#Lorenzo Di Muro
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Capitolo 23 – Conquistiamo futuro recuperando il passato
IV.22
Nel cerchio di un anello
Alla ricerca di ricordi
affidati alla memoria
di chi c’era.
Assecondiamo
un movimento circolare,
percezione di una retta
un avanti che se continuo
fa ritorno.
Conquistiamo futuro
recuperando il passato,
architetti del presente
disegnatori specializzati
di memorie interne.
tratta da Canti Malinconici, una raccolta di mie poesie inedita.
Mi trovavo seduta sul lato passeggero, mia sorella stava guidando e scattai dal mio smartphone una foto del sole che stava tramontando su una curva di strada, nel traffico denso del Grande Raccordo Anulare. Qualche giorno dopo postai quella foto su Instagram con la poesia in epigrafe, era ottobre.
Dopo il rientro da Barcellona avevo ripreso a scrivere, a fotografare e avevo continuato a disegnare il mio diario grafico; il mio processo di elaborazione era finalmente iniziato. Sapevo di essere spiata quindi censuravo molto la mia scrittura, non toccavo direttamente il dolore, non lo fronteggiavo come avrei voluto fare e come avrei fatto, se avessi avuto la certezza di essere l’unica a leggere ciò che scrivevo, avevo trovato un modo di nascondermi tra parole e simboli mentre cercavo di maneggiare con cura il buio.
Partii per Roma, m’imbarcai su una nave che partiva da Palermo e dato che in navigazione internet non funziona, mi sentii libera di scrivere e quella notte in nave iniziai un racconto autobiografico che conclusi, qualche giorno dopo, durante la navigazione Civitavecchia - Barcellona.
Avevo da poco letto La scomparsa di George Perec. Il libro è scritto interamente senza mai, dico mai, utilizzare la lettera e; un gioco letterario in cui cela la più grande sparizione del suo libro. Sentivo che qualcosa di me stava scomparendo, mi trovavo a Roma anche perché dovevo ritirare dalla segreteria universitaria i documenti che mi sarebbero serviti, qualora avessi richiesto la convalida dei titoli in Spagna. Avevo detto a tutti che mi trasferivo lì per svolgere la mia professione, ma non lo sentivo vero. Non volevo più fare la psicologa, ero in totale burn out e capivo che non sarei stata in grado di svolgere la mia professione adeguatamente.
Intitolai il mio racconto La scomparsa e per undici capitoli, partendo dall’ultima sera trascorsa a Gela, presi a pretesto ciò che realmente mi accadde durante quei giorni e intrapresi un viaggio nei luoghi della mia memoria, della memoria delle persone che incontravo e di quelle che ritrovavo. Qualcosa di me stava veramente scomparendo ed io volevo fare come le farfalle, quando dopo essersi scrollate di dosso la carcassa del bruco, si allontano e camminando piano piano sulle zampe, si fermano e aspettano pazienti che il vento asciughi le loro ali.
A San Lorenzo, il quartiere dove si trova la Facoltà di Psicologia e la sua segreteria, camminando per via degli Apuli corre lungo un muro dove su uno sfondo color salmone, scorrono le sagome bianche delle donne uccise da uomini che dicevano di amarle. In ogni sagoma bianca c’è scritto il nome della donna, la data del giorno in cui è stata uccisa e chi l’ha uccisa: marito, ex-marito, padre, compagno, ex-compagno, fidanzato, fratello, amico, figlio e dopo, si ripetono uguali, per lo più ex qualcosa.
Il giorno che andai a ritirare i documenti passai davanti a quel muro vedendolo per la prima volta. In uno dei capitoli del mio racconto scrivo:
La segreteria era ancora chiusa ma decisi di aspettare fuori in modo da essere la prima. Dopo poco venne ad aspettare anche un ragazzo e condividemmo, come spesso accade nel mio Paese durante una fila ad un luogo pubblico, la nostra comune insoddisfazione per il modo di lavorare del luogo pubblico in questione, in quel caso la segreteria universitaria, da qui passammo alla critica dell’Università intera fino ad arrivare non so come, a parlare del caso Weinstein. Raccontai di aver letto proprio quella mattina che altre attrici si erano aggiunte alle denunce per molestie sessuali contro il regista, aggiunsi il mio rammarico sul fatto che alcune amiche, donne quindi, condividessero il pensiero di molti, riguardo all’opportunità che queste attrici avessero avuto di fare carriera in questo modo e riflettevo su quanto invece, sia spesso difficile per le vittime denunciare una violenza subita. A quel punto il ragazzo mi rispose:
«Come dice una tua conterranea (si riferisce a Carmen Consoli e cita la frase di una delle sue canzoni più famose) “Se è vero che ad ogni rinuncia corrisponde una contropartita considerevole, privarsi dell’anima comporterebbe una lauta ricompensa”, e io la penso come lei, magari adesso si sono pentite di averlo fatto e cavalcano l’onda della giustizia, ma sul momento hanno approfittato dell’opportunità».
