#Notti sul ghiaccio
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29/2 Jay K, O'Neal (Rehab), 1/3 Off Beat, 2/3 Botteghi al Circus beatclub - Brescia
Il nuovo weekend firmato Circus beatclub - Brescia inizia giovedì 29 febbraio 2024 e si conclude nelle prime ore di domenica 3 marzo. Nel frattempo, tre serate e tanta musica da vivere con gli amici, con il sorriso sulle labbra e un certo stile.
Si parte a ritmo di hip hop, con Rehab, il party "black" del giovedì di Circus beatclub - Brescia. In console ci sono Jay K e O'Neal, due scatenati professionisti di questo sound. Jay K, in particolare, accompagna in console il celeberrimo rapper Guè, ha quasi 50.000 follower su Instagram, è stato 4 volte DMC Champion in Svizzera e 2 volte Itf Champion in Italia. Stefano Guidi, questo il suo vero nome, cura un potente programma mixato sulla Rete Tre di RSI, la Radiotelevisione svizzera italiana.
Dopo il party Off Beat di venerdì 1 marzo '23, che mette tutta la Circus family in console, eccoci con il super guest dj in console sabato 2 marzo, ovvero Matte Botteghi, al mixer solo Botteghi. Botteghi (nella foto), tra gli altri, ha regalato il suo sound pure sul palco del Jova Beach Party. Il suo percorso discografico lo ha fatto conoscere inizialmente grazie ai suoi Bootleg e Mash-Up suonati dai programmi dance di riferimento delle più importanti radio italiane e successivamente realizzando svariati singoli e remix assieme al suo studio partner Rivaz. Tutte queste produzioni musicali lo hanno portato a collaborare con artisti del calibro di Jovanotti, Frankie HI-NRG, Benny Benassi, Mauro Picotto, Maluma e Ackeejuice Rockers. Il progetto discografico Rivaz & Botteghi ha ottenuto negli anni risultati che hanno fatto il giro del mondo grazie ai supporti di David Guetta, Tiësto, Hardwell, Alok, Morten, Fedde Le Grand, Bob Sinclar e Laidback Luke. Quella di Botteghi è una storia in continua evoluzione, per viverla basta seguirlo sui social e soprattutto nelle sue tante serate.
Come ogni anno, ed è un vero record nel panorama italiano, anche per la stagione '23 - '24, Circus beatclub si rifà il look: alle pareti un color ghiaccio scuro perfetto per il futuro (e pure per il presente), impianto luci tutto nuovo, schermi e mirrorball che si muovono durante la serata, nuovi divani, nuova console a cui si accede in modo diverso... chi balla al Circus balla sempre nello stesso club, certo, ma proprio da questa stagione il club sarà sempre diverso grazie ad allestimenti, scenografie ed interventi particolare.
Lo slogan mette energia: "future is now", il futuro è adesso. Il ritmo del video disponibile sui social è forte ed elettronico, ma la voce che lo accompagna è calda, latina, come a mettere insieme la forza i suoni del futuro con la voglia di far tardi con il sorriso, con gli amici di sempre - è tutto visibile qui: Istagram.com/p/Cxa8uxktZYM/ -.
Il video che presenta la nuova stagione di Circus beatclub a Brescia in realtà inizia con il racconto di ciò che è stato: 25 anni di notti in via Dalmazia. Il locale infatti ha iniziato la sua lunga storia nel 1999. 25 anni di divertimento, dance, musica, show. Come scrive lo staff sui social, the Club is back. Con ben 4 serate molto diverse tra loro.
Il giovedì è Rehab, con sonorità hip hop anche internazionali ed il ritmo di Jay K. La domenica Panorama porta in console per ogni serata un top dj italiano attivo in mezzo mondo che sarà resident di un appuntamento già molto atteso, dedicato ad un pubblico che si accontenta solo del meglio. Ecco poi il venerdì e il sabato, da sempre il cuore del divertimento pop al Circus beatclub, che è gestito anche in questa stagione '23 ' - '24 dal gruppo guidato da Antonio Gregori, lo stesso che ha portato al successo anche MOLO a Brescia, grande disco estiva ed il River a Soncino (Cremona), aperto tutto l'anno. Il venerdì al Circus è OffBeat, una notte dedicata a sonorità sempre diverse e scatenate, mentre il sabato è Crush, dedicato agli artisti della Circus Family: Toma e Brio alla voce, Dr.Space in console e tanti, tanti altri.
///
Circus beatclub Brescia
www.circusbeatclub.com [email protected]
info +39 333 210 5400 (WhatsApp)
Via Dalmazia 127, 25125 Brescia
ingresso a pagamento con consumazione
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29/2 Jay K, O'Neal (Rehab), 1/3 Off Beat, 2/3 Botteghi al Circus beatclub - Brescia
Il nuovo weekend firmato Circus beatclub - Brescia inizia giovedì 29 febbraio 2024 e si conclude nelle prime ore di domenica 3 marzo. Nel frattempo, tre serate e tanta musica da vivere con gli amici, con il sorriso sulle labbra e un certo stile.
Si parte a ritmo di hip hop, con Rehab, il party "black" del giovedì di Circus beatclub - Brescia. In console ci sono Jay K e O'Neal, due scatenati professionisti di questo sound. Jay K, in particolare, accompagna in console il celeberrimo rapper Guè, ha quasi 50.000 follower su Instagram, è stato 4 volte DMC Champion in Svizzera e 2 volte Itf Champion in Italia. Stefano Guidi, questo il suo vero nome, cura un potente programma mixato sulla Rete Tre di RSI, la Radiotelevisione svizzera italiana.
Dopo il party Off Beat di venerdì 1 marzo '23, che mette tutta la Circus family in console, eccoci con il super guest dj in console sabato 2 marzo, ovvero Matte Botteghi, al mixer solo Botteghi. Botteghi (nella foto), tra gli altri, ha regalato il suo sound pure sul palco del Jova Beach Party. Il suo percorso discografico lo ha fatto conoscere inizialmente grazie ai suoi Bootleg e Mash-Up suonati dai programmi dance di riferimento delle più importanti radio italiane e successivamente realizzando svariati singoli e remix assieme al suo studio partner Rivaz. Tutte queste produzioni musicali lo hanno portato a collaborare con artisti del calibro di Jovanotti, Frankie HI-NRG, Benny Benassi, Mauro Picotto, Maluma e Ackeejuice Rockers. Il progetto discografico Rivaz & Botteghi ha ottenuto negli anni risultati che hanno fatto il giro del mondo grazie ai supporti di David Guetta, Tiësto, Hardwell, Alok, Morten, Fedde Le Grand, Bob Sinclar e Laidback Luke. Quella di Botteghi è una storia in continua evoluzione, per viverla basta seguirlo sui social e soprattutto nelle sue tante serate.
Come ogni anno, ed è un vero record nel panorama italiano, anche per la stagione '23 - '24, Circus beatclub si rifà il look: alle pareti un color ghiaccio scuro perfetto per il futuro (e pure per il presente), impianto luci tutto nuovo, schermi e mirrorball che si muovono durante la serata, nuovi divani, nuova console a cui si accede in modo diverso... chi balla al Circus balla sempre nello stesso club, certo, ma proprio da questa stagione il club sarà sempre diverso grazie ad allestimenti, scenografie ed interventi particolare.
Lo slogan mette energia: "future is now", il futuro è adesso. Il ritmo del video disponibile sui social è forte ed elettronico, ma la voce che lo accompagna è calda, latina, come a mettere insieme la forza i suoni del futuro con la voglia di far tardi con il sorriso, con gli amici di sempre - è tutto visibile qui: Istagram.com/p/Cxa8uxktZYM/ -.
Il video che presenta la nuova stagione di Circus beatclub a Brescia in realtà inizia con il racconto di ciò che è stato: 25 anni di notti in via Dalmazia. Il locale infatti ha iniziato la sua lunga storia nel 1999. 25 anni di divertimento, dance, musica, show. Come scrive lo staff sui social, the Club is back. Con ben 4 serate molto diverse tra loro.
Il giovedì è Rehab, con sonorità hip hop anche internazionali ed il ritmo di Jay K. La domenica Panorama porta in console per ogni serata un top dj italiano attivo in mezzo mondo che sarà resident di un appuntamento già molto atteso, dedicato ad un pubblico che si accontenta solo del meglio. Ecco poi il venerdì e il sabato, da sempre il cuore del divertimento pop al Circus beatclub, che è gestito anche in questa stagione '23 ' - '24 dal gruppo guidato da Antonio Gregori, lo stesso che ha portato al successo anche MOLO a Brescia, grande disco estiva ed il River a Soncino (Cremona), aperto tutto l'anno. Il venerdì al Circus è OffBeat, una notte dedicata a sonorità sempre diverse e scatenate, mentre il sabato è Crush, dedicato agli artisti della Circus Family: Toma e Brio alla voce, Dr.Space in console e tanti, tanti altri.
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Il nuovo weekend firmato Circus beatclub - Brescia inizia giovedì 29 febbraio 2024 e si conclude nelle prime ore di domenica 3 marzo. Nel frattempo, tre serate e tanta musica da vivere con gli amici, con il sorriso sulle labbra e un certo stile.
Si parte a ritmo di hip hop, con Rehab, il party "black" del giovedì di Circus beatclub - Brescia. In console ci sono Jay K e O'Neal, due scatenati professionisti di questo sound. Jay K, in particolare, accompagna in console il celeberrimo rapper Guè, ha quasi 50.000 follower su Instagram, è stato 4 volte DMC Champion in Svizzera e 2 volte Itf Champion in Italia. Stefano Guidi, questo il suo vero nome, cura un potente programma mixato sulla Rete Tre di RSI, la Radiotelevisione svizzera italiana.
Dopo il party Off Beat di venerdì 1 marzo '23, che mette tutta la Circus family in console, eccoci con il super guest dj in console sabato 2 marzo, ovvero Matte Botteghi, al mixer solo Botteghi. Botteghi (nella foto), tra gli altri, ha regalato il suo sound pure sul palco del Jova Beach Party. Il suo percorso discografico lo ha fatto conoscere inizialmente grazie ai suoi Bootleg e Mash-Up suonati dai programmi dance di riferimento delle più importanti radio italiane e successivamente realizzando svariati singoli e remix assieme al suo studio partner Rivaz. Tutte queste produzioni musicali lo hanno portato a collaborare con artisti del calibro di Jovanotti, Frankie HI-NRG, Benny Benassi, Mauro Picotto, Maluma e Ackeejuice Rockers. Il progetto discografico Rivaz & Botteghi ha ottenuto negli anni risultati che hanno fatto il giro del mondo grazie ai supporti di David Guetta, Tiësto, Hardwell, Alok, Morten, Fedde Le Grand, Bob Sinclar e Laidback Luke. Quella di Botteghi è una storia in continua evoluzione, per viverla basta seguirlo sui social e soprattutto nelle sue tante serate.
