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#Morti 15 febbraio
viendiletto · 7 months
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Ho vissuto 17 anni a Pola ed è stata una vita da favola: è quella la mia terra e mi manca tanto. Siamo andati via nel 1946 perché c’erano già state le prime foibe, in Istria si sapeva, a Pola meno. Venivano di notte, chiamavano la persona e dicevano “Vieni, ti devo parlare”, e quella spariva. Poi ci accorgemmo che, dopo tempo, a Pola, sui tabelloni di un cinema erano esposti cadaveri; così la gente andava alle foibe per cercare lembi di indumenti dei familiari scomparsi. Fummo sfollati a Orsera (in croato Vrsar) nel 1944-’45, quando avevo 14 anni, perché gli alleati bombardavano e c’erano i tedeschi. Ricordo un presidio di giovani soldati, 18 o 19 anni, che furono convinti dalla popolazione pro-Tito a lasciare il presidio e andare in bosco coi titini. Questi presero le armi dei nostri soldati e si vestirono con le loro divise: i giovani che andarono in bosco non tornarono più. Le mamme andavano a chiedere a don Francesco Dapiran, poi parroco di Fertilia, dove fossero i loro figli, e lui andò a cercarli paese per paese, chiedendo alla popolazione dove fossero stati portati: erano tutti morti gettati nelle foibe. Tornammo a Pola e riprendemmo la vita di tutti i giorni. Vivevamo in mezzo a gente slava, ma non lo sapevamo, eravamo tutti una comunità. Furono alimentati rancori e odi, ma in realtà non c’era questo fra noi, eravamo gente buona. Mio padre, originario di Buggerru, e mia madre ripresero a lavorare, io proseguii gli studi. Poi anche da noi iniziarono le uccisioni e facemmo domanda per espatriare. La nostra partenza fu fissata il 10 febbraio 1947, ma l’uccisione del generale De Winton la rinviò. Essendo una ragazza di 17 anni, vivevo quell’esperienza non come un disagio, ma come un’avventura. Partimmo col successivo imbarco, il pomeriggio di sabato 15 febbraio. La domenica, a bordo, il parroco celebrò la messa, quindi, nel pomeriggio, arrivammo ad Ancona. Mi aspettavo una festa d’accoglienza, con le bandiere, invece ci vennero incontro delle barche con a bordo uomini che, col pugno chiuso, ci insultavano gridando: “Tornate a casa vostra, fascisti!”. Se non ci fossero stati i carabinieri quelli ci avrebbero buttati in mare: li ringrazierò per sempre per quello che hanno fatto per noi. In treno raggiungemmo Civitavecchia da dove c’imbarcammo per la Sardegna. Il giorno dopo sbarcammo ad Olbia, quindi ci trasferimmo a Sassari e da lì prendemmo il treno per Cagliari. Il paesaggio che si presentò ai miei occhi era desolante, mi sembrava di attraversare la steppa; ricordo delle cavallette enormi ma anche un bel sole, che ci accolse con tutto il suo calore. Il primo impatto con Cagliari fu positivo: il municipio e il bel giardino antistante mi diedero subito l’impressione di una bella città, nonostante i danni subiti dalla guerra appena terminata. Ci condussero nel campo profughi, situato tra le vie Logudoro e San Lucifero, e lì l’accoglienza fu buona. La città mi piaceva e mi piace, ma mi sono inserita con difficoltà, la mia mentalità era diversa da quella che ho trovato e non riuscivo a capire le persone che si esprimevano solo in sardo. Sono arrivata a 80 anni e ringrazio Dio e ringrazio la Sardegna perché mi trovo bene, la vita è tranquilla, una pensione l’ho avuta, ho pochi amici ma buoni e tengo collegata tutta la ‘mia’ gente, sparsa in tutto il mondo.
Nerina Milia, esule da Pola
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m2024a · 2 months
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Russia, il giallo del cacciabombardiere Su-34 (da 36 milioni di dollari) che si schianta durante un volo di prova Un cacciabombardiere russo Su-34 si è schiantato nella Russia sudoccidentale. Così quanto riferito dal governo di Mosca. Il velivo si sarebbe schiantato nella regione di Volgograd durante un volo di addestramento programmato. L'equipaggio si è eiettato dall'aereo, che si è schiantato in una zona disabitata secondo le agenzie di stampa statali RIA Novosti e Tass. Putin: «Pronto a riavviare la produzione di armi nucleari a raggio intermedio se gli Usa schierano missili in Germania» Le cause La causa preliminare dell'incidente è stata descritta dalle agenzie come un malfunzionamento tecnico. Immagini ampiamente diffuse online sabato mostrano apparentemente il luogo dell'incidente. Il filmato mostra quella che sembra essere una vasta area bruciata e del fumo. I precedenti La Russia ha utilizzato ampiamente il suo caccia-bombardiere Su-34 nelle operazioni contro le forze ucraine da quando Mosca ha lanciato la sua invasione su vasta scala del paese nel febbraio 2022. I problemi Gli aerei di Mosca lontani dalle linee del fronte hanno subito numerose perdite non causate da combattimenti, molte delle quali sono state attribuite dalle autorità e dai media russi a guasti tecnici. A metà giugno, un aereo russo Su-34 si è schiantato contro una montagna in una "zona deserta" durante un volo di addestramento nell'Ossezia settentrionale-Alania, una piccola repubblica al confine con la Georgia, come riportato all'epoca dai media sostenuti dal Cremlino. Secondo quanto riportato da RIA Novosti, i due membri dell'equipaggio a bordo sono morti in seguito a un "guasto tecnico". Nell'ottobre 2022, le autorità russe hanno dichiarato che 15 persone sono morte quando un Su-34 si è schiantato contro un edificio residenziale a Yeysk, una città nella regione meridionale russa di Krasnodar, dall'altra parte del Mar d'Azov rispetto all'Ucraina meridionale controllata dalla Russia. All'epoca, i media statali russi, citando le agenzie per la sicurezza nazionale, dissero che due gabbiani erano stati risucchiati nei motori dell'aereo durante il decollo, provocando un incendio in uno di essi. Gli incidenti Diversi altri aerei russi sono stati coinvolti in incidenti da febbraio 2022. Ad agosto 2023, un caccia Su-30 si è schiantato nell'enclave di Kaliningrad in un'area disabitata durante un volo di addestramento, uccidendo entrambi i membri dell'equipaggio, ha detto un portavoce militare russo a Tass. Le autorità di Mosca hanno attribuito l'incidente a un malfunzionamento tecnico. Nell'ottobre 2022, un Su-30 si è schiantato contro una casa nella città siberiana di Irkutsk, uccidendo nuovamente entrambi i membri dell'equipaggio.
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Netanyahu: "Azione potente a Rafah dopo lo sgombero dei civili" | Israele approva l'uso del sistema di satelliti di Musk a Gaza
15 febbraio 2024 00:03 TEMPO REALE L’ambasciatore israeliano contro Parolin: “Dichiarazione deplorevole”. Replica dalla Santa Sede: “Il diritto alla difesa non giustifica questa carneficina”. Biden rinvia l’espulsione di palestinesi presenti negli Usa 15 feb 07:31 Washington Post: Usa e Paesi arabi al lavoro su piano di pace 15 feb 06:00 Libano, bilancio raid Israele sale a 13 morti 15…
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gianninoruzza · 8 months
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Biden pensa al riconoscimento di uno Stato palestinese…l’opinione di Rita Faletti Rita Faletti – Febbraio 1, 2024 – 15:02 commenti: 0 Visuliazzazioni: 402 © Riproduzione riservata L’amministrazione Biden ha messo sul tavolo la crisi israeliana: 4 mesi di guerra, diverse migliaia di morti tra i civili palestinesi, 224 soldati israeliani uccisi, oltre 100 ostaggi nelle mani dei terroristi. In…
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claudiodangelo59 · 8 months
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15 gennaio 1943: Rossoch (Russia)
L'epopea del "Monte Cervino"
Nessuno potrà mai raccontare tutta la storia del "Battaglione Cervino", due volte formato e due volte distrutto nell'ultima guerra.
L'80% di questi Alpini è sottoterra in Albania e in Russia: e ognuno custodisce un segreto che non ha fatto in tempo a raccontare e che non ha testimoni perché gran parte degli Alpini morirono da soli.
Il suo nome è diventato una leggenda di cui parlano i vecchi marescialli nelle caserme: erano tutti campioni di sci e di roccia, dal primo all'ultimo, compresi il medico e il cappellano; erano volontari e tutti scapoli, condizione prima per essere accettati; e ciascun Alpino, raccontano i vecchi marescialli con gran stupore, aveva due paia di scarpe in Vibram per sé.