A quel punto non parlai più, sembra che sia proprio atavico il pregiudizio che una donna che subisce violenza, in qualche modo ne sia responsabile.
Rileggendolo oggi aggiungerei che radicato è anche il pregiudizio che una donna che subisce violenza possa non averne sofferto così tanto, che sia anzi probabile che dall’esperienza qualcosa abbia persino guadagnato. Un pensiero brutale ma condiviso da molti, da così tanti che sembra quasi comprensibile che un produttore violenti le attrici con cui lavora mentre ci lavora, come brutalmente normale -tanto da essere legge- era considerato durante il secolo scorso, il matrimonio riparatore.
Rileggendo oggi quello che scrissi allora, mi fa ancora orrore ma non mi sorprende più se un ragazzo di vent’anni, un giovane studente di Psicologia, che si reca ogni giorno in Facoltà per seguire le sue lezioni, passando accanto a quel muro resta indifferente mentre gli scorre a fianco la sfilata della violenza. Non mi sorprende nemmeno quando ascolto notizie di cronaca su personaggi famosi, o come sempre più spesso accade su figli di uomini famosi, accusati di violenza sessuale nei confronti di donne e adolescenti. Adesso so che la fama talvolta può essere una maschera di carnevale, indossata la quale tutto è lecito. Non mi sorprende più ma continua a farmi orrore.
I Canti Malinconici e La scomparsa sono stati scritti per me, non per essere pubblicati o letti da chiunque. I Canti li ha letti soltanto un amico, che a sua volta mi ha permesso di leggere il suo romanzo mai pubblicato. L’unica persona che ha letto La scomparsa è Giò, a cui è dedicato un intero capitolo. Lei è l’unica persona che ha letto tutti i miei racconti, anche quelli più intimi. Mi piacevano sia le sue critiche che i suoi apprezzamenti, anche quando le sue riflessioni su ciò che esprimevo, o su come lo esprimevo, mi disturbavano un po’ mi spingevano ad andare oltre, ad esprimermi ancora e meglio di prima, ma soprattutto mi fidavo di lei e di come avrebbe usato il suo sguardo sulla mia intimità.
Non ci vedevamo da anni, ci rincontrammo a San Lorenzo lo stesso giorno che ritirai i documenti in segreteria, all’ora di pranzo avevamo appuntamento davanti l'entrata dell'Università. Lei fu la prima a cui confessai l’identità del personaggio famoso e dato che già lo seguiva su Instagram si accorse, nei mesi seguenti, delle risonanze tra quello che scrivevo io e ciò che lui pubblicava sul social.
Così scrivevo del nostro incontro e di quando le raccontai quello che mi stava accadendo
...Dell’amicizia però, il senso più nobile è la fiducia. Ecco perché è una forma d’amore. L’amico vero ti conosce, è quello che quando tutto il modo ti dà del matto, sa che sta accadendo qualcosa di grosso, che magari non capisce ma non dubita mai, nemmeno per un secondo, che tu sia impazzito.
...Giò sapeva e non dubitava della mia salute mentale, anche se capii che era in apprensione per la mia salute psichica. Con lei non fu difficile raccontare della storia virtuale, non fu difficile neanche confessarle quando la storia d’amore nel web aveva iniziato a tingersi di giallo e a diventare una storia di spionaggio, delazioni e delatori. Per la prima volta, riuscii ad esprimere il senso d’impotenza in cui mi aveva gettato l’essere vittima di un hacker che era in grado di fare qualsiasi cosa con il mio smartphone e con il mio iPad. Ascoltarmi, osservarmi, leggere i miei contenuti, i miei messaggi, i documenti, qualsiasi cosa, come se i miei supporti tecnologici fossero i suoi. Avere accesso completo a ogni sfera della mia privacy. Riuscii finalmente ad esprimere come il non avere i mezzi per poter porre fine a questo abuso, mi facesse sentire debole e sfiduciata, completamente impotente.
E poco dopo
“Cosa ti piaceva di lui?” Giò ha chiesto a un certo punto.
Cosa mi piaceva. Mi piaceva quello che diceva, come lo diceva. Mi piacevano le cose a cui dava importanza. Mi piaceva la sua azione sociale, condividevo quello contro cui lottava…
…Non ho l’animo della fan per i personaggi pubblici. Anche gli Stati con ancora i regni monarchici mi fanno uno strano effetto, così assurdo, quasi surreale.
