. al massimo ero io troppo per te, perché alla fine sono arrivata alla conclusione che sono una brava persona, che dona se stessa agli altri, che vuole il bene e la felicità di chi le sta attorno. avrò sbagliato e continuerò a sbagliare, non lo metto in dubbio. ma con te mi son (e so quanto ti infastidisca questo cazzo di son) comportata nel migliore dei modi ricevendo solo un grande schiaffo in faccia, ti sei comportato sminuendomi, facendomi sentire piccola piccola, come se di nuovo non valessi nulla, ma stavolta non c'eri più a consolarmi, bensì eri tu causa di questo mio senso di inadeguatezza. non sono ancora convinta di valere qualcosa, di essere in grado di trovarmi un futuro, di crearmelo da zero, non lo so. ma i tuoi modi di rapportarti a me negli ultimi tempi, nell'ultimo mese e mezzo, hanno semplicemente fatto vedere quanto tu sia una persona di una pochezza disarmante, quanto tu sia bugiardo, quanto tu non sia in grado di rapportarti con le persone, quanto tu non sia in grado di rapportarti con persone fragili. quindi sarò pure una che parla troppo, che si confida troppo, che parla degli affari suoi anche col primo che capita, sbagliando per carità, ma per te avrei dato tutto e tu questo non l'hai mai capito. non lo capirai magari mai, perché alla fine perché dovresti capirlo? che ti frega? alla fine le tue erano solo cazzate, niente di più niente di meno, ché altrimenti se provavi tutto quell'affetto nei miei confronti non ti saresti comportato così, non mi avresti trattato così. ma forse chiedo troppo ad una persona che non sa comportarsi e relazionarsi con gli altri, perché alla fine questo sei. detto questo, spererò sempre che tu riesca a trovare il tuo equilibrio, che riesca a trovare degli amici decenti e perché no, quell'amore che tanto vorresti ma non sai come chiedere. perché alla fine sei solo, e questa solitudine comincia a pesarti eh? che dici? ma alla fine queste sono solo mie idee, mie conclusioni, che potrebbero non entrarci nulla in quello che tu provi e vivi costantemente tutti i giorni. ma non è niente d'importante solo che non ho il coraggio di dirti addio, e quindi nulla, continuerò a volerti bene, a tenerci più di quanto dovrei e meriti, perché alla fine non si sceglie a chi voler bene, anzi. molte volte le persone arrivano nei momenti che meno te lo aspetti, ti sconvolgono la vita, e poco dopo se ne vanno. mi dicevi che non avevo la palla di vetro, che non potevo sapere cosa sarebbe successo tra noi, ma alla fine te ne sei andato e io detesto aver avuto ragione.
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salfadog · 3 years
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La mia famiglia non è mai stata fisicamente affettuosa o presente, tolti schiaffi e biasimo. La ristrettezza affettiva peggiora quando, in un momento di debolezza adolescenziale, confesso di essere bisessuale (è più di ciò, ma allora lo pensavo) e mi trattano come i lebbrosi, ancora un po' e zia mi dava la campanella. Nemmeno potevo abbracciarla
Ora, nell'età in cui dovrei essere una donna fatta e finita, mi ritrovo ad osservare la società che mi circonda: si sposano o sono fidanzati, escono in compagnia, vanno in vacanza. Io sono passata dalla lebbrosa al ruolo della volpe con l'uva. Voglio quelle cose. Però non sono mai arrivate e non arrivano, e penso proprio che non arriveranno mai. C'è solo del mediocre sesso occasionale. Vorrei smettere di guardare il mondo, ma continuo. Il dolore che sento ed il rodimento al fegato sono i segnali da cui mi riconosco essere vivente. In qualche modo sono quella sbagliata, la difettosa, anche se non più per l'orientamento sessuale ed è giusto lo tenga a mente. Ed è giusto proteggere gli altri dal mio essere nociva e tossica come Chernobyl. È l'unico pensiero a darmi gioia: soffro, ma non faccio soffrire gli altri per colpa mia.