Il Battaglione Alpini Sciatori “Monte Cervino” articolato in due compagnie sciatori e una armi di accompagnamento era schierato a difesa della città di Rossosch , sede del comando Corpo d’Armata Alpino.
Il 15 gennaio una ventina di carri armati sovietici riuscirono a penetrare nella città ma furono quasi tutti distrutti dagli Alpini , i sovietici subirono la perdita di dodici carri.
Il 16 gennaio e i giorni seguenti nella difesa del comando Corpo d’Armata Alpino, il “Monte Cervino”, completamente circondato ed esaurito il munizionamento, contrattaccò con bottiglie Molotov e all’arma bianca.
Gruppi sparsi di Alpini continuarono a combattere cadendo o venendo fatti prigionieri quasi tutti.
Il battaglione fu definitivamente annientato
Di quelli presi prigionieri solamente quindici ritornarono dai campi di prigionia.
22 gennaio 1943. 75 uomini, quelli che restano del "Cervino", ingaggiano l'ultimo combattimento, sparando con tutto quello che gli rimane.
Per l'ennesima volta la tenaglia nemica si chiude su di loro e per l'ennesima volta qualcuno grida il motto del battaglione: "Pistaa!".
Il cerchio è ancora rotto; i resti del "Cervino", col triangoletto di stoffa verde che è l'insegna del battaglione, escono armati dalla sacca e si mettono in salvo a Karkhov.
Il Monte Cervino in Russia aveva perso 105 uomini e sgombrato 230 feriti prima della ritirata. 120 furono quelli fatti prigionieri e di loro solo 15 sono ritornati.
Sui 17 treni che tornarono dalla Russia il Monte Cervino occupava un carro. Il 90% degli ufficiali sono morti sul campo; il cappellano Don Casagrande è morto di fame, Reginato ha cominciato la sua peregrinazione tra i campi di prigionia.
Ricordiamo l'80° reggimento fanteria che servi in Russia lungamente, dal luglio 41 al gennaio 43, meritando due MOVM. Oppure il 120° reggimento artiglieria dal luglio 1942 al febbraio 43, completamente distrutto per coprire la ritirata di altri reparti. Ed anche Savoia Cavalleria o il 3° reggimento bersaglieri, in Russia dal 41, che venne sacrificato per coprire la ritirata anche del Corpo d'Armata Alpino. Tutti Soldati con la S maiuscola. Artiglieri, Automobilisti, Genieri, Carabinieri, Commissari, Soldati di tutte le armi e specialità, tutti da ricordare per il loro sacrificio.
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giancarlonicoli · 1 year
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25 ago 2023 19:15
“IL QUIRINALE FECE PRESSIONI PER CAMBIARE LA RELAZIONE FINALE SULL'URANIO IMPOVERITO” – L’EX MARESCIALLO DOMENICO LEGGIERO, CONSULENTE IN TRE COMMISSIONI D'INCHIESTA SUI DANNI DELLE MUNIZIONI CON URANIO IMPOVERITO, CONFERMA LE ACCUSE DI “NEGLIGENZA” AVANZATE DAL GENERALE VANNACCI CONTRO I VERTICI MILITARI. E SOSTIENE CHE GIUSEPPE CAVO DRAGONE, OGGI CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA E ALLORA COMANDANTE DEL COI, CONVOCATO IN COMMISSIONE, “SU PRESSIONE DEL QUIRINALE NEGÒ QUANTO VENIVA SEGNALATO DAGLI UOMINI SUL TEATRO OPERATIVO” – COME DAGO-DIXIT, È STATO PROPRIO CAVO DRAGONE A CHIEDERE DI FAR DIMETTERE VANNACCI -
Estratto dell’articolo di François de Tonquédec per “La Verità”
Il Parlamento italiano si è occupato delle patologie contratte dai nostri militari a causa della presenza di Uranio impoverito nelle munizioni con ben 4 commissioni d’inchiesta. L’ultima, istituita nel 2015 durante il governo Renzi e presieduta dal deputato Pd Gian Piero Scanu, nella relazione conclusiva ha lanciato un vero e proprio atto d’accusa nei confronti dei vertici militari.
Nel documento approvato a febbraio 2018 si può infatti leggere:
«Nel settore primario della sicurezza e della salute sul lavoro, la commissione d’inchiesta, grazie alle penetranti metodologie investigative adottate, ha scoperto - dietro le rassicuranti dichiarazioni rese dai vertici dell’amministrazione della Difesa e malgrado gli assordanti silenzi generalmente mantenuti dalle autorità di governo pur esplicitamente sollecitate -le sconvolgenti criticità che in Italia e nelle missioni all’estero hanno contribuito a seminare morti e malattie tra i lavoratori militari del nostro Paese».
Tra i consulenti della commissione Scanu c’era anche l’ex maresciallo Domenico Leggiero, un passato da elicotterista della nostra aviazione e tra i 30 ispettori italiani delegati e verificare l’attuazione del trattato sugli armamenti. Contattato dalla Verità Leggiero, che è stato consulente anche delle prime due commissioni, ha raccontato i retroscena delle attività svolte a Palazzo San Macuto, che si collegano con l’esposto presentato nel 2019 da Roberto Vannacci, il cui mandato in Iraq, iniziato a settembre 2017, viaggia in parallelo con gli ultimi mesi di lavoro della commissione.
Leggiero […]: «Noi avevamo individuato le cause (delle malattie tra i militari, ndr), ma non perché eravamo bravi, ma perché ce le avevano spiegate gli americani. Tutte le affermazioni che facevamo erano supportate da documentazione che gli americani mi avevano consegnato, perché all’epoca il ministro della Difesa sosteneva che non era mai stato utilizzato uranio impoverito, che l’Italia non ne era a conoscenza e che comunque non faceva male».
Leggiero racconta di essere stato avvicinato da personale americano che gli avrebbe detto, consegnandogli i documenti: «Queste sono le comunicazioni che abbiamo fatto al tuo Stato maggiore, questi sono i rischi, queste sono le protezioni necessarie, addirittura con un video, fatto nel 1994».
Documenti che, ci racconta, lo salvarono dall’arresto, per un’accusa di procurato allarme. Non sappiamo se i vertici militari avessero eventualmente condiviso le informazioni che secondo l’ex maresciallo erano in loro possesso con il ministro della Difesa dell’epoca. Che, ci dice Leggiero, era «l’attuale presidente della Repubblica», Sergio Mattarella.
Sta di fatto che il suo racconto, se confermato, sposterebbe indietro di una ventina d’anni il tema della negligenza rispetto a quanto messo nero su bianco da Vannacci nel suo esposto alla Procura di Roma e alla Procura militare. Aprendo il tema della rilevanza penale evidenziato anche dalla relazione della commissione: «È allarmante, peraltro, che, tra l’indifferenza delle autorità competenti, in materia di patologie occorse a militari o a cittadini residenti nei pressi di siti militari […] i procedimenti per reati quali l’omicidio colposo o le lesioni personali colpose nemmeno vengano avviati, ovvero si sviluppino con una tale lentezza o senza gli indispensabili approfondimenti, con la conseguenza che si concludono con il proscioglimento nel merito o per prescrizione del reato».
[…] Eppure, secondo Leggiero, la commissione guidata da Scanu «sostanzialmente svela tutto», ma sarebbe stata ostacolata con «pressioni per cambiare la relazione finale e variare una proposta di legge», predisposta da commissari a dai loro consulenti, tra cui anche l’ex pm Raffaele Guariniello.
Spiega ancora l’ex elicotterista dell’Esercito: «Decidemmo di fare chiarezza, convocando in commissione l’allora comandante del Coi (Comando operativo di vertice interforze, ndr) Giuseppe Cavo Dragone, che per il suo ruolo avrebbe dovuto sapere tutto. Mentre gli facevamo domande, ci siamo accorti che quello che ci diceva non trovava alcun riscontro ed era anzi l’esatto contrario di quello che succedeva sul teatro operativo».
A quel punto, secondo il nostro interlocutore «il generale Cavo Dragone si trova di fronte a un bivio. Su pressione del Quirinale e dell’allora (in realtà tra il 2006 e il 2015, ndr) addetto militare alla presidenza della Repubblica Rolando Mosca Moschini, viene chiesto, ed ottenuto da Cavo Dragone il persistere della negazione di quanto veniva segnalato dagli uomini sul teatro operativo».
Ma non è tutto, al termine dei lavori della commissione a Scanu sarebbero anche arrivate «pressioni dal Quirinale per cambiare la relazione finale e ritirare il provvedimento legislativo». L’ex militare evidenzia poi il fatto che Cavo Dragone è l’attuale Capo di Stato maggiore della Difesa: «Se quanto scritto nell’esposto è falso, Vannacci deve finire agli arresti stasera. Se invece ha un fondo di verità, in questo momento abbiamo un Capo di Stato maggiore della Difesa che non è stato trasparente con il Parlamento».
