#Malafede
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scogito · 1 year ago
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Il fondo emotivo della maggioranza della gente è la malafede.
La malafede rende le persone prive di fiducia verso il prossimo perché non hanno fiducia nelle loro capacità di discernimento.
Ovvero, non mi fido di te, perché tu potresti essere un truffatore, ma prima di tutto non mi sto nemmeno accorgendo che non so valutare autonomamente se lo sei oppure no.
L'uomo medio si tutela smettendo di agire. Preferisce non fare piuttosto che, per esempio, studiare varie metodologie per capire le persone.
Altri invece accettano i rischi, si istruiscono per avere più risorse di discernimento, accettano la responsabilità delle loro scelte.
Bisogna però considerare che in una società di questo tipo, il primo gruppo aiuta i truffatori ad aumentare di numero, il secondo a farli diventare più abili.
Ecco perché il solo rimedio per creare un altro livello di coscienza è essere per se stessi persone oneste ed etiche.
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primepaginequotidiani · 23 days ago
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PRIMA PAGINA Secolo Italia di Oggi giovedì, 07 novembre 2024
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gioviannasposts · 2 years ago
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'dio' non esiste.
Non esistono prove, evidenze scientifiche, né di un ‘dio’ immanente, né trascendente, né antropomorfo, né teriomorfo; non esistono evidenze di una vita umana che non finisca con la morte, né prove dell’esistenza dell’anima e di un aldilà dopo la morte: ‘dio’ non esiste. Gli spiriti, le case e il mondo infestato da spiriti sono solo prodotti della fantasia umana. Nessuno arriva a conoscere…
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uniquebarbarianengineer · 2 years ago
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'dio' non esiste.
Non esistono prove, evidenze scientifiche, né di un 'dio' immanente, né trascendente, né antropomorfo, né teriomorfo. Non esistono evidenze di una vita umana che non finisca con la morte, né prove dell'esistenza dell'anima e di un aldilà dopo la morte. 'dio' non esiste.
Gli spiriti, le case e il mondo infestato da spiriti sono solo prodotti della fantasia umana.
Nessuno arriva a conoscere 'dio': non esiste. Tutto ciò che si dice su 'dio', di cui ci sono diverse versioni contrastanti, è solo frutto dell'immaginazione umana. Quando una questione è vera, esiste un'unica versione a descriverla, in base a prove inconfutabili. 
Se 'dio' esistesse, sarebbe ovviamente percepibile attraverso la Ragione o la Scienza, pertanto non ci sarebbe alcuna necessità di 'fede' e nemmeno di indottrinamento religioso, il cui scopo è farci credere a qualcosa su cui alcuno ha mai fornito prove, evidenza alcuna.
Se devo credere a qualcosa ('fede'), vuol dire che quella questione, oggettivamente, non è vera; anche se ripetuti continuamente, una superstizione, un 'atto di fede' (dogma), restano sempre una menzogna.
Un dogma è un assunto su cui non esistono prove; il fatto che qualcuno ti imponga di credere a qualcosa, di darlo per vero, senza portare prove, deve risvegliare l'intelligenza che chiede " il perché delle cose ". L'ubbidienza non è segno di intelligenza, ma di assenza totale anche di umanità. 
La religione è mera superstizione, cioè Ignoranza; all'Ignoranza, alla religione, non vanno offerti alcun tipo di peso sociale o politico, o parvenza di autorevolezza, ma vanno arginate e combattute in quanto disvalori, poiché rendono le persone asociali e moleste.
In tutte le 'culture' (religiose o meno), dove sia promosso il dolore, il martirio, non è possibile far crescere soggetti mentalmente equilibrati, capaci di ricercare il piacere proprio o altrui, in ogni contesto: dalla vita lavorativa a quella sessuale.
Un uomo che conduca vita privilegiata da sacerdote (sciamano), non lavorando, ma speculando sull'altrui ignoranza e povertà di mezzi, non è soggetto autorevole, degno di ascolto, poiché oggettivo truffatore. Da tale persona disonesta non esiste alcuna verità o buon esempio rivendicabili, da cui attingere ispirazione.