Ciao Anon,
benvenuta in famiglia. La nostra. Quella dei figli di genitori anaffettivi e coercizionisti perché volgio il nostro bene.
Probabilmente sai già che non è nemmeno colpa loro. Sono stati disegnati, come ogni animale sociale, dalla somma del DNA, esperienze e bias di conferma per non impazzire a forza di decidere ogni volta.
@kon-igi sta pensando come scriverla in modo che si capisca, poi semmai ti spiega lui.
In qualche modo sono quella sbagliata, la difettosa, anche se non più per l'orientamento sessuale ed è giusto lo tenga a mente. Ed è giusto proteggere gli altri dal mio essere nociva e tossica come Chernobyl. È l'unico pensiero a darmi gioia: soffro, ma non faccio soffrire gli altri per colpa mia.
Qui si nascondono i bias che ti fdanno sentire intrappolata.
Ti faccio un esmpio pratico.
Questa estate ho confessato al mio migliore amico che probabilmente io e mia moglie siamo poliromantici e lui ha sbarrato gli occhi come il protagonista di una commedia all'incidente scatenante.
Poi ha guardato la sua compagna e col terrore negli occhi entrambi mi hanno supplicato di non farlo.
Ora, credo che tu riesca a comprendere il fatto che il loro bias non sta nel credermi un mostro, anzi mi amano tantissimo (dopo questa estate un po' meno ma per altre ragioni), è solo una conseguenza.
Questo bias nasce dal fatto che, siccome sono entrambi monogami (presumo), pensano che il nostro poliamore sia la rovina per la coppia. 
Dal loro punto di vista hanno assolutamente ragione.
Se lo facessero loro si sentirebbero scomodi/sporchi in questa scelta e quindi proiettano la stessa emozione su di noi ma per amore.
Come ti senti sporca tu perché vuoi essere ciò che sei. Perché gli amici ci indicano la via giusta, vero? Si, se non è la loro. Le vie dell'inferno sono lastricate di buoni bias.
Quindi il primo punto, che già conoscevi, è scoprire senza preconcetti (tò! In inglese si scrive bias) cosa desideri e se questo desiderio crea più vittime che gotterfunken (leggi amore ma è qualcosa di più) allora capisci se puoi migliorarlo o devi abbandonarlo. Senza alzare vespai è il caso dei feticisti. Le scarpe, è risaputo, non provano molte emozioni dato che le calpestiamo tutto il giorno, tutti i giorni. 
Se vi piace leccarle e mangiarle e infilare i tacchi in ogni orifizio del vostro corpo, andate sereni ma poi non mandatemi i video in chat, per favore.
Quindi sentiti libera di scoprire cosa sei e soprattutto di sbagliare mentre lo impari (io ci ho messo 54 anni e ho appena iniziato ma avevo davvero tanti bias da gestire), se non ci sarà la tua famiglia al tuo fianco, sappi che io ci sarò.
Ma non ti servo io, non ti servono loro.
Serve che tu capisca più che puoi la tua individalità (lo fai questo articolo prima o poi @kon-igi?) e che puoi scegliere sul serio ciò che vuoi se non ferirai gli altri più di quanto loro stiano ferendo te.
Sacrificarsi per principi in cui sentiamo di non credere è sbagliato.
Cercare i nostri rpincipi in cui credere. Quella è la scelta giusta.
Ma nel viaggio cerca di non ferire vittime innocenti e quando lo farai, ti servirà per capire cosa è successo, "risarcire" il danno causato -iniziare con scusa ho sbagliato è perfetto- e ripartire.
Ho scritto “quando” perché al momento il modo migliore di apprendere è per tentativi ed errori. Ma ci sono gli amici per aiutarci a evitarte i più gravi. E se pensi di non avere amici (non è così ma ora sei troppo spaventata per riconoscerli facilmente) inizia da me e esponimi liberamente i tuoi sogni. Io non li giodicherò ma valuterò insieme come realizzarli. A patto che tu non ferisca nessuno più del necessario ma nello stesso tempo tu non ferisca te per evitare un dolore che gli altri non hanno il diritto di permettersi per le tue scelte.
