#Luisa Corsini
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Due incontri sull’Opera: Puccini e Verdi protagonisti a Serravalle Scrivia. La Prof.ssa Corsini esplora il fascino di “Turandot” e “La Forza del Destino” con approfondimenti unici
Serravalle Scrivia si prepara a celebrare il mondo dell’opera con due appuntamenti imperdibili condotti dalla Prof.ssa Luisa Corsini presso la Biblioteca Comunale.
Serravalle Scrivia si prepara a celebrare il mondo dell’opera con due appuntamenti imperdibili condotti dalla Prof.ssa Luisa Corsini presso la Biblioteca Comunale. Il 29 novembre e il 2 dicembre 2024 saranno dedicati a due capolavori della lirica italiana: “Turandot” di Giacomo Puccini e “La Forza del Destino” di Giuseppe Verdi. 29 novembre: “Turandot”, l’ultimo capolavoro di PucciniIl primo…
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byneddiedingo · 1 year ago
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Anna Magnani in Mamma Roma (Pier Paolo Pasolini, 1962)
Cast: Anna Magnani, Ettore Garofolo, Franco Citti, Silvana Corsini, Luisa Loiano, Paolo Volponi, Luciano Gonini, Vittorio La Paglia, Piero Morgia. Screenplay: Pier Paolo Pasolini. Cinematography: Toninio Delli Colli. Art direction: Flavio Mogherini. Film editing: Nino Baraghli.
Putting a force of nature like Anna Magnani in among the unknowns and non-professionals of the rest of the cast almost upends Pier Paolo Pasolini's Mamma Roma, and it reportedly caused some friction between actress and director during the filming. If Pasolini really wanted the naturalistic Magnani of Rome, Open City (Roberto Rossellini, 1948) it was much too late: By then, she had won an Oscar for The Rose Tattoo (Daniel Mann, 1955) and had become the flamboyant, histrionic Magnani who shows up on-screen in Mamma Roma. That said, Pasolini certainly gave her every opportunity to present herself that way, starting with the opening scene in which she herds pigs into the wedding dinner of her former pimp, Carmine (Franco Citti), and culminating in one of the greatest scenes (or rather, pair of scenes) of her career: the long-take tracking shots in which she walks down a Roman street at night, delivering a monologue on her life, as people appear out of the darkness and recede back into it, serving as interlocutors. It's stunning the first time Pasolini (aided by his cinematographer, Tonino Delli Colli) does it, and even more remarkable when he reprises it after a crisis in her life. I think Mamma Roma is some kind of great film, notwithstanding Pasolini's tendency to be somewhat heavy-handed in his symbolism: witness the staging of the wedding dinner as a parallel to Leonardo's The Last Supper and of Ettore (Ettore Garofalo) strapped to a restraining bed to echo Mantegna's painting of the dead Christ.
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Top: Ettore Garofalo in Mamma Roma. Below: Andrea Mantegna, Lamentation Over the Dead Christ, c. 1475-78
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jacopocioni · 1 year ago
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Per chi abita in… via Vittorio Alfieri
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Via Vittorio Alfieri è dedicata al noto drammaturgo, poeta, scrittore e autore teatrale. Di origini piemontesi (Asti, 16 gennaio 1749) era talmente legato a Firenze che ci morì l'8 ottobre 1803. Via Vittorio Alfieri va da piazza Donatello a  piazza d'Azeglio costeggiando il giardino stesso. Rientra di buon grado nel quartiere della Mattonaia. La strada non è molto lunga ma si caratterizza per palazzine, villini e casamenti di signorile fattura. Ricordiamo il villino Carcasson, al n° 5, nato da un progetto dell'ingegnere Enrico Carcasson, realizzato nel 1903 e assunto come residenza dal suo stesso progettista.
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Vittorio Amedeo Alfieri nacque dal conte di Cortemilia Antonio Amedeo Alfieri e Monica Maillard de Tournon e fu un bambino molto sensibile, vivace, solitario e insofferente alle regole. L'Alfieri fu un precursore delle inquietudini romantiche, successivamente ad una giovinezza piuttosto inquieta caratterizzata da viaggi privi di meta si dedicò con passione alla lettura e allo studio di Plutarco, Dante, Petrarca, Machiavelli ed anche degli illuministi come Voltaire e Montesquieu. La visione razionalista e classicista ottenuta lo resero un anti tirano e romanticamente in favore della libertà quale modo di esaltare il genio di ognuno.
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Nei suoi anni fiorentini, visse per lungo tempo sul Lungarno Corsini, ebbe una storia d'amore con Luisa di Stolberg-Gedern (contessa d'Albany) e moglie di Charles Edward Stuart. fu in quel periodo che realizzo le opere di "Virgilio", terminò il trattato "Del Principe e delle lettere" e il poema in ottave "L'Etruria vendicata". La sua relazione con una donna sposata rischiava di finire come quelle avute in precedenza ma lo Stuart non fece scoppiare lo scandalo e si limitò a sfidare il poeta a duello. In seguito Charles Edward  Stuart, ormai alcolizzato, aggredì la moglie tentando di ucciderla, questo permise alla stessa, con l'avallo del governo granducale, di abbandonare il marito. Si rifugiò a Roma presso il convento delle Orsoline dove in seguito fu raggiunta dall'Alfieri.
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Dopo un periodo di fertile lavoro che portò a svariate opere la sua salute cominciò a minarsi, oltre ad attacchi di gotta e artrite fu colpito da una febbre gastrointestinale e poi da un disturbo renale derivato dalla gotta stessa.  Sembrò superare il problema ma alcuni giorni dopo peggiorò. Riuscì a far chiamare la contessa d'Albany, a cui aveva lasciato i suoi beni per testamento, e poco dopo, seduto sul letto, si accasciò e non riprese più conoscenza. Morì a Firenze l'8 ottobre 1803 all'età di 54 e fu sepolto in Santa Croce in una tomba monumentale del Canova.
