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@unmeinoakaito
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UN DOTTORE
Ho conosciuto Marcello nel Luglio 2018 mentre cercavo disperatamente di rimettere insieme piccoli luridi frammenti di me. Uscivo da una relazione dalle dinamiche complesse Adesso si chiama BDSM, ma a pensarci, forse sono solo istinti primitivi, primordiali . Era una relazione che puzzava di rancido già dal Natale precedente, ma per chi conosce questo tipo di pratiche , sa bene quanto sia difficile scollegarsi e farne a meno, ed io ero proprio nella fase della disperazione totale, per il pensiero che mai più avrei potuto sentirmi la puttanella di qualcuno. L'ho conosciuto su Tinder, unico incontro avvenuto tramite questo social che non mi aveva mai entusiasmato molto. Le sue parole si agganciarono al mio solo neurone non impegnato ad autocommiserarsi e chattando, venne fuori quasi subito che il suo matrimonio era alle battute finali.
Ho sempre cercato di stare lontana da queste situazioni:
mi indispone la tristezza e l'odore di sconfitta che inevitabilmente aleggia nell'aria, e non mi piace pensare di trovarmi a fare da catalizzatore, accelerando una reazione pur non facendone direttamente parte, proprio come fa un enzima in chimica. Insomma, decisi di incontrarlo solo per scrollarmi di dosso la mia, di tristezza.
Ci vedemmo in un bar di Piazza Statuto e, proprio come mi aspettavo, parlammo soltanto delle nostre "disgrazie" personali . Ricordo che andai in bagno a levarmi le mutandine, giusto per rendere quell'incontro un po' più trasgressivo, ma non fu sufficiente.
Cercavo un uomo che dominasse le mie voglie e trovai un uomo inconsapevolmente affascinate, ma risucchiato dal corso degli eventi. Fintamente disponibile
La sua vera natura non si rivelò per molto tempo
Ci scrivemmo per tutta l'estate senza incontrarci più e ad un certo punto iniziò a piacermi essergli di conforto. Mi faceva sentire importante in un momento in cui la mia autostima era ridotta ai minimi termini.
Una volta decisi di raggiungerlo a Torino, solo per sostenerlo dopo l'ennesima discussione coniugale; priva di mire erotiche pensavo solo al modo di farlo ridere.
Mi piaceva quando mi scriveva che gli alleggerivo il cuore con le mie battute spregiudicate, che gli piaceva la contrapposizione tra la brava mamma e la donna mentalmente libera che coesistevano in me
Quel giorno, mentre lo aspettavo nel parcheggio dell'Auchan di corso Giulio, mi masturbai. Tirai fuori il mio vibrox snodabile, alzai la gonna, scostai le mutandine quel tanto che bastava per infilarvi una estremità in fica e appoggiare l'altra sul clitoride. Iniziai a stringere e rilassare le gambe ritmicamente, nella mia personale danza erotica.
Cominciai a colare e quasi involontariamente le mie dita partirono a raccogliere il succo viscido e a portarlo alla bocca, per assaporarlo. Avevo capezzoli come chiodi che puntavano sul vestitino leggero e tanta voglia di scopare. Infilavo e sfilavo il vibratore velocemente e sentivo arrivare l'orgasmo, lo aspettavo incurante di chi parcheggiava vicino o dei passanti.
Mi infilai un dito in culo ed esplosi quasi subito, portando immediatamente il giocattolo alla bocca per leccarlo e riappropriarmi di quella parte di me appena scivolata fuori.
Un attimo dopo vidi Marcello parcheggiare ad una ventina di metri da me. Mi ricomposi velocemente e con le mutandine zuppe gli andai incontro. Entrammo in un bar, ma era chiaro che, nonostante il motivo per cui avevamo deciso di vederci, nessuno dei due aveva voglia di tristezze e iniziammo a ridere e a bisbigliarci nell'orecchio come adolescenti. Piano piano le nostre bocche si avvicinarono e ci baciammo. Lui dopo un attimo mi guardò e sorridendo disse " Perché sai di figa? "
"Fica!"