Solo così sarai libera dai sensi di colpa per iniziare a scegliere il tuo sentiero. 
Inizia dal perché credi che avere un lavoro, matrimonio, fligli e mutuo siano la cosa giusta per TE o se puoi avere amore in altro modo che ti sia più congeniale anche se non ortodosso. Perché l’amore che è indispensabile nella tua vita. Ma l’amore ha molte, moltissime forme e (quasi) tutte giuste.
Poi dovrai fare il primo passo. Ma non avere fretta, cerca di capire bene cosa desideri davvero e non quanto sia “sbaglaito” per la cultura di riferimento.
La primavera sta arrivando
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augustonovali · 3 years
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“No, è tardi, troppa carne al fuoco. Te ne parlo un’altra volta. Adesso torniamo ai figli di papà. Allora, grosso modo si dividono in due tipi…” Sergio lo seguiva attento.
“Il primo tipo, quello che io definisco “genetico”, sono i figli di papà nati da figli di papà. Sono convinti delle stronzate che fanno. Li vedi subito. Loro non è che ti guardano in faccia e non ti salutano. No. Semplicemente non ti vedono. Ti passano davanti e non ti vedono. Vengono da una scuola antica, sono “educati”, si fa per dire, sin da piccoli in una certa atmosfera, sentono l’aroma del privilegio, respirano, come il caffè sottovuoto, in atmosfera modificata. Fanno discorsi tipo “questi comunisti del cazzo…” senza sapere nemmeno che significa comunismo o fascismo o altre stronzate del genere. Respirano il potere sin dalla culla, non hanno la più pallida idea del significato di termini come lavoro, economia, politica. Non gliene potrebbe fregare di meno, non hanno bisogno di saperlo. Spendono soldi che non si guadagnano, senza sapere nemmeno da dove arrivano, e mantenerli costa quanto può costare mantenere una famiglia di operai.  Per farti un esempio: se capita che hanno bisogno di te, in qualunque occasione, non hanno nessuna difficoltà a salutarti, a sorriderti e chiedere. Se sei allenato e li conosci, come me, allora noti le differenze. I figli di papà “genetici” se hanno bisogno di te, del tuo aiuto, non si fanno nessun problema. Vengono, ti salutano, accennano un sorriso, ottengono quello di cui hanno bisogno e poi ritorni a non esistere. Gli altri, quelli del secondo tipo, quelli che chiamo “di prima generazione”, bene, anche quelli ti vedono, ma non ti cagano. Ma nel momento in cui hanno bisogno, nonostante il sorriso, i modi cordiali, sono a disagio. Gli costa cambiare atteggiamento per necessità. Gli altri no. Quelli genetici, per dirti, ti guardano in faccia e ti passano davanti senza nemmeno salutare. Per loro non è un fatto di buona educazione, di anzianità, di chi viene da fuori o cose simili. No. E’ un fatto di soldi, di potere. “Papà ha la grana.” Oppure “Papà è un pezzo grosso, quindi tu che sei un morto di fame devi salutare per primo. Sempre. Comunque. Altrimenti io ti passo davanti, ti guardo in faccia e nemmeno ti cago.” Quelli di prima generazione, alla fin fine, sono i meno pericolosi, sono i più innocui perché, in fondo loro lo sanno di fare una cazzata. Però sono così smaniosi di cominciare a godere del privilegio di essere i figli del papà, che, anche se sanno di sbagliare, lo fanno lo stesso perché, appunto, “Io sono il figlio di papà.” Si era evidentemente infervorato e Sergio pensò che chissà, magari avesse avuto molte esperienze antipatiche lì al circolo e, giusto per fargli fare una pausa, per farlo rilassare un attimo, lo interruppe...
