#Pino Pelosi
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Se oggi seren non è...
Mi sono ripromesso, da qualche tempo, di tornare a scrivere come facevo un tempo, perché è l'unica cosa costantemente presente nella mia vita da quando ero piccolo. Si potrebbe quasi dire che è l'unica cosa che abbia sempre contato qualcosa da quasi vent'anni a questa parte. Tuttavia, non sempre le ho mostrato il giusto rispetto. Spesso l'ho trascurata, data per scontata, usata.
Ed oggi è giusto che le renda giustizia e che mi impegni per coltivare nuovamente l'Eden che tentavo di costruire, per potermici rifugiare e crogiolare in ogni momento. Vorrei svuotarlo di tutte le cianfrusaglie lasciate qua e là negli anni e dargli una bella rassettata, così da poterne fare uno spazio completamente rinnovato e pronto alla semina da uomo adulto, cresciuto e non consumato.
E come iniziare meglio, se non con il mio più sordido istinto di scrivere vuoti, inutili giochi di parole?
Voglio ritrovare il mio hobbit preferito: gambe corte e piedi pelosi, come le bugie d'inverno, quando non hanno bisogno della ceretta ogni due giorni. Questo sogno un po' costretto fa di me un bell'imbustato, come frutta e verdura in un sacchetto. Infatti, mi sento come a far capriole tra luppoli e cavoli e non c'è un modo per salvare tutti. Tuttavia, se posso spruzzare un'arancia in mio favore, la mela non cade mai lontano dall'albatros ed è per questo che bisogna stare attenti a come si portano i sacchetti della spesa.
Del resto, è già capitolato un fagiolo, povero e indifeso: perché non dovrei restare guardingo, all'erta, per schivare la mia pallottola? Credo sia la scelta più giusta, sì. Me lo ha confermato anche un uomo di cui è impossibile non fidarsi. Un uomo senza veli sulla tigna, che dice sempre quello che pensa, di amici e nemici, in situazioni favorevoli e avverse: Pino Alvino, detto dai più anche pane al pane, che sfocia in un ridondante "pane al pane, Pino Alvino" per chi non lo conosce.
Pino ha anche una fama internazionale. Ha brevettato un disinfettante solido, che si usa come uno stick di allume di rocca. Comodo da portare sempre con sé: va solo inumidito per bene e poi passato sulla ferita. Per garantirne l'efficacia, bisogna odorarlo: se non puzza, è mal bagnato. Del resto, o funziona o non funziona. Pino ha tante idee. Quasi gliele invidio. Vorrei poter avere anche io il suo piglio, ma siamo solo amici, mica parenti. E si sa che chi non è di famiglia non piglia. Gliela farò vedere io, un giorno. Gli darò del fico da torcia e quando l'avrà incendiato un messaggio nel cielo comparirà e lo renderà fiero di me. Sarà il nome della mia azienda: tre piedi sopra il cielo. Venderò calzini usati, foto di piedi e merchandising afferente. Farò delle offerte il mercoledì e il giovedì, vendendo un book fotografico, l'intimo utilizzato e con un piccolo sovrapprezzo anche delle calzature abbinate. Accorreranno tutti a comprare i miei pacchetti piêd-à-porter.
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gabbie per cani da interno
Scegli le gabbie per cani da interno più facili da montare e smontare da Petingros, realizzate con legno di pino nordico completamente ecologico, privo di tossine e non radioattivo, approvato dal FCS. Conformi alle normative europee, queste gabbie per cani offrono un'adeguata isolamento grazie al loro spessore aumentato. Inoltre, la gabbia è dotata di un tetto inclinato realizzato con adesivo resistente all'acqua, che aiuta il cane a trovarsi comodamente all'interno. Inoltre, il rifugio per i cani è dotato di robuste porte in alluminio con vernici antiossidanti, garantendo una durata maggiore. Allora, cosa stai aspettando? Fai un giro su www.petingros.it e scegli le cuccette migliori per i tuoi amici pelosi a tariffe convenienti.
