#Petralia
Explore tagged Tumblr posts
Text
Sunday walk - Petralia Soprana (PA)
2 notes
·
View notes
Text
Angelika Baranska - DELLEST 2023 Lookbooks/Catalogs
Photographer: Domenico Petralia
source: models.com
5 notes
·
View notes
Text
Alla Scoperta dei Benefattori dell’Ospedale di Alessandria: Tra Arte e Storia nella Terza Giornata Nazionale degli Ospedali Storici Italiani
Il 13 ottobre 2024, Alessandria celebra la storia dei benefattori che hanno lasciato un segno indelebile nel patrimonio della città con visite guidate all’Azienda Ospedaliero-Universitaria e al Cimitero Monumentale
Il 13 ottobre 2024, Alessandria celebra la storia dei benefattori che hanno lasciato un segno indelebile nel patrimonio della città con visite guidate all’Azienda Ospedaliero-Universitaria e al Cimitero Monumentale. Domenica 13 ottobre 2024, Alessandria parteciperà alla Terza Giornata Nazionale degli Ospedali Storici Italiani, con una serie di visite guidate che accompagneranno i cittadini alla…
#ACOSI#Alessandria#Arte e Storia#benefattori alessandrini#benefattori ospedale#benefattrici Alessandria#Cimitero Monumentale Alessandria#conservazione monumenti storici#Cultura alessandrina#DAIRI Alessandria#eventi culturali Alessandria#filantropia storica#Francesca Petralia#Giornata Nazionale Ospedali Storici#Giuseppe Borsalino#Italia Nostra Alessandria#Itinerari culturali#Ospedale di Alessandria#Ospedali storici italiani#Paola Cosola#Papa Pio V#patrimonio artistico ospedaliero#patrimonio culturale ospedali#patrimonio storico italiano#quadreria benefattori Alessandria#solidarietà e beneficenza#storia della sanità#Storia di Alessandria#storia ospedaliera#valorizzazione cimiteri storici.
0 notes
Text
youtube
0 notes
Text
Leonard Freed. religious procession in Petralia Soprana, Sicily, 1974.
43 notes
·
View notes
Text
SAVERIO PALATELLA Tricot Couture
KIND OF BLUE - Dress Code Denim
Photo Domenico Petralia
Model Guia Ottolini
2 notes
·
View notes
Text
L’inchiesta sul crac di Italiacom | Le intercettazioni di Castagna
Il telefono dell'imprenditore era controllato. Le telefonate, secondo i pm, “convergono nell'intenzione di Castagna di occultare dall'attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”.
PALERMO – Il 6 giugno scorso il Tribunale di Palermo dichiara il fallimento di Italiacom. L’avventura della compagnia telefonica Made in Sicily giunge al capolinea. Una ventina di giorni prima il suo fondatore, Salvo Castagna, aveva ceduto le quote. “Solo sulla carta”, però, dicono gli investigatori.
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche delle recentissime intercettazioni. Il telefono dell’imprenditore, infatti, era controllato. Le conversazioni, scrivono i pm, “convergono nell’intenzione di Castagna di occultare dall’attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, truffa ed evasione fiscale. Accuse alle quali finora ha scelto di non replicare.
La sua voce, il 16 giugno scorso, è rimasta impressa nei nastri magnetici, mentre chiedeva al suo interlocutore “una cosa, il magazzino per quanto riguarda le cose?”. Le cose sarebbero “le attrezzature, computer, server, macchine”. Tre giorni dopo Castagna dava indicazioni ad un altro uomo: “Comu ti l’ha diri che dda banna s’hanna a pigghiari i cuosi…. si devono mettere in un posto… perché mi ha detto l’avvocato dice il curatore giorno 2 non so quando si va a pigghia tutti i cuosi, se c’è un posto semplice, un magazzino che lo prestano per 15 giorni un mese vanno la e lui si prende tutte cose… vediamo se c’è qualcuno che ci può prestare un magazzino, una stanza, un appartamento, un pirtusu”.
Castagna, dunque, avrebbe voluto portare via i server che, secondo l’accusa, potrebbero custodire la prova della truffa ai danni dei clienti Italiacom. Un capitolo delle indagini riguarda, infatti, i prelievi effettuati dalle carte di credito di diversi cittadini. Quanti? Finora sul tavolo del procuratore aggiunto Dino Petralia e del sostituto Claudia Ferrari, ne sono arrivate una manciata. L’ipotesi, però, è che i truffati potrebbero essere centinaia per complessivi di 491 euro giustificati con le voci “adeguamento contrattuale” e “mancata restituzione del modem/router”.
