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@unmeinoakaito
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Sette di Spade
"Io sono qui per te"
Questa fase di profondo rilascio che stiamo vivendo ci racconta di quanto sia stato duro "interpretare ruoli e funzioni" che limitavano la nostra autentica spinta vitale.
I Patti Antichi, le Eredità Traumatiche, le Alleanze Familiari, ci legavano ad automatismi severi ed inflessibili. Non era possibile scollegarsi al sistema di interdipendenze.
Tutto chiedeva salvezza. Tutto voleva essere guarito e integrato.
Da bambini non avremmo potuto sottrarci in alcun modo al "massacro". Nemmeno se avessimo "visto prima". Nemmeno se ci fossimo impegnati con sangue e sudore a risolvere.
Eravamo "piccoli". Con addosso pesi troppo grandi.
Ma oggi non lo siamo più. Non siamo più "indifesi".
Possiamo aiutarci a guarire.
Con dedizione, pazienza e azione partecipata.
Il Tempo è una variabile fondamentale nelle guarigioni umane. Variabile alla quale non ci si può sottrarre.
Il Corpo necessita di uno spazio di ricomposizione della Ferita. Va assecondato, incoraggiato ad adempiere il suo Destino, riconosciuto nella sua infinita saggezza risolutiva.
Il Corpo sa. Parla, si esprime, sente.
Rimane "bambino" per sempre.
Non viene intaccato dalle nostre nefandezze.
I suoi ancestrali automatismi di guarigione sono impressi da sempre nella nostra struttura base. Si ereditano. Tanto quanto i traumi.
Se posso ammalarmi, allora posso anche guarire.
Se posso far entrare così in profondità le emozioni, posso altrettanto lasciarle andare con la stessa intensità sensoriale e psichica.
Le dipendenze, le malattie del corpo e della mente, i comportamenti disfunzionali, sono "risposte adattive".
Sono soluzioni che non abbiamo "inventato noi". Preesistevano alla nostra incarnazione.
Sono "difese di sopravvivenza apprese". Sono state vitali per difenderci quando tutto era "troppo" e "troppo sbagliato".
Ma allo stesso modo in cui noi "non siamo il nostro trauma", così noi "non siamo la nostra compensazione", noi non siamo il nostro comportamento adattivo, noi non siamo la nostra disabilità.
Il Corpo non compensa. Non è il suo compito. Il Corpo vorrebbe risolvere.
Se non trova strada aperta per la guarigione, sviluppa sistemi adattivi. Il suo compito è mantenerci in Vita.
Se fossimo consapevoli e partecipassimo alla meravigliosa esperienza della guarigione emotiva e fisica, se ci concedessimo di esplorare e ripristinare lo "schema originale" di funzionamento, ne saremmo spaventati.
Troppa bellezza. Troppo potere. Troppa responsabilità. Troppa Luce.
Non potremmo più accettare situazioni di compromesso, mancanze di rispetto, relazioni squilibrate, ruoli di salvatori o di vittime, invisibilità, impotenza, umiliazione, povertà.
Non potremmo più attribuire colpe all'esterno. Al carnefice di turno. All'aguzzino che abbiamo assoldato noi per confermare il nostro tanto affezionato ruolo di "martirio".
Dovremmo "risplendere".
E smetterla di rubare energia all'Altro, di incolparlo della nostra "non scelta".
Siamo noi che abbiamo aderito al ruolo. Siamo noi che ancora oggi lo "foraggiamo" di Energia. E noi dobbiamo portarlo a chiusura.
Non è l'Altro che "deve cambiare". Siamo noi che non ci sentiamo più confortevoli nelle dinamiche di disfunzione dell'Antica eredità traumatica e vogliamo rinascere a noi stessi.
Perciò noi dobbiamo muoverci nella Direzione che sentiamo accendersi dentro.
Non chiediamo all'Altro di facilitarci la strada, di benedirci, di assecondare la nostra trasformazione o la nostra "partenza".