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20 dic 2022 10:37
E SE LA MORTE DI PASOLINI FOSSE DOVUTA SOLO AL FATTO CHE ERA UN PEDOFILO? - MARCO BELPOLITI SMONTA I COMPLOTTISMI DIETRO ALL’OMICIDIO DEL POETA, DALL’ASSALTO DEI NEOFASCISTI FINO ALLE TEORIE SUL FURTO DELLE PELLICOLE E SUL LIBRO “PETROLIO”: “IL TEMA DELLA PEDOFILIA È UN TABÙ E ASSOCIARLA CON UNA ICONA COME PASOLINI È PER LE PERSONE DI SINISTRA FORSE TROPPO. SI PUÒ ACCETTARE CHE UNA ICONA COME LUI SIA STATO UCCISO NELLA SITUAZIONE DI UN PREVISTO RAPPORTO SESSUALE CON UN 17ENNE? NE AVEVA PARLATO LO STESSO PASOLINI NELLA LETTERA A ITALO CALVINO: “SONO COME IL DOTTOR JEKYLL E MISTER HYDE…”
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Estratto dell’articolo di Marco Belpoliti per “la Repubblica”
Non sappiamo chi ha ucciso Pier Paolo Pasolini la notte tra il 1° e il 2 novembre 1975. O meglio sappiamo che Pino Pelosi, detto "la Rana", è senza dubbio l'assassino, o forse uno di loro. Di più non si sa, o meglio ci sono sempre nuove ipotesi, dal delitto Mattei ai neofascisti, dal furto delle pellicole di Salò Sade a Cefis.
Sono almeno una dozzina i libri che cercano i colpevoli, ma non arrivano a nessuna soluzione […] Ora senza fare la lista delle innumerevoli tesi su questo omicidio […] provo a interpretare questa valanga d'ipotesi che comprendono mafiosi, servizi segreti e altri poteri occulti, e che spesso puntano il dito su Petrolio , il romanzo-mostro uscito postumo con un presunto capitolo rubato. […]
Ora la ragione per cui la sinistra italiana cerca un motivo che rimanda al complotto contro il Poeta riguarda […] l’omosessualità di PPP, ovvero la sua attrazione per i "ragazzi di vita", per gli adolescenti. […] Ma Pasolini non era gay, anzi prendeva le distanze dal movimento gay. […] Ci sono le testimonianze di persone a lui vicine come Alberto Arbasino. Senza peli sulla lingua e ironico, a una domanda che gli feci anni fa sulla frequentazione dei "ragazzi di vita", rispose: "Sì. Era pedofilia, ma era anche un termine che allora non esisteva. Non c'era. Si tratta di un termine usato dopo" (https://www.doppiozero. com/arbasino-parla- di-pasolini). In quella intervista dice altre cose in dettaglio.
L'omosessualità oggi non fa più un problema […] ma il tema della pedofilia è ancora un tabù e associarla con una icona come PPP è per le persone di sinistra forse troppo. Se ne parla per il mondo greco, ma quella è storia lontana, da grecisti. La sinistra ha un rifiuto, e non certo la destra, che PPP vivo parlava di lui come pederasta e lo metteva all'indice per questo […]
[…] Si può accettare che una icona come PPP sia stato ucciso nella situazione di un previsto rapporto sessuale con un ragazzo di 17 anni? Ne aveva parlato lo stesso PPP nella lettera aperta a Italo Calvino: sono come il dottor Jekyll e mister Hyde. […] le intuizioni di PPP sulla mutazione antropologica, sulla morte delle lucciole, sul consumismo, e tutto il resto scritto in Scritti corsari e Lettere luterane, gli derivava proprio dal suo amore per i ragazzi; la sua etica si fonda su una estetica: la passione erotica per i ragazzi.
Il mondo dei sottoproletari era scomparso, o come dice in modo brusco, ma esatto, Arbasino: "I ragazzi non lo davano più, se non a pagamento. Scompare l'Eden trovato a Roma. Pasolini aveva ragione parlando di omologazione". […] Non sappiamo chi ha ucciso PPP, ma con lui quella notte c'era di sicuro un ragazzo di vita. La pedofilia di PPP è lo scandalo di uno scandalo.