Le indagini proseguono. Tra i punti sotto esame c’è certamente il passaggio delle quote di Italiacom, intestate a Castagna e alla ex compagna, Alba Cinà, pure lei indagata. Ad acquistarle, il 20 maggio scorso, è stata la titolare di un negozio di abbigliamento e biancheria di Palermo. I pm ritengono che potrebbe trattarsi di una sorta di prestanome. Il passaggio di quote sarebbe stata l’ultima tappa del percorso imprenditoriale che i magistrati descrivono “alimentato da una incontenibile smania di ricchezza e notorietà, presentandosi come imprenditore di successo, falsificando documenti contabili e bilanci per creare un’apparente situazione di solidità e floridezza economica”. Alla fine Castagna sarebbe riuscito ad ampliare “l’ambito di operatività delle sue società senza preoccuparsi di acquisire le autorizzazioni necessarie”. A cominciare da quella per piazzare i ripetitori telefonici a Monte Pellegrino.
Non è tutto perché i pm ritengono che Castagna negli ultimi mesi “abbia incrementato l’attività delinquenziale da un lato nel tentativo di reperire con facilità liquidità economiche, forse da reinvestire in nuovi fantasiosi progetti imprenditoriali o più semplicemente per mantenere un elevato tenore di vita”. Ci sono tanti passaggi economici che non convincono. Tra tutti, due bonifici eseguiti nel settembre 2012 per l’importo rispettivamente di 55 e 100 mila euro. Erano stati registrati come pagamenti di forniture. Ed invece risulterebbe il passaggio del denaro dal conto di Italiacom su quello personale di Castagna alla voce “Acconto soci/utili”. Una parte dei soldi sarebbe stata utilizzata “per l’acquisto presso una nota gioielleria palermitana di tre orologi di lusso (Rolex) e un prezioso”. Castagna e la Cinà sono andati nel negozio. Hanno scelto la merce e chiesto di metterla da parte. Fu poi una terza persona a saldare il conto con un assegno circolare.
2 notes
·
View notes
Text
Introducing my mha OC: Kayane Petralia! She’s the first Quirkless student to attend UA, and the first Quirkless person to enter a hero course. Her father is a Japanese-Italian Pro Hero, Zephyr (right image, first on the left). He trained Kayane to prepare her for hero work after her Quirkless diagnosis. Since Kayane’s grandmother is also Quirkless, and a very fierce old woman, Kayane’s family was extremely supportive and understanding. While her mother would prefer it if her daughter chose something less risky than hero work, she understands that it makes Kayane happy, and supports her daughter’s dreams. Kayane passes the entrance exam, and is placed in Class 1A (I know. Very original of me there). Not all the class is in favor of her being there, however. In fact, most of her classmates are of the belief that Kayane should be removed from campus due to her being too fragile. It’s not nice, but it’s canon that Quirkless individuals are discriminated against, and realistically these kids would NOT be immune to propaganda. This behavior doesn’t last long, however. Kayane doesn’t fuck around, and the nonbelievers find out she’s every bit as deserving to be there as they are VERY quickly. I hope people here on Tumblr love her as much as I love her, because I put a lot of thought into her!
#my art#my artwork#my hero academia#mha#boku no hero academia#bnha#my hero academia oc#mha oc#boku no hero acadamia oc#bnha oc#mha fanart#my hero academia fanart#bnha fanart#original character#fandom oc#kayane
9 notes
·
View notes
Text
Film italiani in uscita a dicembre
La chiocciola (Roberto Gasparro): 05/12
Il primo film ad affrontare il tema degli hikikomori, termine giapponese che indica le persone che hanno deciso di "stare in disparte", di isolarsi dalla società.
Nonna ci produce il film (Walter Garibaldi): 06/12
La storia di una famiglia molto numerosa che, quando si trova inaspettatamente ad attraversare un periodo di grande difficoltà, unita e convinta, cerca una soluzione.
Improvvisamente a Natale mi sposo (Francesco Paternò): 06/12
Mancano pochi giorni al santo Natale e tutta la famiglia si sta riunendo come ogni anno nell'hotel di Lorenzo.
Giorni felici (Simone Petralia): 11/12
Un dramma commovente che riflette sulla fragilità umana e la capacità di amare e resistere nelle situazioni più difficili.
Santocielo (Francesco Amato): 14/12
Una missione dal Paradiso mette a repentaglio la vita di un uomo in crisi. Rimarrà incinto e tutto cambierà per sempre.
