#Menzogna crudele
Explore tagged Tumblr posts
Text
La Verità e la Menzogna
Verità - Menzogna #verità #menzogna #democrito #nudaverità #vestitadamenzogna #perfettamentechic
Il filosofo Democrito rispondendo alla domanda … … perchè la verità è così difficile da scorgere? Della Verità nulla sappiamo, perché la Verità è in un pozzo Secondo una leggenda del XIX secolo, la Verità e la Menzogna un giorno s’incontrarono. La Menzogna disse alla Verità: Oggi è una giornata meravigliosa! La Verità guardò verso il cielo e sospirò, perché la giornata era davvero bella.…
View On WordPress
#Della Verità nulla sappiamo#Democrito#Democrito e teoria verità menzogna#Diffusione della menzogna#Dimmi la verità#False verità#Il coraggio della verità#L&039;ora della verità#La dura verità#La menzogna nel mondo#La notte della verità#La verità#La verità esce dal pozzo#La verità fa bene#Menzogna crudele#Menzogna spontanea#Menzogna vestita#Menzonia#Menzonia fra gli uoomini#Parabola verità e menzogna#Perchè la menzogna è semplice#perché la Verità è in un pozzo#Verità#Verità e Menzogna#Verità fa male#Verità muta#Vestita da menzogna#Viso da menzogna
0 notes
Text
«Bevo alla casa devastata,
alla mia cattiva vita,
alla solitudine in due
e a te; alla menzogna
delle labbra che mi tradirono,
al morto gelo degli occhi,
al mondo sguaiato e crudele,
al Dio che non ci ha salvati».
Anna Achmatova, “L’ultimo brindisi”
32 notes
·
View notes
Text
Quattro di Bastoni
"La sofferta Forza della Liberazione".
Ci sono Dolori "troppo grandi" per Cuori "troppo sensibili".
E' questo che ci è stato raccontato.
Ma non è propriamente "vero".
Nessuno nasce con un Cuore "malato" o "difettoso". Tutte le Anime incarnate giungono su questo Piano di Coscienza con un potenziale d'Amore infinito.
Poi c'è l'Umano.
E l'Umano è complesso, è sofferente, è piegato dal Corpo di Dolore collettivo e dagli schemi ereditati di disfunzione familiare.
Ma non si tratta di "sfortuna". Non si tratta di "vizio di forma".
E' ciò che è.
L'insieme di due alberi genealogici "malati", genera figli a loro volta "malati". Fino a che un componente assume il ruolo di "osservatore della Verità" e inizia a guarire se stesso.
Non gli Altri. Se stesso.
E non è certo perché "il Destino è crudele" che crescono e si riproducono generazioni "sofferenti" e "violente".
Ogni figlio eredità il "dramma irrisolto" dei genitori. Tutto o in parte.
E poi fa quello che può, con quello che ha.
Come tutti.
Spesso ci si ammala irrimediabilmente di "mancato Amore", di "Amore fallato", di "Amore tossico", di "Amore disperato e morboso". Che Amore non è, ma che così è stato manifestato ed interpretato all'interno del sistema Familiare. Spesso nella totale inconsapevolezza del Sistema stesso.
E questo "surrogato velenoso di affettività distorta" poi non passa inosservato dal sistema emozionale e psichico. Si instaura e crea "malattia".
La Malattia Mentale e le Dipendenze Patologiche non rappresentano una persona "debole".
Sono la rappresentazione di tutti i tentativi precedenti di resistere alla devastante efferatezza del Corpo di Dolore, di fronteggiare la "perdita di senso interiore", di opporsi all'ineluttabilità del Destino di Morte in Vita.
Si esprime inizialmente attraverso la "Forza della Verità Interiore", la ribellione, per poi giungere alla "resa mai resa".