Come ogni anno, ed è un vero record nel panorama italiano, anche per la stagione '23 - '24, Circus beatclub si rifà il look: alle pareti un color ghiaccio scuro perfetto per il futuro (e pure per il presente), impianto luci tutto nuovo, schermi e mirrorball che si muovono durante la serata, nuovi divani, nuova console a cui si accede in modo diverso... chi balla al Circus balla sempre nello stesso club, certo, ma proprio da questa stagione il club sarà sempre diverso grazie ad allestimenti, scenografie ed interventi particolare.
Lo slogan mette energia: "future is now", il futuro è adesso. Il ritmo del video disponibile sui social è forte ed elettronico, ma la voce che lo accompagna è calda, latina, come a mettere insieme la forza i suoni del futuro con la voglia di far tardi con il sorriso, con gli amici di sempre - è tutto visibile qui: Istagram.com/p/Cxa8uxktZYM/ -.
Il video che presenta la nuova stagione di Circus beatclub a Brescia in realtà inizia con il racconto di ciò che è stato: 25 anni di notti in via Dalmazia. Il locale infatti ha iniziato la sua lunga storia nel 1999. 25 anni di divertimento, dance, musica, show. Come scrive lo staff sui social, the Club is back. Con ben 4 serate molto diverse tra loro.
Il giovedì è Rehab, con sonorità hip hop anche internazionali ed il ritmo di Jay K. La domenica Panorama porta in console per ogni serata un top dj italiano attivo in mezzo mondo che sarà resident di un appuntamento già molto atteso, dedicato ad un pubblico che si accontenta solo del meglio. Ecco poi il venerdì e il sabato, da sempre il cuore del divertimento pop al Circus beatclub, che è gestito anche in questa stagione '23 ' - '24 dal gruppo guidato da Antonio Gregori, lo stesso che ha portato al successo anche MOLO a Brescia, grande disco estiva ed il River a Soncino (Cremona), aperto tutto l'anno. Il venerdì al Circus è OffBeat, una notte dedicata a sonorità sempre diverse e scatenate, mentre il sabato è Crush, dedicato agli artisti della Circus Family: Toma e Brio alla voce, Dr.Space in console e tanti, tanti altri.
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Cagliari: esordisce con i saldi di giovedì 6 luglio Shopping sotto le stelle 2023
Cagliari: esordisce con i saldi di giovedì 6 luglio Shopping sotto le stelle 2023. Il 6, 13, 20 e 27 luglio 2023 nelle vie Manno e Garibaldi e, novità 2023, corso Vittorio Emanuele II, i negozi restano aperti sino a mezzanotte. In occasione dell'inizio dei saldi estivi, Cagliari rinnova dunque l'appuntamento con “Shopping sotto le stelle”. Patrocinata dal Comune e realizzata dagli esercenti dello storico centro commerciale naturale cittadino, “oltre alla possibilità di fare buoni acquisti, la manifestazione offre, anche ai tanti visitatori e turisti che trascorrono a Cagliari le vacanze, spettacoli, musica, intrattenimento e visite guidate”, ha spiegato l'assessore Alessandro Sorgia. Infatti, il 7 e 9 luglio la piazza Del Carmine ospita Notti colorate, il cartellone (link più sotto) di spettacoli e animazione organizzato da Il crogiuolo, che si inserisce, appunto, nella manifestazione Shopping sotto le Stelle, voluta dall'Assessorato alle Attività Produttive e Turismo del Comune. “L'obiettivo è quello di rivitalizzare e valorizzare una spazio urbano multietnico, uno spazio urbano delle famiglie, uno spazio urbano dei bambini” ha rimarcato Rita Atzeri. Il programma dell'evento: Si parte, dunque, venerdì 7 luglio, alle 19.30, con NOTTE AZZURRA. A MUSICA SULLE RUOTE, con il sassofonista Juri Deidda (una produzione Palazzo d’Inverno in collaborazione con l’Ape Calessino Cagliari Touring), il compito di rompere il ghiaccio. “Musica sulle ruote’ è un progetto pensato per animare la città e portare artisti e concerti direttamente nel cuore del centro urbano. Un tour che sfrutta il palco mobile dell’Ape Calessino, un mezzo originale ed efficace per veicolare ovunque spettacoli e musica. Deidda è musicista, diplomato al Conservatorio di Cagliari, dal vasto repertorio, che spazia dalla musica pop alla classica, dal jazz allo swing. Alle 20 TRA IL SERIO E IL FACETO..., libero percorso narrativo scritto e interpretato da Manuela Loddo, che, prendendo spunto da testi arcaici e poco conosciuti o sconosciuti, lo rappresenta con forme espressive in stile di “giullarata”, assumendo modi e tempi narrativi per raccontar storia di storie remote, ma sempre attuali (produzione Art’In). A seguire, alle 20.30, SAPIENZE IN TRANSITO, un progetto realizzato con il sostegno dell’Arcidiocesi di Cagliari, Caritas Diocesana, nell’ambito del programma “Emergenza Ucraina”, una produzione per SdiT (Stazioni di Transito) PRM (Performing Radio Multiculturale) di Carovana SMI, con la direzione artistica e regia di Ornella D’Agostino. I laboratori multidisciplinari del programma “Sapienze in Transito” coinvolgono professionisti della comunità ucraina rifugiata in Sardegna, sono aperti a tutti e si svolgono in italiano, ucraino e inglese, per favorire l’interazione e lo scambio multiculturale. L’esito dei laboratori prevede la realizzazione di un’installazione performativa multidisciplinare da presentare in paesaggi urbani suggestivi di Cagliari. La città si trasforma grazie alle storie e alle sapienze in transito delle nuove cittadinanze che abitano la Sardegna contemporanea. In Piazza del Carmine si esibirà il gruppo “Danze in transito”, guidato da Fatima Dakik e Anastasiya Bogach. Si continua alle 21, per poi chudere la serata, con ECO DEL MONDO, performance site specific di Francesca Cinalli e Paolo De Santis, anche performer con Amalia Franco, musiche e paesaggi sonori live di De Santis, mentorship a cura di Ornella D’Agostino, una produzione della Compagnia Tecnologia Filosofica di Torino (oggetti di scena e costumi di Francesca Cinalli, marionetta realizzata da Amalia Franco, oggetti animati realizzati da Gianluca Vigone). Nell'eco della piazza di una città ideale, metafisica, un caleidoscopio sull'Adesso e sul senso del fare arte oggi, un’azione scenica fra poesia, musica, danza, movimento. In scena tre performer, Arlecchino senza parole che si specchia come nel celebre dipinto di Picasso, invitandoci a riflettere sulla fragilità della condizione umana dinanzi ai crocicchi della vita. Che fare davanti allo spettacolo del mondo frantumato? Ricostruire? Cosa può rinascere dalle macerie? Il progetto è stato selezionato dal Bando Cura 2022, che incentiva la crescita di artisti e artiste, con il sostegno di Officine CAOS/Residenza Arte Transitiva, Cross Project, Teatri di Vita. Domenica 9 luglio sarà NOTTE ROSSA. Alle 18 si comincia con ALTRO CHE WALT DISNEY, di e con Gloria Uccheddu, contrappunto musicale di Alberto Balia (produzione Le voci di Astarte). Un concerto dai sapori nostrani allieta il pubblico con musiche che richiamano suoni e ricordi della nostra Isola. Il musicista Alberto Balia è impegnato in un concerto che viene però improvvisamente interrotto… Una simpatica pantegana, attratta dai profumi che sente arrivare dalle strade della città e dalla gente, irrompe sulla scena, creando non poco disagio al musicista. L'animaletto racconta quello che le è accaduto proprio quella mattina al mercato quando, per saziare la fame incombente, decide di afferrare una preda, ma in un istante l’occhio della pescivendola cade su di lei e scoppia il pandemonio… Un soliloquio dell'animale meno amato dalla nostra civiltà pone il mirino dello sguardo del pubblico su un tema ricorrente ai nostri tempi: il razzismo. Uno spettacolo che fa divertire e contemporaneamente riflettere. Alle 19 sarà la volta di FABRIZIO DE ANDRE’: LE CANZONI DI UN POETA, un reading, su musiche di Faber, di e con Ivano Cugia, (Produzione La Bottega dei Teatranti). Lo spettacolo è una breve presentazione di un artista che ha lasciato un'impronta indelebile nella musica italiana. De Andrè è stato un cantautore, musicista e poeta che si è imposto con la sua voce intensa e malinconica e le sue liriche profonde e significative; ha abbracciato diversi generi musicali, spaziando dal folk al rock, dal jazz al blues, riuscendo a creare, con le sue melodie spesso semplici ma fortemen - te evocative, un suono unico che lo ha contraddistinto dagli altri artisti. Come è noto, le sue canzoni hanno affrontato temi universali come l'amore, la guerra, la povertà, l'emarginazione sociale, i diritti umani, sono state veicolo per esprimere il suo dissenso nei confronti dell'oppressione e delle ingiustizie e per far sentire la sua voce in difesa dei più deboli. LA DISTANZA DELLA LUNA è lo spettacolo con Marta Proietti Orzella che andrà in scena alle 20, tratto da Le cosmicomiche di Italo Calvino, musiche a cura di Alessandro Melis (produzione Teatro del Sale). In un altro tempo, in un universo dove comandano leggi di un’altra fisica, una terra e una luna sono tanto vicine da potersi quasi toccare. Gli abitanti di quel mondo salgono e scendono dal satellite giocando con una gravità un po' bislacca, a tratti simile, ma in fondo completamente diversa dalla nostra. Il protagonista di questa storia si chiama Qfwfq. Altro non si sa, non è nemmeno detto che sia un uomo. Non viene mai chiaramente detto chi era e com'era, ma solo che c'era, che era lì. Quanti anni ha? Dato che non c'è avvenimento di milioni o di miliardi di anni fa cui non abbia assistito, si deve calcolare che ha più o meno l'età dell'universo. Qfwfq non è nemmeno un personaggio, è una voce, un