#Scuola Holden
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Di Monopoli e monopoli.
Lo sentite anche voi questo odore? no, non è il profumo di zampirone, anche se finalmente è arrivata l’estate anche quassù al Nord Italia, sono io che mi sono svegliata polemica. Portate pazienza: le vacanze sono ancora lontane, io vorrei solo poter starmene a casa e invece mi tocca del volgare lavoro. Di cosa parlare, quindi, se non del mercato editoriale italiano e della sua situazione di…
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#book#book blog#case editrici#editori indipendenti#feltrinelli#libri#mercato editoriale#messaggerie#Mondadori#oscar vault#scuola holden
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"libri e diversità": una puntata di 'pendodeliri', di antonio pavolini, dedicata a un intervento di giulio mozzi
Antonio Pavolini – nei Nuovi pendodeliri – in dialogo con le riflessioni di Giulio Mozzi in tema di editoria pubblicate (anche) qui: https://slowforward.net/2024/02/25/feltrinelli-dal-produttore-al-consumatore-giulio-mozzi-2024/ ___
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#Antonio Pavolini#distribuzione#distribuzione libraria#editoria#editoria generalista#Feltrinelli#Giulio Mozzi#Holden#lettura#librerie#libri#Messaggerie#Mondadori#Pde#pendodeliri#Scuola Holden
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Ho aperto una bottiglia di vino, non lo facevo da settimane.
Ho aperto una bottiglia di vino perché scrivere questa consegna m’irretisce: che ne so, io, del futuro? Che ne so, io, del mio, di futuro?
La mia psicologa m’ha detto di pormi domande anche fuori dalla stanza delle parole; allora, mi chiedo: sarà sempre così? Avrò sempre bisogno dell’ausilio di uno stato psicofisico alterato per guardarmi dentro? Per scovarmi?
Dove sono finita?
Non sarà poesia questa volta, se poesia possiamo definire quelle masse informi delle volte scorse. Non sarà logico, razionale, non seguirà un andamento lineare: questa sono io che scrivo di getto un flusso di coscienza che odierò dover rileggere per editare.
Probabilmente lo lascerò così: grezzo, magmatico, inusuale.
Io non so neanche cosa sia, il futuro. Treccani m’informa: futuro è
s. m. Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno.
Il tempo che verrà. Quando verrà?
Io procrastino il mio futuro, lo faccio da anni: congelata per decenni nello stato della studentessa che non vuole crescere, divenire adulta.
Il tempo che verrà, gli avvenimenti che in esso si succederanno:
allora il futuro è anche questo momento? Questo preciso ed esatto istante?
Il mio futuro di oggi prevede la sopravvivenza a questa giornata logorante, solitaria, alcolica, per poter andare a lavorare, poi, alle 23, staccare alle 3, andare a dormire.
È questo il mio futuro? È questo quello che mi aspetta una volta uscita dal nido sicuro, limbo lenitivo, che è la Holden?
Per anni ho procrastinato la mia laurea perché l’idea di lasciare la calda certezza dell’Università mi dilaniava.
Ora mi sono laureata, ma non l’ho fatto prima d’aver trovato già un morbido rimpiazzo.
Questa scuola.
Con le sue pareti dai colori caldi, i divanetti nei corridoi. Le consegne che ti obbligano a guardarti allo specchio. Mi viene in mente Elisa, di Menzogna e sortilegio:
E mi aggrappo agli specchi per ritrovarmi. Per non dissolvermi.
Come Elisa
Medusa
Fluttuo nell'aria e
L'avvolgo
Questa stanza è piena di me;
In me
L'aria. -
si guardava allo specchio e lo specchio le rifletteva l’immagine informe di una medusa incorporea. Questo sono anch’io: non ho contorni, non ho definizioni, non mi lascio incasellare: sono magma, come lo è la mia scrittura schizofrenica; sono fluido, informe e scrosciante, flusso che pretende di divenire, vento che soffia frusciante.
L’eterno ritorno.
Futuro, il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno. Io, nel mio futuro, voglio vivere. Nel mio futuro è la vita che voglio: è la tenacia, l’ostinata, imperitura, tenacia di vivere che voglio, nel mio futuro.