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[Il delitto Pasolini][Gianluca Maconi]
Gianluca Maconi ricostruisce le ultime ore di vita del poeta, la sua aggressione, le prime indagini che mettono in evidenza da subito le contraddizioni del racconto di Pino Pelosi, considerato dalla giustizia italiana l'unico assassino di Pasolini
Roma, 1 novembre 1975. La giornata di Pier Paolo Pasolini scivola via come tutte le altre: la mattina legge, riordina le sue carte, prende qualche appunto. A pranzo incontra l’attrice Laura Betti, che cerca di convincerlo ad andare al cinema, più tardi, in compagnia di un amico. Pasolini però tentenna: dice che deve riposare, perché dovrà ricevere un giovane giornalista, Furio Colombo, per…
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#2022#Becco Giallo#comics#Furio Colombo#Gianluca Maconi#Graphic journalism#Il delitto Pasolini#Italia#letteratura grafica#Ninetto Davoli#nonfiction#Pasolini#Pasolini 100#Pier Paolo Pasolini#Pino Pelosi#PPP 100#Queering Pasolini
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Poster art for Salò, or the 120 Days of Sodom (1975)
Pier Paolo Pasolini was murdered before the film's release. A 17 year-old hustler, Giuseppe "Pino" Pelosi, was arrested when he was found with Pasolini's car. He admitted running over Pasolini several times with the car after an argument, and end up convicted of the crime. Many years later, he denied participating in it, claiming that three mysterious men were involved. The case remains unsolved.
When Pier Paolo Pasolini was asked who is the film's audience, he said, "It's for everyone. For people like me."
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LGBTQIAP+ MEMORY IN MAGAZINE Controversial Italian film director, poet and novelist, Pier Paolo Pasolini, was born in 1922 and was murdered in 1975. His death was provoked by one of his young lovers – Giuseppe Pino Pelosi – by repeatedly "running over" his own car. Pier. It appears in court records that in the early morning hours between November 1 and 2, 1975 Pier was brutally murdered, in a place close to the Ostia Aerodrome Hydro. The corpse was found by a Lady in the morning, and her friend Ninetto Davoli recognized him. Giuseppe Pino Pelosi, at the time 17 (seventeen) years old, already known by the police for theft of vehicles, was arrested in the same morning for driving Pier's car. A self-confessed murderer, Pino claimed that he approached Pier outside Termini Station, in the Bar Gambrinus in Piazza dei Cinquecento, when he was invited into his vehicle (Alfa Romeo 2000 GT Veloce) with a promise of a sum of money. After a dinner offered by Pier, at Trattoria Biondo Tevere, near the Basilica of São Paulo Extramuros, the two headed to the outskirts of Ostia. The tragedy, according to the court ruling, would have started after a discussion about Pier's sexual pretensions to which Pino would have been reluctant, and would have ended up rushing into an angry altercation outside the vehicle. The young man was said to have been threatened with a stick that he later managed to take from Pier, having hit him several times until he fell seriously injured, but still alive. Pino described that he had entered the vehicle and run over Pier several times, destroying his rib cage and causing his death. Pino was convicted in the first instance of intentional murder and had his sentence confirmed by the Court of Appeal. In 2005 Pino completed his sentence, and on leaving he repeatedly stated that he did not kill Pier and that he confessed to having been threatened. Today, several documents have been released that disallow the version contained in the court ruling. Giuseppe Pino Pelosi died on July 20, 2017 at the age of 59. (CULT)
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Italian History: Pier Paolo Pasolini’s murder
Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975) was an Italian film director, poet, writer, and intellectual, who also distinguished himself as an actor, journalist, novelist, playwright, and political figure. Today marks the 45th anniversary of his murder, whose circumstances are still unclear.
Pasolini was murdered on 2 November 1975 on the beach at Ostia. He had been run over several times by his own car. Multiple bones were broken and his testicles were crushed by what appeared to be a metal bar. An autopsy revealed that his body had been partially burned with gasoline after death. The crime was long viewed as a Mafia-style revenge killing, one extremely unlikely to have been carried out by only one person. Pasolini was buried in Casarsa.