La nostra vita non è un'opera magica che sfugge alla Ragione; tanto più sarà ricca di Cultura, meno sarà possibile credere a corbellerie religiose.
Il 'sentimento religioso' non esiste: devi imporre, fin dall'infanzia, a qualcuno di 'credere' (di avere 'fede' in entità inesistenti), altrimenti non accadrebbe. Chi cresce nella Razionalità, immerso nella Cultura, non da credito alle sciocchezze religiose.
Coloro che sostengono di 'sentire dio' o sono in malafede (speculano economicamente sull'altrui Ignoranza) o hanno subito una forte suggestione che ha sospeso la Razionalità, non permettendo di distinguere la Realtà dalla mera fantasia.
Non si può impostare l'esistenza su ciò che non esiste, creando e convincendosi di aspettative deludenti; non si può imporre di tenere ancorati gli individui a moralità che, al posto di conciliarsi con le propensioni personali, costruiscono muri di incomprensione e di odio.
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boh io ho perso le parole qua siano finiti per passare per razzisti quando tutto ciò è partito dal cazzo di VIDEO DEL RIGORE SBAGLIATO
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falcemartello · 3 months ago
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e lo facevano nel nome dell’interesse pubblico a “evitare la disinformazione” e “limitare l’anarchia sul web”: “Non è che questi tycoon privati si possono sentire al di sopra delle leggi!”
E fin qui, avremmo a che fare con una tesi politica, una tesi straordinariamente ottusa, ma formalmente rispettabile come tutte le affermazioni politiche.
Solo che poi mi è sovvenuto che su quelle stesse pagine, proprio le stesse, durante la pandemia si giustificava la censura sui social, anche quando era totalmente e manifestamente pretestuosa, e lo facevano nel nome del fatto che “dopo tutto i social sono imprese private, e fanno quello che gli pare; se non ti piace, puoi sempre andartene”.
Questo, per dire, veniva sbattuto in faccia quando veniva chiusa la propria pagina per un mese per aver pubblicato un articolo del British Medical Journal che contrastava la narrazione ufficiale (ogni riferimento a cose e persone riconoscibili è puramente intenzionale).
Dunque finché censura in linea con la narrativa ufficiale è un'impresa privata libera di fare fa quel che gli pare, quando non censura è un'impresa privata che deve essere messa in riga nel nome dell'interesse pubblico.
Ora, la questione che mi si pone è l’eterno dilemma: “Ci sono o ci fanno?” Vedo infatti solo due interpretazioni possibili, che potremmo chiamare, per darci un nome icastico, l’interpretazione alla Carlo Maria Cipolla e l’interpretazione alla Sartre.
La prima interpretazione accetta la possibilità che questa gente, nonostante spesso si tratti di affermati professionisti, giornalisti, persino accademici, molto semplicemente sia così sconfortantemente scema da non vedere la contraddittorietà dei propri criteri.
In effetti una profonda verità del più citato dei libri di Cipolla (peraltro, grande storico) è che “La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.” (II legge fondamentale).
E a questa verità, per sconfiggere la mia incredulità, si affianca la Prima Legge: “Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.”
La seconda interpretazione assume invece che questi soggetti non siano stupidi, ma siano in malafede. Diciamo che è gente così in malafede che persino la loro malafede soffre di malafede.
Questa genia è disposta serenamente a qualunque menzogna, contraddizione, doppio e triplo standard purché ciò si attagli ai propri interessi del momento.
Qui l’onnicomprensività della malafede semplicemente ha abolito le funzioni di verità, viste come orpelli inutili.
Avremmo dunque a che fare con il cinismo utilitaristico più conclamato, dove ogni appello al vero e all’integrità sarebbe sconfitto in partenza dalle esigenze pragmatiche correnti.
C’è, tuttavia, temo una terza interpretazione, che fonde entrambe le precedenti.
A metterci sulla buona strada è ancora una volta Cipolla, questa volta con la Terza Legge: “Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita."
Dovremmo fare spazio all’amara possibilità che l’abolizione di ogni criterio di verità, integrità, ragione nel nome di una concezione utilitaristica del vero (“Proclamo come vero ciò che mi serve”), abbia finito per creare le condizioni per la più perfetta stupidità: la stupidità in malafede, che avendo perduto ogni contatto con il vero e il reale non è più nemmeno in grado di percepire il proprio porco interesse.
