#Morte sospetta
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Il passato è un morto senza cadavere di Antonio Manzini: Un nuovo enigma per Rocco Schiavone. Recensione di Alessandria today
In un'indagine intricata, Rocco Schiavone affronta i fantasmi del passato, svelando misteri e affrontando i propri demoni interiori.
In un’indagine intricata, Rocco Schiavone affronta i fantasmi del passato, svelando misteri e affrontando i propri demoni interiori. Recensione: In “Il passato è un morto senza cadavere”, Antonio Manzini ci regala una nuova avvincente avventura del vicequestore Rocco Schiavone, che si trova questa volta a investigare su un caso enigmatico che mescola intrighi personali e misteri irrisolti. La…
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Caso Elisa Lam: Il Mistero della Morte nell'Hotel Cecil
Elisa Lam, una studentessa di 21 anni dalla Canada, è sparita dall’Hotel Cecil di Los Angeles nel 2013. È stato trovato il suo corpo senza vita nella cisterna dell’acqua dell’hotel. Questo caso ha suscitato molte teorie e speculazioni. Un video di sorveglianza ha mostrato Elisa in ascensore con un comportamento strano poco prima della sua scomparsa. Questo ha fatto nascere molte ipotesi sulla sua…
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[Paradiso][Michele Masneri]
La trama di Paradiso di Michele Masneri descrive le avventure di Federico Desideri, un giovane giornalista inviato a intervistare un regista latitante. Alla ricerca di lui, Federico finisce in un luogo incantato chiamato Paradiso, abitato da personaggi ec
Paradiso: tra cialtroni, freak e misteri, un viaggio indimenticabile per un giovane giornalista Titolo: ParadisoScritto da: Michele MasneriEdito da: AdelphiAnno: 2024Pagine: 187ISBN: 9788845939006 La trama di Paradiso di Michele Masneri Nel «giorno più caldo di una delle estati più calde che si ricordino», Federico Desideri, giovane giornalista di belle speranze ma di scarse soddisfazioni,…
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Morte sospetta - Elisa
Il racconto é inedito e andrà a fare parte della prossima riedizione del libro “Donne al centro”, pubblicato lo scorso anno. Il libro, in cui le donne sono le protagoniste, riunisce ventotto racconti brevi che hanno una base di verità originale derivata da esperienze personali, di amici e amiche, conoscenti e fatti di cronaca.I racconti sono costruiti mixando fatti reali e immaginari,trasposti in…
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🔥È MORTO CHIUSO IN UN AUTO NELL'ESTATE ROVENTE🔥
❌❌❌#COLPO DI #CALORE NEL #CANE
Ecco cosa fare.
L’ipertermia è un termine che descrive un aumento eccessivo della temperatura corporea. Tale incremento si verifica in genere come risposta ad un’infiammazione nel corpo o ad un ambiente caldo. Quando un cane è esposto ad alte temperature, si può verificare un colpo di calore. Il colpo di calore è una condizione molto grave che richiede cure mediche immediate. Una volta che i sintomi del colpo di calore sono stati individuati, c’è davvero poco tempo per intervenire, minuti preziosi che possono evitare gravi conseguenze e addirittura la morte.
I cani non sudano attraverso la pelle come gli esseri umani, ma manifestano la sensazione di caldo principalmente ansimando e sudando dai piedi e dal naso. Se un cane non può espellere efficacemente il calore, la temperatura interna del corpo comincia a salire. Una volta che la temperatura del cane raggiunge il limite, i danni al sistema cellulare del corpo e agli organi possono diventare irreversibili. Purtroppo, troppi cani sono vittime di colpo di calore quando si sarebbe potuto evitare. Imparate a riconoscere i sintomi del colpo di calore e ad evitare che questo succeda al vostro cane.
Aumento della temperatura rettale.
Il cane ansima affannosamente.
Le gengive sono di un colore rosso scuro.
Le mucose di gola e bocca sono secche.
Il cane è in posizione supina e non vuole o non riesce ad alzarsi.
Il cane sviene e perde coscienza.
La saliva è densa.
Vertigini o disorientamento.
Cosa fare se si sospetta un colpo di calore.
Se avete anche il minimo sospetto che il vostro cane stia subendo un colpo di calore, è necessario intervenire immediatamente. In primo luogo, spostate il cane lontano da fonti di calore e al riparo dal sole immediatamente.
Iniziate il raffreddamento del corpo del vostro cane ponendo stracci bagnati freschi in particolare alle zampe e intorno alla testa.
Non usate mai ghiaccio o acqua molto fredda. Il freddo estremo può causare il restringimento dei vasi sanguigni e l’ipotermia.
Offrite al vostro cane acqua fresca, ma non forzate l’acqua nella bocca.
Telefonate o recatevi dal vostro veterinario subito, anche se il vostro cane sembra stia già meglio. I danni interni potrebbero non essere evidenti ad occhio nudo, quindi un esame completo è sempre necessario.
Ci sono molti modi per prevenire il colpo di calore:
Non lasciate mai il cane solo in macchina in una giornata calda, indipendentemente dal fatto che i finestrini siano aperti. Anche se la temperatura fuori non è molto alta, l’interno della vettura si comporta come un forno: la temperatura può salire a livelli pericolosamente alti in pochi minuti.
Evitate di fargli fare esercizio fisico intenso nei giorni caldi. Oppure, optate per zone d’ombra.
Mettete acqua fresca a disposizione del cane in ogni momento.
Alcuni tipi di cani sono più sensibili al calore, in particolare i cani obesi e le razze brachicefalo come i Bulldogs. Usate estrema cautela quando questi cani sono esposti al calore.
Alcuni cani possono riprendersi completamente dal colpo di calore, se viene trattato con sufficiente anticipo. Altri subiscono un danno permanente agli organi e richiedono trattamenti farmacologici per tutta la vita. Purtroppo, molti cani non sopravvivono al colpo di calore. La prevenzione è dunque la chiave per mantenere il vostro cane al sicuro durante la stagione torrida.
Gabriella Dimastrodonato
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🇮🇹┆Yandere Headcanon
▹ 𝐜𝐡𝐚𝐫𝐚𝐜𝐭𝐞𝐫𝐬: Alan (MDHM), Peter (YB).
▹ 𝐡𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐢𝐭: Quieteeks on Tumblr & X
▹ 𝐬𝐭𝐲𝐥𝐞: headcanon
▹ 𝐓𝐖: relazione tossica, violenza, menzioni di suicidio e autolesionismo.
Alan:
Alan sa bene come manipolare le altre persone per farle stare con lui, o meglio, farle diventare dipendenti da lui, anche se non ne è pienamente consapevole. È così che ti ha attirato come un ragno nella sua tela: passando semplicemente molto tempo con te, riempiendoti di complimenti, facendo di tutto per te, dicendoti sempre quanto tiene a te e quanto tu sia importante per lui, aiutandoti in momenti di difficoltà o pericolo.
Alan non è una persona sospetta, anzi, sembra dolce e affidabile. È effettivamente dolce e affidabile. Non vedresti niente che non va in lui. Certo, non è da tutti vivere da soli in mezzo ad un bosco, ma dopo che hai saputo della sua storia ti sembra pienamente comprensibile. Inoltre la sua casa non ha niente di strano.
Non si nota la vera ossessione che Alan prova nei tuoi confronti, piuttosto vedi solo tanto amore. Un amore profondo, viscerale, quasi primordiale. Un sentimento che neanche tu riusciresti a dire se sia sbagliato o no. Alan è letteralmente devoto a te, come un cucciolo con la sua padrona.
Le cose però cambiano quando qualcuno si interessa troppo a te o ti fa soffrire in qualche modo: a quel punto diventa come un feroce cane da guardia pronto ad attaccare per difendere il suo territorio. Anche se non ti mostrerebbe mai questo lato di sé, starà attento ad eliminare qualsiasi vostra minaccia sempre a tua insaputa.
