#Petralia
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Angelika Baranska - DELLEST 2023 Lookbooks/Catalogs
Photographer: Domenico Petralia
source: models.com
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Alla Scoperta dei Benefattori dell’Ospedale di Alessandria: Tra Arte e Storia nella Terza Giornata Nazionale degli Ospedali Storici Italiani
Il 13 ottobre 2024, Alessandria celebra la storia dei benefattori che hanno lasciato un segno indelebile nel patrimonio della città con visite guidate all’Azienda Ospedaliero-Universitaria e al Cimitero Monumentale
Il 13 ottobre 2024, Alessandria celebra la storia dei benefattori che hanno lasciato un segno indelebile nel patrimonio della città con visite guidate all’Azienda Ospedaliero-Universitaria e al Cimitero Monumentale. Domenica 13 ottobre 2024, Alessandria parteciperà alla Terza Giornata Nazionale degli Ospedali Storici Italiani, con una serie di visite guidate che accompagneranno i cittadini alla…
#ACOSI#Alessandria#Arte e Storia#benefattori alessandrini#benefattori ospedale#benefattrici Alessandria#Cimitero Monumentale Alessandria#conservazione monumenti storici#Cultura alessandrina#DAIRI Alessandria#eventi culturali Alessandria#filantropia storica#Francesca Petralia#Giornata Nazionale Ospedali Storici#Giuseppe Borsalino#Italia Nostra Alessandria#Itinerari culturali#Ospedale di Alessandria#Ospedali storici italiani#Paola Cosola#Papa Pio V#patrimonio artistico ospedaliero#patrimonio culturale ospedali#patrimonio storico italiano#quadreria benefattori Alessandria#solidarietà e beneficenza#storia della sanità#Storia di Alessandria#storia ospedaliera#valorizzazione cimiteri storici.
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Luca Petralia Compares Fujifilm's Fujinon XF 18-120mm f/4.0 LM PZ WR With XF 16-80mm
Luca Petralia Compares Fujifilm’s Fujinon XF 18-120mm f/4.0 LM PZ WR With XF 16-80mm
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#DZOFilm Pictor T2.8 Super35 zoom lenses#Fujinon MKX 18-55mm T2.9#Fujinon MKX 50-135mm T2.9#Fujinon XF 16-55mm f/2.8 R LM WR#Fujinon XF 16-80mm f/4.0 R OIS WR#Fujinon XF 18-120mm f/4.0 LM PZ WR#Luca Petralia#Sigma 18-35mm f/1.8 DC HSM Art#Sigma 18-35mm T2.0 High Speed Zoom#Sigma 50-100mm f/1.8 DC HSM Art#Sigma 50-100mm T2.0 High Speed Zoom
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Leonard Freed. religious procession in Petralia Soprana, Sicily, 1974.
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L’inchiesta sul crac di Italiacom | Le intercettazioni di Castagna
Il telefono dell'imprenditore era controllato. Le telefonate, secondo i pm, “convergono nell'intenzione di Castagna di occultare dall'attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”.
PALERMO – Il 6 giugno scorso il Tribunale di Palermo dichiara il fallimento di Italiacom. L’avventura della compagnia telefonica Made in Sicily giunge al capolinea. Una ventina di giorni prima il suo fondatore, Salvo Castagna, aveva ceduto le quote. “Solo sulla carta”, però, dicono gli investigatori.
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche delle recentissime intercettazioni. Il telefono dell’imprenditore, infatti, era controllato. Le conversazioni, scrivono i pm, “convergono nell’intenzione di Castagna di occultare dall’attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, truffa ed evasione fiscale. Accuse alle quali finora ha scelto di non replicare.
La sua voce, il 16 giugno scorso, è rimasta impressa nei nastri magnetici, mentre chiedeva al suo interlocutore “una cosa, il magazzino per quanto riguarda le cose?”. Le cose sarebbero “le attrezzature, computer, server, macchine”. Tre giorni dopo Castagna dava indicazioni ad un altro uomo: “Comu ti l’ha diri che dda banna s’hanna a pigghiari i cuosi…. si devono mettere in un posto… perché mi ha detto l’avvocato dice il curatore giorno 2 non so quando si va a pigghia tutti i cuosi, se c’è un posto semplice, un magazzino che lo prestano per 15 giorni un mese vanno la e lui si prende tutte cose… vediamo se c’è qualcuno che ci può prestare un magazzino, una stanza, un appartamento, un pirtusu”.
Castagna, dunque, avrebbe voluto portare via i server che, secondo l’accusa, potrebbero custodire la prova della truffa ai danni dei clienti Italiacom. Un capitolo delle indagini riguarda, infatti, i prelievi effettuati dalle carte di credito di diversi cittadini. Quanti? Finora sul tavolo del procuratore aggiunto Dino Petralia e del sostituto Claudia Ferrari, ne sono arrivate una manciata. L’ipotesi, però, è che i truffati potrebbero essere centinaia per complessivi di 491 euro giustificati con le voci “adeguamento contrattuale” e “mancata restituzione del modem/router”.