"Come? "
"Si dice Fica"
Scoppiò a ridere
"Cazzo, ma dove sei stata tutto questo tempo?"
Nei giorni successivi ci sentimmo spesso e una sera decidemmo di andare a cena
Cenammo nella Galleria Umberto I e, arrivati al dolce, mi comunicò che aveva una sorpresa...
Quello che segue è il racconto che pubblicai un anno fa, quando ancora non sapevo quanto possa restare nascosta e quieta la natura umana, prima di venire provocata al punto di non ritorno.
NH Santo Stefano... Siamo entrati in questo albergo, in pieno centro. Il mio respiro accelerato, mi faceva ridere come una bambina eccitata e imbarazzata
La cena era stata divertente, ma non mi andava di entrare in una camera e fare del sesso. Ero aperta alla possibilità ma non mi sentivo ancora pronta
Siamo entrati in ascensore e stavo per palesare il mio stato d'animo, ma un dito sulla bocca mi zittì e il suo sguardo divenne malizioso e dolce "Non dire niente, sei entrata nella mia vita come una burrasca, venti freddi e mareggiata..." Lasciò la frase in sospeso come per lasciare a me la giusta interpretazione.
Ero davvero una cosa buona o complicavo tutto?
Il suono che accompagna l'arrivo al piano dell'ascensore mi strappò dai miei pensieri, lui mi prese la mano e mi accompagnò fuori
Non trovai stanze ma la cima di una torre, circondata da una vetrata. Potevo ammirare la struttura interna dell'edificio e una terrazza esterna ci catapultò in mezzo alla notte.
"Ecco, quelli sono vecchie mura ( Porta Palatina), quella è una chiesetta su un cucuzzolo (Basilica di Superga) e quello è Marte" . Ridevo e improvvisamente mi venne caldo e il nebbiolo che avevamo bevuto mi salì in testa e mi fece vacillare, mi appoggiai al cornicione e lui si mise dietro di me in un abbraccio rassicurante. Ho sentito il suo sesso contro il mio culo e le sue mani appoggiarsi sui miei seni, quasi distrattamente. Sapevo che poteva salire qualcuno, esattamente come eravamo saliti noi, ma volevo che mi guardasse e sentisse le mie carni calde. Non succedeva da troppo tempo ed io avevo bisogno di un uomo che mi facesse guardare il buio dritto in faccia da una posizione privilegiata, che me ne parlasse come se fosse pieno di cose semplici ma bellissime, facendomi sentire al sicuro.
Mi tolsi Il golfino bianco e rimasi davanti a lui. Immediatamente afferrò la mia bocca, mi spinse la lingua in gola, giocando con le mie labbra, mi sussurrava che da un mese a quella parte nn aspettava altro.
Iniziavo a liquefarmi e a sentirmi vogliosa e a desiderare di regalare quello in cui sono più brava: donare piacere.
Gli leccai la faccia, gli occhi, le labbra e lasciò che le mie mani scivolassero nei pantaloni, toccassero il suo cazzo gonfio. I suoi occhi grandi mi guardavano famelici. Misi a disposizione i mie capezzoli, che iniziò a succhiarmi avidamente e, mentre rovesciavo la testa all'indietro, con la schiena sul cornicione, mi apparve una Torino al contrario. Il cielo, che faceva strada a sensazioni goderecce mi suggerì di alzare la gonna e abbassare leggermente le mutandine. Credevo ci infilasse le mani e invece si aprì la patta e senza farmi allargare le gambe infilò la punta del suo imponente cazzo tra le mie grandi labbra. Senza penetrazione, iniziò a sollecitare il mio clitoride che divenne grande come un cervello, con milioni di neurotrasmettitori impazziti che mi urlavano di venire.
Avanti e indietro, come nelle più classiche delle scopate, mi ricordai che poteva arrivare qualcuno... volevo arrivasse qualcuno!!
Fu il pensiero che fece esplodere il mio piacere e d'istinto strinsi forte le cosce. Lo sentii trattenere il respiro e in piedi, l'uno davanti all'altro, mi venne tra le gambe, aumentando il ritmo e portando il suo seme su tutto il mio pelo, pube, gambe.
Mi guardò
"Non sei umana, donna".