Sarebbe troppo semplice scrivere il manifesto politico e indignato: oh, sì, il pianeta va in fiamme; le disuguaglianze? Non c’è modo alcuno di eliminarle; il lavoro è precario, il lavoro fa schifo – sono una fiera anti-lavorista impenitente – come si può metter su famiglia in uno scenario apocalittico tale? Apocalittico ‘sto cazzo: questo è il nostro presente. Ma, poi, io voglio davvero mettere su famiglia?
Io,
nel mio futuro,
voglio vivere.
E nel mio presente io mi domando, mi imploro persino: Federica, risolvi te stessa, perché sei dipendente da ogni dipendenza, e cerchi costantemente la sofferenza perché altrimenti non senti niente; e tu devi sentire, devi sentire di esistere e non solo esistere;
Federica tu vuoi vivere e non semplicemente esistere.
Come si fa, allora, ad immaginare un futuro se è già il presente ad essere così precario?
Futuro. Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno. Talvolta ho desiderato non ci fosse alcun futuro per me. Talvolta, guidando, un pensiero intrusivo ha tentato d’ammaliarmi: non frenare, continua così, col pedale schiacciato sull’acceleratore, ai 100 all’ora contro quell’albero: in fondo, che hai da perdere?
Niente.
Sono qui.
Quel pensiero intrusivo sono sempre riuscita a riporlo in un cassetto.
Chiuso a chiave,
due mandate,
per sicurezza. Quanto m’ha spaventato, quanto ancora mi spaventa quando tenta, con le sue lunghe dita affusolate, d’aprirsi un varco nel mio conscio.
Ma io è vivere che voglio.
Nel mio futuro, è vivere che voglio
Fanculo al mondo che cade a pezzi: non riesco a tenere insieme neanche me stessa.
Fanculo al mondo che brucia: io ho bisogno del fuoco per sentirmi esistere.
Fanculo alle ingiustizie: di cosa scriverei, se questo mondo indecente fosse perfetto?
E, poi, di cosa parlerei, se io fossi una persona risolta?
Futuro: Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno.
Io nel mio futuro voglio succedermi.
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Se mi seguite da qualche tempo, saprete che ho avuto l'infame idea di iscrivermi alla Scuola Holden una quindicina di anni fa.
Il mio talento letterario è rimasto nascosto dov'era, il portafoglio mio e dei miei genitori si è alleggerito parecchio, ma ho guadagnato diversi amici.
Alcuni, addirittura, hanno continuato a scrivere!!
Giuseppe è un po' che cerca di pubblicare questo libro e quanto pare ce la farà se arriva a 200 copie di preordinazione.
Gius è un po' l'ultimo dei romantici, con l'anima di un ragazzino e un cuore enorme e tutto questo lo mette nei suoi scritti.
Dateci un occhio, magari la sinossi vi piace, magari no. Se vi va, dategli un reblog, che Gius non è sui social perché non li ha mai capiti davvero, ma io sì e vorrei proprio che ce la facesse.
Grazie <3
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La bellezza esiste
youtube
(La Bellezza esiste)
"Nel becco giallo-arancio di un merlo
in un fiore qualunque
nell’orizzonte perduto e lontano del mare
la Bellezza esiste
è un mistero svelato
un segreto evidente
la vita
la Bellezza esiste
e non ha paura di niente
neanche di noi
la gente".
🎼🎼🎼🎼
La poesia che ascoltiamo nel video viene dall’ultimo concerto di Gianmaria Testa, a fine luglio del 2015, nel cortile della Scuola Holden di Torino. Gianmaria Testa era innanzitutto un poeta. Anche se spesso le poesie gli apparivano in testa direttamente con le note e gli accordi giusti. Ce n’erano altre che invece non metteva in musica, restavano parola e poesia pura, nella sua essenza.
