#Ovviamente sappiamo che non succederà mai
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Vi autorizzo a bloccarmi e mandarmi a fare in culo per ciò che sto per dire ma...raga...Morgan sarebbe un ottimo direttore artistico.
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No dio ti prego no
#Ovviamente sappiamo che non succederà mai#Non metteranno una mina vagante a capo del maggior progetto dell'azienda lbr dai#Ma sappiamo pure che saprebbe sceglierebbe pezzi strepitosi#Facciamo così: se come direttore artistico ci mettono lui accetto di buon grado Cattelan conduttore nel pacchetto lmao#Raga su questa cosa di Cattelan STO SCHERZANDO EH non mettetevi in testa che io ne pensi male o cosa#Sanremo#Sanremo 2025#Sanremo75
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Dio
Sto sui social da più di 10 anni. Nel tempo ho scritto di tutto, ho cambiato stile, più volgare, meno volgare, più estremo, meno estremo, più capezzoli, meno capezzoli. Non ho mai minacciato di morte nessuno (e questo fa di me una persona banale), e non ho promosso l'invasione del Parlamento americano, ma ho ampiamente goduto della libertà di espressione. Sono stato censurato dalle regole del social? Sì, naturalmente, ma da Facebook. E qualche volta da Instagram. Se devo dirla tutta, Facebook mi ha fatto seriamente incazzare, tra la stupidità dell'algoritmo, dei moderatori, o di tutti e due. Twitter non mi ha mai dato un problema. Quando scrivo lì, so per certo che non mi succederà nulla, perché è già il regno della libertà di espressione, del "famo come ce pare". Ovviamente non è un paradiso, per anni è stato una fogna di troll, tutta gente che non scrive cose: le vomita (sarò schizzinoso, ma quella roba è vomitare, scrivere è un'altra cosa). Da che mondo è mondo, un locale frequentato da troppa gentaccia alla fine perde tutti gli altri frequentatori, e un po' di selezione bisogna farla. Twitter doveva prendere delle misure e le ha prese, ma comunque molto leggere. Niente di paragonabile a Facebook. Non essere mai censurato in 11 anni - specie per una pagina satirico-blasfema - è un raro privilegio, so cosa vuol dire, perciò quando Elon Musk giustifica la sua scalata a Twitter parlando di democrazia e di libertà di espressione sta mentendo. Ma proprio alla grandissima. Senza curarsi di essere un minimo sottile, senza provare nemmeno a costruire bene la cazzata. La spara e basta. L'acquisto di Twitter non serve alla libertà di espressione, ma agli affari suoi. Elon Musk è un genio, un grande, uno che lascerà il segno nella storia, ma prima di tutto è un ricco intelligente, scorretto, incontentabile, incontenibile. I personaggi come lui sono tanto belli, divertenti, interessanti, sembrano usciti da un film e li seguiamo volentieri, ma quando questi soggetti fanno un acquisto da 44 miliardi di dollari, e dicono di farlo animati solo da buone intenzioni e per il bene della democrazia, semplicemente non bisogna crederci: è storytelling. Elon, portaci su Marte, fai camminare i paralitici, fai tutti i miracoli che vuoi, ma almeno usa il tuo staff per costruire balle più credibili. Lo sappiamo che sei bravo, le sai dire meglio di così. Se proprio non ti vengono balle migliori, chiamami per una consulenza.
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SAN MARINO, LO "STATO CANAGLIA" Quell'indocile staterello grande poco più di Piazza Duomo, sta creando qualche grattacapo alla corazzata Italia e al di Lei Ministro degli Esteri. Oh Dio, per creare problemi a Di Maio basterebbe chiedergli la tabellina del 7 o molto più crudelmente la coniugazione di un qualsiasi verbo, senza infierire con gli irregolari. Fatto sta che San Marino é finita di fatto nella Lista dei Paesi nemici, altrimenti detti "canaglia" che non si inchinano alle Leggi dei Paesi evoluti, tra i quali ovviamente (nonostante Di Maio) figura anche l'Italia. Veniamo ai fatti. In un periodo di carenza vaccinale, mentre dagli schermi tv, più o meno improvvisati esperti, discutevano sulla bontà dei vaccini, La Repubblica dei Capitani, si era messa diligentemente in lista per vaccinare il suo Popolo. Dopo un incontro durato sei ore per spiegare a Di Maio dove si trovasse San Marino, perché era li' e che non era un quartiere di Riccione, la risposta fu di puro stampo leghista : Prima gli Italiani. I Sanmarinesi attesero pazientemente che i vaccini benedetti dall'UE, arrivassero sulle pendici del Monte Titano, in particolare il Pfizer, considerato "salvavita". Ma non arrivarono nemmeno le siringhe. Busso' alla porta del castello il Diavolo veste Putin, con la fialetta in mano dello Sputnik V, e come fa ancora Mastrotta, si mise a decantare l'improbabile bontà del prodotto. La Repubblica, stremata dall'attesa, accetto' il regalo russo. E vaccino' tutti i suoi Cittadini. Ma per l'UE, il vaccino non vale e quindi niente "green pass" a meno che il Popolo non si sottoponga ad un'altra dose di vaccino benedetto da Santa Madre Europa. Cosa che i Sanmarinesi non vogliono fare, preoccupati da quel "miscuglio vaccinale" nelle loro vene. Ma sappiamo che senza la Carta Verde non puoi nemmeno andare in toilette figuaratevi andare a lavorare in strutture scolastiche e sanitarie, o accedere a fiere, congressi, musei, teatri, cinema, piscine, parchi divertimento, centri termali, sale giochi in territorio italiano, né sedersi all’interno di bar e ristoranti se non entro il perimetro della loro Repubblica; ma nemmeno far visita ai parenti in ospedale e nelle residenze per anziani, prendere aerei o treni o imbarcarsi da qualche località italiana. Insomma saranno reclusi in pochi ettari di terra, sovrana ma isolata dagli altri. Ed ecco la genialata del Di Maio. Proroga fino a metà Ottobre dell'obbligo di presentare il Green Pass. Si va bene, ma dopo ? Dio vede e provvede. Le lamentele della piccola Repubblica sono giunte alle orecchie di Spock-Lavrov, Ministro degli Esteri russo. Incazzato é arrivato a Roma per chiedere all'amabile Ministro Di Maio, come mai i Sanmarinesi sono esenti ed i russi (vaccinati con il medesimo vaccino) invece NO. Voci di corridoio della Farnesina dicono che Giggetto s'é chiuso in bagno fino a quando il mastino russo non é tornato a Mosca. Ma poi, il 15/10, che succederà con San Marino ? L'ultima volta che abbiamo avuto un problemino con loro, abbiamo mandato l'Esercito a presidiare i confini. Era il lontano 1957 e la Repubblica dei Capitani si diede un Governo Social- Comunista. Apriti cielo. Mandammo i soldati a far la guerra ad uno dei pochi Paesi contro i quali probabilmente avremmo vinto. Era la "Notte di Rovereta". Il Governo dei mangia-bambini cadde e le truppe si ritirarono. Potremmo armare i soldati di siringhe e Pfizer e sterminarli, pardon vaccinarli, tutti, alla faccia dello Sputnik e dei Cremliniani. La pace sarebbe salva. L'Onore un po' meno. Claudio Khaled Ser
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Uli Pfeffer
"È tanto che non proferisco le mie elucubrazioni sul virus, ma c’è un motivo: con molti vaccinati da una parte e la variante delta dall’altra e con le informazioni clinico-scientifiche in continua evoluzione è veramente difficile prendere posizione rispetto a quali misure cautelative devono essere mantenute. Almeno, è difficile per me che provo seguire il vecchio metodo di valutare le evidenze per farmi un’opinione e non, com’è diventato moda, decidere prima la mia posizione e poi cercare dati più o meno attendibili che la sostengono.
Cosa sappiamo?
1. Sappiamo che i vaccinati sono protetti dallo sviluppare malattia grave anche se possono infettarsi e sviluppare malattia modesta. Ovviamente la biologia segue la distribuzione normale, cioè qualcuno se la può prendere anche in forma grave e addirittura morire, ma sono veramente pochi. Per malattia grave valgono i fattori di rischio noti: diabete, obesità, malattie cardiovascolari e renali, fumo.
2. Sappiamo che i vaccinati, in caso di infezione, possono contagiare altri (probabilmente in misura minore e per un tempo ristretto rispetto ad un non vaccinato).
3. I bambini 0-12 possono essere contagiati dal virus e con la variante delta sviluppano più frequentemente, ma sempre raramente, forme gravi di malattia che in pochissimi casi potranno essere fatale.
4. Persone che per ragioni mediche non possono essere vaccinati rimangono ovviamente a rischio.
5. La variante delta, che è ora prevalente, ha una elevata capacità infettiva e tende a causare malattia più grave.
Sappiamo anche:
1. Ormai, dopo un miliardo di vaccinati, conosciamo bene gli effetti collaterali dei vaccini anti-SARS-CoV-2. Trombocitopenia e trombosi anche fatale indotta dal vaccino per il vaccino Astra-Zeneca, quasi esclusivamente in donne sotto i 60 anni, e miocardite non fatale in ragazzi sotto i 18 anni per i vaccini a mRNA (penso possa essere un problema di dosaggio, forse i ragazzi dovrebbero fare dosaggi più bassi). Tutti questi effetti collaterali sono apparsi in meno di una persona su 100.000 vaccinati.
2. I vaccini noti non hanno mai dato effetti collaterali latenti che siano apparsi dopo tempi lunghi. In fatti, il vaccino dopo breve tempo viene distrutto e non esiste più e cellule che contenessero la proteina virale usata per vaccino, sia direttamente sia via “vettori” virali sia via mRNA, verrebbero distrutte proprio dal sistema immunitario. Non sono noti casi di “molecular mimicry”, cioè non si è mai dimostrato che un vaccino abbia innescato reazioni autoimmuni.
Cosa significa?
1. Con circa il 20-30% della popolazione non vaccinata ed una variante più contagiosa il numero delle persone che si ammalano gravemente, hanno bisogno di cure ospedalieri e cure intensive e muoiono di COVID salirà a livelli almeno alti quanto in ottobre/novembre 2020 con il rischio di saturare le strutture della sanità (oltre a richiedere di nuovo il superlavoro degli addetti).
2. Chi non è vaccinato, prima o poi si prenderà il virus. L’attuale livello di vaccinazione non è sufficiente per far sparire il virus miracolosamente (nei confronti storici considerate che il SARS-CoV-2 non ha selettività per un genotipo umano come ce l’avevano altri agenti patogeni che tralasciavano parte della popolazione).
3. Il perdurare del virus nella popolazione potrebbe portare all’evoluzione di nuove varianti che potrebbero completamente esulare il vaccino.
Cosa dobbiamo fare? (e qui diventa difficile)
1. Convincere (non costringere) gli altri di farsi vaccinare.
2. Offrire il vaccino ai 12-18enni.
3. Testare la vaccinazione dei 0-11enni (in corso).
4. Fare il richiamo dopo 9 mesi dalla prima vaccinazione.
5. Restringere l’accesso a luoghi chiusi affollati a vaccinati, guariti e testati
6. Evitare “spreader events” (assembramenti in cui si urla, canta, respira forte, tipo stadi, manifestazioni, cori)
7. Mantenere le maschere comunque nei luoghi chiusi e, se affollati, anche nei luoghi aperti.
8. Mantenere la distanza.
9. Isolarsi spontaneamente alla comparsa di un qualsiasi sintomo.
10. Se non vaccinato per cause mediche, prestare particolare attenzione.
11. Continuare quanto possibile il lavoro a distanza (home office).
Cosa non possiamo più accettare?
1. La chiusura delle scuole e dei luoghi di aggregazione giovanile.
2. La chiusura della cultura.
3. Il lockdown.
E allora?
1. Mantenere la calma anche se non si potrà azzerare il rischio.
2. Non vedere in chi la pensa diversamente un nemico. Di solito si tratta di una persona che non sa di chi fidarsi. Non si fiderà di certo di chi la aggredisce.
Non sono virologo, epidemiologo, non sono medico. Sono biologo molecolare. Ho seguito l’evoluzione della pandemia e capisco la biologia che sta dietro. La nostra mente si è evoluta per percepire bene le associazioni (se succede A poi succederà anche B), molto utile nella savana dove il movimento dell’erba può indicare una tigre che si muove lentamente verso di voi. Non si è evoluta per capire le probabilità (quanta gente mi dice “mio nonno ha sempre fumato ed è diventato 90, invece mio zio non fumatore è morto di cancro ai polmoni”). Talvolta la probabilità (di ammalarsi, di contagiarsi, di soffrire di effetti collaterali ecc.) è il contrario dell’associazione (l’amico che si è sentito male dopo il vaccino e da lì non è più lo stesso). Le probabilità si basano su numeri, su numeri grandi e richiedono una certa capacità di lavorare con i numeri.
Alla fine, di qualcuno vi dovete fidare. Abbiate cura di fidarvi di quello giusto!"
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Sacrifice, Chapter 28
PAIRING: Wanda Maximoff & James Bucky Barnes
"Tu questa sera ti dichiarerai..."disse Steve
"Cosa? No! Non esiste!"
Poggiato di spalle sulla cucina dello scantinato di Sam, James Barnes stava trovando ancora una volta una scusa per non potersi dichiarare a Wanda. Aveva raccontato loro, pochi giorni prima, di come si era preoccupata quando è dovuto scappare via a casa il venerdì prima. Oppure di come, sempre la stessa, lo aveva chiamato due giorni dopo l'accaduto. Ma aveva omesso il fatto che quella sera stessa si era addormentato e aveva fatto quel sogno.
"Non voglio sentire repliche, tu lo farai e basta"anche Sam era d'accordo.
"Sam non è così facile come credi"
"Certo che sarà facile! Insomma vi mangiate con gli occhi, ci fosse una volta in cui non la guardi mentre parla o spiega qualsiasi cosa, l'accompagni a casa tutte le volte. Non smetti di parlare di lei, se mi dici che non sarà facile allora spiegami quale sia il problema"
"Steve, è la stessa cosa che accade fra te e Natasha..."
"Non deviare il discorso..."rispose il sottoscritto deviando il suo.
"Beh può essere ma sappiamo perché Steve non corre con Natasha, ricordi l'episodio di Rumlow?"
"Okay ma..."
"Ma cosa? James ancora non lo capisci? Wanda è la ragazza perfetta per te, ti ascolta, ti supporta e ti aiuta. Un mondo completamente diverso da quello di Sharon, se starai con lei ti sentirai libero finalmente..."
"Va bene, va bene...mettiamo che io stasera lo faccia e se potrebbe andare qualcosa storto?"
"Cosa potrebbe andare storto?"chiese Steve un po' interrogativo.
"Ho un un presentimento, come se ci fosse qualcosa di grandissimo fra noi due che non mi permetta di stare insieme a lei"disse lui buttando fuori la sua paura di fronte ai suoi migliori amici.
"Può essere qualsiasi cosa James..."disse Sam.
"Non mi dire che questo presentimento ha a che fare con la questione di tuo padre"disse invece Steve
"No, lui non c'entra è...è come se fosse qualcosa che io non riuscirò mai a superare..."
"Sei il mio migliore amico, so quanto sei forte. E so benissimo che qualsiasi cosa sia potrai affrontarla benissimo"disse Steve avvicinandosi e poggiando le sue mani sulle spalle di James.
"Per ora supera la paura di poterti dichiarare a lei"disse Sam un po' spiritoso.
James abbassò di poco lo sguardo, riflettendo sulle sue parole mentre Steve e Sam continuavano a guardarlo. Sapevano entrambi che aveva passato una settimana infernale e il meglio che potevano fare era quello di rimanere al suo fianco.
"Io andrò a prendere il resto..."disse Sam rompendo il silenzio che si era creato.
"Vengo subito..."disse Steve.
Darlene, la mamma di Sam, sapendo delle serate che suo figlio passava insieme al resto dei ragazzi si offriva sempre di cucinare qualcosa. E diciamo che conveniva a chiunque ed era l'unica possibilità di vedersi tutti insieme, una volta alla settimana senza troppe esagerazioni. Era divertente, era bello. James se ne era dimenticato, visto che fino a poco tempo fa era solito a partecipare, in fondo era costretto, a quelle feste che Sharon organizzava ogni fine settimana nella sua casa enorme. Ma ritrovata la pace con sé stesso, i suoi vecchi amici e qualcuno di nuovo, credeva che qui, questo posto era adatto per lui.
"Ehi, James..."una voce lo fece girare e di fronte a sé comparve lei.
La guardò dalla testa ai piedi e anche con qualcosa di semplice addosso non la smise di guardare. Avevano ragione, Sam e Steve avevano fottutamente ragione. Indossava una gonna nera a vita alta, una maglia a tre quarti bordeaux e sopra un maglioncino grigio chiaro. Le calze velate e gli anfibi erano dello stesso colore della gonna. Infine, anche stavolta, i suoi occhi verdi erano cerchiati di nero, ma giusto di poco.
"Wanda..."
Lei si avvicinò di poco e senza che lui si aspettasse questo gesto, lo abbracciò. James rimase veramente sorpreso ma piuttosto che pensare a questo gesto improvviso, riuscì a goderselo. Wanda aveva le braccia attorno il suo collo e James circondava la sua schiena con le braccia. E lui avrebbe voluto rimanere cosi per sempre.
"Come stai?"chiese lei.
Stando abbracciati era come se la voce di Wanda risuonasse di più del normale, era come se James sentisse la sua voce nel cervello.
"Meglio...ora"disse lui stringendola un po' di più e affondando con la testa nel suo collo sentendo il suo profumo.
Wanda sorrise di poco e prima che scesero gli altri tre si staccò da lui ma si continuarono a guardare. E quando Steve, Natasha e Sam scesero e lì videro non restarono per niente sorpresi.
Sam e Steve gli fecero un sorriso un po' ammiccante, convinti del fatto che James si fosse dichiarato ma non è stato così. Natasha invece sorrise semplicemente e per fare in modo che l'attenzione non fosse completamente su di loro, andò a poggiare la ciotola con i popcorn sul tavolino di fronte alla TV.
"Allora? Diamo il via a questa serata?"chiese lei.
Passarono tre ore, tutti e cinque erano esausti per colpa delle mille risate che si fecero ma subito dopo il divertimento svanì lasciando il posto alla noia. Avevano pensato a fare di tutto, ma nulla sarebbe servito per far passare il restante del tempo.
"Mi sto annoiando"disse Natasha sbadigliando.
"Mi aggrego"disse Sam.
"Ho provato a rendere la serata un po' divertente ma ora non ho più idee..."disse Wanda andandosi a sedere sulla poltrona.
"Si è stata divertente ma non quando quel cretino mi si è buttato addosso"disse Sam.
"Potevi tranquillamente spiccare il volo uccellaccio, se pensi che io sia pesante"rispose James all'esortazione di Sam che era ancora dolorante.
Dolorante per cosa? L'idea di Wanda è stata quella di un Twister improvvisato, solo che lei dettava regole, posizioni e colori mentre il resto giocava e ovviamente non poteva succedere diversamente. E mentre giocavano, James e Sam erano gli unici ad essere rimasti in gara. Solo che per colpa di una mano messa male James è caduto su Sam provocando che il secondo si facesse male e che il primo scoppiasse a ridere insieme agli altri tre.
"Oddio, quella scena è stata troppo divertente"disse Steve iniziando a ridere.
