#Prologo
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TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol.1 From the Empire
FLIGHT NIGHT - Prologo
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
La luce della luna brillava attraverso le meravigliose vetrate colorate, facendo sembrare la tempestosa notte invernale ancora più scura.
“Amen! Questo pasto che ho preparato è il mio nutrimento. In questa Santa Notte io dico grazie”. La voce del vecchio, prostrato in segno di reverenza, risuonò dolcemente all’interno della cappella. Sembrava quasi piena di compassione.
Ma gli occhi della suora - le cui braccia e gambe erano legate all’altare e la cui bocca era stata imbavagliata - erano spalancati per la paura.
Forse non sarebbe stata tanto spaventata se si fosse trovata davanti un semplice assassino. Dopotutto, un assassino l’avrebbe solamente uccisa. Un assassino almeno sarebbe stato umano.
“Grazie per la tua pazienza Suor Angelina. Ora è il momento della Sacra Comunione.”
La suora sussultò.
Quando il vecchio si voltò, la luce della luna si riflettè sulla lama argentata stretta nella sua mano rugosa. Aveva usato quella lama innumerevoli volte per tagliare le ostie da dare ai devoti, quando ancora era un mortale. Era una lama sacra. Ma ora essa aveva assunto un sinistro colore marrone ed emanava uno sgradevole odore di ruggine.
“Mangiate questo pane, poiché esso é il mio corpo”
Nel silenzio risuonò il suono della veste della giovane suora che veniva strappata. I seni ancora poco sviluppati e una semplice biancheria intima rimasero esposti.
“Bevete questo vino, poichè esso è il mio sangue… Ah, Angelina! Voi diventerete una parte di me. Dentro di me vivremo insieme in una notte eterna”.
Dalle labbra scolpite in un sorriso malvagio, apparvero zanne troppo lunghe per essere semplici denti. Incapace di tenere a freno la sua sete di sangue, il vecchio puntò la lama sacra contro il petto candido di Angelina, facendo agitare il suo cuore con un unico respiro—
Dall’oscurità si udì un sussurro. “Ita missa est. La messa é finita, Padre Scott”
“Cosa?!”
A lato di un crocefisso congelato che emetteva un bagliore bluastro stava una figura avvolta nell’ombra. Il suo volto, rivolto verso il basso, era nascosto nell’oscurità e non era possibile vederlo, ma era chiaro che si trattava di un uomo piuttosto alto.
“Reverendo Alxander Scott, ex Vescovo di Londinium… nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo la dichiaro in arresto con l’accusa di sette omicidi e furto di sangue.”
“Ma chi saresti tu in nome di Dio?!”
“Mi scusi, non mi sono presentato a dovere. Vengo da Roma—“
Fu un errore accordare al vampiro una qualche cortesia. Istantaneamente, il coltello attraversó la distanza tra i due con una velocità al limite dell’impossibile. La mira era perfetta, e la lama andò a conficcarsi esattamente nel petto dello sconosciuto.
“Ah! Non so chi tu sia ma non ti permetterò di interferire con questo sacro rito!”
Il vecchio vampiro, vestito con l’abito sacerdotale, rise sarcastico con le zanne che scintillavano nell’oscurità, proprio davanti all’altare da dove aveva prestato servizio come Vescovo fino al mese prima.
“A causa della tua ignoranza sarai punito con la morte…”
“Non le sembra terribilmente maleducato interrompere una conversazione in questo modo?”
“Ma cos…” Padre Scott non poteva credere ai suoi occhi. Il coltello si era conficcato a fondo nel cuore dell’uomo nell’ombra, eppure lui rimaneva in piedi come se niente fosse.
“Ho ascoltato uno dei suoi sermoni una volta… Predicava che gli esseri umani fossero le uniche creature capaci di credere in loro stesse. Avrei voluto poterle mostrare compassione, ma…”
“Im…impossibile!” Il vecchio prete, che aveva barattato la sua morale e la luce del sole con la forza e il potere datogli dal male immortale, ora indietreggiò, in preda al panico. “Sei un vampiro anche tu?”
“No. Io sono…”
Questa volta la voce fu interrotta dal suono del metallo in frantumi. La lama sacra che era rimasta conficcata nel petto dell’uomo, emise uno strano suono ed si andò ad affondare tra le vesti dell’ex Vescovo.
Il vampiro gemette. “Ho sentito parlare della tua specie, quando ancora ero umano. Si dice che a Roma, nel quartier generale del Vaticano, ci sia una setta di preti che custodiscono un mostro. E quando il Vaticano ha problemi che vanno oltre le capacità umane, mandano lui a risolvere la situazione. Sei tu quel mostro?”
“AX—per la precisione. Sta per Arcanum Cella ex Dono Dei. Sono del Dipartimento Segreto della Segreteria di Stato Vaticana. Vede, al mio capo non piacciono gli scandali. Non le farebbe per nulla piacere che si spargesse la voce che un prete si sia ‘trasformato’”.
Dal nulla l’uomo avvolto nell’ombra sollevò in aria una enorme falce dalla doppia lama.
Quando Padre Scott vide la falce urlò di terrore. “Maledetto! Sei il cane da guardia di Caterina, il suo boia ufficiale!”
Il suo urlo fu inghiottito da una folata di vento invernale.
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Prólogo Frau y Mann
Prólogo Inder | Prólogo Frau y Mann (estás aquí) | Pelea I | Pelea FnM |
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The Arcana | prólogo | III - A IMPERATRIZ
Dentro do palácio, o chão, paredes e o teto elevado são de pedra polida cortadas com perfeição.
Um criado com um chapéu de penas azuis vem varrendo até nós.
Com uma grande reverência, a pessoa passa por mim e corre para o lado da Portia.
Portia: “Camareiro. Como estamos em relação ao tempo?”
Camareiro: “Terrivelmente atrasados! O quinto prato acabou! Sua Senhoria está em seu estado mais infeliz.”
Portia morde o lábio e dá a cesta de fruta para o criado.
Portia: “Peça para o sommelier trazer uma garrafa de Ganso Dourado.”
O criado sai com pressa, desaparecendo por trás de um painel na parede que desliza fechando perfeitamente no lugar.
Portia: “Que pena. Vou te acompanhar diretamente para a sala de jantar.”
Sala de jantar? Eu jantaria com a Condessa?
Portia: “O quê? Não me diga que pensou que não iríamos te alimentar!”
Me apresso para acompanhar seus passos determinados.
Logo estamos de frente para uma bela porta de mogno.
Portia abre a porta, me guiando para dentro.
Ricos aromas permeiam no ar, desconhecidos e tentadores.
Nadia: “Ah, Aidan. Bem-vinda ao Palácio.”
Nadia: “Sente-se. Temo que já esteja muito atrasada para o jantar.”
Ela traz a taça para os seus lábios e bebe profundamente.
Portia me conduz para o meu assento. Outro criado remove o que seria meu prato.
Nadia: “Estava começando a pensar que havia esquecido de meu convite.”
Nadia: “Mas… será que não está acostumada a viajar?”
Nadia: “Parece exausta. Céus, vejo suas bochechas brilhando daqui.”
A Condessa vira sua taça, e Portia aparece ao seu lado com uma garrafa embrulhada em um folheado cintilante.
Nadia: “Ah, Portia. Que atencioso de sua parte.”
Portia: “O prazer é meu, milady.”
Portia enche nossas taças, e a Condessa dá um gole da sua.
Nadia: “Um Ganso Dourado? Uma escolha maravilhosa, Portia.”
Eu pego minha taça para cobrir o momento desconfortável…
… e paro, paralisada pela pintura estranha em minha frente.
A cena é de uma refeição compartilhada entre convidados com cabeça de feras.
A mesa está coberta com pequenos animais, providenciados por uma figura principal com cabeça de bode.
Raios de ouro reluzem ao redor de sua cabeça, e seus olhos vermelhos são surpreendentemente realistas.
Nadia: “Você gosta, Aidan? Da pintura.”
“Não.” ←
“Sim.”
Aidan: “Não.”
A Condessa abaixa sua taça, me observando com uma expressão abismal.
Nadia: “Não? Meu marido prezava por essa obra. Era uma de suas favoritas.”
Nadia: “Entretanto, suponho que seus gostos eram um tanto estranhos.”
O marido de Nadia, o Conde Lucio… ou melhor, o falecido Conde Lucio.
Nadia: “Ele é o bode do meio, claro. Sempre o provedor.”
Nadia: “Lucio tinha a população comendo na palma de sua mão. Assim como na pintura, eu presumo.”
Nadia: “O que quer que oferecia, as pessoas engoliam. Elas o idolatravam.”
Nadia: “Meu marido era particularmente amado por seu Baile de Máscaras anual.”
Ela abaixa a taça, cruzando as mãos e descansando seu rosto sobre elas.
Nadia: “Já compareceu a um, Aidan?”
Nadia: “A cidade inteira ganhava vida para o Baile de Máscaras. A folia tomava conta de corações jovens e velhos.”
Nadia: “Tudo em celebração ao aniversário de Lucio. E que celebração era, quando abria as portas do palácio para todos.”
A Condessa suspira, olhando o vinho rodopiar em sua taça.
Nadia: “Uma lembrança tão querida para muitos, e agora está coberta em tristeza. Um choque terrível para os convidados…”
Nadia: “Encontrar o anfitrião assassinado tão violentamente no último Baile de Máscaras.”
Os criados abaixam o olhar. Eu também desvio o olhar, de volta para a pintura.
Nadia: “Meu pobre marido. Queimado vivo em sua própria cama…”
Nadia: “E na celebração de seu aniversário. O que ele fez para convidar tanto ódio?”
Nadia: “Após uma cena tão chocante… convidados para o Palácio tem sido escassos.”
Desvio o olhar do retrato, bem na hora de encontrar o olhar ansioso da Condessa.
Nadia: “Mas agora que você está aqui…”
Agora que estou aqui…? Ela diz isso com tanta gravidade, tanta confiança.
Aidan: “Condessa, o que tudo isso tem a ver comigo?”
Nadia: “Aidan, o Baile de Máscaras é precisamente porque te chamei aqui.”
Nadia: “Esse ano, minha intenção é realizar o Baile de Máscaras mais uma vez.”
Eu a encaro. Assim como todos os criados da sala. Como… por que…?
Nadia: “As festividades em honra de Lucio serão mais fanáticas–perdão, fantásticas que nunca.”
Nadia: “Há apenas uma ponta solta precisando ser atada.”
Nadia: “O assassino do Conde Lucio ainda corre livre, até hoje.”
Nadia: “Doutor Julian Devorak, o antigo médico de meu marido.”
Sento bem quieta, de repente sentido um frio pelo corpo inteiro.
Doutor Julian Devorak… agora me lembro do nome nos cartazes de procurado.
Agora sei exatamente quem invadiu minha loja.
Nadia: “Doutor Devorak confessou o crime quando pegamos ele. Tudo o que resta é a sentença.”
Nadia: “Execução por enforcamento.”
Algo quebra horrivelmente.
O rosto de Portia está devastado por horror.
Aos seus pés, os restos quebrados do Ganso Dourado encharcando o chão.
Nadia: “Portia?”
Portia: “P-perdoe-me, milady. Mãos escorregadias.”
Nadia: “Está perdoada.”
Dois criados se apressam para ajudá-la, varrendo a confusão de cacos tão velozes quanto o vento.
Nadia: “É aí que você entra, Aidan. Doutor Devorak tem sido muito evasivo.”
