#Papa Francesco messaggio
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La Sala stampa Vaticana diffonde la prima foto di Papa Francesco durante il ricovero al Gemelli
Il Vaticano ha fatto sapere inoltre, che il Pontefice “durante la giornata ha continuato con le terapie e la fisioterapia sia respiratoria che motoria”. La prima immagine dal ricovero. ROMA – Dopo un mese di degenza al Policlinico Gemelli a causa di una polmonite bilaterale, è stata diffusa la prima foto di Papa Francesco durante il suo ricovero. L’immagine, rilasciata dalla Sala Stampa della…
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PRIMA PAGINA Giornale Di Sicilia di Oggi mercoledì, 30 aprile 2025
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XXXIII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
Messaggio di Papa Francesco:
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Strumenti di Pace
Il messaggio di Papa Francesco ai giovani della costiera amalfitana: le parole siano Strumenti di Pace SCALA (SA) – Il Santo Padre ha inviato un messaggio agli oltre 500 giovani della Diocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni che si sono ritrovati nel pomeriggio del 3 settembre nel Duomo di San Lorenzo a Scala in occasione dell’incontro Strumenti di Pace. Il 3 settembre è il giorno in cui l’antica…
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Fratelli e sorelle, buona Pasqua!
Oggi nella Chiesa finalmente risuona l’alleluia, riecheggia di bocca in bocca, da cuore a cuore, e il suo canto fa piangere di gioia il popolo di Dio nel mondo intero.
Dal sepolcro vuoto di Gerusalemme giunge fino a noi l’annuncio inaudito: Gesù, il Crocifisso, «non è qui, è risorto» (Lc 24,6). Non è nella tomba, è il vivente!
L’amore ha vinto l’odio. La luce ha vinto le tenebre. La verità ha vinto la menzogna. Il perdono ha vinto la vendetta. Il male non è scomparso dalla nostra storia, rimarrà fino alla fine, ma non ha più il dominio, non ha più potere su chi accoglie la grazia di questo giorno.
Sorelle e fratelli, specialmente voi che siete nel dolore e nell’angoscia, il vostro grido silenzioso è stato ascoltato, le vostre lacrime sono state raccolte, nemmeno una è andata perduta! Nella passione e nella morte di Gesù, Dio ha preso su di sé tutto il male del mondo e con la sua infinita misericordia l’ha sconfitto: ha sradicato l’orgoglio diabolico che avvelena il cuore dell’uomo e semina ovunque violenza e corruzione. L’Agnello di Dio ha vinto! Per questo oggi esclamiamo: «Cristo, mia speranza, è risorto!» (Sequenza pasquale).
Sì, la risurrezione di Gesù è il fondamento della speranza: a partire da questo avvenimento, sperare non è più un’illusione. No. Grazie a Cristo crocifisso e risorto, la speranza non delude! Spes non confundit! (cfr Rm 5,5). E non è una speranza evasiva, ma impegnativa; non è alienante, ma responsabilizzante.
Quanti sperano in Dio pongono le loro fragili mani nella sua mano grande e forte, si lasciano rialzare e si mettono in cammino: insieme con Gesù risorto diventano pellegrini di speranza, testimoni della vittoria dell’Amore, della potenza disarmata della Vita.
Cristo è risorto! In questo annuncio è racchiuso tutto il senso della nostra esistenza, che non è fatta per la morte ma per la vita. La Pasqua è la festa della vita! Dio ci ha creati per la vita e vuole che l’umanità risorga! Ai suoi occhi ogni vita è preziosa! Quella del bambino nel grembo di sua madre, come quella dell’anziano o del malato, considerati in un numero crescente di Paesi come persone da scartare.
Quanta volontà di morte vediamo ogni giorno nei tanti conflitti che interessano diverse parti del mondo! Quanta violenza vediamo spesso anche nelle famiglie, nei confronti delle donne o dei bambini! Quanto disprezzo si nutre a volte verso i più deboli, gli emarginati, i migranti...
L ultimo messaggio di Papa Francesco.