Questo è il più grande dei pericoli, in cui se non mi inganno stiamo sguazzando: la presenza diffusa di un gran numero di persone disposte a mentire, distorcere, falsificare opportunisticamente, ma senza più nemmeno la capacità di percepire cosa sia nel loro, per quanto meschino, interesse.
Ecco a voi il Male.
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vadaviaaiciap · 5 months ago
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L'informazione sicura di Repubblica:
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Chi legge questo quotidiano o è scemo o è in malafede.
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percival895 · 7 months ago
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25 Aprile
"Si tratta di un antifascismo facile che ha per oggetto ed obiettivo un fascismo arcaico che non esiste più e che non esisterà mai più. (…) Ecco perché buona parte dell’antifascismo di oggi, o almeno di quello che viene chiamato antifascismo, o è ingenuo o è stupido o è pretestuoso e in malafede: perché dà battaglia o finge di dar battaglia ad un fenomeno morto e sepolto, archeologico appunto, che non può più far paura a nessuno. È, insomma, un antifascismo di tutto comodo e di tutto riposo"
Pier Paolo Pasolini
La festa degli antifascisti comodi, come li definiva Pasolini.
Gente che convive senza problemi se non da protagonista con il fascismo contemporaneo e che poi cerca ripulirsi la coscienza manifestando contro un fascismo ormai morto e sepolto da decenni. Gente che se ci fossero ancora i partigiani finirebbe messa al muro, senza processo, come piace a loro.
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ilpianistasultetto · 11 months ago
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Cosa si può augurare a questo Paese per l'anno nuovo?
Una paresi facciale a tutti quelli che ridono delle disgrazie degli altri mi sembra obbligatorio, il minimo sindacale. Uguale sorte a tutti quelli che fanno soldi sulla miseria dei piu'poveri e la presentano come virtù umana, negando dignita' a chi ne ha ogni diritto.
Ai cardinali di mangiare meno, di regalare l'oro che indossano e alla chiesa di pagare l' IMU come gesto di solidarietà cristiana!
Ai predoni di Stato di perdere la favella, almeno ci risparmiano le cazzate per giustificare i loro guadagni d'oro; (ogni riferimento ai tanti Renzi e' puramente voluto).
Ai ladri di perdere la vista e l'udito;
ai burocrati in malafede di perdersi nelle carte come un asteroide nell'universo.
Per chi lavora e si guadagna il pane onestamente e paga le tasse non ho nulla da dire, se non un "resisti e continua così".
Per gli evasori fiscali? Che ogni soldo rubato alla collettività si trasformi in cenere!
Ai giornalisti venduti di avere uguali emorroidi per ogni bugia che raccontano.
Oggi sono buono e mi fermo qui, avrei altro da dire anche su me stesso che sono un perdente per ogni giorno che ho sciupato con il cappello a terra pieno di parole.
Cosa ci aspetta non lo sa nessuno, ogni predizione ha fallito, sicuramente ci saranno ancora questi politici nel 2024, con i loro culi protetti dalle poltrone di Stato e alla fine dei giochi sembrerà che nessuno abbia governato. " Si poteva fare di più, io ci ho provato, non eravamo soli al governo, fosse stato per me, ma se ci votate anche alle prossime elezioni, vedrete, faremo, diremo..." e diventeranno tutti pezzenti con il capello in mano a chiedere voti!
@ilpianistasultetto
P.S...a tutti quelli che apprezzano quanto vado scrivendo.. Buon 2024..