Alan uccide chiunque cerchi di mettersi contro di voi (o contro di te) velocemente con la sua accetta, a volte anche con un colpo solo, anche perché è molto bravo a farlo. Non vuole perdere troppo tempo con certe persone, preferisce finire in fretta per tornare da te. Se è particolarmente arrabbiato continuerà ad inveire sul cadavere della sua vittima con qualche altro colpo anche dopo che è già morta.
Non ti punisce quando provi a scappare o a ribellarti a lui. Anzi, trova questi tuoi tentativi molto carini ed adorabili da parte tua. Adora vedere questo lato di te e non ha niente di cui preoccuparsi perché tanto sa bene che riuscirebbe a riprenderti in un attimo, oppure che tu stessa tornerai da lui di tua spontanea volontà.
Odia farti del male e cerca sempre di evitarlo, non lo sopporterebbe né se lo perdonerebbe mai, neanche se dovesse punirti. Ma spesso non ce n'è neanche bisogno perché basta un suo sguardo triste o deluso nei tuoi confronti per farti sentire tremendamente in colpa. A pezzi. Al posto di punirti fisicamente quindi ti darà al massimo un po' di silent treatment.
Avere una vita normale e felice assieme a lui sarebbe possibile dal momento in cui tu deciderai di amarlo ciecamente ed incondizionatamente, senza più cercare di respingerlo o averne paura, rifiutando di vedere i suoi difetti e comportamenti malati. E lui non aspetta altro che questo: di essere amato come lui ti ama.
Va nel panico ogni volta che ti fai del male o scoppi a piangere. Sente come se il tuo dolore fosse anche il suo e cercherà di rimediare in ogni modo, sentendo di aver fallito nel proteggerti. E non può permetterlo, Alan vuole proteggerti ad ogni costo, è la missione che si è auto-imposto da quando ti ha incontrata. Desidera solo vederti sorridere felice, insieme a lui.
Non accetterebbe mai la tua morte. Resterebbe abbracciato al tuo cadavere anche per ore aspettando il tuo risveglio. Poi continuerebbe a parlare con una tua foto per anni fingendo e auto-convincendosi di parlare con te. Magari rivivendo vecchie conversazioni piacevoli che avete avuto.
Parole chiave: ossessione e protezione.
Peter:
Peter è il tipo che agisce. In fretta. Certo passerà un po' di tempo ad osservarti, studiarti e ammirarti di nascosto, ma non troppo. È fin troppo impaziente di poterti toccare e avere per sempre al suo fianco ma, soprattutto, non vuole rischiare che qualcun altro ti abbia prima di lui. Devi essere sua e solo sua.
Se qualcuno si avvicina troppo a te o sembra fin troppo interessato a te Peter non ci vede più. Rabbia crescerà dentro di lui finché non eliminerà quella persona, il prima possibile, facendola soffrire. Nessuno può mettersi in mezzo tra te e lui.
Preferisce uccidere i "vostri" nemici lentamente e dolorosamente. Spesso massacrandoli di botte o accoltellandoli diverse volte per poi fermarsi e osservarli mentre muoiono dissanguati. Riversa sui loro corpi tutto il suo odio e la sua rabbia repressa.
Tutte le volte che hai visto Peter non sembrava troppo sospetto o pericoloso, soltanto un po' strano. È molto impacciato con te e a volte può sembrare che ti nasconda qualcosa ma nessuno penserebbe a niente di che. Gli altri estranei lo vedono solo come un tipo solitario e un po' scontroso.
La sua ossessione nei tuoi confronti si fa presto evidente ad un occhio attento: ti risponde sempre all'istante al telefono nonostante stia facendo altro, è sempre libero per te, azzecca sempre molte tue preferenze nonostante tu non gliel'abbia mai detto, improvvisamente frequentate per caso gli stessi luoghi e fa di tutto per te e per starti vicino (soprattutto fisicamente).
Vieni sempre punita quando tenti di scappare o ribellarti troppo, a volte anche severamente. Vuole stabilire e ricordarti ogni volta chi ha il controllo fra i due. Ogni volta però ti ripete quanto gli dispiaccia farlo, che lui non vorrebbe, ma che l'hai costretto e che tutto quello non accadrebbe mai se facessi la brava. Inoltre non vuole più rischiare di separarsi da te in nessun modo e farà tutto ciò che è necessario per impedirlo, anche tagliarti un arto.
Non ha molti rimorsi quando �� costretto a farti del male o punirti. Crede fermamente che sia l'unica cosa giusta da poter fare. Anzi, spesso gli piace. Lo eccita. Adora vederti spaventata, ammirare i suoi segni e cicatrici sul tuo corpo o assaggiare il tuo sangue.
Non ti farà mai uscire da casa sua ma ti vizierà, facendoti avere tutto ciò che sa che ti piace. Inoltre ti cucinerà sempre cose deliziose, a meno che tu non l'abbia fatto arrabbiare.
Sarà impossibile avere un futuro felice insieme a lui anche se volesse, la sua paura di separarsi da te e la sua ossessione ti renderà impossibile vivere una vita normale con lui.
Quando ti fai del male invece non lo tollera. Inizialmente si arrabbierà perché odia quando non riesce ad avere il controllo su di te per certe cose e detesta che tu abbia provato a lasciarlo cercando la morte, ma poi si calmerà, per non farti ancora del male, e si prenderà cura di te. Sarà inaspettatamente dolce e premuroso in quei momenti, cercando di parlarti per farti sfogare. La volta successiva starà il doppio più attento a qualsiasi cosa e sarà molto più difficile per te trovare un modo per farti ancora del male. Non vuole perderti e non può perderti per niente al mondo. Sei la sua ragione di vita.
Sarebbe pronto a raggiungerti all'istante se mai perdessi la vita. Anche perché non avrebbe senso continuare a vivere senza di te.
Parole chiave: possessione e controllo.
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Il mio vicino era un ex tossicodipendente. E si è suicidato.
Ieri, mentre cercavo le chiavi davanti a casa, al ritorno dalla palestra, mi viene incontro una signora accompagnata da un bambino, che ho inquadrato subito, rintracciando in lui alcuni connotati che ben conosco: quelli di un figlio che adora la madre.
L’ingresso del mio e dei palazzi accanto si raggiunge attraverso un vialetto molto stretto, quindi la donna ha dovuto seguirmi ed è sembrata subito sospetta.
“Mi perdoni se la disturbo” mi fa con l’accento torinese e la R moscia, “sa per caso se quell’appartamento - indica le finestre di Davide - sia vuoto?”
Resto interdetto e subito aggiunge “non si spaventi, siamo parenti di chi ci abitava. Sono la moglie del fratello e l’appartamento appartiene a lui”, indicando il figlio e tirando fuori dal portafogli il documento del bambino, a conferma della corrispondenza del cognome.
Cercando di essere gentile e allo stesso tempo di non dare troppe indicazioni, le dico che sono sempre fuori e quindi non posso averne la certezza.
Prosegue: “non abbiamo notizie di ciò che accade nell’appartamento. Io e mio figlio - come se lui avesse potuto scegliere - abbiamo fatto 500 km per venire a controllare.” Controllare.
Continuo ad ascoltare e intanto mi avvicino al portone. Lei mi viene dietro. Ci tiene a far vedere che si muove con disinvoltura perché è già stata qua. Resto impassibile.
Tira fuori dalla borsa una risma di bigliettini stampati in casa. Sopra c’è il nome Paola e un numero di telefono: “cerco alloggio in questa zona”. Si affretta a spiegarmi: “Paola non è ovviamente il mio vero nome, ma voglio verificare se la casa, che il mio ex compagno (ora è diventato ex compagno) vuole vendere e io invece voglio mettere a frutto per lui - indica di nuovo il figlio - viene affittata in nero a mia insaputa. Sa, prima di procedere per vie legali...”