Chiediamo a noi stessi di essere i più fervidi sostenitori del nostro straordinario processo di trasmutazione.
L'Altro non vuole, non può, non riesce a cambiare?
Va ascoltato, compreso. Ma non "preso in carico".
Se dobbiamo spostarci, spostiamoci da dove non c'è più nulla da dire o da fare. Non restiamo complici di un sistema che non cambia, che non si riconosce alcuna responsabilità, che non vuole o non può crescere.
C'è tanta gente che sta tanto tanto male intorno a noi.
Spesso non se ne accorge nemmeno. Non si problematizza.
A volte non può.
A volte invece non vuole. Troppa fatica affrontare. Troppo dolore dentro. Troppa paura di frantumarsi.
Spesso è la stessa struttura psichica ed emotiva ad impedire a priori di vedere o di sentire la disfunzione e il blocco emotivo.
Il male dei nostri Tempi sono i "disturbi di personalità" e le "patologie psichiatriche".
Essi rappresentano, a livello endemico e diffuso, la cristallizzazione pressoché definitiva di schemi di auto-distruttività, di violenza, di abuso etero o auto-inflitto.
Nell'individuo malato è il "corpus emotivo e psichico" che non ce la fa più a reggere l'eredità traumatica ed il carico ad essa conseguente.
Non si può fare nulla.
E' tardi.
Esistono professionisti per questo.
Impariamo a riconoscere, sentire ed ammettere ciò che "non può essere cambiato" e distinguerlo da ciò che invece ha una reale possibilità e volontà di trasformazione.
E' sano prenderne coscienza. E' giusto. Anche se fa male.
Non possiamo soccombere alla resa dell'Altro. Non possiamo sostituirci al suo dolore, alla sua scelta di "non vivere", all'impotenza, alla rabbia.
Possiamo solo operare scelte di salute per noi stessi.
Lavorare sul nostro prezioso sistema emozionale. Prendercene carico. E allontanarci da ciò che lo ferisce e lo annienta.
Questo è ciò che ci dobbiamo.
Dobbiamo ripetere al nostro Corpo sensibile e sensitivo innumerevoli volte al giorno: "Io sono qui per te".
Noi ci siamo per noi stessi.
Ora sì. Siamo presenti.
Non stiamo andando via. Non scappiamo più. Non ci nascondiamo dietro ai ruoli antichi. Non ci abbandoniamo.
Siamo qui. Fermi. Composti e risoluti. Amorevoli.
Pronti ad abbracciarci. Pronti a incoraggiare i nostri passi.
Pronti a trasmutare nel nuovo "schema".
Oggi ripetiamo più volte a noi stessi con amore e risolutezza: "Io sono qui per te. E non andrò più via".
Mirtilla Esmeralda
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Dare una forma stabile al dolore - con l'arte, ad esempio - è un modo per superarlo senza negarlo: per andare avanti con la propria vita senza per forza scollegarsi dal proprio vissuto.
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Sometimes we refuse to heal because pain is the only connection left with what we've lost.
Finding a permanent form for our suffering - e.g. with art - is the perfect way to overcome pain without denying it: to carry on with our life without disconnecting from what we lived through.