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personal-reporter · 2 years ago
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I grandi marchi: Elsa Schiaparelli
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La stilista più eccentrica del primo Novecento… Elsa Luisa Maria Schiaparelli nacque a Roma, a Palazzo Corsini, il 10 settembre 1890 in una famiglia di intellettuali piemontesi, dove la madre, Giuseppa Maria de Dominicis, era di origini napoletane mentre il padre, Celestino fu il primo bibliotecario dell’Accademia dei Lince, una delle istituzioni scientifiche più antiche d’Europa, suo zio Giovanni fu un famoso astronomo e suo cugino Ernesto era un noto egittologo e senatore. La giovane Elsa studiò filosofia e sognava di diventare una poetessa ma la famiglia la  mandò in un convento Svizzero, poi a Londra, durante una conferenza della Società Teosofica, conobbe Wilhel de Wendt, un conte appassionato di filosofia. Elsa sposò il conte nel 1914 e si trasferirono a New York dove nacque Maria Luisa Yvonne Radha detta “Gogo” nel 1920 e dove la giovane conobbe personalità come Marcel Duchamp e Man Ray. Il matrimonio finì con il divorzio nel 1922, a causa dei tradimenti del marito, ed Elsa rimase da sola con Gogo. Tornata in Europa e stabilitasi a Parigi la contessa conobbe il noto stilista Paul Poiret durante una passeggiata, e in poco tempo divenne una sua allieva. I primi lavori di Elsa come disegnatrice di modelli non ebbero molto successo, dato che le aziende con le quali lavorava non volevano avere a che fare con una debuttante, ma decise che non si sarebbe arresa e nel 1927 aprì il suo atelier al 4 di Rue de la Paix a Parigi. Le sue creazioni furono incredibili, come il maglione completamente nero e con un grande fiocco bianco trompe-l’oeil, oltre ai temi dei suoi capi come i cuori trafitti, i tatuaggi tipici dei marinai, i pullover ai raggi X, che ripercorrevano le ossa del corpo; il cappello matto in maglia, che poteva assumere qualsiasi tipo di forma e i suoi primi abiti da sera. La popolarità di Elsa crebbe a dismisura tanto che il 13 agosto del 1934 il Time la mise in copertina, ed era la prima stilista donna, descrivendola come “più folle e originale della maggior parte delle sue contemporanee”. L’arte ebbe da subito un ruolo fondamentale nell’atto creativo per la Schiaparelli e infatti, dal 1935 iniziò le collaborazioni con Christian Bérard, Léonor Fini, Jean Cocteau, Salvador Dalí, Alberto Giacometti, Mere Oppenheim e Pablo Picasso. Le sue presentazioni non erano delle sfilate, ma spettacoli a tutti gli effetti con al centro il tema della maschera e del gioco. Elsa fu anche la prima stilista a ideare collezioni a tema come Papillon del 1937,  Cirque del 1938 e Pagana della Fall del 1938, ispirata ai dipinti del Botticelli. La seconda guerra mondiale spinse la Schiaparelli a trasferirsi negli Stati Uniti, dove viveva la figlia Gogo, continuando però a mantenere aperto il suo atelier parigino, ora al numero 21 di Palace Vendôme. Il grande successo di Christian Dior e del suo New Look e la fine della Seconda guerra mondiale segnarono le fine dell’incredibile carriera di Elsa Schiaparelli. Nonostante Hubert de Givenchy avesse iniziato a lavorare nel suo atelier, la fama del brand si affievolì a causa della lontananza di Elsa, che aveva deciso di passare la sua vita tra ala Tunisia e Parigi sempre più lontana dalla moda. Elsa Schiaparelli morì il 13 novembre 1973, a 83 anni, lasciando un’eredità che ha ispirato nomi come Yves Saint Laurent, John Galliano, Alexander McQueen, Miuccia Prada e  Rei Kawakubo. Read the full article
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porquevi · 2 years ago
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"Mamma Roma" (idem) - cinema.
Começou essa semana uma mostra do Pasolini no CineSESC em São Paulo. Pra abertura oi projetado esse filme em cópia 4K restaurada. Não tinha visto e me pareceu uma ótima chance. Chegamos em cima da hora, sem ingresso e sala lotada. Felizmente uma garota (obrigado!) tinha duas entradas sobrando e nos ofereceu! Não sei o que lhe fez nos escolher para tal prêmio, mas ficamos muito felizes.
depois de ver: é impressionante a liberdade que havia no cinema de Pasolini. sua decupagem, roteiro e interpretação não seguem o padrão, ainda bem! e como é boa a sala do CineSESC, melhor cinema da cidade.
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Hi! i made the very ambitious goal of watching 180 films directed by women this year. I study and love film so i know about the big female directors like Varda, Coppola, DuVernay, but i was wondering what were some hidden gems you would recommend? Im open to all genres, eras, languages, just hoping to watch and learn a lot
Sounds like a lot of fun!
Okay, so I might double up on directors you already know because even when talking people who seem to be familiar with women film directors there are usually knowledge gaps even with directors with prominent careers who have won major awards. With the more prominent directors you can just go to imdb and go diving through their careers since they’ve done a lot of work worth seeing. For the more obscure directors I’ve highlighted some of their prominent films in parenthesis.
Prominent directors:
Kelly Reichardt, Vera Chytilová, Ann Hui, Naomi Kawase, Ildikó Enyedi, Maren Ade, Céline Sciamma, Maïwenn, Dorothy Arzner, Elaine May, Shirley Clarke, Doris Wishman, Barbara Hammer, Amy Heckerling, Lina Wertmüller, Gillian Armstrong, Margarethe von Trotta, Sally Potter, Lynne Ramsay, Andrea Arnold, Nicole Holofcener, Lucrecia Martel, Joan Micklin Silver, Susan Seidelman, Penelope Spheeris, Helma Sanders-Brahms, Larissa Shepitko, Barbara Kopple, Ida Lupino, Lone Scherfig, Tamara Jenkins, Mia Hansen-Løve, Allison Anders, Catherine Corsini, Anne Fontaine, Susanne Bier
More obscure choices:Cheryl Dunye (The Watermelon Woman), Maja Miloš (Clip), Claudia Weill (Girlfriends), Rama Burshtein, Cate Shortland, Sandra Goldbacher, Rebecca Zlotowski, Ronit Elkabetz (Gett), Kathleen Collins (Losing Ground), Daniela Thomas (Vazante), Reed Morano (I Think We’re Alone Now), Alice Wu (Saving Face), Eliza Hittman, Chloé Zhao, Julia Loktev (The Loneliest Planet), Wanda Jakubowska (The Last Stage), Valérie Donzelli (Declaration of War), Chloé Robichaud, Anna Muylaert (The Second Mother), María Luisa Bemberg (I, the Worst of All), Gillian Robespierre, Ana Lily Amirpour, Agnieszka Smoczynska, Aurora Guerrero
Also if you are looking for more recs I just put out my 52 favourite films of the decade list so that might be worth perusing. 
Anyway please hit me up if you need any more suggestions or even just to let me know if you loved or hated anything I recommended! Have fun!
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chrismbr · 7 years ago
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#AGWA #CorsiniCollection Later family portraits include this charming Victorian piece (Anna & Luisa, 12-yo & 8-yo sisters who were ALREADY MARRIED to Corsinis! 1852 by Natale Carta), a small Annigoni full of detail (Princess Elena, 1950), and a painting by Annigoni’s student Luciano Guarnieri (Countess Anna Lucrezia, 1958). (at Art Gallery of Western Australia)
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guadalajaradispensas · 7 years ago
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film 168270
https://www.familysearch.org/ark:/61903/3:1:9392-6K9W-W6?i=187&cc=1874591&cat=29324
188/001 oah 2566 pt.2
189/002 168270
191/004 oah 2566
192/005 slate
193/006 continua
194/007 agustin garcia & margarita villegas / tepic
200/013 joaquin bermudes & maria felix castillon / mascota
209/022 vicente ayala & ? / zapopan
216/029 benito angel rojas & maria josefa rojas / chapala
221/034 ygnacio garamendi & andrea delgado / juchipila
235/048 aniceto monteon & luisa navarro / ocotlan
240/053 valentin araujo & eugenia fernandez / tepatitlan
250/063 severiano macias & feliciana vanegas / tepatitlan
254/067 cesario sabablia & diega velasco / ayutla
260/073 antonio nino & rosalia cedra / ahualulco
264/077 rafael padilla & josefa de la torre / tepatitlan
270/083 jesus romo & ygnacia torres / guadalajara
273/086 ramon rios & dolores mendez / guadalajara
278/091 miguel ybarra & rafaela solorzano / ameca
285/098 miguel aguallo & rosalia ulloa / nochistlan
289/102 juan jose nepomuceno villegas & victoria banuelos / colotlan
295/108 estanislao mesa & catalina villagrana / ?
