#Niccolò Tucci
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Biagio d’Antonio Tucci (Florence, 1446 - 1516), Madonna and Child Enthroned with Two Pilgrims, 1480-1485, oil on panel, 71 × 41,5 cm. Oratorio della Compagnia di San Niccolò di Bari (‘Oratorio del Ceppo’), Florence
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primo maggio
George Inness, Crepuscolo invernale, 1857
La disperazione di Penelope
Non è che non lo riconobbe alla luce del focolare; non erano gli stracci da mendicante, il travestimento – no; segni evidenti: la cicatrice sul ginocchio, il vigore, l’astuzia nello sguardo. Spaventata, la schiena appoggiata alla parete, cercava una scusa, un rinvio, ancora un po’ di tempo, per non rispondere, per…
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★ #NUOVIARRIVI Giugno da Orecchio Acerbo Editore @orecchioacerbo. Due novità appena pubblicate si aggiungono ai recenti arrivi firmati #OrecchioAcerbo che vi abbiamo mostrato qualche post addietro. Due nuove "Pulci nell'orecchio" per la collana creata dalla casa editrice, che la descrive come "storie che saltano di testa in testa lasciando il prurito contagioso della lettura. Piccoli capolavori ritrovati, grandi autori classici che ci consegnano schegge d’infanzie indimenticabili. Bambini che si misurano con un mondo severo, estraneo e, spesso, assurdo e incomprensibile: quello degli adulti. 🔶Subito disponibili: ●● "Il sogno rubato" di Niccolò Tucci, illustrato da Fabian Negrin @fabiannegrin . "Ci sono “oggetti” che parrebbe difficile poter rubare. In questo racconto esilarante due bambini, fratello e sorella, discutono proprio del furto di un sogno." . . ●● "Così semplice" di Zenna Henderson, illustrato da Fabian Negrin @fabiannegrin . " Questo bellissimo racconto ci presenta un mondo in fase di inspiegabile disfacimento. Il testo del 1971 impressiona per la sua visionaria attualità, come è proprio della migliore fantascienza. Sono i bambini a fare, qui come nella realtà, le domande più essenziali, quelle alle quali gli adulti non sanno dare risposte. " . . 🤳 Guardali nella nostra vetrina online cliccando sul simbolo della bustina o vieni a scoprirli in libreria, li trovi sul tavolo delle novità assieme alle altre recenti pubblicazioni di #OrecchioAcerboEditore. #spinebookstore #orecchioacerbo #nuoviarrivi #Spine #Bari #Puglia #Italia #libri #fumetti #autoproduzioni #smallpress #albiillustrati #microproduzioni #editoria #edizioni #italiane #estere #stampe #bookshop #booklovers #illustratedbooks #indipendente #independentbookshop #illustration #Europe #presentazioni #autori (presso SPINE Bookstore) https://www.instagram.com/p/CB7kaj1AbeR/?igshid=z236p54cywl
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Fiorentini, talento multiforme del XVII secolo Francesco Maria Fiorentini, nato a Lucca nel 1603 (ove peraltro si spense nel 1673) da Mario e Flaminia Tucci, venne presto affidato alle cure intellettuali dello zio Niccolò Tucci latinista e poeta.
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MACERATA – Investimento, carattere, micropolitana sono le tre chiavi che hanno ispirato il dossier della candidatura di Macerata a capitale italiana della Cultura 2020 presentato al Teatro Lauro Rossi e intorno al quale tutti gli attori, istituzionali e non, che hanno contribuito alla sua stesura si sono stretti condividendone obiettivi e strategie per arrivare all’obiettivo finale. A svelarle il sindaco Romano Carancini che ha aperto la presentazione del documento, trasmesso il 15 settembre scorso al Mibact, spiegando il significato politico dei tre termini.
“Investimento perché candidare Macerata a Capitale italiana della Cultura 2020 – ha detto il sindaco- diventa immediatamente palpabile per gli investimenti, per il turismo, per la capacità di avere infrastrutture e portare benefici alla città”. Per quanto riguarda il carattere “abbiamo immaginato che questa città, fedele alla propria identità modesta, scettica, non avesse mai potuto valorizzare se stessa e raccontarsi. Avere la possibilità di proporsi senza presunzione, ma con la consapevolezza che può restituire moltissimo mettendosi a disposizione non solo della città, ma anche del territorio e dell’Italia”.
Per ciò che concerne micropolitana “non vuol dire supremazia sugli altri – ha affermato Carancini – ma la volontà di difendere un luogo baricentrico che lavora con l’intero territorio in un fase fragile della propria vita e la capacità di elaborare e individuare un luogo inedito per farlo rinascere”.
Ancora chiavi, ma sono quelle del nome del progetto: ESTro.versa2020. “Capacità di coltivare il proprio estro – ha spiegato il sindaco – Da centro baricentrico dedito ai servizi per sconfinare nella volontà di entrare nell’obiettivo di città fabbrica della cultura e non ripiegarsi su se stessa. Si passa da una Macerata introversa a una Macerata estroversa che non si accontenta e l’estro si concretizza attraverso la produzione culturale diffusa in cui tutti sono protagonisti. Est dove Padre Matteo Ricci e Giuseppe Tucci rappresentano la traiettoria internazionale del nostro progetto attraverso valori globali quali accoglienza e amicizia. E infine Roversa, arcaico di riverso, capovolta, termine che non può che essere riferito agli eventi che sono accaduti, il terremoto. Un termine che è una sfida del territorio verso la ricostruzione. La candidatura di Macerata è un’opportunità che fa immaginare la creazione di un patrimonio e per arrivare è necessario fare squadra e remare tutti dalla stessa parte”.