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/la-poesia-deve-alzare-le-proprie.html La poesia deve alzare le proprie barricate contro l'invasione dell'antiumanesimo Soltanto chi come me, o come qualcuno dei miei lettori, ama davvero la letteratura si rende conto, senza ipocrisia, che nella società odierna e per le attuali classi dirigenti la letteratura è diventata un impiccio, un residuato, qualcosa da portare in cantina a riempirsi di polvere. Oggi è, o sembra, tutto finito. Inutile ricordare agli uomini della politica e dell'economia, qualunque sia il loro colore politico, che se l'Italia non è rimasta una espressione geografica, ed è nata in quanto entità storica e statuale è stato soprattutto perché l'hanno sognata, preconizzata, amata i poeti, da Dante a Petrarca, da Foscolo a Manzoni al giovane Leopardi, da Carducci a D'Annunzio, da Ungaretti a Pasolini. Inutile ricordare che l'Italia è prima di tutto la sua lingua meravigliosa e dorata, è il suo patrimonio inesauribile d'anima, d'arte, di poesia, di musica. Sembra che sia chiaro soltanto tra i pochissimi grandi uomini rimasti in Italia, penso a Riccardo Muti. Sono venuti in odio i modelli eccellenti, erosi da un falso egualitarismo straccione, e dal dominio dei social, dove «uno vale uno» e il primo pirla può impunemente apostrofare un premio Nobel: fenomeno che condannò anche Umberto Eco, non sospettabile certo di simpatie per gli «apocalittici» nemici della modernità. La scuola, disastrata in maniera equanime da governi di sinistra e di destra sino all'abominio grillino dei banchi a rotelle, ha ridotto lo studio della letteratura a pochi autori, spesso soltanto del Novecento, ignorando i classici e il loro splendore e, di fronte ad ancora tanti bravissimi insegnanti, c'è sempre qualcuno (a volte ministri come il non rimpianto Franceschini) che preme per dare più spazio a fumettisti, saltimbanchi, cuochi, comici, rapper, trapper, cantautori, dj, influencer: seguendo pedissequamente ogni moda. Si è inventato il binomio scuola lavoro, come se l'insegnamento invece di formare prima di tutto esseri umani nella loro interezza dovesse formare pizzaioli, con tutto il rispetto per la categoria. Il lavoro della scuola era far crescere il sapere e l'anima del ragazzo, la sua comprensione di se stesso, della società, della storia, del mondo. E niente poteva farlo meglio di quell'antico ma sempre nuovo sistema di conoscenza che è la Letteratura. Niente formava di più e più in profondità che leggere poesie e romanzi, grandi strumenti di educazione al destino. Niente formava di più che il pensiero dei grandi, da Machiavelli a Galileo, da Vico a De Sanctis. Intendiamoci, non è che oggi non ci siano più quelli che scrivono poesie e romanzi. Ormai il 90 per cento degli italiani ha pubblicato un romanzo, i social diffondono a piene mani poesia, e chiamano poesia anche ogni incolpevole vagito e belato sentimentale. Ci sono in giro migliaia di sedicenti autori che scrivono tutti allo stesso modo, carino e insignificante, quasi sempre lontani da ogni scossa metafisica, da ogni senso del mistero, da ogni empito fantastico, e riducono il romanzo a qualche bella frase, a qualche trovata, o a tanto lacrimoso patetismo autobiografico. Eppure in questo mare magnum, dove nessuno distingue più niente da niente, ci sono ancora libri appassionanti e autori veri. Fiorisce la letteratura di genere, dove almeno persistono i temi eterni del male, della giustizia, della verità, e che il mercato premia (cosa che è vano vituperare): io leggo con piacere per esempio Donato Carrisi, e quando mi è capitato di conversare con Maurizio De Giovanni ho toccato con lui temi a me cari come il mito con più vivacità che con autori snobbetti e un po' premiati, magari usciti dalla celebratissima scuola Holden. Poeti veri e grandi, penso ad esempio a Milo De Angelis, esistono ancora. E ogni giorno ricevo testi di giovani che credono nella poesia e scrivono in cerca di nuove forme del vivere e di assoluto. Scrittori di alta qualità ci sono, Sandro Veronesi, Antonio Scurati, Eraldo Affinati, per esempio. E ci sono i critici, penso a Giorgio Ficara, a Alfonso Berardinelli, a Massimo Onofri, a Silvio Perrella, per altro saggisti e scrittori in