Giuseppe (Pino) Pelosi (1958–2017), then 17 years old, was caught driving Pasolini's car and confessed to the murder. He was convicted in 1976, initially with "unknown others", but this phrase was later removed from the verdict. Twenty-nine years later, on 7 May 2005, Pelosi retracted his confession, which he said had been made under the threat of violence to his family. He claimed that three people "with a Southern accent" had committed the murder, insulting Pasolini as a "dirty communist".
Other evidence uncovered in 2005 suggested that Pasolini had been murdered by an extortionist. Testimony by his friend Sergio Citti indicated that some of the rolls of film from Salò, or the 120 Days of Sodom had been stolen, and that Pasolini planned to meet with the thieves on 2 November 1975 after a visit to Stockholm, Sweden. Citti's investigation uncovered additional evidence, including a bloody wooden stick and an eyewitness who said he saw a group of men pull Pasolini from the car. The Rome police reopened the case after Pelosi's retraction, but the judges responsible for the investigation found that the new elements were insufficient to justify a continued inquiry.
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Johnny lo Zingaro
Giuseppe Andrea Mastini, conosciuto con il nome di Johnny lo Zingaro, nasce a Ponte San Pietro il 6 febbraio 1960. Analfabeta, figlio di giostrai lombardi di etnia sinti, Mastini si trasferì a Roma con i genitori all'età di dieci anni, risiedendo in una roulotte e occupandosi della gestione delle giostre. Iniziò a frequentare la criminalità giovanile del Tiburtino distinguendosi già a 11 anni per un furto e una sparatoria con la Polizia che lo lascerà claudicante.
Nella sera del 28 dicembre 1975, insieme al coetaneo Mauro Giorgio, cercò di rapinare Vittorio Bigi, autista di tram, rubandogli diecimila lire e un orologio; qualcosa però va storto e i due ragazzi sparano due colpi di pistola, uccidendo l'autista e occultandone il cadavere che verrà trovato una settimana più tardi, il 6 gennaio 1976. La testimonianza di un tassista portò, nel giro di pochi giorni, all'arresto dei due minorenni con le accuse di omicidio volontario, rapina aggravata e porto abusivo di pistola. Tradotto nel carcere minorile di Casal del Marmo, secondo le affermazioni di Mastini, conoscerà per la prima volta Giuseppe Pelosi. Dopo una serie di evasioni e catture, nel 1987 esce in permesso premio e non rientra più.
Segnalato per una serie di rapine, viene riconosciuto in una foto segnaletica dalla moglie di Paolo Buratti, console italiano in Belgio, ucciso nella sua villa a Sacrofano da un colpo di pistola, nel tentativo di resistere a una rapina. Nel frattempo Mastini conosce Zaira Pochetti, 20 anni, di umilissima famiglia, figlia di un pescatore di Passoscuro, residente a Roma in un collegio di suore in quanto studentessa presso la facoltà di scienze politiche dell'Università La Sapienza.
«Non ricordo un gran che (di quella sera). Mi si è stato raccontato dopo. Ero completamente fatto di whisky, tavor e cocaina. Dicevo tra me: "qui stasera mi sparano tutti addosso!"» G.A.M.
La sera del 23 marzo 1987, Mastini e la giovane Pochetti, a bordo di una vettura da lui condotta, vengono fermati da due agenti della polizia di pattuglia in Via Quintilio Varo, presso l'incrocio con la Circonvallazione Tuscolana: ne scaturisce un conflitto a fuoco in cui viene ucciso l'agente Michele Giraldi e ferito gravemente Mauro Petrangeli. Mastini, illeso, si dirige con la ragazza verso Viale Palmiro Togliatti dove i due vengono intercettati da un carabiniere in borghese che intima loro l'alt. Pur investito da una raffica di proiettili che danneggiano l'auto di servizio, inclusa la radio, il milite rimane illeso e riesce a dare l'allarme da una cabina telefonica poco distante.