La serata finí così è non ce ne furono altre.
Il passato tornava ciclicamente a bussare alla mia porta ed io restai circa un anno nella totale incapacità di lasciarlo fuori.
Dall'ultimo incontro con Marcello si sono susseguite grandi perdite personali e umiliazioni psicologiche di cui probabilmente sono l'unica responsabile. Sempre più consapevole del tempo sprecato dietro ad una relazione che ormai era incapace di dare un qualunque tipo di conforto ,ho trovato il coraggio di contattarlo. È stato felice di risentirmi e nella sua voce ho sentito nuovi colori, grandi speranze. È un uomo separato, adesso. Rinato.
Ho dovuto ovviamente sorbirmi tutta una serie di rimproveri per il modo in cui ero sparita, ma col senno di poi e con il percorso che aveva dovuto fare, ci siamo trovati d'accordo su quanto il mio allontanamento fosse stato necessario.
Ci siamo scritti e come sempre è riuscito a farmi ridere molto ed io ho capito quanto quell'uomo mi piacesse e di come il suo modo di parlarmi fosse cambiato: più deciso e sicuro, perentorio a volte, duro.
Mi eccitava?
Giovedi scorso Torino annegava sotto una pioggia che minacciava di girare in neve ed io uscii da un edificio di via Santa Chiara, al termine di uno dei miei tanti impegni...
Trovai inaspettatamente Marcello dall'altro lato della strada con un grande ombrello, e il suo dolcissimo sorriso
"Divento vecchio ad aspettare che tu ti decida a darmi un appuntamento e credo di aver aspettato abbastanza , vorrei che tu prendessi in seria considerazione la possibilità di essere mia, solo mia. "
Ho sorriso guardandolo con una delle mie smorfie sornione perché sapevo che aveva pronunciato quelle parole conoscendo benissimo l'effetto che avevano su di me.
L'ho preso per mano e arrivati in via dei mercanti mi sono fermata.
Notammo come la poggia avesse reso deserta una Torino solitamente brulicante di gente
"Chiedimi di fare qualcosa per te"
Non si è nemmeno guardato intorno, si è aperto la patta dei pantaloni e mi ha chiesto di succhiarglielo
Diluviava e faceva freddo, ma mi sono accovacciata e gliel'ho preso in bocca.
Ho succhiato quel cazzo impreparato, colto di sorpresa, fino ad ingrandirlo nella mia bocca. Lo accoglievo tutto e lo rilasciavo producendo bava che colava dal mento
"Brava la mia puttana, prendilo in gola"
Ero stranita a sentirlo parlare in quel modo ma così eccitata e bagnata dai miei umori e dalla pioggia, incurante di chi potesse arrivare. Mi esplose in gola e mi premette la faccia contro i pantaloni, quasi a soffocarmi
Dovetti fare forza con le braccia per liberarmi da quella presa, che rischiava di farmi vomitare
Ha vacillato e si è appoggiato al muro e quando ha ripreso il controllo mi ha chiesto di seguirlo nel suo studio, non troppo lontano da lì
Ho annuito e quasi di corsa abbiamo raggiunto il posto e salito le scale ansimando, eccitati.
Il suo studio era già caldo: c'era del vino, un divano sormontato da un grande specchio, carte e planimetrie sparse su un grande tavolo .
Nell'aria un vago odore di diluente sintetico e, sui muri, foto satellitari di luoghi irriconoscibili, paesaggi naturali interrotti dall'ingombrante presenza antropica , il tutto scarabocchiato da cerchietti e frecce rosse.
"Sono un dottore forestale", disse anticipando le mie domande
"Ora dovrò punirti. Lo sai vero?Non so come tu abbia potuto pensare di lasciarmi sospeso tutto questo tempo e non pagarne le dovute conseguenze"
Ero divertita, preoccupata, ansiosa, e ovviamente eccitata
Spostando le carte sul tavolo mi ha chiesto di avvicinarmi
"Chinati sul tavolo e culo in fuori , per favore.