Le indagini proseguono. Tra i punti sotto esame c’è certamente il passaggio delle quote di Italiacom, intestate a Castagna e alla ex compagna, Alba Cinà, pure lei indagata. Ad acquistarle, il 20 maggio scorso, è stata la titolare di un negozio di abbigliamento e biancheria di Palermo. I pm ritengono che potrebbe trattarsi di una sorta di prestanome. Il passaggio di quote sarebbe stata l’ultima tappa del percorso imprenditoriale che i magistrati descrivono “alimentato da una incontenibile smania di ricchezza e notorietà, presentandosi come imprenditore di successo, falsificando documenti contabili e bilanci per creare un’apparente situazione di solidità e floridezza economica”. Alla fine Castagna sarebbe riuscito ad ampliare “l’ambito di operatività delle sue società senza preoccuparsi di acquisire le autorizzazioni necessarie”. A cominciare da quella per piazzare i ripetitori telefonici a Monte Pellegrino.
Non è tutto perché i pm ritengono che Castagna negli ultimi mesi “abbia incrementato l’attività delinquenziale da un lato nel tentativo di reperire con facilità liquidità economiche, forse da reinvestire in nuovi fantasiosi progetti imprenditoriali o più semplicemente per mantenere un elevato tenore di vita”. Ci sono tanti passaggi economici che non convincono. Tra tutti, due bonifici eseguiti nel settembre 2012 per l’importo rispettivamente di 55 e 100 mila euro. Erano stati registrati come pagamenti di forniture. Ed invece risulterebbe il passaggio del denaro dal conto di Italiacom su quello personale di Castagna alla voce “Acconto soci/utili”. Una parte dei soldi sarebbe stata utilizzata “per l’acquisto presso una nota gioielleria palermitana di tre orologi di lusso (Rolex) e un prezioso”. Castagna e la Cinà sono andati nel negozio. Hanno scelto la merce e chiesto di metterla da parte. Fu poi una terza persona a saldare il conto con un assegno circolare.
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Introducing my mha OC: Kayane Petralia! She’s the first Quirkless student to attend UA, and the first Quirkless person to enter a hero course. Her father is a Japanese-Italian Pro Hero, Zephyr (right image, first on the left). He trained Kayane to prepare her for hero work after her Quirkless diagnosis. Since Kayane’s grandmother is also Quirkless, and a very fierce old woman, Kayane’s family was extremely supportive and understanding. While her mother would prefer it if her daughter chose something less risky than hero work, she understands that it makes Kayane happy, and supports her daughter’s dreams. Kayane passes the entrance exam, and is placed in Class 1A (I know. Very original of me there). Not all the class is in favor of her being there, however. In fact, most of her classmates are of the belief that Kayane should be removed from campus due to her being too fragile. It’s not nice, but it’s canon that Quirkless individuals are discriminated against, and realistically these kids would NOT be immune to propaganda. This behavior doesn’t last long, however. Kayane doesn’t fuck around, and the nonbelievers find out she’s every bit as deserving to be there as they are VERY quickly. I hope people here on Tumblr love her as much as I love her, because I put a lot of thought into her!
#my art#my artwork#my hero academia#mha#boku no hero academia#bnha#my hero academia oc#mha oc#boku no hero acadamia oc#bnha oc#mha fanart#my hero academia fanart#bnha fanart#original character#fandom oc#kayane
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Film italiani in uscita a dicembre
La chiocciola (Roberto Gasparro): 05/12
Il primo film ad affrontare il tema degli hikikomori, termine giapponese che indica le persone che hanno deciso di "stare in disparte", di isolarsi dalla società.
Nonna ci produce il film (Walter Garibaldi): 06/12
La storia di una famiglia molto numerosa che, quando si trova inaspettatamente ad attraversare un periodo di grande difficoltà, unita e convinta, cerca una soluzione.
Improvvisamente a Natale mi sposo (Francesco Paternò): 06/12
Mancano pochi giorni al santo Natale e tutta la famiglia si sta riunendo come ogni anno nell'hotel di Lorenzo.
Giorni felici (Simone Petralia): 11/12
Un dramma commovente che riflette sulla fragilità umana e la capacità di amare e resistere nelle situazioni più difficili.
Santocielo (Francesco Amato): 14/12
Una missione dal Paradiso mette a repentaglio la vita di un uomo in crisi. Rimarrà incinto e tutto cambierà per sempre.
Adagio (Stefano Sollima): 14/12
Sollima torna a raccontare una Roma disperata e crepuscolare in una crime story di forte impatto.
Ricomincio da me (Nathan Ambrosioni): 28/12
Toni è autrice di un brano pop di successo mondiale, che anni dopo si ritrova madre single di cinque ragazzi, con un quotidiano molto pesante.
Come può uno scoglio (Gennaro Nunziante): 28/12
Alla morte di suo padre, Pio eredita la gestione di svariate attività. Ora vive nell'agio di Treviso con la sua famiglia, ed è in corsa per diventare sindaco.
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Giada Fall 2023 photographed by Domenico Petralia
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TAORMINA DI NOTTE - La raccolta dei personaggi dei presepi di Nino Vadala’ nella chiesa di sant’ Antonio.