E, delusione dopo delusione, giorno dopo giorno, nell'amplificarsi sempre più violento della sofferenza e dell'insofferenza verso il Dolore e il Mondo delle Relazioni, si spezza quella sottile linea che separa la Mente lucida e presente dalla "perdita di controllo e di senso".
Ed è sottile per tutti. Nessuno escluso.
Ed in quelle condizioni di "assenza di controllo" sul nostro Corpo Emotivo, non siamo più "padroni" di nulla. Siamo annientati e incatenati ad un Piano Sensoriale che non risponde più, che non è più nostro. Con il Cuore che gronda di disperazione e sconfitta.
E' così che l'Umano abdica alla dignità e integrità di se stesso.
Non attraverso un atto di fragilità o di leggerezza, ma con troppi atti di "forza e resistenza" tutti accavallati assieme.
Le Patologie psichiatriche, le Dipendenze patologiche, i Disturbi di Personalità, le Malattie del Corpo, sono "atti di resistenza alla Menzogna".
"Io non voglio essere questo". "Io mi dissocio dalla bugia, dall'ipocrisia, dalla finzione e preferisco morire piuttosto che piegarmi al Sistema".
Il movimento di ribellione iniziale si disperde poi nel ruolo imperituro e irreversibile della Vittima.
L'individuo "fallato" viene stigmatizzato, emarginato e sputato dal Sistema perché non più in grado di "produrre" o "essere funzionale" alla famiglia. Anche se, a ben guardare, il suo ruolo diviene centrale nel benedire, confermare e suggellare la compattezza del nucleo originale.
Ed è così. Esiste un "patto di disfunzione" nelle famiglie: ci sono dei ruoli che mantengono immutato e imperituro, oltre che intoccabile, il sistema tossico originale: c'è sempre un patriarca o una matriarca gelido e autoritario, un sottoposto che obbedisce pedissequamente agli ordini, un parente affetto da disturbi mentali, handicap fisici o dipendenza patologica (alcol, droghe, gioco, sesso, shopping), un componente spirituale/religioso/ alternativo, un esule, un arricchito, un "regolare", un parente suicida.
Tutti contribuiscono a mantenere e foraggiare l'intricata rete di vittime e carnefici, il cui collante diventano la sofferenza, il controllo e l'attaccamento.
Il "dramma familiare", se irrisolto, si eredita e si "paga".
Esso diviene funzionale a mantenere "schiavi" i discendenti, a "compattarli" intorno alle Ferite genitoriali, a "pagare debiti emotivi" per generazioni e generazioni.
I figli crescono "malati di Dolore", prigionieri silenti e violenti, deresponsabilizzati e non capaci di maturare autonomia, connessione con se stessi, indipendenza affettiva ed emotiva.
E muoiono dentro. In mille modi diversi: c'è chi spegne i sentimenti, chi diventa autolesivo, chi invece si identifica con l'abusante e aggredisce l'Altro, con odio e rancore.
E tutto nella totale complicità del Sistema. Che avvalla questo "gioco al massacro", poiché funzionale a rendere inermi, depresse, malate e manipolabili intere popolazioni.
E' ora di aprire gli occhi.
D togliere l'ipocrisia dal Cuore.
Siamo stati tutti complici. Nessuno escluso. Abbiamo foraggiato il sistema del Dolore, della Vittima, della Povertà emozionale e materiale. Avevamo un ruolo definito e preciso.
Fosse anche quello del Ribelle. Che poi muore e si sacrifica per tutti. Ma, di fatto, non libera nessuno.
E' ora di Responsabilità Personale.
Di discernimento. Di conoscenza profonda di noi stessi. Di presa di Coscienza.
Umana, prima che Spirituale.
L'Irrisolto oggi è "mortale".
Pesa. E "vibra".
Vibra in modo assordante e tuonante dentro ciascuno di noi.
A breve "l'amplificazione" e "la percezione fisica" delle frequenze di vibrazione saranno dieci volte superiore a quella di inizio Gennaio.
Siamo alla resa dei conti.