L'automobile di Mastini si ferma in panne sulla via Nomentana. Con la minaccia della pistola, sottrae un'auto Lancia Gamma a una coppia. La ragazza, Silvia Leonardi, terrorizzata, non riuscendo a scendere dall'auto del fidanzato, viene sequestrata e condotta fino alla zona della Bufalotta, e quindi rilasciata. L'arresto è il risultato di una serie di battute condotte senza tregua a Roma e in varie zone della provincia per le quali furono mobilitati 700 poliziotti in una caccia all'uomo che si protrasse per un giorno intero. Alla fine Mastini capì che non aveva più scampo e decise di arrendersi.
Mastini scompare dalle cronache per riapparire nel febbraio 1989 con un'intervista per il programma televisivo Posto pubblico nel verde nel quale racconterà come, in seguito all'arresto, Zaira Pochetti sia caduta in uno stato di catatonia e di anoressia che l'avrebbero condotta alla morte nel dicembre del 1988. Rivelerà inoltre che la donna, al momento della morte, era in attesa di un figlio.
Nel processo celebratosi nel 1989, Mastini sarà condannato alla pena dell'ergastolo per tutti i reati a lui ascritti, ad eccezione dell'omicidio di Sacrofano, per insufficienza di prove. Per Zaira Pochetti, indicata come suo complice, il dibattimento si concluderà con un non luogo a procedere in quanto deceduta. In un'interrogazione del Presidente della Corte, Mastini negava (e continuerà a negare) ogni responsabilità nell'omicidio di Vittorio Bigi nel 1975, per cui stava scontando la pena.
Il 12 marzo 2014 Mastini ha usufruito di un permesso premio di alcune ore al fine di partecipare al concerto del gruppo britannico The Prodigy presso l'evento Rock in Roma. La concessione è stata ottenuta grazie all'impegno del detenuto in un programma di reinserimento sociale, percorso studiato dai volontari dell'associazione Nessuno tocchi Caino. L'autorizzazione inizialmente concessa per scopi di apprendimento giornalistico del Mastini, deciso a intraprendere la carriera di critico musicale in carcere, è stata ampiamente contestata all'interno delle istituzioni giudiziarie per piccole irregolarità compiute dal detenuto durante il concerto. In seguito alla concessione di un periodo di lavoro all'esterno del carcere, il 30 giugno 2017 Mastini non ha fatto ritorno al penitenziario di Fossano e si è reso latitante. Il 25 luglio viene catturato a Taverne d'Arbia in provincia di Siena.
Zuari, settembre 2020: Giuseppe Mastini, detto Johnny lo zingaro, è stato arrestato a Sassari. Gli uomini del Servizio centrale operativo della Polizia e delle squadre mobili di Sassari e Cagliari hanno compiuto l’operazione nella mattinata di martedì, dopo aver individuato, nelle ore scorse, il latitante. Mastini era in una villetta isolata in località Zuari, nelle campagne di Sassari. «La fuga è sempre per amore», ha detto Mastini agli agenti subito dopo la cattura
E qual è la sua verità, Giovanna? «Che Johnny non è più l’uomo spietato di un tempo, ha passato 46 anni in galera ed è cambiato. Ha sbagliato ancora, non doveva evadere, ma l’ha fatto per amore». [Corriere.it, settembre 2020]
Il nome di Johnny lo Zingaro compare anche nelle carte del processo sull'omicidio di Pier Paolo Pasolini. Mastini, che aveva conosciuto Pino Pelosi - unico condannato per la morte del poeta - nel carcere minorile di Casal del Marmo, è sospettato, secondo diverse piste investigative, di aver partecipato al delitto dello scrittore. A portare a lui, che ha sempre negato ogni accusa, è un plantare di scarpa numero 41 ritrovato nell’Alfa Romeo di Pasolini che non apparteneva né allo scrittore né a Pelosi e che invece Mastini usava abitualmente in seguito alle conseguenze di una sparatoria.
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Pasolini, amicizia e morte. Storia di una foto inedita.