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ma ce l’hai ancora con me? (davanti alla Signora Grassa, 11 ottobre, III anno)
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R | « cerchi tuo fratello? » l’approccio mentre, senza troppo cerimonie, si infila un braccio nei pantaloni di almeno una taglia più grande di quello che dovrebbero essere « e ah! » staccando la mano dalla cintura per sbatterselo sulla fronte « grazie per erbologia, mi sa che è solo grazie a te che ho preso la prima O- dell’anno » - « ma ce l’hai ancora perché t’ho dato della femmina? guarda che lo dico a tutte » e fa spallucce, piegando la testa « ma così fanno vedere se lo sono davvero o meno »
Mac | «Uh?» - «Sì, lo hai visto?» un mezzo sorriso viene rivolto alla grifondoro «Figurati. Comunque hai fatto un buon lavoro anche tu a lezione.»  la ascolta mentre una smorfia attraversa il suo volto alle parole dell’altra.
«Non… Non è che ce l’ho con te.» 
«Solo che…» si ferma un momento osservando la bionda, che sa essere amica di Sebastian «Solo che non mi piace.» - «Cosa intendi con, se lo sono davvero o meno?»
R | « mi sa che dorme ancora » [...]  « beh » ondeggia ancora con la testa, facendo oscillare il caschetto scapigliato « ci sono anche femmine toste, no? All’isola tante streghe che si occupano dei draghi danno la paga a certi che se la fanno sotto e preferiscono, che ne so, occuparsi delle carte con il ministero ma » e arriccia il naso « anche il contrario. Se piagnucolano per nulla, si preoccupano di boh » e scrolla la testa all’indietro, passandosi le mani nei capelli e alzando il nasino, la voce che si fa caricatura diventando ancora più acuta 
« oggi li ho lavati con un preparato di lavanda, cannella e peti di fate, guarda come sono lucentiiiih » e poi se le porta alle guance, iniziando ad imitare con le labbra un pesce rosso e finendo per sedersi pesantemente sulle chiappe « e la mia p e l l e » scandisce, distorta con lo stesso tono « uso solo crema ricavata da un-vattelo-a-pescà dei mari del nord! » 
e fa una smorfia, « tutte bolidate inutili che piacciono a quella vipera di Hazaar, l’amica di tu fratello » perché di certo la sua difficilmente lo sarà, nonostante le preghiere notturne di Seb affinché Merlino interceda. [...]
Mac | In quel momento è impossibile mantenere un’espressione seria e addirittura sbuffa e quasi ride a quei commenti e imitazioni, una piccola scenetta che per un momento riporta sul volto stanco un sorriso e una temporanea allegria. «oh. Capito.» - «Beh, ci sono tanti tipi di femmine, certo.» su questo non ci sono dubbi ormai «Ma ci sono tanti tipi di persone, in generale.» e poi torna alla mente una discussione del giorno prima «Ognuno è diverso, no? E tutti creano il loro io come vogliono.» e queste cose così astratte o strane vengono pronunciate solo perché ne stava giusto parlando con Merrow ieri.
R | « beh, sì » con il cervellino che va a macinare quel discorso serio e che, ingenuamente, dava un po’ per scontato « ognuno può fare il bolide che vuole se farlo non fa del male a nessuno, no? »
« cioè, se si vuole fare una cosa perché ci fa stare bene è giusto farla, io mi arrampico perché è bello arrivare in alto e vedere tutta da su »
[...] « ma perché, tu che cos’è che vorresti fare che non fai? »
Mac | «Beh, diciamo che… ci sto lavorando. E’ complicato.» scrolla appena le spalle prima di proseguire «Dicevi prima, no? Se una cosa ci fa stare bene è bene farla, ecco. Io sto cercando di capire cosa mi fa stare bene ma...» - «Non so bene come fare.»
R | « mh, questo è un problema » - « Pà direbbe di provarci e basta » ma si stringe nelle spalle « ma Pà è grifondoro come me, forse non vale troppo come consiglio per te » 
« un passo alla volta...? » 
 « cioè, tu inizia » - « e se senti di sbagliare qualcosa riprovi in altra maniera » e fa spallucce, rivolgendo i palmi delle mani verso l’alto « fino a che non trovi la maniera per farlo » - « come quando cerchi la strada per arrampicarti! »
Mac | «Probabilmente anche il mio papà direbbe lo stesso.» commenta «lui era un Tassorosso come me.» aggiunge, visto che l’altra tira in ballo le casate d’appartenenza dei padri. 