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e-o-t-w · 1 year
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Eyes on the world #147
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Voliamo a grandi falcate verso la fine di maggio.
Settimana piuttosto ricca di novità e sviluppi, dalla guerra in Ucraina (ormai un must da più di un anno) alle ultime dall’Emilia, fino a un focus sul G7 in Giappone e sulla nuova candidatura a presidente degli Stati Uniti.
Non dilunghiamoci e cominciamo subito 👇
🇺🇦 LE NOVITÀ DA BAKHMUT, L’ATTACCO A BELGOROD, LE ULTIME DAL GRUPPO WAGNER: LA SETTIMANA IN BREVE
(1) Partiamo dalle ultime sul conflitto tra #Ucraina e #Russia. Ci sono voluti oltre tre anni per rivedere un aereo russo in un aeroporto della Georgia, accolto da qualche centinaio di manifestanti che protestavano per via della potenziale riapertura dei rapporti tra i due paesi. Fu proprio il presidente russo Putin a vietare la tratta dopo le proteste che coinvolsero proprio Tbilisi contro la Russia. Nel febbraio 2022, la Georgia aveva fatto richiesta – insieme a Ucraina e Moldavia – di poter entrare nell’Unione Europea, ma venne momentaneamente scartata per la mancanza dei requisiti necessari. Questo riavvicinamento sta creando parecchie preoccupazioni alla popolazione, per la maggior parte ancora convinta di voler far parte dell’UE. Dal #G7 di Hiroshima è arrivato intanto l’ok da parte del presidente americano Joe Biden all’invio di aerei caccia all’Ucraina; si tratta di una decisione molto importante, dal momento che in questo modo Kiev avrebbe la possibilità di contrattaccare la Russia in modo più concreto. Nel frattempo il conflitto non si è fermato e pare che a #Bakhmut la situazione possa essere in via di definizione: da mesi i due eserciti provano a prevalere sull’altro, alla ricerca di una vittoria più simbolica che dalle effettive conseguenze, e – in base agli ultimi sviluppi – sembra sia stata la Russia a prevalere. A comunicarlo è stato il ministero della Difesa russo, con le autorità ucraine che hanno smentito nonostante sul campo non ci sia molto altro in cui sperare. Il tutto tenendo conto del fatto che la città in sé ormai è pressoché distrutta. Nel frattempo lunedì due milizie ostili al governo Putin hanno sferrato un attacco nella regione russa di Belgorod, al confine con l’Ucraina, con l’obiettivo di “liberare” il popolo russo. Sembra che siano ex soldati russi a far parte di tali milizie, che avrebbero base in Ucraina ma slegate (in teoria) dall’esercito locale. Le stesse autorità ucraine hanno confermato l’attacco e anche la loro estraneità all’esecuzione dello stesso, che comunque non sembra possa impensierire in alcun modo il Cremlino. A questo proposito, martedì il ministero della Difesa russo ha comunicato la sconfitta delle due milizie per mano dell’esercito locale. In settimana è tornato a parlare anche il capo del gruppo #Wagner Yevgeny Prigozhin, secondo cui nella battaglia in corso a Bakhmut sarebbero morti 20.000 tra i suoi uomini e che quelli rimasti hanno iniziato la ritirata dopo aver riconquistato la città, che rimarrà in mano all’esercito russo entro il 1° giugno. Le stime fatte dal leader vanno comunque prese con le pinze, dal momento che non è nuovo a enfatizzare determinate situazioni al fine di ottenere aiuti e sovvenzioni dal governo russo. Emerge infine qualche dettaglio in più sull’attacco diretto al Cremlino di qualche settimana fa: in base a quanto scoperto dall’Intelligence americana, c’è la possibilità che l’operazione sia stata gestita in gran segreto da alcune unità speciali dell’esercito.
🇮🇹 PROSEGUONO LE OPERAZIONI DI SOCCORSO IN EMILIA-ROMAGNA. DAL GOVERNO ARRIVANO RISPOSTE?
(2) L’#Emilia-Romagna continua a combattere con il maltempo e gli effetti del cambiamento climatico, culminati la settimana scorsa con un’alluvione che ha interessato numerose province all’interno della regione. Le operazioni di soccorso stanno andando avanti, nonostante diversi problemi alla rete elettrica e telefonica possano impedire a chi è disperso di poter comunicare efficacemente. Il bilancio attuale è di 15 morti, mentre il numero degli sfollati ha superato le 36 mila unità. Durante lo scorso weekend è stata confermata l’allerta rossa, intanto che nuove strutture venivano adibite a rifugi (specialmente a Ravenna e provincia, che conta il maggior numero di sfollati). A rendere la situazione ancora più caotica, le oltre 305 frane segnalate in tutta la regione, che hanno reso impraticabili più di 500 strade. Domenica ha raggiunto l’Emilia anche la presidente del Consiglio Giorgia #Meloni, di ritorno dal G7 di Hiroshima. Martedì invece è stato fatto il punto della situazione dal Consiglio dei ministri, che ha approvato un decreto-legge con all’interno uno stanziamento totale di quasi 2 miliardi di euro per assistere le aree alluvionate. Questi i provvedimenti principali: innanzitutto chi vi abita vedrà sospesi il pagamento di tasse e contributi dal 1° maggio al 31 agosto, nonché delle utenze energetiche; saranno introdotte la cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori dipendenti fino a 90 gg, un’indennità una tantum per i lavoratori autonomi e la sospensione di versamenti alle Camere di commercio, adempimenti contabili e societari e il pagamento di rate di mutui e finanziamenti per aziende e società; 20 mln di € verranno destinati agli studenti delle scuole al fine di garantire la continuità didattica, soprattutto in vista degli esami di maturità nelle scuole colpite dalle alluvioni, mentre 3,5 milioni saranno destinati alle università. Previsti ulteriori fondi anche per imprese esportatrici danneggiate, per erogare finanziamenti a tassi agevolati e indennizzi a favore di imprese agricole. Infine è stato esteso lo stato d’emergenza anche ad alcuni comuni di Marche e Toscana al confine con l’Emilia-Romagna.
🌐 G7 A HIROSHIMA: ZELENSKY INCONTRA PAESI MEMBRI E NON, RUSSIA SANZIONATA, LA RISPOSTA DELLA CINA
(3) Come anticipato in precedenza, Hiroshima (#Giappone) è stata la sede del #G7 svoltosi nell’arco dello scorso weekend. Come prevedibile, l’argomento principale dell’incontro è stata la guerra in Ucraina in tutte le sue sfaccettature (dall’invio di armi alle nuove sanzioni da imporre alla Russia). Non solo. Per la prima volta dall’inizio della guerra, era prevista anche la partecipazione di persona del presidente ucraino #Zelensky, in dubbio fino all’ultimo per questioni logistiche e di sicurezza. Il capo di stato ucraino si trovava già in Asia (a Gedda, in Arabia Saudita) nell’ambito di un incontro della Lega Araba, che riunisce paesi del Nordafrica e della penisola araba. Come accade di consueto, il paese ospitante del G7 ha avuto la possibilità di invitare delegati di paesi che solitamente non fanno parte del gruppo principale, come ad esempio l’#India (nota per la sua posizione “neutrale” nei confronti del conflitto russo-ucraino, ma anche per aver decuplicato le importazioni di petrolio russo). Proprio per questo motivo, la presenza di Zelensky all’evento è stata cruciale, al fine di convincere sempre più paesi a sposare la causa dell’Ucraina. Altri risultati ottenuti dal leader hanno riguardato l’ok definitivo alla fornitura di aerei caccia di fabbricazione statunitense e l’inizio di programmi di addestramento per utilizzarli al meglio. Ma non è tutto. Sono state inasprite le sanzioni a carico della Russia, rendendo più complicate le tattiche per aggirare quelle già in atto e la possibilità di esportare materie che sul lungo termine potrebbero portare un vantaggio alla Russia stessa (si parla principalmente di settori tecnologici). Nel corso dei tre giorni di riunioni sono state affrontate anche le questioni che vedono protagonista la Cina (Taiwan e Xinjiang su tutte), culminate con un comunicato molto duro firmato da tutti i leader del G7. La risposta di #Pechino non si è fatta attendere ed è giunta attraverso un portavoce del proprio ministero degli Esteri, che ha accusato i suddetti paesi di continuare a interferire negli affari interni cinesi, convocando – nello stesso tempo – l’ambasciatore giapponese (in quanto paese ospitante del G7) nella capitale cinese.