I macigni ancora custoditi nelle viscere, esploderanno di fronte ad una tale potenza magnetica.
E se sono troppo "grossi", il Corpo non li reggerà più. Le macerie si disperderanno negli organi. E daranno luogo a "malattia".
Pulite il vostro Corpo Emozionale. Radicate a terra la vostra Umana Forza. Siate presenti a voi stessi. Modulate i pensieri.
Siate piena espressione del Discernimento e della Lucidità.
Stiamo per "dissolverci".
Ma non si passa con le zavorre ancora piantate lungo la schiena o sedimentate dentro l'apparato digerente.
Si passa senza il Passato.
Liberi.
Senza piagnistei, vittimismi, rancori, manipolazioni emotive, conflitti, giudizi, vendette irrisolte, lutti, attaccamenti, dipendenze affettive, narcisismi, onnipotenze, invischiamenti, perversioni, debiti o crediti.
Si passa nudi e crudi.
Con il Cuore Puro e Cristallino che batte dentro al petto e con la Spada lucente e integra tra le mani.
Non c'è altro modo.
Lungo i prossimi passi non ci si ferma a trascinare o "salvare" nessuno, non si indottrina l'Altro, non si condanna chi non vuole o non può. Non si obbliga, non si fa proseliti e non si giudica.
Non ci si disperde nel "senso di onnipotenza", nel "senso di ingiustizia", nel "delirio di visione".
Non si cade nella trappola dell'aspettativa del "migliore o peggiore", della tanto enfatizzata "illusione infantile di risoluzione magica".
Si resta connessi con la Verità di se stessi e con la Verità dell'Altro.
Presenti, immobili, concentrati e fieri.
Pronti a lasciarsi travolgere anche da residue ondate di Dolore e di Insofferenza, da possibili proiezioni di panico e attaccamento.
Si resta.
E si integra l'ultimo pezzetto. Umanamente. Non Spiritualmente.
Forza, allora! Ci siamo.
Fa ancora un po' male. Ma ci siamo.
Mirtilla Esmeralda
6 notes
·
View notes
Text
È meglio non promettere il cielo e dare almeno la terra,
non impegnarsi fino alla morte,
ma offrire almeno l’amore d’un momento.
E’ meno crudele non ripetere
“ti amo”,
quando tu ami.
E’ terribile dopo, da quelle stesse labbra
sentire un suono vuoto, la menzogna, la beffa, la volgarità
quando il mondo falsamente pieno, apparirà falsamente vuoto.
Non bisogna promettere.
L’amore è inattuabile.
Perché condurre all’inganno, come a nozze?
La visione è bella finché non svanisce.
E’ meno crudele non amare, quando dopo viene la fine.
[…..].
Non ti chiedo perdono per non amarti più.
Perdonami d’averti amato.
Evgenij A. Evtusenko
8 notes
·
View notes
Text
Scrivo di quella giovinezza in cui anche un piccolo contrattempo è vissuto come la fine del mondo, un brutto voto in geometria, uno schiaffo. Scrivo della delusione di quando da adulto apri gli occhi e ti domandi se è tutta qui la tua vita, il mondo nella sua crudele menzogna, così diverso dalle storie che cercano di imitarlo, incoraggiandoti a tenere duro nonostante tutto. Perché per la maggior parte delle persone, il mondo è una foresta in preda alle fiamme; quel che viene distrutto è assai più del nuovo che si riesce a costruire, ci sono più persone che mai rispetto al passato, ma di vita ce n’è meno di prima.
