#Monoteismo
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– Sono preoccupato per il mio amico immaginario.
– E perché?
– Da qualche tempo è convinto di essere la divinità di un culto monoteista.
– Ne sei sicuro?
– Il sospetto mi è venuto quando ha cominciato a dire: «Scatenate guerre in mio nome, altrimenti che figura ci faccio?».
FINE
[L'Ideota]
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GLI USA, LA NUOVA GERUSALEMME SECONDO LA MASSONERIA, PERCHE' SONO IMPOTENTI CONTRO I SIONISTI DELLA VECCHIA GERUSALEMME?
Massoneria: Stella splendente di Davide di Redazione Nell’ottimo articolo di REMOCONTRO qui riportato, si evidenziano i difficili rapporti che intercorrono tra gli Stati Uniti e Israele a causa del genocidio in corso a Gaza. In questi difficili rapporti politici tra lo Stato teocratico palese israeliano e quello più occulto statunitense, sembra esistano scontri sotterranei su chi deve stare al…
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I grossolani errori che gli antichi ebbero intorno alla Divinità, dovrebbono esser bastanti a sollevare ogni saggio contro i malaugurati pregiudizj dei popoli. Compresi più da timore, che da un trasporto secreto verso quell'Essere, che non si può conoscere senza amare, e non si può vivere senza conoscere, i nostri avi fecero di quel culto, che appaga sì abbondantemente i cuori ragionevoli e sensibili, un oggetto di esecrazione e di sacrilegio. Negarono alla Divinità ciò che gli apparteneva, e gli attribuirono quello di cui il più abbietto degli uomini avrebbe arrossito. Ersero altari alle passioni, divinizzarono le infamie, offrirono sacrifizj ai bruti più vili.
La voluttà, la libidine, il pallore, la febbre, la tempesta, ebbero tempj ed incensi.
[...]
Splendida testimonianza in favore della unità di Dio diè Sofocle in quei memorabili versi […]:
Un solo invero è il Dio, che i cieli, e questa, Che calchiamo co' piè, spaziosa terra, Che l'azzurra del mar palude immensa Solo compose , e diede ai venti il soffio. Ma noi mortali ahimè! da error guidati, Statue femmo agli Dei di sasso, e legno, O d'eburneo lavóro, o d'or vestite: E a queste allor che con incensi e feste Tributo offriam di largo sangue e d'inni, Stolti ! crediam pei Dei nutrir pietade.
[...]
Massimo Madaurense, vecchio Idolatra, scriveva a Sant'Agostino: 《In verità chi può mai essere assai debole di mente, e assai pazzo, per non considerare come certissima verità, che avvi un solo Dio, sommo, senza principio, senza prole, Padre massimo, per dir così, e magnificentissimo della natura? Noi invochiamo con differenti vocaboli gl'influssi di quest'Essere, sparsi per tutto il mondo, perchè il suo proprio e vero nome ci è ignoto.》
#dio#dei#monoteismo#paganesimo#saggio sopra gli errori popolari degli antichi#leopardi cristiano#l'adolescenza è un periodo difficile#il nome di dio#sofocle#sant'agostino
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Dio uno e trino
Il Credo distingue le tre Persone della Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo): c’è un’unica sostanza divina ma una relazione tra le Persone all’interno della Trinità. Per questo il nostro è un monoteismo trinitario che ci distingue dagli altri monoteismi. (more…) “”
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La religione cristiana, e la cattolica in particolare, è una delle religioni più politeiste che ci sia. Basta pensare al culto della Madonna, di San Gennaro o di Padre Pio: non c'è nulla, tranne l'atto creatore, che li distingua dalla divinità, si pregano perché facciano i miracoli, ed ogni giorno ha più di un santo associato...
Sorrido sempre, quando sento parlare di monoteismo cristiano (già il fatto che si veneri ANCHE il figlio di Dio lo renderebbe politeista già dal nome!).
@clacclo
Scherza coi santi
Il culto dei santi è più vicino al paganesimo e per questo mi è caro.
L. Scarlini (curatore), Alfabeto Poli, Torino, Einaudi, 2013
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Critica Climatica
La tecnica del "non funziona allora usiamone di più", è stata usata con i vaccini, con le armi in Ucraina e con la decarbonizzszione per salvare il pianeta.