🇺🇸 RON DESANTIS LANCIA LA SFIDA A DONALD TRUMP PER RAPPRESENTARE IL PARTITO REPUBBLICANO NEL 2024
(4) Adesso è ufficiale: l’attuale governatore della Florida Ron #DeSantis sfiderà l’ex presidente degli Stati Uniti Donald #Trump nelle prossime primarie del Partito Repubblicano, nel tentativo di accedere alla corsa alla Casa Bianca prevista per il 2024. Il vincitore, molto probabilmente, sfiderà il presidente in carica Joe Biden (Partito Democratico), ricandidatosi qualche settimana fa e pressoché certo di poter concorrere nuovamente alla carica. DeSantis ha annunciato la propria candidatura in modo piuttosto rocambolesco, ovvero attraverso una diretta su #Twitter (insieme al proprietario della piattaforma Elon Musk) costellata da problemi tecnici. Dopo 20 minuti di silenzio (forse provocati dal traffico fuori controllo sui server), DeSantis ha iniziato a parlare a un pubblico decisamente minore rispetto alle attese, dal momento che diverse centinaia di migliaia di utenti avevano già lasciato la diretta. I temi principali della sua candidatura sono la lotta all’immigrazione illegale, la volontà di introdurre a livello federale diverse norme sull’uguaglianza di genere già operative in Florida e l’abolizione di diverse restrizioni rimaste attive dalla pandemia da coronavirus. Come detto, il suo principale ostacolo sarà Donald Trump, attualmente in vantaggio in termini di preferenza dagli ultimi sondaggi e già critico dell’avversario a causa del lancio disastroso della sua campagna. Tuttavia, DeSantis appare un candidato piuttosto pericoloso per la leadership di Trump, avendo idee molto simili ma rappresentando una vera alternativa (potenzialmente vincente) all’ex presidente, che contro Joe Biden ha già perso nel 2020.
Preparatevi per delle brevi piuttosto ricche 👇
💊 Il cda dell’#AIFA (l’Agenzia Italiana del Farmaco) ha dato, momentaneamente, parere negativo alla decisione di rendere gratuita per tutte le donne la pillola anticoncezionale presa dal Comitato prezzi e rimborso dell’AIFA stessa. L’Agenzia ha chiesto chiarimenti in merito ad alcuni dettagli operativi, come le fasce di età alle quali offrire il rimborso totale della pillola, le modalità di distribuzione del farmaco e i costi a carico del Sistema Sanitario Nazionale. È possibile che la scelta di rimandare la decisione sulla gratuità della pillola sia stata influenzata dalla linea politica che l’attuale governo sta spingendo, a favore della “famiglia tradizionale” e di nuove soluzioni per ovviare al calo delle nascite. Proprio il governo Meloni metterà in atto questa estate una profonda riforma dell’AIFA, che vedrà l’accorpamento di diverse funzioni nelle mani del presidente (nominato, per l’appunto, dal governo di turno) e della nascita di un’unica commissione che unisca quella tecnico-scientifica e il Comitato prezzi e rimborso.
🎵 All’età di 83 anni è morta Tina #Turner, tra le cantanti pop/soul più conosciute e talentuose nella storia della musica. Ha raggiunto il picco del successo tra gli anni ’60 e gli anni ’80. Le cause della morte non sono state rivelate ed è stato Bernard Doherty, suo portavoce, ad annunciare la notizia.
⚽ Mercoledì è andata in scena la finale di #CoppaItalia tra Inter e Fiorentina, nella cornice d’eccezione dello stadio Olimpico di Roma. Nonostante una buona prova dei Viola, i nerazzurri hanno prevalso per 2-1 grazie a una doppietta di Lautaro Martinez, che ha ribaltato il vantaggio iniziale di Nico Gonzalez. Entrambe le squadre hanno davanti a loro una finale europea: l’Inter contro il Manchester City in Champions League, la Fiorentina contro il West Ham in Conference League.
✝ Torniamo in USA, e più precisamente nell’Illinois. La procura generale dello stato ha pubblicato quanto è emerso da un’indagine sugli abusi sessuali su minori compiuti dal clero cattolico locale dal 1950 al 2019. Sarebbero stati compiuti da oltre 400 sacerdoti su un totale di circa 2.000 bambini/e. Il rapporto evidenzia anche la totale omertà da parte delle diocesi, che avrebbero trascurato ogni genere di accusa o denuncia, evitando di prendere qualsiasi tipo di provvedimento. Un caso simile – seppur di magnitudo minore – ha scosso anche l’Italia, dove è stato arrestato (e si trova attualmente agli arresti domiciliari) l’ex responsabile nazionale di Azione Cattolica Ragazzi Mirko Campoli, accusato di aver commesso violenze reiterate su almeno 4 minori tra il 2016 e il 2021.
🇱🇸 In #Lesotho, nell’Africa meridionale, l’uccisione del popolare giornalista investigativo Ralikonelo Joki (l’ennesimo contro la categoria) ha costretto il governo locale a imporre un coprifuoco dalle 22 alle 4 del mattino a tempo indeterminato. L’obiettivo è contrastare i sempre più frequenti crimini violenti, che rendono il Lesotho il terzo paese al mondo per tasso annuale di omicidi, nonché uno dei più lenti dal punto di vista giuridico e processuale.
💰 1,2 miliardi di euro è l’ammontare della multa inflitta a #Meta dalla Data Protection Commission (DPC), l’ente irlandese che si occupa di privacy e agisce per conto dell’Unione Europea. La somma è stata commutata per la violazione del regolamento dell’UE in materia di protezione dei dati (il noto GDPR): questi, riguardanti utenti europei, sarebbero stati infatti trasferiti negli Stati Uniti. Non è la prima volta che Meta viene multata per questo motivo e, proprio come nelle altre circostanze, ha già presentato ricorso. Restando sempre in orbita Meta, la società è stata costretta dall’Antitrust britannico a vendere la piattaforma #Giphy (dalla quale provengono gran parte delle gif che condividiamo) a Shutterstock. L’acquisto – risalente al 2020 – avrebbe limitato la libera concorrenza tra social network, dal momento che tutte le principali piattaforme fanno uso di materiale proveniente proprio da Giphy (acquistata per 371 mln di $ e rivenduta per soli 49).
🇧🇷 L’aumento dei casi di influenza aviaria degli ultimi giorni ha costretto il #Brasile a dichiarare un’emergenza sanitaria precauzionale di sei mesi. In questo modo il governo avrà la possibilità di intervenire, attuando misure per limitare la diffusione del virus specialmente nei pressi degli allevamenti di pollame. Il Brasile è infatti il primo esportatore mondiale di carne di pollo e la potenziale esposizione al virus costringerebbe all’abbattimento di parecchi esemplari, con conseguenze per le importazioni di altri stati.
📱 #WhatsApp ha annunciato l’arrivo (senza una data precisa) di una funzionalità attesa da anni: la possibilità di modificare i messaggi in uscita. Sarà concesso farlo nei 15 minuti successivi all’invio, in maniera analoga rispetto a quanto già avviene in altre applicazioni di messaggistica istantanea come Signal o Telegram. Al destinatario verrà segnalata la modifica del messaggio, ma non potrà visionare il testo originale.
❌ La settimana scorsa avevamo parlato della nuova legge promossa nello stato americano del Montana che vieterà sul proprio suolo l’utilizzo dell’app #TikTok, nel timore di rimanere vittima di raccolte dati indesiderate da parte dell’azienda cinese proprietaria dell’applicazione, ByteDance. Il social ha deciso di rispondere facendo causa allo stato stesso e supportando la presunta incostituzionalità della norma, che andrebbe a ledere la libertà di espressione presente negli Stati Uniti. La vicenda è ben lontana da una soluzione.
🇸🇩 In #Sudan la guerra tra il gruppo paramilitare RSF e l’esercito regolare per il controllo del paese non accenna a fermarsi. L’ennesima tregua di 7 giorni stabilita all’inizio di questa settimana è stata violata dopo poche ore. Il tutto mentre la crisi umanitaria nel paese peggiora a vista d’occhio. Il bilancio delle vittime ha superato le 800 unità e i feriti sono oltre 5.000.
🇮🇪 Nell’ultima settimana l’#Irlanda è finita al centro di parecchie discussioni per una legge molto dibattuta a tema bevande alcoliche. Il ministro della Salute irlandese Donnelly ha firmato un provvedimento che obbligherà i produttori di alcolici – entro i prossimi 3 anni – di specificare nelle etichette avvisi sulla salute, le calorie e il rischio di sviluppare malattie o tumori in base all’uso (o abuso) di tali bevande. Esattamente come avviene per le sigarette. Da più parti arrivano critiche, specialmente da chi potrebbe essere penalizzato poiché esporta in grandi quantità questi prodotti (come Italia o Spagna). Va detto che da tempo l’UE aveva sul piatto un provvedimento simile, ma senza ancora avere chiaro come declinarlo ai paesi membri. L’Irlanda, dal canto suo, spera che l’esempio possa essere seguito anche da altri paesi europei.