"C'è un modo per poter rendere la serata ancora divertente"disse Sam alzandosi definitivamente.
"Quale sarebbe?"chiese James bevendo dal bicchiere.
"Potremmo fare un salto..."
"...alla festa della Carter"continuò Sam.
"Cosa? No, non esiste!"disse Wanda andando nel panico.
"Sam, credi sia veramente una buona idea?"chiese Steve mentre guardava Natasha.
"Ho detto solo un salto, non dovremmo stare tutta la notte! Dai andiamo, che sarà mai?"chiese lui.
"Sai che io non ho proprio voglia di vedere Sharon e la stessa cosa anche lei?"chiese Wanda di rimando.
"Oh andiamo Wanda, ci saremo noi con te. Ci sarà James...e la stessa cosa vale per Nat, voglio solo uscire per un'ora da questa casa e te lo giuro non succederà niente"
Beh, facile a dirsi per Sam che non aveva problemi con le feste come Wanda. Preferiva veramente restare qui, con loro senza l'ansia che troppi problemi si sarebbero creati con sua madre oppure proprio con se stessa. Ma diciamo pure che per una volta voleva anche lei rompere un po' le regole, quindi anche se solo per poco avrebbe voluto andare via da lì anche lei.
"Okay, basta che a mezzanotte torno a casa"disse lei rivolgendosi a tutti quanti e notò solo ora che James stava guardando male Sam.
"Tutto okay?"chiese lei ma non ebbe risposta poiché subito uscirono di casa per andare alla festa.
Arrivarono ad una casa enorme, con tre piani e un portico grandissimo. Nel giardino dell'entrata si poteva sentire già la musica a palla che proveniva dall'interno e le voci, che più che voci erano urla, della tanta gente che Sharon questa sera aveva invitato.
"Sai quanta gente ci sarà?"chiese Steve.
"Sai quanto sarà ubriaca quella tanta gente che ci sarà?"chiese di rimando Sam.
"Resteremo per un'ora Sam, non per tutta la notte vedi di trovare parcheggio da qualche parte"disse invece James seduto dietro.
"Io direi di andarcene"disse Natasha presa dal panico improvvisamente.
"Che ti prende?"chiese Wanda mettendole una mano sul ginocchio.
"Natasha odia questo posto, non solo per Sharon..."spiegò Steve a grandi linee.
"E allora per cosa?"chiese Wanda.
Ma la bionda non le rispose, Sam trovò subito parcheggio e scesero tutti e cinque insieme dirigendosi verso il marciapiede di fronte e proseguendo arrivando fino alla mega entrata della villa della Carter. Steve aveva un braccio attorno a Natasha che si stringeva di più al suo petto, Sam camminava dietro di loro e James camminava di fianco a Wanda con gli occhi bene aperti.
"Sai cosa succede a Natasha?"chiese lei a James.
"Non mette piede qui dentro da tre mesi, da quando si è litigata con Sharon..."
"Sharon e Natasha erano amiche?"
"Si, anche se non ho mai capito il motivo per cui abbiano litigato"
"Beh, colpa di Sharon credo, no?"chiese lei in maniera retorica mentre saliva gli scalini dell'entrata ma James la fermò subito prendendole il polso.
"Cosa c'è?"chiese lei guardando il suo polso avvolto nella mano di James e anche lui. Un contatto che le faceva venire i brividi.
"Resta sempre al mio fianco, non ti muovere da vicino a me. Qui dentro non sai la gente che trovi, non voglio che ti venga fatto del male..."disse lui guardandola.
"Okay"
"Wanda, sono serio..."
"James, sei l'unica persona di cui potrei fidarmi di più in mezzo a tutta questa gente. Lo so che sei serio"
Lui sorrise, le prese la mano e insieme entrarono nell'enorme casa di Sharon. Dall'entrata si sentiva già la musica assordante messa dal DJ e la puzza di alcool mischiata a fumo di sigarette o peggio ancora. I due, ancora con le mani intrecciate, raggiunsero gli altri vicino al bancone. Steve stava parlando con uno dei componenti della squadra di basket che Wanda vide per la prima volta a quella partita.
"Oh, ci avete raggiunti! Ero convinto che vi foste persi. Wanda lascia che ti presenti Thor, fa parte della squadra di basket"
"Thor? Davvero? Come il Dio del Tuono?"
"Si, i miei nonni sono scandinavi e quindi hanno trasmesso questa tradizione di chiamare i propri figli come gli dei"
"Wow, figo!"
"Si, Carol non poteva scegliere fidanzato migliore,un dio norreno"disse Natasha.
"Carol?"
"È la mia ragazza..."disse Thor rispondendo alla domanda di Wanda.
"...aspetta devi conoscere mio fratello, lui si chiama Loki, è un tipo dark, sempre sulle sue"disse il biondino ma James lo fermò.
"Thor, facciamo che Wanda conoscerà tuo fratello in un'altra occasione, okay? Sai benissimo che se porti qui Loki porterà anche Rumlow e vuoi che ti ricordi come è andata a finire l'ultima volta fra me e lui?"disse James.
"Loki è diverso da Rumlow..."disse lui.
"Davvero?"chiese ironicamente Steve
Ma niente, neanche le loro chiacchiere furono in grado di poter fermare l'avanzata dei due verso di loro. Stava succedendo quello che avevano appena previsto.
"Ehi fratello! Vedo che sei insieme a nuove compagnie, ti va di presentarmeli?"
"Oh beh, sono persone che già conosci tranne per lei..."
"Wanda"disse lei allungando la mano in segno di piacere ma Loki la prese e le fece il segno del baciamano, come da vero e proprio cavaliere.
"Loki, incantato"
"Bene, bene, bene...vedo che qualcuno è tornato alle origini"disse Rumlow che era arrivato proprio dietro Loki.
"Si torna sempre dove si è stati bene, giusto?"chiese retoricamente James alla provocazione di Brock.
"Beh, non posso fare altro che darti ragione, ma non credo che a Sharon faccia piacere..."
"Tu, Sharon e la vostra opinione potete anche andare a farvi fottere"
"Ehi, ehi calmo capitano...volevo solo vedere come reagivi, vedo che sei molto legato a lei. Non fartela scappare, non sai quali braccia potrebbe incontrare per la strada"disse lui facendo un cenno verso Wanda.
"Sta sicuro che non saranno le tue"disse lui avvicinandosi a Rumlow
"Davvero? Perché senza quella gonna starebbe benissimo..."
Non passò neanche un secondo che subito James spinse a terra Rumlow e iniziò a riempirlo di pugni. Potevano toccargli qualsiasi cosa, la famiglia, la scuola, il basket ma Wanda no. Wanda proprio ora, no. Wanda è diventata il suo punto debole e lo sarebbe stato per sempre, fin quando non avrebbe avuto l'occasione di averla con sé per sempre.
"Cosa cazzo sta succedendo?"
Eccola lì, la voce squillante di Sharon Carter si fece spazio in tutta la stanza e arrivò in quel luogo. Steve e Sam tenevano lontano James da Rumlow con le braccia e lui, invece, era mantenuto da Loki e Thor.
"Devi fare sempre cazzate?"chiese lei rivolta al suo attuale ragazzo.
"Beh, guarda chi ha fatto il suo ritorno..."disse lui facendo un cenno con la testa verso James e la bionda lo guardò con ribrezzo.
"Cosa ci fai qui?"
"Non devo spiegarlo a te"
"Certo che devi...porti a casa mia degli sconosciuti, scateni delle risse e non vuoi spiegarmi che cosa è successo...sei ridicolo"
"No, tu sei ridicola..."la voce di Wanda finalmente si fece sentire.
"...credi che il mondo giri tutto attorno a te? Non sei il centro dell'universo, non sei il presidente degli Stati Uniti d'America oppure il re di Asgard. Pensi che tu sia acclamata solo per le tue scarpe firmate o per il tuo armadio che contiene mille abiti ma la verità è che per quanto sei acida nessuno resterà con te per sempre, alla fine ti ritroverai depressa a mangiare gelato nella tua cabina armadio, triste perché sarai grassa e tutti quegli abiti non ti andranno più"
"Come scusa?"chiese lei.
"No, no non lo ripeto una seconda volta, penso ti serva anche una visita dall'otorino"
"Senti stronzetta, vuoi che te lo faccia capire con le buone o con le cattive?"disse lei andando velocemente verso Wanda che non si mosse di un millimetro.
"Con le cattive non credo possa capirlo, anzi non voglio che ti rovini i bei capelli che hai, sai che peccato dopo?"
La bionda in questione fece un sospiro profondo ma se lei dimostrava di essere invincibile, Wanda invece era molto più forte di lei. Con le parole sicuramente, ma col corpo?
"Ehi...metti una traccia"disse lei rivolgendosi ad una ragazza che era dietro alla consolle e subito la fece partire.
Con le braccia conserte e le gambe leggermente divaricate Wanda guardava la scena davanti a sé di Sharon che ballava o quello che si poteva considerare tale, visto che muoveva più le chiappe che il resto del corpo. C'era chi le faceva dei fischi, chi l'accompagnava con le mani ma per Wanda era tutto sprecato. Nulla di ciò che aveva appena fatto Sharon poteva considerarsi un ballo.
"Bene, ti faccio i miei complimenti il tuo culo è stato visto da tutti i presenti nella stanza"
"Sai fare di meglio?"chiese lei.
"Meglio di te"disse lei e intanto si tolse il suo maglioncino grigio mettendolo fra le mani di Natasha che le sorrise incoraggiandola.
"Cosa vuoi fare?"le chiese James.
"Sta a vedere..."
Wanda in quel momento non stava pensando a che cosa avrebbe comportato se avrebbe fatto una cosa del genere. Non stava pensando al fatto che se avrebbe ballato davanti a tutti, forse poi avrebbe avuto l'attenzione di tutti quanti i presenti su di sé. Oppure peggio ancora, che una volta finito si sarebbe scatenato l'inferno, specie per lei. Quella era la sua occasione di riscatto, di tutte quelle volte che si è sentita sottovalutata per le parole di Sharon. Ora era arrivato il suo momento, dove si sarebbe mostrata per ciò che era. Salì prima su una sedia e poi da lì sul tavolo e subito dopo la musica partì. A primo impatto nessuno la guardò se non per poche persone, fra queste i suoi amici ma quando la canzone iniziò ad andare avanti iniziò a muovere i fianchi insieme alle braccia. Uno spettacolo completamente diverso, rispetto a quello dato da Sharon. Per tutto il tempo, Wanda ebbe gli occhi di tutti addosso ma quelli che non si mossero un secondo dalla sua figura, furono quelli di James che la stavano guardando da quando la musica era partita. I suoi occhi facevano su e giù, dalla testa ai piedi, mentre lei si muoveva a ritmo di musica.
"Sapevi che si muoveva così?"chiese Sam distraendolo.
"No..."
"È davvero grande...non credevo che potesse ballare"disse invece Natasha.
"Tutti possono farlo Nat"disse Steve.
"Si, ma non come lei...è fantastica, credi veramente che una come Sharon possa ballare come lei? Andiamo Wanda la supera in tutto"
"La canzone poi è fantastica..."disse Sam muovendosi di poco sul posto.
"Fra tutte le cose pensi alla canzone?"chiese James guardandolo.
"È Jennifer Lopez, la senti?"chiese Sam iniziando a muoversi di più e James poggiò una mano sulla fronte per la troppa stupidità del suo amico.
Intanto Wanda aveva appena finito di ballare ed era circondata da applausi, da grida e da fischi. Una bella figura, considerata la faccia di disprezzo che le rivolse Sharon. Si avvicinò ai suoi amici ma non ebbe il tempo di fare anche solo un passo in più che stava per svenire. Per fortuna James la prese al volo, ma stavolta non sarebbe stata come quando erano solo loro due a Central Park. Nel suo corpo Wanda ormai sentiva che nulla rispondeva, come se le sue ossa e i suoi muscoli fossero diventati completamente gelatina. Sapeva esattamente cosa stava succedendo e non avrebbe dovuto fare quello che ha appena fatto. Ma non si pente di nulla, aveva avuto la sua occasione di riscatto, aveva mostrato a tutti e persino a Sharon Carter che non era quella ragazza che tutti pensavano che fosse. Ed ora, anche se non se ne importava, le sue solite e amate conseguenze stavano tornando. Di chi era la colpa? La sua, di James o anche di Sam che voleva tanto andare via da casa sua per un po' chi se ne frega. Ormai, il danno è stato fatto.
"Ehi, ti senti bene?"chiese James iniziando a guardarla dalla testa ai piedi come per analizzare cosa stesse succedendo ma Wanda ancora non gli rispose.
"Non mi sento più le gambe..."
"Cosa?"chiese lui scioccato.
"Non riesco a camminare..."disse lei che pian piano perdeva anche la voce.
"Vuoi che faccia la stessa cosa dell'altra volta, posso portarti..."
"No, non farlo..."ma non ebbe neanche la possibilità di finire la frase che subito svenne del tutto fra le braccia di James.
"Wanda!"disse ad alta voce lui ma lei aveva già perso i sensi.
"Che le è successo?"chiese Natasha allarmata.
"Non lo so, credo che abbia avuto un calo di pressione. Mi aveva detto che è solita ad averne ma ora non riusciva a camminare..."
"James mantieni la calma, sarà veramente solo un calo di pressione"disse Steve per tranquillizzarlo.
"Non hai sentito quello che ho appena detto?"
"Sto cercando solo di farti restare calmo"
"Non posso stare calmo, fra mezz'ora dovrebbe stare a casa e non posso dire a sua madre che è svenuta senza neanche sapere perché..."
"Allora portiamola in ospedale"disse Sam.
James prese in braccio Wanda come l'aveva presa già precedentemente e tutti e cinque si diressero alla macchina di Sam.
"Se non vuoi che ti sclero addosso ti conviene accelerare Sam"disse James seduto dietro di lui con in grembo Wanda che aveva i piedi sulle gambe di Natasha.
"Non può essere che un semplice calo di pressione possa addirittura non farla camminare"disse Natasha.
"È quello che lei mi ha detto, non lo credo neanche io ma bisogna fare presto..."
"A quanto vuoi che vada? Sto facendo il possibile anche io James..."disse Sam che stava guidando.
Intanto il castano aveva gli occhi fissi sul corpo di Wanda che non dava nessun segno di vita, le mise una mano attorno al collo per vedere se il suo battito cardiaco c'era ed era molto lieve. Solo pochi minuti dopo arrivarono davanti all'entrata del pronto soccorso e subito alcuni medici videro Wanda fra le braccia di James. La misero su una barella e la portarono via, lui provò a fare un passo per raggiungerla ma fu fermato.
"Mi dispiace ma se non è un familiare della ragazza non può andare con lei"
"Ho bisogno di sapere se sta bene, sono l'unico che può farlo...la prego mi faccia andare con loro"disse lui indicando il resto dei medici che portavano via Wanda.
"Ed io ho bisogno che lei rimanga qui, già le ho detto che non può entrare...aspetti qui, la informerò se ci saranno problemi"
James fece un respiro profondo e si arrese, dietro di lui Sam, Natasha e Steve fecero la loro comparsa con un leggero fiatone.
"Dove l'hanno portata?"chiese Natasha un po' preoccupata.
"Non lo so, credo le faranno degli esami, una TAC o una risonanza..."
"Non ti hanno fatto andare con loro?"chiese Steve.
"No, se non sono un familiare non posso entrare con lei...che casino!"disse lui passandosi le mani sul viso e sedendosi sulla sedia nella sala d'aspetto.
"Non è mai successo quando eravate solo voi due?"chiese invece Sam che si sedette dopo di lui.
"Solo una volta...quella volta si era bloccata con la schiena ma nient'altro. L'avevo portata in braccio fin quando non eravamo arrivati a casa sua. Non pensavo che sarebbe successo peggio"
"Può succedere..."
"No, Steve non può succedere così improvvisamente può essere che c'è altro sotto"
"Cosa intendi dire con altro sotto?"chiese Natasha.
"Non lo so Nat, non lo so proprio...è colpa mia, solo colpa mia"disse lui con un magone in gola.
"Andiamo Buck, non è stata colpa tua...è successo, speriamo che sia veramente come crediamo"disse Steve.
"E se non sarà così? Se sarà peggio? Ho già corso il rischio di non vederla perché per una notte è stata da me, ora sua madre mi ucciderà se verrà a sapere che sua figlia è in ospedale"
"James non l'hai fatto intenzionalmente, non sei uno che l'ha drogata..."
"Sam, non capisci! Sto andando in panico, non riesco più a gestire un cazzo, la mia vita è diventata un casino da quando ho scoperto che mio papà ha un'amante, che mette le mani addosso a mia madre perché lei non può avere figli e quando mi sembra di incontrare una persona che mi renda felice anche con la sua sola e semplice presenza, rovino tutto ugualmente. Io non..."
James aveva appena buttato fuori tutto quello che si era tenuto dentro in una settimana. E l'aveva fatto in una maniera che agli occhi degli altri poteva sembrare pazza ma che i suoi amici capivano benissimo.
"Scusate ragazzi, non volevo prendermela con voi..."
"Va tutto bene, James. Non devi preoccuparti, siamo tuoi amici"disse Natasha poggiandogli una mano sulla spalla.
"Hai tutto il diritto di sentirti oppresso amico"disse Sam.
"Vieni, andiamo a farci due passi..."
Steve prese per mano James e subito dopo gli mise un braccio attorno le spalle, mentre il castano si asciugava le poche lacrime che erano uscite dai suoi occhi. Sam e Natasha, invece, restarono nella sala d'aspetto.
"Credi che starà meglio?"chiese Natasha.
"Ora è distrutto...ma si, credo che lo sarà"disse Sam confidando nel buonsenso del destino.
Passarono tre ore, Sam e Natasha erano ancora nella sala d'aspetto. Lei poggiata con la testa su una delle sue spalle, completamente addormentata e lui con la testa poggiata al muro tra veglia e sonno. Solo in quel momento Steve e James fecero il loro ritorno e il castano sembrava essersi ripreso ma dentro di lui regnava ancora un senso di ansia e preoccupazione.
"Veramente James...prendi in considerazione ciò che ho detto"
"Ne dovrò parlare con mia madre, ha l'appoggio del suo avvocato ma penso che quell'associazione di cui mi hai parlato può servirle"
"Servirà anche te, sei il mio migliore amico e non voglio che a soli 18 anni ti riempi di responsabilità"
"Steve..."
"Lo so, lo so fa parte di te ma ho ancora bisogno di vedere il mio migliore amico spensierato come prima"
"Ci penserò, va bene?"chiese lui e Steve annuì.
Tutti e due si diressero verso gli altri ma la stessa infermiera che non aveva permesso a James di proseguire ora aveva fermato entrambi.
"Scusatemi...se volete potete raggiungermi"
James guardò Steve per un attimo e lui gli fece cenno di dover andare da lei, ma quando stava per andare una voce alle sue spalle lo fermò.
"Non così in fretta ragazzo..."
Si girò di scatto e trovò dinanzi a sé la signora Maximoff che veniva verso di lui come una furia e con un'espressione di disprezzo sul suo viso.
"Signora Maximoff, senta, mi dispiace...io non volevo che succedesse tutto questo..."
"Non una parola in più Barnes, avrei dovuto aspettarmelo che avresti potuto mettere mia figlia nei guai..."
"Sa benissimo che non avrei mai avuto il coraggio di fare questo a sua figlia"
"Allora perché lei è qui? È tutta colpa tua, Barnes...te lo scordi che vedrai mia figlia di nuovo, non te lo permetterò"
"Aspetti, lasci che le spieghi..."