punto di vista, un occhio umano proiettato sulla realtà di un mondo che pare sempre più refrattario alla parola e all'immagine. La trama è semplice e bella. La Luna è vicina alla Terra, “L’avevamo sempre addosso, la Luna, smisurata”, così vicina che quando era plenilunio quasi si bagnava nel mare, perché anche le maree erano particolarmente alte, non quelle poche decine di centimetri a cui siamo abituati oggi. E se Terra e Luna si sfiorano, che cosa c’è di più naturale per Qfwfq se non prendere una scaletta, andar sotto la Luna con una barca e, proprio quando il satellite è alla massima vicinanza, salirvi agilmente sopra? Seguirà alle 21 BENEDETTA JUDIKISSA DI CAGLIARI, il reading/presentazione del libro di Rossana Copez (pubblicato da Janus Editore), lettura scenica di Elena Pau, accompagnata dalla chitarra di Roberto Deidda (produzione La fabbrica illuminata). Era il secolo tredicesimo. Benedetta, dei marchesi Obertenghi di Massa, era nata nel 1194 a Santa Igia. Sua madre era Adelasia, figlia del marchese Moroello Malaspina. Suo padre era Guglielmo, marchese di Massa e giudice cagliaritano. I primi “signori” continentali, che di fatto e di diritto si impossessarono di un giudicato sardo. “Re in Sardegna e cittadini a Pisa”, chiamò quei Pisani il poeta Giosuè Carducci. Benedetta è stata la prima donna Judikissa del Giudicato di Cagliari, e della storia della Sardegna. Aveva la sua capitale a Santa Igia e nel castello regnava con il marito e la corte. Aveva appena vent’anni quando, orfana di un padre severo e un po’ tiranno, in mancanza di fratelli maschi, si dovette accollare un compito così gravoso: reggere il giudicato di Cagliari. Pare di sentirla, la sua voce, un po’ tremolante, che grazie all’incresparsi della laguna, ogni sera, appena soffia un filo di vento, racconta una storia di amore e di folle passione, ma anche di subordinazione e di fragilità femminile. Era stata unita in matrimonio con Barisone de Serra, figlio del giudice Pietro d’Arborea. Erano l’unica speranza, quelle nozze, perché finissero le lotte che insanguinavano ormai da troppo tempo il territorio tra l’Arborea e il Cagliaritano. BAMBOLO DI BABBO, spettacolo comico-satirico di e con l’attore nuorese Mauro Salis (produzione Ilos Teatro), metterà il sigillo, alle 22, a NOTTI COLORATE in Piazza del Carmine 2023. Lo spettacolo esplora un mondo conosciuto, quello della coppia alle prese con la gestazione e la nascita di un figlio, facendolo osservare con occhi diversi e divertiti e spingendo ad afferrare il senso di un mondo reale che diventa surreale. Affrontare, in modo ironico e leggero, temi drammaticamente seri, non è mai facile. Salis ci riesce, conducendo, con un sorriso e una risata, a una seria riflessione, anche su argomenti delicati, legati alla storia delle donne. Partendo dalle false verità e le false credenze che esistono fin dai primissimi momenti della gravidanza (“se la pancia è a punta sarà sicuramente un maschio”), cerca di far emergere ed enfatizzare le contraddizioni e gli aspetti paradossali che costituiscono la base di un’educazione, una cultura e una società come la nostra che ancora fatica a riconoscersi e mostrarsi tollerante. Dal 13 luglio sono inoltre disponibili per chi volesse approfondire la conoscenza della città, visite guidate attraverso i quattro quartieri storici di Villanova, Stampace, Marina e Castello. Gli itinerari sono disponibili nel sito di http://www.nadirsardinia.com . Alla conferenza stampa di oggi, mercoledì 5 luglio 2023, in piazza Del Carmine anche Stefano Rolla. “Probabilmente estenderemo la manifestazione anche al mese di agosto" ha annunciato il presidente dell'associazione Strada facendo che riunisce esercenti del Centro commerciale naturale di Cagliari Novità di questo 2023 “i negozi resteranno aperti sino a mezzanotte anche nel Corso Vittorio Emanuele II”. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Ciao lettori! Vi confido una mia riflessione di qualche mese fa sullo spirito del nord, mi sono chiesto, ma se le direzioni avessero un'anima, un carattere, che cosa direbbero? Questo è quello che ho pensato dello spirito del nord, spero che vi piaccia:
Dalle mie alture, bianche dimore di ghiaccio scruto il mondo di sotto. La mia virtù orienta le bussole degli umani, e il mio alito è tramontana, guida di uccelli migratori, naviganti e nunzio di inverno. Sul mio capo sta la bella Sirius, sicura guida di navi e avventurieri, nelle notti sul mare.
Ma guai a chi vorrà ridurre il mio spazio vitale, perchè mi nasconderei in silenzio, non visto, in luoghi impensati. Benedetto sei tu, che pensi a me e mi cerchi, nell'aria rarefatta all'imbrunire o nel vento freddo d'inverno, nell'aria rarefatta e turchina di dicembre, benedetto sei tu, perchè benedetto è anche lo spirito che mi muove.
#direzioni#nord#the great north#nordwind#poetry#poetryexperimentation#directions#esperimentipoetici#poesia
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Guillermo Mariotto
Guillermo Mariotto #GuillermoMariotto #mariotto #gattinoni #maisongattinoni #perfettamentechic #felicementechic #lynda
Jesus Guillermo Mariotto è uno stilista e personaggio televisivo venezuelano naturalizzato italiano. Da molti anni vive a Roma.
Guillermo Mariotto nasce a Caracas Caracas, 13 aprile 1966) da madre venezuelana e padre italiano.
Mia madre studiava Medicina mentre accudiva noi. Ha ripiegato in Odontoiatria e si è laureata partorendo altri due figli. È stata un’eroina. Mio padre era avvocato ed era…
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#Ballando con le stelle#Ballando sull&039;acqua#Basile#Dolce&Gabbana#Fernanda Gattinoni#God Chair#Guillermo Mariotto#Jesus Guillermo Mariotto#Krizia#le bacchettate di Mariotto#Madonna Fiumarola#maison Gattinoni#Notti sul ghiaccio#Raniero Gattinoni#Sua Santità Benedetto XVI#Vacanze di Natale a Cortina
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Questa storia inizia con una frase che, molto, molto tempo fa, mi disse mia madre: “ Non c’è nulla che faccia più paura di vedere qualcuno che amiamo iniziare a guardarci come un mostro. Lo stesso mostro che abbiamo sempre cercato di nascondergli.”
A otto anni la maestra mi fece sedere vicino a Fabio, e ci disse che saremo stati compagni di banco per tutto l’anno scolastico.
Io ero timida. Tenevo lo sguardo basso e, mentre scrivevamo sul quaderno, facevo attenzione a non sfiorare il suo gomito col mio.
Ma Fabio mi sorrideva, quando entravo in classe. E mi raccontava i cartoni che guardava a pomeriggio, dopo i compiti. E mi chiedeva come stavo. E lentamente il ghiaccio nella mia pancia iniziò a sciogliersi, e imparai a ricambiare i suoi sorrisi sdentati.
Iniziò a invitarmi a casa sua per fare merenda, e io a chiedere a mia mamma di passarlo a prendere per andare al parco assieme. Stare con lui mi metteva di buon umore.E, a fine anno, io e Fabio eravamo diventati buoni amici.
A undici anni iniziammo le medie (ovviamente il primo giorno ci sedemmo vicini; era la nostra tradizione).
Quello fu l’anno in cui mamma e papà cenavano in silenzio. In cui non si tenevano più per mano, quando uscivamo.
Ricordo sere passate a stringere forte il cuscino fra le braccia, spaventata, perché papà gridava, e la mamma piangeva.
Non ricordo l’ultima volta che mio padre disse “ti amo” a mia madre. O l’ultima volta che mia madre guardò mio padre, con quella luce negli occhi che la rendeva sempre bellissima.
Gli anni delle medie li passai male. I miei voti peggiorarono in tutte le materie, e non parlavo con nessuno, perché temevo che, appena avessi aperto la bocca, o alzato gli occhi, sarei scoppiata a piangere, e non sarei più stata in grado di fermarmi.
Fabio continuava a starmi vicino; mi scriveva messaggi durante il giorno e mi telefonava le notti in cui non riuscivo a prendere sonno.
A scuola, la sua presenza mi faceva sentire sicura. Protetta. Quando parlavo con lui, la morsa che attanagliava il mio stomaco si allentava. Era come se riuscissi a respirare meglio. E il petto non mi facesse più tanto male come prima.
Fabio non mi lasciò sola. Mi aiutò coi compiti e non si lamentò mai, nonostante gli chiedessi spesso di rispiegarmi gli argomenti. Non mi fece mai sentire stupida. O un peso. O una persona difficile da frequentare.
Fabio era l’unico che sapeva dei miei genitori, dei loro litigi, e, infine, del loro divorzio. Ma Fabio era un ragazzino di quattordici anni, e raccontò ogni cosa a sua mamma, che sparse la voce ad altri genitori.
I miei genitori si arrabbiarono moltissimo con me. Ricordo lo schiaffo che mi diede mio padre, la pelle della guancia andare a fuoco, come se fosse percorsa da migliaia di scariche elettriche. E le sue parole, più dure del marmo “sei solo una stupida ragazzina che non capisce niente”.
Ricordo lo sguardo che mi rivolse mia madre, pieno di vergogna. E io scoppiai a piangere e mi chiusi in camera.
Dopo ore, lei mi raggiunse e si sedette al bordo del letto.
“Lo so tesoro che le tue intenzioni non erano cattive... in fondo, volevi solo confidarti con un amico. Ma devi capire che, per quanto possiamo voler bene ad una persona, non possiamo raccontargli tutto. Certe cose devono restare private.”
“Mamma” risposi fra i singhiozzi, con la faccia imbrattata di moccio e gli occhi bollenti di lacrime “ma perché? Io non capisco!” E non lo capivo davvero. E mi sentii stupida per questo, una stupida ragazzina proprio come mi aveva chiamato papà.