Adagio (Stefano Sollima): 14/12
Sollima torna a raccontare una Roma disperata e crepuscolare in una crime story di forte impatto.
Ricomincio da me (Nathan Ambrosioni): 28/12
Toni è autrice di un brano pop di successo mondiale, che anni dopo si ritrova madre single di cinque ragazzi, con un quotidiano molto pesante.
Come può uno scoglio (Gennaro Nunziante): 28/12
Alla morte di suo padre, Pio eredita la gestione di svariate attività. Ora vive nell'agio di Treviso con la sua famiglia, ed è in corsa per diventare sindaco.
5 notes
·
View notes
Text
Chiesa Maria Santissima di Loreto - Petralia Soprana (PA)
0 notes
Text
Giada Fall 2023 photographed by Domenico Petralia
30 notes
·
View notes
Text
L’inchiesta sul crac di Italiacom | Le intercettazioni di Castagna
Il 6 giugno scorso il Tribunale di Palermo dichiara il fallimento di Italiacom. L’avventura della compagnia telefonica Made in Sicily giunge al capolinea. Una ventina di giorni prima il suo fondatore, Salvo Castagna, aveva ceduto le quote. “Solo sulla carta”, però, dicono gli investigatori.
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche delle recentissime intercettazioni. Il telefono dell’imprenditore, infatti, era controllato. Le conversazioni, scrivono i pm, “convergono nell’intenzione di Castagna di occultare dall’attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, truffa ed evasione fiscale. Accuse alle quali finora ha scelto di non replicare.
La sua voce, il 16 giugno scorso, è rimasta impressa nei nastri magnetici, mentre chiedeva al suo interlocutore “una cosa, il magazzino per quanto riguarda le cose?”. Le cose sarebbero “le attrezzature, computer, server, macchine”. Tre giorni dopo Castagna dava indicazioni ad un altro uomo: “Comu ti l’ha diri che dda banna s’hanna a pigghiari i cuosi…. si devono mettere in un posto… perché mi ha detto l’avvocato dice il curatore giorno 2 non so quando si va a pigghia tutti i cuosi, se c’è un posto semplice, un magazzino che lo prestano per 15 giorni un mese vanno la e lui si prende tutte cose… vediamo se c’è qualcuno che ci può prestare un magazzino, una stanza, un appartamento, un pirtusu”.
Castagna, dunque, avrebbe voluto portare via i server che, secondo l’accusa, potrebbero custodire la prova della truffa ai danni dei clienti Italiacom. Un capitolo delle indagini riguarda, infatti, i prelievi effettuati dalle carte di credito di diversi cittadini. Quanti? Finora sul tavolo del procuratore aggiunto Dino Petralia e del sostituto Claudia Ferrari, ne sono arrivate una manciata. L’ipotesi, però, è che i truffati potrebbero essere centinaia per complessivi di 491 euro giustificati con le voci “adeguamento contrattuale” e “mancata restituzione del modem/router”.
Le indagini proseguono. Tra i punti sotto esame c’è certamente il passaggio delle quote di Italiacom, intestate a Castagna e alla ex compagna, Alba Cinà, pure lei indagata. Ad acquistarle, il 20 maggio scorso, è stata la titolare di un negozio di abbigliamento e biancheria di Palermo. I pm ritengono che potrebbe trattarsi di una sorta di prestanome. Il passaggio di quote sarebbe stata l’ultima tappa del percorso imprenditoriale che i magistrati descrivono “alimentato da una incontenibile smania di ricchezza e notorietà, presentandosi come imprenditore di successo, falsificando documenti contabili e bilanci per creare un’apparente situazione di solidità e floridezza economica”. Alla fine Castagna sarebbe riuscito ad ampliare “l’ambito di operatività delle sue società senza preoccuparsi di acquisire le autorizzazioni necessarie”. A cominciare da quella per piazzare i ripetitori telefonici a Monte Pellegrino.
Non è tutto perché i pm ritengono che Castagna negli ultimi mesi “abbia incrementato l’attività delinquenziale da un lato nel tentativo di reperire con facilità liquidità economiche, forse da reinvestire in nuovi fantasiosi progetti imprenditoriali o più semplicemente per mantenere un elevato tenore di vita”. Ci sono tanti passaggi economici che non convincono. Tra tutti, due bonifici eseguiti nel settembre 2012 per l’importo rispettivamente di 55 e 100 mila euro. Erano stati registrati come pagamenti di forniture. Ed invece risulterebbe il passaggio del denaro dal conto di Italiacom su quello personale di Castagna alla voce “Acconto soci/utili”. Una parte dei soldi sarebbe stata utilizzata “per l’acquisto presso una nota gioielleria palermitana di tre orologi di lusso (Rolex) e un prezioso”. Castagna e la Cinà sono andati nel negozio. Hanno scelto la merce e chiesto di metterla da parte. Fu poi una terza persona a saldare il conto con un assegno circolare.