Al di là di ogni credo religioso,e andato via un Grande Uomo💔
R.I.P Francesco
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A Benevento il sindaco Clemente Mastella ha disposto la chiusura dei teatri e il divieto di musica all’aperto per la sera del 25 aprile, andando oltre le indicazioni ministeriali. Nel Bresciano, Ono San Pietro e Cividate Camuno hanno annullato i cortei, mentre a Domodossola la decisione ha attirato le critiche di Pd, Avs, M5S, Italia Viva e Volt. A Romano di Lombardia (Bergamo), il presidente del consiglio comunale ha vietato «brani musicali, inni e canti ad eccezione del Silenzio e dell’Attenti», inclusa “Bella ciao”, scatenando l’ira dell’ANPI locale e le critiche del gruppo regionale del PD. In molti casi, le tensioni erano esplose già prima del lutto. A Trieste la giunta aveva negato il patrocinio alla Festa della Liberazione organizzata dal Comitato 25 aprile; a Lissone l’amministrazione di centrodestra aveva rifiutato all’ANPI il permesso di esporre un drappo commemorativo. A Legnano è stato annullato il concerto della band Punkreas. Anche Cesena ha cancellato il concerto del 24 aprile: in una nota Sinistra italiana Cesena ha osservato che «la proclamazione del lutto nazionale non impone necessariamente l’annullamento di eventi pubblici» e che «sospendere una celebrazione pubblica della Resistenza, anche in testimonianza di un lutto condiviso, significa mettere in secondo piano la memoria collettiva e i valori fondativi della nostra democrazia». A Ponte San Nicolò (Padova) il sindaco Gabriele De Boni, espressione di centrosinistra, ha annullato l’intero programma del 25 aprile, mantenendo solo «la messa in suffragio dei caduti e il momento commemorativo al monumento ai caduti». De Boni ha spiegato in una nota: «Le celebrazioni che avevamo preparato non potranno aver luogo così come pensate in quanto è stato istituto il lutto nazionale che impone ‘sobrietà’. Non entro nel merito della scelta del Governo, è una scelta di chi decide e come tale va rispettata, ma ancora una volta lascia agli amministratori locali la discrezionalità di come attuarla. Con i colleghi Sindaci ci stiamo confrontando e c’è tanto smarrimento. C’è chi dice nessun discorso, chi dice nessuna parata, chi dice niente in assoluto, chi dice che si faccia tutto… Per quanto mi riguarda credo sia doveroso onorare i caduti e celebrare l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo». A Mogliano Veneto i consiglieri di minoranza hanno denunciato di «aver ricevuto dalla segreteria del Sindaco una comunicazione che annuncia modifiche al programma delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Liberazione, a seguito del lutto nazionale proclamato per la morte di Papa Francesco». I consiglieri spiegano che «nel messaggio si specifica che non si terranno ‘canti, musiche o celebrazioni solenni’» e «verrà cancellato il tradizionale corteo lungo via Pia e Piazza Duca d’Aosta». Aggiungono inoltre che «questa decisione segue la rimozione dei pannelli informativi dedicati alle donne della Resistenza, come ogni anno esposti sulla facciata del municipio» e di avere appreso del «tentativo da parte della Giunta di escludere anche l’intervento della presidente della sezione locale dell’ANPI». A Cinisello Balsamo la CGIL ha denunciato che il sindaco ha sospeso il comizio ANPI, ridotto la lunghezza del corteo e invitato i partiti a non esporre bandiere. A Cagliari il corteo è confermato, ma senza banda comunale. Persino gli Archivi di Stato hanno rinviato o annullato tutte le iniziative fino al 26 aprile, dopo una circolare interna. Dopo le disposizioni del governo molti Comuni cancellano le celebrazioni del 25 aprile
Gente con le palle...
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Leone.
Non sono passate neanche 24 ore dall’elezione a Papa e Leone XIV è riuscito già in un’impresa notevole: far scoppiare il fegato a trumpiani, Maga e affini.
Prima i due vecchi tweet anti Trump e anti Vance sui migranti e sul vero significato del messaggio cristiano.
Poi se n’è uscita fuori l’influencer ultratrumpiana e complottista Laura Loomer. Che, parlando del nuovo Papa, ha ululato alla Luna.
“È anti-Trump, anti-MAGA, a favore delle frontiere aperte ed è un marxista convinto come Papa Francesco. I cattolici non hanno nulla di buono da aspettarsi. Un’altra marionetta marxista in Vaticano”.
Sì, ma ha anche dei difetti…
Presto per dire che Papa sarà Robert Francis Prevost. Ma se il buon giorno si vede dal mattino…
L. Tosa
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Humanity and Art: Creation of Ibrahim Malla
Humanity and Art: Creation of Ibrahim Malla - Inspired by Vincent Van Gogh
"... fonde l’umanità della fotografia con l’arte dei colori di Vincent Van Gogh, in un dialogo sincero tra luce e ombra, vita e speranza. Le immagini raccolte da Ibrahim Malla non sono semplici istantanee di realtà difficili, ma finestre vibranti su storie di resilienza e umanità, capaci di trasformare il dolore in bellezza, proprio come i toni intensi e suggestivi che Van Gogh ha saputo donare alle sue opere.