Casualmente sono sempre i soliti ad usarla.
Il catastrofista: “Mentre il pianeta si riscalda e il ghiaccio polare si scioglie e il mare si alza..”
A quel punto si può smettere di leggere. Quasi tutto il ghiaccio polare che si scioglie galleggia, quindi lo scioglimento non influisce sul livello del mare. (Conoscete Archimede?)
L'idea che la CO2 sia la causa della rovina del pianeta, rientra nella categoria del MONOTEISMO MALVAGIO.
E' quella per cui si vede un'unica causa per un problema ipercomplesso.
E' una spiegazione mistica.
@climacritic
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Affascinare
Monoteismo. Monomania. Monogamia. Monotonia. Niente di buono inizia con questo prefisso.
Esiste una parola più mistificante, abusata, fraintesa, più estensibile a livello di significati e di propositi, più contaminata dagli sputacchi di miliardi di lingue bugiarde, della parola "amore"? È c'è qualcosa di più scontato di tutto questo?.
Vorrei suggerire l'idea che il fallimento ci possa raccontare più cose del successo, e un cattivo perdente più cose di un perdente buono.
Cercavo solo di far notare che si arriva quasi sempre all'insulto quando la discussione è persa. E che cerchi di affibbiarmi un'etichetta. Ma io non sono una valigia.
Elizabeth Finch, insieme al suo abbigliamento tanto fuori moda quanto interessante, al modo particolare con cui fumava le sigarette, alle scarpe brogue portate con infinita grazia. Ammetto che le donne che le indossano mi piacciono sempre molto. Come mi è piaciuta Elizabeth Finch.
Julian Barnes tratteggia attraverso Neil, un personaggio così dolce quanto "fallito", il ricordo speciale di questa donna, conosciuta da Neil come professoressa del corso di Cultura e Società. Una classe di studenti in parte affascinata, in parte terrorizzata dal suo modo particolare di insegnare: discutendo, attraverso un approccio maieutico lontanissimo dal comune "infarcire nozioni ad oche da ingrasso" che spingeva gli studenti a vedere le cose da angolazioni del tutte nuove, a buttare luce su tempi ritenuti oscuri, e sui personaggi, spesso colposamente ai margini delle Storie. Va da sé che di un tipo così o ci si lascia affascinare, oppure la si detesta.
Il nostro protagonista appartiene al primo schieramento, tanto che coltiva, con pudore e costanza, il rapporto con la docente, con cui di tanto in tanto si vede per un pranzo, in un ristorante italiano. E lì si continua a discutere, a chiacchierare, a confrontarsi. Ma succederà qualcosa, che non vi svelo, per cui verrà affidato a Neil una sorta di progetto incompiuto, caro a Finch: uno studio su Flavio Claudio Giuliano, Imperatore di Roma, passato alla storia come l'Apostata, ultimo imperatore che tentò di far tornare politeista l'Impero, essendo non cristiano.
Ci sono due questioni che ho adorato: la prima riguarda il come Neil descrive il suo rapporto con Elizabeth, e tutti i dubbi che vengono al pettine quando si costruisce un'idea su un altro nel momento in cui ne conosciamo solo una parte, una dimensione. Si notano tutti gli scoramenti, i passi indecisi, che ognuno di noi fa quando vorrebbe, ma non può, conoscere meglio l'altro. La seconda è più sottile, e riguarda appunto il fascino: fascino è probabilmente il miglior esempio di enantiosemia, cioè quando acquisite condizioni polisemiche, una parola può avere un significato opposto a quello etimologico. Infatti il fascinus era un amuleto contro l'influenza malefica che si ritiene possa emanare dallo sguardo degli invidiosi, degli adulatori, degli affetti da qualche morbo. Era in pratica una sorta di malia. Con lo stesso termine, si indicava il dio Priapo, e i Romani chiamavano con lo stesso modo il suo attributo sessuale, il pene di dimensioni gigantesche, simbolo di fertilità e di ricchezza. Tanto è vero che era pratica comune indossare dei piccoli amuleti a forma fallica contro la negativa malia. Solo in tempi molto più recenti, il fascino diventa un'attrattiva seduttiva, che seppur "funzioni" allo stesso modo, non è più legato all'allontanare lo sguardo dell'invidioso, ma a catturare colui che si vuole far rapire. Come lo fa, leggendo le considerazioni di Neil, Elizabeth Finch.