🏙 Secondo un gruppo di ricercatori americani legai alla US Geological Survey (agenzia scientifica del governo statunitense), #NewYork starebbe sprofondando di 1-2 millimetri ogni anno per via dell’imponenza dei propri grattacieli. Ciò, unito al progressivo aumento del livello del mare della costa atlantica degli USA (provocato dallo scioglimento dei ghiacciai), potrebbe creare seri problemi in caso di inondazione.
🇬🇷 La scorsa domenica in #Grecia si sono tenute le elezioni politiche. A trionfare è stato il partito attualmente al governo, Nuova Democrazia (centrodestra), seguito dal partito di sinistra Syriza e i socialisti di PASOK. Il vincitore non ha tuttavia ottenuto la maggioranza assoluta in parlamento, ma sarà necessaria una coalizione (che ottenga poi la fiducia) per crearne una. Secondo diversi analisti ciò è improbabile che accada, rendendo necessaria una nuova tornata elettorale tra la fine di giugno e l’inizio di luglio.
🇩🇪 Notizie agrodolci per la #Germania. I primi dati del 2023 relativi al PIL hanno fatto segnare un calo dello 0,3%, ancora più basso di quanto ipotizzato dalle prime stime di fine aprile. Si tratta del secondo ribasso consecutivo, circostanza che gli analisti definiscono “recessione tecnica”, ovvero una sostanziale difficoltà economica. Il calo era stato comunque previsto dal Fondo Monetario Internazionale, unito a quello del Regno Unito.
✈ Sembra essere in dirittura d’arrivo la vendita di una quota di minoranza della compagnia aerea #ITAAirways alla tedesca Lufthansa. Questa acquisirà il 41% di ITA, con l’opzione di poter ottenere il resto delle azioni prossimamente. Per far sì che l’accordo vada in porto manca solo l’ok della Corte dei Conti e della direzione generale della concorrenza della Commissione Europea.
🇯🇵 Un attentato dalla dinamica più unica che rara è avvenuto in #Giappone, dove un uomo ha accoltellato una donna e sparato con un fucile da caccia a due poliziotti intervenuti in seguito al primo attacco. Tutte e tre le persone aggredite sono morte. L’uomo è il figlio di un politico locale (i fatti si sono svolti nella città di Nakano) ed è stato arrestato poco dopo essersi barricato nella casa del padre. L’unicità dell’attentato sta nel fatto che in Giappone le armi in circolazione sono pochissime a causa di leggi parecchio stringenti e la generale ritrosia (culturale principalmente) a possederne una.
🌉 È stata approvata dal Senato la conversione in legge del decreto che ha sancito la ricostituzione della società Stretto di Messina SPA. Questa venne messa in liquidazione nel 2013, ma la sua rivitalizzazione consentirà di far ripartire il progetto del ponte sullo Stretto di #Messina, che dovrà essere approvato entro la fine di luglio 2024.
🇫🇷 Tre tratte aeree interne sono state vietate in #Francia vista la possibilità di sostituirle con un viaggio in treno completato in tempi ragionevoli. Tale divieto venne proposto nel 2021 con l’intenzione di rendere determinati spostamenti più sostenibili per l’ambiente e ridurre le emissioni di CO2. Le tratte in questione sono: Parigi Orly-Bordeaux/Nantes/Lione.
Alla prossima 👋
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scienza-magia · 2 years
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Rapporto OMS sullo stato dei contagi per Covid nel Mondo
Pandemia in calo in quasi tutto il mondo ma nelle ultime 4 settimane casi in forte aumento in Russia e Polonia. Se infatti a livello globale i nuovi casi e i morti per Covid calano rispettivamente dell’89 e del 62%, in alcuni paesi i contagi segnano una netta ripresa. Tra questi il dato più eclatante si registra in Polonia con un incremento del 149% e in Russia, che segna un aumento dei contagi nelle ultime 4 settimane del 110%. IL RAPPORTO OMS.
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A livello globale, negli ultimi 28 giorni (dal 23 gennaio al 19 febbraio 2023), sono stati segnalati quasi 5,3 milioni di nuovi casi Covid e oltre 48.000 decessi, con un calo, rispettivamente, dell'89% e del 62% rispetto ai 28 giorni precedenti. Lo rileva l’ultimo rapporto epidemiologico dell’Oms che, a far data il 19 febbraio, conta nel mondo oltre 757 milioni di casi confermati e oltre 6,8 milioni di decessi dall’inizio della pandemia. A livello regionale, il numero di nuovi casi nei 28 giorni presi in esame segnalati è diminuito in tutte le regioni dell'OMS: Pacifico occidentale (-94%), Sud-est asiatico (-51%), Americhe (-43%), Africana (-34%), Europea (-33%) e Mediterraneo Orientale (-26%). Il numero di nuovi decessi segnalati è diminuito in cinque regioni: Pacifico occidentale (-77%), Sud-est asiatico (-62%), Africana (-52%), Europea (-50%) e Americhe (-14%), mentre è aumentato nel Mediterraneo orientale (+18%). A livello nazionale, il numero più alto di nuovi casi in valori assoluti è stato segnalato dagli Stati Uniti d'America (1.113.288 nuovi casi; -31%), Giappone (1.095.815 nuovi casi; -71%), Cina (635.433 nuovi casi; -98%), Repubblica di Corea (430.042 nuovi casi; -68%) e Germania (329.229 nuovi casi; -25%). Il numero più alto di nuovi decessi, sempre negli ultimi 28 giorni, in valori assoluti sono stati segnalati dagli Stati Uniti d'America (13.517 nuovi decessi; +1%), Cina (9.945 nuovi decessi; -86%), Giappone (6.536 nuovi decessi; -33%), Australia (2.179 nuovi decessi; +107%) e Regno Unito (2.063 nuovi decessi; -52%). Regione Europea. La Regione Europea ha riportato oltre 1,3 milioni di nuovi casi, con una diminuzione del 33% rispetto al precedente periodo di 28 giorni. Nove (15%) dei 61 paesi per i quali i dati sono disponibili hanno riportato aumenti nei nuovi casi del 20% o superiori, con gli incrementi proporzionali più elevati osservati in Polonia (24.882 vs 10.007 nuovi casi; +149%), Federazione Russa (272.478 vs 129.865 nuovi casi; +110%) e Georgia (8.367 vs 4.499 nuovi casi; +86%). I numeri più alti di nuovi casi in valori assoluti sono stati invece segnalati dalla Germania (329.229 nuovi casi; 395,9 nuovi casi per 100 000; -25%), Federazione Russa (272.478 nuovi casi; 186,7 nuovi casi ogni 100 000; +110%) e Italia (119.336 nuovi casi; 200,1 nuovi casi casi per 100 000; -68%). Il numero di nuovi decessi in 28 giorni nella regione è diminuito del 50% rispetto al precedente periodo di 28 giorni, con 10.014 nuovi decessi segnalati. Il numero più alto di nuovi decessi in valori assoluti è stato segnalato dal Regno Unito (2.063 nuovi decessi; 3,0 nuovi decessi ogni 100.000; -52%), Italia (1.249 nuovi deceduti; 2,1 nuovi decessi ogni 100.000; -49%), e Federazione Russa (1.105 nuovi decessi; Read the full article
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kritere · 2 years
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Pesci morti galleggiano nei rii in secca, è allarme a Venezia: fenomeno visibile per acqua bassa
DIRETTA TV 15 Febbraio 2023 Indagini in corso sul fenomeno della moria dei pesci che si è registrata nei rii a Venezia. Secondo il parere degli esperti potrebbe esser legato al freddo. 0 CONDIVISIONI Alcuni dei pesci morti fotografati a Venezia Pesci morti che galleggiano nei rii di Venezia. È la scena che in questi giorni si ritrovano dinanzi residenti e turisti del capoluogo veneto. Un…
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samdelpapa · 2 years
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SCIENZA E SALUTE La provincia canadese depenalizza piccole quantità di droghe pesanti 02 febbraio 2023 1:15 Craig McCulloch LA MASSIVA CRISI DI MORTE DI BC 10K DEATHS DOV'È LA RISPOSTA? FILE – Un ciclista passa accanto a centinaia di bandiere che simboleggiano le oltre 10.000 persone morte per overdose di droghe tossiche nella Columbia Britannica, in Canada, durante una dimostrazione del gruppo di difesa dei tossicodipendenti Moms Stop The Harm a Vancouver, Canada, 14 aprile 2022. Il possesso personale di 2,5 grammi di droghe pesanti, tra cui cocaina, cocaina crack, eroina, fentanyl, metanfetamina e morfina, è stato ora depenalizzato. Questa esenzione temporanea significa che una persona trovata con una piccola quantità di questi farmaci non li sequestrerà né dovrà affrontare l'arresto o alcuna accusa penale Una media di sei persone al giorno muoiono nella Columbia Britannica per uso illecito di droghe, per lo più uomini nelle loro residenze private. Il giorno in cui è entrato in vigore il programma pilota triennale, il medico legale provinciale ha annunciato che nel 2022 erano morte 2.272 persone per overdose di droga, il secondo più alto mai registrato, superato solo da 2.306 morti nel 2021. Reuters Copia https://www.instagram.com/p/Coc6ZH7tL8r/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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lamilanomagazine · 2 years
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Milano, a Teatro Carcano “Supplici”: il viaggio di sette madri.