0 notes
Text
L’inchiesta sul crac di Italiacom | Le intercettazioni di Castagna
PALERMO – Il 6 giugno scorso il Tribunale di Palermo dichiara il fallimento di Italiacom. L’avventura della compagnia telefonica Made in Sicily giunge al capolinea. Una ventina di giorni prima il suo fondatore, Salvo Castagna, aveva ceduto le quote. “Solo sulla carta”, però, dicono gli investigatori.
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche delle recentissime intercettazioni. Il telefono dell’imprenditore, infatti, era controllato. Le conversazioni, scrivono i pm, “convergono nell’intenzione di Castagna di occultare dall’attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, truffa ed evasione fiscale. Accuse alle quali finora ha scelto di non replicare.
La sua voce, il 16 giugno scorso, è rimasta impressa nei nastri magnetici, mentre chiedeva al suo interlocutore “una cosa, il magazzino per quanto riguarda le cose?”. Le cose sarebbero “le attrezzature, computer, server, macchine”. Tre giorni dopo Castagna dava indicazioni ad un altro uomo: “Comu ti l’ha diri che dda banna s’hanna a pigghiari i cuosi…. si devono mettere in un posto… perché mi ha detto l’avvocato dice il curatore giorno 2 non so quando si va a pigghia tutti i cuosi, se c’è un posto semplice, un magazzino che lo prestano per 15 giorni un mese vanno la e lui si prende tutte cose… vediamo se c’è qualcuno che ci può prestare un magazzino, una stanza, un appartamento, un pirtusu”.
Castagna, dunque, avrebbe voluto portare via i server che, secondo l’accusa, potrebbero custodire la prova della truffa ai danni dei clienti Italiacom. Un capitolo delle indagini riguarda, infatti, i prelievi effettuati dalle carte di credito di diversi cittadini. Quanti? Finora sul tavolo del procuratore aggiunto Dino Petralia e del sostituto Claudia Ferrari, ne sono arrivate una manciata. L’ipotesi, però, è che i truffati potrebbero essere centinaia per complessivi di 491 euro giustificati con le voci “adeguamento contrattuale” e “mancata restituzione del modem/router”.
Le indagini proseguono. Tra i punti sotto esame c’è certamente il passaggio delle quote di Italiacom, intestate a Castagna e alla ex compagna, Alba Cinà, pure lei indagata. Ad acquistarle, il 20 maggio scorso, è stata la titolare di un negozio di abbigliamento e biancheria di Palermo. I pm ritengono che potrebbe trattarsi di una sorta di prestanome. Il passaggio di quote sarebbe stata l’ultima tappa del percorso imprenditoriale che i magistrati descrivono “alimentato da una incontenibile smania di ricchezza e notorietà, presentandosi come imprenditore di successo, falsificando documenti contabili e bilanci per creare un’apparente situazione di solidità e floridezza economica”. Alla fine Castagna sarebbe riuscito ad ampliare “l’ambito di operatività delle sue società senza preoccuparsi di acquisire le autorizzazioni necessarie”. A cominciare da quella per piazzare i ripetitori telefonici a Monte Pellegrino.
Non è tutto perché i pm ritengono che Castagna negli ultimi mesi “abbia incrementato l’attività delinquenziale da un lato nel tentativo di reperire con facilità liquidità economiche, forse da reinvestire in nuovi fantasiosi progetti imprenditoriali o più semplicemente per mantenere un elevato tenore di vita”. Ci sono tanti passaggi economici che non convincono. Tra tutti, due bonifici eseguiti nel settembre 2012 per l’importo rispettivamente di 55 e 100 mila euro. Erano stati registrati come pagamenti di forniture. Ed invece risulterebbe il passaggio del denaro dal conto di Italiacom su quello personale di Castagna alla voce “Acconto soci/utili”. Una parte dei soldi sarebbe stata utilizzata “per l’acquisto presso una nota gioielleria palermitana di tre orologi di lusso (Rolex) e un prezioso”. Castagna e la Cinà sono andati nel negozio. Hanno scelto la merce e chiesto di metterla da parte. Fu poi una terza persona a saldare il conto con un assegno circolare.