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Luca Bottura
@bravimabasta
Sommessamente, con la massima cautela, senza cadere in estremismi e limitando l'analisi alla mera considerazione numerica, pare affermarsi la denegata ipotesi, ovviamente opinabile, di parte, forse un filo affrettata, che Benjamin Netanyahu con la rappresaglia verso i palestinesi tutti, mica verso Hamas, possa aver appena appena, sia detto sottovoce, senza isterismi, un pochino esagerato e rotto parcellarmente i coglioni, soprattutto perché, al di là delle tifoserie, sta probabilmente, è possibile, non lo darei per certo, mettendo le basi per un conflitto a catena che, così, a spanne, evitando ogni analisi semplicistica, può portare a un domino di carneficine. Sempre, naturalmente, col massimo rispetto per il popolo ebraico, l'ebraismo in genere, e anche per il mondo arabo, peraltro tutti risalenti a quella specie di outlet del monoteismo che è Gerusalemme, al quale noi cattolici per appartenenza geografica o anche agnostici rispettosi abbiamo comunque attinto. Spero di non essere stato troppo diretto. Buon anno. #31dicembre
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Nel mio sangue circola un arcipelago di popoli del Mediterraneo. Da un prelievo vorrei conoscerne i nomi, come un appello in classe dove i nominati dicessero: presente. E se ne risultasse qualcuno mancante, provvederei con una trasfusione a completare l’assemblea. Pochi incroci sono avvenuti con feste di nozze, la gran parte attraverso emigrazioni, epidemie, deportazioni di schiavi, stupri di conquistatori. Vengo da Napoli, una città fondata da stranieri, Greci. Roma ha fra i suoi capostipiti un profugo da una città in fiamme, Enea da Troia. Via mare sono sbarcati portatori di merci, arti, tecniche, sementi. Filosofi, astronomi, scrittori di teatro e di poemi, calcolatori in numeri arabi e in geometrie, architetti, musici, scultori, portatori di religioni e infine della loro ultima notizia, il monoteismo. Appartengo al Mediterraneo che non è nord né sud, non è oriente e neanche occidente. È ventre liquido in comune ai tre più antichi continenti delle civiltà, Africa, Asia, Europa. Una mattina arrivato sull’isola greca di Kos chiesi a chi mi ospita il nome dell’isola di fronte. “La più grande che abbiamo, arriva fino a Vladivostok e si chiama Asia”. A metri zero sul livello del mare ho avuto la vertigine di stare davanti al più vasto dei continenti, apparso nella foschia del primo mattino. Arriva fino all’Oceano Pacifico. Per questo incrocio di terre affacciate sul Mediterraneo sento la parentela stretta con ogni suo viaggiatore. La lingua latina lo ha chiamato Nostrum, il più affettuoso nome dato a un mare. È un Nostrum che non esclude gli altri e non segrega al suo interno. È il nostro dell’ospitalità per il viandante, accolto perché la polvere dei suoi sandali, venuta da lontano, feconda il suolo in cui fa la sua sosta. Le sue storie ingrandiscono il repertorio dei racconti. La sua spezia condisce la scodella di chi l’invita all’ombra.
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El Monoteismo y el Politeismo por Samael Aun Weor #jesusagrario
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POLITEÍSMO...MONOTEISMO: CULTURA.....