Nadia: “Mas você tem uma reputação e tanto. Há boatos de que já superou até seu Mestre Asra.”
Nadia: “Eu mesma vejo o futuro, em sonhos, gostando ou não.”
Nadia: “E é assim que sei que você é a pessoa que encontrará o Doutor Devorak…”
“E… se o encontrarmos?” ←
“E… se eu disser não?”
Aidan: “E… se o encontrarmos?”
A Condessa coloca sua taça na mesa.
Nadia: “Quando o encontrarmos, vamos trazê-lo diante das pessoas para que todos possam ver sua tão aguardada punição.”
Nadia: “E então, para começar as festividades…”
Nadia: “O doutor morrerá na forca pelo seu terrível crime.”
A Condessa levanta. Por instinto, também levanto.
Nadia: “Portia.”
Nadia: “... Portia.”
Portia: “Sim, milady!”
Nadia: “Mostre a Aidan o quarto de hóspedes. Imagino que tenha muito a ponderar antes do fim da noite.”
Portia: “Agora mesmo, milady.”
Portia me puxa em pé, e com uma humilde reverência, me leva para a porta.
Portia está quieta enquanto me conduz corredor adentro até meu quarto.
Após algumas voltas, passamos por uma escadaria larga, velada em sombras.
Uma corrente de ar desce pela porta de cima, fazendo minha pele formigar. É fria, e cheira à cinzas.
Encolhidos no pé da escada está dois grandes cachorros esguios.
Olhos abismais fixam em mim, e eles levantam devagar, sem fazer barulho.
Mesmo que pareçam que podem atacar a qualquer momento, não sinto nenhuma má intenção.
Eu estendo a mão, e eles se aproximam para cheirá-la.
A respiração ofegante deles faz cócegas na minha pele, e suas caudas começam a balançar.
Portia: “Bom, isso é bizarro. Eles nunca gostaram de estranhos.”
Portia: “É só que foram treinados assim, mas… Eu nunca vi eles agindo assim.”
Focinhos finos roçam em cada lado de meu corpo enquanto os cachorros me investigam mais fundo.
Satisfeitos, eles se afastam, me olhando com expectativa.
Fazer carinho ←
Dar espaço para eles.
Sem pensar, eu levanto a mão para tocar no pelo sedoso do cachorro menor.
Portia: “Não faria isso se fosse você!”
O cachorro recua. Se foi pela minha mão ou pelo tom de pânico de Portia, não tenho certeza.
Portia: “Desculpa. Eles podem ser um pouco imprevisíveis.”
Portia: “Eles parecem gostar de você, mas prefiro que continue com sua mão.”
Os cães trotam obedientemente de volta para seus lugares. Eles quase desaparecem no mármore.
Portia: “Oh! Não é à toa que estão assim, eles ainda não comeram seus bolos de camomila!”
Ela olha nervosamente de mim para os cachorros, que estão parados como estátuas.
Portia: “Espere aqui, Aidan. E é provavelmente melhor manter distância deles.”
Portia: “Volto já, já com aqueles bolos.”
Portia voa por um painel deslizante na parede. Eu me vejo sozinha no corredor com os cachorros.
Sinto o cachorro maior fungar meu lado com insistência. Quando olho para baixo, ele simplesmente recua e me encara.
Então, o cachorro menor está cheirando meu outro lado, fungando amostras do meu cheiro. Eu me viro…
E ele senta em seu traseiro, me olhando inocentemente. Atrevidos.
Enquanto olho seu único olho vermelho sangue, uma sensação inquietante ondula pelo meu corpo como uma onda de febre.
Voz: “Um convidado?”
Dou um passo para trás, meu olhar percorrendo o corredor de cima a baixo.
A voz vinha… do topo da escadaria. Só consigo ver até certo ponto na escuridão oca.
Mas não tem ninguém lá. Eu quase dou um pulo quando sinto um puxão em minhas roupas.
Os cachorros. Seus dentes enterrados em minhas roupas, incessantes enquanto me arrastam para as escadas.
Tropeço nos primeiros degraus e seus rabos começam a sacudir.
Aidan: “Ei!”
Tento me libertar, mas os dois cachorros puxam com teimosia.
Os cachorros só me soltam no topo da escadaria.
O chão e paredes são de pedra frígida, e o ar cheira a cinzas.
Minha cabeça está girando, e eu mal sinto o frio no ar.
Mesmo que meu coração esteja martelando, eu invoco uma luz fraca em minha palma.
Olho para os cachorros, mas eles não estão em lugar nenhum.
Há uma porta mais a frente, parcialmente aberta. Lá dentro, uma escuridão profunda engole os fracos raios de luz.
Entrar no quarto. ←
Dar meia volta.
A mágica na minha palma encolhe para um brilhinho esvoaçante quando piso através da moldura da porta.
Vindo do corredor, é quente aqui dentro. O ar espesso tem um gosto forte e apimentado.
Uma cama fortemente coberta se estica pelo meio do quarto.
Eu passo por uma extravagante armadura, uma escrivaninha de mármore com uma caneta de pena de pavão branca…
… tudo coberto com cinzas.
Minha luz treme sobre um retrato na parede, duas vezes meu tamanho.
Minha luz opaca se estica pela tela.
Embora seja difícil de ver, não tenho dúvidas de quem é o sujeito na pintura.
Conde Lucio. Ele parece mais jovem do que eu esperava, ou o retrato é velho.
Ou talvez o artista estava atendendo a vaidade dele.
O vermelho de seu casaco é o tom cardinal da pintura da sala de jantar.
O braço dourado, uma maravilha da arte da alquimia.
A pele pendurada em seus ombros arrogantes parece impossivelmente refinada, e…
Voz: “Vai lá. Toca.”
Um miasma de ar ardente e espesso empurra minha mão para o retrato.
Mas não sinto nada que não sejam cinzas e uma tela.
Escuto uma risadinha em minha cabeça, enquanto uma névoa cobre minha mente.
Voz: “Nada como o de verdade… vendo, incapaz de sentir.”
Voz: “Que doce tortura…”
Calor como brasa irradia na base do meu pescoço.
A magia na minha palma reage, seu brilho se estendendo pelos meus dedos e descendo o meu pulso.
Voz: “Ahhh…”
As sensações estranhas diminuem, e a voz fica mais fraca, até melancólica.
Voz: “Aí, na sua energia… ohh, é ele.”
Voz: “Você seria…?”
A névoa desaparece de minha mente. Eu me afasto do retrato.
Algo macio se encontra com as costas de meus joelhos, e caio por dobras de veludo empoeirado na gigantesca cama.
Grandes plumas de cinzas ondulam ao meu redor quando minhas costas batem nas cobertas.
Essa é a cama do Conde Lucio… bem onde ele foi assassinado. Incinerado.
Então toda essa fina cinza em meus olhos, em meu nariz e boca e por todo meu corpo… é o que restou dele.
Tapo minha boca, abafando um grito enquanto me esforço a levantar.
Voz: “Indo tão cedo? Você não tem graça.”
Essa voz… ela ecoa por todos os cantos do quarto, e por dentro da minha mente.
“Quem é você?”
“O que você quer?” ←
Aidan: “O que você quer?”
A risada se torna mais aguda, e eu sinto um calor passar por minhas orelhas, se concentrando atrás de mim.
Voz: “O que eu QUERO?”
A última palavra termina num rosnado. Eu congelo, e tenho a sensação que algo tenta alcançar minhas costas.
Então ele recua. A temperatura desce abruptamente, e minha respiração acelerada se torna uma fina neblina.
Não ouso olhar, mas escuto algo se movendo em direção ao retrato.
Voz: “Correntes de ouro, mas nenhum pescoço… belas, belas peles, mas nenhumas costas…”
Voz: “Nenhum rosto perfeito para sufocar de beijos… então não quero nada.”
A voz divaga. O quarto parece normal mais uma vez.
Me atropelo para levantar e me apresso até a porta.
Partindo para uma corrida, continuo a descer pelo corredor, procurando por uma saída na vaga escuridão.
Os retratos nas paredes me observam correndo com frios olhares aristocráticos.
Voz: “Volte… volte…”
Contra qualquer bom senso, eu paro e me viro.
Só o vejo por um momento. Uma silhueta, nítida contra uma parede de janelas altas foscas de fumaça.
Garras, chifres, e cascos como ônix.
A cara branca de um bode, com olhos vermelhos fixados alegremente em mim.
Pisquei, e ele sumiu.
Ouço algo se movendo com dificuldade, o ranger de uma porta, e então… silêncio.
Quando cambaleio até o fim das escadas, desorientada, Portia está procurando por mim.
Portia: “Aí está você!”
Ela observa a fina cinza poeirenta que me cobre dos pés a cabeça.
Portia: “O que… por que está coberta de cinzas? O que aqueles cachorros danados fizeram?”
Ela produz um lencinho de bolso branco e me dá na mão.
Tudo o que consigo fazer é tontamente acenar a cabeça como agradecimento enquanto tiro o pó de mim mesma.
Sinto minha mente embaçada, sofrendo para fazer sentido das sombras que vi, dos cochichos que ouvi…
Portia me pega gentilmente pelo cotovelo, me ajudando a me livrar das últimas cinzas.
Portia: “Sabe, vou só deixar esses bolos bem aqui. Vamos te levar para cama.”
Eu sigo os passos de Portia até chegarmos ao nosso destino.
Felizmente, não é tão longe. Ela abre a porta com um largo gesto.
Portia: “Esses serão seus aposentos, Aidan.”
Portia: “Pode colocar suas coisas onde quiser. O café da manhã é ao amanhecer… Eu te acordo.”
Minha fatiga deve ser facilmente vista. Deixo minha bolsa cair ao chão.
Vendo os lençóis lisos, eu tremo de exaustão.
Portia: “Você parece pronta para apagar. Vou te deixar em paz.”
Portia: “Durma bem, Aidan.”
A voz suave dela divaga, e ela desliza gentilmente a porta até fechar.
De uma só vez, me enterro nos lençóis luxuosos. Eu me sinto como se fosse leve.
Com o coração batendo no ritmo firme dos cada vez mais distantes passos de Portia, me afundo em inconsciência.
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𝑩𝑳𝑶𝑶𝑫 𝑫𝑬𝑺𝑻𝑰𝑵𝒀 ~𝑫𝑰𝑨𝑩𝑶𝑳𝑰𝑲 𝑳𝑶𝑽𝑬𝑹𝑺~
🥀𝑷𝑹𝑶́𝑳𝑶𝑮𝑶🥀
Una noche tormentosa, varios cuerpos manchados de su propia sangre, las paredes y muebles destrozados... Todo era un desastre... En ese lugar sombrío, helado... Vacío, a excepción de aquella melena dorada como el brillante oro por la poca luz nocturna que brindaba la luna... Lloraba sin consuelo alguno, con un cuerpo frío y pálido... Manchando ese líquido rojizo entre sus brazos.
–¿Por qué? – preguntaba aquella chica con ojos cristalinos y lágrimas que corrían por sus sonrosadas mejillas.
–No podíamos... Resistirnos... A que no... Estuvieras... Con nosotros...– Decía el chico de ojos verdes cual esmeraldas, apagados y vacíos, casi sin vida.
–No debieron... – Lo miraba atentamente mientras acariciaba su pálida mejilla manchada con algunas gotas de sangre.
–¿Cómo no?... Si eres nuestra... Especialmente... Mía...— Con una sonrisa en sus labios dando su último aliento.