Fingo ingenuità e domando come mai, se le cose stanno come dice e “la legge è dalla loro parte” non siano nella facoltà di fare nulla. “Lui (il padre) non sa che siamo qui” mi fa il bambino, prendendo alla sprovvista la madre, che aggiunge subito: “non vogliono fare niente con questa casa, perché era della madre ed è la casa d’infanzia e preferiscono vendere e non pensarci. Se conosceva Davide, ha capito di che tipo di gente parliamo”. Eccola finalmente manifestarsi, con il sorrisino di chi allude senza pudore e si aspetta di trovare complicità, per definizione.
“Aspetta e spera di trovarla, stronza”, penso, ma traduco in un più urbano: “Davide era una persona molto carina, in effetti.”
Capisce che non ha molto spazio di manovra, ma procede dritta: “mi raccomando, non dica che siamo passati al mio ex compagno, se lo incontra.”
Non rispondo e mi congedo cortesemente, chiudendo il portone dietro di me.
Qualche minuto dopo, aprendo la finestra del bagno prima di fare la doccia, mi accorgo che si è spostata al cancello dell’appartamento al piano terra e sta raccontando di nuovo la storia. Inoltre noto che da ognuna delle cassette della posta pende uno dei biglietti di Paola (evidentemente la voglia scalpitava, strillava, tuonava nel petto di Paola oh Paola).
Durante tutto il tempo della doccia ripenso a Davide, alla sua gentilezza, al giorno in cui è venuto a presentarsi, lento lento, mentre ancora facevo i lavori; al grido che ha lanciato quando ha scoperto della morte dell’amico Roberto, alle schitarrate a cantare Jolene e a tutta la bella musica che ho imparato attraverso una parete sottile sottile. Penso al dolore che leggevo nei suoi occhi e che so bene riconoscere. Poi penso a Paola, che avrà le sue ragioni, ma che, purtroppo per lei, ha incontrato la persona sbagliata.
Finisco di preparami ed esco di casa. La donna se n’è andata e sono io a non resistere stavolta: mi avvicino alle cassette e rimuovo uno per uno tutti i biglietti, frutto di una macchinazione goffa e miope.
Mi dispiace per il bimbo, di cui ho potuto leggere il nome di battesimo e forse pure qualcosa in più. Mi dispiace per Davide e per il dolore che non incontra comprensione. Mi spiace per le persone, che diventano “gente” sulla bocca di chi non conosce la fortuna che ha. Non mi spiace per Paola, la donna senza vero nome.
Mi sento in colpa per un po’, ma solo per un po’. Poi getto via tutti i biglietti. Tanti saluti, Paola.
#ninoelesirene#pensieri#frasi#persone#riflessioni#sentimenti#letteraturabreve#emozioni#amore#aforismi#dolore#empatia#davide
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Il fascismo eterno
A dispetto di questa confusione, ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare l’"Ur-Fascismo o il fascismo eterno"
-La prima caratteristica di un Ur-Fascismo è il culto della tradizione. Questa nuova cultura doveva essere sincretistica. (... )deve tollerare le contraddizioni. Tutti i messaggi originali contengono un germe di saggezza e quando sembrano dire cose diverse o incompatibili è solo perché tutti alludono, allegoricamente, a qualche verità primitiva. Come conseguenza, non ci può essere avanzamento del sapere. La verità è stata già annunciata una volta per tutte, e noi possiamo solo continuare a interpretare il suo oscuro messaggio.
-Il tradizionalismo implica il rifiuto del modernismo.(...) Il rifiuto del mondo moderno era camuffato come condanna del modo di vita capitalistico
-L’irrazionalismo dipende anche dal culto dell’azione per l’azione. Perciò la cultura è sospetta nella misura in cui viene identificata con atteggiamenti critici. Göbbels: “Quando sento parlare di cultura, estraggo la mia pistola
"
-Nessuna forma di sincretismo può accettare la critica. Disaccordo è inoltre un segno di diversità. L’Ur-Fascismo cresce e cerca il consenso sfruttando ed esacerbando la naturale paura della differenza.
-L’Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. A coloro che sono privi di una qualunque identità sociale, l’Ur-Fascismo dice che il loro unico privilegio è il più comune di tutti, quello di essere nati nello stesso paese.
-Seguaci debbono sentirsi umiliati dalla ricchezza ostentata e dalla forza dei nemici. Così, grazie a un continuo spostamento di registro retorico, i nemici sono al tempo stesso troppo forti e troppo deboli.
-Non c’è lotta per la vita, ma piuttosto “vita per la lotta" Il pacifismo è allora collusione col nemico, il pacifismo è cattivo perché la vita è una guerra permanente.
-L’elitismo è un aspetto tipico di ogni ideologia reazionaria, L’Ur-Fascismo non può fare a meno di predicare un “elitismo popolare.Ogni cittadino appartiene al popolo migliore del mondo, i membri del partito sono i cittadini migliori. Ma non possono esserci patrizi senza plebei. Dal momento che il gruppo è organizzato gerarchicamente ogni leader subordinato disprezza i suoi subalterni.
-In ogni mitologia l’“eroe" è un essere eccezionale, ma nell’ideologia Ur-Fascista l’eroismo è la norma -strettamente legato al culto della morte-. L’eroe Ur-Fascista è impaziente di morire. Nella sua impazienza, va detto in nota, gli riesce più di frequente far morire gli altri.
-Dal momento che sia la guerra permanente sia l’eroismo sono giochi difficili da giocare, l’Ur-Fascista trasferisce la sua volontà di potenza su questioni sessuali. È questa l’origine del machismo. Dal momento che anche il sesso è un gioco difficile da giocare, l’eroe Ur-Fascista gioca con le armi, che sono il suo Ersatz fallico: i suoi giochi di guerra sono dovuti a una invidia penis permanente.
-In una democrazia i cittadini godono di diritti individuali, Per l’Ur-Fascismo gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il “popolo" è concepito come una qualità, un’entità monolitica che esprime la “volontà comune - il leader pretende di essere il loro interprete-. A ragione del suo populismo qualitativo, l’Ur-Fascismo deve opporsi ai “putridi" governi parlamentari.
-L’Ur-Fascismo parla la “neolingua”
Umberto Eco, Il Fascismo Eterno (1995)
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Age Of Legends
Pensavo fosse amore...invece era un calesse
Avevo questo drama nella mia lista da secoli, in virtù dei suoi tag: Forte protagonista femminile , Forte protagonista maschile , Contrabbando di droga , Amnesia , Droga , Amico- nemico , Fratelli giurati , Morte , Amici degli amanti , Vendetta.
Grazie ei suoi poster belli aggressivi:
e al trailer super adrenalinico ed ad alta tensione. Con il voto su Mydramalist di 8.5 a certificare che potesse davvero essere un mezzo capolavoro.
Ed infine la trama come ciliegina sulla torta:
Liu Zi Guang (William Chan) è un giovane ragazzo educato e buono come il pane, che un giorno vede suo padre morire per mano di uno spacciatore, lasciandolo solo al mondo. Devastato dalla perdita e senza più nulla che lo legasse alla città, parte alla volta della Città M alla ricerca di un nuovo lavoro. Lì incontra Nie Wan Feng, ne diventa amico e più tardi fratello giurato.
Con questo nuovo rapporto, Nie Wan rivela al suo nuovo fratellino il suo sogno più grande, che lo ha spinto a venire alla Città M: diventare il Pablo Escobar della Cina. Soldi, potere, donne... con la droga si può diventare ricchi sfondati.
Liu Zi ovviamente non partecipa alla gioia di questa rivelazione, poiché in lizza per la Santità fan della giustizia e della verità e poiché mira a diventare ed essere, una brava persona. sai no, il cittadino modello.
Tuttavia Nie Wan fa orecchie da mercante e riesce a farsi assumere nel gruppo di un narcotrafficante che governa la città, trascinandosi appresso pure Liu Zi. Nei successivi 4 anni, Liu Zi, completamente contrario alla droga e al narcotraffico, proverà a scappare in tutti i modi, venendo catturato, malmenato, sparato ed infine chiuso in una gabbia di 2 metri per 3 con solo un buco altezza occhi per far passare l'aria.