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In internet manifestimo il sogno d'una conoscenza universale. Tuttavia, la quantità di risorse di cui disponiamo è tale che il sogno di conoscenza s’infrange contro ogni idea di decifrazione. Poichè è impossibile conoscere tutto. Come il talmudista (talmud significa ‘studio’) chiosa e rovista le prescrizioni della Torah fino a renderle inapplicabili, così lo studioso rimugina e sbriciola le sue possibilità di ricerca una dopo l’altra, infinitamente.Per l’internauta ( mi riferisco in primis a me) la ricerca non può trovare conclusione, poiché la quantità di materiale accumulabile oltrepassa la possibilità di rimuginarlo interamente. La conoscenza si mantiene oscura nonostante la facilità d’accesso; e proprio per via di questa facilità, siamo spinti a non abbandonare la ricerca ossessiva, di pagina in pagina, di link in link. Google, Internet Archive, Wikipedia fanno risorgere il fantasma dell’antico ermetismo, l’immensa raccolta di testi della sapienza occulta, di immagini mnemoniche, di simboli e di pratiche magiche miranti a padroneggiare tutto lo scibile. Ma cosa smarriamo in questa ricerca ossessiva, Cosa ci viene tolto? I movimenti, le carni, i sapori, gli odori, cancellati dal monoteismo di un solo mondo comunicativo lontano dai nostri sensi. Siamo diventati tutti tuttologi, senza capire ancora che Internet non è monolitico; è invece multiplo, diversificato, frammentato, contraddittorio, tutto nello stesso tempo e se non lo avessimo continuamente davanti agli occhi sapremmo rispondere a mala pena ad un decimo delle domande poste. Futuro o Inganno?
#liberopensiero #robertonicolettiballatibonaffini #web #esoterico #knowledge #mind #mindset #conoscenza #internet
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Jan Assam, Non avrai altro dio. Il monoteismo e il linguaggio della violenza, il Mulino, 2007
scheda dell’editore: https://www.mulino.it/isbn/9788815120335 Di fronte alla violenza inaudita che viene commessa nel nome di Dio e delle Scritture è lecito chiedersi se esista una violenza intrinseca del discorso religioso monoteista. Rileggendo alcuni brani dell’Antico Testamento, Assmann ritrova le radici storiche di tale violenza nel carattere esclusivo dell’unico Dio e nell’immagine di una…
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"L’Europa ha assimilato la cultura greco-romana sia sul piano del diritto che su quello del pensiero filosofico, e persino sul piano delle credenze popolari. Il cristianesimo ha inglobato, spesso con molta disinvoltura, riti e miti pagani e forme di politeismo sopravvivono nella religiosità popolare. Non è solo il mondo rinascimentale che si è popolato di Veneri ed Apolli, ed è andato a riscoprire il mondo classico, le sue rovine ed i suoi manoscritti. Il medioevo cristiano ha costruito la sua teologia sul pensiero di Aristotele, riscoperto attraverso gli Arabi, e se ignorava in massima parte Platone, non ignorava il neoplatonismo, che grandemente ha influenzato i padri della Chiesa. La nozione stessa di impero, su cui si è svolto lo scontro millenario tra Stati europei e tra gli Stati e la Chiesa, è di origine romana. L’Europa cristiana ha eletto il latino di Roma a lingua dei riti sacri, del pensiero religioso, del diritto, delle dispute universitarie. D’altra parte non è concepibile una tradizione cristiana senza il monoteismo giudaico. Il testo su cui la cultura Europea si è fondata, il primo testo che il primo stampatore ha pensato di stampare, il testo traducendo il quale Lutero ha praticamente fondato la lingua tedesca, il testo principe del mondo protestante, è la Bibbia. L’Europa cristiana è nata e cresciuta cantando i salmi, recitando i profeti, meditando su Giobbe o su Abramo. Il monoteismo ebraico è stato anzi il solo collante che ha permesso un dialogo tra monoteismo cristiano e monoteismo musulmano. Ma non finisce qui. Infatti la cultura greca, almeno dai tempi di Pitagora, non sarebbe pensabile senza tener conto della cultura egizia, e al magistero degli egizi o dei caldei si è ispirato il più tipico dei fenomeno culturali europei, vale a dire il Rinascimento, mentre l’immaginario Europeo, dalle prime decifrazioni degli obelischi a Champollion, dallo stile impero alle fantasticherie New Age, modernissime e molto occidentali, si è nutrito di Nefertiti, misteri delle piramidi, maledizioni del faraone e scarabei d’oro. Io non vedrei inopportuno, in una Costituzione [Europea], un riferimento alle radici greco-romane e giudaico-cristiane del nostro continente, unito all’affermazione che, proprio in virtù di queste radici, così come Roma ha aperto il proprio Pantheon a dei d’ogni razza e ha posto sul trono imperiale un uomo dalla pelle nera (né si dimentichi che sant’Agostino era nato in Africa), il continente è aperto all’integrazione di ogni altro apporto culturale ed etnico, considerando questa disposizione all’apertura proprio una delle sue caratteristiche culturali più profonde". Umberto Eco, Le radici dell'Europa, 2003. Bustina di Minerva raccolta nella miscellanea pubblicata sotto il titolo Pape Satan Aleppe, La nave di Teseo.