proprio: ma esiste sempre di meno lo spazio editoriale e istituzionale per esercitare l'importantissimo compito della critica, vagliare la produzione letteraria, individuare i valori più forti, non transeunti, seguire gli autori, sostenere una tendenza. Oggi tutto è effimero, volatile, virtuale. Leggero: ma non si dica con criminale menzogna che è la leggerezza di Italo Calvino: tutt'al più è quella di Luciana Littizzetto. A cui preferisco le giovani tiktoker, che quando cinguettano innamorate di un titolo possono anche riservare sorprese, magari stanno rileggendo e rinverdendo un classico... Il vuoto è prima di tutto un vuoto sociale, culturale, spirituale. Ed è da connettersi al crollo dell'umanesimo, che dalla Firenze del Rinascimento sino all'esistenzialismo di Sartre e di Camus aveva innervato la cultura europea. Per molti esponenti del mondo intellettuale l'essere umano non è più al centro della società, l'essere umano intero, in carne ed ossa, con i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue debolezze, la sua follia, la sua capacità di ribellione, di autodeterminazione del proprio futuro. Ed è caduto a picco il senso della Tradizione, che è da modaioli imbecilli vedere come passato e polvere, mentre è conoscenza attiva e critica delle radici e insieme forza propulsiva per proseguire nella costruzione di una civiltà. La letteratura è stata a lungo il midollo spinale (l'espressione è di Jacques Attali) di una Nazione. E certamente di quella Europa che per primo Victor Hugo sognò come «Stati Uniti d'Europa». Senza letteratura, senza poesia, senza il primato dello spirito si configura una società non liquida, come vuole una celebre definizione sociologica, ma smidollata, un'Europa vaso di coccio tra le Potenze del nuovo ordine mondiale, prona di fronte alle insidiose idiozie nichiliste della cosiddetta cancel culture che ha soffiato dall'America in questi anni e alla fine si è rivelata una cultura della cancellazione, o del tentativo di cancellazione, guarda caso, proprio della parte gloriosa della cultura europea, oggi indifesa, incapace di reagire, di ritrovare l'orgoglio e l'amore di se stessa. Per la prima volta nella storia dell'umanità al vertice dei valori, come potere assoluto e incontestabile, è rimasta l'economia, declinata come finanza e profitto. E per la prima volta nella storia dell'umanità tutto il resto viene considerato un ingombro, qualcosa di attardato e inutile: il sacro, l'ideale, la gratuità, il valore, l'onore, la bellezza spirituale, la ribellione: il tesoro millenario della letteratura, da Omero a Borges. Il primato totalitario del profitto non ha niente a che fare col liberalismo che conosco io, quello di Benedetto Croce, Panfilo Gentile, Salvador De Madariaga. È in realtà un feticcio, un idolo, un Vitello d'Oro senza nessun Mosè in vista pronto ad abbatterlo: una irresistibile forza disumanizzante. Il pericolo, senza un nuovo umanesimo per il XXI secolo, è che si corra verso un'era di uomini-macchina, in balia di piccoli desideri indotti dalla pubblicità (e non so ancora per quanto dai miserabili imbonitori elettronici detti influencer), un'era di esseri privi di carne, di anima, di sesso, di radici, di sogni, vacui consumatori di tempo libero, prodotti deperibili e altrettanto deperibili ideologie. Uno strumento di opposizione, di resistenza e forse di contrattacco rispetto alle forze dell'antiumanesimo è la voce legislatrice (anche se mai riconosciuta come tale) della poesia, quell'antico e attualissimo sistema di conoscenza dell'anima e dell'universo che chiamiamo letteratura. Per questo nel disegno dei dominatori tecnologici ed economici del mondo poesia e letteratura non devono valere più niente, non devono avere spazio né ascolto. O, come ho appreso interrogando Chat GPT, opere poetiche e narrative potranno essere prodotte, pulite e anestetizzate, dalla IA, «assolutamente sì». Non so se un disegno così riuscirà. Dico soltanto che se riuscirà, quando saranno abbattute le statue di Virgilio, Dante, Shakespeare, Michelangelo, Goethe, Beethoven, Voltaire, Tolstoj la civiltà europea sarà finita. A me questo disegno non piace, e sono disposto, cari lettori, ad avversarlo sino all'ultimo sangue. All'ultima pagina.