“Perché io e la mamma di Fabio siamo amiche. E quando ami una persona, vorresti sempre proteggerla dalle parti peggiori di te. Dai tuoi errori. Dai tuoi sbagli. La vorresti tenere lontana, e darle solo il meglio. “
“Ma perché?” le sue parole mi confondevano, la mia mente si riempiva di nebbia.
“Per paura. Non c’è nulla che faccia più paura di vedere qualcuno che amiamo iniziare a guardarci come un mostro. Lo stesso mostro che abbiamo sempre cercato di nascondergli.”
Dopo quel giorno, non rividi più mio padre.
Iniziammo le superiori, e le strade di me e Fabio si divisero; lui, con la sua media brillante, si iscrisse al liceo. Io mi rifugiai in una scuola che speravo fosse più semplice.
Le parole di mia mamma mi avevano scosso. Da quel giorno non raccontai più nulla sulla mia famiglia a Fabio. E dato che le lacrime che versavo e la rabbia che ribolliva nelle mie vene era per causa loro, non gli potei più raccontare nemmeno come stavo io. E tenermi tutto dentro mi faceva stare male. Mi sentivo come se fossi sempre sul punto di scoppiare.
Mi mancava parlare con Fabio, mi mancava lui, che nonostante tutte le cose orribili che mi accadevano, continuava a guardarmi come se io fossi l’unica cosa bella.
Gli anni delle superiori furono bui.
Iniziai a frequentare ragazzi più grandi, a cui interessava solo il mio corpo, e io confusi le attenzioni che mi davano per amore. Non volevo restare sola. Non volevo continuare a sentirmi sola. Per loro iniziai a fumare sigarette, nonostante non mi piacesse il sapore che mi lasciavano sulle labbra, o l’odore di cui si impregnavano le mie dita e i miei vestiti. Ma loro mi dissero che mi sarei abituata in fretta.
Iniziai a bere alcolici di cui non conoscevo nemmeno il nome, fino a quando mi girava la testa, fino a quando le mie gambe diventavano molli e cadevo a terra, risvegliandomi il giorno seguente con lividi che non ricordavo di essermi fatta.
Sapevo che le cose che facevo erano sbagliate. Ma mio padre mi aveva abbandonata, e mia madre mi faceva sentire come se anche lei l’avesse fatto. A nessuno importava di me. Nemmeno a me stessa. E incominciai a fumare sempre più pacchetti, e a bere sempre più bottiglie, perché quando ero lucida, mi odiavo. Desideravo uccidermi, uccidere quello che ero diventata e quello che avevo fatto.
Mi odiavo per non aver avuto abbastanza forza da salvarmi da sola. Mi odiavo per aver distrutto ogni possibilità di realizzare i miei sogni. Mi odiavo per aver mandato nei casini ogni cosa. Mi odiavo perché, a causa mia, mio padre se ne era andato. Erano lunghe e senza stelle le notti che passavo sveglia a tormentarmi su quello che era successo anni prima, e alla fine giungevo sempre alla medesima conclusione: se fossi stata zitta, forse lui sarebbe restato.
E odiavo Fabio che, nonostante tutto, si ostinava a voler stare al mio fianco. A telefonarmi la sera. A inviarmi messaggi. A venire sotto casa mia, perché era preoccupato per me. Io non sapevo come comportarmi. Le nostre conversazioni divennero vuote e piene di silenzi. Gli dissi che avevo bisogno di spazio e gli chiesi di lasciarmi sola. Lui mi chiese di uscire sempre meno. Finché non lo fece più. E lentamente, molto lentamente, uscì dalla mia vita, e il suo fantasma non faceva altro che ricordami che lo avevo allontanato solo perché mi vergognavo della persona che ero diventata e non volevo che lui mi vedesse in quello stato. E fu allora, che capii le parole di mia madre. E capii che ero innamorata di lui.
A vent’anni rividi Fabio. Erano le due del mattino, e stavo camminando lungo un marciapiede mal illuminato. In mano stringevo un paio di tacchi consumati. I miei capelli erano pieni di nodi e puzzavano di fumo. E il mio vestito era talmente corto da dover tirare l’orlo sulle cosce ad ogni passo.
“Ehi, sconosciuta” alzai lo sguardo, e dopo molto tempo, incrociai nuovamente i suoi occhi. E fu come se qualcosa dentro me, qualcosa di duro e appuntito che mi feriva ad ogni respiro, incominciasse a sgretolarsi. Era più alto di come lo ricordavo. E aveva tagliato tutte le ciocche dei suoi capelli, le stesse che da bambina intrecciavo fra le dita. Ma i suoi occhi non erano cambiati: continuavano ad essere dello stesso colore del caffè, quello che bevevo ogni mattina perché mi faceva pensare a lui.
“Ehi” la mia voce aveva un suono strano, come se fosse stata scartavetrata.
“Aspetta, sei qui tutta sola? Ma è pericoloso! Vieni, ho la macchina qui vicino. Ti do un passaggio per casa tua”
“Credevo stessi andando da qualche parte” gli risposi sospettosa.
“Infatti è così. Ma questo è più importante. Lo sai... era da molto che aspettavo di vederti. “
Uscimmo assieme qualche volta, dopo quell’incontro fortuito. Sapevo che non andava bene, perché io non andavo bene per lui. Lui non meritava me, che schifo! Meritava qualcuno di migliore. Ma quando mi chiedeva di vederci, gli rispondevo si. Perché stare con lui, la sua presenza, il suo profumo, ogni cosa di lui, mi faceva sentire... come non mi ero più sentita da talmente tanto tempo che non ricordavo nemmeno più come si chiamasse quella sensazione.
Ma poi venne un giorno, in cui non controllai l’orologio sul cellulare, perché ero troppo impegnata a battere Fabio a Mario Cart. E quando terminammo l’ennesima partita, suonarono alla porta e Fabio corse ad aprire: era la pizza. Aveva ordinato la mia preferita. E mi resi conto che nonostante tutto quel tempo, lui non aveva dimenticato nulla di me. Dopo aver cenato, mi passò il telecomando e mi propose di scegliere un film. Non era trascorsa nemmeno mezz’ora, quando mi resi conto che ci eravamo svenduti vicino. Così vicino che percepivo il calore del suo corpo, e l’odore del suo shampoo. Lui mi prese la mano e mi sorpresi di quanto fosse morbida la sua pelle, e le sue dita mi accarezzavano con una delicatezza che mi pietrificò. Perché io non ero abituata a ricevere amore. Non ero abituata ad essere toccata da qualcuno che mi desiderava davvero. E mi vennero in mente tutte le mani che mi avevano toccato nel corso degli anni. Mani sporche, mani distratte, mani a cui non importava nulla di me. Le stesse mani che lasciai trattassero in egual modo il mio corpo e la mia anima: con violenza, con brutalità, come se fossi poco più di un vecchio giocattolo.
E mi sentii sporca. E provai disgusto per me. E lui non sapeva. Non sapeva di tutti i miei lividi, e delle mie cicatrici. Non sapeva nulla dei miei errori. E del modo in cui mi guardavo allo specchio.
Ritrassi di scatto la mano. Lui mi guardò confuso, ma il suo sguardo era screziato di dolore.
Non sapeva il mostro che ero diventata, e le cose orribili che avevo fatto. E in quel momento mi tornarono alla mente le parole di mia madre “ Non c’è nulla che faccia più paura di vedere qualcuno che amiamo iniziare a guardarci come un mostro. Lo stesso mostro che abbiamo sempre cercato di nascondergli”.
Non potevo. Non potevo imbrattare con tutto l’odio e lo schifo che provavo per me stessa anche lui. Me ne andai, sbattendo la porta e correndo per le scale. Non mi voltai mai indietro. E non lo rividi più.
Oggi compio 34 anni, e sto aspettando un treno in una città anonima. Per ingannare il tempo, accendo il cellulare e apro Instagram. E fra i consigliati mi appare lui. Decido di cliccare sul suo profilo. Non è privato, ed ha appena pubblicato una foto. Sorride, vestito di nero, accanto ad una ragazza bellissima, col velo che le nasconde i capelli. Si è sposato, e questo mi provoca come uno strappo all’altezza del petto. Non so perché mi fa ancora così tanto male, dopo tutti questi anni. Ma non mi fermo e vado sul profilo di sua moglie. Voglio sapere, finalmente, che genere di donna può essere amata da Fabio. Nella biografia c’è scritto “leggi la mia intervista premendo qui!”. Ecco, lo sapevo. È di sicuro un’artista, una modella o una persona brillante, di carriera. Abbastanza per essere degna di un intervista, in ogni caso. Ma appena leggo l’articolo, mi sento sbiancare. Devo sedermi. Ho perso il treno. Ho perso la cognizione del tempo, perché non ho idea di quanto sia restata tra i miei pensieri. E dopo anni, mi ritrovai a scoppiare a piangere come quella notte, prima che mio padre se ne andasse.
L’articolo recitava questo: “Da adolescente mi ammalai di anoressia nervosa per più di tre anni. Fu l’inverno più rigido della mia vita: avevo sempre freddo, provavo solo rabbia e tristezza, finché mi ridussi a non provare più niente e a desiderare solo di non alzarmi più dal letto il mattino successivo. Vivevo in un inferno che mi ero costruita da sola. Ho pensato spesso al suicidio. Ho fatto cose orribili al mio corpo. Ho fatto soffrire me stessa e tutte le persone che mi volevano bene. Ma ora posso affermare di essere felice.” si volta e sorridendo stringe la mano al marito “perché ho trovato qualcuno che, nonostante conosca il mio passato, ha deciso di restare comunque al mio fianco. Non fu facile, perché all’inizio avevo paura e cercai di allontanarlo; credevo che se avesse saputo, anche lui mi avrebbe etichettata come ‘malata’. E avrei sopportato quel marchio da chiunque, ma non da lui. Almeno lui, no.
Però il suo continuo insistere finì per far desistere anche me. E mi lasciai amare. Credo sia stata la cosa più coraggiosa che abbia fatto; confidargli i miei errori, raccontagli dei miei demoni e degli incubi che continuavano a perseguitarmi.” respira e chiude gli occhi. Dopo una breve pausa li riapre e continua “stiamo assieme da sette anni, e non c’è mai stata una mattina in cui mi sono alzata e lui non mi ha fatto sentire amata.”