Riporto questo testo di straordinaria eleganza e bellezza, se si pensa che chi lo ha scritto era un laico, ateo ed esperto di filosofia antica e che questo articolo era pensato per un pubblico vario e senza particolari competenze, con cui Eco riesce a comunicare nel modo più limpido e senza alcuna accondiscendenza. Personalmente, pur comprendendo l'inattualità della mia posizione, mi ritengo più pagano che cristiano, ma anche se sul trono di Cesare si è seduto il Papa, come ebbe a dire il grande storico Edward Gibbon, e anche se una parte di me individua nel fondamentalismo monoteista la gran parte dei mali del mondo, non sono così cieco da non rispettare profondamente le esperienze culturali e spirituali del mondo abramitico (Cristiani, Ebrei, Musulmani). Io spero, pur con estremo disincanto, più in un unione dei popoli Mediterranei che nell'Europa tout-court. Senza nulla togliere ai popoli del Settentrione, mi pare che le divergenze in sede di comunità europea abbiano ampiamente chiarito che c'è poca comunione di intenti e di cultura tra il Nord e il Sud dell'Europa. Quest'ultimo ha più storia in comune con Africa, Turchia, Arabia e Medio Oriente di quanto non ne abbia con paesi tanto diversi climaticamente, culturalmente e in termini di approccio alla società ed alla vita in genere. Penso che l'Italia, la Grecia, la Spagna, la Francia, il Portogallo e la Romania dovrebbero unirsi piuttosto ai fratelli africani e al mondo dell'Asia Minore e costruire un dialogo stretto e duraturo. Non sarà facile, ma non lo è neppure il corso europeista che stiamo seguendo e, infatti , ci sono più semi di discordia che di cosione. Sul fronte dell'Unione Mediterranea occorre affrontare gravi nodi: le differenze di attutudine verso temi come l'omosessualità e la disforia di genere, la presenza della religione nella politica, il colonialismo. Ci uniscono, però, oltre al passato conflittuale ma discorsivo, gli intensi rapporti geografici e commerciale ed i danni del surriscaldamento globale alle nostre economie, nel cui campo sono i paesi arabi a poterci insegnare molto. Inoltre, ritengo che tutti i popoli mediterranei abbiano in comune una certa idea, anche soffocante, se si vuole, ma positivamente solidaristica della famiglia (intesa come nuclei collegati che fanno fronte comune alle difficoltà e si sostengono a vicenda). Forse, alcuni popoli non hanno vissuto la stessa esperienza politica europea ed hanno un concetto molto diverso di buon governo. Complicano questo percorso, oltre ai punti già citati, molte rivalità pregresse nate dalla contiguità di spazi, molte divergenze ideologiche e terribili vicende di violenza ed oppressione (ad esempio, quelle lungo la direttrice anatolica, tra Grecia, Armenia e Turchia).
Tuttavia, se si riescono a superare le divergenze senza che nessuno rinneghi del tutto la sua peculiare visione del mondo, scopriremo tra noi più similitudini che differenze.
Con il mondo protestante, invece, e con l'America, credo che ormai il divario culturale sia troppo marcato, a dispetto della sudditanza geopolitica che ha le sue buone ragioni nei fatti della II Guerra Mondiale ma che, ormai, è palesemente giunta ad un punto di stagnazione e sterilità, anche a causa della crisi valoriale del mondo anglosassone e protestante in generale.