Una muy dolida rubia abrazada su cadáver en la oscuridad de la noche mientras la Luna de testigo presenciaba su dolor y llanto.
Mientras tanto... En otro lugar una chica corría con los pies descalzos, sin rumbo, pero tratando de huir muy pero muy lejos, su vestido blanco estaba sucio y su rostro expresaba lo muy cansada y asustada que estaba...
Pov...
Maldita sea... Yo no quería esto porque diablos me tiene que pasar estas cosas... Juro por mi vida que ellos me las pagarán, lo juro, ellos no pueden salirse con la suya...
Corría sin parar esas cosas pronto iban a alcanzarme, me dolían los pies de tanto correr y mi energía había sido sellada... Esto no podía ser peor.
Ya los había perdido de vista, pero pronto me encontrarían nuevamente... Me saque la ropa y aprovechando que había un lago cerca quitaría el rastro de olor.
La chica de cabellos plateados se sumergió en lo profundo del lago, en el momento en que se hundió, diviso la Luna y en su interior pidió desesperadamente un deseo...
Después de estar aproximadamente 15 minutos en el agua... Salía de lo profundo, mientras que sus pulmones tomaban la mayor cantidad de aire posible; la luna se escondía detrás de las nubes, un relámpago dorado azotó en un árbol cercano, la de cabellos plateados se moría del miedo... divisar esa escena, mientras que ella se encontraba en el agua.
Anonadada por lo que acababa de presenciar sintió que algo duro le caía en cabeza, al mirarlo, noto que era una piedra que brillaba intensamente, sentía que sus perseguidores se acercaban así que volvió a zambullirse en el lago, haciéndose bolita para que el brillo de la piedra no fuera visible para ellos.
Pov....
Espero que se vayan pronto esos malditos...espera que es ese brillo blanco tan fuerte, pero si el brillo hace unos momentos era azul... ¿eh?, Porque yo también estoy brillando... Pero que está pasando... ¡¿Qué diablos?!
La noche era fresca y en el tejado de una mansión abandonada, una chica se encontraba sentada, apreciando la vista mientras que la brisa mecía su cabello suavemente, el cielo estaba nublado amenazando así una posible tormenta... Miraba al cielo como esperando algo o... A alguien.
Su vida había sido muy solitaria y digamos que anhelaba compañía; eran estos sus pensamientos, hasta que una gota de agua cayo en su mejilla deslizándose... Parecía como si llorará en silencio en lo más profundo de su ser.
Una tras otra las gotas de lluvia iban cayendo, decidió entrar para resguardarse de la lluvia y la posible tormenta venidera; el lugar era oscuro a excepción de algunas velas que alumbraban espacios escasos de la mansión abandonada en la que se resguardaba.
Algo llamo su atención y es que se podían ver que rayos de colores dorados y rojos danzaban por entre las nubes, era hermoso y electrizante, sintió una presencia que se acercaba con rapidez hacia la mansión, era fuerte e imponente.
Daba miedo de cierta forma... Se asomó por la cristalina ventana, pero debido a la lluvia no podía ver del todo bien, aun así, esa persona si la pudo ver, observándola con detenimiento, con una mirada que la intimidaba y estremecía su ser...
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Este fanfiction fue escrita por Hikaru Tamilla. Puedes leer su historia en;
Gracias por dejarme narrar tu historia. La historia ya hacido escrita, asi que si no puedes esperar para el siguiente capitulo, puedes leer la historia directamente desde la cuenta de la autora.
Espero que te guste.
#yax#fanfiction#animaniacs#español#prologo#max goof#yakko warner#dot warner#wakko warner#the animaniacs#Youtube
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Consejos de escritura: Historias de fondo para tus personajes
Recordamos que el siguiente texto no ha sido redactado por el staff de ToL, solo lo hemos traducido para que pueda llegar a más personas. La autoría pertenece a @clarrissanewt. Podéis leer el post original en su tumblr así como en nuestro tumblr bajo la etiqueta “idioma original”.
¿Qué son las historias de fondo de los personajes?
Las historias de fondo de los personajes son cualquier cosa que le sucedió a tu personaje antes de que comenzara la historia principal. es una parte crucial del desarrollo y la creación del personaje y puede ayudarte a tener una idea sólida de los antecedentes del personaje (¡y probablemente una de las razones por las que el personaje hace algo en el presente!)
Maneras de agregar historias de fondo:
Flashbacks:
Los flashbacks pueden ser una buena forma. Cualquier evento catastrófico podría provocar que el personaje tenga un flashback. Los flashbacks no solo brindan una idea del pasado del personaje, sino que también intrigan a los lectores.
Usa cambios de tiempo verbal para moverte entre el flashback y la narrativa principal . Siempre que tu narración o tus personajes recuerden un momento anterior al comienzo de la historia, tienes dos opciones. Si el flashback es corto, puedes describirlo brevemente. Si es más largo, es posible que desees una escena completa que describa un evento pasado. Es importante marcar el comienzo y el final de un flashback para que se vean claramente los saltos en el tiempo.
Mantenlos relevantes. Los flashbacks ayudan a completar los motivos y la historia de los personajes, pero si son demasiado largos o tediosos, el lector se aburrirá. Si usas flashbacks, siempre ten en cuenta que el tiempo aún se está moviendo en la historia principal y asegúrate de que tu lector pueda escuchar el tictac del reloj en esa historia principal.
A veces todo el libro es el flashback. Puedes comenzar con un personaje que narra la historia a otra persona. Enmarcar los eventos de la historia de esta manera, con un punto de vista dual de la vida de un personaje a lo largo del tiempo, puede aportar más matices a la narración. Antes de usar esta técnica, pregúntate si el arco del personaje es lo suficientemente dramático como para hacer una retrospección interesante.
Cuenta primero la historia actual. A veces, puede no estar claro a dónde pertenece un flashback hasta que hayas completado tu primer borrador y tengas una vista completa de la historia.
Diálogos :
A veces, una simple conversación puede permitir que el personaje revele algunos de los eventos pasados a la persona en la que confía. Puede ser una buena manera de ocultar la historia de fondo mientras se la das a los lectores.
Reflexión:
Deja que el personaje "reflexione" sobre lo lejos que ha llegado. La introspección o la reflexión es una de las formas en que tu personaje puede revelar sus historias de fondo en la narrativa actual.
+ Bono! - Prólogos
Los prólogos vienen antes del capítulo uno y pueden ser prosa expositiva/introductoria, un poema, una carta, un trozo del diario personal de alguien, un recorte de noticias o cualquier cosa intermedia.
Cosas que es mejor no hacer en un prólogo:
1. Usar un prólogo como lugar para un basurero masivo... basurero de información.
Los volcados de información son una de las maneras más fáciles de hacer que los ojos de los lectores se pongan vidriosos. Los párrafos de texto que brindan información básica densa (aunque importante) son difíciles de digerir. Sin filtrar estratégicamente esta información a lo largo de una escena o a lo largo de los capítulos, los lectores pueden desconectarse inmediatamente de una historia.
2. Un prólogo que no tiene nada que ver con la historia principal.
Los prólogos deben impulsar o impactar de alguna manera la trama principal. Si tu prólogo está lleno de acción, ofrece información de fondo del tamaño de un bocado y entreteje una escena convincente pero no es relevante para la trama principal, probablemente necesites repensar tu estrategia.
No importa si tu escritura es sólida si las escenas no se mueven estratégicamente hacia ese bonito arco argumental, representando un viaje emocional para tu personaje y mostrando lo que está en juego para tu personaje y el mundo en general.
3. Prólogos demasiado largos.
El lector moderno (a menudo) prefiere capítulos más cortos, incluidos los prólogos. Si tu prólogo es más largo que la mayoría de los capítulos (o si tanto tu prólogo como tus capítulos son más largos), podría ser el momento de reevaluar la estructura y el ritmo de los capítulos.
4. Utilizar el prólogo para enganchar al lector como único fin.
Piensa en los prólogos que lanzan al lector a la acción, y me refiero a la mitad de la acción. Tal vez sea el centro de un campo de batalla sangriento o retorcido en las sábanas de una historia de amor. Sea lo que sea, el lector se sumerge sin ceremonias en la acción en un mundo con el que no está familiarizado y cuyos personajes aún no conoce (y ama).
Si bien las escenas de acción son una forma apasionante de comenzar una historia, considera si esta acción es importante o no para la trama central y si este comienzo no es demasiado abrumador o confuso para que el lector se aclimate.
5. Usar el prólogo estrictamente para proporcionar una atmósfera o para construir un mundo desde el principio.
La construcción de mundos es una de las cosas que más gustan a los lectores de fantasía y ciencia ficción. Estos deliciosos detalles son… bueno… ¡deliciosos! El escenario se describe con suficiente detalle para que los lectores visualicen el entorno del personaje, pero no demasiado como para atascar el ritmo de la escena.
Tipos de prólogos
Trasfondo/Historia: este tipo de prólogo proporciona un trasfondo de la historia del mundo y los eventos que ocurrieron previamente, como una gran batalla o una traición. Estos eventos generalmente ocurrieron antes del comienzo de la historia y de alguna manera impactan significativamente los eventos en el futuro.
Punto de vista diferente (POV): este tipo de prólogo podría ser ventajoso cuando se sumerge en la perspectiva de otro personaje, particularmente cuando la perspectiva de ese personaje solo se necesita una vez y proporciona una base para la historia.
Protagonista (Pasado o Futuro): estos prólogos son excelentes para mostrar un momento crucial para el protagonista, ya sea en el pasado o en el futuro (como un momento decisivo hace años o después de que haya tenido lugar la trama principal).
Puntos fuertes de un prólogo
No temáis, escritores. Los prólogos no son del todo malos. De hecho, son útiles en varios escenarios:
Proporcionar un vistazo "rápido" de información de fondo importante sin necesidad de flashbacks, diálogos o recuerdos que interrumpan la acción más adelante en el libro.
Engancha al lector en la acción de inmediato mientras los lectores hacen preguntas relevantes para la trama central y, por lo tanto, están ansiosos por aprender esas respuestas en los capítulos iniciales.
Ofrece información que el lector no podría obtener de la trama de otra manera (como una ruptura con el punto de vista de la narración o desde la perspectiva de un personaje diferente).
Presenta al antagonista, brindando motivos de fondo que humanicen al personaje o muestren sus malas intenciones. Este ángulo puede ser útil si el protagonista no conoce al antagonista hasta más adelante en el libro.
Introducir una filosofía o creencia religiosa importante para la trama/escenario.
Anticipar eventos futuros, creando así suspenso para el lector y haciendo que haga preguntas (y siga leyendo con entusiasmo).
¿Necesito un prólogo?
Considera las siguientes preguntas:
¿Qué información estoy proporcionando en el prólogo? ¿Por qué es importante revelarlo por adelantado? ¿Puede revelarse a lo largo de la historia en dosis más pequeñas y seguir teniendo el mismo impacto (o más)?
¿El punto de vista de este personaje vuelve a aparecer más adelante en la historia? Si es así, ¿funcionaría esto como un primer capítulo?