Ma Liu Zi è così fenomeno che anche rinchiuso, guardando dal buco della serratura sopracitata, riesce ad imparare le mosse di combattimento, a smontare, rimontare e usare una pistola e mettendo al contempo su 12 Kg di muscoli.
Il tormento finisce dopo 4 anni, ossia quando Nie Wan uccide il capo dei narcotrafficanti e ne prende il posto, diventando il capoccia di tutti e liberando così suo fratello.
Liu Zi , salutato Nie Wan, torna nella città M e finisce a lavorare in un pub gestito da un poliziotto sotto copertura, mandato lì, proprio per arrestare i narcotrafficanti. Scoperto che il suo nuovo lavoratore conosce Nie Wan, il poliziotto compie uno dei casi di manipolazione mentale più hardcore che io abbia mai visto:
facendo leva sul desiderio di Liu Zi per una società giusta e buona, sulla disgrazia della droga, sulla sua santità, su quanto è brutta la Cina con questi criminali che rovinano la gente, rispedisce Liu Zi da Nie Wan come informatore.
In pratica manda a morire Liu Zi aggratis per un lavoro che doveva fare lui. Perché spoiler ( nessuno sapeva che Liu Zi era l'informatore del poliziotto. Manco la polizia. Così se Liu Zi crepava, nessuno lo sarebbe andato a cercare.)
Per essere ancor più vantaggioso, gli mostra anche la figlia lasciata a casa, ipotizzando magari anche una loro relazione futura... signore, il sensale doveva fare, non il poliziotto!
Figlia che lui ha dato al suo migliore amico e poliziotto anch'esso, chiedendogli di crescerla al suo posto poiché troppo pericoloso il lavoro di poliziotto sotto copertura. Così, la donzella, all'alba dei suoi 27 anni, ancora non sa che i suoi genitori non sono veramente quelli biologici.
Liu Zi intanto, novello informatore, torna dal fratello che lo accoglie a braccia aperte e gli dona metà del suo impero della droga. Nei 4 anni successivi, il lead darà informazioni su Nie Wan al poliziotto, giocando sul filo sottilissimo del tradimento e della spia, sempre con il terrore di venire beccato.
E beccato, viene beccato! Nie Wan scopre che il tipo del pub è un poliziotto e poichè sa che lui e Liu Zi sono amici e sospetta il tradimento, manda Liu Zi ad ucciderlo. Omicidio che il Nostro compie spoiler: cosa che ho sempre negato vista la palese love story con la figlia di sto tipo e che riporta il sereno nella relazione tra i due fratelli. Ma che brucia però, l'unica persona che sapeva che Liu Zi era un infiltrato. Lo dicevo io che era una cazzata!
Serenità che viene però interrotta quando, in una operazione assieme a tutti i signori della droga (tranne Nie Wan) arriva la polizia per arrestarli. Liu Zi si salva buttandosi a mare e andando alla deriva per giorni...
Ripescato sulla spiaggia privo di sensi, si scopre che è privo anche di un altra cosa: di memoria.
Il suo ultimo ricordo risale a 8 anni prima, quando morì il padre e andò alla città M per cercare lavoro. E adesso? Liu Zi scoprirà cosa ha combinato in quegli otto anni? e soprattutto, ne sarà felice? ne dubito
Alzi la mano chi come me ha pensato che la memoria gli sarebbe tornata ad una certa... ma solo quella di lui come narcotrafficante, come una cattiva persona, dimenticandosi invece del suo ruolo come informatore.
Vagando per la città disorientato, salva un bambino da dei rapitori - ovviamente la Santità deve esser praticata quotidianamente - ed è qui che incontra la protagonista femminile, Hu Rong, poliziotta che giustamente lo arresta perché crede che sia uno dei rapitori del bambino pure lui.
Portato in centrale e messo sotto interrogatorio, Liu Zi rivelerà quello che gli ha detto anche il dottore alla spiaggia: non ha memoria degli ultimi 8 anni e non è un rapitore. Ha salvato il bambino come atto di bontà quotidiana e fine.
Ma la lead non gli crede - nonostante lo porti a fare una TAC completa che certifica scientificamente questa perdita di memoria - e giura che scoprirà " tutti i segreti" che Liu Zi nasconde.
Hu Rong scoprirà che Liu Zi era un narcotrafficante? che gli ha ucciso il padre? che in realtà era un informatore?
Dai, non è figo?!
Intrighi, tranelli, quella tensione e paura di essere scoperti...e poi ancora doppiogioco e segreti. Io ci vado a nozze con questa roba.
Certo, c'è una pecca che sin dall'inizio mi ha frenato dall'iniziare la serie: le 47 puntate. Sapete quante sono 47 puntate e di quanto si può allungare il brodo con 47 puntate?! Ed infatti, come avevo ipotizzato il drama è super annacquato. Ma andiamo con ordine:
Se dovessi concentrare la mia opinione di questa serie in una frase direi: è come andare a vedere al cinema un film che aspettavi da mesi e mesi e poi in sala ti mettono 40 minuti di pubblicità ed il film tanto atteso in realtà si rivela un corto di 3 minuti.
Perché effettivamente dal 3 al 40 episodio la trama sopracitata quasi sparisce. Quaranta e passa episodi di Liu Zi che ricostruisce la sua vita, ritrova i suoi amici e li rimette sulla buona strada, cambia 5 volte lavoro, apre ditte, risolve i casini degli amici, si dedica al servizio civile, conosce gente, cattura cattivi insieme alla polizia, si fidanza...ma della trama orizzontale non vi è quasi traccia. Per circa 40 episodi.
Che poi, non è male quello che accade. E' anche carino vedere le relazioni tra i personaggi, la bromance e il restauro dell'esistenza del protagonista. Vengono presentati personaggi interessanti e simpatici - ho amato la second lead ed il capitano Han - e vengono portate in campo tematiche anche piacevoli.
Ma non è questo, quello "per cui ho pagato." Dei tag detti sopra non vi è traccia in questi 40 episodi e per quanto sia bellino questa specie di "slice of life", dove è finita la tensione e l'eccitazione prevista? Il "nemici- amici"?
Non potevano mischiare le cose? farci vedere la vita di Liu Zi e al contempo portare avanti la trama orizzontale?!
Inoltre, per arrivare ai 47 episodi, ci hanno messo di mezzo pure i flashback. Una marea di flashback che mi hanno costretta ad usare il tasto "avanti veloce" più e più volte. Tra le scene già viste e straviste e le scenette delle problematiche degli amici di Li Ziu, mi sono skippata metà serie.
E che le mie parole non siano una completa cazzata, viene certificato da due elementi: il primo riguarda il trailer. TUTTE le scene del trailer provengono dai primi 2 episodi e dagli ultimi 8. Guarda un po'! Sono maligna io o persino la serie sapeva bene quali carte giocare?! Chissà perché nel trailer non ci sono i personaggi secondari o nemmeno una scena dalla parte centrale della serie...
Il secondo elemento ce lo dice Nie Wan che dopo aver passato 40 episodi - e non scherzo - seduto al buio a commentare le azioni di Liu Zi decide, per gli ultimi 8 episodi, di fare qualcosa e movimentare almeno lui un po' le cose, facendoci tornare alla trama orizzontale e concludendo il drama. Grazie Nie Wan.
Gli ultimi 8 episodi poi sono strani:
prima di tutto, sono super frettolosi. Giustamente, tutto quello di cui non hanno parlato fino a mo' deve cicciare fuori adesso. Una informazione dietro l'altra senza dare alla polizia manco il tempo di razionalizzare tutto.