Cosa vorresti dire ai giovani che stanno affrontando situazioni simili alle tue?
Ed è così, che si conclude questa storia:
“Ragazzi, lasciatevi amare. L’amore salva le persone. Non sono i vostri sbagli a definirvi, ma il modo in cui riuscite ad andare avanti, nonostante questi. Lo so che siete convinti che, mostrando le parti più sporche e rovinate di voi alla persona che amate, questa finirà per guardarvi come vi guardate voi allo specchio. Ma voi non vi amate. Loro si. E credetemi; chi vi ama, non vi farà mai sentire un mostro. Al contrario, succederà che inizierete ad amarvi anche voi, e a vedervi nel esatto modo in cui lui vi guarda. “
-Alessia Alpi, scritta da me.
(-Volevoimparareavolare on Tumblr)
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La bambina del fiume
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C'era una volta una bambina che amava un fiume. Il suo non era un amore qualunque, ma uno di quegli amori che ti scelgono all' improvviso e fanno dell'altro un essere fulminante, unico al mondo.
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E quello che la bambina voleva era essere fiume. E il modo in cui aveva pensato di realizzarlo era correre con lui, al suo fianco, fino al mare, dove lo avrebbe riconosciuto, proprio nell'attimo della sua sparizione.
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Il fiume aveva cercato di dissuaderla, perché sapeva che il suo era un amore pericoloso. Conosceva l'amore degli esseri umani per il fiume e sapeva che non dura, ma sentiva che la bambina era diversa, la sua ferocia non ammetteva ostacoli ed era cosí rapita dalle sue voci da non ascoltare alcun consiglio o ribattere piú veloce del guizzo di una trota.
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La sua corsa era iniziata una notte, dopo un sogno affollato, la bambina aveva tracciato un arco nell' aria con le lenzuola e senza esitazione, si era infilata stivali e glacca a vento, era scesa al fiume e aveva cominciato a corrergli al fianco.
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Cosa fai? - aveva chiesto il fiume. - Perché non sei sotto le lenzuola di tela, questo lenzuolo di nebbia non ti conosce e potrebbe farti scomparire.
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- Voglio sposarti, - gli bisbigliò di sbieco la bambina, ancora nuova alla corsa. - La nebbia sarà il mio velo. Voglio scoprire cose quel di piú di io e te.
Sono un fiume, - le spiego lui, - non mi fermo mai. Saprai abitare ognuno dei tuoi passi fino all' assoluta solitudine, saprai dimenticare gli altri?
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- Io sono del fiume, - rispose malinconica la bambina - e conosco il tuo nome segreto, sempremai ti chiami, sei un essere destinato, segui il tuo corso, non so amare gli uomini perché non hanno piú destino, non seguono alcun disegno, sono travolti.
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- Saprai tacere le notti di disgelo mentre scopro i loro morti? Saprai continuare a corrermi al fianco mentre suscito i loro amori e scavo nei loro cuori, sola? Sarai la mia cantastorie?
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La bambina tacque, sapendo che I'unico sí che un fiume può ascoltare è solo un profondo silenzio senza opposti.
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C'erano giorni e notti di ghiaccio in cui la bambina con le unghie incideva sul corpo del fiume il suo «Sono qui»; c'erano primavere in cui i pesci le porgevano muti i loro eventi di fiume perché lei li cantasse; c'erano rovi che le aprivano la pelle; c'erano uccelli che la commiserava -no lanciandole penne azzurre e grida di conforto; c'erano lune immense che andavano a pezzi nell'acqua e sottili lune, come capelli d'argento che si scioglievano nel fiume.
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C'erano rumori di uomini, visioni di cattedrali e villaggi, di città e di templi solitari, tutte le tradizioni di paura degli uomini, scorrevano accanto al fiume e alla sua cantastorie. E il fiume continuava il suo corso, non obbediente, scelto, e ls bambina gli correva al fianco. E il fiume continuava il suo corso, non obbediente, scelto, e la bambina gli correva al fianco.
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Arrivarono una sera alla foce, la bambina vide il punto esatto in cui il fiume, senza esitazione alcuna, si tuffava nel mare e mescolava le sue acque col sale e non era più il "suo" fiume, ma acqua nell'acqua. Corse, ferendo l'aria, nella corrente e mise il suo piccolo corpo esausto a scudo del fiume, con tutta la sua ferocia, a braccia spalancate, accolse il suo corpo d'acqua e velocità. Ogni sua cellula urlava - Ti riconosco.
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Con i campanelli delicati della sua ultima voce, il fiume scrisse sul palmo della mano destra della bambina "Sempre" e su quello della mano sinistra "mai".
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Allora la bambina congiunse le mani, e si tuffò. Sentí la giacca a vento coprirle le spalle e il capo, come una morbida onda gonfiarsi oltre le braccia, sentí la testa e il corpo diventare immensi, risentí il suono squillante del fiume che si getta nello sconosciuto, sentí di contenerlo e di contenere il mare e il cielo e tutto quello che nel cielo si muove e tace.
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Capí di essere fatta di ogni cosa, persona, attimo incontrati prima, durante e dopo la corsa. E seppe che solo grazie alla sua assoluta solitudine ora l'altro non era che lei, in un'altra forma e che perdersi vuol dire abbandonarsi a qualcosa che ci sorpassa.
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E il fiume continua a scorrere e la bambina a raccontare, sempre, mai.
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[ Chandra Candiani ]
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Ore 19:00 17/08/2021
Come quando colori di getto, senza traccia, usando pennello, mani, gomito; respirando il colore, sentendolo vivo tra le dita, vibrante, quasi incredibile.
Così le ultime 48 ore.
Imprevedibili, difficilmente raccontabili, sapide perché fissate sulla pelle come salsedine dopo un giorno di mare.
Visi, chiacchiere, risate, i fuochi sul mare; il bagno in intimo e poi la pioggia e canti, nuovi numeri di telefono, il vento tra i capelli, il ghiaccio dello spritz tra le labbra, la fame alle tre del mattino.
I sorrisi.
Tornare 18enni per due notti.
Fregarsene del tempo.
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Acomepidì
È l'amore che bussa alla porta L'amore che non aspettavi Aprigli prima che riparta Qual è l'amore che cercavi? L'amore che nasce sui banchi di scuola L'amore che sboccia sulle barricate O è l'amore che ti lascia in un angolo sola a leccarti le ferite È l'amore che fa campare le donne L'amore che uccide i deboli di cuore L'amore sepolto sotto il ghiaccio perenne L'amore che fa rumore L'amore che sopporta distanze infinite L'amore che diventa opprimente L'amore che hai preso mille volte a testate L'amore che ti frega sempre Ah, l'amore, sempre l'amore Lacrime versate in mille poesie L'amore ai tempi del terrore L'amore ai tempi delle epidemie L'amore che dà scandalo L'amore casto e puro L'amore dentro un ciondolo L'amore che non ha futuro Un piccolo amore a Rimini d'estate Un amore già morto a settembre Un amore qualunque per notti infuocate Un grande amore finito per sempre L'amore che non lascia strascichi L'amore, quello dei brividi L'amore delle vertigini L'amore che lascia i lividi L'amore che troverai domani L'amore che ti fa incazzare L'amore che fa scrivere canzoni Che poi non vuoi più ascoltare Ah, l'amore, sempre l'amore L'amore che viene e va così Sul sedile posteriore L'amour à l'arrière des taxis L'amore in un mondo distratto Ma non si ferma davanti a niente Perché l'amore vince tutto E tu perdi sempre
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Circus beatclub - Brescia, si balla sempre: 26/1 Off Beat / Vida Loca, 27/1 Crush / Samuele Brignoccolo
Il nuovo weekend di Circus beatclub - Brescia inizia venerdì 26 gennaio 2024 con il ritmo giusto, quello di Off Beat. Per una notte è anche quello di Vida Loca, party dallo stile pop, hip hop latin e internazionale. E' il format che da tempo fa scatenare a tutta Italia e non solo. La grande VL mette in console super dj come Giulia Alberti e Tommy Luciani mentre sul palco porta un vero al corpo di ballo di altissimo livello, mettendo in scena un mix di emozioni che danzano al ritmo di pop, delle hit e dei suoni latin che stanno facendo ballare il mondo in questo momento. Tutto questo è Vida Loca, in poche parole, è un musical imperdibile che ti fa ballare senza sosta. Questa festa, tra gli altri riempie locali di riferimento come Matis a Bologna, Peter Pan e Villa delle Rose a Riccione (RN), Praja a Gallipoli. E che succede al culmine della serata? Dj e vocalist del Circus arrivano in console portando il groove in 4/4, decisamente house... ed il party al massimo livello.
Che succede sabato 27 gennaio 2024 per l'appuntamento Crush? C'è un guest d'eccezione, insieme a tutta la Circus family. Sul palco c'è Samuele Brignoccolo (nella foto). Content creator, dj e produttore, su TikTok conta circa un milione di follower. Grazie ai suoi mix e mashup ha raggiunto numerosi traguardi, creando vari trend diventati poi virali nella piattaforma anche a livello internazionale. I suoi mash up sono spesso usati dai più famosi Creator a livello mondiale. Samuele Brignoccolo è stato inserito nella classifica degli artisti più popolari su TikTok, raggiungendo la quinta posizione. La sua formazione musicale inizia molto presto, infatti all'eta di 6 anni comincia a muovere i primi passi sulla batteria, decidendo successivamente di iscriversi alla scuola di musica del suo paese che frequenterà fino ai 15 anni. All'età di 16 anni si appassiona della musica elettronica e della scena Clubbing in Italia, intraprendendo un nuovo percorso di formazione... ed è oggi si esibisce in mezzo mondo, a ritmo di House, Tribal House e Moombahton.
Circus beatclub - Brescia
Come ogni anno, ed è un vero record nel panorama italiano, anche per la stagione '23 - '24, Circus beatclub si rifà il look: alle pareti un color ghiaccio scuro perfetto per il futuro (e pure per il presente), impianto luci tutto nuovo, schermi e mirrorball che si muovono durante la serata, nuovi divani, nuova console a cui si accede in modo diverso... chi balla al Circus balla sempre nello stesso club, certo, ma proprio da questa stagione il club sarà sempre diverso grazie ad allestimenti, scenografie ed interventi particolare.