296/109 manuel (?) & ygnacia real / chapala
301/114 antonio diaz & severa centeno / guadalajara
307/120 ygnacio garamendi & andrea delgado / juchipila
312/125 higinio fernandez & luz colmenero / jerez
318/131 eduardo munoz & guadalupe munoz / tlaltenango
324/137 remigio garcia & maria nieves medina / jalpa
332/145 jose maria castillo & petronila mojica / autlan
336/149 victor gomez portugal & mariana gil / guadalajara
339/152 jose flores & isabel navarro / ocotlan
347/160 eustaquio (?) sanchez & manuela morales / ixtlan
355/168 eustaquio gonzalez & juana gonzalez / tomatlan
361/174 francisco preciado & ygnacia santana / tecolotlan
367/180 jose serviano & rosalia suchil / jocotepec
376/189 jose zepeda & dolores guerrero / cocula *tree 376/189
380/193 ygnacio gallegos & guadalupe lopez / pinos
389/202 carlos ramos & paula lira / tonala
392/205 trinidad patino & maria san juana aguirre / arandas
397/210 francisco madera & teresa cacheco / zacatecas
401/214 juan diaz & jacoba fregoso / cocula
406/219 siriaco gonzalez & ygnacia delgado / jalpa
414/227 nasario villar &  antonia cesena / tepic
422/235 marcial paredes & juana maria cruz / jalostotitlan
428/241 leandro loera & pabla velasquez / guadalajara
435/248 lino navarro & trinidad perez / ?
441/254 estanislao mesa & catalina villagrana / teuchitlan
455/268 lino fregoso & lorenza souray(?) / guadalajara
458/271 jose del refugio garcia & guadalupe carrillo / nochistlan
462/275 encarnacion ramos & juliana ramirez / guadalajara
467/280 eusevio anaya & isabel mendiola / guadalajara
471/284 matias gomez & ana otero / jerez
478/291 carlos agustin hirshausen(de Hannover, alemania/from Hannover,Germany) & manuela corsini / zacatecas
487/300 secundino lopez & mauricia guerra / venado *tree 489/302
491/304 pedro magdaleno & maria guzman / encarnacion
498/311 viscencio jimenez & maria gonzalez / tepatitlan
504/317 antonio cartiyo & maria cartiyo / matehuala
511/324 rito banuelos & tomasa banuelos / mesquitic
518/331 antonio gonzalez & merced razo / ocotlan
526/339 jose maria martin & maria jesus landeros / encarnacion
533/346 lorenzo ramos & bonifacia camarillo / lagos
536/349 julian periera & pilar banuelos / jerez
542/355 gregorio lara & felipa abedoy / calvillo
547/360 domigno moreno & estefana varela / ?
554/367 eduardo gonzalez & ? / tequila
556/369 teodoro castro & atanacia castro / san cristobal
564/377 tiburcio olivares & ana hernandez / lagos
570/383 eugenio mora & victoriana mora / cuquio
576/389 laureano ortiz & rita gutierrez / huejuquilla
580/393 florentino martinez & juana evangelista moncada / san blas
585/398 francisco gallardo & micaela mora / zacatecas
591/404 ygnacio silva & ygnacia carrillo / ?
600/413 bonifacio hernandez & petra perez / tuscacuesco
610/423 marcelo muniz & petronila miranda / jerez
616/429 maximo chavez & benigna benito / venado
621/434 jose moran & maria sanchez / san jose de garcia
624/437 santiago yniguez & guadalupe garcia / yahualica
629/442 francisco gonzalez & maria jesus moreno / adoves
635/448 calixto reyes & martian castorena / rincon
639/452 onofre alonzo & vicenta ornleas / tepatitlan
644/457 pilar rovalcava & rafaela lepes / teocalitche
650/463 ? & aguastina hernandez / analco
654/467 antonio perez & francisca caldera / teocaltiche
659/472 juan nepomuceno gonzalez & vicenta carlos / tepetongo
669/482 ylario gonzalez & petronila avila / ?
673/486 yldefonzo parra & josefa carrillo / ixtlan *tree 674/487
679/492 jose maria ramos & benita (?) / sayula
682/495 andres coronel & francisca morales / aguascalientes
686/499 maximo ramos & guadalupe de luna / tepechitlan
691/504 servulo rocha & eligia ybarra / ?
694/507 juan jose castaneda & trinidad membrila / tamazula
702/515 vicente gonzalez & (?) huerta / totatiche
708/521 leonardo camposano & guadalupe aguilar / tuscacuesco
711/524 ygnacio huerta & ygnacia lopez / tepechitlan
718/531 marcial acosta & vicenta montes / ahuacatlan
723/536 antonio dena & maria villagrana / ahuactlan
733/546 bacilio martinez & calixta juarez / fresnillo
739/552 jose de la encarnacion tejeda & marcelian fuentes / arandas
744/557 rufino flores & crisanta montealvo / teul
749/562 rafael gallo & maxima reynoso / jalostotitlan
757/570 francisco placencia & quirina carrillo / cuquio
763/576 santos gonzalez & damiana romo / lagos
769/582 lazaro morales & refugio mansilla / ystlahuacan
774/587 jose maria jaimes & josefa orozco / arandas
777/590 ygnacio gonzalez & juana maria perez / banderas
783/596 pablo castaneda & aleja mercado / yahualica
788/601 antonio lopez & pioquinta magallanes / tepetongo *tree 795/608
796/609 ygnacio silva & petra garcia / jalpa
803/616 continua
804/617 oah 2566 fin
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redazionecultura · 6 years ago
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L'Eredità delle donne - Prima edizione
L’Eredità delle donne – Prima edizione
L’Eredità delle Donne è un’assoluta new entry nel panorama nazionale dei festival, che, dal 21 al 23 settembre a Firenze, abbraccerà a 360° numerosi ambiti della cultura come l’arte, la scienza, l’attualità, la politica, il giornalismo, il cinema etc. con una chiave di lettura tutta al femminile per evidenziare il valore, la preziosa eredità e la grande influenza che le donne hanno dato e…
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perfettamentechic · 6 years ago
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Elsa Schiaparelli nacque nel 1890, nel palazzo Corsini a Roma. Con un padre che era il direttore della biblioteca dei Lincei e un professore di letteratura orientale, un astronomo zio e una madre discendente dai Medici, Elsa è cresciuta in una famiglia di aristocratici e intellettuali. Ha studiato filosofia, anche se il suo sogno era diventare un’attrice. Nel 1911 pubblicò una raccolta di poesie apertamente sensuali, Arethusa . Quando i suoi genitori lo hanno saputo, è stata mandata in un convento in Svizzera, dove è ripartita dopo aver fatto lo sciopero della fame. Il 1913 ha segnato l’anno dell’emancipazione. È partita per Londra con uno degli amici di sua sorella per aiutare a prendersi cura dei suoi figli. Questa città ha dimostrato di essere l’inizio della libertà. Quando partecipò a una conferenza di teologia del conte Wilhelm Wendt de Kerlor, ne rimase affascinata di questo giovane teosofo. Si sposarono nel 1914 e lasciarono Londra per New York nel 1916, dopo aver trascorso diverse stagioni a Nizza. Sulla nave che li portava a New York, Elsa stringe amicizia con Gabrielle Picabia, la moglie del pittore Dada. Questo incontro avrebbe introdotto Elsa nella cerchia degli artisti d’avanguardia dell’epoca: MAN RAY. MARCEL DUCHAMP. EDWARD STEICHEN. La giovane coppia viveva della dote di Elsa, che stava scomparendo alla velocità della luce. La loro figlia Yvonne, soprannominata Gogo, nacque nel 1920 e ben presto contrasse la poliomielite. Con il suo stile di vita bohémien, i lavori part-time, le ripetute assenze del marito e il prendersi da sola la cura della figlia, Elsa chiese il divorzio.
schiaparelli.com
Elsa Schiaparelli è stata una stilista e sarta italiana amante dell’arte e della letteratura; una donna venuta dall’aristocrazia che ha saputo farsi amare dal popolo. Insieme a Coco Chanel, viene considerata una delle più influenti figure della moda all’inizio del XX secolo. È l’inventrice del rosa shocking. Lo scontro tra Elsa Schiaparelli e Coco Chanel ha animato le prime pionieristiche fasi del mondo della moda, a cominciare dagli anni ’30. Un duello  fatta di collezioni, abiti bellissimi, vestiti da sogno, che non ha svilito, anzi ha arricchito enormemente il mondo del moda elegante. A Coco Chanel si deve la semplicità e la naturalezza, a Elsa Schiaparelli abiti sempre più estrosi, sgargianti, particolari.