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Milano, a Teatro Carcano “Supplici”: il viaggio di sette madri.   Al Teatro Carcano di Milano dal 14 al 19 febbraio 2023 in scena Supplici di Euripide diretto da Serena Sinigaglia, spettacolo vincitore del Premio della Critica 2022 dall’Associazione nazionale dei Critici di Teatro (ANCT). Tradotto da Maddalena Giovannelli e Nicola Fogazzi adattato da Gabriele Scotti, Supplici racconta dell'intenso viaggio compiuto da sette madri, sette attrici straordinarie: Arianna Scommegna, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Francesca Ciocchetti, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Debora Zuin. Dopo le repliche di mercoledì 15 e giovedì 16 febbraio Maddalena Giovannelli, traduttrice e docente presso l'Università della Svizzera Italiana, Lugano, dialogherà con la compagnia per approfondire lo spettacolo e raccogliere riflessioni da parte del pubblico in sala. Giovedì 16 febbraio ore 17.00 nel foyer del teatro la cantante, compositrice e filosofa della musica Francesca della Monica (curatrice dei cori dello spettacolo) presenterà il suo ultimo libro “A voce spiegata. Diario di bordo sulle rotte della vocalità”. Dialogherà con l’autrice Carlo Serra, musicologo e filosofo della musica. Sinossi Nella tragedia Le Supplici, scritta da Euripide e rappresentata per la prima volta tra il 423 e il 421 a.C., un gruppo di donne di Argo, madri dei guerrieri argivi morti nel fallito assalto a Tebe (quello raccontato da Eschilo nei Sette contro Tebe), si riunisce presso l'altare di Demetra ad Eleusi per supplicare gli ateniesi di aiutarle a dare degna sepoltura ai figli, poichè i tebani negano la restituzione dei cadaveri. Il re ateniese Teseo, grazie all’intercessione della madre Etra, decide di aiutarle. Quando un araldo tebano giunge per intimare a Teseo di non intromettersi negli affari di Tebe, invano Teseo tenta di indurre l’araldo all’osservanza della propria legge che impone di onorare i morti, ingaggiando con lui un dialogo nel quale il re difende i valori di democrazia, libertà, uguaglianza di Atene, contrapposti alla tirannide di Tebe. L’accordo non viene trovato e la guerra tra le due città è inevitabile, e viene vinta da Atene, con la conseguente restituzione dei cadaveri. Il re di Argo Adrasto, che accompagna le madri, si incarica di celebrare i caduti con un discorso. Il corteo con i corpi dei capi argivi caduti entra così in scena; Adrasto recita l’elogio di ciascuno di essi, quindi si procede al rito funebre. Per volontà di Teseo il rogo di Capaneo è allestito separatamente dagli altri, al fine di onorare diversamente l’eroe colpito dal fulgore di Zeus; Evadne, moglie di Capaneo, non regge alla commozione e, per riunirsi al marito, si getta sul rogo in fiamme. Mentre i figli dei caduti sfilano con le ceneri dei propri cari, finalmente sepolti, ex machina compare Atena, che fa impegnare con un giuramento solenne Teseo e Adrasto a un’eterna alleanza fra Atene e Argo. In questo adattamento, tradotto ad hoc da Maddalena Giovannelli, è prevista una riduzione a 7 attrici che interpreteranno le madri, il coro e i vari personaggi.   NOTE DI REGIA a cura di Serena Sinigaglia «Amo i classici da sempre: con essi imparo cos’è il teatro e cos’è l’essere umano. Con i contemporanei imparo a conoscere la realtà presente e l’epoca in cui vivo. Insomma classico e contemporaneo si riguardano, si specchiano l’un con l’altro, si nutrono a vicenda. Come tradizione e innovazione. Da anni voglio affrontare “Le supplici” di Euripide: adesso è arrivato il momento di farlo. Il crollo dei valori dell’umanesimo, il prevalere della forza, dell’ambiguità più feroce, il trionfo del narcisismo e della pochezza emergono da questo testo per ritrovarsi intatti tra le pieghe dei giorni stranianti e strazianti che stiamo vivendo. È incredibile quanto una scrittura che risale al 423 a.C. risuoni chiara e forte alle orecchie di un cittadino del terzo millennio. La democrazia ateniese fa acqua da ogni parte, contraddice i suoi stessi valori, è populismo che finge di affermare i sacri valori della libertà. È manipolazione a tratti persino grossolana, si chiama democrazia ma assomiglia troppo ad un’oligarchia. Sembra lo strumento migliore per scansare le responsabilità e restare ad ogni costo sempre e comunque impuniti. È la legge del più forte, anche se apparentemente garantisce spazio e parola a tutti. Le supplici sono le sette madri degli eroi uccisi presso le porte di Tebe. Giungono ad Atene per implorare Teseo: recuperi i cadaveri dei vinti, dei figli uccisi, a costo di fare guerra a Tebe che non li vuole restituire. Tebe sotto la tirannide di Creonte, Atene sotto la democrazia di Teseo. Ancora una volta una stranezza: può essere la democrazia in mano ad una persona sola? Non è una contraddizione in termini? Il discorso tanto caro a Euripide, che parla di pacifismo e amore tra i popoli, di dolore e di pietà di queste madri che hanno perso i figli, di un intero paese che ha perso i propri eroi, si intreccia con un sottile ragionamento politico, capace di rendere questa tragedia un unicum per l’antichità. Sette madri, sette attrici: Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Deborah Zuin. Queste attrici straordinarie, a cui mi lega un lungo sodalizio artistico, interpreteranno dunque il coro delle supplici e saranno anche, di volta in volta, i diversi personaggi della tragedia: Teseo, l’araldo tebano, Etra, Adrasto, il messaggero, il coro dei bimbi, Atena. Un rito funebre che si trasforma in un rito di memoria attiva, un andare a scandagliare le ragioni politiche che hanno portato alla morte i figli e più in generale alla distruzione dei valori dell’umanesimo. Che siano le donne a compiere questo viaggio di ricostruzione e conoscenza mi è parso necessario e naturale». Prossime date del tour 23-24 febbraio, Teatro Sociale, Como 25 febbraio, ITC - Teatro Dell'Argine, Bologna Scheda spettacolo Supplici Di Euripide Traduzione di Maddalena Giovannelli Drammaturgia a cura di Gabriele Scotti Regia di Serena Sinigaglia Con Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Debora Zuin Cori a cura di Francesca Della Monica Scene di Maria Spazzi Costumi di Katarina Vukcevic Luci di Alessandro Verazzi Assistente alla regia Virginia Zini Assistente alle luci Giuliano Almerighi Musiche e sound design di Lorenzo Crippa Movimenti scenici e training fisico a cura di Alessio Maria Romano Assistente al training Alessio Tudda Produzione ATIR - Nidodiragno/CMC - Fondazione Teatro Due, Parma In collaborazione con Cinema Teatro Agorà, Cernusco sul Naviglio... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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perfettamentechic · 4 years
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15 febbraio … ricordiamo …
15 febbraio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic #felicementechic #lynda
2018: Pier Paolo Capponi, attore italiano. (n. 1938) 2016: George Gaynes, nato George Jongejans, è stato un attore e produttore cinematografico finlandese naturalizzato statunitense.  (n. 1917) 2011: Dorian Gray, pseudonimo di Maria Luisa Mangini, attrice italiana.  (n. 1928) 2007: Enzo Consoli, all’anagrafe Vincenzo Benito Consoli, attore, doppiatore e scrittore italiano.  (n. 1939) 2004: Isarco…
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pettirosso1959 · 2 years
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CON LA RUSSIA CI VOGLIONO GLI STATI CUSCINETTO... CHISSA' SE CI ARRIVANO A CAPIRLO
Quando nel mondo ci sono due superpotenze e si vuole evitare la guerra c'è sempre bisogno di stati cuscinetto.
Quando c'erano i Romani e i Parti, l'Armenia faceva da cuscinetto. Quando i parti destituivano il re filoromano e lo sostituivano con un proprio regnante o addirittura l'invadevano, guerra.