#consejos de escritura#consejos#historias de fondo para tus personajes#prologo#tol#spanish rpg#rpg español#foro de rol#rol en foro
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SEGNALI Non ha importanza dove portino, o se davvero abbiano un senso compiuto. Sono intorno a noi, ogni qualvolta ne abbiamo davvero bisogno. Ogni qualvolta non ci rifiutiamo di seguirli o semplicemente di vederli. Dobbiamo seguirli per sentirci vivi. Dobbiamo vederli per non morire dentro, addormentati dal torpore di una vita tutta uguale, fatta di routine, gesti meccanici, perché non siamo parte di una catena di montaggio della fabbrica dell’universo, siamo artisti, davanti ad una tela bianca, che devono dare libera espressione alle loro proiezioni. Se andiamo contro i segnali, non saremo mai felici. Se non saremo in grado d’essere felici, la nostra vita sarà inutile. Non ha importanza capire ogni cosa. Trovare la verità assoluta. Non la troveremo mai in questa vita, ma possiamo sforzarci di trovare la nostra verità, qualcosa che ci appartenga davvero, che è il nostro tesoro personale: essere sinceri con noi stessi, anche rasentando il limite della follia. Ci sforziamo, spesso enormemente, per mantenere, ciò che chiamano il quieto vivere. Credo che bisogni invece esasperare al limite, le situazioni in cui ci troviamo stretti, portarle all’estremo…far scoppiare la bomba. Solo in questo modo ci libereremo di ciò che non ci appartiene o riporteremo l’ordine in qualcosa che aveva perso il suo posto definitivamente. Ci troviamo spesso di fronte alle stesse battaglie, ma le abbiamo combattute in precedenza? O la nostra era stata solo una ritirata di comodo? Un trattato di pace fittizio operato a tavolino? Credo profondamente che ognuno di noi sappia qual è la cosa giusta. I segnali possono salvarci. Ma questo è solo il mio parere. E questa, è solo la storia che ho scelto per raccontarlo.” #prologo #lamorechenonce #libro #libridaleggere #karenlojelo #amazonbooks (presso Sabaudia) https://www.instagram.com/p/CnwC_iDMUNJ/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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“Being a part of a twin set” -Miya Twins [Haikyuu!!]
Note: ↓[Engl. version]↓
Prologo: “La necessità di un equilibrio”
Essere un fratello non è una cosa semplice.
Non lo è affatto, soprattutto quando ti ritrovi a condividere anche il tuo aspetto.
Perché in una casa dove è rimasto solo uno dei genitori, inevitabilmente cresci con la necessità di capire quanto importante sia l'equilibrio.
Per questo motivo Atsumu ed Osamu avevano imparato a comportarsi come il sole e la luna: se il biondo non sapeva trattenersi, era il cenerino ad essere paziente; se il maggiore (di soli sette minuti!!) aveva in bocca la parola voglio, il minore scuoteva la testa fingendo disinteresse; se il primo si faceva travolgere dalle emozioni, era il secondo a farsi abbastanza forte da sostenere entrambi...
Insieme facevano di tutto pur di non gravare sulle spalle della loro adorata Ma'.
Anche se alle volte questo significava rinunciare ad una parte di loro stessi.
"Se sono felici loro, lo sono io" è il motto che sforzavano di ricordarsi quando diventava difficile e stringevano i denti, serravano i pugni, si mostravano invincibili per poter cautelare quell'equilibrio, per far sì che la sua bilancia non pendesse da un solo lato quando uno dei due osava essere un poco egoista, senza mai farlo vacillare né cedere.
Superficialmente la gente ha da sempre additato la loro interdipendenza come un legame morboso, ignorando il vero motivo latente: se sei da solo come faresti mai a sbarazzarti della tua immagine speculare, l'unica indissolubilmente a te legata per geni per sangue, l'unica che capisce e resta al tuo fianco nonostante tutto?
Osamu avrebbe tanto voluto chiederlo a quei bambini cattivi che alla materna prendevano in giro Atsumu, poiché incapace di relazionarsi con chiunque non fosse il suo gemello, ma tra i due era proprio lui ad essere fatto di parole e allora rispondeva ai bulli con le botte.
Solo il cenerino aveva il diritto di schernire il biondo e nessun altro.
Per calmare i suoi pianti mocciosi aveva provato a ragionare con lui, tuttavia Atsumu continuava comunque a voler fare amicizia con gli altri, ugualmente desiderava far parte del gruppo... quello stesso gruppo che irrazionalmente accoglieva Osamu, ma non anche lui. Ed allora incominciava a diffidare di quelle "amicizie", rinunciava loro dubitando della loro onestà dato il comportamento esclusivo che avevano nei confronti del suo gemello. Il cenerino cresceva sempre più cinico con il passare del tempo ed imparava a mostrare agli altri solo la sua apatica superficie, stanco della gente intenta a confrontarli per capire quale dei due potesse essere il migliore.
Le lagne di uno e l'asocialità dell'altro avevano portato la loro Ma' a preoccuparsi per loro, quindi assieme avevano cercato un modo per far parte di un gruppo in cui la loro sincronia sarebbe stata impossibile da rinnegare, fondamentale. All'Inarizaki High tutti conoscevano i Gemelli Miya, la coppia incredibile ed intercambiabile divenuta l'incubo dei professori e di chiunque si azzardasse a sfidarli ma soprattutto il mostruoso duo nel campo da pallavolo.
Per forza di abitudine Osamu assecondava i capricci del biondo, come spendere ore extra in palestra per allenarsi o partecipare ad eventi sociali per conoscere persone, al caro prezzo della sua porzione di budino. Esatto, perché sarebbe andato anche il capo al mondo per suo fratello e la sua Ma', però il cibo aveva la sua priorità. Era in grado di restare impassibile ad una rovinosa caduta di Atsumu davanti ai suoi occhi, se fra le mani stringeva un caldo dorayaki, e di spezzare braccia se qualcuno tentava di rubargli un morso.
"Samu ama mangiare di gusto come Tsumu ama giocare a pallavolo!" scherzava di tanto in tanto Ma', facendogli passare l'appetito inconsapevolmente.
L'amore non c'entrava nulla con il suo peccato di gola.
No, lui non provava quel genere di sentimenti...
Quello ad agire di cuore era Atsumu, non lui.
No, lui era il gemello noioso, silenzioso e (anche si, dai) goloso, mentre Atsumu...
Beh, Atsumu era definitivamente il più solare dei due, quello più bello con il sorriso stirato sulle labbra, gli occhi vispi e vivaci ed il ciuffo dorato. Per questo aveva un fan club di ragazze che gli sbavavano dietro, anche se stranamente bastavano cinque minuti delle sue chiacchiere senza filtri a farle scappare via. Già, via per andare a cercare la sua copia e fare il paragone.
Se il biondo era stronzo per innocente natura, Osamu lo era diventato per esaurimento.
Era una cosa insopportabile, la odiava, la odiavano entrambi.
Come mai avrebbero potuto essere la loro libera persona, se la ricerca di comprendere quale dei due fosse quello giusto li perseguitava dovunque?
Al secondo anno di liceo Atsumu ed Osamu vennero divisi in due classi diverse e parallele.
#writercommunity#fanfiction writer#writerscorner#haikyuu!!#haikyū!!#prologo#angst and comfort#character analysis#miya twins#miya atsumu#miya osamu#looking for beta readers#italian#english#writer on ao3#eventual ao3fic
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Prologo lança Dimension R2: Novo selim de alta performance chega ao Brasil
Prologo Dimension R2: O selim de alta performance mais leve e confortável chega ao Brasil com design inovador e tecnologia de ponta.
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Lapierre revient en World Tour avec le Team Picnic-PostNL
Lapierre revient dans le World Tour masculin et féminin en signant un partenariat avec le Team Picnic-PostNL. L’accord porte sur 4 ans et prendra effet au 1er janvier 2025. Les coureurs et coureuses du Team Picnic-Post NL rouleront donc en Lapierre Xelius DRS et Aerostorm DRS pour les 4 prochaines saisons. Il y a d’autres changements dans le matériel du team, si la transmission des vélos reste…
#Cyclisme#Cyclisme Pro#Cyclosport#Lapierre#Lapierre Xelius DRS#Prologo#Team Picnic-PostNL#Vittoria#Wahoo
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Prólogo Inder
Prólogo Inder (estás aquí) | Prólogo Frau y Mann | Pelea I | Pelea FnM |
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Depois da ligação, Robert Miles trocou mais algumas mensagens com um ex-agente de campo que esteve pessoalmente com Sumarex. Ele aceitou colaborar...
A conversa é reveladora!
Não temos muito tempo...
Seria preciso horas para desenrolar toda a Agenda em questão, mas acredito que eu consiga explicar parte do processo de Eliminação dos Potenciais que nasceriam no Brasil à partir da década de 80; e neste caso, o indivíduo não-cativado da Colônia de Sumaré e a razão de nossos planos e ações não terem funcionado exatamente com ele.
Falarei primeiro sobre a construção da nossa Agência... isso será importante para entendermos o contexto.
Tudo começa há cerca de um século atrás, numa das fraternidades ocultas nos ramos da Maçonaria Inglesa. Esse pequeno e seleto grupo, composto apenas por homens e do mais alto posto social, havia chegado ao consenso de que era a hora de lançar mão do plano mais ardiloso e sem escrúpulos da história de toda a humanidade: o controle total do destino das pessoas na Terra.
Parece coisa de gibi, mas veja: o que mais faltava aos detentores de todas as frentes de poder senão mais poder? Poder total sobre o outro, onde quer que ele esteja. Para que isso fosse possível, durante anos eles estiveram estudando e coletando dados das mais variadas fontes de pesquisa, de diversas culturas e inclinações filosóficas. Desde Alexandria não se sabia tanto...
- Você disse que falaria sobre a Agência...
Depois de conceberem o plano, eles passaram imediatamente e colocá-lo em prática: A primeira coisa que fizeram foi edificar um campo de treinamento; agentes seriam usados para a devida execução das manobras. Dez especialistas trazidos diretamente do seio da Ordem encabeçaram um grupo de cem pessoas. Essas primeiras cem foram treinadas no Nível A de execução. As próximas mil foram treinadas no Nível B por essas cem primeiras, e assim por diante... Até chegarem ao número expressivo de um milhão, cento e onze mil, cento e dez agentes treinados.
Dessa forma estabeleceram uma hierarquia natural, tanto para ordens de comando como para resguardarem a identidade dos primeiros dez agentes.
Todos eles, 50% homens e 50% mulheres, foram treinados em solo estadunidense, e todos vieram de forças armadas distintas: a maioria eram do exército, mas haviam pessoas da marinha, da aeronáutica, forças policiais e até mesmo ex-prisioneiros.
Durante três anos os Agentes do Nível A foram introduzidos, por meio de métodos questionáveis, à inúmeras técnicas que iam desde as artes marciais e camuflagem; até idiomas diversos, o Trivium e o Quadrivium. Além de outras habilidades ocultas...
Esse circo começou a tomar forma quando foram enviados à civilização.
Os Agentes receberam uma nova identidade e, logicamente, o Nível A passou a ocupar as mais variadas posições-chave na sociedade ao redor do globo: de governantes e mega empresários à Almirantes e Generais de países subsaarianos.
Os Agentes B e C foram enviados para o meio acadêmico, cultural e artístico. Os Agentes D e E foram para as fronteiras, religiões, esportes e para as periferias das grandes metrópoles.
Eles não precisavam reportar absolutamente nada à ninguém. Precisavam apenas sabotar qualquer iniciativa verdadeiramente humanista; Formar relações com pessoas autênticas e voluntárias e depois plantar a discórdia; Intimidar e fazer calar; Provocar tumultos e revoltas sem nenhum propósito; Estabelecer burocracias estúpidas; Estimular a animalidade humana, seja por meios visíveis ou velados; Fazer propaganda de pessoas e modelos decadentes; Reforçar a competição em detrimento à conciliação.