#greek culture#roman culture#umberto eco#minerva#europe#europa#laicità#rinascimento#integrazione#inclusione#cattolicesimo#filosofia e religione#occidente#radici#paganesimo#mediterraneo
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2 giu 2023 20:00
"LA SOSTITUZIONE ETNICA ESISTE, VENITE A PARIGI E GUARDATEVI INTORNO" - LEGGETE E CONSERVATE L’INTERVISTA AL FILOSOFO ALAIN DE BENOIST: “IL POLITICAMENTE CORRETTO È LA ‘NOVELLISTICA’ DI CUI PARLA ORWELL IN ‘1984’, CHE MIRA A CAMBIARE IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE PER TRASFORMARE LE MENTI DELLE PERSONE - UNA NOVITÀ NON È BUONA SOLO PERCHÉ È NUOVA O SODDISFA I GRUPPI DI PRESSIONE. È BUONA SE CONTRIBUISCE AL BENE COMUNE - L’IMMIGRAZIONE? LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEGLI EUROPEI È OSTILE: LE PERSONE NON VOGLIONO SENTIRSI STRANIERE NEL PROPRIO PAESE - IL VALORE DA DIFENDERE È QUELLO DELL'UGUAGLIANZA DI GENERE. IL MODO MIGLIORE PER USCIRE DAL PATRIARCATO NON È SOSTITUIRLO COL MATRIARCATO” -
Estratto dell’articolo di Caterina Soffici per “la Stampa”
Alain de Benoist, 80 anni, scrittore e filosofo francese […] In Italia è appena uscito La scomparsa dell'identità (Giubilei Regnani).
[…] «[…] In Francia, la divisione orizzontale destra-sinistra viene gradualmente sostituita da una divisione verticale che contrappone il popolo alle élite. Mi considero un comunitario, persino un socialista conservatore […] Il mio principale nemico è il capitalismo liberale. […] l'attuale governo italiano non è né populista né sovranista, e ancor meno post-fascista. È un governo conservatore-liberale molto classico. La grande domanda per i conservatori è cosa vogliono (e possono) mantenere».
Da anni la destra denuncia l'esistenza di un pensiero unico dominante di sinistra, che coincide grossomodo con il politicamente corretto. Lei ha qualcosa contro il politicamente corretto?
«L'ideologia dominante è un misto di progressismo, che combina ciò che resta dell'ideologia del progresso con l'inflazione dei diritti individuali e il monoteismo del mercato. Il politicamente corretto è la "novellistica" di cui parla Orwell in 1984, che mira a cambiare il significato delle parole per trasformare le menti delle persone. Eufemizzando il linguaggio per non urtare i sentimenti di nessuno, aggiunge l'autocensura alla censura e trasforma la società in un cumulo di sensibilità».
[…] «[…] cercare di discutere oggi sulla base del fascismo o dell'antifascismo equivale a comportarsi come i dinosauri. L'evoluzione non è stata gentile con i dinosauri».
Avrà notato che uso «ministra» e non «ministro». Anche di questo si è discusso molto in Italia. Meloni vuole essere chiamata «il presidente» e non «la presidente». Lei si è occupato di identità, e qui siamo di fronte a un caso tipico di declinazione identitaria: perché la cultura della destra non riconosce che la funzione si declina col genere?
«La grammatica francese vieta la femminilizzazione della maggior parte dei sostantivi funzionali, in quanto rientrano nel cosiddetto "neutro maschile". L'idea che il genere grammaticale e il sesso biologico siano collegati è una finzione linguistica (né l'inglese moderno né il turco hanno un genere grammaticale). Le innovazioni linguistiche sono legittime quando sono sancite dall'uso, non quando sono decretate per legge».
La destra italiana sembra avere paura del futuro. Ha sempre uno sguardo rivolto al passato, sembra che non riesca ad affrontare i temi posti da una società che cambia. […]
«Nell'era dell'intelligenza artificiale, delle prospettive transumaniste, dei disastri climatici e delle crisi finanziarie globali, la paura del futuro è meno irrazionale della paura del passato. Una novità non è buona solo perché è nuova o perché soddisfa i gruppi di pressione. È buona se contribuisce al bene comune. Detesto l'omofobia, ma il desiderio di matrimonio tra persone dello stesso sesso mi sembra derivare principalmente da un desiderio di normalizzazione borghese. Questa è anche l'opinione della maggior parte dei miei amici gay».
C'è un altro tema che accomuna le destre in Europa in un asse sovranista che va da Le Pen a Orban: la paura del diverso, del migrante. Perché?
«Non ho mai smesso di criticare la concezione "sovranista" della sovranità, concepita come indivisibile e assoluta secondo il modello di Jean Bodin. Da parte mia, sono favorevole a una sovranità distribuita, basata sul principio di sussidiarietà definito da Johannes Althusius. Ma più importante della sovranità nazionale è la sovranità popolare, che è il fondamento della democrazia».