Elsa Schiaparelli nacque da una nota famiglia di intellettuali piemontesi, trasferitasi a Roma. La madre proveniva da una famiglia dell’aristocrazia napoletana discendente dai Medici, signori di Firenze e di tutta la Toscana, mentre il padre, Celestino Schiaparelli, nel 1875 fu nominato direttore della biblioteca dell’Accademia dei Lincei dal Re Vittorio Emanuele II, e risiedettero nella sede che spettava a chi ricopriva tale carica: Palazzo Corsini. Nel 1903 Celestino Schiaparelli lasciò tale incarico per una cattedra di lingua e letteratura araba all’Università di Roma. Elsa era nipote di Giovanni Schiaparelli, che era stato un famosissimo astronomo, direttore dell’osservatorio di Brera, scopritore dei canali su Marte che portano il suo cognome.  Cresce in una casa cattolica e la sua educazione è stata severa ma, Elsa Schiaparelli mostrò da subito una forte vena artistica che voleva declinare nella drammaturgia, sognava di diventare un’attrice, ma non poté farlo per via della sua provenienza aristocratica, i genitori ritennero più conveniente farle studiare filosofia e lettere. Decise quindi di scrivere e far pubblicare all’età di 21 anni, poesie, le quali ebbero buona diffusione e un discreto successo soprattutto in Francia. Se la reazione del pubblico fu discreta, quella della famiglia Schiaparelli fu pessima, per il padre fu una vera disgrazia. La “Schiap” (diminutivo affibbiatole in Francia, probabilmente per semplificare la pronuncia, che lei stessa subito adottò) venne quindi mandata in un convento della Svizzera tedesca. Quando scappò dalla scuola, nel 1913, andò in Inghilterra dove frequentò una lezione sulla teosofia tenutasi dal misterioso professore Wilhelm de Wendt de Kerlor. Parlarono dopo la lezione, e fino a notte fonda, e il giorno successivo furono fidanzati, per l’orrore del padre. Elsa sposò, all’inizio del 1914, il conte alla tenera età di diciotto anni. De Kerlor, l’imprenditore disonesto, non ha mai fatto molti soldi e per il primo anno di matrimonio la coppia è stata sostenuta dalla dote di Schiap. Elsa lavorava duramente con il marito per promuovere i suoi interessi commerciali, e quando il “furfante” la lasciò dopo cinque anni di matrimonio e appena dopo la nascita della loro unica figlia, forse le aveva insegnato il valore di un’auto-promozione instancabile e un buon punto di vista commerciale.
Nel 1919 la coppia si trasferì a New York e nel 1920 nacque la loro figlia, Maria Luisa Yvonne Radha, detta Gogo. Tuttavia il matrimonio si rivelò fallimentare e la Schiaparelli rimase sola con una figlia, che si ammalò di poliomielite, dopo un periodo di povertà la figlia, come la madre a suo tempo, venne mandata in un collegio così che Elsa poté occuparsi a tempo pieno delle proprie passioni. Fu questo, infatti, il periodo in cui la Schiaparelli conobbe e cominciò a frequentare gli artisti dell’avanguardia dadaista. Sempre in questo periodo, e sempre a causa delle condizioni di salute della figlia, Elsa si trasferì a Parigi nel 1922, ospitata da Gaby Picabia, moglie dell’artista dadaista Francis Picabia.
Fu qui che, ovviamente, Elsa Schiaparelli entrò in stretto contatto con l’ambiente della moda dell’epoca. Secondo le parole della stessa Schiaparelli, sembra che il colpo di fulmine per la moda sia avvenuto dopo una sua visita, assieme a un’amica, all’atelier di Paul Poiret in Faubourg Saint-Honoré. Poiret, il grande sarto dei primi anni del Novecento, che aveva proposto una nuova immagine di donna, libera dalle costrizioni del busto, le mostrò alcune delle sue creazioni, che lei all’epoca giudicò semplicemente come troppo care. Poiret le rispose “Non vi preoccupate dei soldi. E poi potrete come e quando vorrete…“.
Nel 1922, si trasferì a Parigi con la figlia, perché l’Europa sembrava essere avanti in termini di trattamenti di cui Gogo aveva bisogno. Durante il giorno, Elsa lavorava presso un antiquario. La sera, ha frequentato il famoso ristorante, Le Bœuf sur le Toit, che ha attirato l’elegante set di Parigi. La sua cerchia di amici artisti crebbe. Un giorno, Elsa accompagnò un amico a un allestimento di Paul Poiret, il più grande couturier dell’epoca. Ha provato alcuni disegni mentre aspettava, anche se non poteva permettersi di comprare pezzi del genere. Comprendendo questo e senza dubbio intuendo che una donna così atipica sarebbe stata una buona pubblicità per i suoi vestiti, Paul Poiret suggerì che Elsa potesse prendere in prestito diversi progetti. Questa esperienza di una casa di alta moda, lusso, qualità, design, colori, materiali. A metà degli anni ’20, Elsa Schiaparelli fece fiorire la sua creatività e divenne una designer freelance. Ha unito le forze per un periodo con un’amica che aveva acquisito un marchio che era caduto in declino. Elsa riacquistò presto la sua indipendenza in modo che potesse esprimersi al massimo.
… Sebbene abbia fondato la sua compagnia nel suo appartamento nel 1927, l’azienda è decollata l’anno successivo quando ha aperto atelier, saloni e uffici in rue de la Paix 4 con “Schiaparelli – Pour le Sport” (Schiaparelli – Sportswear) su la piastra della porta. … Questa miscela di Haute-Couture e abbigliamento sportivo ha avuto un tale impatto in tutto il mondo che i produttori tessili americani le hanno offerto i suoi primi accordi di licenza.
schiaparelli.com
La prima creazione di Elsa nasce da un’intuizione: viene attirata da un abito fatto a maglia da una rifugiata armena. Tra le due donne comincia una collaborazione: la Schiaparelli ha le idee, l’altra le realizza; realizzano abiti di facile vestibilità e dominati da motivi di ispirazione cubista, africana, quasi naif. Inizialmente, l’atelier era il suo appartamento in rue de l’Université. Solo a seguito di un investimento di 100 mila franchi, registrò il marchio e trasferì la maison in rue de la Paix. Gli artisti più popolari del tempo, da Salvador Dalì ad Alberto Giacometti, frequentavano la sua maison prima in rue de la Paix, poi in Place Vendome, fornendole l’occasione per disegnare gioielli e bozzetti sempre più accattivanti. Da allora la sua immaginazione si scatena: abiti sportivi di ispirazione africana e cubista, oppure tessuti con ritagli di giornale, abiti con aragoste giganti di ispirazione surrealista, animali, soli giganteschi.
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Di conseguenza la collezione di maglieria viene arricchita con costumi da bagno, pigiami da spiaggia e accessori. I motivi divennero più vari (tartarughe astratte, scheletri, tatuaggi da marinaio, ecc.), Così come i colori, giocando sui contrasti (bianco e nero, nero e sfumature brillanti).