..Dico questo per dire, che penso si possa apprezzare l’opera di qualcuno, di un personaggio pubblico noto, come non so uno scrittore, un artista o un politico per esempio, senza per questo innamorarsi o desiderare di avere una relazione più intima con lui o con lei. Il sentimento del fan penso, include questa speranza, come include una quasi morbosa curiosità per i dettagli della vita personale e privata di questo personaggio noto. Io non sento questo desidero per nessuno dei personaggi che ammiro, e non lo sentivo neanche nei suoi confronti, mi piaceva e lo ammiravo, e stimavo la sua capacità di vivere in una situazione particolarmente difficile come era quella in cui viveva lui.
(..ho iniziato)A sentire oltre le sue parole, a sentirmi chiamata dalle sue parole e a sentire una profonda empatia per lui. Ho iniziato a vedere quello che non mostrava, quello che tra parole, punteggiatura ed immagini restava un silenziosissimo urlo.
La corsa in auto con mia sorella finì in un locale di San Lorenzo, quello dove pranzai con i miei amici e la mia famiglia per festeggiare il giorno che discussi la tesi. Quella sera incontrai due compagne di studio che avevo perso di vista quando mi trasferii in Sicilia. C’eravamo tutte e tre laureate con una tesi in psicofisiologia con il prof. Vezio Ruggieri. Era stato il nostro maestro. Molto di quello applico nel mio lavoro me lo ha insegnato lui; ancora oggi utilizzo molti dei principi del Modello Psicofisiologico Integrato da lui creato per i miei interventi. In uno dei capitoli del mio racconto parlo dell’importanza che il prof. Ruggieri ha avuto nella mia formazione di psicologa, racconto dei seminari di teatroterapia e di musicoterapia che seguii con lui per tre anni, della mia partecipazione al montaggio e alle riprese del film che stava realizzando sulla filosofa Ipazia, di come le sue lezioni e il suo modo di osservare abbiano profondamente influenzato la mia maniera di intendere la psicologia e l’essere umano.
La scomparsa è un testo nel quale riannodo le fila di un lungo percorso di vita in un momento di totale frammentazione. Sto lasciando il mio Paese, ho quarant’anni e guardo indietro vedendo gli anni della mia gioventù, passo al setaccio i progetti che avevo e i sogni che mi spingevano a realizzarli per capire cosa ne è rimasto. Recupero pezzi di me recuperando amicizie lontane nel tempo, riscopro cosa hanno significato per custodire con più cura quello che mi hanno trasmesso. Rivedo i momenti in cui le mie scelte hanno deviato un corso che poteva andare altrimenti, riconosco i passi che mi hanno portato a diventare quello che mi scopro essere diventata.
Se oggi pubblico parti di questi scritti personali non è soltanto perché mi aiutano a ricordare, a raccontare e a trovare un senso, ma perché come ho detto all’inizio di questo blog, tutto ciò che pubblicherò qui, è tutto ciò che lo stalker ha visto spiandomi, ha preso e ha utilizzato per le sue pubblicazioni. Almeno quelle di cui mi sono accorta. Se ce ne siano di più di quelle che riporto non lo so, e confesso che sono anche contenta di non saperlo. Nel 2020 lo stalker ha pubblicato un saggio molto più corposo dei mie 11 capitoli, in cui scrive a se stesso ripercorrendo i luoghi e i personaggi, attraverso i loro libri, che sono stati utili alla sua formazione. Tra questi la filosofa Ipazia che, in un video di presentazione del suo libro arrivatomi in notifica sul mio smartphone, dice di amare letteralmente non soltanto metaforicamente. Non ho letto il libro, quello che so è quello che mi ha sbattuto in faccia con le sue notifiche e con i suoi post fino a quando l'ho seguito. Quello che ho visto è bastato a farmi riconoscere ciò che era mio, ciò che apparteneva alla mia vita.
In un certo senso la psicologa che ero nel tempo in cui scrivevo La scomparsa non c’è più, ce ne una diversa, una che conosciuto il trauma e lo stress traumatico non solo come professionista, come studiosa e per interposta persona, ma anche come vittima. O come sto cercando di fare, come protagonista. Alla maniera di Yayoi Kusama provo a riappropriarmi delle mie paure, dei miei dolori, delle mie ferite, le mostro e me ne libero, lasciandole qui libere di vagare nella rete.
Roma 26 febbraio 2023 h: 5.25pm – 27 febbraio 2023 h:5.05pm
#LOVEINTblog#stalking online#Yayoi Kusama#abuso#potere#resistenza#hacker#amicizia#maschere#trauma#solidarietà#libertà#sorveglianza#socialmedia#verità#speranza#empatia#loveintblog#privacy#azione
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La basílica de Santa María del Santo Spirito es una de las iglesias principales de Florencia. Está situada en el barrio de Oltrarno, frente a la plaza del mismo nombre. El interior de la construcción es uno de los mejores ejemplos de la arquitectura del Renacimiento.