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crazy-so-na-sega · 1 year ago
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"Ci fu un tempo in cui la parola scritta era intimidatoria; pochi leggevano, e leggevano poche cose, e ne scrivevano anche di meno. Poi la parola scritta venne consegnata a tutti: divenne un privilegio, e insieme un mezzo per dominare. Parole liberatrici si mescolavano a parole che volevano persuadere all'ubbidienza. Allora qualcuno si rammentò che il bandito analfabeta imprendibile in mezzo alle montagne, era libero, assai più libero dell'uomo d'ordine che quotidianamente imparava una piccola e disonesta verità da un giornale qualsiasi. Ma il tempo passa, e le cose cambiano. Oggi, nuovamente, l'uomo orecchio, l'uomo palpebra, l'uomo che si consegna al quotidiano ipnotismo – manifesti, televisione, discorsi di potenti, immagini, tutto ciò che, apertamente o occultamente, è “propaganda” - è l'analfabeta che sa leggere, colui che ignora i libri, e soprattutto quello che i libri possono toccare dentro di lui. In un mondo di pubblicità e di imbonimento, di menzogne non di rado confortate da cultura e da ingegnosa malafede, la possibilità di non essere catturati irreparabilmente, di non essere strumenti di incomprensibili e fittizie battaglie, sta nella nostra esperienza di noi stessi, della vastità e della drammaticità della sorte dell'uomo. Da questo punto di vista, non vi sono libri innocui e non v'è "cultura che non fa male a nessuno" e rende migliori. Un grande libro è terribile, perché la sua storia dentro di noi non si spegnerà mai, e sarà la storia della nostra libertà."
-Giorgio Manganelli
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risposte-e-reblog-randagi · 7 months ago
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Cosa o chi ti regalerebbe un attimo di felicità ?
Una presa di coscienza popolare su quanto farabutti, fascisti, bugiardi ed in assoluta malafede siano gli attuali membri del governo (volutamente scritto utilizzando la minuscola) ed un movimento politico, giovane, nuovo, che scaturisca dal basso, capace di riportare il benessere sociale diffuso al centro degli interessi della nazione, in barba a lobby, approfittatori ed affabulatori, capace di portare fuori questa malandata e vecchia repubblica italiana (vedi sopra a riguardo delle maiuscole ed il loro non utilizzo) dal berlusconismo (idem) e dai suoi danni.
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primepaginequotidiani · 3 months ago
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PRIMA PAGINA Il Giornale di Oggi lunedì, 02 settembre 2024
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canesenzafissadimora · 3 months ago
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(...)
è alla portata di chiunque, anche del più perfetto idiota, è la cosa più facile del mondo distruggere e fare del male, non occorrono sagacia né astuzia e nemmeno intelligenza, uno scemo può sempre mandare in pezzi una persona intelligente... Bastano il malanimo, la malafede, la malignità, la malevolenza, ne posseggono a bizzeffe i più rozzi e i più limitati.
Javier Marias - "Così ha inizio il male"
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palmiz · 2 years ago
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La Grande truffa elettrica:
Faccio spoiler di un paio di aspetti per i pigri:
"costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
- costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
- costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
- costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052) ."
( Per Un viaggio di 3 ore con auto termica, ne servono 6 con auto elettrica calcolando tempi di ricarica) . E per furgoni e tir , qualcuno mi spieghi come si farà a lavorare o con che costi... )
Evviva l’auto elettrica!
"Da un anno sono possessore di una auto Full Electric di ultima generazione: una Peugeot E-208 con una batteria da 50 KWh.
Mi sono fatto convincere dalle fandonie raccontate sul fatto che le auto elettriche sarebbero molto più convenienti di quelle con motore termico. Ebbene, posso dire con certezza, scontata sul mio portafogli, che le auto elettriche sono una colossale fregatura.
L'Unione Europea, non ho ben capito con quale logica e per quale interesse, spinge fortemente per la conversione totale della mobilità dal termico all'elettrico. I principali argomenti per convincere gli utenti a passare all'elettrico sono la scelta ecologica ed il risparmio.
Quanto alla valenza ecologica dei motori elettrici, non ho gli elementi per affermare se sussiste veramente ma ho seri dubbi anche in considerazione dell'enorme problema relativo allo smaltimento delle batterie esauste.
Per quanto riguarda invece la assoluta antieconomicità delle auto elettriche, e, problema di non secondaria importanza, la loro faticosissima fruibilità, ebbene qui ho solo certezze, raggiunte dopo un anno di calvario, sia pratico che economico.
Innanzitutto voglio spendere una parola sulla indegna malafede speculativa rappresentata dal costo addebitato all'utente per la energia erogata dalle colonnine pubbliche.