Ermes. Un nome mitico, pieno di speranze, terrori, orrori, affetto e incubi per Pier Paolo Pasolini. Guido, suo fratello partigiano nella brigata Osoppo, lo prese come nome di battaglia e con quello cadde, quando altri partigiani, comunisti, nel febbraio 1945 massacrarono lui e i suoi compagni a Porzus. Perché non la pensavano come loro, italiani che guardavano a Tito.
Ermes era Ermes Parini, l’amico di Pier Paolo ai tempi del bolognese Liceo Galvani, il più caro, compagno di fascinazioni poetiche e di zingarate: per questo Guido, andando in Carnia a combattere, si era armato anche del suo nome, simbolo di un rapporto fortissimo con il fratello. E lui, il poeta all’epoca ventenne, prova un dolore «quasi fisico» che non riesce nemmeno a esprimere perché «è troppo vivo, violento», scrive, all’idea che la morte o la guerra possano portargli via il padre o Ermes.
Era il 1943. Pasolini non sapeva che il 19 gennaio di quell’anno il sottotenente Ermes Parini, classe 1921, volontario, Reggimento di fanteria «Vicenza», era scomparso in Russia. Di lui non si è mai più saputo nulla. Ed ecco che, seguendo un foto di 75 anni fa, di tre ragazzi sotto un portico di Bologna nel 1941, due signore ricostruiscono un’amicizia che dalla freschezza di quella immagine viene sommersa da storie e profezie luttuose.
Una signora, Maria Rosa Scardovi, 86 anni in questo febbraio, abita a Casalecchio: Ermes Parini era suo zio. È lei a tirare i fili del ricordo, con indagini a vasto raggio. L’ altra, Laura Carboni Prelati, vive a Rimini, è scrittrice, è la figlia del terzo ragazzo nella foto, con Pasolini e Parini: Mario Prelati. È lei ad evocare un racconto del padre in cui Pasolini e Parini si sentono annunciare le proprie morti. Lontane, ma entrambe tragiche.
A farlo, scrive Laura Carboni, fu una zingara in via Irnerio, durante la festa delle matricole del 1941. Grande baldoria di studenti, nonostante la guerra «che prometteva allora rapida soluzione e gloriosa conclusione».
Tutti e tre i ragazzi della foto, ormai universitari, si fanno leggere la mano. Per ridere. Ma solo Prelati riderà. «Sarà per la furia di molte belve — dice la zingara a Pasolini, nel racconto paterno della signora Carboni — che tu, sicuramente dopo i 50 e prima dei 55, lascerai la luce e il respiro». Pier Paolo fu ucciso nel 1975, a 53 anni. «Ma perché molte belve, se a uccidere fu solo Pino Pelosi?» si chiedeva Mario Prelati. Lui potrà ridere di quel che gli fu pronosticato: undici figli mai avuti e una vita lunga, questa goduta.
Parini si sentì lanciare dalla zingara ben altro annuncio. «Pecca top erte, perché ti mancherà la forza di ritornare ».« Ermes ,— ricordava Prelati — spedito poco dopo in Russia, non tornò più a casa. Un testimone, a guerra finita, raccontò di averlo visto, sanguinante e con una gamba maciullata, sdraiato accanto a un paracarro, impotente a muoversi, nella sacca infernale battuta dai russi, impossibilitato a ricevere soccorso dai nostri che cercavano di rompere l’accerchiamento».
Maria Rosa Scardovi ha saputo qualcosa dello zio scomparso. Una piccola storia si aggiunge al passaggio di Pasolini a sotto le Due Torri, dove era nato (nel 1922) in via Borgonuovo. «Bella e dolce Bologna. Vi ho passato sette anni, forse i più belli». Le sue parole.
La città è prima di tutto l’amico Ermes, soprannominato Paria. Dalla gioia delle gite in bicicletta a Venezia e non solo. «Tre giorni fa io e Paria siamo scesi alle latebre di un allegro meretricio». Alla disperazione.