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CREARE LA PROPRIA VIBRAZIONE PERSONALE
L'importanza di creare una propria vibrazione, un proprio pensiero ed estrappolarsi dal pensiero collettivo in questi tempi e' molto elevato. Normalmente ogni individuo tende a connettersi al campo quantico del pensiero collettivo, percio' se il pensiero collettivo e' generato da avidita', egoismo ed illusioni della mente rivolti all'inganno, ogni individuo generera' una vibrazione che attrarrara' queste situazioni. Se l'individuo si collega al campo quantico del pensiero collettivo in cui, in quel momento, riportano messaggi Angelici canalizzati al fine di aumentare la vibrazione del pianeta terra, si generera' una vibrazione atta a questo proposito in cui ogni messaggio appare palesemente "copiato". L'individuo pero' dovrebbe imparare a generare il proprio pensiero, alzare le vibrazioni individualmente alla frequenza del pensiero attivato e generare un'onda magnetica tale da poter alimentare ed attrarre quel pensiero, quell'obbiettivo. Solitamente l'individuo preferisce collegarsi al pensiero collettivo perche' eroneamente si pensa d'avere piu' forza e generare cosi' una legge di attrazione maggiore, niente di piu' sbagliato! Ecco perche' la guerra non riesce a cessare, ecco perche' la fame nel mondo, la poverta', i debiti non riescono a cessare. Purtroppo se il pensiero collettivo e' rivolto alla scarsita', alla mancanza e al desiderio di dominare, tutto il genere umano continuera' a rivolgere l'attenzione a quest'obbiettivo. E' molto importante lavorare su se' stessi al fine di scollegarsi dal pensiero collettivo e generare cosi' un proprio pensiero, una propria realta', una propria vibrazione personale e divulgare queste caratteristiche affinche' si possa davvero attrarre cio' che e' veramente giusto per quell'individuo in quel momento! Lasciarsi distrarre dal pensiero collettivo generato verso la poverta' non portera' all'evoluzione individuale del genere umano. Coltivare maggior consapevolezza di questi atti, invece, condurra' ogni individuo ad elevare le proprie vibrazioni e portare in essere le proprie qualita', le proprie caratteristiche rivolte veramente al massimo bene di tutto il pianeta terra. Coltivare nuove realta', nuovi propositi, ci aiutera' ad entrare anche in maggior connessione con la parte piu' autentica di noi stessi esprimendo una nuova realta' legata maggiormente all' Anima e non all' Ego umano. Servendoci della nostra connessione con i piu' elevati piani Divini potremmo portare maggior conforto a tutto il pianeta terra, ad ogni cosa e ad ogni persona. Ecco perche' migliorare il proprio pensiero portera' maggiori benefici, senza lasciarci travolgere dal pensiero collettivo. Lavorando con il pendolo Ptah voglio proprio andare a lavorare su queste tematiche, ripulendo l'energia dell'individuo e sciogliendo tutti quei pensieri connessi al pensiero collettivo e che generano malessere, disarmonie, squilibri, dolori fisici ecc...... Ringrazio il creatore, ma anche il costruttore di questo pendolo, perche' mi ha donato un potente strumento per armonizzare su tutto il pianeta terra cio' che e' tempo di lasciar andare e che ormai appartiene a vecchi vibrazioni ormai anomale e obsolete. Un grazie sentito lo rivolgo anche a tutti gli Esseri che attraverso le mie meditazioni mi stanno aiutando a generare la mia vibrazione, il mio pensiero, le mie realta', perche' voglio con tutto il cuore portare armonia dove ci sono squilibri, voglio portare luce dove sono presenti angoli oscuri e determinare tutti quei desideri di cui la mia Anima e' insaziabile di conoscenza e anche di insegnamenti. Grazie a tutti i lettori che mi seguono ormai da tempo.
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Ore 19:00 17/08/2021
Come quando colori di getto, senza traccia, usando pennello, mani, gomito; respirando il colore, sentendolo vivo tra le dita, vibrante, quasi incredibile.
Così le ultime 48 ore.
Imprevedibili, difficilmente raccontabili, sapide perché fissate sulla pelle come salsedine dopo un giorno di mare.
Visi, chiacchiere, risate, i fuochi sul mare; il bagno in intimo e poi la pioggia e canti, nuovi numeri di telefono, il vento tra i capelli, il ghiaccio dello spritz tra le labbra, la fame alle tre del mattino.
I sorrisi.
Tornare 18enni per due notti.
Fregarsene del tempo.
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@app di Raiplay sono letteralmente l'unica persona che ti ha scaricata, puoi funzionare per favore?
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Gestione degli accessi d'ira e della rabbia 101:
scollegarsi da internet
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•••
Se non avete visto il film di Cronenberg, Videodrome, vi suggerisco di vederlo.
Spiega esattamente come i media programmano le menti delle masse.
Chi è collegato al sistema, pensa quello che vuole il sistema.