Alzati la gonna, abbassati le mutandine"
Eseguivo ogni ordine senza fare obiezioni e sentivo la mia fica liquefarsi nell'attesa di quello successivo
Ha preso le mie mani, me le ha portate dietro la schiena e le ha appoggiate sulle mie natiche
"Allargati il culo, bambina, tieni il tuo buco esposto per me"
Avevo la faccia appoggiata sul tavolo, girata da una parte, lho visto prendere una scatoletta piena di elastici, di quelli verdi, spessi. Non capivo davvero dove volesse arrivare
Per come mi sentivo mi sarebbe bastato mi inculasse subito!!
Invece si è seduto dietro di me, ha infilato la faccia tra le mie natiche aperte e ha annusato, ha inspirato forte.
Poi ha preso un elastico, l'ha allungato un po' e l'ha rilasciato dritto sul mio buco del culo
D'istinto ho lasciato la presa ed emesso un gridolino, ma uno schiaffo fortissimo su una natica mi ha rimessa in posizione!
"Stai ferma e allarga sto culo, puttana "
Ho ripreso il mio posto come un automa, e un altro elastico ha colpito, sta volta più forte
Poi un altro, un altro e un altro ancora
Ogni volta ne allungava di più l'estensione e faceva sempre più male! Cercavo di muovermi, ma arrivava sempre uno schiaffo a riportarmi a posto
Ho iniziato a frignare e a chiedere di smettere, col culo che mi bruciava e pulsava
Non mi ha risposto, lo sentivo solo ansimare forte e improvvisamente una mano mi si è infilata tra le cosce
"Lo sapevo: urli, frigni ma Cristo stai colando come una cagna"
Era vero, per quanto male sentissi, avevo solo voglia di farmi sodomizzare.
Si è chinato su di me, sulla mia faccia schiacciata sul tavolo e mi ha leccato le lacrime, mi ha baciato la bocca, poi si è spostato nuovamente sul mio culo e con la lingua si è messo a lenire il buchetto martoriato e gonfio
Prima piano, poi con forza si faceva strada
Ci spuntava, leccava, baciava, ci spuntava di nuovo
Saliva mi colava dal culo e andava a congiungersi con i sughi della mia fica, che continuava a rilasciare umori , come un rubinetto rotto
La mia mente iniziava a perdersi!
Poi improvvisamente ha preso un altro elastico e, a buco bagnato, l'ha colpito di nuovo fortissimo
Ho urlato e sta volta ho iniziato a piangere come una bambina.
Le gambe hanno ceduto e sono finita in ginocchio, davanti al tavolo
"D'ora in poi ti comporterai bene, vero?"
Ho annuito
"DILLO!"
"Mi comporterò bene"
"Mi comporterò bene padrone, stupida cagna!! "
"Mi comporterò bene, padrone"
Mi ha fatto voltare, avevo la faccia all'altezza del suo cazzo, ben al sicuro dietro la cerniera , ma già pronto
Lo vedevo gonfio, tirare la stoffa dei pantaloni
Avevo l'acquolina come davanti ad un vassoio di pasticcini , ma sentivo il culo pulsare e nn riuscivo a smettere di piagnucolare
Mi ha schiacciato la faccia sulla stoffa e macchie di mascara si sono sparse ovunque
"Ecco, con gli occhi gonfi e mascara sulla faccia , sei bellissima, sei stata brava a sopportare. Torna a chinarti sul tavolo, meriti una ricompensa, ma basta con gli elastici "
Mi ha aiutato ad alzarmi e mi sono trovata nella posizione precedente
Si è assentato un attimo e quando è tornato aveva un collare di pelle marrone in mano.
D'istinto ho inarcato la schiena ed esposto il collo
Me l'ha allacciato da dietro, strofinandosi il cazzo sul mio culo dolorante
Avevo davvero male!!
Al collare ha poi attaccato una corta catena
"Ora stai ferma e allarga sto culo !"
Ho obbedito. Mi ha messo davanti alla faccia un gancio di metallo, poi mi ha fatto vedere tre sfere di diverse dimensioni e mi ha chiesto di scegliere "Sei ancora in punizione, ricordalo!"