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Decisioni domenicali
Ho deciso. Smetto di guardare Amici. Ho colto alcuni segnali che mi hanno fatto comprendere in quale direzione stia andando l'edizione di quest'anno. 1) Tommaso Paradiso, chiamato un paio di puntate fa a giudicare la gara di canto, ha affermato che il livello degli allievi non è mai stato così alto. 2) Le uniche due allieve - Sarah e Stella - con una voce decente non vengono in alcun modo incoraggiate. Al contrario: si cerca di farle passare inosservate. 3) I giudici esterni, chiamati a valutare le sfide, favoriscono in modo sfacciatamente palese gli allievi della scuola, salvo nei casi in cui si dimostrino tragicamente inferiori agli sfidanti. 4) Si sta cercando di far passare l'idea che l'allievo Holden sia un fenomeno di quelli che s''ncntrano di rado. La vedova di Mango gli ha addirittura detto che ha cantato in maniera straordinaria un brano del defunto consorte. 5) Le belle voci che cantano bene non vengono prese in minima considerazione, tranne nei casi in cui siano oggettivamente meravigliose perché lì non possono farci nulla. Temo abbia ragione Luca Jurman, ex docente della scuola, che su YouTube va demolendo sistematicamente l'edizione 2023. Perché il VAR è inutile, quando l'arbitro non capisce una minchia fritta. O finge di non capirla.
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Comunque buongiorno solo a Kento e scuola Holden
#e alle altre associazioni che stanno facendo cose utili e non smettono di lottare pure se il governo gli sputa addosso#un giorno farò qualcosa di utile anche io aspettami puntozeroteatro
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ALBERTO JONA on REFLECTION
Regista, musicista e musicologo, Alberto Jona ha avuto una formazione eclettica dal teatro danza al canto, dalla musicologia alla recitazione. Ha iniziato giovanissimo il suo percorso di formazione teatrale con la danza contemporanea e il teatro-danza. Si è poi dedicato al canto perfezionandosi nel repertorio cameristico.
Ha fondato con Corallina De Maria e Jenaro Meléndrez Chas la Compagnia Controluce Teatro d’Ombre, con cui ha curato le messinscene di tutti gli spettacoli presentati nei maggiori festival e stagioni teatrali in Europa, Asia, Nord Africa e America, collaborando con artisti come Kate Bush, Vinicio Capossela, Mario Brunello, Jordi Savall, Fabio Biondi, Davide Livermore e molti altri.
Dal 2013 ha iniziato a dedicarsi alla regia d'opera, firmando regie e messinscene di opere di Verdi, Rossini, Bellini e teatro contemporaneo in Germania, Svizzera, Spagna e Italia.
Ha fondato con Alessandro Baricco la Scuola Holden a Torino, ed è Direttore Artistico di Incanti Rassegna Internazionale di Teatro di Figura di Torino.
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Anticipazioni Amici di Maria de Filippi 3 novembe. Ecco cosa vedremo
#Anticipazioni #Amici di #Mariadefilippi Queste le Anticipazioni di Amici di Maria de Filippi della puntata di domani 3 novembre . Ecco quello che succederà nella scuola di Amici con il ritorno di Holden e Mew che canteranno Grandine, con i giudici dell
Queste le Anticipazioni di Amici di Maria de Filippi della puntata di domani 3 novembre . Ecco quello che succederà nella scuola di Amici con il ritorno di Holden e Mew che canteranno Grandine, con i giudici della puntata che saranno Michelangelo e Noemi e per il Ballo Ornella Dorella e tanto altro ancora. Ecco tutte le Anticipazioni di Amici di Maria de FIlippi prese direttamente da Super Guida…
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La Holden di Baricco ne ha fatti 30 (e il Fumetto era già lì ancora prima)
Eh, sì, quell’estate di una trentina di anni fa, il mio carissimo amico Franco Fossati e io lavorammo alacremente al corso di fumetto (narrativa disegnata) proprio per Baricco, che stava per aprire la sua scuola. L’Anonima Fumetti era attiva già da un bel po’ e facevamo di tutto per promuovere la letteratura disegnata, così aderimmo volentieri al progetto bariccoso. Fu un lavoro corposo e…