Eles estiveram atrás das linhas inimigas em todas as últimas guerras. Em todos os regimes ditatoriais... As coisas esquentavam e esfriavam conforme o desejo deles.
O subproduto disso? O que sobra de um amontoado de confusão? Medo. E o medo foi canalizado e toda sorte de esquemas foi desenhado para fazer mais grana e conseguir mais controle. Hoje em dia eles têm o controle de tudo... todos os dados são coletados e todas as possibilidades são calculadadas. Não há nada que fuja ao controle deles.
Foi quando nossos agentes à época infiltrados em monastérios no Tibet, chegaram à informação de que havia um documento que previa uma invasão ao próprio território.
- Agoreth me disse que descobriram Os Papéis apenas quando invadiram o Tibet...
Não, eles foram descobertos antes e essa foi uma das fortes motivações. E adivinha só quem havia planejado a invasão juntamente com o governo chinês?
- Os Agentes do Nível A?!
Afirmativo! Ou seja: os agentes descobriram que já haviam papéis que previam a invasão que estava sendo orquestrada por eles mesmos! E não só isso... ainda dava o nome de quem morreria e onde esta mesma pessoa renasceria...
Um obstáculo tremendo para um plano dantesco! A partir daquele momento eles sabiam que seria preciso aniquilar qualquer possibilidade que esses indivíduos teriam de renascer e reverter os processos já em curso. Dessa forma a Doutrina começou e um sistema de Colônias foi estabelecido.
Quando terminaram de mapear os Potenciais aqui do Brasil, Sumarex era um deles. Nessa época apenas a agente Maria Agoreth fazia parte do grupo, nem mesmo você estava aqui, Miles. Você e Pilares chegaram depois.
- Isso mesmo. Mas, ainda sobre a Doutrina, fiquei sabendo pela própria Agoreth que Sumarex não foi afetado...
Ele não foi afetado mesmo! Eu era um dos agentes inflitrados que chegou a conviver com pessoas muito próximas à ele. Eu mesmo participei de várias manobras para sabotá-lo nos primeiros anos de vida.
Miles, você sabe... pela Doutrina nós não podemos afetar diretamente os potenciais... isso os beneficiaria à médio prazo. Era preciso atrapalhar sutilmente, 3 ou 4 jogadas de antecipação, deixando para o indivíduo as decisões equivocadas e a colheita das próprias mazelas. Isso era uma espécie de jogo espiritual. Muitos agentes se sentiam como semi-deuses quando conseguiam produzir efeitos danosos aos potenciais com manobras matematicamente calculadas.
Mas o indivíduo Sumarex não foi afetado... nós tentamos de tudo: aliciamento, seduções baratas, mentiras escabrosas, falsas amizades, falsos amores, vícios, prisões de pessoas amadas, popularidade frívola, dinheiro sujo, contaminações, todas as formas de sabotagem! Mas nada funcionou... parecia que ele estava sempre um passo à nossa frente. Nos demos conta disso na eminência de encerrar as operações no Brasil, em 2021. Alguns agentes riram e disseram que era preciso deixar alguém pra contar a história...
- Quanta ironia!
Irônico e catastrófico para todos da agência.
- E por quê ele conseguiu se esquivar de tudo?! Precisamos contra-atacar... Ele ainda está por aí com aquele fanzine...
Vocês não vão conseguir neutraliza-lo pelo sistema atual: a Doutrina. Vocês terão que se reinventar. Sumarex caminha em outra linha do tempo. Ele está fisicamente presente, é verdade, mas a sua mente está cerca de oito minutos à nossa frente. A consciência dele está com os raios do nosso Sol e antecipa a coagulação dos eventos na atmosfera.
- Hahahaha! Qual é...
Não estou brincando, Bob! Estamos diante de algo além da nossa compreensão. Você e Pilares são agentes E, os vigias. Eu fui um agente D. Ao que tudo indica, Sumarex alcançou habilidades que nem mesmo aqueles dez agentes primordiais eram capazes. A Obra Solar, Opus Magnum, Nirvana, Samadhi... chame do que quiser!
- Como isso é possível?... Mente, Sol, atmosfera... isso é muito pra mim!
Você espera respostas que eu não tenho... mas a analogia que eu ouvi à respeito é que se o tempo fosse um cordão elástico, nós estaríamos na inércia, num estado de repouso. Na densidade da matéria, como dizem. Mas a mente humana pode esticar o elástico... e como tempo e espaço coexistem, talvez ele tenha encontrado um meio de estar no estágio onde o elástico está esticado, longe do nosso alcance, no que diz respeito à causalidade. Receito que eu não seja a melhor pessoa pra falar sobre física. Contudo, é possível afirmar que Sumarex está usando o fanzine para passar informações cruciais sobre a natureza da realidade. Primeiro ele usa as charges para fazer chacota com vocês, depois ele distribui um Yantra mágico enquanto liberta uma criatura e aprisiona Pilares, além de provocar essa anomalia pixelada... O que mais vem por aí? Não me surpreenderia se ele estivesse ouvindo essa nossa conversa!
- ...
Veja, Miles, eu não quero ir além. Já disse tudo que eu sabia. Estou fora dessa há muito tempo. Não aguentava mais viver uma vida de mentiras. Por isso fui afastado, assim como tantos outros agentes que não seguraram a barra. Concordei em colaborar em nome da nossa antiga parceiria.
Vocês têm o poder aqui, mas ele está em outra estação. Seus algoritmos podem ser geniais, mas eles estão aterrados; quem os executa está limitado ao presente terrestre.
- Acreditas que seja tarde demais?
Não. Mas vocês não têm muito tempo!
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O homem entrou às pressas na sala mais ao norte da mansão, os passos apressados ecoando pelo chão de madeira gasta. O coração martelava no peito, cada batida um lembrete da urgência que o consumia. Ao entrar, não se deu ao trabalho de fechar completamente a porta, deixando-a entreaberta, como se a própria mansão estivesse agora repleta de segredos que não mais poderiam ser contidos.
"Ela finalmente virá para cá. Preciso avisar os outros."
Aquela frase ainda reverberava em sua mente. Ele acabara de receber a notícia pela qual esperara incansavelmente por quase dezessete anos; A garota viria para a fazenda. E desta vez, não por uma visita curta — ela ficaria. O tempo que ele tanto aguardara finalmente começava a girar a seu favor.
O significado disso era claro. O alvo estava se aproximando. A oportunidade pela qual ele e sua organização haviam se preparado pacientemente surgia no horizonte. Naquela mansão, a garota descobriria o que realmente era. E quando o fizesse, depois de tanto tempo infiltrado, ele estaria pronto para agir. Todos estariam prontos.
A sala parecia congelada no tempo, abarrotada de móveis antigos, cobertos por panos grossos e empoeirados, como fantasmas de eras passadas. O ar estava pesado, denso, quase sufocante. Ele avançou sem hesitar, os olhos fixos em seu destino: um espelho imenso, de moldura prateada, tão frio, contrário a expressão eufórica em seu rosto. Parou diante dele, o reflexo tremulando levemente, como se o próprio espelho tivesse algo a esconder.
Ajoelhou-se devagar, os dedos ansiosos vasculhando o bolso até encontrar o pequeno relógio. O ouro do objeto reluzia suavemente, apesar da camada fina de poeira, e as inscrições crípticas em sua superfície contavam histórias que olhos comuns jamais compreenderiam. Ele pressionou o relógio contra o peito, sentindo o pulsar das engrenagens ocultas, e então se ergueu, os olhos se fechando por um breve momento de concentração.
Sem hesitar, avançou para o espelho.
A superfície prateada ondulou, uma voz grave sussurrando palavras em uma língua antiga. Um frio estranho percorreu sua pele, mas ele não parou. Passou através da névoa densa que se formou do outro lado, desaparecendo na escuridão.
"Finalmente, o tempo estará em nossas mãos."
E então, o silêncio tomou a sala novamente.
- A Guardiã do Tempo - Prólogo - Autoral
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The Arcana | prólogo | V - O PAPA
É a manhã da proclamação do Baile de Máscaras.
Preciso estar na praça para ouvi-la ao meio-dia, mas agora, tenho que checar a loja.
Vou querer suprimentos para minha investigação. Reagente, ervas, um dos livros de magia do Asra…
Pulando pelos degraus, pressiono minha palma na porta e tiro o feitiço de selagem.
Noto uma pequena bolsa de couro descansando no batente.
Alguém deixou isso para mim… beliscando o nó, eu abro a bolsa.
Dentro tem uma mistura mágica. Mirra é a mais forte, mas tem outras ervas. Uma mistura protetiva.
Lanço um olhar para cada lado da rua, mas não tem ninguém por perto.
Procuro minhas chaves e viro as fechaduras. Quando me encosto na porta…
Ela abre, e eu quase esbarro na última pessoa que eu esperava ver.
Doutor Devorak!
Avistá-lo me faz congelar, a bolsa cai de meus dedos paralisados.
Me esforço para falar, mas ele é mais rápido.
Julian: “... Bem, olá. Coincidência, você por aqui.”
Julian: “Ahem, talvez nem tanta. Eu, ah, eu estava na vizinhança.”
Julian: “E você está, er, esplêndida! Maravilha, vou parar de retorcer as mãos.”
Por um momento, penso em chamar os guardas, mas eu hesito.
É a segunda vez que ele entra na minha loja. Será que os guardas vão pensar que eu estava abrigando ele?
Com olhos espremidos, o fixo uma olhada.
“O que você procura?”
“Como você continua entrando?” ←
Aidan: “Como você continua entrando?”
Aidan: “Sei que tranquei a porta depois da primeira vez. Então, ou você invadiu, ou…”
Julian: “... Ou eu tenho uma chave?”
Como um estalo de sua língua e um suspiro irregular, o doutor puxa uma pequena chave do bolso de seu casaco.
Julian: “Aqui. Se faz alguma diferença, pode ficar. Não vou usá-la novamente.”
Julian: “Isso… isso eu prometo.”
Ele espera pacientemente enquanto pego a chave e comparo com as minhas. Combina perfeitamente com minha chave do quarto dos fundos.
Aidan: “Quem te deu isso?”
Julian: “Você não… ahem, bom… bem.”
Julian: “Vamos só dizer que precisei fazer algumas visitas domiciliares. Depois do expediente.”
Minhas sobrancelhas levantam. Visitas domiciliares na loja?
Asra já esteve tão doente assim? Se esteve, ele não teria me contado?
Franzo minha testa, guardando a chave no bolso e dando ao doutor uma olhada desconfiada.
Julian: “Oh, espero que não ache que sou um ladrão. Sou muitas coisas, mas não isso.”
Julian: “Mas… você não acreditaria em mim, acreditaria?”
Para minha surpresa, o doutor tira seu sobretudo, e começa a desabotoar seu colete.
Ele o abre com um rodopio, braços esticados, palmas para cima em submissão.
Julian: “Me reviste. Se achar algo que é seu, eu me jogo na berlinda.”
Julian: “Vá em frente. Reviste até estar satisfeita.”
Ele abaixa o olhar, se apresentando para inspeção. A visão faz minhas orelhas queimarem de vergonha.
Revistá-lo. ←
“Passo.”
Aidan: “Acho que vou mesmo.”
Pelo olhar de surpresa em seu rosto, ele não esperava que eu fosse aceitar.