Nonostante la dimensione, e un po' preoccupata, ho scelto la più grande
Diametro 7 o 8 cm! Ma la mia eccitazione continuava a crescere e mi passavano davanti immagini di scantinati bui, e catene legate al clitoride, di gogne e fruste che mi lasciavano segni. Cristodio, ero dolorante e volevo ancora più male, ancora più umiliazione
La sua faccia compiaciuta, la sua gratificazione era l'unica cosa a cui aspiravo. Ha avvitato la sfera lucida al gancio che aveva in mano e si è posizionato. Ha sputato sul mio buco gonfio e ha iniziato a spingere
"Allarga di più, fallo entrare!"
Cercavo di aiutarlo , ma era grande e avevo male!
Con le dita mi stuzzicava la fica e gemevo da vera troia arrapata.
Poi una spinta forte. Sfera e gancio mi si sono infilati dentro facendomi mancare il fiato.
Dio che goduria!
Ha attaccato il gancio alla catena costringendomi a tenere la schiena inarcata e ogni volta che perdevo posizione il gancio mi si conficcava sempre più in culo!
"Dio, scopami per favore, scopami padrone, farò la brava, promesso"
Lo stavo implorando con le cosce zuppe del mio succo!
Invece mi ha fatto mettere in ginocchio e col cazzo libero da costrizioni mi ha obbligato a succhiarglielo di nuovo
Il gancio tirava, la bocca era piena e poi spingeva giù, in gola!
Ero ad un passo dall'orgasmo, ma si fermava e poi riprendeva facendomi sbavare ovunque
Poi mi ha messa carponi e in quella scomoda posizione mi ha infilato il cazzo in fica, facendomi trasalire
Dio, mi pompava come un pazzo, mentre con le mani tirava il gancio
Scopata in entrambi i buchi ho goduto da vera puttana, urlando e gemendo!!
"Si puttana mia, godi! La prossima volta porto un amico ad ammirare la splendida schiava che sei! "
Pompava ancora mentre la mia fica fradicia si chiudeva ed apriva ad ogni colpo
Poi improvvisamente ha sfilato il gancio facendomi urlare di dolore (piacere) e ci ha infilato subito il cazzo
Siamo caduti in avanti e sono rimasta schiacciata sotto il suo peso, con il cazzo in culo, che premeva
Ha continuato a scoparmi in quella posizione e ho sentito la mia fica squirtare sul pavimento
Ero zuppa e mentre mi sussurrava parole oscene all'orecchio sono venuta di nuovo.
"Ti sborro in culo, mia piccola troia!"
Ha grugnito e urlato e mi è esploso dentro!!
Il culo largo e colante mi pulsava
Ero esausta, ma prendendomi per i capelli si è alzato e mi ha costretta a pulirgli il cazzo dal mio schifo e dal suo sperma!
Poi si è chinato e mi ha baciata.
"Devo finire un lavoro. Tirati su le mutande, e torna a casa
Quando arrivi scrivi per dirmi che sei arrivata, con questa pioggia non voglio stare in pensiero! E Ricordati di pulirti la faccia!"
Ho raccolto le mie cose e sono uscita
Ho chiuso la porta, mi sono appoggiata al muro e ho sorriso
Finalmente, appartenevo.
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Dare una forma stabile al dolore - con l'arte, ad esempio - è un modo per superarlo senza negarlo: per andare avanti con la propria vita senza per forza scollegarsi dal proprio vissuto.
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Sometimes we refuse to heal because pain is the only connection left with what we've lost.
Finding a permanent form for our suffering - e.g. with art - is the perfect way to overcome pain without denying it: to carry on with our life without disconnecting from what we lived through.