Da quel momento in poi, le collezioni si susseguirono a ritmo di quattro presentazioni all’anno. Le prime collaborazioni hanno sostenuto la prolifica creatività di Elsa Schiaparelli: una collana in porcellana di aspirina con Elsa Triolet; una piega trompe-l’œil dipinta su un lungo abito con il pittore Jean Dunand;
gioielli con Alberto Giacometti; un braccialetto di metallo e pelliccia con Meret Oppenheim, per citarne solo alcuni. La ricerca sullo sviluppo di nuovi materiali ha portato a tessuti rivoluzionari come il rodofano (trasparente e fragile come il vetro) o crepe di rayon schiacciato (simile alla corteccia d’albero). Elsa si è circondata dei migliori talenti: Jean Schlumberger, Jean Clément e poi Lina Baretti per i gioielli, Jean-Michel Frank per la decorazione e il design delle bottiglie di profumo, Pérugia e Roger Vivier per le scarpe, Lesage for embroidery,…
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Elsa si è circondata dei migliori talenti creativi: ELSA TRIOLET, ALBERTO GIACOMETTI, MERET OPPENHEIM, JEAN SCHLUMBERGER, JEAN-MICHEL FRANK, MARCEL VERTÈS JEAN, DUNÉ, JEAN CLÉMENT, RAYMOND PEYNET.
Il successo di Schiaparelli arrivò mentre la moda del secolo giungeva a una svolta: dall’abito piatto e senza forma della Garçonne, che furoreggiava negli anni venti, si tornò a una moda più femminile, con la vita al punto naturale, abiti sotto al polpaccio di giorno e lunghi da sera, tacchi alti.
Nel 1928 arrivarono i completi rigati e i costumi da spiaggia ma anche il lancio del profumo S. Nel 1929 la Schiaparelli rivoluzionò ancora il settore introducendo per la prima volta, in capi di alta moda, le zip, sia con funzioni classiche di chiusura che semplicemente decorative assai più pratica delle sfilze di bottoncini che avevano chiuso gli abiti delle donne sino a quel momento.Dal 1929 in poi, Elsa ha introdotto un numero crescente di innovazioni in termini di materiali, tagli, dettagli e accessori: un impermeabile in lana e seta gommata, tute con zip a vista – che in seguito sarebbero state seguite da cerniere colorate e poi versioni multicolore – , il primo abito da sera (un abito avvolgente con una profonda scollatura), culottes, abiti dalle spalle forti, abiti da sera reversibili in bianco e nero, tagli aerodinamici creati da balze abilmente disposte, cappelli eccentrici e borse in rete metallica.Fin dall’inizio, la Schiaparelli disegna per le donne famose come: Wallis Simpson, la futura Duchessa di Windsor, Marlene Dietrich, Katharine Hepburn, Greta Garbo, Lauren Bacall, Gene Tierney, Gala Dali, Marie-Laure de Noailles, Daisy Fellowes, Nusch Eluard (per il suo ritratto di Pablo Picasso indossa un abito della Schiaparelli), Arletty, Vivien Leigh, Ginger Rogers, Juliette Gréco, Mae West (per il quale ha disegnato il guardaroba in uno dei suoi film).
Negli anni Trenta arrivarono le prime gonne separate al centro, a portafoglio, che furono considerate scandalose in molti paesi. Arriveranno altri vestiti Schiaparelli iconici come il “mad cap“, il cappello matto, che prende forme diverse in base alla volontà di chi lo indossa.
La stilista ha alternato abbigliamento sportivo con linee sobrie, abiti “hard chic” e abiti da giorno con abiti da sera sfacciatamente seducenti. Si è ispirata al guardaroba maschile per creare la prima camicetta nel 1935.
Nel 1934 stabilì la sua maison al numero 21 di place Vendôme, e da lì ogni anno lanciò le sue collezioni, tutte a tema e tutte fantasiose, ma con grande unità stilistica. Collezioni fantasiose ed esuberanti si imponevano sul mercato, tenendo testa proprio a quelle di un’altra famosissima stilista del tempo, Coco Chanel.
Proprio insieme a Chanel, la Schiaparelli fu una delle prime a capire che in futuro la formula vincente per la moda sarebbe stato l’abito pronto per la vendita, utilizzando taglie standard, da poter eseguire in serie. Ribaltando completamente le idee consolidate sul vestire, inventò impermeabili da sera, abiti in vetro, mantelle color rosa shocking con enormi soli ricamati in oro sulla schiena. Abiti con aforismi di Jean Cocteau.
Disegnava personalmente i modelli in album di schizzi minuziosi ed eleganti. Sia che le creazioni esclusive fossero abiti unici, sia che fossero rivolte a un pubblico più vasto, la Schiaparelli creava le sue opere con la stessa, identica concentrazione. 
Ogni collezione racconta una storia ricca, prendendo in prestito dal prezioso e dall’ordinario, l’arte e la vita quotidiana, il figurativo e la narrativa, il surrealismo e i simboli di riferimento, il poetico e architettonico, nero e dai colori più sorprendenti, provocatorio e severo. Elsa è stata la prima a dare alle sue collezioni un tema: la prima, “Stop, Look & Listen” (Fermati, Guarda e ascolta), il look “tifone”, il look “paracadute”, e poi Le farfalle, Gli strumenti musicali, “Commedia dell’Arte”, “Païenne” ( pagano), “Astrologia”, “Le Cirque” (circo),  dove usa giocolieri, pagliacci, coni gelato, elefanti e trapezisti per sottolineare l’estrosità e il dinamismo circense. Salvador Dalí le ispirò un tailleur dove le tasche erano minuscole cassettine.
Lo spirito surrealista e artistico si è impadronito di stivaletti in pelle con le dita dei piedi rappresentati da impunture, insieme alla bottiglia di profumo maschile a forma di pipa (in omaggio a Magritte), guanti con chiodi rossi in pitone, stivaletti con frange di lunga pelliccia di scimmia , una collana di Rhodoid incrostata di insetti e borse con decorazioni luminose (a batteria).
La creatività e l’originalità della Schiaparelli, trovano espressione soprattutto negli accessori; ad esempio il cappello-scarpa (disegnato dal suo amico Dalì), cappelli come spazi abitati, cappelli dalla forma che sembrano cervelli umani, guanti con le unghie lunghe; a lei si devono i primi orecchini e braccialetti in plexiglas. Per lei, Jean Hugo disegna bottoni-sculture dalle forme più curiose, bottoni a forma di labbra, di caramelle d’orzo, a calamaio, di animali.
Altre invenzioni di Elsa Schiaparelli furono le frasi sugli abiti (soprattutto quelle di Jean Cocteau), l’abito scheletro (che gli americani chiamano ancora Elsa Schiaparelli Skeleton Dress).
Elsa Schiaparelli fornì abiti a innumerevoli star del cinema e dello spettacolo, mentre un altro vezzo di Elsa Schiaparelli, il profumo, si impose sulla scena.  È nel 1934 che lanciò i tre profumi Salut, Souci e Schiap, creati nel suo atelier di profumeria di Bois-Colombe: sono ancora oggi icone di stile.
Nel 1932, la Couture House, che era diventata “Schiaparelli – Pour le Sport, Pour la Ville” (Schiaparelli – Sportswear, City and Evening Wear), copriva diversi piani e comprendeva otto atelier che ospitavano oltre 400 dipendenti. L’anno seguente, Elsa Schiaparelli aprì un negozio e saloni a Londra e un ufficio a New York. Dopo il lancio della sua prima fragranza “S” nel 1928, nel 1934 presentò una collezione di tre profumi: Soucis, Salut e Schiap . L’anno dopo, la Couture House rilevò l’Hotel de Fontpertuis, 21 place Vendôme: cinque piani 98 camere, oltre 700 dipendenti e una boutique al piano terra con vista sulla colonna Vendôme.
La sua reputazione è tale che è diventata la prima stilista di moda femminile ad apparire sulla copertina della rivista americana Time nel 1934.