Pajtim Statovci, Gli invisibili
6 notes
·
View notes
Text
Considero il suo articolo antisemita perché insinua, anzi dichiara proprio, che Israele ha reagito al pogrom del 7 ottobre superando in atrocità il terrorismo palestinese. Lei scrive che l’azione dei miliziani e dei civili palestinesi che hanno compiuto il massacro (ma lei non scrive che erano anche i civili palestinesi a compiere quel massacro; lei ha sempre censurato questa verità) è stata “Superata, per crudeltà e oscenità, solo dalla reazione di Netanyahu”. Questa evidente menzogna (i soldati israeliani non hanno preso di mira deliberatamente i civili, non sono entrati nelle case sparando in faccia ai genitori davanti ai loro bambini, per poi uccidere anche questi, non hanno spaccato le gambe delle ragazze per sistemarle sui vani dei pick up, non hanno sparato nella bocca delle donne stuprate, non hanno infierito sui cadaveri mutilandoli e ricoprendoli di escrementi, non hanno rapito centinaia di inermi per poi torturarli, violentarli e assassinarli), questa evidente menzogna, dicevo, se non ha l’intenzione ha l’effetto di imputare ai soldati dello Stato Ebraico una responsabilità inesistente. Un’intenzione che traspare ulteriormente, o almeno un effetto che si riproduce, quando lei aggiunge che il popolo palestinese sarebbe “oppresso e sterminato da due terrorismi uguali e contrari” (cioè il proprio e quello degli israeliani) e che “in quelle terre è in corso una azione molto vicina al genocidio” (qui lei è più temperato di certi suoi collaboratori che, invece, parlano di genocidio ogni giorno, con la guarnizione di dati improbabili e notizie false che più volte le ho rinfacciato e su cui lei non ha mai saputo. perché non può – rispondere).
Lei non può ignorare che sulla base di quelle menzogne e di quelle improbabili equiparazioni è montata la più vasta e violenta fiammata antisemita da decenni a questa parte, con azioni persecutorie che hanno raggiunto ovunque gli ebrei in quanto ebrei. Ebrei molestati, discriminati, aggrediti in quanto ebrei esattamente nel risuono della campagna menzognera sul “genocidio” e sul preteso identico, anzi più crudele e osceno, terrorismo di cui si sarebbe reso responsabile Israele.
0 notes
Text
Rammaricarsi delle esperienze fatte, vuol dire arrestare il proprio sviluppo; negarle equivale a mettere una menzogna sulle labbra della nostra vita. Sarebbe come rinnegare l'anima. Perchè, come il corpo assorbe sostanze di ogni sorta, cose volgari ed impure, ed anche quelle che un sacerdote o una visione hanno purificato, e le converte in forza e in agilità, in gioco armonico di muscoli, in carni delicate, in capelli ricciuti e multicolori, in labbra, in occhi ridenti, così l'anima a sua volta ha le proprie funzioni nutritive e può trasformare in nobiltà di pensieri e in passioni di gran valore ciò che per sè stesso è vile, crudele e degradante; e a maggior ragione essa può trovarvi i suoi più efficaci mezzi di affermazione e rivelarsi più perfettamente mediante ciò che era destinato alla profanazione e alla distruzione.