A illustrare il progetto sono stati Massimiliano Colombi e Marco Maracatili della Nomisma. Progetto che vale 6 milioni di euro con tanti fattori di valutazione. Macerata attualmente conta 40 mila turisti stranieri, 200 mila italiani e 100 milioni di effetto economico incrementale e la previsione in caso Macerata diventi capitale italiana della cultura parla di un incremento del 33% per gli stranieri, 27% italiani e 28 milioni di euro in più frutto delle attività culturali.
Il nocciolo del progetto culturale è stato illustrato dal vice sindaco e assessore alla Cultura, Stefania Monteverde. Lo strumento scelto è stato quello delle mappe, in totale 4, con 100 progetti, 180 operatori culturali e 60 città coinvolte, per costruire un nuovo mappamondo 2020. Ecco allora la mappa dei Viaggi che porta alla scoperta di musiche, arti, pensieri, storie e culture diverse, quella degli Incontri con le relazioni, i luoghi, le situazioni in cui le persone si mettono insieme per nuove imprese creative e per i giovani all’insegna dell’inclusione, la mappa dei Paesaggi che parla di rigenerazione dei territori con una attenzione speciale allo sviluppo della smart land e della microsnsible city per la ricostruzione dell’equilibrio armonico tra spazi urbani, paesaggi naturali e comunità e infine la mappa dell’Ospitalità con al centro l’idea di Macerata città accogliente e solidale.
Un progetto, come ha detto l’assessore regionale alla Cultura Moreno Pieroni con cui “ancora una volta Macerata ha dimostrato grande solidità culturale. Vogliano essere le Marche tutte al fianco di Macerata a dimostrazione che una regione anche in questo momento deve essere unita. E per dimostrarlo stiamo predisponendo proprio in questa città una mostra con risonanza nazionale legata a Lotto”.
“Un progetto interessante” lo ha definito anche lo scenografo maceratese più volte premio Oscar Dante Ferretti che ha partecipato alla presentazione al Teatro Lauro Rossi: “Mi piacerebbe far parte del gruppo di lavoro – ha detto – affinché Macerata sia eletta Capitale italiana della Cultura 2020” e nel dossier uno spazio per il celebre concittadino c’è, come ha riferito il sindaco Carancini onorato della presenza del maestro in sala, e si tratta del Dante Ferretti Space che verrà realizzato indipendentemente dalla candidatura.
In chiusura gli interventi dei Rettori delle Università di Macerata e Camerino Francesco Adornato e Flavio Corradini, del presidente dell’Anci Maurizio Mangialardi, il vice presidente di Musicultura Ezio Nannipieri , Mauro Evangelista direttore Ars in Fabula, Paola Taddei direttrice dell’Accademia delle belle Arti, del sindaco di Pievetorina Alessandro Gentilucci, del sindaco di Treia Franco Capponi, di Silvano Gattari consigliere della Camera di commercio, di Gianni Niccolò direttore di Confindustria e di Rosaria Del Balzo Ruiti presidente della Fondazione Carima. Un coro unanime di apprezzamento, sostegno e condivisione.
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Niccolò Tucci, futurist
I am here tonight to (not so very dogmatically) assert that this particular webcam trained on the Rue de Rivoli in Paris is predicted by the little-boy narrator in "Terror and Grief," Niccolò Tucci's short story in the 11/15/1958 New Yorker. The relevant sentences:
Just as we always looked for our parents in the post cards they sent us, so we looked for them in the picture books on the living-room table. "Today they are in Paris. Let's try to find them." The big green book with "Vues de Paris" in gold on the cover was placed on the carpet and opened. … (A) new image was before us—the Rue de Rivoli taken with a camera in full daylight, the shadows quite visible and clouds in the sky.
"Here they are, entering this car."
"No, they are here. See? There's Father."
"Oh, no, you are mistaken. I think they are back here, clear outside of the page. They will reach it tomorrow."
"No, they are right here in this car, and we can't see them."
This was only a game and we knew it, and yet the longing for our parents was such that to look at those crowds in the streets of Paris was like being close to them. If anyone had told me that a new person had come into a certain page, I would have believed it—or at least I would have looked, with an absurd hope in the back of my mind. And I did, in fact, look every morning, knowing that this was madness. Had those been drawings and not photography, I would never have thought of doing such a thing, but photography was real; that was exactly what those people had looked like in the Rue de Rivoli. Only one more thing was needed—that the picture go right on developing itself after it had been taken and after it had been printed in this book. And some day, by means of other inventions, such as the waves in the ether, perhaps this would be possible.
"Terror and Grief" is included in Tucci's The Rain Came Last & Other Stories, which I bought thanks to Thomas Beller, who read and discussed Tucci's "The Evolution of Knowledge" for the January 2012 edition of the New Yorker Fiction Podcast. I've lost count of how many times I've listened to that one.
One last thing: Follow Thomas Beller on Twitter because of stuff like this, which started its life as a batch of 55 tweets before Salon published the whole thing.
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