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CREARE LA PROPRIA VIBRAZIONE PERSONALE
L'importanza di creare una propria vibrazione, un proprio pensiero ed estrappolarsi dal pensiero collettivo in questi tempi e' molto elevato. Normalmente ogni individuo tende a connettersi al campo quantico del pensiero collettivo, percio' se il pensiero collettivo e' generato da avidita', egoismo ed illusioni della mente rivolti all'inganno, ogni individuo generera' una vibrazione che attrarrara' queste situazioni. Se l'individuo si collega al campo quantico del pensiero collettivo in cui, in quel momento, riportano messaggi Angelici canalizzati al fine di aumentare la vibrazione del pianeta terra, si generera' una vibrazione atta a questo proposito in cui ogni messaggio appare palesemente "copiato". L'individuo pero' dovrebbe imparare a generare il proprio pensiero, alzare le vibrazioni individualmente alla frequenza del pensiero attivato e generare un'onda magnetica tale da poter alimentare ed attrarre quel pensiero, quell'obbiettivo. Solitamente l'individuo preferisce collegarsi al pensiero collettivo perche' eroneamente si pensa d'avere piu' forza e generare cosi' una legge di attrazione maggiore, niente di piu' sbagliato! Ecco perche' la guerra non riesce a cessare, ecco perche' la fame nel mondo, la poverta', i debiti non riescono a cessare. Purtroppo se il pensiero collettivo e' rivolto alla scarsita', alla mancanza e al desiderio di dominare, tutto il genere umano continuera' a rivolgere l'attenzione a quest'obbiettivo. E' molto importante lavorare su se' stessi al fine di scollegarsi dal pensiero collettivo e generare cosi' un proprio pensiero, una propria realta', una propria vibrazione personale e divulgare queste caratteristiche affinche' si possa davvero attrarre cio' che e' veramente giusto per quell'individuo in quel momento! Lasciarsi distrarre dal pensiero collettivo generato verso la poverta' non portera' all'evoluzione individuale del genere umano. Coltivare maggior consapevolezza di questi atti, invece, condurra' ogni individuo ad elevare le proprie vibrazioni e portare in essere le proprie qualita', le proprie caratteristiche rivolte veramente al massimo bene di tutto il pianeta terra. Coltivare nuove realta', nuovi propositi, ci aiutera' ad entrare anche in maggior connessione con la parte piu' autentica di noi stessi esprimendo una nuova realta' legata maggiormente all' Anima e non all' Ego umano. Servendoci della nostra connessione con i piu' elevati piani Divini potremmo portare maggior conforto a tutto il pianeta terra, ad ogni cosa e ad ogni persona. Ecco perche' migliorare il proprio pensiero portera' maggiori benefici, senza lasciarci travolgere dal pensiero collettivo. Lavorando con il pendolo Ptah voglio proprio andare a lavorare su queste tematiche, ripulendo l'energia dell'individuo e sciogliendo tutti quei pensieri connessi al pensiero collettivo e che generano malessere, disarmonie, squilibri, dolori fisici ecc...... Ringrazio il creatore, ma anche il costruttore di questo pendolo, perche' mi ha donato un potente strumento per armonizzare su tutto il pianeta terra cio' che e' tempo di lasciar andare e che ormai appartiene a vecchi vibrazioni ormai anomale e obsolete. Un grazie sentito lo rivolgo anche a tutti gli Esseri che attraverso le mie meditazioni mi stanno aiutando a generare la mia vibrazione, il mio pensiero, le mie realta', perche' voglio con tutto il cuore portare armonia dove ci sono squilibri, voglio portare luce dove sono presenti angoli oscuri e determinare tutti quei desideri di cui la mia Anima e' insaziabile di conoscenza e anche di insegnamenti. Grazie a tutti i lettori che mi seguono ormai da tempo.
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Ore 19:00 17/08/2021
Come quando colori di getto, senza traccia, usando pennello, mani, gomito; respirando il colore, sentendolo vivo tra le dita, vibrante, quasi incredibile.
Così le ultime 48 ore.
Imprevedibili, difficilmente raccontabili, sapide perché fissate sulla pelle come salsedine dopo un giorno di mare.
Visi, chiacchiere, risate, i fuochi sul mare; il bagno in intimo e poi la pioggia e canti, nuovi numeri di telefono, il vento tra i capelli, il ghiaccio dello spritz tra le labbra, la fame alle tre del mattino.
I sorrisi.
Tornare 18enni per due notti.
Fregarsene del tempo.
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@app di Raiplay sono letteralmente l'unica persona che ti ha scaricata, puoi funzionare per favore?