De Profundis - O. Wilde
0 notes
Text
5:59
La libertà è una bugia, la storia è una bugiaLa stampa è una menzogna, l'unica certezza è che è tutta una menzognaLa globalizzazione non è un'alleanza, ma un nuovo ordine Per il comodo dominio degli uomini Un'unica lingua con cui sottomettereUn orecchio che sente tutto, un occhio che vede tutto. Questa falsa libertà otterrà con tutto ciò Che un crudele dittatore sembrerà un onesto governante. Sotto la nobile menzogna della falsa bandiera creano il nemico L'odio esterno per tenere insieme le persone E ci spaventano, usano la nostra paura come una scusa per accusare E incorporano la loro bandiera assassina in una terra confusa E quell'invasione sotto mentite spoglie la chiamano giustizia sappiate che anche per fare giustizia la violenza non è giusta! Il freno dell'evoluzione: religione e denaro Quanti assassinii perpetrati contro uomini buoni! Quanti corrotti dalla giustizia, quanti innocenti accusati! Quante menti virtuose messe a tacere nel fuoco! Quanti sono andati in guerra ignorandone il motivo! Quanti, consapevoli della verità, hanno agito per istigazione! Quanti innocenti sono morti, quante madri, quanti figli! In quante guerre Dio è stato il leader Ma la guerra è un affare, la malattia è un affare La fame è un affare, la povertà è un affare La morte è un affare, il capitalismo è un mostro! Per poter dare a qualcuno bisogna sempre strappare a un altro E fino a quando esisterà la disuguaglianza, regnerà la barbarie E piogge di polvere da sparo bagneranno di sangue questa terra di nessuno! Fa male vedere un mondo oscuro con tanta chiarezza: La politica è paura della libertà Il denaro, paura della solitudine Dio è paura della paura e così viviamo nella società: Come i ciechi guidati dai ciechi Poveri quelli che cercano solo di avere! Come possono ignorare che il bene più grande è essere? Quel possesso profondo, infinito, unico, irripetibile, inestimabile. Qualcosa che nessuno potrà mai togliere E preferiscono vivere nel vuoto dell'abbondanza Avere tutto e non essere nulla, posseduti da ciò che possiedono. che triste dimora!Vivere felici in modo così fallace.
#pensieri#oggi così#mondo marcio#violenza#credo#sveglia#capitalism#esseri umani#umanità#rapporti umani#guerra
1 note
·
View note
Text
Ucraina, l'occidente ammette la sconfitta
Alla fine la realtà trabocca dal calice della menzogna e l’informazione americana, sinfonicamente diretta dal Washington post e dal New York Times hanno praticamente dichiarato la sconfitta in Ucraina. A dire la verità questa presa d’atto tardiva e crudele perché ha mandato alla morte centinaia di migliaia di persone, fa parte della bolla cognitiva occidentale perché nel momento in cui la Russia…
View On WordPress
0 notes
Text
"Bevo alla casa devastata,
alla mia cattiva vita,
alla solitudine in due e a te;
alla menzogna delle labbra che mi tradirono, al morto gelo degli occhi,
al mondo sguaiato e crudele,
al Dio che non ci ha salvati.“
Anna Andreevna Achmatova
27 notes
·
View notes
Text
«Ci innamoriamo delle persone sbagliate, di immagini alterate, di parole accennate, di verità taciute, di frasi volute, della menzogna e a volte di una carogna. Di ciò che è presente e assente, ci innamoriamo del nulla, del vuoto, del niente.
Come un desiderio che soffoca nel petto, negli occhi, nella testa, in quel che resta.
Ci innamoriamo di quello che non esiste ma che sussiste e resiste, di cose non viste, dalla mente, dalla bocca, dal cuore, ci innamoriamo di parole; di quello che vale e di quello che fa male. Cerchiamo risposte a domande mal poste.Ci innamoriamo di ciò che è diverso e lontano, di una domanda che immaginiamo, desiderata e insensata, di una chiamata.
Ci innamoriamo di chi è diverso, che sfugge, che è perso, che dura magari un giorno, un battito di ciglia, di chi non ci assomiglia.
Ci innamoriamo di chi ci ferisce e non si capisce. Di chi è crudele e infedele, di chi non ci vuole bene. Ma ci innamoriamo sempre e comunque di ciò che mente o è assente, perché è nell’assenza e nella differenza che troviamo risposta a quello che siamo, a quello che vogliamo....
Ci incontriamo nell’essere altrove dove l’Io muore, innamorandoci in un disperato presente fatto di mancanza, di nulla, di niente.
E allora posso anche odiarti, ma non posso fare a meno di amarti. Perché senza di te mi sento svuotato, perduto, annullato. Ci torno perciò spesso per incontrarti lo stesso.
Ed ora sto là dove mi hai tenuto e temuto distante per guardarti un istante. Sepolto tradito stravolto.
Dove però esisto e dove ti ho visto:
là dove posso guardarmi senza voltarmi.»