IL MARESCIALLO MUSCARA’ ED IL FURTO DEL PRESEPE
“Ma chi fai, nun spari? E allora tutto questo teatrino, cosa lo hai fatto a fare? – Il maresciallo Muscarà sorrise ironico scuotendo la testa - chi ti crederà mai se non spari, se non fai vedere che fai sul serio …” “Marisciallu si fimmassi chi quantu è veru Diu, ci sparu nto menzu agli occhi” Fece Gaetano alzando i cani de fucile che scattarono con un suono metallico e cattivo. Dall’alto della frana che ostruiva la strada di campagna, Gaetano, alto quasi due metri e con due braccia da lottatore di wrestling, stava sfidando, puntandogli addosso il suo calibro nove, il maresciallo. Quest’ultimo era sceso dalla camionetta con cui era salito fino alla contrada dove Gaetano aveva casa e poderi e stava andando incontro al massaro per poi fermarsi quando il contadino aveva spianato il calibro nove che usava per far fuori i cani randagi e i cinghiali selvaggi. “Eh fallu Gaetanu … Fallu …” disse il maresciallo quasi annoiato da tutta la situazione; poi si fermo è facendo uscire la mano destra da dietro la schiena continuò a parlare con il pollice e l’indice uniti a cerchio e le altre dita dritte, come poteva fare un maestro che spiegava agli alunni annoiati un assioma matematico “ma se lo fai, devi essere pronto a subirne le conseguenze” Scandì bene le parole perché Gaetano capisse, poi, sorridendo, incominciò a spiegare: “le conseguenze non per te, Gaetano, perché a ti chiuderanno in un carcere e butteranno via la chiave della tua cella, dove finirai tra magnacci e mafiusi cercando di non avere la gola tagliata o di prenderlo in culo. No Gaetano, questo sarà il minimo che capiterà. La tua famiglia! Chi penserà alla tua famiglia senza di te? Ai tuoi cinque figli, a Nino, per cui hai fatto quello che hai fatto? Chi si prenderà cura delle vacche, dell’uliveto, dei maiali, del palmento se non ci sarai tu a sapere quando una vacca deve partorire o che quest’anno non ci saranno olive? chi ci penserà Gaetano? Tua moglie da sola come potrà difendere la tua roba dai ladri, da chi presta denaro per strozzarti, da chi chiamerà per aiutarla e che poi faranno solo il loro interesse, perché tu l’hai detto “U munnu è nu futti tu chi futtu jo”, e allora chi ti perdonerà perché hai rubato in chiesa la notte prima della vigilia di Natale? Chi dei tuoi parenti darà a mangiare ai tuoi figli se per anni non li hai fatti lavorare con te solo per non dargli due euro e permetterli di sopravvivere?” Il maresciallo sorrise ed indicò due uomini seduti nella camionetta dei carabinieri al cui lato stava l’appuntato Cacace, dallo sguardo attento e cattivo, con la mano vicino alla fondina aperta della pistola e indicandoli, aggiunse sorridendo e a voce più bassa. “Chi di loro due si occuperà dei tuoi figli? Il sindaco? Ma quello quando sei andato a lamentarti della frana sulla strada che ti impediva di scendere al paese con la macchina o di portare tuo figlio Nino a Messina per le cure che ti ha risposto? “ho avvertito la Provincia, di più non posso fare!” Anche se nella sua ditta di trasporti ha una ruspa grande quanto una casa. E che ti ha detto l’assessore quando gli hai chiesto di poter portare il presepe di Fra Umile da Petralia da tuo figlio?” Il maresciallo allagò gli occhi imitando la voce nasale dell’assessore “ non si può, deve venire la troupè di Telecolor a riprenderlo per il telegiornale… è una scultura preziosissima, l’unico presepe di Fra Umile, così delicato che contrasta con i famosi trentatré crocifissi del frate disseminati da Palermo alla Calabria. È un reperto che anche Sgarbi ha citato nel suo ultimo libro, è sensibile all‘umidità troppi shock lo rovinerebbero…” Il maresciallo sorrise, mentre Nunzio, il figlio più grande di Gaetano, con una doppietta in mano puntata sul cuore del militare guardava suo padre indeciso sul da farsi. Il maresciallo si fece serio e fece due passi in avanti. Si sentì un colpo secco che rimbombò nella valle oscura. Davanti al maresciallo si aprì un cratere con terra e sassi che caddero intorno a lui. “Butta il fucile e metti le mani alzate” gridò Cacace con la calibro nove in mano puntata al cuore di Gaetano che in cima alla frana che chiudeva la strada che saliva fino a casa sua, continuava a puntare la canna del suo fucile contro il militare. Il maresciallo guardò la buca poi alzò lo sguardo verso Gaetano e sorrise. “Hai visto? Hai fatto tre cazzate in una” E con le mani dietro la schiena si spostò verso destra camminando lentamente “La prima è evidente - disse girandosi verso la piccola fossa – tentato omicidio! Chi lo può negare? Come minimo dieci anni con un bravo avvocato. La seconda – fece indicando Cacace nascosto dietro la camionetta con l’automatica puntata verso Gaetano – hai un colpo in meno e Cacace ne ha quindici, è al coperto e ne tu ne tuo figlio potrete colpirlo: al prossimo colpo ti troverai con una pallottola in testa. Potresti girarti e scappare ma vorrebbe dire essere preso dopo giorni al freddo e al gelo, ma tu non lo farai. Tu vuoi fare casino perché il mondo sappia che hai subito un’ingiustizia. Ma tu li vedi? – e indicò il sindaco e l’assessore che al colpo si fucile erano corsi dietro gli alberi sul