«Comunque hai ragione.» dice con tono quasi solenne «un passo alla volta.» sorride, un consiglio semplice che solleva lo spirito, un passo alla volta non sembra troppo difficile. Un passo alla volta lo può fare. 
«E il primo passo l’ho fatto.» aggiunge guardando Ruby con il sorriso di nuovo in volto. Il primo passo verso lo stare bene è stato fatto, ora bisogna capire quale sarà il secondo però. 
«Una cosa. Sai come Sebastian voglia essere chiamato per nome?» 
«Ecco, io preferisco se mi chiami MacNamara, per adesso. Non per nome.» 
«Tu sei Ruby? Ti sta bene se ti chiamo così?»
R | « ma è luuungo »
« e poi rischio che si girino anche i settordici parenti che siete al castello »
« devi » gonfiando le guance « Rubinia è lungo, Lumpkinella anche di più » - « facciamo che io Ruby » e punterebbe il dito in avanti « e tu Mac, che ok, si gireranno anche tutti gli scozzesi del castello » fa spallucce, come se non avesse posto il problema dei gli altri MacNamara solo un attimo prima 
« ma se lo senti da me, in corridoio, ti sto chiamando »
Mac | «E Ruby sia. E anche Mac va bene. Poi, quando trovo un nome, te lo dico.»
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R | « bene, ma non metterci troppo che siamo davvero tanti con il Mac qui in Scozia » e fa sorrisone tutto denti e guanciotte « MacFusty » indicandosi « MacNamara » - « MacKenzie, MacGillivray… »
//leggenda narra che stia ancora elencando cognomi//
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merrowloghain · 4 years
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20.02.77 Corridoio - Hogwarts
Sono passi silenziosi quelli che compiono, ed un lungo istante che intercorre tra il proprio primo dire, ed il successivo «Come...stai?» seriamente? Una domanda normale, eppure sembra costarle un po` a giudicare dalla pronuncia non così atona, e dal correre a lui con lo sguardo. Un timido tentativo di tastare forse la temperatura dell`acqua, del lago freddissimo che sta tra loro, e che denota la tipica incertezza d`una confidenza che prima aveva e che ora non è più sicura di possedere. Di meritarsi forse, o che sia addirittura mai esistita.
Che rende scomoda anche una domanda semplice come quella che, alla fine, lei gli porge. E la guarda, nuovamente, con attenzione, un’ombra di stupore che gli segna il volto per una manciata d’istanti, prima che torni ad avere una parvenza di controllo di se stesso. « il solito, bene. » Apparentemente senza problemi, apparentemente privo di preoccupazioni. Apparenza, sempre. « Ares mi ha regalato una lucertola morta questa mattina, non capisco se voglia provarmi la sua capacità di sfamarmi o mi stia minacciando. Ho sempre più voglia di lasciare una volta per tutte Aritmanzia. E se Moore continua a metterci così tanto tempo in bagno, la mattina, lo mando definitivamente a fare compagnia alla Piovra. » Ecco. « Il solito. » Come se nulla fosse cambiato, come se non avesse fatto una scelta la settimana prima. « E tu? »
Ecco il perchè di quella domanda, ecco il perchè incontrarlo con le iridi, il respiro forzato in un ritmo che il cuore non segue, ma che l`accomuna al Serpeverde in quel senso d`apparenza che si sforza di mantenere, per quanto le è possibile. E lui risponde, mentre lei rimpalla l`attenzione da un occhio all`altro di lui, ancora in esplorazione, ascoltando poi il dire successivo di lui che prima le fa abbassare lo sguardo verso il suo petto a causa d`un sorriso storto che le nasce in automatico sul volto, e che mano a mano che Tristan prosegue, finisce per mutare in un ridacchiare che da cupo si trasmuta in divertito, con tanto di risata vera ma brevissima, cristallina e leggera «Magari Ares lavora per me, che ne sai.» la famosa testa di lucertola a monito nel letto. Si ritrova però ad interrompersi, a quell`ennesimo "il solito". Si rabbuia, lentamente, come se a quelle parole si ricollegasse qualcosa che le fa male, che la coglie impreparata e che si riflette per un istante appena, sul viso che poi ritorna neutro, giusto in tempo per la domanda rivolta a lei. Bivio. Non dinnanzi a sè ma dentro di sè, con le conseguenze che un dire rispetto all`altro, potrebbero manifestarsi tra loro. Si volta verso sinistra, verso di lui, ed è con un solo incrocio di sguardo che cerca delicatamente in un sentimento strano e che lui non deve averle mai visto sul viso 
«Mi manchi, Tris.» 