"Non c'è nulla che tu possa spiegarmi che possa farmi cambiare idea...ora togliti di mezzo, non vorrei che mia figlia rimanga paralizzata"
La madre di Wanda lo spinse via e lui la guardò andare verso la stanza dove l'avevano collocata con un'espressione confusa e spaventata sul volto.
"Lei non te l'ha detto?"
Si girò di nuovo verso l'entrata, vedendo che il signor Barton era dietro di lui e di fianco a Steve.
"Cosa avrebbe dovuto dirmi? Non so cosa sta succedendo..."disse lui quasi con le lacrime agli occhi.
"Ha un tumore al midollo osseo, non può fare sforzi, se li farebbe potrebbe rimanere paralizzata...scusa devo andare"
Ci volle un minuto prima che James realizzasse tutto quello che gli era stato detto. Nella sua testa risuonavano solo le parole che Barton gli aveva appena detto. Era confuso, non sapeva cosa fare e niente in questo momento sarebbe servito, l'unica cosa che regnava in questo momento nella sua testa era solo il silenzio, insieme al suo cuore rotto in mille pezzi.
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È ora di dirlo, chiaro e netto. A dire la verità non è la prima volta che lo faccio, ma ora lo farò fuor di denti: l’Islam è, per sua stessa natura, contro ogni forma di democrazia, rispetto dei diritti umani, inclusi quelli religiosi, politici, civili, sessuali, qualunque cosa decente abbia prodotto la nostra (tanto vituperata da alcuni stessi suoi membri, che evidentemente non hanno la minima idea della storia del mondo) civiltà occidentale.
Sono nostri nemici, nemici mortali di qualunque cosa non rientri nel loro libro sacro, che NON è interpretabile e emendabile in nessun modo: se non ci credete, anime belle, sono decisamente e totalmente cazzi vostri; informatevi o meno, non fa nessuna differenza. E del terzomondismo novecentista in cui ancora credete ciecamente, per cui loro sarebbero proletari esattamente come voi, loro se ne sbattono: siamo tutti uguali, tutti cani infedeli, alcuni da usare e sfruttare per meglio sottometterci poi. E se li paragonate al Cristianesimo, che qualche passetto avanti l’ha fatto, per sua scelta o per la volontà di stati laici e democratici che qui in Occidente sono nati, e per la maggior parte sono ancora solo qui, manco vi rispondo, anzi no, andate a cagare.
Sono pochi, sono radicalizzati, sono lupi solitari, non cambieranno le nostre abitudini, sono cose con cui dobbiamo imparare a convivere, occorre che nelle loro moschee i sermoni (o come caspita si chiamano, affari loro) vadano enunciati nella lingua del paese dove sono situate, bisogna educare, integrare, assimilarci e, magari, meticciarci, bisogna evitare atteggiamenti di insofferenza e di esibizione di nostre tradizioni religiose o, peggio, d’odio da parte nostra, per non indurli in tentazione (Dio, perdonami di questa citazione) di accopparci come cani infedeli.
Ancora dubbi? Andate a toglierveli, che ne so, in Pakistan, magari chiedendo ad Asia Bibi che ne pensa della libertà religiosa nei paesi islamici e, se magari credete che sia prezzolata dal capitale o dal Vaticano, andate, andate in giro con croce al collo e col vostro cane, diciamo nero, al guinzaglio, andate a predicare il Vangelo esattamente nello stesso modo che i barbuti fanno dalle nostre parti col loro libro sacro, andate e fatemi sapere … ah, sì, dimenticavo: ho idea che non ci vedremmo per un bel po’ di tempo.
E voi, animalisti incazzati, andate a vedere che fanno, qui accanto a voi, con la loro festa dell’Eid Al Adha, voi che gridate al macello e cominciate a berciare come tanti piccoli Savonarola per le macellerie ad ogni agnello pasquale che vedete in vetrina. Andate e informatevi sul modo che hanno loro di macellarli. Ma di questo, manco una parola, eh?
Ma chi se ne sbatte, il tempo dei sofismi e dei ragionamenti pacati è finito, e l’hanno fatto finire loro, gli islamici voglio dire, e voi, già citate anime belle, che manifestate e protestate al minimo alzo di sopracciglio di un maschio (di etnia indoeuropea, ariano per intenderci) come apprezzamento verso una donna e vi girate dall’altra parte, o riuscite perfino a minimizzare, di fronte a raccapriccianti fatti di cronaca, se commessi da individui di etnia africana o mediorientale (vedi gli stupri di Rimini dell’agosto ‘17, gli infami assassinii di Pamela e Desirée), più millanta altri fatti criminali di cronaca, fatti che, vale davvero la pena di ricordare, non sarebbero mai successi se agli autori non fossero state allegramente aperte le porte d’Italia, permesso di rimanere vita natural durante e garantito un mantenimento a sbafo.
Il clima di odio e paura che le destre e la Lega hanno e stanno creando? Errore: il clima di odio e paura l’avete creato voi, eh, sì, proprio voi, cari amici di sinistra e cattolici buonisti, non regolamentando gli arrivi incontrollati degli sbarcanti, non comunicandone i numeri fuori controllo e l’eventuale numero massimo delle persone da ospitare, passando sotto silenzio i costi dei mantenimenti di baldi giovanotti (la stragrande maggioranza, contro minoranze sparute di donne e minori), argomentando senza criterio di fughe dalle guerre quando, se questa cosa fosse stata vera, altro costoro non sarebbero potuti essere chiamati che vili codardi, avendo abbandonato al loro tragico destino di assassinii, stupri, schiavizzazione, saccheggi e altro i loro genitori, fratellini e sorelle, nonni e via col parentado, sottraendo anche loro i risparmi per pagarsi il viaggio verso il Bengodi europeo, soprattutto italiano, direi, coprendo loschi affari con le cooperative locali (vi ricorda niente Massimo Carminati e mafia capitale?) e opache ONG, che altro si è visto che non erano che traghetti diretti Libia/Italia, giustificando occupazioni illegali di stabili, avendo più un occhio di riguardo per i non Italiani che per i cittadini regolari, sia per quanto riguarda gli emolumenti che per i crimini commessi, insistendo oltre ogni decenza per l’approvazione dello ius soli, che altro non era che un modo per trovare nuovi voti per le imminenti elezioni del marzo ‘18, sapendo benissimo che i vecchi li avevate ampiamente persi.
In pratica, finché avete potuto avete nascosto sotto il tappeto tutto quanto sopra. Poi il tappeto non è più riuscito a contenere quanto ci avevate infilato sotto e le cosucce sono venute alla luce. Salvini & Co. questi scheletri nell’armadio non li hanno certo creati, gli autori siete decisamente voi e, questo sì, della cosa ne hanno approfittato, hanno cavalcato l’onda del malcontento popolare che voi stessi avete provocato, se ne sono ampiamente giovati sotto il profilo elettorale e di successivi consensi.
E giuratemi sui vostri figli, se li avete, o su quel che vi pare che non vi viene il minimo dubbio, la minima esitazione, la seconda occhiata al prossimo mediorientale che incrociate per strada o su un mezzo pubblico, con cui magari condividete il condominio, con cui lavorate insieme (dei ricchi radical chic non mi occupo, certo loro non vanno sui bus, non vivono nei condomini e il lavoro, se lo fanno, non è certo alla catena di montaggio).
Ve ne rendete conto? Macchè, lo so benissimo, Non siete altro che comunisti di Pavlov®, che gridate in riflesso condizionato al fascista al minimo accenno di opinioni diverse dalle vostre; non fate neanche più ridere, guardate.
E adesso, viva sempre la libertà di parola e di manifestazione, andate a esporre le vostre tesi di accoglienza senza se e senza ma e di integrazione, andate pure liberamente e, ovviamente, senza censure, andate a dirle alle famiglie delle vittime dell’infame musulmano e dei feriti ricoverati in ospedale, tra cui, con la faccia da culo che vi ritrovate, pure ai parenti del povero Antonio Megalizzi, il giornalista italiano che si ritrova una pallottola nel cervello. Andateci pure, infami.
E manco un ripensamento, manco un dubbio, manco una resipiscenza: fate, fate pure, che col vostro atteggiamento da struzzi con la testa sotto alla sabbia siete i migliori fiancheggiatori, i perfetti utili idioti di quelli che vogliono fare di tutta l’erba un fascio (paragone azzeccato e voluto) e cacceranno o tenteranno di cacciare tutti i non Italiani, buoni e no, sbarcati e residenti regolari da anni, magari in retate simili a quelle di tragica memoria, come nell’autunno 1943 a Roma. Teste di cazzo, imbecilli, ciechi, nella migliore delle ipotesi tonti alla Forrest Gump! E, se siete troppo giovani per averli visti, ecco i cartelli esposti un tempo in tanti piccoli esercizi di paese: questo succederà, e gran parte sarà stata solo colpa vostra.
P.s.: e fate un pensierino anche su che avrebbero fatto, e hanno già fatto in situazioni simili, paesi del cosiddetto socialismo reale, come nel Xinjiang in Cina, furbacchioni.
Ri-p.s.: siete peggiori di lui, che almeno nella sua testa bacata ha accoppato gente perché crede in qualcosa di trascendente. Voi, invece, siete solo dei consapevoli e volenterosi complici di tanta nefandezza.
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Little Wind Books Role w/Madeleine 07.11.19 La Ruota del tempo si stava spostando nuovamnete e si avvicinava a Yule. C'era ancora tutto un mese abbondante me dentro di sé Jacob sentiva la necessità di festeggiare e cominciare a tirare fuori le decorazioni che aveva preparato, per fare il punto della situazione. Non solo con il negozio ma anche dentro di sé. Non poteva far finta che ciò che aveva visto, nel momento in cui aveva condivisola sua vita con Rylan, non l'avesse turbato. Era stato rapito quando era molto piccolo? Quante cose gli erano state nascoste del suo passato? Ma soprattutto, come avrebbe fatto a scoprire la verità, se non aveva la più pallida idea di dove partire? L'unica cosa che poteva fare è attendere, e sperare che Madre Terra gli desse un segnale, per quanto insignificante. In fondo, lui aveva sempre vissuto in questo modo e non vedeva il motivo per cui avrebbe dovuto cambiare. Immerso in quei pensieri quasi non si accorse che era entrato qualcuno, una persona che lui conosceva anche fin troppo bene. "Temevo di perdere le speranze a vederti qui. Benvenuta nel Little Wind Books. Come ti ho detto, non ti preoccupare se ti senti strana o... potenziata. Qui sotto passano delle linee abbastanza imponenti di energia. Credo che mia nonna l'abbia scelto apposta. Mettiti comoda che arrivo con una tisana calda e qualche biscotto. Magari mi puoi dire come stanno venendo le decorazioni. Ancora mi devo scusare per... insomma per quello che è successo da te. Ma ne parliamo con calma, ok?" Le fece un ampio sorriso e si infilò nel retro per prendere l'occorrente. Intanto la osservava. Non solo con gli occhi da essere umano ma anche quelli da sciamano. Mad e lui sembravano aver legato, forse perché avevano qualcosa in comune: lo stesso desiderio di aiutare gli altri e, soprattutto, la forza di voler andare in direzione contraria rispetto a ciò che avevano vissuto fino a quel momento. Vite precedenti comprese. Madeleine Jackson Ciao, Jacob! Calma calma, non c’è bisogno che ti scusi /di nuovo/! * sorrisi mentre arrivavo vicino al bancone della sua libreria. Era piacevole parlare con un collega, a volte, soprattutto se entrambi eravamo consci del nostro cammino e delle nostre capacità.* Accetto la tazza di tea comunque! È arrivato il freddo alla fine. Anzi dicono che qui a New York potrebbe nevicare già dal Ringraziamento. * Mi guardo un po’ attorno ammirando la sua libreria. È molto più ordinata della mia, devo assolutamente chiedergli delle dritte, visto che spesso mi ritrovo con pesanti volumi appoggiati a terra. Metto le mani nella tasca del cappotto e lo guardo* Senti so che non è il massimo dell’argomento di conversazione, ma ci sono novità sul tuo...Doppio? O su te? Jacob posa le tazze e versa il liquido ambrato caldo. Rivoli di fumo si alzano anche se l'ambiente non si può dire certo sia freddo, anzi. Posa anche il contenitore con i vari zuccheri e il barattolo del miele. "Come vedi sono attrezzato. Ci ho messo un po' a risponderti perché... non ho risposte. Poco prima che tu entrassi nel negozio stavo pensando a quello che ho visto a Samhain. Non ti nascondo il fatto che mi ha scosso. Però non so come comportarmi. Non è che posso andare da qualcuno a dire: salve, avete notizie di un bimbo rapito più di trent'anni fa? Sapete ho avuto una visione in cui sono stato rapito e vorrei capire... no, vero? Mi prendono come minimo per pazzo. Che già qualcuno ci ha tentato di spedirmi in manicomio. Più volte. Di Rylan non ho avuto più tracce finora. Ma mi aspetto prima o poi qualche tiro, qualche sorpresa. Alla fine aveva capito che non doveva combattere con me se voleva spezzare la maledizione. Poi c'è stata un'esplosione e lui sembra essere sparito. Il velo si è richiuso. Non sarebbe difficile per uno come me rintracciarlo, se davvero volessi. Ha detto che mi ha lasciato un regalo. Fammi un favore Mads. Posso chiamarti così vero? Chiamami Jake se ti sembra più familiare. Il favore che ti chiedo è di pensare a qualcosa, qualsiasi cosa. Devo provare una cosa a me stesso. Mi è successa una cosa poco dopo il rituale che non so come spiegarmi." e prese un leggero sorso della sua tisana. * Come al solito Jake era foriero di molte informazioni e ascoltai con attenzione perché volevo davvero aiutare il mio amico. Bevvi qualche sorso di tisana cercando di riflettere * Beh, Jake, direi che c’è parecchia carne al fuoco. Proviamo a pensare una cosa alla volta. * tenni la tazza tra le mani, cercando di scaldarle un poco* Per quanto riguarda il tuo rapimento ...sai io collaboro con la biblioteca del mio quartiere. Fornisco libri per ragazzini di solito. Possiamo chiedere di consultare online da loro i giornali dell’epoca. Magari c’è la notizia di un bimbo rapito in un certo periodo. E da lì possiamo risalire alla famiglia e vedere se i tuoi sospetti sono giusti. Per quanto riguardo di Rylan...beh io avrei paura a scoprire di cosa può trattarsi! * non era stata una bella esperienza col suo Doppio* Cosa ti è successo dopo il rituale? J: Posò la tazza con gesti delicati. Il suo sguardo si era fatto lontano. Chiunque l'avesse osservato poteva dire che con la mente era tornato alla notte di Samhain. "La cosa che più mi preoccupa è che il cerchio è stato spezzato da un'esplosione. Non so perché sia successo. In fondo Rylan e io avevamo trovato una sorta di accordo. So che però lui non poteva rimanere nel cerchio e, istintivamente, mi sono ritrovato a invocare l'energia del fuoco. E' il mio elemento principale, ho scoperto che quello di Rylan è il mio opposto. Immagino che sia per bilanciare o forse in ogni esistenza assumiamo un elemento diverso per... per cercare l'armonia. Ste tergiversando, scusa, vengo al dunque. Poco dopo l'esplosione ho aiutato una strega, della congrega a cui ho chiesto aiuto o meglio è stato Rylan a guidarmi a loro, a rialzarsi. E ho sentito, chiaramente, che pensava: 'non invidio il tuo debito karmico.' Ho temuto che il famoso regalo..." e sottolinea con le dita la parola "fosse appunto la lettura del pensiero. Ho fatto la prova con Kimberly, la mia compagna, e con te ora. Niente. Non ho sentito nulla. Posso, almeno in questo, tirare un sospiro di sollievo. L'empatia da sola è già abbastanza complicata da gestire. Non ci tengo avere anche il dono/maledizione di poter leggere la mente degli altri. Forse Rylan sfruttava questa cosa a scapito degli altri. Io non sono quel tipo di uomo." Riprese la tazza cercando di scaldarsi. In realtà lui stava sentendo un gelo interiore che avrebbe dovuto togliersi di dosso in altro modo. Una tisana non sarebbe stata sufficiente. "Direi che per la ricerca in biblioteca... accetto. Dubito che ci siano tracce sensibili ma almeno sarebbe qualcosa in più del semplice stare fermo e aspettare di avere un segnale da qualche parte. Nel frattempo lavorerò su me stesso cercando di non far arrivare a nessuno la tempesta che mi sta scuotendo." Era la prima volta che ammetteva questa cosa in maniera chiara e concisa. Aveva davanti una persona con cui aveva condiviso qualcosa di importante. Sentiva, a pelle, di potersi fidare. Jake, non essere troppo severo con te stesso. Tutto ciò che è capitato non è dipeso da te. Poi è stato Rylan a farmi del male, non tu. Però immagino che tu sia davvero preoccupato per la tua compagna,lo sarei anche io per il mio. Non saprei bene che fare... * mi tiro una ciocca di capelli come faccio sempre quando sto pensando* Non so nemmeno cosa può essere il regalo, forse è qualche potere che ti esce fuori nei momenti di pressione emotiva? Non so... Bene allora andremo alla biblioteca lunedì se vuoi. In che periodo risale il tuo rapimento? Annuì con un lieve gesto della testa. "In realtà l'ho avvertita più volte che... " fa un lungo sospiro "stare con me è pericoloso. Abbiamo anche litigato per questo. E' successo prima che ci mettessimo insieme. Continuo a essere preoccupato per lei. Non so mai cosa può capitarmi quando dormo e non ti nascondo che a volte mi sono tirato dietro... spiriti non amichevoli. Io so come ricacciarli indietro o come reagire. Ma Kim... lei sarebbe indifesa. Potrebbero usarla per indebolirmi." scuote la testa. "Lei dice di non aver paura di me. Le credo. So che dice il vero. Ma..." Scuote le spalle. "Dovrei verificare se è come dici tu. Se c'è qualche abilità, qualche potere che esce fuori nei momenti di stress. A dir la verità non sono poi così sicuro di volerlo scoprire ma immagino che, se succederà, non avrò molta scelta. Il rapimento dovrebbe essersi verificato intorno dal 1983, massimo 84. Io sono nato nel 1982 e, per quel che mi ricordo, sono sempre stato nella comunità indiana di La Ronge, in Canada. Ma è possibile che io sia finito lì in seguito. Se devo essere onesto non sono neanche troppo sicuro che il mio nome sia... davvero il mio nome. Intendo dire Jacob Wilson, ovviamente. Non metto in discussione gli altri due che ho. Non sono sprovveduto." e si versò un'altra tazza di tisana. Il calore emanato dalla bevanda lo confortava. Madeleine Jackson * Sorrido mentre mi racconta delle sue discussioni con la sua fidanzata. È un discorso familiare * Sai, ho avuto la stessa discussione con Negan, però voi dovete capire che se vogliamo stare con voi lo sappiamo a cosa, eventualmente, andiamo incontro. E sai cosa? Non ce ne importa perché vogliamo stare con voi e perché sappiamo difenderci. Credimi. * passai poi agli altri argomenti,meno piacevoli * Proveremo ad analizzare quegli anni prima di tutti e vediamo cosa salta fuori. Altri nomi? Sono quelli che non si devono sapere vero? Jacob racchiude le mani con la punta delle dita sulle sue labbra. "Mads tu sai. Non devo spiegarti quanto tutto quello che noi due facciamo sia pericoloso. Ho sempre pensato che forse la soluzione migliore per non mettere in pericolo la gente è... non fare entrare nessuno. Kimberly però è una donna testarda e ha saputo buttare giù il muro che avevo messo con gli altri. Però non ti nascondo il fatto che sono terrorizzato da ciò che potrebbe accaderle. A volte mi porto dietro cose non proprio simpatiche dal Tel'aran'rhiod. E se una di queste si prendesse il corpo di Kim? Non me lo potrei perdonare. Ho rischiato seriamente di non tornare per recuperare mia nonna Vianne da quel mondo. A mia discolpa c'era il fatto che avevo dieci anni e non avevo l'esperienza che ho adesso ma... insomma.. Io comprendo che probabilmente lei pensa di poter esere in grado di sopportare le mie stranezze. E' una bambina ai miei occhi. Capisci cosa intendo dire. La amo. Non vorrei mai che le accadesse qualcosa. Già Samhain è stata dura per noi. Molto. Rylan aveva trovato Eleri tramite me. Ma con il fatto che l'ho ricacciato indietro, non so chi sia. Potrebbe apparire da un momento all'altro. Potrebbero apparire entrambi. Sento che questa questione ancora non è chiusa e io devo fare tutto il possibile affinché non debba ricominciare da capo nella prossima vita. Credo che scriverò tutto quello che ho scoperto nel mio libro delle ombre. Solo che devo trovare qualcuno a cui affidarlo per tramandarlo. Comincia a essere tutto troppo complicato. Ho solo un nome che non deve sapersi. Chissà se Rylan l'ha letto nella mia mente, spero di no o sono nei guai. L'altro è il mio nome indiano e quello sono orgoglioso di rivelarlo al mondo." Non sai come ti capisco, Jake. Io stesso sto cercando come posso di tenere fuori Negan da queste cose. È inutile: quando si ama qualcuno si è più preoccupati sempre per loro piuttosto che per noi stessi. Se vuoi posso preparare un amuleto protettivo per Kim, però. Tu sei troppo coinvolto, lascia fare a me, posso preparare un ciondolo discreto che lei potrà portare sempre, tutti i giorni, senza attirare nessuna attenzione. * Almeno potevo rendermi utile per qualcosa. In questo modo almeno ci sarebbe stata una piccola protezione, sempre meglio di niente.