bordo della strada – loro ne usciranno sempre a posto perché gli eroi muoiono e i vigliacchi li piangono e questo succederà a te. La terza cazzata è che hai fatto vedere a tuo figlio che vuoi veramente andare avanti nella tua pazzia e che non sei differente da quei potenti del mondo che pensano di risolvere le cose ammazzando chi gli è contro” Gaetano lo guardò e sorrise “ Io la vedo in un'altra maniera. Ho ancora un colpo e le posso far saltare la testa quando voglio e finito lei quei tre coglioni si metteranno a correre verso il paese, mentre io me ne andrò tra i miei monti dove nessuno potrà trovarmi. Ancora la partita non è finita!” “Ti sbagli, la tua ormai è finita, perché io non sono ricattabile. Cosa pensi che mi fai paura con quel fucile? No Gaetano, non è così.” Tornò indietro sui suoi passi fermandosi risoluto davanti alla buca creata dallo sparo di Gaetano. Cacace capì che il maresciallo tra una parola e l’altra, si stava avvicinando a Gaetano. Tra poco gli sarebbe saltato addosso e gli avrebbe preso il fucile. Il maresciallo sapeva il fatto suo. Lentamente spostò la pistola in modo che dietro al mirino vi fosse il petto di Nunzio. “Questa mattina, quando il sacrestano è corso in piazza gridando che avevano rubato il presepe di Fra Umile, io ho capito che era il mio giorno, come tanto tempo fa è stato il giorno di mia moglie.” Il maresciallo riprese a camminare parallelamente alla frana con le mani dietro la schiena guardando la strada polverosa. “vent’anni fa, nella vigilia di un altro Natale mia moglie è morta.” si girò di scatto verso Gaetano “Lei amava Natale. Riempiva la casa di alberi e preseti e preparava tutti i dolci che si fanno per l’occasione. Invitava a cena tutti quelli che lo avrebbero passato da soli, dai miei giovani commilitoni, al medico di guardia o allo scemo del villaggio. Erano cene che non finivano mai piene si cibo, di risate di luce” Vi fu silenzio per qualche secondo mentre il maresciallo guardava nella fiumara buia e silenziosa dove si intravedeva solo la luce di qualche casale sperduto tra i monti “la sua luce” Si girò a guardare Gaetano facendo qualche passo verso di lui parlando velocemente “ per questo da quando se ne è andata lei, per me queste feste sono solo una emerita rottura di coglioni. “ Gaetano alzò il fucile e lo puntò deciso verso il maresciallo che ormai era a pochi metri da lui, ma il militare sembrò non accorgersi e fermandosi continuò a parlare “per questo quando arrivò la notizia del furto capii che era arrivato il mio momento, che era tutto predisposto e calcolato da qualcuno che può decidere il destino di tutti noi. Quando il parroco mi disse che gli ultimi ad entrare in chiesa eravate stati voi, tu e tuo figlio piccolo, capii tutto.” Mise le mani in tasca e tirò fuori delle cartine colorate che mostrò con la mano tesa a Gaetano “Queste sono le carte delle caramelle che tuo figlio si è mangiato nascosto dentro il confessionale vicino alla porta che della sacrestia. Quando don Nino ha chiuso la chiesa lui è uscito, ha camminato rasente al muro restando coperto dall’altare di San Giuseppe, due metri dopo ha attraversato la finestra con l’inferriata che dà sulla sacrestia ed è andato a spegnere l’antifurto, che è a pochi metri dalla finestra. Ti ha aperto la porta secondaria della sacrestia, quella chiusa con due paletti di ferro e una serratura di cento anni fa. Tutti pensavano che i due paletti, che si possono levare solo da dentro, fossero il massimo della sicurezza. Sei riuscito a forzare la vecchia serratura con una spallata ed entrato nella sacrestia, sei andato a prendere il presepe dopo aver aperto la teca di cristallo infrangibile che la proteggeva. In venti minuti lo hai caricato nell’ape nascosta nel vicolo che gira intorno alla chiesa e te lo sei portato via. “ Il maresciallo sorrise e continuò “cosa ne hai fatto? Te lo sei messo a casa tua nella stalla con la vacca e u sceccu?” “l’ho messo nella stanza di Ninuzzo, perché così u signuruzzu vidi quanto soffre a non muoversi più, a restare nchjuvatu nto lettu come a iddu nta cruci e capisci u duluri i nu patri. Che ci voleva a levare questa terra? A farmelo portare con la lettiga fino alla chiesa, a fargli vedere il presepe che lui ogni anno scendeva dai monti per vederlo, per pregare u Signuruzzu di non fargli scomparire la carne dalle ossa, di non farlo morire nucenti e senza aviri canusciutu u munnu! Lui il letto lo lascia solo per andare a Messina, dai dottori e per vedere il presepe, e ora neanche questo sti porci gli vogliono permettere. Eh chi avi a fari nu patri pi so figghiu nto so uttimu Natali ?” Gridò Gaetano e si zittì inghiottendo il groppo che gli era salito in gola, poi continuò “Mancu a mia mi ni fotti nenti i moriri ma se è moriri qualcuno di voi me lo porto dietro” E puntò il fucile verso il sindaco che a vedere la doppietta puntata su di lui, si nascose meglio dietro la quercia dove era finito dopo il primo sparo di Gaetano “Nesci fora figghiu i buttana, dimmi ancora chi me figghiu nun avi nuddu dirittu” Al maresciallo bastò quel momento di distrazione: partì in quarta e con due salti scalò la montagnetta di detriti che occupava la strada e