Nell'Europa dell'800 c'era la Francia e la Prussia, e gli stati tedeschi del Sud, benchè facenti parte dell'impero tedesco, erano difatto degli stati cuscinetto. Quando la Prussia estese la sua influenza su di loro, a Parigi non andò bene e scoppiò la guerra franco prussiana.
La guerra fredda è finita quando tal Gorbacev annunciò la fine del supporto militare ai paesi dell'ex URSS, e questi divennero una zona di garanzia al posto della cortina di ferro.
E quando accadde, nel '91, il rappresentante USA Raymond Seitz garantì che gli Stati Uniti non avrebbero approfittato del ritiro delle truppe.
E' accaduto l'esatto opposto. La NATO si è espansa continuamente, e gli USA hanno da un lato utilizzato il loro peso internazionale per spingere sempre più paesi ad entrare, dall'altro hanno inventato le "operazioni fuori area", in primis Bosnia e Kosovo per arrivare fin sotto casa della Russia.
L'Ucraina era uno stato cuscinetto, e le continue ingerenze USA nella sua politica per farla puntualmente voltare verso il blocco occidentale ha tolto quella zona franca fondamentale per la pace.
Diversi analisti USA, in primis Kissinger, sono 15 anni che avvisano che la politica espansionista americana avrebbe condotto alla guerra, proprio in Ucraina.
Il piano che qualsiasi analista di buon senso capirebbe essere necessario per la pace si baserebbe sul ritiro delle truppe russe entro i confini del 23 febbraio, assieme, però, ad una Ucraina indipendente, magari nell'UE ma non nella NATO, con Lugansk e Donetsk alternativamente repubbliche autonome o regioni ucraine a statuto speciale.
Cioè: stati cuscinetto. Perchè è così che funziona il mondo.
La cosa che stupisce, ma in realtà no, è la massa di buonisti cuoricini ipocriti che, ignorando completamente la realtà geopolitica, vorrebbe un invio continuo e imperterrito di armi sempre più potenti in Ucraina, puntando ad una capitolazione totale della Russia, che dovrebbe accettare senza condizioni di essere completamente circondata da paesi NATO.
Cosa che tra l'altro risulta leggermente difficile, visto che gli ucraini stanno perdendo.
E alla mia domanda: "ti rendi conto che Putin non lo può accettare, e così l'Ucraina si trasforma in un Vietnam, vero?" la risposta generalmente è che dobbiamo dare una lezione al "fascistaccio" Putin o che dobbiamo "rispettare" la volontà dell'Ucraina (salvo ignorare che Zelensky stesso ha proposto una road map di pace con la Russia che prevede il rilascio del Donbas, puntualmente ignorata perchè la volontà degli Ucraini conta fino a quando coincide con la nostra, ovviamente).
Grazie al cazzo. Bello dirlo dal divano, con il cellulare e le pantofoline puffose.
Sarebbe più interessante vedere questi piccioncini arruolarsi e andare a combattere, o prendere il primo volo verso Kyev per spiegare agli Ucraini che si devono fare 20 anni di guerra perchè alla corrente buonista USA-UE piace così.
In conclusione, sarebbe meraviglioso se l'UE si svegliasse, smettesse di fare il tappetino di Biden, e lavorasse ad un Minsk 3 finalmente funzionante per interrompere la guerra e i morti in Ucraina.
Ma così non è. Più verosimilmente ora che gli USA hanno terminato di fare i loro interessi e spostato la bilancia commerciale mondiale di nuovo in loro favore, sembra che possa bastare.
In questo senso, vedo una speranza nelle dichiarazioni di Enrico Letta che ha appena dichiarato che "una pace non giusta è meglio della guerra", messaggio in codice per la pletora di falsi santi e commossi "stand with Ukraine", che finalmente arriveranno dove, due mesi fa, si era già detto.
Gli stati cuscinetto.
A latere, rimarranno, comunque, i capolavori assoluti dell'ignoranza e dell'ipocrisia che questa guerra ci ha regalato.
Leghisti e fascisti italiani che appoggiano un dittatore comunista e comunisti, piddini e "antifa" che si sperticano a difendere i battaglioni nazisti ucraini.
Sono convinto che Almirante e Berlinguer, nell'aldilà, se la stanno ridendo tenendosi la pancia.
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Trump: "Delinquenti i Paesi Nato che non pagano, incoraggerei la Russia ad attaccarli" | Stoltenberg: "Noi siamo pronti a difendere ogni alleato"
11 febbraio 2024 01:00 TEMPO REALE Ucraina, attacco russo su Kharkiv: 13 morti. Gli Usa respingono la richiesta di Putin per trattative. Zelensky: “Si calma solo con la forza, dateci armi” 11 feb 15:25 Stoltenberg risponde a Trump: “Pronti a difendere ogni alleato” 11 feb 15:05 Rinviata la visita di Putin in Turchia La visita di Vladimir Putin in Turchia, prevista per il 12 febbraio, è…
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"La Setta degli Elementi"
La scrittura ogamica
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Secondo i celti, ciascuna cosa aveva il suo corrispettivo negli alberi, utilizzavano infatti l’Ogham, un tipo di alfabeto che racchiudeva significati mistici e dove ogni lettera simboleggiava un tipo diverso di albero.
La scrittura ogamica ha un aspetto particolare, in quanto è formata da una lunga linea, ai cui lati, o attraverso la quale, si dispongono delle tacche che vanno da una a cinque.
Tale sistema formato da tacche poteva essere utile anche per comunicare in modo cifrato, infatti alcuni ricercatori hanno individuato una corrispondenza tra le quattro serie di cinque caratteri dell’alfabeto ogamico e le dita della mano, che sono cinque, dotate di tre falangi, quindi di quattro spazi (includendo la punta del dito) che era possibile indicare, per trasmettere un messaggio in codice.
Ogham craobh significa Scrittura arborea.
Le consonanti:
- Beith: associato alla betulla, l’albero degli inizi, il primo a mettere le foglie e perciò il primo a comparire in questo alfabeto.
Per propiziare l’anno nuovo si usava scacciare lo spirito dell’Anno Vecchio proprio con verghe di betulla.
Il suo mese lunare va dal 24 dicembre al 20 gennaio, proprio il periodo appena successivo al solstizio invernale.
- Luis: il sorbo selvatico, famoso per le sue bacche di un rosso acceso.
Per i greci questo colore era associato ai morti, e infatti il sorbo è l’albero del risveglio e del ritorno alla vita.
Il suo mese lunare va dal 21 gennaio al 17 febbraio, e circa a metà di questo lasso di tempo si trova Imbolc, la celebrazione del ritorno della luce.
- Nion: il frassino
Le verghe (bastone) dei druidi erano fatte di questo materiale, inoltre Yggdrasil, l’albero del mondo nell’immaginario norreno, era proprio un enorme frassino.
Per i greci era una pianta sacra a Poseidone, il dio dei mari, e infatti nel Galles si usa costruire i remi a partire da questo legname.
Il suo mese lunare va dal 18 febbraio al 17 marzo, periodo delle piene, in cui l’elemento acquatico raggiunge la sua massima potenza.
- Fearn: l’ontano, albero oracolare che cresce sulle rive delle isole fluviali un tempo sede di santuari dove risiedeva un oracolo.
Quando viene tagliato, il suo tronco si tinge di rosso, quasi stillasse sangue, inoltre le sue foglie sono ricoperte da una patina viscosa che le rende impermeabili, pure il suo legname resiste bene all’acqua e per questo era utilizzato per i pilastri delle palafitte.
Il suo mese lunare va dal 18 marzo, quando inizia a fiorire, al 14 aprile. In questo periodo avviene l’equinozio primaverile.
- Saille: il salice, albero sacro a Ecate, dea greca connessa all’aspetto magico della Luna.
Il suo è il quinto mese dell’anno, così come si tratta della quinta lettera che stiamo analizzando, ed il V, a Roma, era il numero sacro alla dea lunare Minerva.
Precisamente il suo mese lunare va dal 15 aprile al 12 maggio, momento molto particolare, in quanto si celebrava Beltane, la rinascita della natura, accendendo grandi fuochi e venendo trascinati in festività al termine delle quali si usava cospargersi di cenere e rugiada per propiziare il benessere e la fertilità delle donne e della terra.
- Huath: il biancospino, dai fiori candidi e dalle bacche sanguigne, al quale sono legati i concetti di purificazione e castità.
Il suo mese lunare va dal 13 maggio al 9 giugno.
- Duir: la quercia, uno degli alberi dalla simbologia più forte in assoluto.
Duir è la radice da cui molte lingue anglosassoni hanno fatto derivare la parola porta, ma anche la parola druido trova qui le proprie origini.
Essa, come dice la tradizione, chiama il fulmine, ed infatti è associata a divinità tonanti come Zeus, Giove o Thor.