Lo slogan mette energia: : "future is now", il futuro è adesso. Il ritmo del video disponibile sui social è forte ed elettronico, ma la voce che lo accompagna è calda, latina, come a mettere insieme la forza i suoni del futuro con la voglia di far tardi con il sorriso, con gli amici di sempre - è tutto visibile qui: Istagram.com/p/Cxa8uxktZYM/ -.
Il video che presenta la nuova stagione di Circus beatclub a Brescia in realtà inizia con il racconto di ciò che è stato: 25 anni di notti in via Dalmazia. Il locale infatti ha iniziato la sua lunga storia nel 1999. 25 anni di divertimento, dance, musica, show. Come scrive lo staff sui social, the Club is back. Con ben 4 serate molto diverse tra loro.
Il giovedì è Rehab, con sonorità hip hop anche internazionali ed il ritmo di Jay K. La domenica Panorama porta in console per ogni serata un top dj italiano attivo in mezzo mondo che sarà resident di un appuntamento già molto atteso, dedicato ad un pubblico che si accontenta solo del meglio. Ecco poi il venerdì e il sabato, da sempre il cuore del divertimento pop al Circus beatclub, che è gestito anche in questa stagione '23 ' - '24 dal gruppo guidato da Antonio Gregori, lo stesso che ha portato al successo anche MOLO a Brescia, grande disco estiva ed il River a Soncino (Cremona), aperto tutto l'anno. Il venerdì al Circus è OffBeat, una notte dedicata a sonorità sempre diverse e scatenate, mentre il sabato è Crush, dedicato agli artisti della Circus Family: Toma e Brio alla voce, Dr.Space in console e tanti, tanti altri.
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Circus beatclub Brescia
www.circusbeatclub.com [email protected]
info +39 333 210 5400 (WhatsApp)
Via Dalmazia 127, 25125 Brescia
ingresso a pagamento con consumazione
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Circus beatclub - Brescia, si balla sempre: 26/1 Off Beat / Vida Loca, 27/1 Crush / Samuele Brignoccolo
Il nuovo weekend di Circus beatclub - Brescia inizia venerdì 26 gennaio 2024 con il ritmo giusto, quello di Off Beat. Per una notte è anche quello di Vida Loca, party dallo stile pop, hip hop latin e internazionale. E' il format che da tempo fa scatenare a tutta Italia e non solo. La grande VL mette in console super dj come Giulia Alberti e Tommy Luciani mentre sul palco porta un vero al corpo di ballo di altissimo livello, mettendo in scena un mix di emozioni che danzano al ritmo di pop, delle hit e dei suoni latin che stanno facendo ballare il mondo in questo momento. Tutto questo è Vida Loca, in poche parole, è un musical imperdibile che ti fa ballare senza sosta. Questa festa, tra gli altri riempie locali di riferimento come Matis a Bologna, Peter Pan e Villa delle Rose a Riccione (RN), Praja a Gallipoli. E che succede al culmine della serata? Dj e vocalist del Circus arrivano in console portando il groove in 4/4, decisamente house... ed il party al massimo livello.
Che succede sabato 27 gennaio 2024 per l'appuntamento Crush? C'è un guest d'eccezione, insieme a tutta la Circus family. Sul palco c'è Samuele Brignoccolo (nella foto). Content creator, dj e produttore, su TikTok conta circa un milione di follower. Grazie ai suoi mix e mashup ha raggiunto numerosi traguardi, creando vari trend diventati poi virali nella piattaforma anche a livello internazionale. I suoi mash up sono spesso usati dai più famosi Creator a livello mondiale. Samuele Brignoccolo è stato inserito nella classifica degli artisti più popolari su TikTok, raggiungendo la quinta posizione. La sua formazione musicale inizia molto presto, infatti all'eta di 6 anni comincia a muovere i primi passi sulla batteria, decidendo successivamente di iscriversi alla scuola di musica del suo paese che frequenterà fino ai 15 anni. All'età di 16 anni si appassiona della musica elettronica e della scena Clubbing in Italia, intraprendendo un nuovo percorso di formazione... ed è oggi si esibisce in mezzo mondo, a ritmo di House, Tribal House e Moombahton.
Circus beatclub - Brescia
Come ogni anno, ed è un vero record nel panorama italiano, anche per la stagione '23 - '24, Circus beatclub si rifà il look: alle pareti un color ghiaccio scuro perfetto per il futuro (e pure per il presente), impianto luci tutto nuovo, schermi e mirrorball che si muovono durante la serata, nuovi divani, nuova console a cui si accede in modo diverso... chi balla al Circus balla sempre nello stesso club, certo, ma proprio da questa stagione il club sarà sempre diverso grazie ad allestimenti, scenografie ed interventi particolare.
Lo slogan mette energia: : "future is now", il futuro è adesso. Il ritmo del video disponibile sui social è forte ed elettronico, ma la voce che lo accompagna è calda, latina, come a mettere insieme la forza i suoni del futuro con la voglia di far tardi con il sorriso, con gli amici di sempre - è tutto visibile qui: Istagram.com/p/Cxa8uxktZYM/ -.
Il video che presenta la nuova stagione di Circus beatclub a Brescia in realtà inizia con il racconto di ciò che è stato: 25 anni di notti in via Dalmazia. Il locale infatti ha iniziato la sua lunga storia nel 1999. 25 anni di divertimento, dance, musica, show. Come scrive lo staff sui social, the Club is back. Con ben 4 serate molto diverse tra loro.
Il giovedì è Rehab, con sonorità hip hop anche internazionali ed il ritmo di Jay K. La domenica Panorama porta in console per ogni serata un top dj italiano attivo in mezzo mondo che sarà resident di un appuntamento già molto atteso, dedicato ad un pubblico che si accontenta solo del meglio. Ecco poi il venerdì e il sabato, da sempre il cuore del divertimento pop al Circus beatclub, che è gestito anche in questa stagione '23 ' - '24 dal gruppo guidato da Antonio Gregori, lo stesso che ha portato al successo anche MOLO a Brescia, grande disco estiva ed il River a Soncino (Cremona), aperto tutto l'anno. Il venerdì al Circus è OffBeat, una notte dedicata a sonorità sempre diverse e scatenate, mentre il sabato è Crush, dedicato agli artisti della Circus Family: Toma e Brio alla voce, Dr.Space in console e tanti, tanti altri.
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Circus beatclub Brescia
www.circusbeatclub.com [email protected]
info +39 333 210 5400 (WhatsApp)
Via Dalmazia 127, 25125 Brescia
ingresso a pagamento con consumazione
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Circus beatclub - Brescia, si balla sempre: 26/1 Off Beat / Vida Loca, 27/1 Crush / Samuele Brignoccolo
Il nuovo weekend di Circus beatclub - Brescia inizia venerdì 26 gennaio 2024 con il ritmo giusto, quello di Off Beat. Per una notte è anche quello di Vida Loca, party dallo stile pop, hip hop latin e internazionale. E' il format che da tempo fa scatenare a tutta Italia e non solo. La grande VL mette in console super dj come Giulia Alberti e Tommy Luciani mentre sul palco porta un vero al corpo di ballo di altissimo livello, mettendo in scena un mix di emozioni che danzano al ritmo di pop, delle hit e dei suoni latin che stanno facendo ballare il mondo in questo momento. Tutto questo è Vida Loca, in poche parole, è un musical imperdibile che ti fa ballare senza sosta. Questa festa, tra gli altri riempie locali di riferimento come Matis a Bologna, Peter Pan e Villa delle Rose a Riccione (RN), Praja a Gallipoli. E che succede al culmine della serata? Dj e vocalist del Circus arrivano in console portando il groove in 4/4, decisamente house... ed il party al massimo livello.
Che succede sabato 27 gennaio 2024 per l'appuntamento Crush? C'è un guest d'eccezione, insieme a tutta la Circus family. Sul palco c'è Samuele Brignoccolo (nella foto). Content creator, dj e produttore, su TikTok conta circa un milione di follower. Grazie ai suoi mix e mashup ha raggiunto numerosi traguardi, creando vari trend diventati poi virali nella piattaforma anche a livello internazionale. I suoi mash up sono spesso usati dai più famosi Creator a livello mondiale. Samuele Brignoccolo è stato inserito nella classifica degli artisti più popolari su TikTok, raggiungendo la quinta posizione. La sua formazione musicale inizia molto presto, infatti all'eta di 6 anni comincia a muovere i primi passi sulla batteria, decidendo successivamente di iscriversi alla scuola di musica del suo paese che frequenterà fino ai 15 anni. All'età di 16 anni si appassiona della musica elettronica e della scena Clubbing in Italia, intraprendendo un nuovo percorso di formazione... ed è oggi si esibisce in mezzo mondo, a ritmo di House, Tribal House e Moombahton.
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Come ogni anno, ed è un vero record nel panorama italiano, anche per la stagione '23 - '24, Circus beatclub si rifà il look: alle pareti un color ghiaccio scuro perfetto per il futuro (e pure per il presente), impianto luci tutto nuovo, schermi e mirrorball che si muovono durante la serata, nuovi divani, nuova console a cui si accede in modo diverso... chi balla al Circus balla sempre nello stesso club, certo, ma proprio da questa stagione il club sarà sempre diverso grazie ad allestimenti, scenografie ed interventi particolare.
Lo slogan mette energia: : "future is now", il futuro è adesso. Il ritmo del video disponibile sui social è forte ed elettronico, ma la voce che lo accompagna è calda, latina, come a mettere insieme la forza i suoni del futuro con la voglia di far tardi con il sorriso, con gli amici di sempre - è tutto visibile qui: Istagram.com/p/Cxa8uxktZYM/ -.
Il video che presenta la nuova stagione di Circus beatclub a Brescia in realtà inizia con il racconto di ciò che è stato: 25 anni di notti in via Dalmazia. Il locale infatti ha iniziato la sua lunga storia nel 1999. 25 anni di divertimento, dance, musica, show. Come scrive lo staff sui social, the Club is back. Con ben 4 serate molto diverse tra loro.