Noi spettatori invece non abbiamo bisogno di assorbire queste scoperte sulla vita del lead negli 8 anni precedenti poiché già le sappiamo. Togliendoci così ogni possibilità di sentirci parte dell'investigazione. Quanto sarebbe stato bello se la serie fosse iniziata con il lead senza memoria e noi e lui avessimo scoperto le cose assieme? Ed invece no. Semplici spettatori di una storia che sappiamo già.
Questa frettolosità si riflette appunto sulla reazione dei personaggi che non fanno manco in tempo a mostrare in volto la loro sorpresa o sconvolgimento: la notizia che il narcotrafficante sia Nie Wan e non Liu Zi, la scoperta che il primo abbia incastrato il secondo e che abbia una fedina penale da serial killer, viene buttata sul tavolo e dopo 2 secondi siamo già all'argomento successivo.
Niente pathos, niente tensione. Questa serie infatti ha il record mio personale di essere l'unico drama con genere "thriller, azione, romantico" visto fino a mo' a non avermi mai fatto sentire in ansia o nervosa.
In pratica, semmai volessi rivedermi questa serie, vedrei le prime due puntate e poi volerei direttamente al 40 episodio.
Andando ai personaggi, salvo solo i secondari ed un po' Liu Zi. Quest'ultimo grazie alla recitazione superba di Willam Chan capace di passare da ragazzotto ingenuo e spensierato a pazzo fuori di testa fino a uomo cazzuto e deciso nell'arco di poche scene. Gli episodi dove crede di essere davvero un narcotrafficante sono un capolavoro recitativo. E' stato bravissimo.
Liu Zi viene poi caratterizzato come un Santo. Seriamente, credo che partecipi a una specie di gara a chi fa più azioni positive per vincere un posto in Paradiso. Non solo è buono e gentile con chiunque ma si farebbe ammazzare per le altre persone. Aiuta le vecchie ad attraversare la strada, dona il sangue, rischia la vita per proteggere la fidanzata poliziotta, salva bambini, aiuta la polizia... un martire praticamente.
Ed infatti è super noioso. Ho amato la parte come infiltrato tra i narcotrafficanti poiché mostrava un Li Ziu che sì faceva la cosa giusta aiutando la polizia ma al contempo lavorava con la droga ed i narcotrafficanti. Era un contrasto interessante. Soprattutto in relazione al suo rapporto con Nie Wan: erano amici e fratelli ma al contempo Liu Zi tradiva la sua fiducia vendendo informazioni alla polizia.
Poi, senza memoria, diviene il Santo Protettore degli Innocenti, Amici e Fidanzata e perde tutto il mio interesse, mostrando un lead buono, dolce e sacrificale fino alla morte.
Quando la recupera invece va fuori di testa - sono gli episodi migliori quelli - combattuto tra la memoria che gli dice che è una cattiva persona e il sapere invece di essere una persona buona. Questo è il contrasto che volevo vedere e che ho amato.
I personaggi secondari sono stati carini anche, soprattutto i second lead. La second parte come ragazzina viziata e appiccicosa ma evolve durante la serie, dimostrando di esser diventata una persona matura. Il Capitano Han invece, mi è piaciuto per la sua calma e compostezza. Compiva dei ragionamenti intelligenti dimostrando di essere anche una persona con una certa sagacia. Peccato che la serie abbia deciso di ucciderlo in un modo atroce, solo per il gusto di alzare la quota dei morti. E farmi odiare ancora di più la lead.
Ohhhhh la lead.
Grazie a Hu Rong ho la mia vincitrice nella categoria della lead peggiore per il quiz di fine anno.
Cosa dire di lei? è dappertutto. Non c'è situazione che la polizia debba risolvere che non sia realizzabile solo e unicamente da lei. Nonostante sia parte di una squadra, i suoi compagni hanno la rilevanza di un fermaporte, perché tanto qualsiasi cosa, c'è Hu Rong.
La serie si è così impegnata a renderla super importante e cazzuta che persino i delinquenti la chiamano " la poliziotta coraggiosa". mado' il cringe Ci sono queste scene dove il drama la spamma in ogni modo che hanno contribuito a farmela odiare ad un livello da galera.
Essendo poi la figlia biologica del poliziotto infiltrato e al contempo figlia del Capo della Polizia e del Vicesindaco della città, la stazione di polizia è il suo regno: tutti la conoscono e la venerano, lasciando da parte protocolli, ordini e gerarchie appena lei è presente.
Irrompe nelle riunioni, non rispetta gli ordini del suo capitano, se ne sbatte delle gerarchie. Mai nessuno che la metta in punizione quando sbaglia o le dia note di demerito. Sia mai!! La principessa potrebbe soffrirne.
Ad un certo punto, le permettono pure di stare nella squadra d'investigazione che sta indagando sul suo futuro marito. Perché d'altronde, i sentimenti personali cosa vuoi che siano di fronte ad un indagine?! E la cosa assurda è che manco indaga. Sta lì con loro, con la faccia depressa e piangente ma in realtà fa solo numero.
A questa scrittura per me terribile di una protagonista, si aggiunge la sua relazione con Li Ziu;
L'intento delle serie era mostrare come per un poliziotto, non importa quanto amore ci sia verso l'altra persona, la giustizia deve sempre venire prima di tutto.
Per tutto il drama assistiamo a Hu Rong che inciucia con Li Ziu, si innamora di lui ma è sempre pronta a portarlo in centrale al minimo sospetto di sgarro. Ed è qui il problema.
Come dice chiaramente il Capitano Han, Li Zu lo conoscono tutti come un bravo ragazzo e si fidano di lui. Ma al contempo, se ci sono dei sospetti, devono investigare. Anche per mitigare qualsiasi dubbio.
Ed invece la lead di dubbi non ne ha.
Quando arresta il suo fidanzato per la morte di quel narcotrafficante da quattro soldi, lo fa piangendo disperata. Piange anche durante l'interrogatorio e di fronte a Li Ziu che nega il suo coinvolgimento e le chiede se almeno lei si fida di lui, lei rimane in silenzio. Piangendo. Tanto che Liu Zi se ne va arrabbiatissimo.
E' giusto che lei faccia il suo lavoro. Ma non è giusto che non abbia nemmeno il minimo dubbio che la situazione non sia come appare. Conoscendo poi il suo ragazzo. E futuro marito.
Idem con il finale. Dove Hu Rong rimane accanto a Liu Zi mentre lui sclera malissimo per il sospetto che sia una persona cattiva e lei NON GLI DICE NULLA. Non gli dice che indagheranno ma si fida di lui perché lo conosce e sa che non farebbe una cosa così, ad esempio.
Anzi, lei inizialmente scappa. E' il padre che le ricorda che l'uomo che presumibilmente ama e che deve sposare, sta vivendo una crisi mentale dolorosa e che lei dovrebbe stargli accanto. Ma sembra che gli stia vicina perché deve e non perché crede in lui e nella sua innocenza.
Qualcuno obietterà: eh ma lei è una poliziotta e se le prove portano tutte a credere che Liu Zi sia cattivo allora lei deve attenersi a quelle.
E allora perché il resto della stazione di polizia non ha creduto alle prove ed infatti poi scoprono che erano tutte una montatura? Perché degli " estranei" si sono fidati di Liu Zi, sul fatto che fosse un bravo ragazzo e non lo ha fatto invece la sua ragazza?
Come posso fare il tifo e innamorarmi di una relazione così??!!!
Hu Rong poi, è per me, una poliziotta terribile. Oltre quanto detto sopra, è impulsiva, testarda, piena di preconcetti e non ha mai dimostrato grandi doti investigative. Certo, è bravissima nell'infiltrarsi e nel menare le mani. Ma oltre a questo poco c'è.
Concludendo: Mi aspettavo una serie totalmente diversa da quanto poi effettivamente visto. Il drama per me è interessante e valido negli episodi iniziali e negli ultimi finali, in relazione a quanto mi era stato promesso. Con il fatto di sapere già tutta la storia, non c'è manco la suspance se non quella di scoprire come i personaggi prenderanno le rivelazioni una volta che verranno fuori. La recitazione è buona, soprattutto quella di William Chan ma la scrittura sia dei personaggi sia della storia potrebbe essere fatta molto meglio.