la voce che s`abbassa e si fa più dolce, sporcata da un`amarezza che non vuole celare, nonostante il sorriso che accompagni tale dire, prima di distogliere da lui l`attenzione «Sto cercando d`abituarmi ad un`assenza che non pensavo potessi creare.» a dimostrazione che forse, anche per lei, è tutto nuovo, tutto strano, tutto diverso dopo quel San Valentino, e ciò che comporta l`aver scelto, di tutti e tre. Non sembra aspettarsi nulla in risposta, non davvero, ecco forse perchè si concentra in un sospiro che porta alzando il volto al soffitto, socchiudendo brevemente le palpebre, mentre prende un paio di passi alla cieca, sicura che da lì a poco non ci siano ostacoli importanti.
Sbuffa un principio di risata divertita a quelle parole su Ares, o per quella risata che sente nascere dalla sua labbra, ma che lo portano a scuotere comunque un po’ il capo, lo sguardo che la cerca senza che si volti completamente verso di lei. « Spiacente. So per certo che lavora per il suo predecessore divino. » Lo stesso Ares, dio della guerra, dello spargimento di sangue e della violenza. Ed ha diverse sottili cicatrici sulle mani e sulle braccia a riprova proprio di questa discendenza indiretta. Non può non notare quel suo rabbuiarsi, non quando la sta guardando, eppure sembra confuso da quel repentino cambio del comportamento altrui, le sopracciglia ora lievemente aggrottate ed il sorriso che sfuma dalle labbra piene, di fronte a quel volto che torna ad una neutralità che impiega qualche istante a riacquistare a sua volta. Ma lo fa, ed è con questa rinnovata mancanza di espressioni, che sente quelle sue parole, quell`ammissione dolce che nonostante il ‘ti voglio bene’ della settimana prima lo coglie un po’ alla sprovvista, lo sguardo bluastro che non riesce a celare un lampo di stupita sorpresa che non potrà celare a lei, ora ferma davanti a lui. ��Non dev’essere così. » Piano, forse quasi dolce per gli standard a cui l’ha abituata, le parole che sembrano come sempre ragionate e mai pronunciate senza attenzione. E poi, dopo aver umettato le labbra, conclude. « Ma non mi dev’essere chiesto di scegliere. » Forse l’ha già detto a qualcun altro, forse ha trovato una via verdeargento per rendersi più facile la vita e, non è detto, che questa nonostante i colori che l’altra indossa, non sia la soluzione migliore.