* Affidare il tuo Libro delle Ombre? Jake lo sai che non scegli tu, è il Libro a scegliere a chi essere affidato. Il mio è a casa mia, arriva diretto da mia madre. E secondo me dovresti aspettare di vedere se avrai figli. Magari spetta a loro. * il discorso sui nomi era molto interessante * E come ti chiami? J: Il suo sguardo diventa enigmatico e lontano. "Quando ero piccolo, forse è stato poco prima che nonna Vianne si perdesse e io dovessi ritrovarla... comunque sia, sono stato coinvolto in uno spaventoso incendio. Non si è salvato nulla del capannone dove mi trovavo. Onestamente parlando non mi ricordo cosa l'ha causato e sento che è giusto così. Sono scampato da quell'incendio senza neanche avere una traccia, a parte un segno, una sorta di tatuaggio bianco sulla pelle. Non è evidente a tutti, anzi. Kim per esempio non l'ha mai visto. I miei fratelli Lakota mi hanno detto che, temendo per la mia vita, sono corsi a salvarmi ma io... parole loro... stavo danzando con il fuoco. Dancing Fire è il mio nome per i pellerossa. E' un onore, sai? Io sono un viso pallido ma non per loro. Mi rispettano." Si gira verso di lei. "Sai che sei la seconda persona che mi parla di questa possibilità? E... ecco... non mi fraintendere. Per me è già strano essere in una relazione con qualcuno. Ero così convinto di trascorrere la mia esistenza in negozio, da solo con i pochi amici che ho e basta. In poco tempo mi si è rivoluzionato tutto. Io sono un uomo sincero, quindi ho detto apertamente a Kim che, come non mi vedevo con qualcuno, non ho mai contemplato la possibilità di essere padre. Anche se... uno dei punti della mia esistenza, qualcosa da fare prima di lasciare questo piano, è trovare qualcuno a cui passare la mia sapienza. Non intendevo però un legame di sangue. A quello non ho mai pensato. Quindi dici che, ammesso e non concesso che Rylan abbia compilato un Libro delle Ombre, potrebbe essersi perso? Per quanto riguarda l'amuleto, mi fido di te. Hai ragione, io sono troppo coinvolto, non sarei lucido. Rischierei di mettervi la mia paura per lei dentro. Non è sano. Però lascia che io faccia qualcosa per te in cambio. Anche solo decorare il tuo negozio. Ho fatto dei piccoli oggetti con delle pigne, ne ho fatti troppi per il Little Wind Books. Magari potrei regalarteli." Madeleine Jackson Ora che ci penso...non è che il regalo per te è il Libro delle Ombre di Rylan? Magari appunto perso chissà dove e tu devi ritrovarlo... Forse è questa la tua missione per risolvere il tutto. * Mi mordo un pollice riflettendo, la cosa potrebbe essere messa in questi termini e potrebbe avere anche un senso. Le sue parole successive mi fanno sorridere * Sai non possiamo sapere cosa sarà, soprattutto nelle questioni sentimentali. Io stessa pensavo di passare la mia vita da sola e poi... Quindi mai dire mai. * Mi alzo mentre continuo a parlare * Vado subito a mettermi al lavoro per l’amuleto protettivo per Kim, potrei già averlo per stasera, al massimo domani, dipende quali pietre scelgo di utilizzare e per quanto devono essere purificate, lo sai. E non c’è bisogno che mi dai nulla in cambio lo sai. Sai anche quanto sono Grinch,ma....sì accetto le pigne natalizie! Fa un lieve sorriso. "So che sei un Grinch ma hai bisogno di Luce. E comunque quando vedrai come li ho allestiti, ti strapperà un sorriso. Mi fido di te per l'amuleto. Il fatto che tu sai cosa sto provando e comprendi le mie paure mi dice che farai un ottimo lavoro. E se hai suggerimenti per dove iniziare a cercare il Libro delle Ombre di Rylan, sono tutto orecchi. Razionalmente mi verrebbe da pensare di cercarlo nella congrega che mi ha ospitato a Samhain, ma non so se mi accoglierebbero di nuovo, dopo quello che è successo. Tu hai una libreria esoterica, sai perfettamente come cercare un libro che non vuole farsi trovare, se non dalla persona giusta. Aiutami. Dammi un'indizio dove potrei cominciare la mia ricerca. E sento che io devo fare chiarezza sul mio passato. Anche se ho paura di quello che posso scoprire. Soprattutto perché lo temo. Non potrei continuare a vivere non sapendo cosa mi è successo e perché." [ end role ]
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Note
In questo casi la questione più che geometrica secondo me è matematica. Ovvero si deve soppesare l'idea di sommare le inevitabili connessioni sociali di entrambi, come colleghi, amici e conviventi. Quanto diventa ampia la nostra bolla sociale? Ne vale la pena? Per amore probabilmente sì, ma ci sono comunque delle conseguenze. Per me per esempio è più sensato pensare di stare relativamente lontana dagli amici, che dai colleghi con cui condivido il bagno in ufficio e con cui devo trascorrere 8 ore ogni giorno in uno spazio comune, per quanto ampio. Ovvio che non vado a parlare vicino vicino manco a loro, cerchiamo di stare sempre a distanza, ma se dovessi mettermi a fare una lista dei potenziali contatti non potrei certamente escluderli. Se invitassi a casa mia un'amica, staremmo a distanza con la mascherina e finora ci siamo viste fuori casa apposta. Quando vado a casa dei miei che sono anziani, stiamo lontani. Invece con mia nipote che ha 7 anni e la sua famiglia, anche se non viviamo insieme, mi considero congiunta, quando ci vediamo il fine settimana. A nostro rischio e pericolo, di fatto, ma pensare di stare a distanza per due anni non era ragionevole nel nostro caso.
Oggi nel parlare con un mio collega delle mascherine mi è scappata una risposta un po' brutale e cinica: la legge serve perché se non viene rispettata ci sono delle conseguenze legali, tipo che se io mi ammalo e muoio perché in ufficio non viene rispettata la legge, i miei familiari possono denunciare la cosa. Ovviamente so bene che questa cosa non succederà mai e resterà solo nella teoria. Al di là del fatto che ci sono mille se e mille ma e millemila "figuriamoci se riesci a dimostrare una cosa del genere", la legge in questo caso serve più che altro da promemoria.
Nella pratica il rischio che ci si assume nel non rispettare una regola come quella della mascherina e della distanza è un rischio di coscienza. Ovvero, non è della multa che ci si deve spaventare, non è la denuncia che probabilmente non arriverà mai e ancora di più sarebbe difficile da comprovare, è piuttosto il peso sulla coscienza di avere la responsabilità di un contagio di qualcuno che ami. Questo è qualcosa con cui dobbiamo imparare a convivere e, personalmente, lo trovo molto difficile.
Per quanto riguarda gli ambienti di lavoro la legge dovrebbe servire per non farsi mettere troppo i piedi in testa, ma sappiamo benissimo che i compromessi si sono sempre fatti, a porte chiuse, e continueranno ad essere fatti. E il coltello sta generalmente col manico dall'altro lato. Ma con la legge esplicita al posto del buon senso si ha almeno una possibilità in più.
Per quanto riguarda gli spazi domestici dubito verrà mai qualcuno a controllare nelle case di chi ha una vita tutto sommato tranquilla, ma non tutte le case sono popolate da gente in pace, ci sono persone separate in casa, persone in lite e in via di separazione, persone che frequentano figli e familiari saltuariamente e che potrebbero avere qualcosa da obiettare se qualcuno si volesse presentare senza mascherina. Ecco, immagino che la legge possa tornare utile anche a loro, forse.
Non so. Alla fine l'utilità delle mascherine chiurugiche nei luoghi chiusi se si sta a lungo insieme è comunque limitata, ma resta meglio che niente. Onestamente fatico a immaginare l'utilità di una mascherina mentre si fa sesso, ma forse è solo che ho visto poco porno. Ma "vedersi" in coppia non è solo sesso e vedersi faccia a faccia non è frequentarsi a distanza ed è inutile fare finta che sia la stessa cosa, quando si ha a portata di mano l'alternativa.
Raga, la verità è che ci aspettano mesi di merda e se avete qualcuno di speciale con cui condividerli che non rientra nei casi a rischio forse è meglio farsi due conti e considerarsi congiunti anche se non si è conviventi, se l'intenzione è quella di continuare a frequentarsi regolarmente, perlomeno. Con tutto ciò che ne consegue in termini di aumento del rischio per sé e per chi non possiamo evitare di frequentare di persona. Ogni giorno ci assumiamo dei rischi, ogni scelta, ogni bivio, ogni pedalata su una buca in mezzo al traffico, ogni incrocio in cui passiamo col verde e uno stronzo curva a busso senza darci la precedenza, ogni momento potrebbe succedere qualcosa di brutto per ciò che abbiamo deciso di fare 10 secondi o 10 anni prima. Non è che ci possiamo mettere sempre a fare i calcoli, impazziremmo. Però qualche calcolo lo facciamo, qualche pro e contro ci mettiamo a valutarli. Dipende. Questo è uno di quei casi in cui potremmo semmai spenderci qualche pensiero in più e decidere insieme all'altra metà della coppia.
Quanto al cioccolato, il mio consiglio spassionato è di cominciare a fare grosse scorte di qualsiasi cosa possa addolcirci lo spirito. Io ho cominciato con diversi chili di coccoretti, brezen e croccante alla Fiera dei sapori d'Europa due settimane fa e ho continuato con 9 tavolette di cioccolata, 7 barattoli di miele, diverse confezioni di biscotti e un panettone appena sfornato domenica scorsa. Il portafoglio piange, ma la mia psiche sorride e questo è l'importante.
Conte ha detto nella intervista di ieri che anche a casa con non conviventi bisogna adottare distanziamento e l'uso della mascherina. Io e il mio fidanzato per ora stiamo bene, nessun sintomo,ma non siamo conviventi. Nella nostra regione ci sono abbastanza contagi, ma non siamo in quelle a rischio. Io mangio cioccolato senza lattosio, lui di tutto.
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Toh! E io che ero rimasto alla fòla degli AFFETTI STABILI...
In attesa che i nocchieri di questo veliero proiettato verso il mare del 2021 facciano chiarezza, direi di non infrangere la legge e quindi di trombare con la mascherina, dopo aver consultato il Kamasutra e scelto una posizione che vi permetta di mantenere 1 metro di distanza.
P.S.
Il cioccolato bianco non contiene lattosio e vedi di educarne al consumo esclusivo il tuo ragazzo.
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GAME OF THRONES • 7x01-02-03 • Dragonstone - Stormborn - The Queen's Justice
Recensione scritta a quattro mani con Valentina! #TrashQueens
È stato atteso da tutti. Mai nessuno aveva bramato un inverno con così tanto fervore, soprattutto a luglio. E il 17 luglio l'inverno è arrivato.
Abbiamo visto la prima puntata della settima stagione di Game of Thrones in diretta con gli USA alle tre di notte: eravamo in vacanza, alle due e mezza è suonata la sveglia, e nonostante ciò l’hype di Valentina era alle stelle. Un po' meno quello di Gaia, che il mattino dopo pensava di essersi sognata Ed Sheeran, e il mio: dopo ben dieci minuti di sonno 2.20-2,30, ho ammutolito Vale al primo sclero con un "Non puoi commentare tutto l'episodio" e ho sonnecchiato durante tutte le scene di Sam (così assolutamente fondamentali). La decisione di recensire la settima stagione di Game of Thrones nasce immediatamente, non allo stesso modo le recensioni stesse: siamo partite da "un post a episodio!" a "un post ogni due episodi..." al decisivo "abbiamo fatto tardi: facciamo un post ogni tre e poi il finale col botto". Dunque, eccoci qui, pronte dopo la visione della 7x03, a recensire la penultima stagione di Game of Thrones: buona lettura!
— La recensione procederà nel modo che abbiamo ritenuto più logico possibile: personaggio per personaggio per i più importanti, con momento top e flop di ognuno, più menzioni speciali e conclusione. I commenti sono firmati Valentina/Francesca, visto che nonostante una generale visione comune abbiamo le nostre divergenze (ad esempio, io non vedo l’ora di vedere Brienne con Jaime, mentre Valentina non si spiega come possa resistere al fascino di Tormund) —
ARYA STARK – Francesca
Arya mostra di essere stata attenta alle lezioni del maestro Jaqen H’aqar e apre con un’uccisione di massa inferiore solo a quella di Cersei Lannister nella 6x10 e difficilmente superabile nella stagione. La ragazza crede di avere perso tutto, e la lista è l’unica cosa che le rimane.
Nell’episodio successivo abbiamo una doppia reunion: con Frittella (il cui attore Ben Hawkey ha ben pensato di fare un po’ di grana aprendo la panetteria a domicilio You Know Nothing Jon Dough, che serve deliziosi metalupi di farina) e probabilmente anche con Nymeria (mistero, boh, ammetto che forse mi aspettavo troppo dalla scena ma mi ha dato davvero poco). Finalmente Arya viene a conoscenza di ciò che è successo al Nord e che parte della sua famiglia è ancora viva. Ho sempre amato Arya, ma avevo paura che nel buio in cui brancolava potesse perdere se stessa. Penso che l’incontro con Sansa e Jon sia ciò che più le serve adesso, ed è stato un sollievo vederla compiere la scelta giusta e muoversi per Grande Inverno. Non c’è che dire, Arya non delude mai.
MOMENTO TOP: la scena che non per altro è stata scelta come inizio di stagione, Arya che si prende la sua vendetta per l'omicidio della madre e del fratello: «... proper wine for proper heroes. Stand together! Not you, I'm not wasting good wine on a damn woman, Maybe I'm not the most pleasant man, I'll admit it, but I'm proud of you, you're my family, the men who helped me slaugther the Starks at the Red Wedding. Yes, cheers, brave men, all of you: butchered a woman pregnant with a baby, cut the throat of the mother of five, slaughtered your guests after inviting them into your home. But you didn't slaughter every one of the Starks, no no, that was your mistake. You should have ripped them all out, root and stem... leave one wolf alive and the sheep are never safe. When people ask you what happened here, tell them the North remembers. Tell them winter came for House Frey».
MOMENTO FLOP: come già accennato, la tanto attesa miracolosa reunion con Nymeria. Certo, c'è tutto un significato dietro e blah blah chissà chi sarà cambiato fra i due, ma non ha raggiunto le aspettative.
JON SNOW – Valentina
Il King in the North nato Targaryen ma convinto di essere uno Stark è alle prese con il comando di Winterfell: purtroppo, anche essendo il re acclamato, in pochi sono sempre d'accordo con le sue idee.
Jon ha un solo pensiero e un solo obiettivo, che è sconfiggere i White Walkers; al suo fianco cerca alleati che condividano questo fine, senza dare troppa importanza al trono su cui siedono.
Il Jon dei primi tre episodi, rispetto a ciò che siamo abituati a vedere, ha subito una crescita non trascurabile. Come dimenticare tutte le volte che Ygritte lo zittiva con una frase, di solito la sua iconica «You know nothing, Jon Snow»? Ma il privilegio di spegnere il King in the North non è più di nessuno: Jon fa discorsi mai stati così lunghi, non lascia la possibilità dell'ultima parola a nessuno, è fermo nelle sue opinioni e nelle sue decisioni. Se King Snow vuole andare a Sud, non importa quante volte Sansa possa dirgli «chicco, la saga "gli Stark vanno al Sud" è 'na merda, non te ce mettere pure te» (e lei è l'unica che poco poco Jon ascolta: saranno i capelli rossi?), King Snow va al Sud.
«Io vado a Sud e voi state zitti perché so' il re faccio il cazzo che me pare» «A cojone, voi morì ammazzato come papà e Robb? 'A voi finì co sta storia?» «Sansarè, conserva il fiato che te serve per urlà contro 'sta banda de deficienti quando io non ci sono» «Aò ma che stai a dì» «Mia lady di Winterfell, il Nord è tuo» «NO VABBÈ TE STAI FORI NON TE SEI REGOLATO GRAZIEEEEEE TI AMOOOOO».
Il cambiamento di Jon è sicuramente dovuto più a un cambio nel retroscena di Game of Thrones che solo ed esclusivamente a un character development – a meno che andare e tornare dal mondo dei morti cambi considerevolmente la personalità delle persone.
Tra l'altro, perché la gente non sa che Jon è morto? I corvi non avevano mandato messaggi ovunque? Perché Tyrion e Dany cascano dal pero quando sentono Davos dire «he took a knife in his heart»? Daenerys Stormborn Targaryen si gloria e lustra di una lista di titoli senza fine, che solo Missandei conosce a memoria: invece «he's Jon Snow». E basta. Non Jon Snow il Risorto. Non Jon Snow il Lord Commander. Non Jon Snow il King in the North. Neanche Jon Snow il Bastardo. È solo Jon Snow, senza titoli di sorta: differenza abissale con la bionda che si trova davanti nel terzo episodio. Ma neanche dai cinque minuti di elencazione di titoli si lascia intimidire: «tutto molto bello, ma qui stamo pe' morì tutti: fai 'n po' te». Ma con l'orgoglio di casa Targaryen è difficile scontrarsi: pur vero che Jon è un piccolo capolavoro di ghiaccio e fuoco, un metalupo che lancia fiamme, se vogliamo; e provate a mettervi voi contro la combo di orgoglio Targaryen e onore Stark, poi ditemi se ne siete usciti vivi.