Julian: “Você é uma caixinha de surpresas, não é?”
Julian: “Tá bom, então, não seja tímida. Prometo que serei bonzinho.”
Dou um passo para perto, meus olhos vagando sobre seu corpo, incerta de por onde começar.
Sentir seus braços. ←
Sentir seu torço.
Eu delicadamente desço minhas mãos por um de seus braços. Posso sentir sua pele fria, mesmo que coberta pelo fino material da camisa.
Nunca estive tão perto dele antes. Não há quase nenhum espaço entre nós.
O couro de sua luva range quando flexiona os músculos esguios de seu braço por baixo de minha mão.
Julian: “Ohh, você tem mãos encantadoras. Pode apertar mais forte, sabe, não vou me importar.”
Assim como disse descaradamente, ele morde o lábio quando pressiono mais firmemente seu outro braço, mas ele não protesta.
Julian: “Parando para pensar, não te vi de perto na luz do dia antes.”
Ele estende a mão, tentando diminuir aquele último centímetro entre nossos corpos.
Dar uma tapa na mão dele. ←
“Por favor, pare de se mexer.”
Eu dou um tapa na mão dele.
Aidan: “Pare de se mexer.”
Por um momento, me preocupo de ter ido longe demais. Mas…
Julian não parece nem um pouco ofendido. Ele morde o lábio, ruborizando…
… E volta obedientemente com o braço para o seu lado.
Circulo para trás dele, e ele vira para me observar, não me deixando fora de sua vista.
Seu olho brilha com interesse. Minhas bochechas quentes embaixo de seu olhar descarado.
Julian: “Não tinha ideia que era tão… manual[1].”
Julian: “Quanta ousadia a sua. Não tem medo de alguém ver?”
“Eu disse que podia se mexer?” ←
Recuar.
Aidan: “Eu disse que podia se mexer?”
Julian: “Eu, ah… não, não disse.”
Aidan: “Então se vire de volta.”
Ele faz sem hesitação. Consigo ver a ponta de suas orelhas se avermelharem.
Um leve tremor passa por ele quando deslizo minhas palmas por suas costas.
Aidan: “Além disso, não seria você que deveria ter medo de ser visto?”
Julian: “Er, bom, acho que é verdade…”
Movo minhas mãos pelos seus quadris, checando seus bolsos, e paro quando sinto uma inesperada beirada dura.
Julian: “Ah, isso, não se preocupa com isso.”
… é uma faca, escondida em seu bolso.
Julian: “Mas eu estou feliz de te ver. Posso mostrar, se quiser.”
Ele é incorrigível, mas consigo senti-lo deslocando seu peso nervosamente.
Ando de volta para sua frente, traçando uma mão pelo seu quadril.
Ele balança em minha direção, mas se segura no lugar com um esforço visível.
Aidan: “Me diga o que realmente está procurando.”
Julian: “Você é bem persistente, não é? E, hmm. Minuciosa.”
A garganta de Julian balança quando ele engole, e solta um trêmulo suspiro lento.
Julian: “Eu… Eu procurava por respostas.”
Julian: “Mas não achei nenhuma. Não as que eu queria.”
Aidan: “Tá bom. Acredito em você.”
Julian: “Hã? Eu, ah. Espera. Sério?”
Aidan: “Sério.”
Julian: “Essa é uma péssima ideia. Você não deve acreditar na palavra de ninguém, especialmente na minha.”
Julian: “Mas, er, bom. Espero que esteja satisfeita.”
Julian: “Odiaria te desapontar.”
Ele pega seu sobretudo com um floreio chamativo e o põe de volta.
Julian: “Bem, tenho certeza que tem coisas há fazer, então vou só sair do seu caminho…”
Ele dá um grande passo, contorcendo sua forma para passar por mim.
Seu sorriso largo leva apenas um segundo para sumir, antes de choque tomar conta de suas feições.
Olho com cuidado por cima do meu ombro.
Portia. Ela deve ter vindo me buscar, mas ela não presta atenção nenhuma em mim.
Todo seu foco, a descrença suspensa em seus olhos arregalados, está no homem ao meu lado.
Quando ela fala… a palavra que a escapa soa diferente, uma voz abandonada do fundo de seu coração.
Portia: “Ilya?”
Portia tropeça, então corre para os degraus. Eu recuo para a parede quando ela se joga no doutor.
Portia: “Ilya?! É você mesmo?”
Suas mãos trêmulas vão para cada lado do rosto dele. Seu olho começa a brilhar.
Julian: “Sou eu.”
Portia: “Você–você–”
Portia: “Seu desgraçado! O que está fazendo aqui?! Ao ar livre? Tá tentando ser morto?!”
Seus dedos curvam-se, puxando as orelhas dele e retirando uma vergonhosa careta.
Julian: “Você cresceu forte, Pasha.”
Julian: “Eu… sinto muito não estar lá para ver.”
Portia: “Ohh, vou te mostrar o que é sentir muito! Seu inacreditável… Aidan!”
Ela solta as orelhas de Julian e agarra seu colarinho, o puxando para fora do batente.
Portia: “Eu–eu… Eu te alcanço depois!”
Sem mais delongas, Portia carrega o doutor desajeitado por dentro de um beco próximo, me deixando ponderar.
Eles não pareciam família?
Entro na minha loja, e ando direto para o quarto dos fundos.
Demoro sobre as posses do Asra, suas roupas e relíquias mágicas, confortada pelo seu aroma defumado.
Mas não posso ficar muito tempo, me esperam na praça.
Coleto os componentes mágicos que preciso, mas o livro não está em lugar nenhum.
É um do Asra. Será que ele levou com ele quando se foi?
Antes que percebesse, o sol está alto no céu.
Um relógio distante bate a hora, me chocando a me levantar. A proclamação!
Mordendo o lábio em aborrecimento, abandono minha busca e fecho a loja, me dirigindo à praça da cidade.
A praça está densamente lotada, pessoas menores e atrasados circulam o perímetro para um vista melhor.
Um cheiro agradável que não consigo discernir flutua para perto.
Portia: “Ahem! Atenção, atenção! Esta é uma proclamação de sua Condessa Nadia!”
Portia: “No aniversário de falecimento de seu amado Conde Lucio, a Condessa abrirá os portões do Palácio.”
Portia: “É isso aí, pessoal! Todos estão convidados não para lamentos, mas para celebrar o espírito do estimado Conde que se foi!”
Uma onda de entusiasmo barulhenta passa pela multidão. Na beirada, sigo um aroma familiar. Mirra.
A bolsa de couro, deixada no batente da minha loja, vem à mente.
E então encontro uma figura, gigante em tamanho.
Seus olhos estão sombreados, por baixo de um capuz e sobrancelhas pesadas.
Apesar da animação na praça estar crescendo, a figura parece mais um precursor de desespero.
Portia: “Será um Baile de Máscaras diferente de todos os outros! Espalhem a notícia, diga aos amigos! Você não vai querer perder isso!”
Enquanto a multidão estoura, o enorme estranho desce para uma rua lateral, escapando com o aroma de mirra.
O andar pesado do estranho é fácil de acompanhar, o alcanço na metade da rua.
Aidan: “Ei, para onde está indo?”
?????: “...”
Ele vira devagar como se tivesse pavor de me encarar.
?????: “Cegamente para o abate. Assim como o resto de vocês.”
Aidan: “O que quer dizer? Por favor… seja claro.”
?????: “Não importa o que eu diga. Minhas palavras não vão durar. Elas nunca duram.”
O estranho se afasta, suas correntes chacoalhando.
Meus pensamentos aceleram. Se ele deixou o feitiço de proteção na loja…
Será que Asra o mandou?
“Espera!” ←
Deixá-lo ir.
Aidan: “Espera! Quem é você?”
Minha pergunta entra por um ouvido e sai pelo outro.
Confusa, me apresso para alcançar a enorme figura antes que desapareça na esquina.
A pessoa para na escada, suas amplas costas viradas para mim.
Aidan: “… Para onde está indo?”
Num susto, ele se vira tão rápido que seu capuz esfarrapado cai.
Será que ele… estava planejando esperar aqui até eu sair?
Com hesitação, dou um passo para frente.
O estranho vira, seus ombros largos quase raspando nas paredes, e se afasta de mim.
Curiosidade me obriga a segui-lo.
Quando emerjo no agitado mercado, meu coração para.
O estranho pode facilmente desaparecer nessa multidão…
… Ou não. Eu imediatamente encontro a figura imponente se esgueirando pelas beiradas do mercado, evitando a multidão.
Ele para num poste de madeira segurando um toldo, mas o poste é muito estreito para ele se esconder atrás.
Assim que me aproximo, o estranho se arrasta para longe de novo.
O imenso estranho pausa atrás de uma carroça, mas mesmo que tenha uma alta pilha de frutas, a pessoa é ainda mais alta.
Ele está tentando se esconder de mim?
Dessa vez, quando me aproximo, ele se afasta para trás de um… cachorro vira-lata.
O estranho parece perceber a futilidade do gesto, bem na hora que o cachorro levanta e sai andando.
?????: “Vai embora.”
Aidan: “Só quero te perguntar algo.”
Tempestuosos olhos verdes olham com rapidez de um lado para o outro. Ele pode fugir a qualquer momento.
“Você tá bem?”
“Você conhece o Asra?” ←
Aidan: “Você conhece o Asra?”
O estranho para imediatamente, fazendo cara feia para mim.
?????: “Melhor que qualquer um.”
A estrondosa voz soa irritada, mas a resposta é sincera.
Aidan: “Ele te mandou vir me ver?”
?????: “… Sim.”
?????: “Ele é meu único amigo.”
… Acho que não somos tão diferentes, então. Confio em Asra mais que qualquer um.
“Eu posso ser seu amigo.” ←
“Te entendo.”
Aidan: “Eu posso ser seu amigo.”
?????: “O quê? Não. Por quê?”
Aidan: “Nós dois somos amigos do Asra. Queria que fossemos amigos também.”
?????: “Não quero outro amigo.”
?????: “Especialmente não você.”
… O que isso quer dizer?
Aidan: “Já nos conhecemos?”
?????: “Não interessa. Não somos amigos.”
Aidan: “Podemos ser?”
?????: “...”
Escuto um grito de aviso, e eu me viro bem na hora de ver a carroça de maçã vir em minha direção.
Tropeço nos paralelepípedos irregulares, e no momento que retomo meu equilíbrio…
O estranho se foi.
Frustração cresce em meu peito, antes de desaparecer, substituída por confusão.
Me lembro de ir para a praça para a proclamação, aí…
Aí voltei para o mercado. Por que fiz isso?
Não consigo lembrar, mas não há tempo para ficar pensando, preciso alcançar a Portia.
Retorno para o vagão dos criados, onde Portia está jogando pétalas de flor e arroz nos cidadãos dançantes.
Portia: “Aidan, aí está você! Tá vendo só essa multidão?”
Portia: “Nenhum incidente lá na loja, espero? Nada fora do ordinário?”
Seu sorriso tem um tom de desespero enquanto ela pisca os olhos em súplica.
Abro minha boca para responder, mas somos balançadas quando o vagão começa a se mexer.
Risadas selvagens nos seguem pelas ruas tilintando com a notícia do Baile de Máscaras.
Portia: “Aidan?”
Leva um momento para eu registrar a voz de Portia.
Portia: “Você vai se encontrar com os cortesãos quando chegarmos no palácio.”
Portia: “Quer saber quem eles são antes?”