Il sollevare di sopracciglia, divertita reazione nel sentire del mandatario di Ares, quel mezzo-kneazle che lei continua ad adorare ed a fissare di tanto in tanto con occhi rapiti, dura giusto il tempo della risposta di lui in un annuire che quasi fa rimbalzare il capo, prima che l`umore di quella breve conversazione, richiami ad una serietà che forse, era inevitabile. Perchè gli manca, sceglie di dirglielo, nonostante l`incapacità altrui di cooperare con i sentimenti propri o quelli altrui, cosa che oramai, pare aver capito in tutti quegli anni in cui hanno condiviso perlomeno una quotidianità costante, lì al castello. Si prende il suo stupore, ricambiando il suo sguardo con qualcosa di più delicato, a richiamare una complicità più intima, che è stata completamente assente nell`ultima settimana. Non dev`essere così, e lei che finisce per abbassare appena gli occhi, un istante appena, prima di tornare al blu delle sue iridi, ascoltando anche il successivo dire che sembra quasi un compromesso possibile, un ramoscello d`ulivo, o una lucertolina morta ai piedi del letto, in un gesto che a lei sa di cura. Ci mette qualche secondo, prima di fermare appena il passo, in un letargico rallentare che s`arresta, mentre la mancina esce dalla tasca a sfiorare con i polpastrelli la manica del maglione di Tristan «Tu non sai quanto vorrei che fosse diversamente.». Sincera, con quel tono delicato che prosegue ed un`incertezza manifesta dal labbro inferiore che torna ad essere torturato «Ma Domenica nessuno dei due ti ha chiesto di scegliere, Tris.» lo guarda adesso, in volto con un dispiacere inequivocabile a sporcarne il visetto così candido «Eppure tutti e tre sappiamo cos`è accaduto. A chi va la tua lealtà.» inutile girarci intorno, perchè oramai non si può più negare nulla dinnanzi all`evidenza «C`è una parte di me che non vorrebbe più nemmeno sentirti nominare. Che non ti sopporta... che..» ma non continua, perchè ora che lo sguardo è precipitato a terra, lei fa fatica a spiegarsi senza interruzione, ma testarda prosegue, forse per l`importanza che ha ciò che cerca di fargli comprendere «Vorrei tagliarti fuori.» anche qui, senza nascondergli nulla, con le parole che, basse, vengono accompagnate da un leggero arricciarsi di naso «Ma ho capito che no... che in realtà sono solo ferita, e che ti rispetto troppo per sbagliare di nuovo con te, nella stessa maniera di una volta: la scelta è tua.» inspira lentamente, espirando in un socchiudersi di palpebre «Non voglio farlo io per te, non voglio un giorno rendermi conto che sono stata io a lasciarti andare.» le mani nelle tasche che si muovono un secondo, in un tormento nervoso che non viene palesato «Mi dispiace d`aver lasciato intendere che lui potesse trattarti com`è successo a me... sono stata...» il termine non le viene, ma s`adatta velocemente «stupida. Tu non sei come me, per lui.» ora, solo ora rialza gli occhi ai suoi «E non è mia intenzione giudicare il vostro rapporto o paragonarlo ad altri...» di nuovo quell`arricciarsi di naso, e l`attenzione che adesso si sposta sul corridoio «E` solo che» sbuffa piano «mi ha fatto così tanto male che non volevo succedesse anche a te.»
Era inevitabile, sì, che presto o tardi sarebbero finiti a parlare di quanto successo. Se lo aspettava, e forse è con consapevolezza che ha scelto di andarle incontro oggi piuttosto che un qualsiasi giorno della settimana appena passata. Eppure non riesce ancora ad abituarsi del tutto alla facilità con cui lei dimostra e da voce ai suoi sentimenti, impensabile per lui che sembra scegliere la logicità dei fatti a l`illogicità delle emozioni. Ed è per questo che, a quel tocco non sfugge, no, seguendolo anche con lo sguardo, ma non fa una mossa per ricambiarlo, né sembra voler affrontare quel discorso con l’emotività di lei. Rimane più freddo, meno coinvolto in qualche modo in quanto va a dire, quasi cercasse coscientemente di rimanere il più lontano possibile da quella situazione, quasi cercasse di analizzarla dall’esterno . « Dovresti saperlo ormai, Merrow. » E’ il primo dire fra tutti, per qualche motivo, pratico e quasi risolutivo. « La mia lealtà, va in primis a me stesso. » Ma infondo non dovrebbe essere una novità per l’altra, a differenza di quanto viene proferito poco dopo, ora con un tono più conciliante, paternalistico quasi, ma che in qualche