Voto: 6
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L'uomo invecchiato non si sopporta più che a fatica. Ogni simpatia lo esaspera, poiché sospetta che sia una specie di complicità col nemico interiore che poco a poco divora la sua forza, il suo lavoro, la sua fortuna. Che dire a questi miserabili? Al letto di morte s'incontrano, così, dei vecchi sregolati la cui avarizia non è stata che un'aspra rivincita, un castigo volontario subito per anni con inflessibile rigore. E persino sulla soglia dell'agonia una certa parola, strappata dall'angoscia, testifica ancora un odio di se stessi per il quale forse non c'è perdono.
Georges Bernanos, dal "Diario di un curato di campagna", 1936, cap. I
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Maid Quiet
Dovevamo vederci con Marta, per una piccola birra consolatoria di fine settimana. Ma alla fine non ce n'è stato il tempo. Il giorno dopo Marta mi ha detto di sentire la mancanza della poesia nella vita: dice che è come un tassello che lei non ha. Però me lo ha detto in un messaggio che a me pare proprio una poesia. E io non ho saputo bene cosa risponderle. Subito mi è venuto in mente che io a volte mi impongo la compagnia di certi poeti, una specie di esercizio. La scorsa primavera per esempio è toccato a Yeats. E Yeats è un esercizio bello impegnativo, non è per niente facile, per quel poco che ci ho capito, a lui piace tanto restare enigmatico, ama le scritture automatiche, le rose alchemiche, i vortici, le torri. In mezzo alle sue cose difficili però ne spuntano fuori alcune di una semplicità disarmante. Qualcuno, da dentro alla sua poesia, mi ha chiamata a un certo punto per nome come dice lui -someone called me by my name- e ricordo anche benissimo quand'è che è successo. Ero al dottorato e seguivo dei corsi improvvisati sul momento da docenti che non mi spettavano, su temi che non mi spettavano, su temi che, mi dicevo, non era possibile che spettassero alla letteratura. Ma cos'è in fondo che distingue la letteratura vera da un'indagine documentaristica? Dove esattamente si colloca il confine tra la poesia e l'inchiesta? Tra la poesia e le corse prive di senso in cui ci siamo persi quotidianamente? Cos'è che può assumersi di diritto il nome di arte, per davvero? Non lo so, e in quei momenti lo sapevo anche di meno: ci guardavamo, io e miei colleghi di dottorato, come chi sospetta di aver perso la strada ma non osa dirlo ad alta voce per paura di spaventare il compagno di viaggio. Mi scusi, è qui che abita la poesia? E il docente di americano, per tutta risposta, spegneva le luci in aula e mandava sullo schermo quel film-documentario sul caso della pattuglia di soldati in Afghanistan che per pura noia una sera decidono di stuprare una ragazza e di bruciarne il corpo. Leone d'argento, morality play, commedia grottesca, tutto molto bello. Ma, mi scusi se insisto, è qui allora che abita la poesia? A me pareva proprio che dentro quell' aula ci fosse davvero tutto quanto io abbia sempre considerato estraneo alla poesia. Ma io sono un tantino rigida nelle mie aspettative a riguardo, devo ammetterlo. Per me il canone si esaurisce con la morte di Vittoria. La scomparsa della regina sancisce il tramonto della poesia sul globo terracqueo. Sono rigida, dicevo. Rigida e prevenuta: e il Novecento è sporco delle guerre, e la sua poesia lo dice. Ma quale secolo non è sporco, dopotutto? Il fatto è che io sono proprio rigida, signori, sono prevenuta e sono nel torto. Eppure sento che su quella soglia, alla morte di Vittoria, la poesia fa come per salutare con la sua piccola mano: sento che quello è in qualche modo un tramonto, molto nuvoloso, e che la poesia in quell'istante brilla più intensa che mai: 22 gennaio 1901. A silver lining: la poesia è una linea d'argento che si disegna sui profili di nuvoloni neri. Sono davvero dei grossi nuvoloni quelli che arrivano, io non mi sbaglio. E so di non sbagliare perché me lo ha detto proprio un poeta, un poeta mi ha chiamata per nome a un certo punto -someone called me by my name- e me lo ha detto. Uno che l'ha vista, quell'alba del 22 gennaio 1901; uno che ha aiutato la piccola mano della poesia a salutare il secolo che tramontava, l'ha aiutata blindandosi nelle sue torri, nascondendosi nei suoi vortici, interrogando le sue letture automatiche e le sue rose alchemiche: William Butler Yeats un giorno mi ha chiamata per nome (someone called me by my name) e mi ha detto semplicemente
"The wrong of unshapely things is a wrong too great to be told."
Il torto delle cose brutte è un torto troppo grande da dire.
Io trovo che qui ci sia tutto: la poesia non vuole dirle, certe cose. E poi ha fame di rimediare al brutto. La poesia ha proprio fame, fame di rifare la terra, come dice lui, e di rifare il cielo e l'acqua: ha fame di rifarli belli, uno scrigno d'oro in cui mettere al riparo quell'immagine che è capace di far sbocciare una rosa nel profondo del cuore. Allora non mi sbagliavo, e in auell'aula non abitava la poesia. Questo solo verso, di tutti i versi, me lo dimostra, che la poesia ha ancora fame di rimediare al brutto. Ma avevo torto invece a pensare che fosse tramontata con Vittoria: questo me lo ha dimostrato Marta, che la cerca ancora, come me. Allora le ho risposto che io amo la poesia proprio perché è un tassello che va cercato sempre, lo cerchi anche quando non te ne accorgi, e lui immancabilmente sa trovare spazio perché è capace di farsi breve, piccolo, più piccolo di una emoticon o di un hashtag, anche un solo verso, anche una sola parola. La poesia è così brava a stare dentro al palmo di una mano che è rimasta davvero l'unico tassello in grado di avere senso dentro a giornate troppo spesso prive di senso e sempre (questa la garanzia) prive di tempo; è capace di perdonare le negligenze di uno e di aspettarlo per mesi, pure per anni, cosa che un romanzo lasciato al primo capitolo non è davvero disposto a concederti: tu devi solo ricominciare. Per questo le voglio davvero bene, e mi fa venire come voglia di urlarlo al mondo, che persino in questo tempo che non ha tempo per niente, neanche per una piccola birra consolatoria, un tempo in cui semplicemente non c'è spazio fisico per alcuna narrativa di senso compiuto, sento che la poesia ha fame. E davvero il presente è proprio il tempo perfetto, come dice parlando delle lettere Virginia Woolf al suo giovane poeta:
The great age of letter–writing is, of course, the present.
Il tempo delle lettere non è tramontato con l'invenzione del telegrafo o del telefono, attenzione: questo è invece il suo grande momento, è oggi il trionfo della corrispondenza epistolare. O della poesia. E così come voglio bene alla poesia, io voglio bene a Marta, che l'altra sera davanti a una piccola birra e dietro ai resoconti delle sue corse dietro al tempo ai figli al lavoro mi avrebbe parlato di poesia, io lo so. Un tassello che, davvero, non le manca per niente. A me invece è mancato vederla, l'altra sera. E la poesia, che mi corrisponde nell'amore, lo sento benissimo, mi ha dato stamattina una parola per dire perfettamente il mio desiderio inappagato di stare con lei: appetite. Io e Marta non abbiamo bevuto insieme eppure sono rimasta con fame. E sento che la mia fame non è molto lontana dalla fame di Yeats, quella con cui lui voleva rifare il mondo e tutte le sue cose:
I hunger to build them anew.