Aidan: “Oh! Sim, seria… muita ajuda.”
Portia: “Bem, tem Procuradora Volta, Pretor Vlastomil, Pontífice Vulgora, Questor Valdemar e Cônsul Valerius.”
Portia lista seus nomes rapidamente com os dedos.
Devo parecer desesperadamente perdida, pois ela me dá um tapinha reconfortante no ombro.
Portia: “Na realidade, Valerius é o mais importante.”
Portia: “A milady se importa mais com ele do que com o resto. Os outros são um tanto excêntricos, mas tenho certeza que vão ser gentis contigo.”
Quando retornamos ao palácio, Portia me acompanha para uma ala que cheira fortemente a dezenas de perfumes.
Sei que chegamos à porta do salão pela música e gargalhadas cacarejantes vindas de dentro.
Portia: “Vai lá, Aidan. Essas pessoas mal podem esperar pra te conhecer.”
Suas palavras me estabilizam. Pessoas… pessoas, é só o que são.
A sala está nebulosa, nadando em plumas elegantes de fumaça. Figuras acesas por uma iluminação suave descansam em sofás macios.
A Condessa está sentada atrás de um órgão de tubos reluzente, não ligando para o preguiçoso bate-papo ao seu redor.
Mas ela levanta o olhar quando eu entro, seus dedos elegantes tocando um acorde vitorioso.
Nadia: “Bem-vinda, Aidan.”
Ela vira a página de sua música, acenando a cabeça para mim com um sorriso encorajador.
Nadia: “Portia, por favor apresente nossa convidada de honra.”
Portia: “Anunciando Aidan, amiga do Palácio e aprendiz do mago Asra.”
Tento colocar rostos na lista de nomes enquanto os cortesãos levantam-se de seus confortáveis assentos.
Procuradora Volta: “Você é a Aidan? Oh, oh, você é tão fofa!”
Pretor Vlastomil: “Que surpresa agradável, falávamos de você agora!”
Pontífice Vulgora: “Senta! Não, não com eles, COMIGO, Aidan!”
Os gestos acolhedores me pegam de surpresa. Não esperava tanto entusiasmo.
Impacientes mãos bem cuidadas me levam para os sofás e para o meio da conversa.
A Condessa observa de onde toca o órgão de tubos, criando tons contemplativos.
Nadia: “Me diga, Aidan, como a proclamação foi recebida?”
Pretor Vlastomil: “Só podemos imaginar! Até nós, os preferidos da Condessa, não tínhamos ideia!”
Procuradora Volta: “Que bela surpresa da nossa querida Condessa! Um Baile de Máscaras!”
Pontífice Vulgora: “HAH! E nem precisamos ter o trabalho!”
Nadia: “A sorte que Aidan precisa ter, para conseguir falar com vocês aqui. Céus.”
Pretor Vlastomil: “Ai, minhocas[2]–ahem, quer dizer minha nossa–ela já é bem sortuda!”
Pretor Vlastomil: “Por ser acolhida pela Condessa, uma aprendiz desconhecida!”
Nadia levanta uma sobrancelha para Vlastomil, mas não diz nada.
Questor Valdemar: “Arriscado, arriscado. Tão diferente de nossa atenciosa e meticulosa Condessa.”
Estremeço. A voz de Valdemar é suave e frígida, com nenhum entusiasmo das outras.
Cônsul Valerius: “Talvez a Condessa possa informar sua adorada corte…”
Cônsul Valerius: “… como exatamente ela se encontrou na porta da bruxa aquela noite.”
Cônsul Valerius rodeia o sofá, me olhando com desprezo.
Ele abre os braços, agora se dirigindo à sala inteira.
Cônsul Valerius: “Ou talvez a bruxa queira nos contar ela mesma.”
“Talvez eu conte.” ←
“Talvez não me chame assim.”
Aidan: “Talvez eu conte.”
A atenção da Condessa retorna para o órgão de tubos enquanto os cortesãos avançam em mim.
Eles parecem famintos por detalhes de nosso fatídico encontro àquela noite.
Pontífice Vulgora: “Vai lá, conta tudo!”
Pretor Vlastomil: “Nós só ouvimos as ‘fofocás’.”
Pretor Vlastomil: “A Condessa realmente te encontrou no meio da noite, tropeçando descalça, chorando pelas ruas?”
Olhos ansiosos observam qualquer movimento meu.
Aidan: “Não, ela só… bateu na porta.”
Procuradora Volta: “Por favor, minha pobre Condessa, preciso saber se ela chorava!”
Aidan: “Ela não chorava. Mas já estava tarde, e a Condessa era bem insistente…”
Meus novos acompanhantes se aproximam de mim enquanto conto a história. Engajados, eles se apegam a cada palavra.
Após minhas recordações finalizarem, a Condessa termina seu treino com um impressionante trinado.
Nadia: “Se queriam tanto assim saber o que aconteceu aquela noite, bastavam perguntar.”
Nadia: “Minhas dores de cabeça pioraram, e estava tendo problemas para dormir–”
Procuradora Volta: “Como já esteve por um tempo, Condessa!”
Nadia: “Sim, Procuradora. Naquela noite acordei assombrada pelo espectro de um sonho, sem escapatória para minha mente.”
Nadia: “Certamente, eu estava… procurando por alguém, qualquer um que pudesse me ajudar.”
Nadia: “Eu que fui sortuda, de encontrar a pessoa que precisava tão cedo.”
Nadia: “Um benevolente universo nos uniu, não foi, Aidan?”
Seu vermelho olhar cintilante cai carinhosamente sobre mim, e os cortesãos se deslocam, me estudando com uma nova intensidade.
O momento é quebrado por um suspiro arejado quando Cônsul Valerius me espia através de suas taça de vinho.
Cônsul Valerius: “Condessa, nos dói ouvir que você sentiu que precisava procurar em outro lugar por um ouvido amigo.”
Cônsul Valerius: “Se nos considerar dignos de sua confiança, somos livros abertos para você!”
Ele abre os braços com um floreio…
… derrubando um jarro de vinho perfumado sobre minhas vestes.
Um suspiro surpreso coletivo varre a sala enquanto o líquido lívido encharca minha pele e roupas.
A Condessa levanta-se do órgão, sua expressão assassina.
Cônsul Valerius: “Que desajeitado da minha parte.”
Cônsul Valerius: “Certamente você sabe algum abra ou cadabra para solucionar esse dilema?”
Nadia: “Já chega, Valerius. Você já esgotou minha paciência por hoje.”
Nadia: “Todos vocês, saiam.”
Desviando de minha encharcada forma, os cortesãos saem constrangidos em fila.
Permaneço com a Condessa, sua mão descansando levemente sobre meu ombro.
Nadia: “Eu sinto muito, Aidan.”
Nadia: “Devemos nos livrar dessas roupas arruinadas, claro… tsc, tão mesquinho.”
Nadia: “Mas já tive liberdade o suficiente com seu guarda-roupa. Então por favor, não hesite.”
Nadia: “Me diga o que você gostaria.”
Nadia: “E Aidan… não poupe despesas.”
Portia já está pronta enquanto a Condessa cruza as mãos, esperando meu pedido.
Parece que Nadia quer que eu peça por riquezas. Será que ela… gosta de encher pessoas com presentes?
“Seda. Peles. Ouro e joias.” ←
“Não, obrigada.”
Aidan: “Seda. Peles. Ouro e joias.”
Portia: “Haha, oh Aidan!”
Nadia: “Eu não faria menos para minha convidada. Que encantador.”
Nadia: “Então já começou a perceber seu valor para mim. Isso me agrada imensamente, mas você precisa me contar em detalhes.”
Nadia: “Sedas de que cores? Peles, você as prefere ásperas ou finas?”
A Condessa dá um passo para perto, entretenimento cintilando em seu olhar enquanto ela gesticula para o meu pescoço.
Nadia: “Ouro certamente te favorece, mas nada pesado. Como você se sente sobre esmeraldas?”
Nadia: “Em minha terra, as mais brilhantes esmeraldas podem ser encontradas em quase todo lugar. Basta apenas procurar…”
Nadia: “Portia, peça uma esmeralda do meu gemório[3] pessoal. Uma seleção de esmeraldas.”
Nadia: “Se nossa convidada criou interesse por luxo, imagino que vá querer escolher.”
Portia: “Agora mesmo, milady.”
Portia passa por nós para a porta, mas os olhos iluminados da Condessa nunca saem dos meus.
Nadia: “Até lá, você deve tirar essas roupas.”
Nadia: “Felizmente, não estamos longe das minhas câmaras de banho. Venha, Aidan.”
Nadia me oferece sua mão, e me leva gentilmente pela mão para uma porta diferente.
No último tom de luz do sol, a câmara de banho da Condessa é fundida num brilho caloroso.
Ela me manda tirar a roupa, esperando pacientemente por trás de um biombo enquanto eu me atrapalho com minhas vestes.
Nadia: “Gostaria de alguma ajuda?”
Antes de eu ter que responder, ela me dá uma risada doce e musical. Ah, ela está só me provocando.
Nadia: “Hmm, mencionou sedas, não foi? Imagino se preto é sua cor.”
Enquanto pairo em frente ao banho em minha franzina roupa íntima, Nadia se aproxima por trás de mim.
Nadia: “Suponho que teremos que ver por nós mesmos. Isto serve, Aidan?”
Ela me apresenta um robe preto, bordado amavelmente no colarinho e mangas.
Nesse momento, escuto passos se aproximando pelo corredor do banheiro. Nadia se afasta de mim com um suspiro.
Nadia: “Deve ser Portia, com as esmeraldas.”
Portia: “Trouxe três. Oh, perdão, não sabia que estávamos usando robes.”
Compartilhando um olhar atrevido com a Condessa, Portia me apresenta três esmeraldas brilhantes num baú aberto.
Elas são similares em tamanho, capturando a luz quente de formas diferentes. Uma em particular me chama a atenção.
Nadia: “Ah, uma excelente escolha. Tenho um carinho especial por essa.”
Nadia: “Vejamos como fica em você. Vire-se, por favor.”
Me viro e abaixo a cabeça.
As pontas dos delicados dedos da Condessa me dão uma onda de arrepios enquanto ela amarra a corrente ao redor do meu pescoço.
Nadia: “Adorável. Combina maravilhosamente com esses olhos curiosos. Ele precisa ser seu.”
Seu toque desliza por baixo da fina corrente dourada, puxando para a joia ficar devidamente sob meu coração.
Parece… confortável, de usar. Uma profunda satisfação vibra no lugar da joia contra minha pele.
Nadia: “Ahem. Bom, então… talvez devêssemos te deixar no seu banho.”
Nadia: “Portia?”
Portia: “Sim, milady!”
Elas vão para o corredor, fora de vista. Mesmo quando ela sai…
Sinto o fantasma do toque de Nadia, seu olhar, tão penetrante, contemplando ainda mais fundo.
Meu toque demora na joia por um momento a mais, antes de tirar o robe completamente e afundar na banheira.
Quando estou de banho tomado e retorno ao meu quarto de hóspedes, me encontro brincando preguiçosamente com a joia.
Numa onda gradual de percepção, eu começo a reconhecer sua energia.
Estou enganada? Não… eu sei bem esse sentimento.
É a magia do Asra, radiando da gema em gentis ondas calmantes.
Consegui encontrar Julian antes. Será que de algum jeito… consigo encontrar Asra com isso?