«Credo che la ragione principale del mio stato sia il continuo, crudele, insistente, penoso pensiero per la sorte di Paria. Ogni volta che dico questo nome devo mordermi le labbra e fissare forte qualcosa per inghiottire le lacrime. Di Paria la notizia ufficiale è che è prigioniero. La sua immagine, là, in Russia, distaccato dalla sua vita, come in un altro mondo dove solo si soffra e si rimpianga, mi dà un’angoscia continua». Lo scriveva Pasolini, in una delle sue lettere.
#pier paolo pasolini#fascismo#italia#ermes parini#corriere di bologna#di marco marozzi#russia#guerra
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Recensione di Io so come hanno ucciso Pasolini
Io so come hanno ucciso Pasolini – Storia di un’amicizia e di un omicidio è un libro di Pino Pelosi pubblicato da Vertigo nel 2011.
[su_box title=”Informazioni su ‘Io so come hanno ucciso Pasolini'”] Titolo: Io so come hanno ucciso Pasolini Autore: Pino Pelosi ISBN: 9788862060318 Genere: Biografico Casa Editrice: Vertigo Data di pubblicazione: 2011-10-03 Lingua: Italiano Formato: Paperback Pagine:…
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Pino Pelosi deceduto, omicida di Pier Paolo Pasolini
#PinoPelosi deceduto: chi è il killer di #Pasolini?
Pino Pelosi condannato a 9 anni di carcere per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini, è morto oggi a causa di un tumore.
Pino Pelosi aveva 59 anni, è morto ieri notte. Nato il 22 giugno del ’58, fu condannato, nel ’79, a 9 anni e 7 mesi di carcere per l’assassinio di Pier Paolo Pasolini.
Pino Pelosi, detto “La Rana“, aveva 17 anni quando fu commessa l’aggressione mortale contro il regista, scrittore…
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Adesso gli ignoranti che hanno dato addosso a Indro Montanelli per aver fatto quello che chiunque, loro compresi, avrebbero fatto nel medesimo periodo storico e nello stesso contesto, che diranno?
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Faranno appelli, manifestazioni, articoli indignati sulla pedofilia omosessuale di Pier Paolo Pasolini (Pino Pelosi, detto la rana, che lo uccise nel 1975 era un prostituto di 17 anni -quando la maggiore età era ancora a 21 anni, ricordo-), su Sandro Penna «Io amo i ragazzi dai quattordici ai sedici anni; poi invecchiano e diventano donne», «Saba era come me... Anche Ungaretti andava coi ragazzini, che è una novità forse?», Saba forse era un po' pederasta. Gli piacevano i ragazzini, «Poi (Pasolini) scrisse una recensione in cui stroncava la Morante. Avevano litigato perché lei diceva che Ninetto Davoli faceva bene a lasciarlo per trovarsi una ragazza»?
Li faranno? Col cazzo, per restare in tema, questi infami doppiopesisti.
#italia#indro montanelli#pier paolo pasolini#sandro penna#umberto saba#violenza sui minori#violenza sui bambini
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[L'ultima notte di Pasolini][Paolo Cochi][Nino Marazzita][Francesco Bruno]
L'ultima notte di Pasolini viene raccontata attraverso i verbali, i rapporti giudiziari e gli atti ufficiali, per una nuova valutazione di aspetti centrali della vicenda da cui emergono elementi rimasti inascoltati o occultati e piste investigative mai pe
Poeta, regista, giornalista, militante politico, «un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace», Pier Paolo Pasolini è stato probabilmente tra i maggiori artisti e l’intellettuale più influente e controverso del Novecento italiano. Le sue opere e i suoi concetti sono sempre…
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Termini - Roma, 20 de mayo de 2022 a las 22:25
El lugar donde se encontraron Pasolini & Pino Pelosi en una noche de noviembre de 1975. Un espacio que siento que aún conserva el ajetreo nocturno de un viernes a la noche. En los minutos que he estado merodeando por ahí no paraban de revolotear gaviotas por el cielo creando una extraña e inquietante atmósfera. Parece que todo lo que voy encontrándome por el camino parece dibujado o diseñado para la ocasión.
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