0 notes
Text
L’inchiesta sul crac di Italiacom | Le intercettazioni di Castagna
PALERMO – Il 6 giugno scorso il Tribunale di Palermo dichiara il fallimento di Italiacom. L’avventura della compagnia telefonica Made in Sicily giunge al capolinea. Una ventina di giorni prima il suo fondatore, Salvo Castagna, aveva ceduto le quote. “Solo sulla carta”, però, dicono gli investigatori.
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche delle recentissime intercettazioni. Il telefono dell’imprenditore, infatti, era controllato. Le conversazioni, scrivono i pm, “convergono nell’intenzione di Castagna di occultare dall’attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, truffa ed evasione fiscale. Accuse alle quali finora ha scelto di non replicare.
La sua voce, il 16 giugno scorso, è rimasta impressa nei nastri magnetici, mentre chiedeva al suo interlocutore “una cosa, il magazzino per quanto riguarda le cose?”. Le cose sarebbero “le attrezzature, computer, server, macchine”. Tre giorni dopo Castagna dava indicazioni ad un altro uomo: “Comu ti l’ha diri che dda banna s’hanna a pigghiari i cuosi…. si devono mettere in un posto… perché mi ha detto l’avvocato dice il curatore giorno 2 non so quando si va a pigghia tutti i cuosi, se c’è un posto semplice, un magazzino che lo prestano per 15 giorni un mese vanno la e lui si prende tutte cose… vediamo se c’è qualcuno che ci può prestare un magazzino, una stanza, un appartamento, un pirtusu”.
Castagna, dunque, avrebbe voluto portare via i server che, secondo l’accusa, potrebbero custodire la prova della truffa ai danni dei clienti Italiacom. Un capitolo delle indagini riguarda, infatti, i prelievi effettuati dalle carte di credito di diversi cittadini. Quanti? Finora sul tavolo del procuratore aggiunto Dino Petralia e del sostituto Claudia Ferrari, ne sono arrivate una manciata. L’ipotesi, però, è che i truffati potrebbero essere centinaia per complessivi di 491 euro giustificati con le voci “adeguamento contrattuale” e “mancata restituzione del modem/router”.
Le indagini proseguono. Tra i punti sotto esame c’è certamente il passaggio delle quote di Italiacom, intestate a Castagna e alla ex compagna, Alba Cinà, pure lei indagata. Ad acquistarle, il 20 maggio scorso, è stata la titolare di un negozio di abbigliamento e biancheria di Palermo. I pm ritengono che potrebbe trattarsi di una sorta di prestanome. Il passaggio di quote sarebbe stata l’ultima tappa del percorso imprenditoriale che i magistrati descrivono “alimentato da una incontenibile smania di ricchezza e notorietà, presentandosi come imprenditore di successo, falsificando documenti contabili e bilanci per creare un’apparente situazione di solidità e floridezza economica”. Alla fine Castagna sarebbe riuscito ad ampliare “l’ambito di operatività delle sue società senza preoccuparsi di acquisire le autorizzazioni necessarie”. A cominciare da quella per piazzare i ripetitori telefonici a Monte Pellegrino.
Non è tutto perché i pm ritengono che Castagna negli ultimi mesi “abbia incrementato l’attività delinquenziale da un lato nel tentativo di reperire con facilità liquidità economiche, forse da reinvestire in nuovi fantasiosi progetti imprenditoriali o più semplicemente per mantenere un elevato tenore di vita”. Ci sono tanti passaggi economici che non convincono. Tra tutti, due bonifici eseguiti nel settembre 2012 per l’importo rispettivamente di 55 e 100 mila euro. Erano stati registrati come pagamenti di forniture. Ed invece risulterebbe il passaggio del denaro dal conto di Italiacom su quello personale di Castagna alla voce “Acconto soci/utili”. Una parte dei soldi sarebbe stata utilizzata “per l’acquisto presso una nota gioielleria palermitana di tre orologi di lusso (Rolex) e un prezioso”. Castagna e la Cinà sono andati nel negozio. Hanno scelto la merce e chiesto di metterla da parte. Fu poi una terza persona a saldare il conto con un assegno circolare.