Per essere liberi, bisogna scollegarsi.
Ma soprattutto bisogna volerlo.
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Sconnettersi, scollegarsi, segnalare, bloccare, bannare,
sono i nuovi verbi dell'addio.
cit.
BUONA SERATA OMBRE SUBLIMI
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24 settembre 2020.
Ormai è autunno, e domani inizierò scuola.
Ho così tante cose da fare quest'anno che non so se ne uscirò tutta intera.
Ho deciso di riprendere una buona abitudine che avevo sviluppato in quarantena: quella di scrivere ogni giorno qualcosa, come se fosse un diario.
Uno sfogo personale, una piccola parte di me scritta qui, per contenere il chiasso che ho dentro. Anche perché in queste giornate così frenetiche ho bisogno di trovare del tempo per me, e questo è un buon modo per farlo.
Vorrei prendermi più cura di me, e questo è uno dei miei buoni propositi per quest'anno.
È davvero importante staccare la spina e scollegarsi da tutto ciò che ci crea ansia, paura, preoccupazione, stress.
Bastano anche dieci minuti al giorno, ma trovate il tempo per prendervi cura di voi stessi.
Fare una passeggiata, scrivere, leggere, dedicare del tempo ai vostri hobby, sono le cose migliori che possiate fare per voi.
Amatevi, perché gli altri non sono bravi a farlo.
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forse ogni tanto, scherzavo, molto spesso, abbiamo bisogno di staccare la spina, scollegarsi dal mondo, quelli come me necessitano di distaccarsi dal resto del mondo e di chiudersi nel proprio. ma, a cosa serve? a rimettere al proprio posto le idee? si, anche, ma non solo, serve soprattutto ad essere se stessi, ma perché voi cosa ne sapete delle maschere? veramente un cazzo. ma le persone normali come fanno a scollegare la corrente? boh, non ne ho idea, so solo di non appartenere a quella categoria, so di essere un disastro, e la cosa, per quelli come me è una. c’è solo una porta, una via d’uscita che ci permette di uscire da questo mondo straziante: la musica, si, proprio la musica, ascoltare la musica, non le parole, la musica, sono due cose diverse, devi tener conto che quelle poesie musicali, con miliardi e miliardi di significati dietro, siano solamente parole buttate a caso lì, soltanto perchè suonavano bene, quindi si, veloce, prendi le cuffie, apri Spotify e metti una riproduzione casuale, di qualsiasi genere, album o quello che vuoi, e ora chiudi gli occhi e pensa la prima cosa che ti viene in mente? bene ecco le mie: se non ti senti apposto con te stessa cosa fai? se ti senti solo un difetto? se non vedi niente di bello in te? cosa fai? come fai? la cosa, per quelli come me, è ovvia, continuare a dire “sto bene” quando in realtà è “non sto bene per un cazzo” fin quando poi, non sei nel tuo piccolo ma immenso mondo, lì finalmente, puoi essere te stessa, spogliarti dei pregiudizi, delle paure, delle insicurezze e farci l’amore, solo così le sconfiggerai veramente.
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Cavaliere di Denari
"L'abbraccio che consola".
C'è un carico Energetico davvero straordinario nell'Etere.
Lo sentiamo vibrare fin dentro alle viscere ed espandersi nella Materia in un movimento di propagazione senza precedenti.
L'Emotivo si sente schiacciato da questa potente spinta alla "risoluzione".
"Ma così deve essere".
C'è un tempo per "vivere la chiusura" ed un tempo per "rilasciarla".
Essa non può "restare con noi".
Anche se volessimo trattenere ancora i ruoli del Passato, salvare qualche angolo di comoda disfunzione, il dolore e l'immediata risonanza ci impedirebbero di ripristinare le zone di antica e cristallizzata quiescenza del trauma.
Dobbiamo dunque fidarci ciecamente del nostro Corpo. Della sua innata capacità di guarigione.
Esso sta lavorando senza sosta per eliminare gli scarti di un crollo interiore imponente.