MOMENTO TOP: «TOUCH MY SISTER AND I'LL KILL YOU MYSELF» ❤️💛💚💙💜🖤❣️💕💞💓💗💖💘💝💟
MOMENTO FLOP: reunion con Tyrion Lannister. Se appena li ho visti insieme sullo schermo ho urlato, a mente fredda mi sono resa conto che sono stati un po' deludenti. Mi aspettavo grandi cose, anche in soli cinque minuti, invece i loro discorsi si sono limitati a dei giochini di parole.
CERSEI LANNISTER con menzione speciale a EURON GREYJOY – Francesca
È difficile fare apprezzare agli altri la complessità e l’eccezionalità di questo personaggio, missione che ho deciso di intraprendere pur sapendo già allora che avrebbe dato scarsi risultati. Certo, per chi guarda la serie senza viverla (cioè tutti noi, che grande scoperta) Cersei ormai può sembrare un’illusa. Sappiamo benissimo che non sarà lei a sedere sul trono alla fine e che a un certo punto morirà, ma assumendo un punto di vista interno alla serie il suo comportamento è meno discutibile. Sta facendo tutto il possibile per salvarsi da una situazione che sembra condannarla, e in questi tre episodi si può vedere come stia rialzando la testa. Ora che tutti i suoi figli sono morti, l’unico a darle un po’ di umanità è il fratello/amante, con cui ha un momento intimo e inaspettato nel terzo episodio: già ora è più spietata che mai, cosa succederà quando anche Jaime si allontanerà da lei, come molti sospettano?
Intanto Cersei cerca di procurarsi armi in grado di uccidere draghi e di farsi più alleati possibili. Il più importante di loro è Euron Greyjoy, che con la sua flotta diventa il nuovo favorito della regina. Insistente a chiedere le nozze, Cersei se lo manipola per bene e gli promette ciò che desidera a fine della guerra. Divertente, perché la guerra in questa serie non finisce mai e perché se Euron crede alla promessa di Cersei allora è davvero un fesso – cosa che non mi dispiacerebbe, perché lo detesto. L’unico momento in cui l’ho tollerato è stato quando ha messo in imbarazzo Jaime con domande spinte nel terzo episodio, ma solo perché ho riso per qualche secondo.
Nel terzo episodio Cersei assapora la vendetta per l’omicidio di Myrcella. Tolto il mio odio per Ellaria (ma lacrime a non finire quando citano il mio amore Oberyn Martell!!!!) e la mia empatia per Cersei, è indiscutibile che l’atto perpetrato da Ellaria sia stato disgustoso e che nell’ottica della serie la vendetta di Cersei sia più che giustificata. La regina mostra ancora di saperne una più del diavolo – come dimenticare la fine della septa che la teneva rinchiusa prima dell’espiazione? – e festeggia con il fratello. Decide perfino, mossa troppo azzardata a mio parere, che non sia un problema se un’ancella di corte vede lei e Jaime in circostanze equivoche. Dopo essersi rigirata Mycroft Holmes cioè scusate il banchiere di Braavos, le sue tattiche di battaglia sbaragliano i nemici con formazioni inaspettate.
Non dirò che Cersei possa essere una regina migliore di Danaerys (con seguito a braccetto, ovviamente), perché non è vero, ma non posso fare a meno di notare quanto sia più preparata e matura rispetto alla seconda, che da sola riesce a malapena a trovare il bagno.
MOMENTO TOP: bits and pieces della manipolazione di Euron e della sua risalita dalle stalle alle stelle, ma si staglia sopra a tutto il resto la vendetta su Ellaria. Ancora una volta, Cersei ripaga i propri nemici con la loro stessa moneta: «I don't sleep very well, not at all really. I lay in bed and I stare at the canopy and I think about ways to destroy my enemies. How to destroy Ellaria Sand, the woman who murdered my only daughter? I thought about having Sir Gregor crush your skull the way he did to Oberyn: it would be poetic, I suppose, but fast, too fast. I thought about him crushing your daughter's skull: she's beautiful, so beautiful, the thought of this lovely face cracking open like a duck egg it's just not right. [...] Your daughter will die here in this cell and you'll be here watching while she dies. You'll be here for the rest of your days [...], you will live to watch your daughter rot, to watch that beautiful face clamps to bone and dust, all the while contemplating the choices you have made».
MOMENTO FLOP: all'apparire della scena!hot con il bel fratello pensavo di essere tornata ai momenti attira pubblico delle prime stagioni, e sono rimasta un po' perplessa. Non mi ha stupita il fatto che Cersei continuasse nonostante Jaime inizialmente le si opponesse (parallelismo con la 4x03?) mentre mi ha stupita che si lasciasse scoprire da un'ancella come se niente fosse. Non è una mossa da Cersei, e potrebbe pagarne le conseguenze.
TYRION LANNISTER – Valentina
Abbiamo lasciato Tyrion come Hand of the Queen, e quindi me al settimo cielo perché finalmente riceveva la ricompensa che si meritava. Mi aspettavo grandi cose da Tyrion; ma il Tyrion Lannister di questa stagione, almeno in questi primi tre episodi, è la pallida e sfocata ombra del Tyrion Lannister che tutti conosciamo e amiamo.
Nel suo personaggio, la mancanza di un canovaccio letterario e della scrittura di Martin delle sceneggiature ha appiattito la personalità. Il nano sveglio, sempre un passo avanti a tutti, la cui unica e valida arma era l'intelligenza (“A mind needs books like a sword needs whetstone”) è diventato solo uno a cui piace giocare con le parole. Il Tyrion Lannister che conosco e amo non è un maestrino: questo Tyrion è il Folletto delle fobie di Cersei, quello che parla per confondere, non perché ha effettivamente qualcosa da dire; l'arguzia e l'ironia sono sparite, ed è rimasto un consigliere che almeno si rende conto di essere l'unico a cui la regina dà ascolto. E per una regina come Daenerys, che è pronta a eliminare anche l'artefice della sua ascesa perché quella mattina si è svegliata con il piede storto, avere qualcuno che le ricorda che non vuole essere la «queen of the ashes» è decisamente positivo, per evitare un Re Folle 2.0.
MOMENTO TOP: strano a dirsi, ma non troppo per il Tyrion7, l'unico momento in cui è in silenzio. Nel primo episodio, Daenerys ha avuto solo la scena finale e una singola battuta: mentre gira per le stanze di Dragonstone, scrutando il luogo che dovrebbe sentire come casa propria, è seguita solo dalla sua ombra e da Tyrion Lannister, che è egli stesso la sua seconda ombra. Con un piccolo capolavoro di regia, hanno dimostrato cosa vuol dire Daenerys al governo: certo, un personaggio forte di facciata, ma che non è niente senza qualcuno di valido alle sue spalle. È Tyrion che muove i fili del gioco, è la mente principale dietro le azioni. Mostrato di nuovo nell'episodio successivo: «non vuoi essere la queen of the ashes» ... «non sarò la queen of the ashes».
Menzione speciale anche a Tyrion che chiede di Sansa, l'unica persona al di fuori della famiglia Stark che tiene veramente a lei.
MOMENTO FLOP: oltre la reunion con Jon Snow, distrutta forse proprio dalla pochezza del nuovo Tyrion, la difesa di Varys. I discorsi di Tyrion sono memorabili, e lo sa bene Peter Dinklage che ha vinto l'Emmy per uno di questi. Avevo di brividi durante il discorso del processo per la morte di Joffrey. Invece, nel momento in cui Varys sta per essere messo a morte, Tyrion pronuncia due flebili battute contro Daenerys, lasciando l'eunuco a difendersi da solo. Non che Varys non sia in grado, per carità: anzi, nella sua difesa sembra più simile al vecchio Tyrion di Tyrion stesso. Ma da quando Tyrion Lannister lascia che le persone lo zittiscano senza ribattere con sarcasmo?
JAIME LANNISTER – Valentina
Jaime apre malissimo: «Parliamo di Tommen?» «No» «Ok». Il suo personaggio è ormai muto e non è neanche in grado di rispondere a Euron Greyjoy quando lo provoca, sia in privato sia in pubblico: chi sei tu e che ne hai fatto di Jaime Lannister? Grazie a Dio resta una delle poche persone che ancora capiscono qualcosa di strategia militare, e riesce a prendere Alto Giardino e a prevedere la presa di Castel Granito.
Ma qualità da generale a parte? Jaime non parla molto, non riesce neanche a tenere testa alla gemella che sta dando di matto, e, appena lei si inginocchia davanti a lui, dimentica anche il significato della parola decenza.
(Può essere considerato character development il fatto che nella 1x01 Cersei impanichi perché Bran l'ha vista con Jaime mentre nella 7x03 apre tranquillamente la porta in vestaglia e con il gemello ancora nudo nel letto?)
Per Jaime ho grandi aspettative, e soprattutto per il rapporto Jaime-Cersei. Com'è ben noto, la profezia di Maggy la Rana ha detto chiaramente a Cersei che sarebbe morta per mano del suo valonqar. Come più volte si ripete, lei è la prima nata tra i gemelli: questo rende sia Jaime sia Tyrion i suoi valonqar, che in Alto Valyriano significa "fratello minore": Cersei però è sicura che la profezia si riferisca a Tyrion, ed è lui che teme. Però (mettendo da parte la teoria che sostiene che Tyrion non sia neanche fratello di Cersei, ma addirittura di Daenerys), personalmente credo che la profezia si riferisca a Jaime. Da sempre i due gemelli hanno avuto un rapporto unico, come ha sempre raccontato Cersei. Nei libri, ricordo che a un certo punto Jaime dice di non ricordare neanche la prima volta in cui baciò la sorella, tanto erano piccoli. Ma quando Jaime si allontana da Cersei, cambia; quando si è allontanato e ha conosciuto Brienne, è cambiato radicalmente: ricordiamo che è stato lui a dare a Tyrion la possibilità di scappare, dopo la morte di Oberyn. Si è allontanato sempre più da Cersei, nonostante sia rimasto al suo fianco. Dal suo ritorno ad Approdo del Re, quando ha trovato di fronte a sé il devasto dell'esplosione del Tempio di Baelor, i suoi sguardi per Cersei sono sempre più confusi, se non spaventati. Sempre più nella sorella rivede re Aerys Targaryen, sempre più riecheggia il terrificante «Burn them all», sempre più lo Sterminatore di Re è pronto a diventare lo Sterminatore di Regine. La profezia dice che il valonqar avrebbe ucciso Cersei strozzandola: chi meglio di Jaime Lannister, con una mano dorata che può diventare letale? E notiamo che Euron insiste sulla mano di Jaime da tre puntate...
MOMENTO TOP: tra il piattume delle sue scene (perché le mie grandi aspettative non vengono soddisfatte...), la strategia militare per conquistare Alto Giardino gli dà un breve momento di gloria.
MOMENTO FLOP: dopo puntate e puntate di crescita, c'è il crollo quando va a letto con Cersei. Più deludente della fine di Barney Stinson.
PETYR BAELISH – Francesca
Più o meno tutti sanno che i real deals nel trono di spade sono Varys e Petyr. O almeno, questo è quello che ho sempre pensato. Mentre gli aspiranti sovrani si massacrano a vicenda, questi due strateghi manipolano la scala del caos a loro piacere. Ultimamente, però, mi chiedo se si rendano conto delle situazioni in cui si sono messi. Ho sempre amato entrambi, preferendo Petyr a Varys (complementariamente a Valentina), ma alcune delle loro ultime mosse sono questionabili.
Non sarebbe un episodio del Trono di Spade senza Petyr che osserva Sansa con sguardo da maniaco (check: fatto, per tutti i tre episodi) ma ci si chiede quando comincerà ad accorgersi che anche Sansa lo sta manipolando per bene. Nel secondo episodio arriva un momento atteso da tutti: Jon che sbatte Petyr al muro senza pietà (e no, non in quel senso) dopo che Littlefinger gli declama il proprio “amore” per Sansa, tale quale a quello che provava per Catelyn. Non capisco cosa pensasse di ottenere da questa mossa, che mi ha lasciato assai perplessa. E’ nel terzo episodio che invece lo troviamo in una situazione che ci piace, mentre consiglia Sansa su come muoversi nel gioco dei troni. Se c’è una persona che impara da chi le sta intorno, questa è Sansa, e dopo Cersei e Ramsay, alla lista si aggiungerà anche Petyr, che le propone una disquisizione filosofica su come non trovarsi mai impreparati. Ma lui starà applicando le sue stesse regole?
MOMENTO TOP: «Don't fight in the North or in the South, fight every battle, everywhere, always, in your mind: everyone is your enemy, everyone is your friend, every possible series of events is happening, all at once. Live that way and nothing will surprise you. Everything that happens will be something that you've seen before».
MOMENTO FLOP: «I love Sansa, just like I loved her mother» grande mossa davvero, grande mossa. Che poi non ci credo neanche. E' vero, Petyr ha la sua pretty picture e tutto quanto, ma di sicuro non è amore.
SANSA STARK – Valentina
Sansa è ormai una donna fatta e finita. La bambina ingenua delle prime puntate non esiste più, neanche nei sogni più remoti: ha imparato da chi la circondava, e oggi le influenze di Cersei, Petyr e Catelyn sono più evidenti che mai (tanto che Jon le dice che sembra essere un'ammiratrice di Cersei; e parliamoci chiaro: per quanto possa stare sul cazzo, chi non lo è?).
La ragazzina che fungeva da pedina di chi le era intorno oggi non è disposta a farsi mettere i piedi in testa. Lo avevamo già visto nella scorsa stagione, durante i preamboli per la Battaglia dei Bastardi, quando, senza battere ciglio, pronunciò l'iconico «You're going to die tomorrow, Lord Bolton. Sleep well». Oggi la vediamo rispondere a Jon di fronte all'adunata di cavalieri che lo hanno acclamato Re del Nord, nonostante creda fermamente che lui sia tagliato alla perfezione per il ruolo («You're good at this. You are!») e prendersi il merito che le spetta quando lui le riconosce il titolo di Lady di Winterfell.
MOMENTO TOP: Sansa, va' e conquista e rimetti Ditocorto al suo posto come solo tu sai fare!
MOMENTO FLOP: due fratelli si rivedono dopo anni e lui cosa fa (oltre a non mostrare un'emozione che sia una)? No comment.
BRANDON STARK – Francesca
Brandon, considerato da alcuni il personaggio più importante nonché protagonista di Game Of Thrones (contenti voi...), giunge finalmente alla barriera, scortato da quella poveraccia di Meera che ormai si è fatta due braccia da culturista. Sappiamo tutti che sta arrivando il momento, che finalmente altri due Stark saranno riuniti. Gli occhi si riempiono di lacrime al solo pensiero, il cuore esplode di gioia e prepariamo le reaction pic da postare su twitter.
Bran nel terzo episodio arriva finalmente a Grande Inverno, e la sua reazione al ritrovamento della sorella è più o meno quella che avrebbe potuto avere Neville Paciock sotto incantesimo pietrificante in una situazione del genere. Anzi, no, almeno Neville è simpatico.
Brandon ormai sa tutto e tutti e vi spia mentre fate la doccia, quindi ritrovare la sorella non è poi sto granché e non mostra il più piccolo segno di felicità. Anche quando Sansa cerca di comprendere quello che gli è successo, Bran non la considera molto. Sono d’accordo che le circostanze non siano delle più liete, ma due schiaffi ben assestati glieli avrei dati con piacere almeno per fargli cambiare espressione. E poi lo lascerei da solo in mezzo al bosco, vediamo poi quanto considera l’aiuto altrui.
MOMENTO TOP: quando Lady Gaga l'ha chiamato sul palco per duettare sulle note di Poker Face.
MOMENTO FLOP: tutto il resto, più o meno.
DAENERYS [...] TARGARYEN – Valentina
Su tre episodi, due sono titolati specificamente per la Madre dei Draghi. Daenerys ha finalmente raggiunto Westeros, accompagnata dai tre draghi, che non mancano di dare il benvenuto al figlio naturale di Rhaegar Targaryen non appena lo vedono (altro che “io sono l'ultima Targaryen”).
Da pelle d’oca l'interpretazione di Emilia Clarke nella 7x01, quando fa toccare il suolo a Daenerys come se fosse parte di un luogo sacro e recondito, che venera come una divinità. Assorbe il paesaggio roccioso della sua terra natia, con tutti i sensi possibili. Questo, però, non cambia il suo carattere che, per quanto lei voglia negarlo, è troppo simile a quello del padre. Inspiegabilmente, nella seconda puntata decide che è arrabbiata con Varys, che è tuttavia l'artefice del suo ritorno a Westeros. La ragione? Fa il suo lavoro: spia e doppiogiochista. Ma, come Varys le ricorda, una persona che riesca sempre ad avere uno sguardo oggettivo, che abbia a cuore l'interesse del popolo e non solo il proprio tornaconto, può essere solo un vantaggio. E Daenerys muta? Quando mai: il già citato orgoglio Targaryen le fa dire «sì vabbè ok forse c'hai 'n po' ragione, però se me li fai girà io te brucio». E vabbè.
L'incontro con Jon, uno dei più attesi di sempre, è stata una scusa per spiattellare (di nuovo) i suoi innumerevoli titoli. E per frignare un po': «A cì, che m'hai chiamata bambina? Stai a scherzà?? Io te brucio!!!». Ed è in questo momento che emergono le contraddizioni della bionda regina: chiede a Jon di non giudicarla in base alle azioni del padre Aerys, però poi è veloce a giudicare Jon in base alle azioni di Ned. Lei può essere una santa nonostante il padre fosse chiamato Folle, ma Jon è invece il figlio del ribelle e deve sottomettersi a lei perché deve fare ammenda e perché sì. Dany non ha mai creduto che, tornata a Westeros, sarebbe stata accolta come una dea dal popolo (e lo dice a Varys, facendo il verso alle frasi colme di sogni di gloria del fratello Viserys): ciò nonostante, da Jon pretende tutto, senza voler dare in cambio nulla. Esiste solo lei con le sue ragioni. I White Walkers? Sticazzi.
Daenerys è un passo minuscolo dal prendere il trono: le basta allungare la mano e lo afferra. La sua forza risiede nella saggezza di Tyrion (anche se il suo personaggio non la dimostra), che la tiene a freno di fronte a Olenna Tyrell che dà di matto e le dice «be a dragon»: sì, certo, sii un drago, brucia tutti, diventa esattamente come tuo padre e fatti odiare dal popolo. La mossa migliore insomma.
MOMENTO TOP: l’arrivo a Dragonstone (strano, quando non ha detto neanche una parola).
MOMENTO FLOP: l'invettiva contro Varys, completamente immotivata.