A fronte di un costo medio della energia domestica pari ad € 0,52/KWh, ho dovuto riscontrare che per le ricariche alle colonnine pubbliche viene praticato un costo pari ad euro 0,89/KWh, ovvero quasi il doppio.
Riguardo poi alla infruibilità delle auto elettriche, faccio presente che i motori elettrici di nuova generazione necessitano di batterie con una capacità di almeno 40kwh, che, a causa della rilevanza di tale capienza, necessitano di essere ricaricate quasi esclusivamente presso i punti di ricarica veloce visto che, con una ricarica lenta, per raggiungere il 100% ci vorrebbero almeno 14 ore.
Quindi il problema della scarsissima disponibilità di punti di ricarica pubblici viene enormemente acuito dalla necessità di accedere esclusivamente ai punti di ricarica veloce, che sono circa il 20% della totalità.
Da ciò deriva che se devi fare un viaggio, o ti prendi due giorni per fare 400 km oppure ti fermi almeno un paio di volte per ricaricare nelle postazioni di ricarica veloce, con una attesa per ogni ricarica di minimo un'ora (purtroppo anche la storia che con 20 minuti si raggiunge l'80% della ricarica è un'altra fandonia: ce ne vogliono almeno 40).
Si aggiunga poi che sulla rete autostradale italiana i punti di ricarica veloce sono rarissimi, il che significa che ogni volta che si ha bisogno di ricaricare si deve uscire dall'autostrada e percorrere a volte diversi chilometri aggiuntivi per raggiungere la postazione.
In sostanza un viaggio che con un motore termico richiederebbe tre ore di percorrenza, con un motore elettrico, se si è fortunati a trovare le colonnine funzionanti e libere, se ne impiegano almeno sei!
Veniamo ora alla tanto sbandierata "economicità" delle auto elettriche.
Mettiamo a paragone una piccola utilitaria con batteria da 40kWh ed autonomia di 170 km (che è la reale autonomia su percorso extraurbano rispettando i limiti di velocità, alla faccia della autonomia di 350 km dichiarata dalla casa), con la stessa utilitaria con motore termico a benzina e Gpl:
A) un "pieno" di energia effettuato collegandosi ad una utenza domestica costa € 20,80 (€ 0,52 x 40kwh = € 20,80);
😎 un "pieno" di energia effettuato collegandosi alle colonnine pubbliche costa € 35,60 (€ 0,89 x 40kwh = € 35,60);
C) un pieno di 40 litri di benzina costa € 74,40 (€ 1,86 x 40lt = € 74,40);
D) un pieno di 40 litri di Gpl costa € 29,44 (€ 0,736 x 40lt = € 29,44).
Nel paragone va considerato un "piccolo particolare": con un pieno di energia si percorrono al massimo 170 km, mentre con un pieno di benzina si percorrono almeno 680 km (considerando un consumo medio di 17 km/l) e con un pieno di Gpl se ne percorrono 560 (calcolando un consumo di 14 km/l).
E qui casca l'asino:
- costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
- costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
- costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
- costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052).
Quindi, tirando le somme, un pieno di carica elettrica alla colonnina costa il quadruplo di un pieno di GPL.
Il tutto senza considerare che una auto elettrica costa il 30% in più rispetto ad una pari modello termica e che una auto termica può durare anche 15 anni mentre una auto elettrica all'esaurimento delle batterie o della garanzia sulle medesime(dopo non più di 8 anni) vale zero.
Alla faccia delle "scelte ecologiche" per le quali subiamo pressioni da anni: facile così, tanto paga Pantalone.
A questo punto si può giungere ad una sola conclusione: va bene il Green, il rispetto dell'ambiente, l'etica ambientalista, va bene tutto, ma non a spese nostre, non costringendoci a spendere il quadruplo, e, soprattutto, non speculandoci sopra perché quando si tratta di mettere mano al portafogli la gente non è stupida".
(Da un utente del WEB)
PS 1: era scontato, le premesse ci stavano tutte ma in pochi ci "arrivavano", l'auto del futuro sarà per pochi eletti, si creerà un ulteriore distanza netta fra le caste e indovinate quale sarà quella sottomessa? ...