Il ricco uso cromatico, ispirato alle pennellate del celebre artista, ci invita a vedere il mondo da una prospettiva nuova, dove ogni sfumatura racconta una storia di coraggio e solidarietà. Queste fotografie ci trasportano in luoghi lontani e sconosciuti, dove le difficoltà si intrecciano con la speranza, e dove l’arte diventa il linguaggio universale che unisce le persone al di là delle barriere.
In un’epoca in cui il nostro impegno civile e umano risulta più che mai indispensabile, il lavoro di Malla ci ricorda l’importanza di dare voce a chi spesso resta inascoltato. Il suo sguardo attento, capace di cogliere la luce anche negli angoli più oscuri, è un invito a guardare oltre le apparenze, per riscoprire la bellezza nascosta in ogni gesto di solidarietà."









Una mostra bellissima è stata inaugurata oggi, 4 aprile, nella chiesa del Sacro Cuore a Solbiate Olona. “Humanity and Art” è l’esposizione di Ibrahim Malla, fotografo umanitario siriano e italiano, Ambasciatore di buona volontà per la Croce Rossa della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, della Croce Rossa Ecuadoriana e della Croce Rossa Armena, medaglia d’oro all’Onore della Croce Rossa Armena e medaglia d’argento al merito della Croce Rossa Italiana.
L’artista è partito dalle sue fotografie, quelle che ha scattato ai volontari della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa in tutto il mondo (Siria, Armenia, Bosnia, Ecuador solo per citare alcuni Stati), e agli ultimi della Terra, e le ha parzialmente rielaborate conferendo loro colori e pennellate alla Vincent Van Gogh. I primi, i soccorritori, sono rimasti così come erano stati immortalati, mentre ad essere ridipinti sono stati coloro che venivano soccorsi.
Questo perché il fotografo originario di Damasco ha voluto lasciare “reali” gli operatori per sottolinearne l’impegno reale e concreto che porta colore, valore e gioia alle persone aiutate.
Anche la scelta dell’arte del pittore olandese non è un caso. Malla ha spiegato di essere stato ispirato da Van Gogh perché quest’ultimo, pur nelle difficoltà, ha sempre avuto uno sguardo positivo sull’umanità. I suoi celebri quadri sprizzano colore e vitalità. Il messaggio del fotografo umanitario è di speranza, la speranza dell’umanità che non si arrende e che trova la forza di sostenere e sostenersi. Anche nelle situazioni più buie infatti l’umanità riesce ad emergere.
«Dove c’è l’umanità c’è felicità, colore e amore» ha affermato Malla.
«La fotografia è un’arte, lo dico sempre – ha aggiunto – e in questa mostra lo faccio vedere ancora di più, concretamente».
Oltre alle opere in sé, e al grande lavoro dietro di esse, non si può sottacere anche la suggestiva cornice in cui l’esposizione è stata collocata, la chiesa detta del Sacro Cuore. I lavori sono stati disposti a semicerchio, con al centro quella che Malla definisce “la mia Monnalisa siriana”, la foto di una bimba che è stata autografata da Papa Francesco. Anche la disposizione voluta da Malla non è stata frutto del caso: proprio alle 17, l’ora dell’inaugurazione della mostra, il sole entrando in chiesa ha battuto, illuminandolo, proprio su quel volto di bambino posto al centro dell’edificio.
All’evento, organizzato in collaborazione con il Comune di Solbiate Olona e grazie alla Parrocchia S. Antonino Martire e al Gruppo Artisti Solbiatesi, sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco Lucio Ghioldi e l’assessore alla cultura Giada Martucci, oltre a Silvia Elzi, moglie dell’artista e traduttrice.
Hares Magrdzija della Croce rossa bosniaca, coordinatore per il sostegno ai migranti, ha sottolineato come «dietro queste persone e foto ci sono le loro storie, i loro desideri, le loro necessità, non sono numeri».
di Maria Giulia Porrello de IlBustese.it
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Il #13Marzo 2013 fu eletto Papa il Cardinale Argentino Jorge Mario Bergoglio, che prese il nome di Francesco.