1 note
·
View note
Text
#NewsPA - Consiglio comunale approva ordine del giorno che impegna sindaco e Giunta a promuovere diritto alla salute e rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale. Dichiarazione consiglieri comunali PD, M5S, AVS, OSO, Gruppo Misto e Miceli
«Ci uniamo con convinzione alla preoccupazione dei Sindaci e delle comunità per il destino degli ospedali di Petralia Sottana e Corleone… Read More «Ci uniamo con convinzione alla preoccupazione dei Sindaci e delle comunità per il destino degli ospedali di Petralia Sottana e Corleone… Feed RSS – Comune di Palermo Notizia
0 notes
Text
L’inchiesta sul crac di Italiacom | Le intercettazioni di Castagna
Il 6 giugno scorso il Tribunale di dichiara il fallimento di Italiacom. L’avventura della compagnia telefonica Made in Sicily giunge al capolinea. Una ventina di giorni prima il suo fondatore, Salvo Castagna, aveva ceduto le quote. “Solo sulla carta”, però, dicono gli investigatori.
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche delle recentissime intercettazioni. Il telefono dell’imprenditore, infatti, era controllato. Le conversazioni, scrivono i pm, “convergono nell’intenzione di Castagna di occultare dall’attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, truffa ed evasione fiscale. Accuse alle quali finora ha scelto di non replicare.
La sua voce, il 16 giugno scorso, è rimasta impressa nei nastri magnetici, mentre chiedeva al suo interlocutore “una cosa, il magazzino per quanto riguarda le cose?”. Le cose sarebbero “le attrezzature, computer, server, macchine”. Tre giorni dopo Castagna dava indicazioni ad un altro uomo: “Comu ti l’ha diri che dda banna s’hanna a pigghiari i cuosi…. si devono mettere in un posto… perché mi ha detto l’avvocato dice il curatore giorno 2 non so quando si va a pigghia tutti i cuosi, se c’è un posto semplice, un magazzino che lo prestano per 15 giorni un mese vanno la e lui si prende tutte cose… vediamo se c’è qualcuno che ci può prestare un magazzino, una stanza, un appartamento, un pirtusu”.
Castagna, dunque, avrebbe voluto portare via i server che, secondo l’accusa, potrebbero custodire la prova della truffa ai danni dei clienti Italiacom. Un capitolo delle indagini riguarda, infatti, i prelievi effettuati dalle carte di credito di diversi cittadini. Quanti? Finora sul tavolo del procuratore aggiunto Dino Petralia e del sostituto Claudia Ferrari, ne sono arrivate una manciata. L’ipotesi, però, è che i truffati potrebbero essere centinaia per complessivi di 491 euro giustificati con le voci “adeguamento contrattuale” e “mancata restituzione del modem/router”.
Le indagini proseguono. Tra i punti sotto esame c’è certamente il passaggio delle quote di Italiacom, intestate a Castagna e alla ex compagna, Alba Cinà, pure lei indagata. Ad acquistarle, il 20 maggio scorso, è stata la titolare di un negozio di abbigliamento e biancheria di. I pm ritengono che potrebbe trattarsi di una sorta di prestanome. Il passaggio di quote sarebbe stata l’ultima tappa del percorso imprenditoriale che i magistrati descrivono “alimentato da una incontenibile smania di ricchezza e notorietà, presentandosi come imprenditore di successo, falsificando documenti contabili e bilanci per creare un’apparente situazione di solidità e floridezza economica”. Alla fine Castagna sarebbe riuscito ad ampliare “l’ambito di operatività delle sue società senza preoccuparsi di acquisire le autorizzazioni necessarie”. A cominciare da quella per piazzare i ripetitori telefonici a Monte Pellegrino.
Non è tutto perché i pm ritengono che Castagna negli ultimi mesi “abbia incrementato l’attività delinquenziale da un lato nel tentativo di reperire con facilità liquidità economiche, forse da reinvestire in nuovi fantasiosi progetti imprenditoriali o più semplicemente per mantenere un elevato tenore di vita”. Ci sono tanti passaggi economici che non convincono. Tra tutti, due bonifici eseguiti nel settembre 2012 per l’importo rispettivamente di 55 e 100 mila euro. Erano stati registrati come pagamenti di forniture. Ed invece risulterebbe il passaggio del denaro dal conto di Italiacom su quello personale di Castagna alla voce “Acconto soci/utili”. Una parte dei soldi sarebbe stata utilizzata “per l’acquisto presso una nota gioielleria palermitana di tre orologi di lusso (Rolex) e un prezioso”. Castagna e la Cinà sono andati nel negozio. Hanno scelto la merce e chiesto di metterla da parte. Fu poi una terza persona a saldare il conto con un assegno circolare.
1 note
·
View note