Giancarlo Buonofiglio
40 notes
·
View notes
Text
Quella che segue è una bella riflessione, però...
Chi di noi, almeno una diavolo di volta nella vita, non si è sentito dire ‘’ti voglio bene, però…’’, oppure ‘’ti amo, però…’’ o ‘’sarebbe tutto perfetto, ma…’’, o quel che volete voi, di bello e piacevole, seguito poi da un ma o da un però.
E quello che segue, quei ma e quei però, non è mai un rafforzativo, anzi…quel che segue è spesso, per non dire sempre, la lista attenta, precisa, quasi pignola, e dettagliata delle ragioni, naturalmente ed assolutamente indipendenti dalla volontà di chi la sta pronunciando, per cui quella bella cosa, appena espressa prima dei ma e dei però, non potrà accadere.
Ecco…alla mia età, dopo anni in cui ho accumulato un bel fardello di ma e di però, posso affermare, e nel farlo posso provare ad avvertirvi, che la vita, quella vera, inizia esattamente un millimetro dopo, i ma ed i però: prima è solo una manciata di desideri buttata giù un poco a casaccio, una puntata del gioco fanciullesco di ‘’che bello sarebbe se’’, e questo nella migliore delle ipotesi.
Oggià.
Nella migliore, delle ipotesi.
Perché nella più usuale delle ipotesi, invece, quello che precede i ma ed i però, è un tentativo codardo e vigliacco di scaricare la responsabilità di una scelta fatta, con consapevolezza e coscienza di quanto sarà dolorosa, da parte di chi, i però ed i ma li sta a raccontare, è solo un tentativo, tra il crudele ed il patetico, di usurpare almeno un poco il ruolo di vittima che, almeno quello, ci spetta in pieno, di farci sentire insieme almeno nel dovere arrendersi ad un potere più grande sia di chi parla che di chi ascolta, di chiuderci in un abbraccio ultimo prima che l’onda di una realtà invincibile travolga entrambi.
Quello che precede i ma ed i però non è vero. Lo dico peggio: quello che precede i ma ed i però è una bugia.
Una bugia, una frottola, una menzogna.
Una bugia il cui scopo è indorare una pillola, è evitare una brutta reazione, è salvare una faccia, è vestire colui che la dice di altrettanto falsi bei principi, valori, di altrettanta sfortuna nei sentimenti.
Non fatevi abbindolare, non fatevi fregare una volta di più: se vi amassero davvero, se davvero vi volessero bene, la frase terminerebbe prima dei ma e dei però, non sarebbero necessarie puntualizzazioni, non sarebbero necessari dettagli e didascalie.
Si abbia il coraggio di accettare che, per astrarne un concetto, i ma ed i però sono il confine, un sottile confine di poche lettere, sono il confine che separa la fantasia dalla realtà, che separa quello che avrebbe potuto essere da quello che è.
I ma ed i però sono il confine che separa il falso dal vero.
54 notes
·
View notes
Text
Cinque di Coppe
"Il rombo del tuono".
Novembre è crudo quando ci parla di Verità.
Non si perde in giri di parole.
C'è una corresponsabilità nell'umano Adulto quando si creano relazioni basate sulla Disfunzione. E' un patto di reciproca accettazione di determinati "accordi di natura antica".
Nelle "Relazioni della Disfunzione" c'è chi è alla disperata ricerca d'amore perché è dominato dallo schema della malnutrizione, dell'invisibilità e dell'abbandono fisico e psichico e chi invece pretende di essere costantemente "imboccato energeticamente" per sentirsi pieno e soddisfatto di "latte materno".
Destini che si incrociano.
Che pretendono di amarsi. Ma non ne sono capaci.
Generazioni intere corrotte e distrutte dal trauma e dalla perversione, emotiva e sessuale.