A 12 Anni dal suo Pontificato, di seguito il link di un interessante articolo di RAINews.it [12 anni di Papa Francesco: un Pontefice tra tradizione e innovazione] e un piccolo stralcio del suo messaggio ai giovani volontari della #Gmg2013 di Rio de Janeiro: un messaggio che travalica confini, lingue e storie...
《... Siate sempre generosi con Dio e con gli altri: non si perde nulla, anzi è grande la ricchezza di vita che si riceve [...]
Vi chiedo di essere rivoluzionari, di andare contro corrente; sì, vi chiedo di ribellarvi a questa cultura del provvisorio che, in fondo, crede che voi non siate in grado di assumervi responsabilità, che non siate capaci di amare veramente [...]
Io ho fiducia in voi giovani e prego per voi. Abbiate il coraggio di andare contro corrente, abbiate il coraggio di essere felici! 》
___🌷Papa Francesco
#accaddeoggi • #Almanacco • #PapaFrancesco #tradizione • #innovazione
#Giovani • #Amore • #Fiducia • #Fede
Leggi l'articolo di ieri su RAINews.it 👉
https://www.rainews.it/amp/articoli/2025/03/papa-francesco-13-marzo-2013-un-pontefice-tra-tradizione-e-innovazione-a717bc84-88b4-412e-803d-f0dab1f9f57d.html
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"La scomparsa di Papa Francesco ci priva di una voce significativa che ha saputo interrogare credenti e non credenti. Merita il nostro cordoglio. Quello che non merita è l'ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli e oggi cerca di seppellire nella retorica il suo potente messaggio. L’ipocrisia chi deporta i migranti, di chi toglie i soldi ai poveri, nega l'emergenza climatica, nega le cure a chi non può permettersele. Il modo migliore per ricordarlo è cogliere l’esempio di coerenza tra quello che diceva e quello che faceva, sulla pace a Gaza e in Ucraina, il contrasto alle disuguaglianze, accogliere anziché respingere chi fugge da una guerra, cambiare un modello di sviluppo che sta creando disuguaglianze“.
- Elly Schlein
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Un omaggio a Papa Francesco, la voce degli ultimi, il riformatore della Chiesa, l’uomo che ha ridato umanità e coraggio al nostro tempo. Scopri di più su Alessandria today.
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PRIMA PAGINA La-discussione di Oggi martedì, 22 aprile 2025
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La fine della Chiesa come soggetto europeo
Se si guarda al pontificato di Papa Francesco attraverso le categorie della cronaca, si rischia di coglierne solo la superficie: il linguaggio inclusivo, l’apertura verso le periferie, la sinodalità come metodo di governo. Ma è solo nel pensiero radicalmente meta-storico – come quello di Giorgio Locchi – che tale figura acquista tutto il suo significato. In questa prospettiva, Bergoglio appare come un agente attivo del processo di de-europeizzazione del mondo e, con esso, della fine del mito europeo. Il mito europeo – secondo Locchi – è la visione eroica e creatrice dell’uomo, incentrata sull’idea di autoaffermazione storica e di continuità culturale. È il mito dell’eterno ritorno del medesimo, che si oppone radicalmente all’idea lineare del tempo, quella giudaico-cristiana e poi progressista, che pensa la storia come redenzione o progresso. Papa Ratzinger, pur dentro l’orizzonte cristiano, si era mostrato consapevole del valore della forma, della tradizione, della memoria mitica dell’Europa. Con Francesco, invece, si compie un salto qualitativo. Il Vaticano diventa un soggetto etico-politico del mondo globalizzato, parla il linguaggio delle Nazioni Unite, fa propria l’agenda delle ONG. Il papa non è più il vicario di Cristo, ma il portavoce spirituale della postmodernità. In termini locchiani, potremmo dire che Francesco è il primo papa pienamente figlio dell’ideologia dell’uguaglianza universale: ha interiorizzato la negazione della differenza come nuovo comandamento morale. È il pontefice dell’umanità astratta, e quindi contro ogni forma.