PS 2: per alimentare tutt' Italia,case private, industrie, auto, chi sa fare i conti dichiara che serviranno per restare green almeno 12 centrali nucleari... Quindi? Come faranno/ faremo?
PS3: in pochi sono preparati a spegnere gli incendi delle auto elettriche (che non sono pochi) , visto che servono attrezzature a parte adeguate, e in pochi meccanici ci sanno ancora mettere mano.
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blogitalianissimo · 10 months ago
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"Comunque significa che avete votato soltanto per essere fanboy che quella sera ha fatto cagare in una maniera allucinante"
LMAOOOO È COSÌ CHE HANNO VINTO I VARI MARCO CARTA E VALERIO SCANU PERÒ GEOLIER NON VA BENE PERCHÉ [inserire insulti antimeridionalisti]
Guarda sono in lacrime, non voglio manco insinuare che l'user abbia pregiudizi sul napoletano, ma SICURAMENTE ne ha sul rap/hip hop/trap, perché per dire che Geolier non sa cantare tu devi essere in una malafede allucinante e completamente ignorante sul genere.
E a differenza dei bimbi di Maria almeno Geolier nel suo genere, che può piacere come no, SPACCA, no veramente mi fanno pisciare sotto, dove erano questi quando vincevano i Marco Carta con zero ma ZERO doti canore.
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ideeperscrittori · 11 months ago
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10 MOTIVI PER CUI NON VORREI DIVENTARE FAMOSO
1. Quando sei famoso ti chiedono di rivelare il segreto del tuo successo, inventi una cosa sul momento e il giorno dopo su Libero fanno un titolo clickbait in cui ti attribuiscono la seguente frase: «Ha ragione Briatore. I giovani non hanno voglia di lavorare».
2. Siamo tutti protagonisti di almeno trenta foto poco edificanti scattate durante una gita scolastica. La nostra mente rimuove l'esistenza di quelle foto, ma loro sono da qualche parte e possono spuntare fuori all'apice della fama.
3. Chi è famoso non può neanche dire «forse non faccio del tutto schifo» e subito ribattono: «Ecco, lo sapevo. Si è montato la testa».
4. A una persona meticolosa potrebbe venire in mente di scrivere una biografia su di me per colpa della mia fama. Non voglio deludere aspiranti biografi mettendoli davanti alla triste realtà del mio rapporto simbiotico col divano.
5. Lo stile delle persone famose fa tendenza. E so già come va a finire. Un giorno indosso scarpe spaiate per la fretta, qualcuno lo nota, i salotti milanesi gridano al miracolo, la cosa sfugge di mano un po' a tutti, e mi ritrovo circondato da gente che sfoggia un sandalo e uno stivale da montagna.
6. I giornali mi stanno addosso. Ogni mia dichiarazione diventa un editoriale su Libero contro di me. Andrea Scanzi mi difende dicendo che sono un grande ma non quanto lui. Smetto di fare dichiarazioni. E su Libero cominciano a dire che il mio silenzio è un chiaro indizio di malafede.
7. Quando sei famoso non puoi dirti: «Ok, interessante, ma ora basta». Ogni tentativo di ridiventare sconosciuto si scontra con l'esistenza di una pagina su Wikipedia che parla di te. E quella pagina non può mica contenere elogi, altrimenti la gente pensa che te la sia scritta da solo.
8. Ho una giornata storta. Penso: «Domani andrà meglio». E invece il giorno dopo l'inviato di Striscia la Notizia mi bracca sotto casa, gira il coltello nella piaga con giochi di parole raggelanti e mi consegna il Tapiro d'Oro.
9. I famosi non possono salutare nessuno in uno spazio aperto perché qualsiasi loro gesto non ostile verso una persona viene interpretato come indizio di focosa relazione sentimentale. E su "Chi" i soliti ben informati rilasciano dichiarazioni tipo: «Si frequentano da un anno. È amore vero».
10. Dopo un bicchiere di troppo potrei accettare la proposta di fare un discorso motivazionale a Sanremo. Non voglio diventare astemio per evitare questo rischio.
FINE
[L'Ideota]
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