Senza potersi sperimentare nell'Amore, senza riuscire a maturare alcuna "competenza affettiva e relazionale" sana, abbondante, rispettosa dell'autentico valore di ogni Essere umano.
Una strage annunciata.
E mano a mano che Novembre ci mostra le evoluzioni del Disamore e le fa danzare intorno a noi (ma soprattutto dentro di noi), il Carnefice non ha più bavagli e racconta con estrema onestà e disinvoltura la sua interpretazione distorta, ma sincera, dei fatti, con una precisione impeccabile.
Non ci sono più filtri. Cadono le maschere.
E la "presunta vittima" può assistere senza veli o fiocchettini ornamentali, atterrita e attonita, ai retroscena perversi di una manipolazione crudele e priva di alcun segno di reale connessione con le Emozioni e con la Ricchezza di sentimento.
Siamo agli atti finali dell'elaborazione dei nostri vissuti.
La Verità disvela i suoi macabri retroscena.
E "fa male", ci riporta alla sofferenza. Certo.
Ma non invano.
Perché oramai ciò che doveva emergere dall'Oscurità interiore, complicità e corresponsabilità incluse, si sta preparando alla "spinta finale".
Siamo pronti.
Abbiamo lavorato sodo per togliere le erbacce dal nostro Campo Emotivo.
Tutto ciò che siamo pronti a vedere e che ci permettiamo di vivere oggi in termini di Verità, non ci sta uccidendo come nel Passato, ma ci sta prontamente aiutando a preparare il "gran colpo finale".
Stiamo tendendo l'Arco con concentrazione ed esasperata pressione per contemplare il rilascio della freccia e, stavolta, colpire direttamente "il centro".
Siamo stati "bambini tristi e soli" nell'Amore. Siamo stati manipolati e siamo anche stati abili manipolatori di attenzioni.
Perfetti straccioni nell'elemosinare un grammo di riconoscimento.
Ora vogliamo Amare da "esseri adulti".
Vogliamo essere compagni e compagne di viaggio onesti e integri, amici sinceri e supportivi, genitori maturi e risolti, figli liberi dai sensi di colpa e dal peso della sofferenza altrui, esseri umani consapevoli dei Doni e delle splendide opportunità di realizzazione e ricchezza che ci offre la Vita.
Nella bugia di noi stessi siamo solo schiavi di uno schema disfunzionale.
E nella menzogna che ci siamo raccontati per anni, non siamo mai "cresciuti veramente".
Ci siamo inginocchiati di fronte all'Altro quando non ci sentivamo mai abbastanza, ci siamo piegati alle aspettative del compagno/a di turno per non sentirci diversi e troppo soli, ci siamo avvicinati all'affettività come dei bambini bisognosi, impotenti e incapaci di prenderci alcuna responsabilità sul nostro stato emotivo, sulle nostre scelte, sui nostri desideri profondi.
Tutto ciò non sarà più possibile.
Le Maschere oramai non restano più appiccicate al volto. Nemmeno quelle più resistenti agli urti.
La popolazione è nuda.
I Carnefici sono alla deriva.
Le Vittime sono sfinite.
Siamo pronti per il "grande salto".
Avverrà in queste settimane.
E non si tornerà più indietro. Non sarà più possibile farlo.
Si dovrà scegliere di rompere tutto. Saremo chiamati a farlo in un atto estremo di onestà e amore verso noi stessi.
E per la prima volta ci sentiremo pienamente "autentici".
Percepiremo il nostro "valore" riposizionarci nei luoghi giusti, nelle esperienze che ci appartengono, che ci sono affini, che sono allineate ai nostri Doni.
E non ci perderemo più tra le aggrovigliate strade imposte e condizionate dai meccanismi perversi dell'umiliazione o della bassa autostima interiore.
Sentiremo "l'Amore sano" accompagnare i nostri passi.
E attireremo ciò che avremmo voluto davvero sperimentare nel profondo, ciò che sentiamo davvero di "meritare". Anche se il "merito" non sarà più il metro di misura del nostro oramai strutturato "valore a prescindere".