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Gestione degli accessi d'ira e della rabbia 101:
scollegarsi da internet
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Se non avete visto il film di Cronenberg, Videodrome, vi suggerisco di vederlo.
Spiega esattamente come i media programmano le menti delle masse.
Chi è collegato al sistema, pensa quello che vuole il sistema.
Per essere liberi, bisogna scollegarsi.
Ma soprattutto bisogna volerlo.
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Sconnettersi, scollegarsi, segnalare, bloccare, bannare,
sono i nuovi verbi dell'addio.
cit.
BUONA SERATA OMBRE SUBLIMI
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24 settembre 2020.
Ormai è autunno, e domani inizierò scuola.
Ho così tante cose da fare quest'anno che non so se ne uscirò tutta intera.
Ho deciso di riprendere una buona abitudine che avevo sviluppato in quarantena: quella di scrivere ogni giorno qualcosa, come se fosse un diario.
Uno sfogo personale, una piccola parte di me scritta qui, per contenere il chiasso che ho dentro. Anche perché in queste giornate così frenetiche ho bisogno di trovare del tempo per me, e questo è un buon modo per farlo.
Vorrei prendermi più cura di me, e questo è uno dei miei buoni propositi per quest'anno.
È davvero importante staccare la spina e scollegarsi da tutto ciò che ci crea ansia, paura, preoccupazione, stress.
Bastano anche dieci minuti al giorno, ma trovate il tempo per prendervi cura di voi stessi.
Fare una passeggiata, scrivere, leggere, dedicare del tempo ai vostri hobby, sono le cose migliori che possiate fare per voi.
Amatevi, perché gli altri non sono bravi a farlo.
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forse ogni tanto, scherzavo, molto spesso, abbiamo bisogno di staccare la spina, scollegarsi dal mondo, quelli come me necessitano di distaccarsi dal resto del mondo e di chiudersi nel proprio. ma, a cosa serve? a rimettere al proprio posto le idee? si, anche, ma non solo, serve soprattutto ad essere se stessi, ma perché voi cosa ne sapete delle maschere? veramente un cazzo. ma le persone normali come fanno a scollegare la corrente? boh, non ne ho idea, so solo di non appartenere a quella categoria, so di essere un disastro, e la cosa, per quelli come me è una. c’è solo una porta, una via d’uscita che ci permette di uscire da questo mondo straziante: la musica, si, proprio la musica, ascoltare la musica, non le parole, la musica, sono due cose diverse, devi tener conto che quelle poesie musicali, con miliardi e miliardi di significati dietro, siano solamente parole buttate a caso lì, soltanto perchè suonavano bene, quindi si, veloce, prendi le cuffie, apri Spotify e metti una riproduzione casuale, di qualsiasi genere, album o quello che vuoi, e ora chiudi gli occhi e pensa la prima cosa che ti viene in mente? bene ecco le mie: se non ti senti apposto con te stessa cosa fai? se ti senti solo un difetto? se non vedi niente di bello in te? cosa fai? come fai? la cosa, per quelli come me, è ovvia, continuare a dire “sto bene” quando in realtà è “non sto bene per un cazzo” fin quando poi, non sei nel tuo piccolo ma immenso mondo, lì finalmente, puoi essere te stessa, spogliarti dei pregiudizi, delle paure, delle insicurezze e farci l’amore, solo così le sconfiggerai veramente.
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Dovrebbero inventare il modo di scollegarsi, per staccare per un po’. Magari un pulsante “DELETE” per dissolvere tutti i problemi in una nuvola di polvere.
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la stampante ha deciso di scollegarsi da telefono e pc e adesso non riesco a connetterla di nuovo e mi sono già rotta le palle di discuterci
sono stanca okay almeno la tecnologia potrebbe collaborare katzen
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Mi hai fatto apprezzare l’arte della musica.
Mi hai fatta danzare e con te ho sentito l’anima scollegarsi dal corpo ad ogni passo.
Abbiamo danzato sulle note, mi sono persa nel tuo sguardo e le tue iridi mi hanno implorata di regalarti baci.
Mentre i nostri corpi danzavano, le nostre anime erano nel fulcro della passione.