afferrate le canne del fucile le spostò verso l’alto mentre con la spalla buttò giù Gaetano che nella concitazione fece partire un colpo di fucile. “Papà…” Gridò Nunzio voltando il fucile verso il padre e nello stesso tempo dal suo fucile partì un colpo in direzione dei due che a terra lottavano. Uno dei due gridò ma la lotta continuò con i due che rotolarono verso la base della frana. Cacace lasciò la camionetta e corse con la pistola puntata verso Nunzio. “Butta il fucile – gli gridò – buttalo!!!” E una volta che lo raggiunse glielo strappò di mano mentre il ragazzo lo guardò stupito per poi correre verso il padre gridando “papà … papà” una volta raggiuntolo lo vide pancia a terra, con il maresciallo sopra di lui che gli diceva “Sta fermo che ti esce sangue e con la terra s’infetta – poi guardò la gamba dove, dal pantalone si vedevano tanti piccoli fori “meno male che gli hai dato le cartucce per le beccacce se no a quest’ora avevi una gamba in meno” Nunzio arrivò di corsa “papà … non vulia … mi scappoi…” Gaetano non parlava stringendosi le labbra per il dolore. “Vieni, tieni premuto qua che se no esce sangue” Disse il maresciallo a Nunzio prendendo dei fazzolettini e premendoli in diversi punti della gamba. Quando Cacace lo raggiunse gli disse “chiama la guardia medica e digli …” Si sentì un rombo enorme e dalla curva del monte apparve maestosa come un mostro meccanico una enorme ruspa che sui fianchi aveva delle enormi lampade a led che illuminarono a giorno la scena. La ruspa si avvicinò veloce e dal fianco del guidatore scese don Nino con la veste bianca di quando guidava le processioni. Con un salto quasi acrobatico atterrò vicino a Gaetano. “Gaetano che cosa ti è successo?” “nenti paraciprete,… nenti” Rispose Gaetano senza guardarlo per la vergogna. Don Nino Strappò le maniche della camicia bianca che copriva la veste nera e con esse incominciò a fasciare la gamba di Gaetano dicendogli “ho parlato con i paesani e ho detto loro che questo era un segno del Natale. Che per troppo tempo abbiamo tenuto il bambinello dietro una teca di cristallo. Ma lui è nato per chi soffre, per chi è solo, per chi ha bisogno di lui. Per questo hai fatto bene a prenderlo, a portarlo dove è il suo posto, dove ha un senso. E anche noi se lo amiamo, se diciamo di essere suoi figli, dobbiamo fare come Lui ci ha indicato. Così sono andati prendere la ruspa grossa del sindaco, in prestito ovviamente, solo per stasera, e sono venuti tutti a fare Natale con la tua famiglia.” Da dietro la ruspa che sembrava un enorme mostro tecnologico, apparvero i paesani, vestiti con giacconi e cappotti ed ognuno portando vivande e bottiglie. La ruspa incomincio a spostare la terra della frana, intanto i Devoti della Confraternita della Nunziata srotolarono il Palio della Madonna e apparvero due chierichetti con le candele e un crocefisso. I paesani fecero alzare Gaetano e ogni anziano delle famiglie del paese andò a fargli gli auguri per fargli capire che non ce l’avevano con lui, anzi, forse avrebbero fatto come lui. La ruspa sgombrò velocemente la strada e don Nino Prese il bastone con il crocifisso e chiamò i due chierichetti, mentre i paesani si disposero su due file con il prezioso vessillo dell’Annunziata nel mezzo “Allora signor sindaco, cosa vogliamo fare? Viene domani per la denuncia del furto? Dopo tutto siamo saliti fin quassù perché lei lo voleva far arrestare. Ricorda?” Chiese il maresciallo Muscarà al sindaco che si era avvicinato “Maresciallu chi dici?… arristari ?… volevo che si spaventasse perché quello che ha fatto non mi sembrava giusto. Ora don Nino ha detto un'altra cosa. Ha visto i paesani sono tutti li a fargli gli auguri? Che denuncio e denuncio. Avrei il paese contro” Don Nino vide che era tutto pronto per la processione, guardò dov’era Gaetano e lo chiamò. Saltellando l’omone si avvicinò. Il prete prese il bastone con il crocefisso al chierichetto e la passò al massaro. “Qui siamo a casa tua: tocca a te portarci da tuo figlio” Il sindaco vide la scena “Scusasse maresciallo ….” Disse velocemente e corse a strappare di mano al chierichetto il candelabro con la candela, mettendosi sulla destra di Gaetano ma un passo indietro. L’assessore fece lo stesso prendendo il posto alla sinistra di Gaetano. Il maresciallo sorrise e disse a Cacace che lo aveva raggiunto “Il sindaco vuole recuperare popolarità” “Maresciallo, ma non arrestiamo nessuno?” “Non c’è nessuno da arrestare, la cosa si è risolta democraticamente con il consenso delle parti. Mettiamoci dietro la processione che la moglie di Gaetano per Natale fa sempre un baccalà fritto che è una squisitezza” Da un megafono, la signora Gesualda intonò con la sua voce da soprano “Tu scendi dalle stelle” subito ripresa da tutti i paesani e la processione incominciò a muoversi lentamente. Cacace si avvicinò al Maresciallo e sottovoce gli chiese “Maresciallo … ma prima … diceva sul serio … che voleva farsi sparare….” Il maresciallo lo guardò con una faccia sorpresa “Ma no! sono cose che si dicono per distrarre il malintenzionato. Poi quando sarai maresciallo, capirai” E incominciò a seguire la processione. Cacace lo guardò dubbioso, poi lentamente lo seguì.