modo si collega a quanto detto. « L’avete fatto entrambi. Tu chiedendomi di venire con te, quando mi hai visto con lui. Sapendo che avrei dovuto lasciarlo indietro per farlo. Sceglierti. » Ed è questo il punto. « E lui … » lui di cui non pronuncia il nome, ma è chiaro a chi si riferisca, « che ha fatto la stessa identica cosa. » Di chi è quindi la colpa, alla fine dei conti? Sembra volerglielo chiedere con quel silenzio che si concede, inarcando un sopracciglio, fissandola con quell’intensità che risulterebbe scortese in un contesto normale, le mani spinte nella profondità delle tasche del cardigan. E poi, dopo essersi umettato le labbra, riprende a parlare, le iridi che dopo un momento d’incertezza cercano le sue prima d’iniziare. « E io ho fatto la mia scelta. Oggi, qui. » Scegliendo di andarle incontro, di accompagnarla o più semplicemente di parlarle come se nulla fosse successo prima. « Vuoi tagliarmi fuori? Puoi farlo. Puoi scegliere di farlo. » Perché tutto si riduce a quello, a quella parola che continua a tornare in qualche modo. « Ma non puoi chiedermi di scegliere. » Fra loro. « Come io non lo farò a te. » Mette in paro le loro situazioni, ma solo un quel momento, perché poi si ritrova a deglutire, a distogliere lo sguardo per un lungo momento. « Noi » lui e Xaviér. « Siamo diversi. » Ed è così riduttivo ed incompleto descriverlo così, che non può che sospirare alla sua stessa ammissione, lo sguardo ora nuovamente a cercare il suo. « Anche solo perché possiamo farci male a vicenda. Perché in qualche modo siamo più equilibrati di quanto non lo foste voi. » Loro con quel rapporto al quasi limite del malsano, per come gli è stato mostrato quel pomeriggio alla Stamberga. « Ma se può rassicurarti. Non permetterò che mi faccia male. » O almeno ci proverà.
La sinistra sta ancora là, mezza a sfiorargli il maglione, mentre la destra rimane contratta e nascosta, quando lo sguardo di lui viene meno, e lei si ritrova ad inseguirlo con un chinare del capo, ed un passo in avanti quasi automatico, fatto in sua direzione, pietrificandosi poi di nuovo, non appena le iridi blu tornano a cercare le proprie. E` sull`ultima battuta che lei espira lentamente, trasformando il tocco sul maglione in una sorta di leggera presa, che scorrerebbe dall`avambraccio al suo bicipite, mentre il resto di sè gli si avvicina discretamente, concedendogli tutto il tempo per sottrarsi, fuggire, o semplicemente stopparla. Eppure se ciò non accadesse, quello che la Loghain cercherebbe di fare, è soltanto tornare a stringersi a lui come se fossero di nuovo in quell`aula e stessero provando i passi per il Ballo dell`Agrifoglio: braccia al collo e tempia destra contro la sua guancia sinistra, in un chinare di capo che la vedrebbe osservare il vuoto dietro le spalle del Serpeverde «Io volevo solo passare del tempo con te, ecco perchè ti avevo chiesto di venire con me alla Stamberga.» a richiamare l`invito che non è andato a buon fine, con un sussurro morbido e caldo, in una dolcezza così sentita, da risultare strana a chi la conosce più superficialmente «Io non voglio fargli del male, non gliene ho mai voluto. Questo non significa che io non abbia potuto, ma che semplicemente ho scelto di non farlo.» ci tiene a precisarlo, perchè la cura che lei ha messo nel rapporto con Xavier non è debolezza, ma una presa di posizione consapevole, che purtroppo non ha portato un cieco a riacquisire la vista «E non c`entra con l`equilibrio: è solo che lui non ha scelto me come io ho scelto lui. Come si fa in ogni tipo di rapporto, di qualunque natura.» ci si sceglie, oppure no. Si prende qualche secondo di pausa, ed infine conclude solo con un «Grazie.» a quelle parole che si, la rassicurano, a tal punto da farla brevemente scostare per cercare con le labbra la sua guancia, proprio come ha fatto altre volte nel corso del tempo, solo con un contatto più leggero e sentito, tenero nella sua natura «Io ci sarò per tutto il tempo in cui tu lo vorrai.» e così sembra strano, se non fosse che aggiungerebbe delicatamente «Per me ne vali la pena.» e solo adesso si allontanerebbe di qualche passo, lasciandolo andare oppure no, ma comunque con tutta l`impressione di voler proseguire quel percorso verso la Torre Ovest. Senza lasciarlo indietro, ma aspettandolo al suo fianco.
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