Il giovedì è Rehab, con sonorità hip hop anche internazionali ed il ritmo di Jay K. La domenica Panorama porta in console per ogni serata un top dj italiano attivo in mezzo mondo che sarà resident di un appuntamento già molto atteso, dedicato ad un pubblico che si accontenta solo del meglio. Ecco poi il venerdì e il sabato, da sempre il cuore del divertimento pop al Circus beatclub, che è gestito anche in questa stagione '23 ' - '24 dal gruppo guidato da Antonio Gregori, lo stesso che ha portato al successo anche MOLO a Brescia, grande disco estiva ed il River a Soncino (Cremona), aperto tutto l'anno. Il venerdì al Circus è OffBeat, una notte dedicata a sonorità sempre diverse e scatenate, mentre il sabato è Crush, dedicato agli artisti della Circus Family: Toma e Brio alla voce, Dr.Space in console e tanti, tanti altri.
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Circus beatclub Brescia
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- L’angelo caduto - cap.9
"Le persone legate dal destino si troveranno sempre a vicenda" THE WITCHER
Splendenti raggi solari bucano la fitta coltre di nuvole bianche, squarciando il cielo con la loro intensa luce. La nebbia che avvolge l'alta collina si dissolve, lasciando che il grande maniero del conte Straud sia visibile in tutta la sua oscura perfidia. I tetti appuntiti neri, le mura di un grigio antracide e le alte finestre oscurate osservano la bellezza di quella mattinata assolata, dove la luce si riflette contro la bianca neve emanando un'aura brillante, quasi accecante.
Il comandante Cullen cammina da solo nel fitto bosco di abeti, il rumore della neve che si infrange sotto i suoi passi. Non sembra sentire freddo, riscaldato dall'astro infuocato che governa un cielo ora terso. Il suo animo è tranquillo, serenamente contento. Non c'è timore sul suo viso, non c'è più la paura della lotta. Sorride alla vista della sua amata che lo saluta da lontano, pronta a correre verso di lui e gettarsi tra le sue braccia. L'idillio perfetto dopo anni di sanguinosa lotta per la sopravvivenza dell'umanità, anni di rinunce, di paure, di progetti rinviati. La luce che inonda il piccolo borgo oscuro di Forgotten Hollow è il simbolo della rinascita, del non temere più il buio della notte e le sue creature che si aggiravano tra quelle strade, pronte a porre fine ad un'altra vita umana senza pietà. Ed eccoli lì, gli eroi silenziosi di quella battaglia, la ragazza prescelta dal destino per porre fine a quel lungo capitolo di crudeltà, e il giovane comandante di un insolito esercito, compagno nella guerra e nella vita. Sono a pochi passi l'una dall'altro, si guardano, sorridono, una nuova vita pronta per essere scritta tra le pagine bianche di un altro libro dove non c'è più il male ad affliggere il mondo. Ancora un passo...
Un istante e il mondo idilliaco va in pezzi. La nebbia torna ad avvolgere la collina che sovrasta il piccolo borgo di Forgotten Hollow, il sole scompare dietro una fitta coltre di nuvole scure e il buio torna a dipingere le strade. Come un fuoco che divampa all'improvviso, la lunga chioma rossa appare alle spalle del comandante. Lo sguardo di lui si tramuta, il sorriso si dissolve e il terrore riempie i suoi occhi chiari. Un grido squarcia il silenzio della grande vallata. La cacciatrice tenta invano di muoversi in soccorso dell'uomo che ama, ma è tutto inutile. La vampira afferra il collo del comandante e in un secondo è tutto finito. I denti affilati affondano nella pelle dell'uomo in profondità bucando i tessuti e i muscoli fino alla giugulare dissanguandolo in pochi attimi. Il corpo freddo e inerme dell'uomo cade a terra con un tonfo sordo nella neve fredda e opaca, mentre la risata della vampira sovrasta il grido della cacciatrice sconfitta. L'uomo che ama non c'è più. Ne resta solo una carcassa vuota, senza più battiti, senza più anima.
Le sue urla di terrore riecheggiarono nella grande casa vittoriana. "Svegliati!" sussurrò una voce maschile scuotendola dal torpore. "No, ti prego. Cullen..." mormorò la cacciatrice in preda ai deliri. Un sussulto e i suoi grandi occhi celesti si aprirono. Le luci tenui della piccola stanza da letto la aiutarono a mettere a fuoco i dintorni non riconoscendoli. "Dove mi trovo?" domandò Helena guardandosi attorno. "Sei a villa Vatore, cacciatrice" rispose la stessa voce maschile che aveva tentanto di svegliarla pochi istanti prima. Helena accortasi di indossare soltanto la biancheria intima, tentò di coprirsi con le mani, ma una fitta di dolore al braccio la fece desistere.
"Chi sei?" domandò ancora osservando il suo misterioso interlocutore "Cosa è successo?" "Mi chiamo Caleb Vatore, cacciatrice. Non ricordi cosa è accaduto qualche notte fa?" chiese di rimando. "Io ricordo di essere stata attaccata da un gruppo di vampiri e poi quella rossa...tu...tu sei venuto ad aiutarmi?!" domandò retoricamente. Caleb fece cenno di assenso senza aggiungere altro. "Grazie, Caleb. Sarei probabilmente morta senza il tuo aiuto" concluse la cacciatrice. "E' stato un onore, cacciatrice." rispose l'uomo abbozzando un sorriso. La sua pelle era stranamente molto pallida, quasi lucida sotto le luci tenui della stanza. Gli occhi avevano la stessa tonalità del ghiaccio che contrastavano sotto i folti capelli scuri. Helena lo osservò attentamente, ma non disse una parola, benchè un dubbio si fosse insinuato nella sua mente. "Io ora ti lascio tranquilla. I tuoi abiti sono su quella poltrona lì" annunciò Caleb indicando la seduta nell'angolo. "Se hai fame scendi pure al piano inferiore. C'è del cibo in cucina appositamente per te. Io sarò nel salone, se avrai bisogno di qualcosa" "Caleb, dove siamo?" domandò Helena confusa. "A casa mia, te l'ho detto" rispose Caleb. "Intendevo in che posto" incalzò Helena, mentre i suoi dubbi si facevano sempre più pressanti. Caleb con un sospiro confessò "A Forgotten Hollow..."
La cacciatrice sussultò mentre i pezzi di un puzzle invisibile andavano ad incastrarsi alla perfezione. Le tende tirate e scure nella stanza, l'arredamento antiquato e la carnagione di Caleb potevano significare soltanto una cosa. "Sei un vampiro" annunciò Helena con lo sguardo attonito, fisso su Caleb. "Si, ma non temere. Non ho intenzione di farti del male. Se avessi voluto ucciderti lo avrei fatto quella notte e non mi sarei preso cura delle tue gravi ferite" dichiarò il vampiro sorridendo appena e mettendo in mostra i canini allungati. "Suppongo di dovermi fidare di te..." mormorò Helena abbassando lo sguardo e notando le pesanti fasciature che avvolgevano il suo corpo in più punti. Sull'addome la macchia di sangue era ancora visibile sulle bende, segno che in quel punto aveva subito forse il danno maggiore. "Caleb...da quanto tempo sono qui?" domandò poi. "Tre notti. Le ferite erano molto gravi quando ti ho trovata e non sei stata cosciente fino a questa mattina, ma le cure stanno dando i loro effetti. Presto potrai tornare a cacciare" rispose Caleb, in piedi davanti a lei come una statua di marmo. "Tre notti? Io devo tornare. Mi staranno cercando!" disse Helena mettendosi a sedere sul bordo del letto e tentando di alzarsi. Un capogiro la colse all'improvviso facendola ricadere di peso sul morbido materasso cigolante.
"Sei ancora debole per affrontare tutta quella strada da sola ed io adesso non posso uscire di qui" mormorò Caleb che era andato a sedersi accanto a lei con uno scatto fulmineo. "Ma io devo tornare a casa..." sussurrò lei accigliandosi. "Ascolta, ora riposa un altro pò. Intanto ti preparerò qualcosa da mangiare che possa rimetterti in forze e stanotte ti promettò che ti aiuterò a tornare a casa, se lo desideri." concluse Caleb aiutandola a stendersi. Helena asserì con la testa e si sdraiò di nuovo sul comodo letto abbandonandosi totalmente alla richiesta di riposo che il suo corpo necessitava.
Quando il sole fu alto nel cielo di metà pomeriggio la cacciatrice si ridestò dal suo sonno ristoratore, sentendosi finalmente più in forze e pronta per tornare a casa. Erano passati tre giorni dall'attacco della vampira ed Helena si domandava se i membri dell'Organizzazione l'avessero data ormai per morta e il suo pensiero volò inevitabilmente a Cullen. Aveva bisogno di far sapere a tutti che stava bene, che era viva e che aveva ricevuto un aiuto prezioso dall'ultima persona che si sarebbe mai aspettata. Come era possibile che un vampiro avesse aiutato proprio lei la cacciatrice, colei scelta dal destino per distruggerli tutti? Poteva davvero fidarsi di lui? Si mise a sedere sul bordo del materasso a molle che cigolò sotto il suo peso. La stanza era nella penombra ed Helena desiderò ardentemente aprire le tende per far filtrare un pò di luce esterna. Così si alzò lentamente per paura di un nuovo capogiro e andò verso una delle finestre coperte da pesanti drappi scuri. Afferrò un lembo e tirò, lasciando così che una flebile luce di metà pomeriggio entrasse ad illuminare la grande stanza da letto. Amava il sole e non poteva immaginare come fosse vivere per l'eternità senza più godere di quella meraviglia, benchè anche la sua vita si svolgesse per la maggior parte del tempo nell'oscurità. Raccolse i suoi vestiti sulla poltrona nell'angolo accanto alla porta e iniziò ad indossarli, facendo attenzione a non strapparsi le bende che Caleb le aveva accuratamente messo per coprire le sue ferite. Osservò la sua figura vestita nello specchio da terra dal vetro un pò appannato e pensò a quanto fosse sciocco tenere un oggetto simile in una casa abitata da un vampiro, dal momento che le creature della notte non potevano vedere la loro immagine riflessa su nessuna superficie.