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L’inchiesta sul crac di Italiacom | Le intercettazioni di Castagna
Il 6 giugno scorso il Tribunale di dichiara il fallimento di Italiacom. L’avventura della compagnia telefonica Made in Sicily giunge al capolinea. Una ventina di giorni prima il suo fondatore, Salvo Castagna, aveva ceduto le quote. “Solo sulla carta”, però, dicono gli investigatori.
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche delle recentissime intercettazioni. Il telefono dell’imprenditore, infatti, era controllato. Le conversazioni, scrivono i pm, “convergono nell’intenzione di Castagna di occultare dall’attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, truffa ed evasione fiscale. Accuse alle quali finora ha scelto di non replicare.
La sua voce, il 16 giugno scorso, è rimasta impressa nei nastri magnetici, mentre chiedeva al suo interlocutore “una cosa, il magazzino per quanto riguarda le cose?”. Le cose sarebbero “le attrezzature, computer, server, macchine”. Tre giorni dopo Castagna dava indicazioni ad un altro uomo: “Comu ti l’ha diri che dda banna s’hanna a pigghiari i cuosi…. si devono mettere in un posto… perché mi ha detto l’avvocato dice il curatore giorno 2 non so quando si va a pigghia tutti i cuosi, se c’è un posto semplice, un magazzino che lo prestano per 15 giorni un mese vanno la e lui si prende tutte cose… vediamo se c’è qualcuno che ci può prestare un magazzino, una stanza, un appartamento, un pirtusu”.
Castagna, dunque, avrebbe voluto portare via i server che, secondo l’accusa, potrebbero custodire la prova della truffa ai danni dei clienti Italiacom. Un capitolo delle indagini riguarda, infatti, i prelievi effettuati dalle carte di credito di diversi cittadini. Quanti? Finora sul tavolo del procuratore aggiunto Dino Petralia e del sostituto Claudia Ferrari, ne sono arrivate una manciata. L’ipotesi, però, è che i truffati potrebbero essere centinaia per complessivi di 491 euro giustificati con le voci “adeguamento contrattuale” e “mancata restituzione del modem/router”.
Le indagini proseguono. Tra i punti sotto esame c’è certamente il passaggio delle quote di Italiacom, intestate a Castagna e alla ex compagna, Alba Cinà, pure lei indagata. Ad acquistarle, il 20 maggio scorso, è stata la titolare di un negozio di abbigliamento e biancheria di. I pm ritengono che potrebbe trattarsi di una sorta di prestanome. Il passaggio di quote sarebbe stata l’ultima tappa del percorso imprenditoriale che i magistrati descrivono “alimentato da una incontenibile smania di ricchezza e notorietà, presentandosi come imprenditore di successo, falsificando documenti contabili e bilanci per creare un’apparente situazione di solidità e floridezza economica”. Alla fine Castagna sarebbe riuscito ad ampliare “l’ambito di operatività delle sue società senza preoccuparsi di acquisire le autorizzazioni necessarie”. A cominciare da quella per piazzare i ripetitori telefonici a Monte Pellegrino.
Non è tutto perché i pm ritengono che Castagna negli ultimi mesi “abbia incrementato l’attività delinquenziale da un lato nel tentativo di reperire con facilità liquidità economiche, forse da reinvestire in nuovi fantasiosi progetti imprenditoriali o più semplicemente per mantenere un elevato tenore di vita”. Ci sono tanti passaggi economici che non convincono. Tra tutti, due bonifici eseguiti nel settembre 2012 per l’importo rispettivamente di 55 e 100 mila euro. Erano stati registrati come pagamenti di forniture. Ed invece risulterebbe il passaggio del denaro dal conto di Italiacom su quello personale di Castagna alla voce “Acconto soci/utili”. Una parte dei soldi sarebbe stata utilizzata “per l’acquisto presso una nota gioielleria palermitana di tre orologi di lusso (Rolex) e un prezioso”. Castagna e la Cinà sono andati nel negozio. Hanno scelto la merce e chiesto di metterla da parte. Fu poi una terza persona a saldare il conto con un assegno circolare.