OLENNA TYRELL – Francesca
Olenna porta in scena un po’ di sass come sanno fare in pochi, e mi chiedo chi rischiarerà gli episodi d’ora in poi. Personaggio amato dall’inizio alla fine, donna realista dal pugno di ferro che sa quello che vuole e odia i convenevoli, mi è caduta immensamente nel secondo episodio. Sarà che non conosce Dany come la conosciamo noi, ma se questa si mette in testa che non deve dare ascolto a nessuno –neanche a Tyrion – è l’inizio della fine. Ho pensato che Olenna l’avesse capito e le stesse dicendo quelle parole per un qualche tornaconto personale ma non è stato così e io sono rimasta alquanto basita. Cercherò di non pensare a questo momento, ma ad
uno epico come il discorso del terzo episodio. Nessuno insulta bene come Olenna, ed è un piacere per le orecchie sentirla deridere Joffrey. Coerente fino alla fine, dall’odio per il motto dei Tyrell all’amore per la stessa casa e per i suoi nipoti, non sarebbe Olenna se non se ne andasse con il botto. L’unica che sfugge all’ira di Cersei.
MOMENTO TOP: che altro, se non il suo ultimo, stoico discorso? Ciliegina sulla torta «He [Joffrey] really was a cunt, wasn't he?» che ci toglie le parole di bocca.
MOMENTO FLOP: mi ripeto, ma sicuramente il suo intervento a Dragonstone.
YARA GREYJOY – Francesca
Ho sempre adorato Yara e nonostante a un certo punto temessi il peggio sono ancora convinta che riuscirà a sottrarsi al suo apparentemente certo destino. Mi rendo conto dell’improbabilità delle mie speranze ma mi rifiuto di credere che la storia di Yara possa finire qui. Donna di forte volontà, ha sia l’ingegno di Cersei che l’amore per il popolo di Daenerys, e potrebbe guidare uomini e donne delle sue terre come nessun altro. Vabbè, okay, forse i miei sogni reconditi di un qualche accenno Dany/Yara non si avvereranno mai, ma posso ancora credere nel resto. Uno dei momenti più irritanti e tristi della serie per me è stato l’elezione al trono delle isole di ferro di Euron al posto di Yara, e non posso credere che la serie possa mai finire senza lei sovrana delle isole.
MOMENTO TOP e FLOP: per Yara i due vanno insieme. Si tratta ovviamente del combattimento contro la flotta di Euron. Top perché si è battuta con il valore che le si addice e se avesse avuto più come lei al suo seguito le cose sarebbero andate diversamente, flop perché effettivamente ha perso
SAMWELL TARLY e JORAH MORMONT – Francesca
Eccolo, è lui l’eroe di cui questa città ha bisogno, l’unico con il coraggio (e l’irresponsabilità) per fare quello per cui tutti noi pregavamo da mesi: guarire il favorito, il prescelto, l’idolo, guru della friendzone Jorah Mormont. Sam ci dona sequenze ad alto contenuto soporifero, è vero, e altre altamente nauseanti, ma tutti ci aspettiamo grandi cose da lui e la guarigione dell’appestato Jorah si rivela una tappa fondamentale del suo cammino alla cittadella – in cui Horace Lumacorno lo terrà rinchiuso per anni a copiare manoscritti, molto probabilmente. Grazie alla professionalità del buon Sam, Jorah può tornare da Danaerys, che lo ha bandito qualcosa come tre volte mentre ha perdonato le congiure di Varys in qualche secondo. Forse l’orgoglio e i nomi contano più del resto, non si sa.
MOMENTO TOP: oltre, ovviamente, alla reazione di Sam al sentire il nome del vecchio comandante e all'operazione operata su Jorah, abbiamo tutti amato la semplice risposta di Tarly alla stupita domanda di come avesse fatto a guarire Mormont: «Ho seguito le istruzioni del libro». Magari fossimo tutti un po' più Sam.
Invece, per Jorah slittiamo alla lettera a Daenerys. Se solo lei sapesse quanto ci avrebbe guadagnato a non bandire Jorah ripetute volte. Ma lui persevera, dolce pasticcino e re della friendzone.
MOMENTO FLOP: vanno sicuramente annoverati i momenti soporiferi del primo episodio, ma vogliamo parlare della disgustosa e nauseante transizione a cui sapete che mi riferisco? Mi viene da vomitare.
Jorah non ci ha donato molte scene, ma un po' di disperazione è salita a tutti quando si è rialzato in piedi e ha detto a Sam che sarebbe tornato dalla sua Khaleesi. Voglio dire, era abbastanza ovvio che l'avrebbe fatto, ma ho comunque provato un po' di pietà per lui.
THEON GREYJOY – Valentina & Francesca
V: Theon è uno dei personaggi con più sfaccettature della serie. Indubbiamente non è un personaggio amato ai suoi inizi, quando decide di tradire Robb e prendere Winterfell. Ma il percorso di tortura a cui lo sottopone Ramsay, che non scaturisce dalla vendetta, ma dal puro gusto di tagliare e scuoiare che caratterizza il Bastardo Bolton, fa cambiare idea a molti. Theon viene distrutto e ricostruito come una persona nuova, Reek, che è alla completa mercé di Ramsay. Gli psicologi hanno materia con cui banchettare guardando il personaggio di Theon Greyjoy, che nella 7x02 ha mostrato ancora una volta le difficoltà del percorso di recupero: magistrale l'interpretazione di Alfie Allen, che con un solo battito di palpebra, fa lo scatto Theon-Reek. Theon forse avrebbe potuto salvare Yara dalla morsa di Euron. Theon Greyjoy forse avrebbe potuto tenere testa allo zio. Ma Reek? Reek non è nessuno, Reek è una creatura quasi informe, che senza Ramsay non ha senso d'esistere. Reek non può salvare Yara e non può neanche provarci. E dunque, Reek si butta in mare.
F: Per quanto riguarda Theon, non mi dilungherò, specificando solo che ho il mio punto di vista e che ognuno può essere d’accordo o meno. Theon non mi è mai piaciuto, né quando era in sé, né durante la tortura (che ho apprezzato) né dopo, punto e basta. Gli unici momenti in cui lo tollero sono quando supporta Yara. Non voglio addentrarmi nella psicologia di Theon/Reek perché di sicuro non sono la persona più adatta per farlo, ma se poteva esserci uno spiraglio di luce in fondo al tunnel il suo comportamento nel secondo episodio ha fatto cadere una valanga davanti allo spiraglio.
Menzioni speciali
DAVOS SEAWORTH – Francesca
Anche Jon Snow a volte ha bisogno di un aiutino, più che altro per esprimersi in termini più comprensibili e non offendere con i suoi modi molto diretti, ed allora subentra Davos. Non che lui sia così subdolo, anzi, ma nessuno resiste al Cavaliere delle Cipolle – e non è per l’odore. Davos è il vicino di casa che tutti vorrebbero, il padre che tutti vorrebbero, insomma tutti lo vorrebbero e basta. Oltre ad essere aspirante stratega e bravo diplomatico (e bravo con i bambini) è anche un uomo semplice, che smorza la pomposità della corte di Dragonstone: questo è Jon Snow. Ora veniamo alle cose che contano. Menomale che c’è Davos.
VARYS – Valentina
Varys è sempre stato il più sveglio nel gioco del trono. Anche quando Daenerys se la prende con lui, le tiene testa: sa che ha un ruolo importante e sa che nessun monarca può veramente abbatterlo, se non schiacciandolo fino alla morte. Ma anche così, i Ragni, pur morti, non lasciano indietro solo la carcassa: hanno riempito il mondo di ragnatele.
Ho avuto una punta di panico nel sentire Melisandre dirgli che dovrà morire in terra straniera: che sia un preannuncio della sua morte in corso di serie? Oh, io ve lo dico, faccio un macello se mi ammazzano Varys.
SANDOR CLEGANE – Francesca
Non ho mai creduto che il buon vecchio Sandor fosse morto – mai credere qualcuno per morto se non si vede il corpo – e vederlo ricomparire sullo schermo è sempre una gioia. Aspetto trepidante il momento in cui ucciderà il fratello (già morto in teoria, ma ci siamo capiti) ma ancora di più la reunion con Arya, cui il primo episodio sembra preludere – e ne vedremo delle belle. Non credo che prenderà mai parte attivamente e stabilmente a uno schieramento nella guerra, ma possiamo comunque aspettarci dell’azione.
TORMUND GIANTSBANE – Valentina
YOU'RE A LUCKY MAN. MA COME FATE A RESISTERGLI IO NON ME LO SPIEGO.
VERME GRIGIO - Francesca
Se non altro, il personaggio in questi tre episodi ha stupito. Sulla strada per diventare il nuovo Christian Grey, sembra aver dimenticato un po’ di strategia militare. Non vorrei suonare come Cersei (o forse sì), ma se l’amore è una debolezza...
Eccoci giunti alla fine di questo mezzo commento mezza recensione: sentitevi liberi di discutere le nostre opinioni e di mandarci le vostre domande, risponderemo come possibile.
Un po' d'inverno servirebbe anche a Milano, dove sono in arrivo i quaranta gradi, ma in realtà saremmo abbastanza contente di una risposta. Gendry Baratheon sta ancora remando?
Alla prossima,
Francesca e Valentina
- trovate Valentina e il suo blog su Twitter, Instagram, Facebook.
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Opinione: Morto Che Cammina, di Irvine Welsh
Mark Renton ha fatto bingo: i deejay della sua agenzia fanno ballare i ragazzi sulle due sponde dell’oceano e un bel po’ di soldi entrano in cassa, ma non riesce a sentirsi davvero appagato di una vita passata fra sale d’attesa e stanze d’albergo. Seduto a bordo di un volo che lo riporta a casa, butta giù un tranquillante dopo l’altro per smaltire i postumi della serata precedente, quando all’improvviso incrocia un paio di occhi impossibili da dimenticare: quelli di Frank Begbie. L’ex psicopatico di Leith ora è un artista famoso e sembra non nutrire più alcun proposito di vendetta per quella brutta storia della truffa sulla vendita dell’eroina. Sono passati tanti anni, ma Renton non si fida, vorrebbe saldare il suo debito e teme che Begbie stia tramando qualcosa… Nel frattempo alle orecchie di Sick Boy e Spud, occupati in nuovi «progetti», giunge voce che i vecchi amici bazzicano di nuovo Edimburgo: prospettiva stuzzicante riunire i soci come ai bei tempi. Ma quando i due si avvicinano all’oscuro mondo del traffico di organi, le cose prendono rapidamente una brutta piega per tutto il gruppo. In balia ognuno delle proprie dipendenze, costretti alla resa dei conti con un passato che non può più aspettare, Renton, Begbie, Sick Boy e Spud saranno travolti da un fiume in piena di assurdi imprevisti. Uno di loro rischia di non vedere l’ultima pagina del romanzo: chi è il morto che cammina? ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Appena chiuso e già sento la mancanza di tutti i vari personaggi. Una storia folle, incredibile e sconvolgente...come tutti i precedenti volumi della serie, d'altro canto. Welsh riesce ancora una volta lasciare senza parole lettore portandolo in una strada lunga, una storia di cui si pensa di indovinare il finale ma che ti coglie alla sorpresa, sempre, a continue riprese. Si parte dallo stesso punto in cui finisce L'Artista Dell Coltello e si continua facendo una panoramica piuttosto veloce sulle varie vite dei 4 protagonisti. Rent è ormai diventato un agente di dj e gira costantemente per il mondo, portando i suoi artisti ai vari palchi dove dovranno esibirsi e (sostanzialmente) facendogli da baby sitter, procurandogli droga, sesso o qualunque altra cosa che vogliano. Stremato per colpa di questa vita sempre in viaggio, è ripiombato nella droga giusto per sopravvivere ai vari jet lag che lo stanno consumando. Ma quando si trova faccia a faccia con Frank vede finalmente l'occasione per metter a posto i casini che ha combinato nel passato, restituendo i soldi rubati anni prima al vecchio (ex?) amico. Ha iniziato anni prima a contare i vari interessi e a metter da parte tutti i soldi necessari per chiudere col passato, pensando di riuscire così a sentirsi più in pace con se stesso. Peccato che è Frank non rivoglio indietro un centesimo... Francis lo abbiamo appurato per bene grazie al romanzo che lo vede protagonista: lo ritroviamo nella sua casa nuova in California, con la moglie e le due figlie, che si sta godendo questa vita meravigliosa si è ritrovato ad avere grazie alla sua arte. La sua vita però è minaccia di Harry (un ex sbirro) che continua a perseguitare la famiglia. Rivediamo anche Sick boy che ha messo su un'agenzia di escort che funziona piuttosto bene, anche se è sempre a caccia. Lo incontriamo prima di Natale, quando torna a casa della sorella, per stare con la famiglia, ma lui non riesce proprio a tenersi fuori dai guai e nemmeno ad evitare di coinvolgere gli altri nella sua m****. Infatti la sera della vigilia coinvolge il cognato in un giro di festeggiamenti, mettendogli dell'ecstasy nel bicchiere, portandolo a fare qualcosa per lui impensabile. Lo conosciamo ormai e nonostante lui si procuri tutti questi guai e si crei questi casini fa sempre il seccato della situazione, quello che viene tirato in mezzo senza motivo, quando è sempre e solo colpa sua in effettivo. È un egocentrico, egoista, come è sempre stato, anzi forse è peggiorato negli anni. E poi Spud che si ritrova a vivere come senzatetto a chiedere l'elemosina in giro, con come unico compagno un cane che ha adottato; sempre buono, strano e caccia di droga. Sarà l'incontro con un suo vecchio amico che gli darà una possibilità per fare qualche soldo, ovviamente in modo illegale. Ma conosciamo Spud e sembra tutto troppo bello per essere vero. Tutte queste storie avvengono circa più di 15 anni dopo la fine di Porno, infatti stando alle date citate nel romanzo Porno è ambientato nel 1998 mentre questa storia dal 2015. Sappiamo poco di questi lunghi anni, ci viene dato qualche piccolo frammento durante la narrazione ma più che altro vediamo il risultato, ovvero che le loro vite non sono cambiate così tanto: Spud è sempre un drogato in cerca di una dose che non riesce a rimettersi in piedi; sempre in crisi per aver rovinato ogni possibilità con l'amore della sua vita, Ali, e il non aver potuto dare di più al loro figlio. Simon, sempre a caccia di donne per fare la sua fortuna attraverso gli altri. Sempre pensando solo a se stesso in primis. E a mettere nella m**** agli altri, ovviamente. Per una risata, per un regolamento di conti o per semplice possibilità di farlo. Rent, ripiombato nella droga e intrappolato in questo lavoro che ama ed odia. Gira il mondo ma in effettivo è stanco di tutto questo vorrebbe solo fermarsi da qualche parte a mettere su casa, trovare una donna che lo ami con cui vivere e riprendere il figlio con sé, visto che dopo il matrimonio fallito è stato (quasi) abbandonato in un istituto perché autistico e lui non poteva dargli una vita stabile come meritava. E poi Francis che è diventato questo grande artista, l'unico che sembra davvero aver voltato pagina del tutto e aver trovato una vita stupenda, degna di questo nome, e ricca di rivalsa. Come intuiamo già, queste vite sono di nuovo destinate ad incontrarsi fra di loro e, naturalmente, non appena si incroceranno partirà il delirio. Nonostante il regolamento di conti che Rent vuole fare, ci saranno altre avventure in serbo per loro e tanti colpi di scena che continueranno a travolgere le loro vite. Ma poi, li conosciamo, alcuni non hanno dimenticato e non vedono l'ora di ridare con gli interessi tutto ciò che hanno passato. Il grande dubbio che permea tutto il romanzo è: chi è il morto che cammina? Infatti idea di lasciare uno di questi personaggi intristisce il lettore, ma insieme gli mette curiosità sul sapere chi, come, e per mano di chi possa lasciarci uno fra questi storici protagonisti. Soprattutto, vedendo la storia come procede, tra tutti questi alti e bassi, non si è mai sicuri di cosa succederà nel capitolo successivo o addirittura dopo un paio di pagine. Welsh ci tiene incollati, nonostante alcune teorie si inizino a formare nella mente del lettore.... Rispetto L'Artista Del Coltello (che ho appena chiuso) questo romanzo è un po' più difficile da leggere, perché l'alternarsi di tutte queste voci così diverse fra di loro lo rende meno scorrevole. Alla fine di tutto la storia è molto interessante, bella, ricca di colpi di scena, nonostante la difficoltà a volte nella lettura. È piacevole incontrare questi personaggi che hanno segnato così tanti fan durante gli anni; mette un po' tristezza vedere e rendersi conto di quanto siano invecchiati, però è la natura umana non si può rimanere giovani per sempre ed anche in questo Welsh riesce a creare una storia che merita di essere letta, perché fossero rimasti sempre gli stessi non ci sarebbe stato quel qualcosa in più che spinge a sapere di queste vite, ormai diverse, ma unite da un passato comune, un'amicizia o semplicemente dalla droga. Sono rimasta un pochino delusa nel finale perché lascia aperti molti interrogativi riguardo alla vita di alcuni personaggi. Viene lasciata molto aperta una possibilità di un seguito, perchè non c'è un punto alla storia. Non c'è una fine, fine! Se sapremo altro su di loro non ne possiamo avere la minima idea, non so nemmeno se sarebbe il caso di farli continuare...ma la curiosità resta alta, nonostante una possibile delusione resti dietro l'angolo. Per dirla breve: è stato davvero bello poter vivere altro insieme a questa stranissima combriccola, di vedere cosa è cambiato in tutto quel tempo e cosa invece non è cambiato. Nonostante le e mie difficoltà, per il cambio nel modo di scrivere quando parlano diversi personaggi, è sempre un piacere leggere queste loro storie. Come già detto più volte, devo trovare il tempo per rileggere tutta la saga dall'inizio, non solo perché leggerli in sequenza credo che sia molto più interessante, ma perchè credo che la mia opinione possa essere cambiata negli anni e sono curiosa di scoprire cosa potrei vedere in altro modo. Lo consiglio sicuramente molto ai fan della serie. Sì aveva paura che questo libro potesse essere una brutta copia del film uscito qualche anno fa (T2), per fortuna non lo è e riesce a creare una storia molto più ampia, dando molta caratterizzazione ai personaggi, nonostante lo stile piuttosto stretto e conciso in alcune parti. Abbiamo dovuto aspettare circa un annetto però n'è valsa la pena. Staremo a vedere quali prossimi romanzi ci riserverà Welsh e se qualcuno fra loro tornerà. from Blogger http://bit.ly/2X3SHtN via IFTTT
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“Quante volte gettiamo le nostre vite al vento di altre esistenze inaffidabili?”. Leggere Murakami Haruki in ospedale, tra Sputnik e Beatnik
Per festeggiare, il 12 gennaio scorso, il suo settantunesimo compleanno, mi sono letta il suo La ragazza dello Sputnik (traduzione di Giorgio Amitrano, come quasi tutti i suoi testi, stampa Einaudi). Il libro, dalla copertina così rossa da sembrare maoista, rispecchia lo stile delle altre, un colore dominante e un’immagine stilizzata e surreale. Rispetto agli altri mattoni murakamiani, però, questo romanzo si legge in un attimo, poco più di duecento pagine, e me lo sono letta tutto tra le bianche pareti di un ospedale: sotto le finestre scorreva la vita della mia città. Infatti, Haruki Murakami, il meno giapponese tra gli scrittori giapponesi di culto, è talmente assurdo e fantasioso, bizzarro e affilato, da non lasciare scampo e da permettere un salvifico distacco emotivo dalla realtà.