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 Il 1937 vide il lancio del profumo Shocking e il colore “rosa shocking” che diventerà un marchio di fabbrica della Maison Schiaparelli.Il profumo, la cui bottiglia disegnata da Léonor Fini ha rappresentato un manichino di sartoria seguendo le curve di Mae West, decorato con fiori di porcellana e un nastro di misurazione di velluto, è stato un successo senza precedenti. Elsa ha poi avuto una visione cromatica: ha inventato il rosa shocking, un pigmento puro, vibrante, non diluito, intenso e vivace. Di fatto era una gradazione molto intensa del magenta. Il rosa shock in abbigliamento spopolò e a dargli fortuna contribuì non poco il vestito indossato da Marilyn Monroe in Gli uomini preferiscono le bionde.
Questa creatività traboccante che ha scosso la sensibilità è stata presto interrotta dalla seconda guerra mondiale. Fino all’estate del 1940, Elsa ha combattuto per mantenere la sua casa di moda per affari al fine di mantenere il maggior numero di posti di lavoro possibile e persino di lanciare un profumo, Sleeping . In vista delle incursioni aeree, ha creato abiti pratici e comodi: tute con cerniera con maxi tasche destinate a contenere l’equivalente di una borsetta, un cappotto con una borsa integrata, abiti trasformabili, ecc.
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A fine degli anni Trenta cominciò la collaborazione con Salvador Dalì che disegnerà un barattolo per trucco a forma di quadrante telefonico, la partnership proseguirà anche per la creazione di cappotti e tailleur.
Elsa aveva anche capito che la sfilata è una vetrina, uno spettacolo per i compratori, ma che la vera moda si faceva col prêt-à-porter.
Negli anni Quaranta ci saranno altre creazioni iconiche: il primo abito con silhouette a sirena, giacche di ispirazione militare con grandi tasche ricamate, il profumo Le Roy Soleil con boccetta artistica progettata ancora una volta da Dalì.
Nel luglio del 1940, Elsa lasciò Parigi e diede un serie di conferenze negli Stati Uniti sul tema “Vestiti e la donna“. A Dallas, è stata la prima europea a ricevere il premio Neiman Marcus per i servizi alla moda.
Nonostante la guerra e l’offerta del MoMA di nominarla direttore di un dipartimento di fashion design, è ripartita per Parigi.
Partì con 13.000 capsule di vitamine per aiutare la Francia libera. Durante uno scalo a Bermuda, la dogana ha confiscato il carico, sospettando che Elsa fosse contrabbandata. Le sue carte erano finalmente in ordine, poteva ripartire con le vitamine.
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Dato che il suo status di italiana a Parigi stava diventando rischioso, mise la sua Couture House nelle mani del suo braccio destro dal maggio 1941 al luglio 1945. Partì per New York dove continuò ad aiutare la Francia attraverso molte iniziative in tutto il mondo.
Nell’aprile 1941 la figlia di Schiap, Maria Luisa Gogo Schiaparelli, si sposa con l’esattore Robert L. Berenson.
Quando la Francia fu liberata, Elsa vi ritornò immediatamente, rilevò la progettazione e presentò una collezione già nel settembre del 1945. Partecipò alla mostra itinerante Théâtre de la Mode negli Stati Uniti. Hubert de Givenchy viene assunto come Direttore Creativo della boutique Schiaparelli. Hubert de Givenchy ha lavorato al fianco di Schiaparelli nei suoi primi anni ’20, e le attribuisce il merito di aver influenzato la sua visione della moda. Si dice che fosse furiosa con lui quando lasciò la sua etichetta nel 1951, e gli disse “Mi farai bancarotta“. Il che forse dimostra quanto era arrivata ad affidarsi al giovane designer.
Una fabbrica di profumi fu costruita nei sobborghi di Parigi per garantire l’attività sostenuta dei profumi esistenti, completata dai lanci di Roy Soleil, Zut e Succès Fou negli anni seguenti. Nel 1946, al passo con le donne che viaggiavano sempre di più, Elsa fece scalpore con il guardaroba della Constellation: sei vestiti, un cappotto reversibile e tre cappelli pieghevoli, tutti sotto le 12 lbs. Nonostante lo sciopero di parte dei suoi atelier di Haute-Couture, Elsa presentò la sua collezione nell’agosto del 1949. I pezzi non erano finiti (presenti spille, campioni di stoffa e nessun asola), ma lo stile giovanile, l’audacia evidente e l’abito da sera con un reggiseno visibile hanno portato il New York Times a descrivere la collezione come “Striking“. Newsweek dedicò la sua prima pagina alla designer. Negli anni Cinquanta Schiaparelli confezionò il primo abito smoking per l’Haute Couture, si inizieranno a produrre anche cravatte da uomo, lingerie e bambole, occhiali da sole (fu lei la prima a lanciare una linea di occhiali da sole firmati) e accessori e spille di grandi dimensioni con animali. Schiaparelli non solo vestiva le stelle del cinema (Marlene Dietrich, Greta Garbo e Katherine Heburn), ma disegnava anche costumi per molti film e rappresentazioni teatrali.
Nonostante questi successi, un numero crescente di licenze negli Stati Uniti e buone vendite dei profumi, Elsa notò che il mondo di Haute-Couture era cambiato, allora decise di chiudere la sua Couture House nel 1954 per dedicarsi alla sua autobiografia Shocking Life. Elsa Schiaparelli muore nel sonno nel 1973 a Parigi.
La nipote di Schiap è Marisa Berenson, la celebre modella e stella del cinema.
Direttamente e indirettamente, Elsa Schiaparelli ha influenzato una vasta gamma di tendenze e designer della moda.
Dal 1954 il marchio Elsa Schiaparelli sino al 2006 passa da vari abbandoni e silenzi sino all’acquisto di licenze, catalogo, abiti storici da parte di Diego Della Valle, patron di Tod’s, Hogan e molti altri marchi del lusso,  e Roger Vivier, uno stilista francese specializzato in scarpe (la sua creazione più famosa è stata il tacco a spillo). L’approccio nei confronti di questa maison è stato quello di una crescita lenta e graduale. Nel 2012 la riapertura della storica sede produttiva in Place Vendome, nel cuore di Parigi, dove la stessa Elsa aveva lanciato il brand quasi un secolo prima. Nel 2013, Christian Lacroix ha creato una collezione omaggio; più tardi quell’anno, Marco Zanini assunse la direzione creativa riportando meticolosamente in auge i più grandi successi di Schiaparelli.
Dopo essersi laureato alla Nuova Accademia di Belle Arti nel 2005, Zanini ha continuato a lavorare come primo assistente di Lawrence Steele. Arriva alla maison Schiaparelli dopo aver guidato la rinascita di successo a Halston e Rochas a Parigi. Allo stilista italiano si deve la rinascita di una delle case di moda più antiche del mondo. 
Dal 2015 il direttore del design è Bertrand Guyon diplomato all’École de la Chambre Syndicale de la Couture Parisienne, ha lavorato da Christian Lacroix e da Givenchy, prima di raggiungere a Valentino, dove ha contribuito per anni all’immenso successo della Haute Couture di Valentino sotto la guida di Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli. Nel 2017 Schiaparelli ha ricevuto dal Ministero dell’Industria francese e  dalla Federazione francese di alta moda il riconoscimento di Haute Couture.