E non c’è bisogno di nasconderlo che facevamo l’amore davanti a tutti, così, soltanto sfiorando la musica.
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🚨 Continua a leggere per capire ciò che cambierà te come ha cambiato me ... 👇🏻 🌈 Riesci a concentrarti su ciò che conta? ✅ Per altri post come questo SEGUI @annatar437 🌈 Siamo distratti ogni giorno da una serie di media che cercano incessantemente di catturare la nostra attenzione con l'unico scopo di venderci qualche inutile prodotto, qualche servizio o farci simpatizzare per qualche noto personaggio. Ci hanno poi raccontato che sapere fare tante cose insieme è una qualità, e che "essere multitasking " è un vero requisito, nell'era dell'informazione. Il problema è che ci hanno mentito! Fare tante cose insieme non è una nuova abilità è solo una conseguenza del nuovo vero requisito di questa era: "l'incapacità di concentrarsi!" Marco Aurelio suggeriva di rimanere concentrati sull'obbiettivo finale facendo le cose una dopo l'altra, ma rimanendo sempre concentrati su un unico piano; riuscirci oggi è davvero dura! A volte viene voglia di scollegarsi e comprarsi un corso di meditazione, il cui unico scopo, sia chiaro, è ricordare cosa sia la capacità di concentrarsi a chi l'ha dimenticata. 🌈 La Gente ha una insaziabile curiosità di sapere tutto, a parte ciò che vale la pena di sapere" Oscar Wilde ✅ Per altri post come questo SEGUI @annatar437 🌈 Il tempo continua a scorrere? Sfortunatamente sì. ⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰ #frasiamicizia #volereèpotere #emozioniforti #pazienza #sapevatelo #nonmollaremai #determinazione #mentemilionaria #stiledivita #frasedelgiorno #frasitumblr #passione #azione #emozione #curioso #curiosità #curiosa #valelapena #valere #tuvali #conoscere #conoscenza #impara (presso Bologna, Italy) https://www.instagram.com/p/B3CGuCHCusG/?igshid=16one9cmojty9
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Baciarlo è la sola cosa che ancora sembra avere un senso logico. Comprende le sue paure ed i suoi tentennamenti, poiché sono gli stessi provati da lui, ma sa di desiderarlo sul serio e sa che, nonostante tutto, non potrà mai fare a meno di provare quel desiderio.
La lingua si fonde con quella del cacciatore, la rincorre, la massaggia senza sosta, senza tregua, senza lasciargli alcun respiro.
Lo bacia con trasporto così evidente, da percepire quasi le sinapsi scollegarsi fra loro ed esplodere.
“Non ho intenzione di tirarmi indietro...” l mormora, qualche istante prima di schiudere le labbra e gemere più forte, contro la sua bocca.
Infrangere ogni respiro ed ogni ansimo contro quelle labbra carnose è l’apoteosi della perfezione per Jonathan che, nonostante i vari pensieri sull’essere un pervertito, riesce a comprendere quanto la sua natura sia da sempre ambigua.
L’eterosessualità non è mai stata parte integrante di lui, neanche da umano, ed i ricordi scorrono sino agli anni della Guerra, ove nessuna delle infermiere provaci, aveva mai attirato la sua attenzione.
Nessuna prostituta di strada. Nessuna casa chiusa.
Solo celibato e finti sorrisi.
Affonda i denti sul labbro inferiore del cacciatore e mugola di dolore e piacere, nell’’avvertire le dita farsi strada all’interno del suo retto ed allargare i tessuti.
Sa di diversi rilassare. Di dover rilassare i muscoli per non provare dolore, ma di riflesso non riesce a non stimolare maggiormente il membro di McCullum, ed è felice di constatare, quanto esso sia divenuto umido a causa delle secrezioni.
L’altra mano scorre dietro la sua nuca, affonda tra la capigliatura madida dal sudore ed attira il viso del cacciatore contro di se, per consentire un bacio più profondo ed una maggiore aderenza.
Di istinto divarica ancor di più le gambe e solleva il bacino, incontrando quelle dita così intrusive.
“Devo dirlo, Dottor Sanguisuga: casa tua è davvero accogliente.”
@drjonathanreidekon
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