*
Il fatto che, il 4 ottobre del 1957, l’Urss abbia lanciato in orbita, dalla base spaziale kazaka di Baykonur, lo Sputnik, il primo satellite artificiale della storia, o che il successivo 3 novembre, lo Sputnik 2 sia stato lanciato nello spazio con la cagnetta Laika – come è scritto in epigrafe al romanzo – è irrilevante, non conta un bel niente nel romanzo. Ma il fatto che la cagnetta Laika, la prima creatura vivente che abbia viaggiato nel cosmo non sia stata mai ritrovata, insieme al satellite (che non fu recuperato), questo sì è ciò che conta e che rappresenta una sorta di correlativo oggettivo del romanzo: “la cagnetta venne sacrificata alla ricerca sugli esseri viventi nello spazio”. Al centro di gravità narrativo troviamo Sumire, una ragazzina magrissima e orfana (tanto per cambiare, i protagonisti di Murakami spesso hanno perduto la madre), disordinata, che fuma tante sigarette e sogna di diventare una scrittrice, ma non ha mai avuto un ragazzo. Non si è mai innamorata. O meglio: “Detto in sintesi, Sumire era un’inguaribile romantica, testarda e cinica, completamente inesperta della vita e del mondo. Una volta che cominciava a parlare, poteva andare avanti anche all’infinito, ma quando l’interlocutore non le andava a genio (come le accadeva con la quasi totalità del genere umano), non apriva bocca. Fumava troppo, e quando prendeva la metropolitana perdeva regolarmente il biglietto. Aveva la tendenza, se colta da una delle sue ispirazioni, a dimenticarsi di mangiare, e infatti era magra come gli orfani di guerra dei vecchi film italiani, e aveva gli occhi eternamente spalancati”.
*
Sumire è fissata con Jack Kerouac e si porta sempre con sé una copia di Sulla strada o Viaggiatore solitario. Legge, appena possibile, le pagine, le sottolinea a matita e ne manda a memoria interi passi, come questo: “Nessun uomo dovrebbe vivere senza aver sperimentato almeno una volta la sana anche se noiosa solitudine di una dimora tra i boschi, scoprire di dover dipendere solo da se stessi, e per questo tirar fuori la vera forza interiore”. Quando Sumire incontra, per la prima volta, la musicista coreana Myū, la donna (non una ragazza) che le farà perdere la testa, ovviamente tira in ballo Kerouac. Chi ci racconta la strana storia di Sumire è un insegnante elementare, un amico compagno di università (facoltà di lettere), che è innamorato perdutamente (e senza speranza) di lei. Il triangolo amoroso non quadra, perché Myū, misteriosamente, non riesce ad amare. Myū e Sumire si incontrano, per la prima volta, a un banchetto di nozze, in un lussuoso albergo di Akasaka (dove spesso si aggirano i personaggi di Murakami) e lì prende forma il soprannome di Myū, “la ragazza dello Sputnik”. Per una fumosa confusione di suoni e assonanze, tra Sputnik e Beatnik. “Myū aveva già sentito nominare Jack Kerouac, e sapeva vagamente che era uno scrittore. Ma non riusciva a ricordare di che tipo. – Kerouac… Kerouac… non c’entrava qualcosa con gli Sputnik? Sumire non capì cosa intendesse Myū.
– Sputnik? Ma lo Sputnik è il satellite artificiale, il primo lanciato nello spazio dall’Unione Sovietica negli anni Cinquanta, no? Jack Kerouac è uno scrittore americano. Va bene che come periodo ci siamo…
– Appunto, non è così che chiamavano un gruppo di scrittori di quel periodo? – disse Myū, e con la punta delle dita disegnò dei cerchi sul tavolo come se frugasse il fondo di un vaso, di chissà quale forma, alla ricerca di un ricordo lontano.
– Sputnik?
– Era il nome di una corrente letteraria. Sai, quei gruppi di scrittori… come in Giappone lo Shirakabaha. Fu a quel punto che Sumire finalmente capì.
– Beatnik! Myū si asciugò delicatamente le labbra con il tovagliolo.
– Beatnik, Sputnik… Mi confondo sempre con questo tipo di parole. Come, che so, la Restaurazione Kenmu o il Trattato di Rapallo. Cose che appartengono al passato.
Ci fu una breve pausa, che sembrò evocare lo scorrere del tempo”. Ma Sumire aveva in animo, prima di innamorarsi perdutamente, di scrivere un romanzo ottocentesco, uno di quei romanzi che intrecciano anima e destino. La scrittura, ahimè, è però un demone, inafferrabile. “ – Ho la testa piena di cose che vorrei scrivere. È come un assurdo magazzino stipato di roba – disse Sumire. – Immagini, scene, frammenti di discorsi, figure di persone… a volte queste cose sono così scintillanti, piene di vita, e sento che mi urlano: Scrivici! In quei momenti mi sembra che stia per nascere un romanzo meraviglioso. È come se stessi per andare in un posto completamente nuovo. Ma appena mi siedo al tavolo e provo a scrivere, mi rendo conto che qualcosa di essenziale è andato perduto. L’esperimento è fallito: non ho prodotto nessun cristallo, e mi ritrovo in mano dei sassi. E non sono andata proprio da nessuna parte”.
*
Per scrivere occorre partire, ma per partire è necessario perdersi. Forse, quindi, se quello che scriviamo ha un valore, quando succederà, saremo scomparsi nel nulla, per sempre, perduti nello spazio più profondo, irrintracciabili. Come l’eroica cosmonauta Laika, e il suo Sputnik. Infatti per accorgersi di quello che succede nelle nostre vite, bisogna riuscire a spiarsi da fuori e per farlo, occorre più che perdersi, dimenticarsi, essere dimenticati. Un po’ quello che racconta Sumire nei suoi scritti – trovati solo quando lei è scomparsa misteriosamente, “svanita come fumo” – che raccontano di Myū. Per distrarsi era andata in un famoso Luna Park, in una cittadina svizzera. Girava senza meta, mentre un organo suonava Il bel Danubio blu. Poi al botteghino della ruota panoramica, prende il biglietto. Per l’ultimo giro. Il bigliettaio “aveva la barba bianca, lunga sul mento, i baffi ingialliti dal fumo. Tossiva, e aveva le guance rosse come se fossero state esposte al vento del nord”. Sulla cabina rossa della ruota panoramica non c’era nessuno, oltre a lei. Le cabine vuote “ruotavano oziosamente nell’aria. Un’immagine del mondo che si avvicinava stancamente alla fine”. “La ruota, come un vecchio pachiderma che si solleva a fatica, cominciò la sua salita. Guardando in basso, le varie baracche e attrazioni che riempivano il parco rimpicciolivano a vista d’occhio, mentre le luci della città emergevano pian piano dall’oscurità. Sulla destra si vedeva il lago, dove le barche per le escursioni, tutte illuminate, si riflettevano dolcemente nell’acqua. Anche le montagne, in lontananza, erano punteggiate dalle luci dei villaggi”. Myū cerca febbrilmente, con un binocolo, la sua casa, il suo appartamento. Quando siamo in alto cerchiamo di aggrapparci, con la mente e con lo sguardo, a ciò che di più piccolo possediamo. Cerchiamo di riconoscerci. Una volta trovata la palazzina, quasi con la “coscienza sporca”, Myū fruga tra gli interni di casa sua. Aveva lasciato la finestra aperta e la luce accesa. Ma la ruota panoramica di colpo si spegne bruscamente insieme alle luci, mentre cala il silenzio più assoluto nel parco giochi. “Dove era andato a finire quel vecchio? Probabilmente aveva bevuto, pensò. Il colorito, quel respiro affannoso, la voce impastata… sì, non c’era dubbio”. Quante volte affidiamo, gettiamo le nostre vite al vento di altre esistenze inaffidabili? A quali incertezze esponiamo il nostro elegante mucchietto di ossa?
*
Nel buio del luna park svizzero inizia a fare freddo. Myū torna a spiare tra le stanze del suo appartamento illuminato, è già passata la mezzanotte. Ma nella sua stanza vede, improvvisamente, un uomo, nudo. Non può aver sbagliato appartamento, riconosce i mobili, i fiori nel vaso, i quadri alle pareti. Ma cosa ci fa quell’uomo nudo in casa sua? Come ha fatto ad entrare? Ma c’è anche una donna, dentro l’appartamento, con una camicetta bianca a maniche corte, una gonna corta di cotone blu. E quella donna è lei, Myū. Vedere noi stessi da lontano, dall’alto, con un binocolo può farci smarrire, perdere per sempre. Definitivamente. Solo un filo è quello che ci riporta in vita. Il telefono, protagonista indiscusso dei romanzi di Murakami, quando finalmente riceviamo quella telefonata da chi avevamo temuto di perdere per sempre. Quante volte, nella nostra vita, abbiamo immaginato, sognato, sperato, scongiurato che quell’apparecchio telefonico squillasse? “Così continuiamo a vivere la nostra vita. Segnati da perdite profonde e definitive, derubati delle cose per noi più preziose, trasformati in persone diverse che di sé conservano solo lo strato esterno della pelle; tuttavia, silenziosamente, continuiamo a vivere. Allungando le mani, riusciamo a prenderci la quantità di tempo che ci è assegnata, e poi la guardiamo mentre indietreggia alle nostre spalle. A volte, nel ripetersi dei gesti quotidiani, sappiamo farlo anche con destrezza”. Ma non è forse la nostra vita perennemente un attendere, immaginare, sognare quella telefonata? E lei che finalmente ci chiama, ci dice di essere tornata? E noi che le chiediamo dove è adesso? Dimenticando, per un attimo, che lei è lì sospesa, nella solita cabina telefonica. Ma poi cade la linea. O, semplicemente, lei ha riagganciato. E il ricevitore, che noi rimaniamo a guardare, fissare, a decifrare, rimane tra le nostre mani, sordo ai nostri desideri, muto, mentre noi aspettiamo, invano, che il telefono squilli di nuovo.
Linda Terziroli
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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, 10 domande che ci pone il film
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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, 10 domande che ci pone il film
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, 10 domande che ci pone il film
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, 10 domande che ci pone il film
Mancano ancora diversi mesi all’uscita nelle sale di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, e né il trailer, Né le dichiarazioni di attori e regista sembrano aver risolto i dubbi sulla trama del film che chiuderà la saga familiare iniziata nel 1977.
Ecco allora le domande che ci pone Episodio IX:
Cosa succederà alla principessa Leia?
Come saprete Carrie Fisher è scomparsa prima dell’inizio delle riprese ma il team di J.J.Abrams ha trovato il modo per “resuscitare” la principessa Leia attraverso del materiale scartato dai precedenti film.
“È difficile parlarne senza sembrare troppo vago” confessa il regista, “ma sembrava che improvvisamente avessimo trovato la risposta impossibile alla domanda impossibile. Ci sono momenti in questo film in cui è presente Carrie, e sento davvero che c’è un elemento misterioso e spirituale che abbia contribuito alla riuscita del tutto. Carrie ci stava dicendo che in qualche modo avrebbe funzionato.“
Ma in che modo saranno sfruttate le scene all’interno della trama? Quanto sarà grande il ruolo di Leia?
La prima misteriosa battuta di C3PO
Anthony Daniels è stato più che felice di aprire la nuova uscita di Star Wars e ha anche elaborato la sua prima parte del film. “La linea che non potevo dire erano due parole: ‘emblema comune’ … Non potevo proprio dirlo ‘, ha detto.
Ma cosa diavolo significano ?! Common Emblem non ha letteralmente senso per tutti noi in questo momento, tuttavia, come sempre, i fan sono ansiosi di sapere di cosa si tratta. C3PO non è uno che fa battute, quindi sembra improbabile che usi le parole per deridere o disprezzare qualcuno. Non è nemmeno il tipo da lanciare grida di battaglia, quindi sembra piuttosto insondabile che li avrebbe usati per ispirare le truppe. Cosa vogliono dire?
Cosa è successo prima del salto temporale?
Come dichiarato da Oscar Isaac nell’ultima cover di Vanity Fair, il film riprenderà esattamente un anno dopo gli eventi de Gli Ultimi Jedi: “Ci sarà un po’ di quella storia condivisa che non abbiamo ancora visto. Negli altri episodi, Poe è ritratto come un lupo solitario, mentre ora fa davvero parte di un gruppo che esce e va in missione, con una dinamica molto più familiare“.
Ma cosa sarà accaduto durante la pausa? Come ritroveremo i personaggi dopo il salto temporale? E che dire del Primo Ordine, guidato da Kylo Ren, e della Resistenza?
Chi è Jannah?
Uno dei nuovi personaggi del franchise è stato presentato durante il panel di Star Wars: The Rise of Skywalker, ovvero Jannah, che sullo schermo è interpretata da Naomi Ackie.
Non sappiamo molto sulla misteriosa eroina, tranne alcuni indizi del suo look (unico e particolare rispetto agli altri), e ci sono già diverse teorie che ipotizzano un legame di parentela con Lando Calrissian (forse è sua figlia?) ma staremo a vedere…
Scopriremo qualche nuovo dettaglio sul passato di Kylo Ren?
Un altro “problema” relativo a Gli Ultimi Jedi, almeno secondo i fan, era il racconto approssimativo del passaggio al lato oscuro di Kylo Ren attraverso alcuni flashback. Manca infatti una vera ed esaustiva spiegazione che speriamo di vedere in Episodio IX, conclusione del ciclo del personaggio.
Come promesso dagli autori, il film dovrebbe approfondire la storia di Ben Solo, quindi si ipotizza un chiarimento sul suo legame con Snoke e sulle ragioni che l’hanno portato a ribellarsi alla famiglia.
I dubbi sui genitori di Rey
In occasione della Star Wars Celebration era stato J.J. Abrams a confermare che Episodio IX: L’Ascesa di Skywalker avrebbe fatto luce sulle misteriose origini di Rey esplorando il passato del personaggio in vista della conclusione della saga.
“Sapevamo che il film doveva essere una conclusione soddisfacente ed eravamo ben consapevoli che le origini di Rey è uno degli argomenti più discussi…ora non voglio dire che ciò che è successo in Episodio VIII non conta, ma posso affermare che il prossimo capitolo racconterà molto di più della storia di quello che avete visto.“
Il regista ovviamente faceva riferimento alla scena di Gli Ultimi Jedi in cui Kylo Ren confessa all’eroina che “è soltanto la figlia di due mercanti di Jakku che ti hanno venduta in cambio di soldi“, ma ora un nuovo rumor diffuso dal sito Making Star Wars sembra riferire che uno dei genitori di Rey è un volto noto del franchise.
Secondo questa voce, suo padre è nientemeno che Han Solo. A quanto pare mentre Leia si addestrava con Luke, Han avrebbe avuto una relazione con un’altra donna e da quel rapporto sarebbe nata una figlia. Dopo questo evento Ben Solo, adirato, verrà spedito da Han nell’accademia jedi di Luke.
Sarà davvero così?
I cavalieri di Ren
Come confermato dalle nuove immagini ufficiali, i cavaliere di Ren debutteranno finalmente al cinema e il film in uscita esplorerà il rapporto tra questi guerrieri e Kylo Ren con loro.
Non sappiamo molto dei personaggi, visti per la prima volta in Il risveglio della Forza, e il trailer ci ha semplicemente mostrato Kylo confrontarsi con uno di loro. Forse un tempo era il leader e le cose sono cambiate nel corso degli ultimi anni?
Ci sarà una love story?
Star Wars non ha mai trascurato le love story: nella trilogia originale si era accennato al triangolo tra Luke, Leia e Han Solo, e nei prequel è stato protagonista il legame fra Anakin e Padme. Dunque lo stesso accadrà in Episodio IX?
Kylo Ren e Rey formeranno una coppia? Oppure saranno Finn e Rose i protagonisti di una grande storia d’amore?
Il legame tra Rey e Kylo
Adam Driver ha già discusso della relazione in via di sviluppo tra Kylo Ren e Rey, ma è su Vanity Fair che si parla di una speciale connessione con la forza introdotta nel film precedente che continuerà ad essere approfondita. Ma in che modo?
Daisy Ridley ha spiegato che “c’è una parte di Rey arrabbiata con Kylo per ciò che ha fatto, e quella è stata sempre una grande domanda durante le riprese: perché una persona che ottiene tutto poi lo lascia perdere?“
Cosa avrà voluto dire? Che conseguenze avrà questo legame sulla storia?
Quale sarà il ruolo dell’imperatore Palpatine?
Come confermato dal primo teaser trailer diffuso poche settimane fa, l’imperatore Palpatine tornerà in Star Wars: The Rise Of Skywalker interpretato di nuovo da Ian McDiarmid, ma non è ancora chiaro il motivo e in che modo farà la sua comparsa nel capitolo finale della nuova trilogia.
Diverse le teorie (già elencate qui), ma quella suggerita da Makingstarwars sembra suggerire che nel film vedremo un’altra versione del personaggio, ovvero una sua reincarnazione, e a vestirne i panni sarà proprio Matt Smith. Ovviamente si tratta soltanto di una voce non ancora confermata, e vi ricordiamo che il casting dell’attore era stato smentito dal diretto interessato nei mesi scorsi.
Il sito riporta che questa figura verrà posseduta dallo spirito di Palpatine, e che il Leader Supremo Snoke era in realtà comandato mentalmente dall’ultimo dei Sith. Si arriverebbe poi ad un epico scontro tra due fazioni, la prima composta da Rey e Kylo Ren, la seconda da Palpatine e il personaggio interpretato da Smith, dove soltanto Kylo uscirà da vincitore diventando il prossimo “ospite” dell’oscuro villain.
Qual è allora la verità?
Leggi anche – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, le teorie sul significato del titolo
Fonte: Screenrant
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, 10 domande che ci pone il film
Mancano ancora diversi mesi all’uscita nelle sale di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, e né il trailer, Né le dichiarazioni di attori e regista sembrano aver risolto i dubbi sulla trama del film che chiuderà la saga familiare iniziata nel 1977. Ecco allora le domande che ci pone Episodio IX: Cosa succederà alla principessa Leia? […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Cecilia Strazza
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#7 Pensieri prima di Natale
Siamo quasi a Natale! ormai mancano 2 giorni al 24 ed è sicuramente un periodo che necessita sfoghi e cose del genere, perchè le riflessioni ci sono a prescindere, come anche gli stress molto probabilmente.
Che lo vogliamo o no è la fine di un anno, la fine di un ciclo e che noi ci scriviamo liste di desideri, buoni propositi o meno, l’anno nuovo arriva. Insieme ad esso, le aspettative per un anno migliore e la tendenza a fare una somma di tutto ciò che si è raggiunto o perso durante l’anno.
Non sò se sono qui per fare questo discorso, ma ora che sono arrivate le vacanze spero di avere sempre più tempo per scrivere, stare un po a casa o fuori dagli stress fa bene.
E nonostante sia stata male (una settimana e mezza a casa) avere il pensiero delle cose da fare e le lezioni perse è pesante. Quindi stare a casa è bello se si è in salute, in vacanza e sopratutto quando ce n’è bisogno.
Sono davvvero riuscita ad acquisire diverse cose anche solo dal primo post che ho scritto qua, e ne sono contenta. Sono sempre qui a cercare di migliorarmi ma sono sicura che quest’anno ho fatto dei bei salti e progressi e devo continuare ad avere fiducia in me e costruire quella sicurezza in tutte quelle che sono le mie abilità specifiche nel mio settore, che siano pratiche o teoriche.
Un consiglio che posso dare a me stessa è che non c’è nulla di meglio che iniziare bene la giornata (anche ricominciare piuttosto, va benissimo anche quello) e sentirsi ordinati/organizzati. Sembra una stronzata ma pulirsi la camera e darsi una sistemata è già un buonissimo inizio.