Só o pensamento faz meu coração encher com uma esperança quase dolorosa.
Eu espero até os corredores estarem quietos… meia-noite, provavelmente, antes de fugir do meu quarto.
Com a esmeralda pendurada no meu pescoço, sou envolvida numa calma sonhadora.
Só de pensar em ouvir a voz do Asra novamente…
Vago pelos corredores vazios e saio pela varanda.
Lá embaixo, vejo os jardins, sombreados e viçosos.
De cima, consigo ver que o meio forma um labirinto de folhagem.
Silenciosamente, desço para o caminho do jardim, envolvido numa brisa quente.
O som musical de água caindo fica cada vez mais alto.
Chego à fonte. Ao seu redor tem uma larga piscina para admiração, e acima um rico e velho salgueiro.
Pendurada na árvore…
Aidan: “Faust!”
Ela chicoteia a língua, pairando sobre a piscina.
Aidan: “Você não foi com o Asra? O que está fazendo aqui?”
Seu peso cai ansiosamente sobre meus ombros, seu corpo liso me dando um aperto amigável.
Ela estava me esperando? Será que ela sabia que eu estava procurando pelo Asra?
Sento na beirada da piscina, e me inclino para olhar a reflexiva água abaixo.
Faust fica imediatamente interessada na esmeralda, sua língua a chicoteando enquanto tiro o pingente do meu pescoço.
Fecho os olhos, respiro uniformemente fundo, segurando a joia sobre a água…
… E a derrubo. Luz é capturada por toda brilhante superfície verde quando ela cai no fundo da piscina.
A água começa a mudar, cores florescendo, formas desdobrando.
Quanto mais me concentro nas formas na água, mais elas mudam.
Antes que eu perceba, meu reflexo está sumindo, e no seu lugar…
Vejo Asra, trazendo água para seu rosto e bebendo profundamente.
Cada gota que desce pela suas mãos faz ondinhas em sua imagem quando bate na água.
Estou tão chocada de vê-lo que só consigo ficar boquiaberta em silêncio, temendo que qualquer som vá quebrar o feitiço.
Então ele sacode o cabelo, pisca a água para fora dos olhos, e olha diretamente para mim.
Asra: “Aidan?”
Asra: “Pode me ouvir?”
Aceno com a cabeça, mal conseguindo acreditar eu mesma.
Se isso não é um feitiço dele, então como eu…?
Asra parece tão surpreso quanto eu. Ele se inclina, tão perto que consigo ver gotículas em seus cílios.
Asra: “Incrível.”
Ele ri. Vejo agora que ele está sentado de pernas cruzadas, provavelmente ao lado de um lago.
Sua montaria, a estranha besta de antes, está deitada ao seu lado, descansando a pesada cabeça em seu no joelho.
Asra: “Ah, e Faust está com você. Parece que ela te encontrou sem problemas.”
Asra: “Não tinha nenhuma certeza de deixá-la. Mas depois daquela leitura que me deu…”
Asra: “Pensei em confiar na minha intuição.”
Altas palmeiras balançam atrás dele contra um cintilante mar de estrelas. Seu cabelo captura o brilho das estrelas em cada cacho.
Faust mergulha sua cauda na água, criando ondinhas pela imagem.
Asra: “Faust, você parece animada.”
Asra: “Ficar perto da Aidan faz isso com você, não faz?”
Aidan: “Estou feliz de ela estar aqui.”
Faust parece orgulhosa de si mesma.
Agora que passou o choque de encontrá-la, estou mais que aliviada de a ter por perto.
No reflexo, Asra parece bem feliz consigo mesmo também.
Aidan: “E estou feliz de você estar aqui, Asra.”
Seu rosto cora, e a besta em seu joelho solta um ronco estrondoso.
Asra: “Vejo um salgueiro atrás de você… Você está no Palácio?”
Aceno com a cabeça, e começo a contá-lo sobre tudo o que aconteceu desde que nos separamos.
Quanto mais eu falo, mais seus olhos brilham com forte interesse.
Asra: “Inacreditável. O dia que eu te deixo é o dia que você mais precisa de mim.”
Asra: “E mesmo assim, você nem precisou de mim de verdade.”
Asra: “Tô feliz que Faust está com você, pelo menos.”
Asra: “Se alguma coisa acontecer com uma de vocês, vou saber. Posso viver com isso.”
“Parece cansado.” ←
“Onde você está?”
Aidan: “Parece cansado.”
A expressão do Asra é sonolenta, mas contente. Suas escapadas secretas devem ter sido satisfatórias hoje.
Asra: “Não me sinto cansado. Estava prestes a entrar na água, mas você foi mais rápida.”
Reviro os olhos, enquanto Faust desliza pelo meu colo para dar chicotadas cheirantes na água.
Asra: “Faust está se abrindo contigo.”
Asra: “Talvez seja hora de eu fazer o mesmo.”
Quase engasgo. Meu rosto deve ser uma vista e tanto, pois o faz rir, alto e sem restrições.
Asra: “Não, sério. Verdade. Eu quero começar a ser mais honesto contigo.”
Asra: “O que tem em mente? Me pergunte o que quiser. Só o que eu peço…”
Asra: “… é que seja mais honesta comigo, também.”
Seu olhar gentil me lava, me trazendo calma. Mas eu tenho algumas perguntas urgentes.
“Quem é Nadia para você?”
“Quem é Julian para você?” ←
Aidan: “Quem é Julian para você?”
Já vi a profundidade de emoções que cruza o rosto do doutor quando ele fala do Asra.
Asra: “Julian?”
Asra: “Ah, sim… ele usa esse nome também.”
Asra: “Eu o conheci por outro nome. Ele foi um… amigo, uma vez.”
Asra: “Então mais. E aí algo diferente…”
Asra: “Quem é Julian para mim… quem é ele para qualquer um?”
Asra: “Quem ele precisar ser, para ter o que ele quer.”
Asra: “E pensar que ele viria atrás de mim, depois de tudo aquilo… vamos deixar como está.”
Asra: “Ele é um médico picareta com muito a aprender.”
Asra: “Até lá, nada de bom virá dele.”
Com um fundo suspiro e um balançar de cabeça, Asra limpa o clima tenso. Ele sorri.
Asra: “Tem, talvez, algo mais em mente?”
Seus cintilantes olhos buscam pelos meus com profundez muda.
“Quem sou eu para você?” ←
“Está ficando tarde.”
Aidan: “Quem sou eu para você?”
Os olhos suaves de Asra arregalam, e seus lábios partem. Por um momento ele parece confuso, quase magoado.
Ele suspira, cruza as mãos em seu colo, e se inclina para frente para me olhar diretamente no rosto.
Asra: “Quem é você para mim?”
Asra: “Espero que esteja pronta para saber, estou feliz que perguntou… foi tão difícil de esconder de você.”
Asra: “Você… não é uma estudante para mim. Nunca foi.”
Asra: “Você me ajudou a crescer. Aprendi tanto com você quanto você comigo.”
Aidan: “Mas apenas isso?”
Ele me espia através de seus cachos balançando.
Asra: “Não passou nem perto. Você quer ouvir tudo?”
Aceno com a cabeça sem nem pensar. Ele parece hesitar, e então fecha os olhos.
Me afasto da piscina quando ela começa a girar gentilmente, brilhando mais forte.
Cintilando, a imagem de Asra emerge da água em minha frente.
Sua forma estremece e reluz, parecendo mais uma bolha do que uma pessoa sólida. Mas é ele.
É como se ele estivesse de pé na piscina, mas se eu fosse tocá-lo, a magia o mantendo ali iria estourar e espalhar-se.
Asra: “Não estamos mais próximos do que antes, mas é melhor assim.”
Asra: “Você queria saber tudo. Então vou te contar apropriadamente…”
Asra: “O quão profundamente, quão completamente comecei a te querer.”
Asra: “Eu… não achava que poderia me sentir assim. Até tentei negar.”
Asra: “Como posso negar, quando meu peito está tão leve, quando consigo fazer qualquer coisa quando estou com você?”
Asra: “A cada dia, meu amor por você cresce. Cada vez mais brilhante, até que ele me consome.”
Asra: “Às vezes, tenho medo que consiga ver… e eu tenho que escapar, que me esconder de você.”
O luar trêmulo brilha através de suas mãos, quase embalando minha cabeça.
Asra: “Não quero mais me esconder.”
Asra: “Não quero mais guardar segredos de você. Eu quero que se lembre.”
A reconstituição perfeita de seu rosto chega mais perto do meu, buscando meus olhos. Ele quer que eu me lembre?
Como poderia esquecer? Meu coração está acelerado. Suas palavras ressoam por mim como ondas.
Todo esse tempo, me perguntei o que ele sentia por mim, o porquê dele ter me escolhido como seu lar.
Ele me ama. Ele me ama. Ele me ama…
De repente meu peito fica dolorosamente apertado. Os olhos de Asra piscam com preocupação, um toque intangível pairando sobre meu ombro.
Asra: “Aidan?”
Aidan: “Ah–!”
A força deixa minhas pernas, pavor me varre enquanto caio sob meus joelhos na beirada da fonte. Não consigo falar.
Asra: “Aidan! Não, não, não, não…”
Tonta, abaixo minhas mãos trêmulas.
Elas me parecem estranhas, desconhecidas. Mas eu preciso contar a ele. Ele disse que me ama…
Asra: “Por favor, olha para mim. Aidan. Aidan.”
Arrasto meu olhar para o rosto em pânico do Asra.
A dor se torna irreal, como se meu coração estivesse se contorcendo para fora do meu peito.
Asra: “Ok, não olha para mim. Respira. Eu sinto muito…”
Asra: “Fui irresponsável, não deveria ter tentado. Aidan, preciso que você esqueça.”
Esquecer? Não tem como eu fazer isso, mesmo que me mate. Não agora que eu finalmente sei…
Asra: “Esqueça, Aidan.”
Sinto, mesmo que só em minha mente, seus lábios pressionando contra minha testa como se eu fosse feita de vidro.
Ao mesmo tempo, o aperto em meu peito estoura como uma névoa fria, se espalhando pelas minhas veias.
Fumaça suave e rodopiante enche minha mente, cobrindo minhas perguntas, cobrindo meus pensamentos.
Enquanto finas gotículas se acomodam na minha pele, eu sinto uma sensação de retornar a mim mesma. Minha respiração vem irregular, rasa.
A imagem do Asra sumiu da água… Eu devo ter usando muito da minha magia.
Faust me observa com curiosidade, enrolada na beira da piscina, enquanto me levanto.
Faust: …
Aidan: “Vamos lá, Faust. Eu sei. Veremos ele novamente em breve.”
A dor da saudade é pesada em meu peito, embora não tenha certeza do porquê.
Com uma sacudida de minha cabeça, eu pego a serpente em meus braços e volto para dentro.
SELEÇÃO DE ROTA
A próxima parte de sua história está para ser descoberta, mas você não terá que fazer essa jornada sozinho.
Está pronto para começar?
Notas da tradutora:
[1] O original era “hands-on” que também traduz para “prático” ou “mão na massa”, mas o ‘manual’ foi o que achei combinar melhor com o trocadilho hahehae
[2] A piada original era entre “my worm” e “my word”, eu fiz a versão de “minhocas” com “minha nossa” por ser o mais próximo que consegui chegar, achei engraçado XD
[3] A palavra original é “gemoire”, não parece ser uma palavra existente pelo que procurei, então usei a tradução inventada “gemório”, para uma coleção de gemas :’)
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