In Passato non era contemplato dalla nostra Struttura interiore il movimento di "fiducia nel Corpo".
Lo vivevamo come un "traditore", anziché come una fedele sentinella.
Lui parlava.
Parlava parecchio.
Urlava, in certi frangenti.
Al contrario di noi, lui cercava di esprimere le parti represse, di dare voce alla sofferenza, alla violenza, all'ingiustizia, al disequilibrio.
Il Corpo "sapeva". Sapeva tutto. Sapeva ogni cosa.
Era una dettagliata cartina geografica di ogni nostro "pensiero disallineato".
Ogni trauma, ogni alterazione di equilibrio, ogni umiliazione erano posizionati in un luogo fisico o mentale. Trovavano corrispondenza in qualche sintomo, espresso o sopito, manifesto o latente.
Potrebbe riempirci di stupore la perfezione con cui ogni "dolore non elaborato" lasciava un "file aperto" all'interno del sistema psichico e fisico.
Ma noi ancora oggi crediamo che il Corpo sia un ingombro, che l'incarnazione sia una condanna al dolore, che tutto questo "peregrinare sulla Terra" sia una enorme "inganno".
Ed invece, in questa Sacra perfezione del Corpo, si ravvisa una divina espressione di Bellezza e Sacralità.
Siamo stupendi. Siamo perfetti. Siamo unici.
Non sappiamo usare i nostri Strumenti. E' questo che ci "frega".
Non abbiamo idea di come funzioni il nostro Corpo. Siamo scollegati per buona parte della nostra giornata da lui.
Siamo dissociati dalla Realtà.
E, seppur la nostra parte Spirituale continua imperterrita a raccomandarci di integrare la parte Materica, per molti "ascendere" è l'unico obiettivo possibile per scansare il dolore.
De-personalizzarsi è una fuga.
E' una difesa.
Se il Corpo urla e rimane inascoltato, abbandonato, rifiutato, è sintomo di una arcaica e profonda trascuratezza psichica e sensoriale, di un reiterato abbandono emotivo subito nell'infanzia.
Arrivare a "respingere" il Corpo, nasconde profonde ferite d'infanzia.
Lui duole.
Certo.
E' il suo compito. Vorrebbe un altro equilibrio. Ci indica le zone di maggior "intensità di danno". E noi non lo ascoltiamo.
Come il bambino che piange e il genitore lo sgrida o lo ignora, anziché accogliere la sua "espressione di risoluzione emotiva" con parole di comprensione, di incoraggiamento, di convalida.
Scollegarsi dalla parte psichica e fisica, coprire le scomode voci interiori, ci rende tristi, soli, afflitti e arrabbiati.
Distrarsi con le compensazioni materiche, con i farmaci, con le occasionali ed inebrianti "ubriacature di piacere" e di "consumo relazionale", umilia il nostro Corpo.
E' come ricattare il bambino quando non riesce a calmarsi dal disagio e dall'ansia dell'abbandono: "Ti do il cioccolato se non piangi più". E lui mangia. Ma resta triste e "irrisolto" comunque.
Torneremo ad occuparci della nostra meravigliosa espressione e strumentazione dello Spirito. Sono tante le novità e le attivazioni in corso.
Ma non oggi. Oggi si resta con il nostro Sentire umano. Ad abbracciare quel Corpo. A rassicurare quella Mente così veloce e allarmata, così intasata da pensieri, paure e aspettative.
Gli si dedica un po' di coccole, di silenzio e di attenzione.
Lo facciamo mai? Ringraziamo mai il nostro Dolore?
Ci ha guidati fin qui. Ad un passo dalla nostra Realizzazione.
Ci ha tracciato la "sacra Via".
Ci ha accompagnato passo a passo come un paziente e sintonizzato "navigatore satellitare".
Vogliamo definitivamente offrirgli un'identità e un valore? Vogliamo riconoscerne la presenza? Vogliamo provare a sentire che c'è?
Non è un ingombro.
E' parte di noi.