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Terremoto 20:35:45 M2.0 epicentro "4 km NW Petralia Sottana (PA)"
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Crac Italiacom, indagato Salvo Castagna. Sequestrati Rolex, conti correnti e Ferrari
Cronaca Crac Italiacom, indagato Salvo Castagna. Sequestrati Rolex, conti correnti e Ferrari Crac Italiacom, indagato Salvo Castagna. Sequestrati Rolex, conti correnti e Ferrari I reati contestati all'imprenditore delle telecomunicazioni sono bancarotta fraudolenta, emissione di fatture false e truffa aggravata: almeno 218 i presunti lavoratori impiegati in nero. Parte del denaro guadagnato sarebbe stato utilizzato anche per lanciare la sua carriera da cantante pop
di Giuseppe Pipitone | 5 Luglio 2014 Dall’anonimato più nero al tentativo di lanciarsi come cantante pop: in mezzo una carriera da imprenditore che oggi finisce al centro di un’indagine per bancarotta fraudolenta, emissione di fatture false e truffa aggravata. Sono questi i reati contestati dalla procura di Palermo a Salvo Castagna, l’imprenditore delle telecomunicazioni che è riuscito in breve tempo a portare il suo sconosciuto nome al centro delle cronache nazionali. Nel mirino della Guardia di Finanza è finita la società Italiacom, creata da Castagna nel 2009, sponsorizzata sulle grandi reti nazionali e oggi accusata di truffa ai danni dell’Inps e di parecchi clienti che non hanno mai ricevuto alcun servizio in cambio del pagamento delle bollette.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia, è partita nell’agosto scorso quando le fiamme gialle hanno scoperto 38 lavoratori impiegati nel call center completamente in nero. In realtà i lavoratori impiegati in nero sarebbero almeno 218: Castagna, in pratica, riusciva ad accedere ad agevolazioni Inps che non gli sarebbero spettate. Poi utilizzava i fondi distratti, unitamente al denaro versato dai clienti truffati, per organizzare feste (celebre il lussuosissimo party di compleanno con decine di vip), acquistare automobili (tra cui una Ferrari con targa di San Marino) e immobili: tutti beni oggi sequestrati dalle fiamme gialle, insieme a ventisette conti correnti e diversi orologi Rolex.
Parte del denaro che sarebbe oggetto della maxi truffa (si parla di milioni di euro) sarebbe stato utilizzato dall’imprenditore anche per lanciare la sua sedicente carriera da cantante pop. Il grande pubblico lo conobbe infatti durante l’intervallo della partita Italia – Repubblica Ceca, trasmessa il 12 settembre 2013 su Rai Uno: un costosissimo spot, con tanto di partecipazione di Anna Falchi, per promuovere il brano “Due Bandiere al Vento”, il suo discutibilissimo primo singolo. “Castagna chi?” twittò Fiorello, regalando subito ulteriore gloria al Carneade Castagna, poi invitato alla sua Edicola. “Sono un ingegnere. Mi sono laureato al Massachusetts Institute of Technology di Boston” spiegava lui, durante il suo quarto d’ora di celebrità. Poi ci pensò Striscia la Notizia a chiamare direttamente il Mit per verificare se avesse effettivamente studiato li. “Castagna? Who is he?” risposero oltreoceano, dove evidentemente lo spot di “Due bandiere al vento” non era stato ancora trasmesso.
Loren Trosper
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Rolex e Ferrari, mega sequestro per l'imprenditore Salvo Castagna
Col supporto investigativo della guardia di finanza la Procura di ha sequestrato d'urgenza aziende e altri beni riconducibili all'imprenditore televisivo Salvatore Castagna.
Il provvedimento riguarda quote di partecipazione di Italiacom srl, Italiacom-net srl, Italiacom-tv srl, Holaphone srl; conti correnti personali e delle società, apparati informatici, orologi, orologi Rolex, e 9 veicoli tra i quali una Ferrari con targa sanmarinese. Le indagini sono dirette dal pm Claudia Ferrari e coordinate dall'aggiunto Dino Petralia.
L'inchiesta riguarda violazioni tributarie e truffe. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzazione di fatture false, truffa aggravata ai danni dell'Inps e di migliaia di utenti sottoscrittori di contratti di telefonia mai attivati.
L'indagine nasce nell'agosto 2013, quando i finanzieri eseguono un accertamento negli uffici di una società del gruppo imprenditoriale per un controllo in materia di lavoro e scoprono 38 lavoratori in nero impiegati nel call center della azienda. L'inchiesta accerta che tre società avevano impiegato irregolarmente, tra il 2010 ed il 2013, ben 218 lavoratori attraverso finti contratti di collaborazione autonoma occasionale che nascondevano rapporti subordinati.
L'imprenditore, inoltre, attraverso finte dimissioni e successive riassunzioni sarebbe riuscito a ottenere agevolazioni contributive.
Nel corso delle indagini sui conti bancari i militari accertano una serie di prelievi di denaro dalle casse delle tre società con le quali l'imprenditore avrebbe acquistato auto di lusso (Ferrari, BMW ed Audi), orologi di pregio (Rolex), viaggi e feste finalizzate alla promozione della sua figura di cantante. Gli ingenti flussi di cassa, a cui nel tempo l'imprenditore ha attinto, erano però generati, non dalle sue attività imprenditoriali, ma da illeciti che gli hanno consentito di abbattere i costi d'impresa a danno dei dipendenti e delle casse dell'Erario.
I finanzieri avrebbero accertato inoltre emissioni e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti attraverso la creazione di società fittizie con sede a Londra e nel paradiso fiscale americano del Delaware (Usa) per circa 6 milioni di euro: Castagna avrebbe così ottenuto indebiti vantaggi fiscali e avrebbe gonfiato i bilanci da presentare alle banche per ottenere l'apertura di linee di credito e creare una virtuale e florida realtà contabile quale biglietto da visita per ottenere importanti commesse pubblicitarie.