La denominazione di grand couturier è infatti protetta dalla legge francese e attribuita esclusivamente dal Ministero dell’Industria d’Oltralpe a selezionate case di moda. Abiti rigorosamente confezionati a mano e realizzati su misura per le donne più ricche del mondo: questa è l’essenza dell’alta moda, che vive solo nella capitale francese. Al momento, sono 15 i brand che possono fregiarsi del titolo di maison di alta moda: oltre a Schiaparelli e Julien Fournié, fanno parte del gotha della moda Chanel, Dior, Givenchy, Jean Paul Gaultier, Maison Margiela, Giambattista Vialli, Franck Sorbier, Adeline Andre, Alexandre Vauthier, Alexis Mabille, Maurizio Galante, Stephane Rolland e Yiqing Yin. Un’altra ventina di maison sono considerate guest member e tra queste figurano Armani, Valentino, Versace, Giambattista Vialli, Elie Saab.
Un successo per Diego Della Valle che ha deciso di rilevare i diritti su Schiaparelli e ne ha curato il rilancio. Merito anche di Bertrand Guyon, dal 2015 Direttore Creativo del brand.
Nel 2016 fu lanciata una collezione prêt-à-porter costruita riproducendo i ricami originari su chemisier contemporanei, bomber serici e blazer.
Se la Schiaparelli sperimentava con nuove tecnologie e tessuti, oggi l’atelier continua a collaborare con esperti della tradizione: gli artigiani di Lesage, per i ricami, e Lemarié, per le piume e i fiori, come anche con specialisti d’avanguardia, tra cui il giovane Julien Vermeulen esperto nelle lavorazioni di piume.
Stiamo anche optando per un approccio sempre più etico e staremo lontani da ogni pelliccia rara per la prossima collezione. C’è un nuovo pubblico più attento e green che apprezza il cosiddetto lusso alternativo. Guyon.
Tra le clienti della maison Schiaparelli  vi sono Cate Blanchett, Kristin Scott Thomas e Tilda Swinton, senza dimenticare Céline Dion, che ha indosseto spesso gli outfit Schiaparelli nel suo tour 2018.
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Aggiornato al 28 febbraio 2019
Autore: Lynda Di Natale Fonte: schiaparelli.com, web
Elsa Schiaparelli #schiaparelli #guyon #creatoridistile #creatoridimoda #perfettamentechic #felicementechic #lynda Elsa Schiaparelli nacque nel 1890, nel palazzo Corsini a Roma. Con un padre che era il direttore della biblioteca dei Lincei e un professore di letteratura orientale, un astronomo zio e una madre discendente dai Medici, …
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aneddoticamagazinestuff · 8 years ago
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Firenze e i suoi quartieri
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Firenze e i suoi quartieri
La nascita di Firenze non è certa, c’è chi la riferisce ad un indipendente nucleo etrusco alle pendici di Fiesole esteso fino alla riva dell’Affrico e fino all’Arno, come sostiene Davidsohn, e c’è chi la considera Firenze solo dopo l’insediamento romano e quindi alla formazione della prima struttura circondata da mura posizionate per ragioni difensive alla confluenza fra Arno e Mugnone.
Personalmente, romanticamente, accarezzo l’idea etrusca ma non disdegno l’influenza romana che nel carattere ha cosi tante similitudini al fiorentino. Forse il nostro codice genetico è fusione e il garbato etrusco stempera il rustico romano. Certo è che la divisione cittadina che si indica con i suoi quartieri nasce rispetto al nucleo fortificato.
La struttura fortificata romana presentava già 4 suddivisioni che però è difficile immaginare come quartieri, più una suddivisione logistica. Le 4 parti erano Regio Sinistrata Citrata, Regio Sinistrata Ultrata, Regio Dextrata Citrata e Regio Dextrata Ultrata.
La presenza di un porto fluviale sull’Arno, ancora esterno alla città, permetteva lo sviluppo della città rendendola strategica in quanto l’Arno era navigabile dalla foce sino a poco oltre Firenze. La rendevano però anche preda di attacchi e conquiste. Bizantini, periodo lombardo e Carolingio insegnarono che le fortificazioni erano necessarie.
Una vera prima suddivisione in quartieri si ha con l’espansione delle mura verso l’Arno più o meno nell’anno 1078, mura che Dante chiama “cerchia antica” e le aree cittadine assumono il nome della porta difensiva della zona in oggetto. Le divisioni erano quindi l’area vicino a Porta Sante Marie a sud, San Piero ad est, la Porta del vescovo a nord e Porta San Pancrazio ad ovest.
La successiva espansione delle mura avvenne nel 1172, era l’epoca dei Comuni. In origine Firenze lambiva solo una sponda dell’Arno, quando si sviluppò il “di la’ d’Arno” si formarono i primi 6 quartieri: Porta del Duomo, San Pier Maggiore, San Pier Scherraggio, Oltrarno, Di Borgo, San Pancrazio. Indipendentemente dai quartieri il “di qua e di la’ d’Arno misurarono subito una certa rivalità e magicamente i primi due colori presero forma, i Verdi e i Bianchi.
Si deve attendere il periodo fra il 1284 e il 1333 per la creazione dei 4 grandi quartieri. In quel periodo vengono costruite le possenti mura difensive che hanno difeso Firenze per 5 secoli (poi è arrivato il distruttore seriale Poggi).
Si crearono 4 quartieri con amministrativamente 4 gonfaloni. I quartieri di “qua d’arno” nascono dalla scissione del verde e si formano il rosso e l’azzurro. La mappa sulla destra delinea i quartieri con i colori di appartenenza e la mappa qua sotto l’estensione dei quartieri oltre le mura cittadine comprendendo località come il Galluzzo o Novoli. Il no delle mura ha portato ad assegnare i Quattro Colori sulla base dei rispettivi possedimenti fuori le mura. Prendetene visione anche in vista del Torneo del Calcio Storico, ma ricordate che “oltre le mura” ognuno è libero di continuare a sostenere il Colore da sempre preferito. (Franco Ciarleglio per Lo Struscio Fiorentino)
Veniamo quindi AI TERRITORI DEI QUARTIERI STORICI FIORENTINI.
Una bellissima mappa è la “Pianta della città di Firenze” dell’architetto e cartografo FERDINANDO RUGGIERI (1731) che stabilisce i confini definitivi dei Quartieri Storici fiorentini, dopo le ultime modifiche apportate in epoca tardo rinascimentale.
.QUARTIERE SAN GIOVANNI: IL TERRITORIO. Confini: porta a Faenza (Fortezza da Basso), via Faenza, piazza Madonna degli Aldobrandini, via dei Conti, via Zannetti, via Cerretani, piazza San Giovanni, via Roma, piazza della Repubblica (colonna dell’Abbondanza), via degli Speziali, il Corso, borgo degli Albizi, piazza San Pier Maggiore, arco di San Pierino, borgo Pinti, porta a Pinti (piazzale Donatello), viale Matteotti, piazza della Libertà, porta San Gallo, viale Lavagnini, viale Filippo Strozzi, porta a Faenza.
    QUARTIERE SANTA MARIA NOVELLA: IL TERRITORIO.Confini: porta a Faenza (Fortezza da Basso), via Faenza, piazza Madonna degli Aldobrandini, via dei Conti, via Zannetti, via Cerretani, piazza San Giovanni, via Roma, piazza della Repubblica (colonna dell’Abbondanza), Calimala, via Por Santa Maria, lungarno Acciaiuoli, lungarno Corsini, piazza Goldoni, lungarno Vespucci, via Palestro, via Solferino (lungo le antiche mura), torre della Serpe, viale Fratelli Rosselli, porta al Prato, viale Filippo Strozzi, porta a Faenza.
      .QUARTIERE SANTA CROCE: IL TERRITORIO.Confini: piazza della Repubblica (colonna dell’Abbondanza), via degli Speziali, il Corso, borgo degli Albizi, piazza San Pier Maggiore, arco di San Pierino, borgo Pinti, porta a Pinti (piazzale Donatello), viale Gramsci, piazza Beccaria, porta alla Croce, viale Giovine Italia, torre della Zecca, lungarno della Zecca Vecchia, lungarno delle Grazie, lungarno Generale Diaz, lungarno Anna Maria Luisa de’ Medici, lungarno Archibusieri, via Por Santa Maria, Calimala, piazza della Repubblica (colonna dell’Abbondanza).