E' espressione, è emozione, è voce, è danza, è canto, è bellezza, è Amore.
Non funziona come vorreste? E' malato?
Si sente solo.
L'avete abbandonato quando piangeva. Non l'avete ascoltato e compreso.
Lo avete ricattato, ignorato, imbavagliato. Vi infastidiva il suo pressante pianto, vi addoloravano le sue lacrime.
Siete rimasti dove "non dovevate restare", anche da adulti.
A farvi del male.
Perché in fondo sapevate per cosa stavate soffrendo. Ma non avete mai "preso in carico" la situazione, né avete tentato di rielaborare e modificare l'origine di quella immensa tristezza.
"Oggi" è il risultato di "ieri".
Ma "oggi" è anche un'opportunità. Un'opportunità di "domani".
Prendete tra le braccia quel "bambino" e consolatelo.
Tranquillizzatelo.
Sussurrategli che non è sbagliato piangere. Che se è triste può restare in quel sentimento di impotenza. Che si possono provare certe emozioni "scomode".
Sarebbe già un passo. Un passo importante.
E poi osservate cosa cambia intorno a voi. E dentro di voi.
Magia...
Mirtilla Esmeralda
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Dovrebbero inventare il modo di scollegarsi, per staccare per un po’. Magari un pulsante “DELETE” per dissolvere tutti i problemi in una nuvola di polvere.
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la stampante ha deciso di scollegarsi da telefono e pc e adesso non riesco a connetterla di nuovo e mi sono già rotta le palle di discuterci
sono stanca okay almeno la tecnologia potrebbe collaborare katzen
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Mi hai fatto apprezzare l’arte della musica.
Mi hai fatta danzare e con te ho sentito l’anima scollegarsi dal corpo ad ogni passo.
Abbiamo danzato sulle note, mi sono persa nel tuo sguardo e le tue iridi mi hanno implorata di regalarti baci.
Mentre i nostri corpi danzavano, le nostre anime erano nel fulcro della passione.
E non c’è bisogno di nasconderlo che facevamo l’amore davanti a tutti, così, soltanto sfiorando la musica.
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🚨 Continua a leggere per capire ciò che cambierà te come ha cambiato me ... 👇🏻 🌈 Riesci a concentrarti su ciò che conta? ✅ Per altri post come questo SEGUI @annatar437 🌈 Siamo distratti ogni giorno da una serie di media che cercano incessantemente di catturare la nostra attenzione con l'unico scopo di venderci qualche inutile prodotto, qualche servizio o farci simpatizzare per qualche noto personaggio. Ci hanno poi raccontato che sapere fare tante cose insieme è una qualità, e che "essere multitasking " è un vero requisito, nell'era dell'informazione. Il problema è che ci hanno mentito! Fare tante cose insieme non è una nuova abilità è solo una conseguenza del nuovo vero requisito di questa era: "l'incapacità di concentrarsi!" Marco Aurelio suggeriva di rimanere concentrati sull'obbiettivo finale facendo le cose una dopo l'altra, ma rimanendo sempre concentrati su un unico piano; riuscirci oggi è davvero dura! A volte viene voglia di scollegarsi e comprarsi un corso di meditazione, il cui unico scopo, sia chiaro, è ricordare cosa sia la capacità di concentrarsi a chi l'ha dimenticata. 🌈 La Gente ha una insaziabile curiosità di sapere tutto, a parte ciò che vale la pena di sapere" Oscar Wilde ✅ Per altri post come questo SEGUI @annatar437 🌈 Il tempo continua a scorrere? Sfortunatamente sì. ⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰⏰ #frasiamicizia #volereèpotere #emozioniforti #pazienza #sapevatelo #nonmollaremai #determinazione #mentemilionaria #stiledivita #frasedelgiorno #frasitumblr #passione #azione #emozione #curioso #curiosità #curiosa #valelapena #valere #tuvali #conoscere #conoscenza #impara (presso Bologna, Italy) https://www.instagram.com/p/B3CGuCHCusG/?igshid=16one9cmojty9
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