Noi tutti siamo degli ibridi. Fin dai tempi dell'Impero romano siamo figli di un miscuglio di incroci e di migrazioni. Perché oggi fanno paura?
«È una questione di proporzioni. Le popolazioni miste sono sempre esistite, ma l'ibridazione diffusa che porta all'indistinzione è un'esclusiva dell'Occidente contemporaneo».
Le migrazioni sono fenomeni globali e incontrollabili. Non sarebbe meglio inglobare e dare dignità ai cittadini stranieri - migranti economici / rifugiati politici / richiedenti asilo - piuttosto che cercare di respingerli o rinchiuderli nelle banlieue dove poi scoppiano rivolte? O diventano un problema sociale mentre potrebbero essere una risorsa di fronte al calo demografico?
«Andate a dire ai giapponesi o ai cinesi che la migrazione è fuori controllo! La politica pubblica non può basarsi sulla moralità o sulla generosità individuale. Deve dare la priorità al bene comune. Personalmente sono ostile all'immigrazione, ma non certo agli immigrati.
La stragrande maggioranza degli europei (il 75% in Francia) è altrettanto ostile, perché le persone non vogliono sentirsi straniere nel proprio Paese, vogliono preservare la propria socievolezza, non vogliono che il loro diritto alla continuità storica sia minato e vogliono mantenere il controllo delle condizioni della propria riproduzione sociale».
Per lei cosa è l'identità nazionale?
«Semplice: l'identità di un popolo è la sua storia».
Ha senso parlare di «sostituzione etnica»?
«Venga a Parigi e si guardi intorno».
Lei è contrario alle teorie del genere. Perché?
«Perché si basano sull'idea che il genere non abbia nulla a che fare con il sesso biologico, il che è una falsità. E perché invece di promuovere le donne, nega l'esistenza stessa delle differenze tra uomini e donne e contribuisce alla guerra tra i sessi, alimentata dal neopuritanesimo imperante».
Perché non si può sostenere che «ognuno è ciò che vuole essere»? Chi lo deve decidere, se non l'individuo?
«L'individualismo di ispirazione borghese e liberale è una delle cause principali della scomparsa dei legami sociali e della disgregazione delle società. Ma anche da questa prospettiva, l'ideale del self-made man è irraggiungibile. Non si può mai costruire se stessi dal nulla».
Nel suo libro paragona una donna con la barba, una lesbica nera in transizione, una donna senza utero, un uomo provvisto di vagina a una vacca da latte e a un canarino. Che problema ha la destra con identità che non sono canoniche? (e anche con le vacche da latte e i canarini?)
«A prescindere dal nostro orientamento sessuale, i sessi saranno sempre e solo due. Si possono fare trattamenti ormonali o mutilazioni genitali, ma i cromosomi sessuali saranno sempre XX o XY».
Lei parla anche di «neorazzismo identitario». Ci può spiegare cosa significa?
«Il neorazzismo identitario, praticato dai sostenitori dell'ideologia "postcoloniale", consiste nell'accusare un immaginario "razzismo sistemico" argomentando sulla base della nozione di razza. In realtà, non si tratta più del contrario del razzismo, ma di un razzismo in senso opposto. È anche un buon pretesto per perdere interesse nella rabbia sociale e nella lotta contro l'alienazione del lavoro da parte dell'ideologia del profitto».
[…] La accusano di essere un putiniano. È vero?
«Non sono né putiniano e né zelenskiano. […] Poiché l'Ue non ha alcun interesse esistenziale in Ucraina, avrebbe dovuto offrire subito una mediazione. Mi dispiace che si sia unita al campo dei guerrafondai, con il rischio di portare a un'estremizzazione di cui pagheremo tutti il prezzo».
C'è un certo machismo in giro. Perché la cultura della destra non ha ancora superato il patriarcato e il paternalismo? Li reputa dei valori da difendere?
«Per me, il valore da difendere è quello dell'uguaglianza di genere. Non sono convinto che il modo migliore per uscire dal patriarcato sia quello di sostituirlo con il matriarcato». […]
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ISLAM 101: La Tua Fede. Parte 5
Credere nei Nomi di Allah e nei Suoi Attributi
È la fede nei Nomi e negli Attributi così come confermati da Allah nel Suo Libro o nella sunnah del Suo Messaggero (pace e benedizioni di Allah su di lui) ed in modo conforme alla Sua divinità.