La società avrebbe omesso versamenti alle casse dell'Erario in materia di Iva e ritenute previdenziali ed assistenziali per oltre 732 mila euro. Inoltre, è stato scoperto che due delle tre ditte hanno indebitamente prelevato dalle carte di credito di oltre 1000 clienti circa 491 euro pro - capite, giustificando questi movimenti come "adeguamento contrattuale una tantum" ovvero con la mancata restituzione del modem/router fornito al momento dell'attivazione, sebbene in alcuni casi lo stesso sia stato acquistato dai clienti stessi.
Nonostante questi flussi, una delle società ha accumulato debiti per oltre 10 milioni di euro, tant'è che ne è stato dichiarato il fallimento, a seguito del quale l'imprenditore è stato indagato per bancarotta fraudolenta, avendo distratto dalle casse sociali oltre 2 milioni di euro.
Infine, con la collaborazione diretta della Federazione per la tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali i finanzieri hanno "oscurato" un portale web creato dall'imprenditore per consentire agli utenti di poter visualizzare, in streaming film ed altre proiezioni protette.
Patricia Marks
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L’inchiesta sul crac di Italiacom | Le intercettazioni di Castagna
Il telefono dell'imprenditore era controllato. Le telefonate, secondo i pm, “convergono nell'intenzione di Castagna di occultare dall'attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”.
Il 6 giugno scorso il Tribunale di dichiara il fallimento di Italiacom. L’avventura della compagnia telefonica Made in Sicily giunge al capolinea. Una ventina di giorni prima il suo fondatore, Salvo Castagna, aveva ceduto le quote. “Solo sulla carta”, però, dicono gli investigatori.
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche delle recentissime intercettazioni. Il telefono dell’imprenditore, infatti, era controllato. Le conversazioni, scrivono i pm, “convergono nell’intenzione di Castagna di occultare dall’attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, truffa ed evasione fiscale. Accuse alle quali finora ha scelto di non replicare.
La sua voce, il 16 giugno scorso, è rimasta impressa nei nastri magnetici, mentre chiedeva al suo interlocutore “una cosa, il magazzino per quanto riguarda le cose?”. Le cose sarebbero “le attrezzature, computer, server, macchine”. Tre giorni dopo Castagna dava indicazioni ad un altro uomo: “Comu ti l’ha diri che dda banna s’hanna a pigghiari i cuosi…. si devono mettere in un posto… perché mi ha detto l’avvocato dice il curatore giorno 2 non so quando si va a pigghia tutti i cuosi, se c’è un posto semplice, un magazzino che lo prestano per 15 giorni un mese vanno la e lui si prende tutte cose… vediamo se c’è qualcuno che ci può prestare un magazzino, una stanza, un appartamento, un pirtusu”.
Castagna, dunque, avrebbe voluto portare via i server che, secondo l’accusa, potrebbero custodire la prova della truffa ai danni dei clienti Italiacom. Un capitolo delle indagini riguarda, infatti, i prelievi effettuati dalle carte di credito di diversi cittadini. Quanti? Finora sul tavolo del procuratore aggiunto Dino Petralia e del sostituto Claudia Ferrari, ne sono arrivate una manciata. L’ipotesi, però, è che i truffati potrebbero essere centinaia per complessivi di 491 euro giustificati con le voci “adeguamento contrattuale” e “mancata restituzione del modem/router”.
Le indagini proseguono. Tra i punti sotto esame c’è certamente il passaggio delle quote di Italiacom, intestate a Castagna e alla ex compagna, Alba Cinà, pure lei indagata. Ad acquistarle, il 20 maggio scorso, è stata la titolare di un negozio di abbigliamento e biancheria di. I pm ritengono che potrebbe trattarsi di una sorta di prestanome. Il passaggio di quote sarebbe stata l’ultima tappa del percorso imprenditoriale che i magistrati descrivono “alimentato da una incontenibile smania di ricchezza e notorietà, presentandosi come imprenditore di successo, falsificando documenti contabili e bilanci per creare un’apparente situazione di solidità e floridezza economica”. Alla fine Castagna sarebbe riuscito ad ampliare “l’ambito di operatività delle sue società senza preoccuparsi di acquisire le autorizzazioni necessarie”. A cominciare da quella per piazzare i ripetitori telefonici a Monte Pellegrino.
Non è tutto perché i pm ritengono che Castagna negli ultimi mesi “abbia incrementato l’attività delinquenziale da un lato nel tentativo di reperire con facilità liquidità economiche, forse da reinvestire in nuovi fantasiosi progetti imprenditoriali o più semplicemente per mantenere un elevato tenore di vita”. Ci sono tanti passaggi economici che non convincono. Tra tutti, due bonifici eseguiti nel settembre 2012 per l’importo rispettivamente di 55 e 100 mila euro. Erano stati registrati come pagamenti di forniture. Ed invece risulterebbe il passaggio del denaro dal conto di Italiacom su quello personale di Castagna alla voce “Acconto soci/utili”. Una parte dei soldi sarebbe stata utilizzata “per l’acquisto presso una nota gioielleria palermitana di tre orologi di lusso (Rolex) e un prezioso”. Castagna e la Cinà sono andati nel negozio. Hanno scelto la merce e chiesto di metterla da parte. Fu poi una terza persona a saldare il conto con un assegno circolare.
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CAMILO PETRALIA presenta “El último en llegar”
http://dlvr.it/TF3SNY
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