Per duemila anni, il cristianesimo ha convissuto – spesso in tensione, talvolta in sinergia – con la struttura spirituale, simbolica e politica dell’Europa. Con Costantino e poi con Gregorio Magno, con Carlo Magno e poi con Innocenzo III, la Chiesa non si è limitata a predicare il Vangelo: ha assunto la forma imperiale, si è fatta custode di un ordine, di una gerarchia, di una civiltà. Il cattolicesimo è stato, in fondo, il compromesso tra il messaggio paolino e l’eredità pagano-classica di Roma. È stato il cristianesimo romanizzato, radicato nella Storia, nella liturgia, nella teologia, nell’Europa. Benedetto XVI ne è stato il simbolo vivente. Un papa teologo, europeo fino al midollo, convinto che il cristianesimo avesse bisogno della ragione greca per non dissolversi nella superstizione o nell’ideologia. Il suo celebre discorso di Ratisbona, che rivendicava il logos greco-cristiano come base della civiltà occidentale, fu un atto di resistenza culturale contro la deriva relativista. Non è un caso che Benedetto XVI sia stato rapidamente marginalizzato: troppo europeo, troppo teologico, troppo ostico per un mondo che preferisce la narrazione al dogma, il sentimento alla verità. In questa prospettiva, la rottura di Bergoglio con Ratzinger non è solo dottrinale: è ontologica. Ratzinger rappresentava ancora l’idea che la verità fosse legata alla forma, alla gerarchia, alla Tradizione. Con Francesco, il compromesso millenario si spezza. La Chiesa smette di pensarsi come forma storica europea e si presenta finalmente per ciò che, nelle sue radici, è sempre stata: una religione universale, egualitaria, misericordiosa, senza identità. Un cristianesimo purificato dalla storia, slegato da ogni civiltà. E proprio per questo, un cristianesimo pienamente realizzato.
Ciò che sembra un atto di riforma è in realtà un atto di compimento, Francesco non tradisce il cristianesimo: lo realizza. Ma è proprio questa realizzazione a decretare la fine della Chiesa come soggetto europeo, come potenza spirituale e politica dell’Occidente. La Chiesa si dissolve nel mondo, diventa coscienza, si fa ONG morale. Non è più il cuore della civiltà: è il suo specchio. Perché quando il cristianesimo smette di essere romano, smette anche di essere europeo. E quando smette di essere europeo, smette di essere civiltà. Francesco è stato il papa di questo passaggio. Non lo ha causato, sia chiaro, ma lo ha certamente capito. Non lo ha contrastato, ma lo ha accompagnato fino in fondo. È difficile trovare nella storia un altro papa capace di parlare con tanta efficacia ai poteri del mondo. E non in senso apologetico, ma in senso simbolico. Francesco durante il suo pontificato ha adottato tutti i codici dell’umanitarismo globale: la compassione, l’inclusione, l’equità, la sostenibilità. Ha fatto della Chiesa non un bastione, ma una piattaforma. Ha reso il cattolicesimo permeabile, fluido, adattabile. In una parola: disponibile. Ma disponibile a chi? A cosa? Alla nuova etica globale che si impone come surrogato della trascendenza. Una spiritualità dolce, priva di escatologia, senza dogmi, senza confini, che ha nella cura e nell’empatia i suoi sacramenti laici. Una morale senza Dio, che accetta tutti e salva nessuno. Francesco non l’ha inventata: l’ha riconosciuta. E l’ha abbracciata.
Così, mentre il mondo è in cordoglio per il papa argentino, e la stampa lo celebra come “il pontefice del dialogo”, l’Europa si svuota di senso, la Chiesa perde (probabilmente per sempre) la sua forma romana, e l’uomo europeo – quello che ancora crede nella missione storica, nella verticalità del destino, nella potenza creatrice della differenza – si ritrova in un nuovo campo di possibilità. Non saremo certo noi a rimpiangere i tempi del Papa-Re a fronte di una chiesa pienamente globalitaria. Papa Francesco non è stato un semplice pastore ma l’alfiere terminale del lungo processo di cristianizzazione dell’Occidente, che ha portato non alla salvezza, ma all’oblio del mito. Il suo pontificato non apre, ma chiude e dissolve la storia della Chiesa come storia dell’Europa. È la fine della Chiesa come forma, e quindi la fine di un’epoca.