Ad Allah appartengono i Nomi migliori ed i più perfetti Attributi. Tutti i Suoi Nomi ed Attributi sono unici, come ha detto l’Altissimo: “Niente è simile a Lui. Egli è l’Audiente, Colui Che tutto osserva” (Corano 42, 11). Nessuna creatura può avere nomi o attributi simili a quelli di Allah.
Fra i Nomi di Allah l’Altissimo:
Ha detto Allah: “Il Clemente, il Misericordioso” (Corano 1, 3).
E ha detto: “Lui tutto ode e tutto vede” (Corano 42, 11).
E ha detto: “Lui è il Potente, il Saggio” (Corano 31, 9).
E ha detto: “Allah, non c’è altra divinità all’infuori di Lui il Vivente, l’Assoluto” (Corano 2, 255).
E ha detto: “Lode ad Allah, Signore dell’universo” (Corano 1, 2).
Benefici della fede nei Nomi ed Attributi di Allah:
La conoscenza di Allah l’Altissimo: per mezzo della fede nei Nomi ed Attributi di Allah, aumenta la conoscenza di Allah, la fede in Allah si rafforza e diventa certezza, il monoteismo si consolida, il cuore si riempie di amore e riverenza per Allah – gloria a Lui l’Altissimo.
La lode ad Allah per mezzo dei Suoi perfetti Nomi: questo è il modo migliore per invocarLo e ricordarLo (dhikr).”O voi che credete, ricordate spesso il Nome di Allah” (Corano 33, 41).
La richiesta e l’invocazione ad Allah con i Suoi Nomi ed Attributi. Come ha detto l’Altissimo: “Ad Allah appartengono i Nomi migliori: invocateLo con essi” (Corano 7, 180). Per esempio: “O Sostentatore, sostienimi! O Perdonatore, perdonami! O Misericordioso, abbi misericordia di me!”.
I più alti gradi della fede (Iman):
La fede ha diversi gradi. La fede diminuisce se il musulmano si distrae o disobbedisce Allah, aumenta quando obbedisce, adora e teme Allah.
Il più alto grado della fede è chiamato “Ihsan” (letteralmente perfezione, carità, eseguire buone azioni, etc.). Lo ha spiegato il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui), dicendo: “Si tratta di adorare Allah come se tu lo vedessi, perché se anche tu non Lo vedi, Lui certamente ti vede” (Bukhari 50, Muslim 8).
Ricordati dunque quando sei all’impiedi o seduto, serio o scherzoso, ed in ogni situazione, che Allah ti osserva. Non disobbedirgli mentre sai che ti sta osservando. Non lasciare che timore e disperazione prendano il sopravvento, mentre sai che Lui è sempre con te. Come fai a sentirti solo mentre Lo invochi e preghi di salvarti? Come puoi commettere peccati e disobbedirgli, quando sai bene che Lui conosce perfettamente i tuoi atti segreti e manifesti? Nonostante questo, se pure hai sbagliato, se ti rivolgi a Lui pentito e Gli chiedi perdono, Allah ti concede il Suo perdono.
I benefici della fede in Allah l’Altissimo:
Allah protegge i credenti da ogni sciagura, li salva dalle disgrazie, li protegge dalle trame nemiche: “In verità Allah difende i credenti” (Corano 22, 38).
La fede procura serenità, gioia e contentezza in questa vita. Ha detto l’Altissimo: “Daremo una vita eccellente a chiunque, maschio o femmina, sia credente e compia il bene” (Corano 16, 97).
La fede purifica l’anima dalle superstizioni. Chi crede sinceramente in Allah l’Altissimo si affida a Lui Solo, il Signore dell’universo, l’Unico vero Dio, allora costui non avrà timore delle creature, non si affiderà agli esseri umani e si libererà così da preoccupazioni e superstizioni.
Il maggiore fra i benefici della fede è l’ottenimento della soddisfazione di Allah e l’ingresso in Paradiso con le sue delizie eterne e la misericordia senza fine.
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