C'era una grande, bellissima mimosa lungo il sentiero di tufo che porta all'asilo di Agnese: ci andavamo spesso con lei a febbraio, anche prima che iniziasse la scuola, a fare dei piccoli rametti, quei pochi che ci venivano lasciati a portata di mano da chiunque altro avesse voglia di farsi un giro sotto l'albero. Un giorno salendo a scuola la scorsa primavera l'abbiamo trovata aperta in due, una metà era crollata a terra, e i merli le giravano intorno confusi, non sapevano più cosa farci con quei rami prostrati, come funzionano ora? Mi è venuto da piangere perché la mimosa così ridotta mi ha fatto pensare al corpo di mio padre, prostrato, sopra a un letto d'ospedale parcheggiato in camera. E soprattutto perché mi sono detta, immediatamente, che così non poteva mica continuare: che l'avrebbero tagliato, quell'albero che era un po' nostro, perché adesso lui era solo un pericolo per i bambini sulla strada di scuola. E così è stato, ma ci sono voluti mesi, tanto che alla fine neanche ci facevo più caso, passando in macchina ai piedi del sentiero, se la mimosa fosse ancora lì. Finché un giorno rientrando a casa non c'era più, così facile.
Where has Maid Quiet gone to,
Nodding her russet hood?
The winds that awakened the stars
Are blowing through my blood.
O how could I be so calm
When she rose up to depart?
Now words that called up the lightning
Are hurtling through my heart.
Senza cerimonie, né funerali, né saluti pubblici, se n'era andata: e io come ho fatto a restare così calma quando lei si è alzata per andare? Cosa resta di lei ora che il tronco non c'è più? Me lo chiedo della mimosa, me lo chiedo di mio padre, me lo chiedo insieme a William Butler Yeats: me lo chiedo insieme a Marta, lo so. E la risposta è lì, accanto al sentiero di tufo: proprio lì dove è rimasta prostrata per settimane la madre, ora si vede, passando anche da lontano, un bel prato di piccole, verdi, rigogliose mimose: le figlie. Le figlie rimangono, e fanno fatica, ma ad ogni acquazzone che viene quelle prendono qualche centimetro, sempre più alte, finché qualcuna di loro non deciderà che è tempo di mettere su un piccolo tronco, e così forse anche lei sarà una madre, un padre. Ecco quello che rimane: io so che Marta è una giovane mimosa, sembra quasi un fiore a guardarla ma lei è già un piccolo albero, e cresce con ogni acquazzone che arriva. E saperla con me, in questo prato che è un po' orfano, mi fa sentire che vale ancora la pena di mettere su un tronco. Mi fa sentire che questo è ancora il grande o piccolo -che importa?- tempo della poesia, il presente.
E comunque poi ce la siamo bevuta la birra della consolazione, e non è stata solo una.
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Lorena Paolini uccisa, il marito Andrea Cieri indagato per omicidio: la svolta nell'indagine Il delitto di Ortona ha un presunto colpevole. Andrea Cieri, il marito di Lorena Paolini, è indagato per omicidio. L'uomo è stato interrogato in Procura a Chieti mercoledì mattina. L'imprenditore aveva chiamato i soccorsi la scorsa domenica, raccontando di aver trovato la moglie agonizzante sul divano al suo rientro a casa. Inizialmente il caso era stato catalogato come «malore». Poi la scoperta di un segno sul collo della vittima ha cambiato la percezione degli investigatori. Adesso, il sospetto è che possa trattarsi di un nuovo caso di femminicidio. Cieri è entrato in procura da un ingresso secondario accompagnato dal difensore Maddalena Di Gregorio: all'uscita non ha rilasciato dichiarazioni anche se il suo avvocato ha parlato di un atteggiamento «collaborativo» con i pm. La Procura di Chieti ha aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti. In Procura in mattinata era arrivato anche il medico legale Cristian D'Ovidio: l'autopsia verrà eseguita domani, l'inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti, Giuseppe Falasca. La Scientifica cerca prove nell'abitazione I Carabinieri della sezione investigativa scientifica sono tornati ieri mattina a Ortona per un sopralluogo nell'abitazione, sotto sequestro, di Lorena Paolini e Andrea Cieri. Una morte sospetta quella della 53enne, dal momento che sul collo della donna si è evidenziato un segno che ha portato a scartare la pista del malore e che ha determinato la Procura della Repubblica di Chieti ad aprire un'inchiesta per omicidio volontario a carico di ignoti. Sempre in mattinata i Carabinieri di Ortona sono tornati in Procura a Chieti per una riunione con il titolare dell'inchiesta, il sostituto procuratore Giuseppe Falasca, che ha già interrogato nella caserma dei carabinieri di Ortona, due volte, nel pomeriggio del 18 e poi ieri pomeriggio, diversi testimoni, a cominciare dai familiari della donna, madre di due figlie.
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Lasciamo scegliere Elizabeth: risposta alle obiezioni più frequenti di chi tifa per la coppia Jack-Elizabeth (J/E)
Premessa: se pensi che Jack Sparrow sia il miglior partner per Elizabeth Swann e sei particolarmente sensibile alle critiche rivolte alla tua coppia ideale, anche se argomentate, ti sconsiglio di leggere questo post. Non offendo le persone né giudico i loro gusti e non m’interessa prendere parte alle “guerre tra fan”; inoltre, mi ritengo capace di esprimere la mia opinione in maniera civile e rispettosa. Tuttavia, so anche quanto possa diventare suscettibile e “protettiva” la gente nei confronti del proprio personaggio preferito e delle proprie coppie del cuore. 🙂
In sintesi: no agli insulti gratuiti, sì alle critiche costruttive. Se la vedi così anche tu, allora leggi pure il resto del post, indipendentemente da ciò che pensi della coppia J/E. Se, invece, tendi a evitare qualsiasi tipo di critica alle tue coppie del cuore, ti suggerisco di fermarti qui e non proseguire la lettura. Fan avvisato, mezzo salvato! 😉
Post molto lungo ⚠️ 🚧
[Parte 1 qui]
Parte 2: Il rapporto fra libertà e amore
C’è un messaggio fondamentale contenuto nella saga “Pirati dei Caraibi”, o perlomeno nei primi tre film (ovvero quelli che ci mostrano l’evoluzione del personaggio di Elizabeth), e si può riassumere così: amare una persona significa volerla libera. Ciò implica combattere per la sua libertà e, se necessario per garantirla, rinunciare a una parte della propria.
La relazione fra Elizabeth e Will esemplifica questo concetto ed è chiaramente improntata alla reciprocità. Ad esempio, quando Elizabeth viene fatta prigioniera nel primo film, Will si dimostra disposto a tutto per liberarla, rischiando come minimo il carcere; ma è altrettanto vero che, nel momento in cui tocca a lui essere tenuto prigioniero, è grazie a Elizabeth che diventa possibile la sua liberazione, dopo che lei riesce a convincere il Commodoro a cambiare rotta accettandone la proposta di matrimonio.
Faccio notare, inoltre, che Will ed Elizabeth, benché sperimentino problemi di comprensione (il che è realistico in una coppia… Com’era quel discorso sulla “favoletta”?), non si manipolano mai a vicenda. Il peggio che fanno è nascondersi delle cose (Elizabeth non dice a Will che ha baciato Jack per darlo il pasto al Kraken, Will non dice a Elizabeth che ha intenzione di tradire gli altri pirati per impadronirsi della Perla e tentare di liberare il padre). Sbagliano? Certamente. Eppure nessuno dei due inganna deliberatamente l’altro per perseguire scopi egoistici: il silenzio di Elizabeth è causato dalla vergogna e dal senso di colpa, quello di Will dall’idea errata che lei non lo ami più e gli preferisca Jack. Al contrario, Jack manipola Elizabeth per indurla a “orientare” la bussola verso il Forziere di Davy Jones e non sembra mai pentirsene.
Ma non era su questo che volevo soffermarmi, bensì sul ruolo del personaggio di Will nella questione della libertà di Elizabeth.