Nessuno potrà più violentare il nostro Cuore o infiltrarsi senza il nostro permesso all'interno del nostro Spazio Sacro.
Il Campo di protezione dello Spirito sarà consolidato e purificato. Sarà incorruttibile. Sarà integro e pulito. Sarà ospitale. Colmo d'Amore, ma selettivo. Sarà pieno di Doni da offrire e ricevere. Sarà Potente e Brillante.
Sarà profondamente Sacro.
Come Sacre sono la nostra Bellezza, la nostra Gioia, la nostra Dolcezza.
Questo sarà.
Prima dentro di noi. E poi, per l'effetto domino, anche fuori.
Novembre spacca.
Espande.
Ingigantisce.
E' esplosivo e sconquassante.
Raccogliamo tutta questa potenza e animiamo il nostro Cuore di Coraggio, di Forza e di Amor proprio.
E' tempo.
Si va.
Mirtilla Esmeralda
1 note
·
View note
Text
Ci innamoriamo delle persone sbagliate, di immagini alterate, di parole accennate, di verità taciute, di frasi volute, della menzogna e a volte di una carogna. Di ciò che è presente e assente, ci innamoriamo del nulla, del vuoto, del niente.
[..]
Ci innamoriamo di quello che non esiste ma che sussiste e resiste, di cose non viste, dalla mente, dalla bocca, dal cuore, ci innamoriamo di parole. Ci innamoriamo di ciò che è diverso e lontano, di una domanda che immaginiamo, desiderata e insensata, di una chiamata…
Ci innamoriamo di chi è diverso, che sfugge, che è perso, che dura magari un giorno, un battito di ciglia, di chi non ci assomiglia.
Ci innamoriamo di chi ci ferisce e non si capisce. Di chi è crudele e infedele, di chi non ci vuole bene. Ma ci innamoriamo sempre e comunque di ciò che mente o è assente, perché è nell’assenza e nella differenza che troviamo risposta a quello che siamo, a quello che vogliamo...
G. Buonofiglio
16 notes
·
View notes
Photo
«Bevo alla casa devastata, alla mia cattiva vita, alla solitudine in due e a te; alla menzogna delle labbra che mi tradirono, al morto gelo degli occhi, al mondo sguaiato e crudele, al Dio che non ci ha salvati». Anna Achmatova, “L’ultimo brindisi” (Manuela Dejoannon)
7 notes
·
View notes
Audio
O come t'inganni Se pensi che gl'anni Non hann'da finire, Bisogna morire. E' un sogno la vita Che par si gradita, è breve il gioire, Bisogna morire. Non val medicina, Non giova la China, Non si può guarire, Bisogna morire. Non vaglion sberate, Minarie, bravate Che caglia l'ardire, Bisogna morire. Dottrina che giova, Parola non trova Che plachi l'ardire, Bisogna morire. Non si trova modo Di scoglier 'sto nodo, Non vai il fuggire, Bisogna morire. Commun'è il statuto, Non vale l'astuto 'Sto colpo schermire, Bisogna morire. Si more cantando, Si more sonando La Cetra, o Sampogna, Morire bisogna. Si more danzando, Bevendo, mangiando; Con quella carogna Morire bisogna La Morte crudele A tutti è infedele, Ogni uno svergogna, Morire bisogna. E' pur ò pazzia O gran frenesia, Par dirsi menzogna, Morire bisogna. I Giovani, i Putti E gl'Huomini tutti S'hann'a incenerire, Bisogna morire. I sani, gl'infermi, I bravi, gl'inermi, Tutt'hann'a finire Bisogna morire. E quando che meno Ti pensi, nel seno Ti vien a finire, Bisogna morire. Se tu non vi pensi Hai persi li sensi, Sei morto e puoi dire: Bisogna morire.
15 notes
·
View notes