    .QUARTIERE SANTO SPIRITO: IL TERRITORIO.Confini: (tutto l’Oltrarno) Ponte Vecchio, lungarno Torrigiani, lungarno Serristori, porta San Niccolò, via dei Bastioni, porta San Miniato, via di Belvedere, porta San Giorgio, lungo le mura che costeggiano il Forte Belvedere e il Giardino di Boboli, porta Romana, viale Petrarca, piazza Torquato Tasso, viale Pratolini, viale Ariosto, porta San Frediano, piazza di Verzaia, via Lungo le Mura di Santa Rosa, torrino di Santa Rosa, lungarno Soderini, lungarno Guicciardini, lungo il margine d’Arno fino a Ponte Vecchio (incluso) e tutti i ponti.
      Franco Ciarleglio
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aneddoticamagazinestuff · 8 years ago
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Firenze e i suoi quartieri
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Firenze e i suoi quartieri
La nascita di Firenze non è certa, c’è chi la riferisce ad un indipendente nucleo etrusco alle pendici di Fiesole esteso fino alla riva dell’Affrico e fino all’Arno, come sostiene Davidsohn, e c’è chi la considera Firenze solo dopo l’insediamento romano e quindi alla formazione della prima struttura circondata da mura posizionate per ragioni difensive alla confluenza fra Arno e Mugnone.
Personalmente, romanticamente, accarezzo l’idea etrusca ma non disdegno l’influenza romana che nel carattere ha cosi tante similitudini al fiorentino. Forse il nostro codice genetico è fusione e il garbato etrusco stempera il rustico romano. Certo è che la divisione cittadina che si indica con i suoi quartieri nasce rispetto al nucleo fortificato.
La struttura fortificata romana presentava già 4 suddivisioni che però è difficile immaginare come quartieri, più una suddivisione logistica. Le 4 parti erano Regio Sinistrata Citrata, Regio Sinistrata Ultrata, Regio Dextrata Citrata e Regio Dextrata Ultrata.
La presenza di un porto fluviale sull’Arno, ancora esterno alla città, permetteva lo sviluppo della città rendendola strategica in quanto l’Arno era navigabile dalla foce sino a poco oltre Firenze. La rendevano però anche preda di attacchi e conquiste. Bizantini, periodo lombardo e Carolingio insegnarono che le fortificazioni erano necessarie.
Una vera prima suddivisione in quartieri si ha con l’espansione delle mura verso l’Arno più o meno nell’anno 1078, mura che Dante chiama “cerchia antica” e le aree cittadine assumono il nome della porta difensiva della zona in oggetto. Le divisioni erano quindi l’area vicino a Porta Sante Marie a sud, San Piero ad est, la Porta del vescovo a nord e Porta San Pancrazio ad ovest.
La successiva espansione delle mura avvenne nel 1172, era l’epoca dei Comuni. In origine Firenze lambiva solo una sponda dell’Arno, quando si sviluppò il “di la’ d’Arno” si formarono i primi 6 quartieri: Porta del Duomo, San Pier Maggiore, San Pier Scherraggio, Oltrarno, Di Borgo, San Pancrazio. Indipendentemente dai quartieri il “di qua e di la’ d’Arno misurarono subito una certa rivalità e magicamente i primi due colori presero forma, i Verdi e i Bianchi.
Si deve attendere il periodo fra il 1284 e il 1333 per la creazione dei 4 grandi quartieri. In quel periodo vengono costruite le possenti mura difensive che hanno difeso Firenze per 5 secoli (poi è arrivato il distruttore seriale Poggi).
Si crearono 4 quartieri con amministrativamente 4 gonfaloni. I quartieri di “qua d’arno” nascono dalla scissione del verde e si formano il rosso e l’azzurro. La mappa sulla destra delinea i quartieri con i colori di appartenenza e la mappa qua sotto l’estensione dei quartieri oltre le mura cittadine comprendendo località come il Galluzzo o Novoli. Il no delle mura ha portato ad assegnare i Quattro Colori sulla base dei rispettivi possedimenti fuori le mura. Prendetene visione anche in vista del Torneo del Calcio Storico, ma ricordate che “oltre le mura” ognuno è libero di continuare a sostenere il Colore da sempre preferito. (Franco Ciarleglio per Lo Struscio Fiorentino)
Veniamo quindi AI TERRITORI DEI QUARTIERI STORICI FIORENTINI.
Una bellissima mappa è la “Pianta della città di Firenze” dell’architetto e cartografo FERDINANDO RUGGIERI (1731) che stabilisce i confini definitivi dei Quartieri Storici fiorentini, dopo le ultime modifiche apportate in epoca tardo rinascimentale.
.QUARTIERE SAN GIOVANNI: IL TERRITORIO. Confini: porta a Faenza (Fortezza da Basso), via Faenza, piazza Madonna degli Aldobrandini, via dei Conti, via Zannetti, via Cerretani, piazza San Giovanni, via Roma, piazza della Repubblica (colonna dell’Abbondanza), via degli Speziali, il Corso, borgo degli Albizi, piazza San Pier Maggiore, arco di San Pierino, borgo Pinti, porta a Pinti (piazzale Donatello), viale Matteotti, piazza della Libertà, porta San Gallo, viale Lavagnini, viale Filippo Strozzi, porta a Faenza.
    QUARTIERE SANTA MARIA NOVELLA: IL TERRITORIO.Confini: porta a Faenza (Fortezza da Basso), via Faenza, piazza Madonna degli Aldobrandini, via dei Conti, via Zannetti, via Cerretani, piazza San Giovanni, via Roma, piazza della Repubblica (colonna dell’Abbondanza), Calimala, via Por Santa Maria, lungarno Acciaiuoli, lungarno Corsini, piazza Goldoni, lungarno Vespucci, via Palestro, via Solferino (lungo le antiche mura), torre della Serpe, viale Fratelli Rosselli, porta al Prato, viale Filippo Strozzi, porta a Faenza.
      .QUARTIERE SANTA CROCE: IL TERRITORIO.Confini: piazza della Repubblica (colonna dell’Abbondanza), via degli Speziali, il Corso, borgo degli Albizi, piazza San Pier Maggiore, arco di San Pierino, borgo Pinti, porta a Pinti (piazzale Donatello), viale Gramsci, piazza Beccaria, porta alla Croce, viale Giovine Italia, torre della Zecca, lungarno della Zecca Vecchia, lungarno delle Grazie, lungarno Generale Diaz, lungarno Anna Maria Luisa de’ Medici, lungarno Archibusieri, via Por Santa Maria, Calimala, piazza della Repubblica (colonna dell’Abbondanza).
    .QUARTIERE SANTO SPIRITO: IL TERRITORIO.Confini: (tutto l’Oltrarno) Ponte Vecchio, lungarno Torrigiani, lungarno Serristori, porta San Niccolò, via dei Bastioni, porta San Miniato, via di Belvedere, porta San Giorgio, lungo le mura che costeggiano il Forte Belvedere e il Giardino di Boboli, porta Romana, viale Petrarca, piazza Torquato Tasso, viale Pratolini, viale Ariosto, porta San Frediano, piazza di Verzaia, via Lungo le Mura di Santa Rosa, torrino di Santa Rosa, lungarno Soderini, lungarno Guicciardini, lungo il margine d’Arno fino a Ponte Vecchio (incluso) e tutti i ponti.
      Franco Ciarleglio
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