Ho già menzionato qualcosa che accade del primo film. Nel secondo Will è nuovamente impegnato a cercare di liberare Elizabeth, questa volta dalla prigione in cui l’ha fatta rinchiudere Beckett. In seguito, quando sospetta che lei stia soffrendo per la morte di Jack e provi qualcosa per lui (a causa del bacio che li ha visti scambiarsi), chiede se sia possibile far tornare Jack ed è probabile che sia un tentativo di consolarla.
Nel terzo film non solo le salva letteralmente la vita due volte, a Singapore e quando Davy Jones la disarma, ma si schiera senza esitazione al suo fianco nel momento in cui lei ribadisce di voler affrontare Beckett in uno scontro aperto.
In generale è quasi sempre attento ai suoi desideri e alle sue necessità: le insegna a tirare di scherma e rispetta eventuali confini da lei posti. Nel primo film, nel corso del tête-à-tête nella stiva dell’Interceptor, rinuncia a baciarla (benché i loro volti siano vicinissimi!) allorché lei si ferma; nel terzo film, durante il confronto che segue al salvataggio di Jack dallo Scrigno di Davy Jones, prova a trattenerla perché ha bisogno di spiegazioni, eppure la lascia andare quasi subito, dimostrando di comprendere e rispettare la sua volontà di allontanarsi da lui, malgrado la cosa non gli faccia per nulla piacere.
Will ed Elizabeth, inoltre, collaborano sempre durante le battaglie, a cominciare da quella fra Interceptor e Perla Nera – durante la quale coordinano insieme la difesa, con il supporto di Anamaria e Mastro Gibbs – per finire con la leggendaria danza-combattimento che contraddistingue la Battaglia del Maelstrom.
Jack salva la vita di Elizabeth nel primo film, mentre nel terzo dà prova di altruismo aiutando Will morente a pugnalare il cuore di Davy Jones, per poi allontanare la stessa Elizabeth dall’Olandese che sta affondando. Una persona vendicativa le avrebbe reso pan per focaccia, dato che lei l’aveva consegnato al Kraken, ma Jack agisce nel modo più giusto e sceglie di proteggerla e soccorrerla. Tuttavia, al di là di queste rispettabili operazioni di salvataggio, dei flirt maliziosi e dell’astuta manipolazione, si può dire che non c’è altro.
Non riesco a trovare nemmeno una scena, in nessuno dei tre film, in cui Jack si espone per garantire la libertà di Elizabeth.
Il suo gesto più eroico potrebbe essere la decisione di tornare sulla Perla dopo aver tentato di sfuggire al Kraken a bordo di una scialuppa, ma non si tratta di un’azione il cui scopo diretto è assicurare a lei la libertà, quanto di una dimostrazione che anche Jack ha una propria coscienza e moralità, e che abbandonare nave e ciurma in un momento di massimo pericolo lo porta a confrontarsi con la parte meno coraggiosa e più egoista di sé.
Lui torna indietro perché sente che è uno sbaglio scappare tanto vigliaccamente, perciò sceglie di agire come un vero Capitano (e un brav’uomo), ricongiungendosi all’equipaggio che sta rischiando la vita. L’ha fatto anche per Elizabeth? Certo, se non altro perché lei era su quella nave. La sua presenza potrebbe averlo motivato, ma basta questo per dedurre che la libertà di Elizabeth è una priorità per lui? Non credo.
La propria libertà è una priorità assoluta per Jack. Non quella di qualcun altro.
E non c’è nulla di male, perché il personaggio è caratterizzato in questa maniera. Il suo essere così libero, spregiudicato, non tagliato per le relazioni serie che richiedono un impegno reciproco, incapace di restare fuori da guai e al tempo stesso abbastanza furbo da tirarsene fuori… fa parte del suo fascino. È ciò che lo rende iconico e divertente.
Quanto al conformismo che Will rappresenterebbe… sinceramente non capisco questa critica. È conformista un uomo che libera un pirata rinchiuso in prigione e ruba una nave con lui per lanciarsi in un’operazione di salvataggio, in barba alle autorità che gli hanno ordinato di starsene al suo posto? È conformista un uomo che nel XVIII secolo dà lezioni di scherma a una donna aristocratica che è anche la sua fidanzata? (E le lezioni sono state piuttosto efficaci, a giudicare dai risultati…)
Fine Parte 2 🚧 [continua…]
Immagini tratte da: moony-clo, owenhcrper, daeneryssansa, PoTC - Jack Sparrow Imagines, frodo-sam, Google Immagini.
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Giancarlo De Cataldo "Il bacio del calabrone", presentazione di Salvina Pizzuoli
Una morte sospetta proietta un’ombra sinistra su una prima all’Opera. Giancarlo De Cataldo compone con maestria una trama affascinante, dal sapore classico e dal ritmo serrato. Un mistero che porta il Pm Manrico Spinori a conoscere, molto da vicino, l’ambiente dell’alta moda internazionale.(dal Catalogo Einaudi) Un nuovo caso per il pm Manrico Spinori, il contino, protagonista dalle…
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#Einaudi Editore#Giancarlo De Cataldo "Il bacio del calabrone"#presentazione di Salvina Pizzuoli
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Trento: tentano una truffa ai danni della Questura, ma senza successo
Trento: tentato nuovo metodo di truffa ai danni della Questura, ma senza successo. Si susseguono nelle ultime settimane i tentativi di truffe online, spesso portate avanti attraverso richieste di denaro necessarie a sostenere fantomatiche cure salva vita. L’ultima ha avuto però un bersaglio inaspettato: la Questura di Trento. È stato infatti pubblicato dall’utente “Charlotte Petra” un commento ad un post della Questura cittadina. Di seguito si riporta il commento in questione nella sua versione integrale: “Ciao, mi dispiace contattarti in quel modo. Ho appena visto il tuo profilo e penso che tu sia la persona giusta per me. Ad ogni modo, mi chiamo Charlotte Gudrun Petra, sono una donna tedesca di nascita e vivo in Portogallo. Ho una malattia grave, un cancro alla gola che mi condanna a morte certa, e in totale ho 800.000 euro, che vorrei trasmettere a una persona affidabile e onesta. Ho una società che importa olio d'oliva rosso in Portogallo e 6 anni fa ho perso mio marito, l'ho sperimentato molto e non posso sposarmi fino ad oggi, non abbiamo figli. Voglio donare questo importo prima di morire in modo che i miei giorni siano contati a causa di questa malattia per la quale non riesco a trovare una cura, ma una società calmante in Portogallo non vuole sapere se puoi usare questa donazione. Questa è la mia e-mail: [email protected]”. Tuttavia, non vi è stata - da parte del personale della Questura - alcuna interazione, necessaria affinché questa tipologia di truffa potesse avere successo. Questo infatti il metodo che viene utilizzato in questi casi: una somma di denaro allettante, accompagnata ad una storia commuovente, viene messa a disposizione dell’utente inconsapevole, a fronte dell’effettuazione di un bonifico immediato affinché tale somma – asseritamente “bloccata”, come in questo caso – possa essere trasferita al cittadino ignaro della truffa. Si invita quindi la cittadinanza a fare attenzione ad ogni improvvisa richiesta di denaro da parte di enti, di estranei, nonché di quelle provenienti da fantomatici figli che lamentano lo smarrimento del proprio telefono cellulare e richiedono – attraverso un numero di telefono diverso dal proprio - denaro per cure mediche improvvise, segnalando tempestivamente ogni operazione sospetta alle Forze dell’Ordine.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Big data e IA contro le nascite premature in Lombardia
AGI – In Lombardia si sono registrati oltre 4.280 parti prematuri (entro la 37esima settimana) nel 2022 e nel mondo la nascita prematura è la principale causa di morte per i bambini al di sotto dei cinque anni, con circa 900.000 decessi neonatali registrati ogni anno. Sebbene le cause delle nascite premature non siano ancora chiare, si sospetta che l’ambiente possa essere tra i principali fattori…
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