Il suo mese lunare va dal 10 giugno al 7 luglio, a metà del quale avviene il solstizio d’estate e il re sacro riceve la sua investitura.
- Tinne: l’agrifoglio
Nella mitologia gallese, Sir Gawain, il Cavaliere Verde, era armato di una mazza fatta con questo legname, proprio come il celtico Cu Chulainn.
Talvolta è assimilato ai significati legati al re sacro tipici della quercia, in fondo il dio del tuono presso i Galli si chiamava Tannus, e Tinna quello etrusco.
Il suo mese lunare va dall’8 luglio al 4 agosto.
- Coll: il nocciolo, l’albero dei sapienti e dei poeti. Quest'albero dà frutti dopo nove anni, e il nove è il numero sacro alle Muse ispiratrici.
Fionn, l’eroe celtico, aveva lo scudo fatto di questo materiale.
Il suo mese lunare va dal 5 agosto al 1 settembre.
- Muin: la vite (o, nei luoghi dove questa non cresceva, il rovo)
Pianta legata al vino e alla frenesia, è appannaggio di Dioniso.
La vendemmia avviene nella stagione autunnale, infatti nel suo periodo si celebra l‘equinozio d’autunno.
Il suo mese lunare va dal 2 al 29 settembre.
-Gort: l’edera. Simbolo di rinascita e rinnovamento, forse per il fatto che cresce a spirale e sale verso l’alto.
Il suo mese lunare va dal 30 settembre al 27 ottobre, ultimi momenti buoni per il raccolto, prima del sopraggiungere dell’inverno.
-Ngetal: il giunco
Rappresentava la sovranità del faraone, visto che il suo scettro era fatto di questo materiale.
Era utilizzato per coprire le capanne e fabbricare solidi tetti ed era perciò simbolo di un lavoro concluso secondo la corretta usanza.
Il suo mese lunare va dal 28 ottobre al 24 novembre.
-Ruis: il sambuco, albero connesso alle streghe.
Il suo mese lunare va dal 25 novembre al 23 dicembre, comprendendo il solstizio d’inverno, e da qui si può comprendere la sua associazione con l’oscurità e la magia.
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Le vocali:
Esse rappresentano i giorni dei solstizi e degli equinozi.
-Ailm: l’abete, albero della nascita in molte culture e legato alla figura della divinità femminile e lunare.
Indica il primo giorno dell’anno.
-Onn: il ginestrone, dotato di fiori giallo dorati, come il sole delle prime giornate calde, rappresenta infatti il momento tanto atteso dell’equinozio di primavera.
-Ura: l’erica, dal colore rosso e rosato, che cresce in montagna è collegata al potente sole di mezza estate.
-Eadha: il pioppo bianco, canuto come la vecchiaia e come i giorni sempre più freddi dell’equinozio d’autunno.
-Idho: il tasso, albero della morte.
Con il legno di tasso si costruivano ottimi archi, che avevano lo scopo di uccidere i nemici, e con le sue bacche si ricavava una poltiglia utile per avvelenare le frecce. Alla luce di ciò, non ci stupisce il suo legame con il solstizio d’inverno, il giorno più buio e freddo dell’anno.
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corallorosso · 3 years
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Qatar, nessuna indagine sulla morte di migliaia di lavoratori migranti Manjur Kha Pathan, 40 anni, era alla guida del camion per 12-13 ore al giorno. Si era lamentato perché l’impianto di aria condizionata non funzionava più. Il 9 febbraio 2021 si è sentito male nel suo alloggio ed è morto prima che arrivasse l’ambulanza. Sujan Miah, 32 anni, era un tubista impegnato in un progetto nel deserto. È stato trovato morto nel suo letto la mattina del 24 settembre 2020. Nei quattro giorni precedenti la temperatura aveva superato i 40 gradi. Tul Bahadur Gharti, operaio edile, è morto nel sonno il 28 maggio 2020 dopo aver lavorato per circa dieci ore con una temperatura che aveva raggiunto i 39 gradi. Suman Miah, 34 anni, operaio edile, è morto il 29 aprile 2020 dopo un lungo turno di lavoro con una temperatura di 38 gradi. Il governo del Bangladesh ha offerto alla famiglia un risarcimento equivalente a circa 3000 euro, che però sono stati destinati a ripagare debiti contratti con i procacciatori di lavoro in Qatar. Yam Bahadur Rana, guardia di sicurezza in un aeroporto, un lavoro che lo obbligava a rimanere seduto per lunghe ore sotto il sole, è morto sul lavoro il 22 febbraio 2020. Mohammad Koachan Khan, 34 anni, intonacatore, è stato trovato morto nel suo letto il 15 novembre 2017. Anche la sua famiglia ha ottenuto assistenza dal governo del Bangladesh ma anche in questo caso la somma ricevuta è stata usata per ripagare i debiti pregressi. Questi sei lavoratori migranti, le cui storie sono al centro di un nuovo rapporto di Amnesty International sul Qatar, godevano di ottima salute e avevano superato gli esami medici obbligatori prima di partire per il Golfo. Le statistiche ufficiali del Qatar mostrano che dal 2010 al 2019 sono morti 15.021 stranieri di ogni età e occupazione. Su buona parte di questi decessi, le autorità locali non hanno indagato nonostante le prove che fossero collegati alle condizioni di lavoro. Le autorità locali, infatti, sono solite emettere certificati di morte senza condurre adeguate indagini, attribuendo i decessi a “cause naturali” o a generici problemi cardiaci. Questi certificati impediscono di reclamare un risarcimento a famiglie già in grave difficoltà dopo aver perso il loro unico percettore di reddito. Il rapporto di Amnesty International, basato sull’analisi di 18 certificati di morte emessi tra il 2017 e il 2021 e su interviste alle famiglie dei sei lavoratori migranti deceduti, mette in evidenza la rischiosa correlazione tra condizioni climatiche estreme e turni di lavoro eccessivi e fisicamente sfibranti. Dei 18 certificati di morte esaminati da Amnesty International, 15 non hanno fornito informazioni sulle cause alla base del decesso limitandosi a espressioni quali “grave crisi cardiaca originata da cause naturali”, “non precisata crisi cardiaca” o “acuta crisi respiratoria originata da cause naturali”. Il fatto che un’elevata percentuale di decessi sia attribuita a “disturbi cardiovascolari” rischia di oscurare l’altro fatto che un gran numero di decessi resta senza spiegazione. Questo è quanto indicano anche i dati provenienti dagli stati dell’Asia meridionale, dai quali arriva la maggioranza dei lavoratori in Qatar. Ad esempio, i dati ufficiali del Bangladesh mostrano che nel 71 per cento dei casi di connazionali morti in Qatar tra novembre 2016 e ottobre 2020 il decesso è stato attribuito a “cause naturali”. Un’indagine del Guardian ha rivelato che, nel 69 per cento dei casi di lavoratori provenienti da India, Nepal e Bangladesh tra il 2010 e il 2020, il decesso è stato attribuito a “cause naturali”. Uno dei principali rischi per la salute dei lavoratori migranti in Qatar, ampiamente documentato quanto prevedibile, è dato dall’esposizione a temperature estreme e a tassi elevati di umidità. Nel 2019 uno studio condotto dalla rivista Cardiology ha trovato una correlazione tra caldo e decessi di lavoratori nepalesi in Qatar e ha concluso che “almeno 200 dei 571 decessi per problemi cardiovascolari dal 2009 al 2017 avrebbero potuto essere evitati”. Fino a poco tempo fa la principale protezione contro i colpi di calore era il divieto di lavorare all’esterno in determinati orari, tra il 15 giugno e il 31 agosto. Nel maggio 2021, l’inizio del periodo è stato anticipato al 1° giugno e sono state introdotte due nuove misure: il divieto di lavorare all’esterno quando l’indice che misura caldo e umidità supera una determinata quota e il diritto dei lavoratori di fermarsi e presentare un reclamo al ministero per lo Sviluppo amministrativo e gli Affari sociali se temono un colpo di calore. Manca tuttavia ancora una misura fondamentale: periodi di riposo proporzionali alle condizioni climatiche e alla natura del lavoro. Il diritto dei lavoratori ad “autogestire” i ritmi di lavoro nella stagione calda, a causa dei rapporti di lavoro estremamente iniqui non risulta particolarmente utile. Le autorità del Qatar, uno degli stati più ricchi del mondo, hanno non solo tutte le possibilità ma anche l’obbligo di cambiare questa situazione. Amnesty International chiede loro di rafforzare le leggi sulla protezione dei lavoratori dalle temperature estreme introducendo periodi di pausa obbligatori e migliorando le procedure di indagine, di certificazione e di risarcimento per i decessi dei lavoratori migranti. Riccardo Noury Portavoce di Amnesty International Italia
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