A volte non si dà conto alle cose che facciamo tutti i giorni proprio perchè le facciamo tutti i giorni, Invece il mattino dovrebbe essere un rito quasi sacro, nel quale prendo il mio tempo per alzarmi, fare colazione, una bella doccia, ordinare la camera e chiedersi “come mi sento oggi?” e di conseguenza scegliere dei vestiti che ti fanno sentire al meglio, (è davvero importante cambiarsi, togliersi il pigiama) e fare qualcosa solo per te, che sia leggere, scrivere, disegnare, anche la meditazione è perfetta.
Routine mattutina a parte, ricordo di aver scritto uno di questi post pensando a come gli adulti, secondo una mia idea che avevo in testa, siano equilibrati e in generale, al contrario di come faccio io, sanno soppesare le scelte che “riguardano i sentimenti” ecc ecc
Lasciando stare quanto e come questa idea possa essere giusta o sbagliata, di sicuro è bene trovare un equilibrio. E sono grata di aver perso il peso dei dolori dell’anno scorso che mi hanno portato ad essere così disequilibrata. (penso si dovrebbe dire squilibrata ma non suona proprio bene :_) )
Per me ora, avere equilibrio significa avere pace e serenità. Ho una sicurezza in più ora, che non pensavo mai di poter avere, e non pensereste affatto sia una sicurezza.
È un paradosso: sò che nella vita non c’è nulla che sappiamo come vada a finire, non sappiamo cosa succederà domani e non abbiamo nulla veramente sotto controllo.
Ebbene questo io sono riuscita a trasformarlo in una forza e in una sicurezza. Non è che dobbiamo agire come se ogni giorno fosse l’ultimo e come se tutto ci sfugga dalle mani. Ma, non dobbiamo dare nulla per scontato e cercare di fare il meglio che possiamo ogni giorno.
Sò quali sono le cose più importanti per me, e le comprendo meglio ogni giorno. La mia famiglia e il mio futuro.Il mio futuro ovviamente è dipendente dal mio presente, perciò anche quello. Cerco di vivere il mio presente nel miglior modo possibile,cerco di comprendere me stessa, gli altri e come agire al meglio. E se le cose non funzionano, non sta tutto nelle mie mani, ognuno compie le sue scelte.
Per adesso sento il bisogno di dover fare altro e sò che presto finirò questo post, ma c’era altro che volevo sviscerare di queste giornate e di questi ultimi tempi. O dare una conclusione che sommi un pò tutto ciò che ho detto.
oh beh ho tempo per scrivere durante le vacanze, ora ho una voglia matta di decorare la camera e lasciarmi ispirare
perciò bye bye 👋
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Abbiamo fatto due chiacchiere con Cece MC, uno dei personaggi più simpatici e sfaccettati del clubbing italiano. Performer di razza, non si limita a stare sul palco dando energia al pubblico. Da tempo lavora pure dietro le quinte con un'agenzia importante come Level Up, organizza eventi nottambuli e non solo e pure fan convention internazionali. La sua dote migliore, comunque, se siete qui online, è che a differenza del 99% degli addetti ai lavori del clubbing italiano dice quello che pensa. Leggete con grande attenzione soprattutto le sue risposte sulla 'crisi' e sulla crisi della figura del dj come produttore ed esecutore musicale. Se avete voglia di seguire Cece MC sui social lo trovate qui: https://www.facebook.com/CeceMcOfficialPage/, https://www.instagram.com/cecemcofficial/ (...). Chi segue Cece si diverte. Questo è poco ma sicuro.
Che stai facendo con la tua agenzia in questo periodo?
E’ partito l’autunno e come ogni anno stiamo già pensando all’estate. La ricerca di continuità nei progetti come l’anno scorso con Touchdown sono la priorità. Settimana scorsa abbiamo chiuso il tour club italiano di Chadia Rodriguez e tantissime date e programmazioni nei top club con cui lavoriamo.
Come vedi il clubbing italiano?
Recentemente ci siamo allontanati da molti club che preferiscono personaggi televisivi e deejay che vengono dai Reality. E’ stata una scelta condivisa e appoggiata da tanti addetti ai lavori. Continueremo cosi per dare valore alla musica e ai musicisti, settore in cui lavoriamo.
Vedi nuovi artisti o nuove tendenze che vuoi segnalarci?
Non siamo certo i primi a fare spoiler, ma l’anno prossimo arriverà a mettere da parte il Reggaeton la versione europea o globale del baile funk o funk carioca. Sono i ritmi della favela con ritmo club. Ritmi e testi che risultano molto Gangstar in Brasile e molto divertenti qui. Fa ridere perché molti testi spinti della musica latina in genere passano in tutte le radio e magari parlano di stupri, omicidi e situazioni borderline in maniera molto volgare. Ricordiamo e sappiamo bene invece quante barriere alla musica italiana che usa magari solo una parolaccia...
Cosa ti piace e cosa non ti piace della scena italiana?
Stanno andando forti anzi molto forti tante realtà trap femminile. BadAss, Chadia Rodriguez, Beba sono le più eclatanti nella scena ma tante altre stanno seguendo la scia.
Perché parliamo sempre & solo di crisi quando anche in altri settori (ristorazione, grande distribuzione / supermercati, abbigliamento, centri commerciali, industria...) il cambiamento è costante?
Non è mai esistita crisi se non di valori e di cultura. Perché Lorenzo non fai un giro al Just Cavalli a Milano una sera per vedere quante bottiglie pagate come oro liquido vengono portate ai tavoli? Forse per te come per me è troppo ma anche questo tiene in piedi i club. Quindi per semplice deduzione la crisi sta solo nelle scelte artistiche, musicali e NON proiettate al futuro. Manca il classico investimento nel giovane talento o nella musica particolare. Qui rivogliamo tutti la Milano da Bere.
Ci sono un sacco di festival ormai, soprattutto d'estate ma non solo (Nameless, Club to Club, Movement, Kappa Futur Festival, PopFest in Puglia, Decibel Open Air a Firenze) - cosa pensi di questo fenomeno?
I Festival che hai citato qui sopra purtroppo spesso sono in perdita. Sono delle costose vetrine per colpa di burocrazia e tasse e anche questo deve evolversi. Non è possibile che senza un main sponsor in Italia si rischi cosi tanto per un evento che fa vivere cultura musicale.
Cosa pensi dei format, che ormai riempiono tutti i locali italiani soprattutto in ambito reggaeton & dintorni?
I nostri format Touchdown Ibiza e IamaRichBitch sono in continua crescita sia come numero di serate , sia come interesse. Abbiamo la fortuna però che sono format "incubati, nati e cresciuti" ad Ibiza e quindi ogni autunno torniamo rinnovati da nuove idee e nuove influenze musicali. Qui in Italia sembra che ogni locale voglia creare il proprio format e poi vengono da noi a chiederci di poterlo vendere in Italia come il nostro. Questa è IGNORANZA che dilaga. In tutto questo chi ha perso è la figura del Dj come produttore ed esecutore musicale. Era inevitabile dopo 10 anni di costosi e potenti Dj in consolle rispetto ai gusti e alle economie del club.
A Milano soprattutto (ma non solo) ci sono un sacco di "piccoli" club dedicati soprattutto all'elettronica (Apollo, Dude, Volt, Tunnel, Discosizer, ovviamente il Plastic) ma non se ne parla mai, manco tra addetti ai lavori... eppure la tendenza c'è. Piccolo è bello?
No, la verità è che sono tutti piccoli embrioni. La Milano che noi conosciamo bene è quella dove esplodono le tendenze nei club, magari grazie alle influenze dello studente che viene da Tokyo o da Seoul. Stiamo tutti aspettando cosa succederà. Quei club capiscono che è anche ora di investire nelle cose nuove. Anche noi stiamo pensando di affittare una serata e provare a far ballare una novità. Chi vivrà vedrà.
E i dinner show? Ormai in disco si balla ma si mangia pure (spesso bene) e i ristoranti diventano disco (e viceversa)
Sempre stato cosi ma non ci abbiamo mai messo piede. Il ristorante deve rimanere un’entità a sé.
Come vedi la scena club & festival italiana tra 10 anni?
Cambierà sempre più rapidamente quindi vince chi è originale.
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Bene ragazzi dopo tanto tempo in silenzio a subire tocca a me parlare. Bene avete sentito una versione della storia che beh lasciatemi dire è molto distorta dalla realtà. Ovviamente io passo sempre per la stronza insensibile che le ha spezzato il cuore..beh NO. Io ho sbagliato nei suoni confronti TANTO QUANTO lei ha sbagliato nei miei. Ho passato tanto tempo a cercare di giustificare certi atteggiamenti e la stessa cosa l'ha fatta lei. Mi ha amata e non lo negherò mai,mi ha dato tanto e mi ha regalato una piccola ma importante porzione di felicità e per questo,e tante altre cose,non potrò mai dimenticarla. So che è stata male in questi giorni e so anche perché ma detto molto francamente non sarei riuscita a starle accanto come mio solito e forse mi sarebbe uscito uno stupido e insensato "Mi dispiace" però ehy credo che la stessa cosa sarebbe successa a lei..di fronte a certe cose non ci sono parole che tengano,ci sono dolori troppo acuti e beh il tutto sarebbe finito con un bellissimo "vaffanculo" e quindi ho preferito evitare per entrambe. In questi giorni ho visto una Martina soffrire certo ma anche felice e circondata da belle persone..per me è stato leggermente diverso ma sono dettagli. Io ho dato tutta me stessa,fino all'ultima goccia. Ho fatto tutto il possibile per lei ma evidentemente non è bastato. Ho sopportato tanto..per tanto tempo ma ad un certo punto sono scoppiata perché era troppo..troppo dolore. Mi sono comportata male e non lo nego ma io non sono il lupo cattivo che una mattina si è svegliato e ha deciso di mandare un legame così a puttane. NO. ASSOLUTAMENTE NO. Ci sono tante cose che sappiamo io e Martina e io non sono scema. Non voglio che la colpa sia scaricata su di lei o su di me perché fondamentalmente trovo giusto dirvi che nessuno può giudicare ne una ne l'altra perché quello che abbiamo nel cuore lo sappiamo solo noi due. Detto ciò grazie a tutti per averci sostenute e grazie per l'affetto. Chissà cosa succederà in futuro..a presto.
-Cristina
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Kit Harington parla del finale e del “massacro” dell’ottava stagione
Kit Harington ha parlato con Deadline della portata del finale e di come la settima stagione abbia costruito un nuovo GoT. Avvicinandosi alla fine di un ruolo che ha definito la sua carriera, l’attore ha anche parlato di cosa si aspetta dalla stagione finale e come si sente per la fine di GoT, indipendentemente da chi finirà sul Trono di Spade.
Kit nel nuovo spot di D&G, insieme ad Emilia Clarke!
DEADLINE: Dopo quella che è stata senza dubbio la stagione di GoT più grandiosa finora, cosa accadrà nella stagione finale?
KIT: Sto per scoprirlo, presto ci riuniremo e leggeremo gli episodi finali, è qualcosa che non posso descrivervi. Solo pochissime persone conoscono i dettagli, ma è quello che aspettiamo da anni. Ne abbiamo parlato al bar come attori e insieme sul set, e presto scopriremo cosa succederà. Ovviamente voi non scoprirete cosa succede per molto tempo.
DEADLINE: Non fino all’anno prossimo…
KIT: Esatto, ma se mi chiedete cosa penso che succederà, credo che finirà con un grosso combattimento. Dobbiamo supporre che l’Armata dei Morti ci metterà un po’ per arrivare al sud, ma in realtà non lo sappiamo. È un gran bel finale perché è qualcosa che aspettiamo da tempo, adesso sono a sud della Barriera.
DEADLINE: In una stagione affollata con episodi più lunghi che mai, qual è l’aspetto più importante del finale di stagione per te, Jon Snow?
KIT: Penso sia uno dei migliori episodi che io abbia mai visto. C’è un po’ di tutto, collima con la stagione e con GoT in generale ed io l’adoro. Mi sento molto melenso su questa cosa al momento.
DEADLINE: Nessuna vergogna per questo, ma nello specifico, cosa adori?
KIT: Penso la parte principale dell’episodio, che è stata stranissima per noi attori, è stato essere alla Fossa del Drago con tutti i presenti che si confrontavano. È una cosa grossa per noi attori essere con ogni attore della serie con cui non avremmo mai pensato di lavorare. Devi ricordare che molte di queste persone si conoscono solo dalle voci, ma non si sono mai viste. Io o Jon Snow, non avevamo idea dell’aspetto di Cersei… beh ce l’avevo dal primo episodio della serie, ma non avevo idea di come fosse, come interagisse, come lavorasse. Per questo è stata una cosa grossa per l’episodio e per la serie.
DEADLINE: Qual è la tua parte individuale preferita del finale?
KIT: Credo che la parte più commovente per me, il mio momento preferito dell’episodio, a livello personale, sia stata lavorare di nuovo con Alfie Allen e fare la scena con Theon dove s’incontrano nella sala del trono di Roccia del Drago. Adoro quella scena perché amo quello che fa Alfie con il suo personaggio. Mi è piaciuto il suo viaggio in questa stagione. Penso che sia interessante guardare come i personaggi e i loro viaggi abbiano interagito. Adesso sono uomini e sono cambiati, ne hanno passate tante…e penso sia stato molto interessante da interpretare per me e Alfie.
DEADLINE: in molti modi è perfetto per la qualità epica di questa stagione…
KIT: Sì, per me la durata è stata molto importante. Di solito non lo vediamo fino alla messa in onda, ma io l’ho vista mentre facevo dei commenti audio. Penso che, per me, la durata di circa un’ora e venti ci prepari a quello che possiamo aspettarci l’anno prossimo. Penso che l’episodio finale sia stato un test per vedere se possiamo fare un episodio di quella durata e con quella quantità di storia in ballo. Secondo me è stato un ottimo modo per finire la stagione, quella durata. Penso che la stagione soffra del tentare d’incorporare così tante cose in sette episodi di un’ora. Adesso con il finale e l’ultima stagione abbiamo un po’ di tempo in più per gli episodi.
DEADLINE: Questa stagione ha messo in primo piano l’evoluzione di Jon Snow, come Re, diplomatico, uomo, amante, guerriero e chi è veramente. Com’è stato per te?
KIT: È buffo che tu lo dica, avevo una teoria e non so come David e Dan possano farla funzionare, loro dividono questa stagione per ruotare attorno ad un personaggio essenziale o un paio. Io pensavo che questa ruotasse intorno a Daenerys, e la scorsa riguardasse Jon con la Battaglia dei Bastardi e tutto il resto. Più ci penso, più credo che si stiano soffermando su alcuni personaggi principali.
DEADLINE: Com’è per te sapere che dopo l’ottava stagione tutto questo finirà?
KIT: Oh ci ho pensato molto di recente, ovviamente, ed è nella mia coscienza e nel mio subconscio. Mi sento già molto emozionato a riguardo. Questo va oltre quello che sperimenta un attore durante la vita, un fenomeno di questa portata, e io l’ho vissuto proprio all’inizio della mia carriera. Penso che voglio solo fare un bel lavoro nell’ultima stagione. Voglio finirla bene. È questo che m’interessa.
DEADLINE: Come attore, aver interpretato questo ruolo per anni ed essere anche resuscitato, sembra giusto?
KIT: Quando arriveremo alla fine, lo saprò per certo e te lo dirò. Adesso posso dirti che sembrerà giusto. Ci penso e mi sembra perfetto come momento per finirla. Penso che se fosse finita con questa stagione, sarebbe sembrato troppo corto. Se fosse andato avanti per altre stagioni, me ne sarei stancato. Adesso sembra il giusto quantitativo di tempo per uno show del genere e il giusto lasso di tempo per questo tipo di lavoro. Quindi non vedo l’ora di partecipare alla stagione finale. So che avrò molti combattimenti. Ne sono certo e l’adoro, quindi ci darò dentro e mi divertirò a sfinirmi ogni giorno.
DEADLINE: Non si lascia niente indietro?
KIT: (Ride) è un’enorme espirazione, sai. Non può mai finire nel modo in cui GoT è iniziato. Doveva finire in grande da sempre e se possiamo farlo, se ci riusciamo, non con una narrazione ingannevole, ma con qualcosa di grandioso e di cinematografico, con tutti i personaggi, poiché ne sono rimasti pochi. Con così pochi personaggi rimasti, gli spettatori dovrebbero abituarsi ed essere pronti al ritorno del GoT che forma e uccide velocemente i personaggi principali. Se ne andranno, velocemente, e penso che il fatto che i nostri personaggi non siano stati in grave pericolo quest’anno, significa che l’anno prossimo sarà un massacro.
DEADLINE: Con battaglie sanguinarie giganti, un drago non-morto e altro, non è che questa stagione fosse particolarmente moderata, no?
KIT: Vero, ma la scena con Ditocorto sarà una delle scene più importanti di tutta la serie, secondo me. Non penso che qualcuno se lo aspettasse, perché lui sembra immortale. All’inizio si diceva che il trono sarebbe stato di Ditocorto alla fine. Pensandoci si torna alle radici di GoT, vedere qualcuno affrontare la propria mortalità e vedere chi è davvero in quel momento. Penso che vediamo questo piccolo verme terrorizzato ed io mi sono dispiaciuto per lui. Mi dispiaceva per lui ed è stata un’interpretazione incredibile di Aidan Gillen. Penso che lo show sentirà la sua mancanza l’anno prossimo.
DEADLINE: Questa stagione, con le battaglie e le durate epiche, sembra incarnare il viaggio di GoT dal suo debutto del 2011 e l’enorme cambiamento dell’industria televisiva. Secondo te la portata è cresciuta in modo appropriato?
KIT: Penso che se guardi a quello che è GoT, quello che è diventato negli anni e quello che è stato al centro è fusione e accorpamento. Per me lo show ha reso la differenza tra film e serie TV difficile da decifrare. Penso che in qualche modo il nostro obiettivo sia fare un film per la TV, che è TV perché conosci questi personaggi da sette anni. Per me è un traguardo importante, questa è l’età dell’oro della televisione come dicono, come possiamo rilasciare qualcosa di speciale? Spero che gli ultimi sei episodi siano proiettati nei cinema, trasformandolo in entrambe le cose. Arrivare sia a casa vostra che nei cinema. Spero che accada. Penso sia già successo qualche volta, e che sia la fusione di una storia dettagliata e di uno spettacolo epico.
DEADLINE: Una volta hai detto che spesso ti piace metterti nei panni degli spettatori. Con quel potere alla Bran Stark, secondo te cosa penseranno del finale della settima stagione e l’avvicinarsi dell’ottava?
KIT: Spero che per loro finisca nel modo giusto. Penso che questa stagione sia stata come trattenere a lungo il respiro, con un sacco di adrenalina, più di quanto immaginabile. A volte si parla molto attorno ad un tavolo e s’immaginano piccoli ingranaggi che vanno al loro posto. Questo è quello che siamo abituati a vedere in GoT. Poi dal nulla, arriva questa rapidissima stagione ricca di adrenalina in cui tutti s’incontrano e succedono un sacco di cose e i draghi impazziscono. Spero che invece di sentirsi su delle montagne russe lente, abbiano apprezzato il ritmo che ha preso e che adesso sappiano cosa li aspetta per la stagione finale. Adesso saranno abituati a questo GoT, che è un po’ diverso dai precedenti, ma è come sarebbe sempre dovuto finire. Doveva finire con questo livello enorme.
Traduzione: Mariarosaria M. Editing: Alex A. Fonte: Deadline
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