Quando fu completamente vestita, Helena osservò i segni ancora visibili sul suo viso, domandandosi se sarebbero rimaste le cicatrici e fu allora che la sua attenzione cadde su una fotografica incorniciata sulla toeletta in legno chiaro. Ritraeva quattro persone, due donne, un uomo e una bambina di circa 7 anni, sorridenti e vestiti con abiti che, molto probabilmente, risalivano ai primi anni del novecento. La foto era ingiallita dal tempo, ma Helena riconobbe Caleb vestito con una giacca e un paio di pantaloni stretti sul ginocchio. Un berretto copriva i suoi capelli pettinati e il suo sguardo era autoritario, ma al contempo dolce e affabile. Accanto a lui c'era una donna, capelli chiari raccolti in uno chignon e un abito lungo che le fasciava il corpo esile. Un'altra donna coi capelli corti e scuri era in piedi sul lato opposto, anche lei in abito lungo e uno sguardo profondo. La bambina era adorabile con la sua treccia lunga e il vestitino corto e sembrava felice. Helena osservò quei volti domandandosi chi potessero essere le persone accanto a Caleb e se, anche loro, fossero vampiri e si aggirassero tra le mura di quella casa. Non aveva mai visto dei vampiri-bambini e neppure il suo Osservatore ne aveva mai fatto menzione alcuna. Il pensiero di quella bambina trasformata in un mostro immortale fece rabbrividire la cacciatrice. I suoi pensieri però vennero interrotti quando la porta della camera si aprì e la figura di Caleb apparve sull'uscio. La vista del sole che filtrava dalla finestra lo fece rizzare come un gatto spaventato ed Helena si affrettò a tirare di nuovo la tenda. "Perdonami. Volevo solo far entrare un pò di luce naturale" annunciò voltandosi verso il vampiro. "A volte piacerebbe anche a me vedere ancora il sole" dichiarò Caleb rabbuiandosi in volto, più di quanto non fosse già tenebroso. "Caleb, non ho potuto fare a meno di notare quella foto" disse Helena indicando la cornice sulla toeletta "Le altre persone ritratte con te, sono in questa casa adesso?" domandò poi di getto senza pensare alle conseguenze di quella sua richiesta. "Solo mia sorella Lilith...la donna coi capelli scuri" rispose Caleb abbassando lo sguardo. Helena non domandò dove fossero la donna e la bambina fotografate accanto al vampiro, temendo di porre un quesito scomodo all'uomo. Fu Caleb a prendere la parola, asserendo che le avrebbe raccontato una storia, se avesse avuto voglia di ascoltarla. La cacciatrice annuì silenziosamente mentre Caleb le faceva segno di seguirla.
Scesi al piano inferiore della villa, Caleb fece strada ad Helena e l'accompagnò verso il salotto dove il crepitio del fuoco riecheggiava tra le mura. Seduta su una comoda poltrona c'era la donna della fotografia, ma era molto diversa a vederla di persona. Era vestita con un abitino aderente che le fasciava le curve mettendo in risalto i muscoli ben definiti, un paio di calze a rete e tacchi talmente alti che solo a guardarli facevano venire le vertigini. I capelli lunghi e neri erano tirati dietro le spalle lasciando il viso completamente scoperto a metterne in mostra i piccoli occhi color ghiaccio come quelli di Caleb. Il trucco pesante incorniciava il tutto. Non aveva più nulla della donna della fotografia, quell'aria un pò ingenua e l'aspetto delicato di quei tempi andati. Come il fratello il susseguirsi inesorabile dell'eternità con i suoi eventi storici, le guerre, le carestie e le epidemie avevano indurito i suoi lineamenti. "Cacciatrice, lei è mia sorella Lilith" annuciò Caleb. "Salve" disse Helena cercando di trovare qualcosa ad effetto da dire in quella circostanza così anomala. La vampira non rivolse nessun tipo di saluto alla cacciatrice, ma si limitò a guardare il fratello con aria truce. "Lilith non essere maleducata" mormorò il vampiro ricambiando lo sguardo della sorella. "Perdona la sua mancanza di educazione. Mia sorella è sempre stata una ribelle" disse poi rivolgendosi ad Helena. "Magari tua sorella non gradisce la presenza della cacciatrice in casa sua e ne ha tutto il diritto" asserì Helena guardando la vampira. "Esattamente, ma mio fratello fa sempre di testa sua senza mai chiedere nulla. Non è vero Caleb?!" parlò Lilith. La sua voce era profonda, per nulla stridula. "Ne abbiamo già discusso, Lilith. La cacciatrice aveva bisogno di aiuto" ringhiò Caleb. Helena iniziò a sentirsi a disagio in quella discussione tra fratelli, e soprattutto tra vampiri. "E per aiutare lei hai ucciso Lauren, la tua creatrice!" disse Lilith di rimando. "Ho dovuto farlo..." intervenì Caleb, ma non terminò la frase perchè Helena si intromise chiedendo chi fosse Lauren. "Siediti Helena" disse poi il vampiro tornando ad un tono calmo e vellutato chiamandola per la prima volta con il suo nome e non con il ruolo che il destino le aveva imposto "Voglio raccontarti quella storia".
Nel frattempo lontano da villa Vatore e da Forgotten Hollow, a Tiamaranta's Fortress i membri dell'Organizzazione non si davano pace. Da giorni non avevano mai interrotto le ricerche di Helena, mentre i due maghi avevano tentato qualsiasi incantesimo di localizzazione, senza avere successo. Alcuni di loro avevano ormai perso le speranze di ritrovare la cacciatrice viva e vegeta, benchè Amelia continuasse ad insistere che se fosse stata uccisa, avrebbe percepito l'aura di una nuova prescelta. Chi non aveva mai smesso di sperare era il comandante. Non dormiva da quella mattina in cui era andato a Forgotten Hollow in cerca di Helena e aveva ritrovato soltanto il suo ciondolo. A malapena mangiava e le forze lo stavano abbandonando. Jo continuava a ripetergli di riposare, di mangiare o si sarebbe ammalato presto, ma Cullen era inamovibile e continuava a dire che se non avesse ritrovato Helena tanto valeva morire. Si era recato spesso a Forgotten Hollow alla ricerca di tracce che potevano essergli sfuggite quel giorno e, durante le ronde notturne, aveva affrontato diversi vampiri domandando se sapevano qualcosa a riguardo della sparizione della cacciatrice, prima di ucciderli. Ma di Helena nessuna traccia. Era come svanita nel nulla, mentre lei era sempre stata lì, a pochi passi da loro, al sicuro in una delle camere da letto di villa Vatore.
Mentre Helena ascoltava la storia che Caleb le stava narrando, a Tiamaranta's Fortress Cullen sedeva alla sua scrivania. Un foglio di carta bianca era poggiato davanti a sè e il comandante fissava il suo candore cercando le parole giuste da incidere. La speranza di rivedere Helena viva era ancora lì, aggrappata con le unghie alla sua anima e Cullen volle esternare i suoi sentimenti su quel pezzo di carta, augurandosi di poterle dare quella lettera una volta che fosse tornata.
"Senza dubbio questa mia lettera ti confonderà. Devo ammetterlo, non ho avuto molte opportunità di comporre nulla di natura personale. Forse è sciocco. Sei impegnata nella tua lotta, come lo sono anche io. Il nostro lavoro sembra non finire mai, ogni passo in avanti sembra finisca con quattro passi indietro. Ti ho vista oltrepassare quel cancello ogni notte per andare a combattere, tornando sempre. In queste notti ho atteso. La testa premuta contro le fredde pietre della finestra, aspettando di vedere la tua sagoma comparire all'orizzonte. Sembra patetico ora che lo scrivo, come se fossi una fanciulla in una torre che si strugge per un cavaliere. Non ho mai pensato che tu potessi non farcela. Al contrario, in ogni fase di questa missione, ho sempre creduto con fervore nel tuo successo. Le mie intenzioni con questa lettera non erano di attirare dubbi sulle tue capacità. La verità, la ragione di questo spreco di tempo è che ti amo. Sto qui chino sulla scrivania e osservo il consumarsi delle candele e tutto ciò che scorre nelle mie vene è una paura infernale che non potrei mai dirti. Non in futuro, ma adesso con te così lontana da me. Tu sei molto di più di quanto avrei potuto desiderare, sperato, necessitato. Hai distrutto le mie difese con uno sguardo. Mi hai fatto tremare in ginocchio e mi hai rialzato in piedi. Non mi sono mai sentito così vulnerabile come lo sono tra le tue braccia. La tua semplice presenza è un balsamo per la mia anima ferita, la stessa che darei per tenerti con me per sempre. Ti desidero. Baciare le tue labbra, perdermi nel tuo abbraccio, assaporare le tue cosce che tremano a cavalcioni sopra di me e sorridere mentre ti muovi sotto di me. La promessa dei tuoi sussulti che implorano di più infiamma il mio cuore e mi distoglie dalla sconforto della guerra. I miei sogni possono essere costellati per sempre da incubi, ma i miei pensieri, i miei momenti di veglia, sono dedicati a te. Sei un vino profumato che inebria la mia mente e la mia lingua, e libera l'uomo che temevo fosse perso per sempre dalle sue catene. Non avrei mai immaginato di essere diventato il tipo d'uomo che scrive una lettera d'amore. Di devozione. Una dichiarazione che ciò che voglio di più da questo mondo, dal Creatore stesso, sei tu. So che tornerai da me, passando per quel cancello e tra le mie braccia. E avevo bisogno che tu sapessi che mi troverai con la fronte premuta contro la fredda pietra che ti aspetta. Ti amo. Cullen"
Terminò di scrivere quella confessione che il sole aveva iniziato a discendere dietro la linea del mare. Poggiò la fronte contro il pugno chiuso, adagiando il gomito sul foglio di carta non più immacolato e chiuse gli occhi, mentre una smorfia di dolore gli tirò le labbra. "So che tornerai..." mormorò poi abbandonandosi totalmente ad una silenziosa disperazione che lo aveva accompagnato in quei giorni, senza lasciarlo mai, benchè la speranza del ritorno di Helena gli avesse dato la forza di non cedere.
Le ombre fuori Tiamaranta's Fortress iniziarono ad allungarsi col passare dei minuti, mentre la linea dell'orizzonte si tingeva delle tonalità del rosso del tramonto. Fu allora che una figura scura sopraggiunse oltre il fitto degli alberi che coprivano la scogliera dove si ergeva la fortezza. Passi veloci corsero tra i corridoi, sempre più affrettati. Senza bussare contro il battente di legno dello studio, Leliana aprì la porta di scatto trovando il comandante perso nei suoi pensieri malinconici. "Comandante" lo chiamò cercando di attirare la sua attenzione, ma Cullen non si mosse. "Cullen" chiamò ancora "La cacciatrice...è tornata!".
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