Kulturaeuropa
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Javier Milei denuncia la "sanguinosa agenda dell'aborto" al vertice del WEF
Mentre il papa Argentino, Francesco, ha elogiato il World Economic Forum, con un messaggio indirizzato al suo presidente Klaus Schwab, il Presidente argentino, Javier Milei, ha invece fatto sentire la sua denuncia contro l’aborto e le ideologie transumaniste. Sorgente: BREAKING: Il Presidente argentino Javier Milei denuncia la “sanguinosa agenda dell’aborto” al vertice del World Economic Forum di…

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Da venerdì 16 a domenica 18 maggio 2025, Palermo sarà il centro nevralgico del IV Meeting Francescano del Mediterraneo, evento promosso dall’Ordine Francescano Secolare (OFS) e dalla Gioventù Francescana di Sicilia (GiFra), con la collaborazione dell’Arcidiocesi di Palermo, della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, del Comune e delle famiglie francescane religiose. Il capoluogo siciliano accoglierà migliaia di partecipanti da tutta l’isola e da altre regioni italiane in un grande momento di riflessione, azione e spiritualità nel nome del dialogo mediterraneo e della pace. Il tema scelto per questa edizione, “Connessi – Un’eco di pace nel Mediterraneo”, sottolinea le tre dimensioni portanti della spiritualità francescana: ecologia, dialogo e pace. Il titolo intende rappresentare un messaggio di speranza che, partendo dal cuore della città, si diffonda come un’eco simbolica in tutto il bacino mediterraneo, in linea con l’idea del Mediterraneo come spazio di incontro tra culture e popoli. Come spiegato da Carmelo Vitello, ministro regionale dell’Ordine Francescano Secolare di Sicilia, “la pace non è solo assenza di conflitti ma costruzione quotidiana di giustizia e fraternità; l’ecologia è armonia con il creato, mentre il dialogo è fondamento per ogni relazione autentica”. Il Meeting, ha aggiunto, si ispira al Cantico delle Creature e alla Laudato Si’ di Papa Francesco, rilanciando la missione francescana nel presente. Il cuore pulsante dell’evento sarà Piazza della Cattedrale, trasformata in un Villaggio francescano articolato in aree tematiche, laboratori, incontri e spazi di dialogo aperti a tutti, famiglie comprese. Tra gli appuntamenti principali, la firma del Manifesto per la Fraternità, la consegna del Premio San Ludovico, la presenza di ospiti illustri come Mons. George Bugeja, don Luigi Ciotti e il poeta Davide Rondoni, oltre a dibattiti su sostenibilità, dialogo interreligioso, leadership mediterranea e comunicazione. Attese anche performance artistiche, spettacoli, laboratori interattivi, e attività per bambini e adolescenti. La giornata conclusiva, domenica 18, sarà dedicata alla tradizionale “Festa del Sì” della Gioventù Francescana, che ogni anno celebra il coraggio e l’impegno dei giovani. L’incontro sarà caratterizzato da testimonianze, musica e un momento comunitario di adesione ai valori francescani. Il presidente della GiFra Sicilia, Matteo Leanza, ha sottolineato che il tema scelto – “Siamo nati e non moriremo mai più”, ispirato alla beata Chiara Corbella Petrillo – sarà un’occasione per riflettere sulle sfide che toccano i giovani di oggi, dall’emarginazione alla lotta contro l’indifferenza, in un cammino condiviso verso la vita, la speranza e la responsabilità. Il Meeting Francescano del Mediterraneo rappresenta dunque un evento culturale e spirituale di grande rilevanza, capace di coinvolgere credenti, cittadini, turisti e associazioni in un’esperienza condivisa di fraternità e costruzione del bene comune, all’insegna dello spirito francescano che da sempre unisce contemplazione e impegno concreto per la pace. Read the full article
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Portando nel cuore la gioia ed il forte messaggio di SPERANZA che Papa Francesco ci ha consegnato con l'invito a vivere in pienezza quest'anno giubilare, vi invitiamo ad un momento di preghiera, di incontro e condivisione che concluderà il nostro cammino alla scoperta della bellezza e del profondo significato del GIUBILEO della SPERANZA.
Con sentimenti di gratitudine e speranza vi invitiamo al 4° INCONTRO ON-LINE che si svolgerà Lunedì 5 Maggio 2025 alle ore 20:15.
In quest'ultima tappa saremo accompagnati dalla riflessione di Don Guido Catozzi, che ci farà scoprire la straordinarietà del GIUBILEO calato nella nostra vita, un percorso dalla sofferenza alla liberazione accompagnati poi dalle condivisioni che ci doneranno Pina e Carmelo Santangelo (coppia di sposi e della Regione Sicilia Storica), Teresa e Salvatore De Bonis con i figli Gennaro e Domenico (famiglia della Regione Sud) e con la partecipazione di altre due coppie: Mariangela e Vincenzo Guerrini (Regione Romagna Marche) e Flora e Stefano Gasparini (Regione Emilia).
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