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Sebastian Ruggiero - Il nuovo libro “Il Fato racconta… Il fuoco! Prometeo e Fetonte”
Il racconto verrà inserito in un ciclo che si fa carico di spiegare i miti all’origine del mondo
Lo scrittore Sebastian Ruggiero pubblica nel mese di giugno del 2024 un racconto intitolato “Il Fato racconta… Il fuoco! Prometeo e Fetonte” con le edizioni Erickson Live. L’obiettivo è quello di spiegare ai ragazzi e alle ragazze della scuola secondaria di primo grado le origini del mondo attraverso il mito: a distanza di millenni, il Fato sceglie di raccontare le storie di cui egli stesso è artefice. «Mia madre si chiama Notte. E dal buio più fitto sono nato io, Fato, che tutto vedo pur non vedendo, che tutto conosco ancor prima che accada, che tutto posso muovere, perché non ho legami». Secondo i Greci, il Fato era una forza ancora più potente di Zeus, a cui ognuno doveva sottostare; in questa serie di racconti decide di presentarsi e di spiegare l’origine dei quattro elementi naturali (fuoco, acqua, terra e aria). Il protagonista di questo primo testo è il fuoco: si narra la storia di Prometeo, colui che donò il fuoco agli uomini, e la storia di Fetonte, che ottenne il permesso di guidare il carro che trasporta il disco infuocato del sole. Le loro vicende sono audaci, titaniche, ma quale sarà il loro esito? All’interno del volume sono presenti anche esercizi e approfondimenti, in modo da intrattenere costantemente il pubblico di lettori e farlo appassionare al mondo dell’epica.
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Storia dell’autore
Sebastian Ruggiero è nato in Sardegna, dove vive tutt’ora. Dirigente Scolastico dal 2019, è stato insegnante in una scuola primaria per circa venti anni. È laureato in Lettere e ha poi conseguito due Master per l’amministrazione scolastica e la gestione delle organizzazioni complesse. Nel 2023, pubblica il suo romanzo d’esordio “Intrigo sull’Olimpo”, per la Giovane Holden Edizioni: ha ottenuto numerosi riconoscimenti e menzioni all’interno di concorsi letterari. Nell’aprile 2024, inserisce un racconto breve intitolato “Lasciarti andare” nell’antologia “A cantar d’amore”, curata da Vincenzo Soddu. Nel mese di luglio del 2024, invece, si cimenta nella stesura di un ciclo letterario in cui il Fato narra i miti degli elementi naturali, per le edizioni Erickson Live. A settembre 2024, è prevista la pubblicazione di un nuovo romanzo, “Io sono salvo”, curato dalla Giovane Holden Edizioni.
Website: https://www.sebastianruggiero.it/
Facebook: https://www.facebook.com/sebastian.ruggiero.92
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Raccontare una città. Come trovare l'essenza di un luogo, Scuola Holden/Lezioni di scrittura, Corriere della Sera 2024. Indice del libro
vai alla scheda dell’editore: https://store.corriere.it/Raccontare-una-citt-/4UIKEgLWoxYAAAGN.kMyizDL/pc?CatalogCategoryID=QYgKEgLWpeQAAAGJLEwyi7Bm
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'Stick-it', Aosta e Scuola Holden insieme per il protagonismo giovanile
Si chiama ‘Stick It!’ (‘Attaccalo’, ‘Appiccicalo’) il progetto di protagonismo giovanile promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune di Aosta in collaborazione con la Scuola Holden di Torino. L’iniziativa prende il via questa primavera per svilupparsi nei mesi prossimi, coinvolgendo ragazzi e ragazze nel racconto della propria identità attraverso forme di espressione contemporanee e…
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Biblioteca
Ho scritto un libretto, anche se sopra non c’è il mio nome: Biblioteca, allegato del Corriere della Sera nella collana Scuola di scrittura della Scuola Holden. Ci ho messo varie cose su cui eternamente ritorno: Borges, La biblioeca di Babele, Calasso e il suo “Come ordinare una biblioteca”, la biblioteca Warburg e la regola del buon vicino, la serendipity, Wikipedia, Ranganathan e le cinque…
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