Origen La actual iglesia fue construida sobre las ruinas de un convento agustino del siglo XIII y que en 1371 fue destruido por un incendio. Filippo Brunelleschi comenzó los diseños del nuevo edificio a principios de 1444. Después de su muerte en 1446, el trabajo fue continuado por sus seguidores Antonio Manetti, Giovanni da Gaiole, y Salvi d'Andrea; el último fue también responsable de la construcción de la cúpula. A diferencia de la Basílica de San Lorenzo, donde las ideas de Brunelleschi fueron frustradas, aquí se llevaron a cabo con cierto grado de fidelidad, al menos en el plano del piso y sobre el nivel de las arcadas. El plano de cruz latina está diseñada para maximizar la legibilidad de la cuadrícula. El contraste entre la nave y el transepto, que causó tantas dificultades en San Lorenzo, aquí fue evitada. Los lados de la capilla, en forma de nichos del mismo tamaño (cuarenta en total), corren a lo largo de todo el perímetro. La fachada de Brunelleschi nunca fue realizada y se dejó en blanco. El año 1489 se construyó una sacristía a la izquierda del edificio y se abrió una puerta en una capilla para hacer la conexión a la iglesia. Diseñada por Simone del Pollaiolo, tiene una planta octogonal. En 1601 se agregó un baldaquino barroco sobre el altar, de Giovanni Battista Caccini y Gherardo Silvani, hecho de mármol policromado. La iglesia permaneció sin decoraciones hasta el siglo XVIII, cuando los muros fueron enyesados. La fachada interior es de Salvi d'Andrea, y aún tiene el vidrio de ventana original, con el Pentecostés diseñado por Pietro Perugino. El campanario (1503) fue diseñado por Baccio d'Agnolo. El exterior de la iglesia fue restaurado entre los años 1977 y 1978.
Fresco La iglesia cuenta con 40 capillas laterales (dos de las cuales dieron paso a puertas), las que contienen una notable cantidad de obras de arte. La más importante es la Capilla Bini-Capponi, que alberga la obra titulada Santa Mónica establece la orden de San Agustín pintada por Francesco Botticini. En las capillas del transepto hay frescos de Filippino Lippi. También en el transepto hay un coro desde el cual los marqueses de Frescobaldi podían participar en los rituales sin ser vistos por la multitud. La sacristía, a la cual se accedía a través de una entrada realizada en lo que había sido la sexta capilla de la izquierda y precedida por un vestíbulo monumental de Simone del Pollaiolo, fue diseñada por Giuliano da Sangallo el año 1489, y tiene una planta octogonal.
El crucifijo de Miguel Ángel (no dejan hacer fotografías) Miguel Ángel fue huésped del convento cuando tenía diecisiete años de edad, después de la muerte de Lorenzo de Médici, su protector. Aquí pudo hacer estudios anatómicos de los cadáveres provenientes del hospital del convento; a cambio de esto, esculpió un crucifijo de madera, que fue colocado sobre el altar mayor. Actualmente se encuentra ubicado en la sacristía.
Los claustros y el Cenacolo El convento tiene dos claustros, llamados Chiostro dei Morti (Claustro de los Muertos) y Chiostro Grande (Claustro Grande). El primero toma su nombre del gran número de sepulcros que decoran sus muros, y fue construido alrededor del 1600 por Alfonso Parigi. El otro fue construido entre los años 1564 y 1569 por Bartolomeo Ammannati con un estilo clásico. En el antiguo convento también sobrevive el gran salón de comedor (Cenacolo di Santo Spirito), con un fresco que retrata La Crucifixión sobre un fragmento de La Última Cena, ambos atribuidos a Andrea Orcagna. Es uno de los raros ejemplos del arte gótico tardío que puede ser visto todavía en Florencia. El salón también ostenta una colección de esculturas de los siglos XI al XV, incluyendo dos bajorrelieves de Donatello, un altorrelieve de Jacopo della Quercia y dos esculturas de mármol de Tino di Camaino.
Información de Wikipedia, fotografías de mi autoría.
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Nauseabonde curiosità
Nel 1330, in Palazzo Davanzati, venne realizzato il primo cesso, detto “agiamento” o “necessario”, nello spessore di un muro, durante un lavoro di ristrutturazione. Venne ritenuto, per lungo tempo, un gran lusso, che soltanto pochissime famiglie proprietarie dei più prestigiosi palazzi poté permettersi di avere.
Nel Trecento le strade erano un luogo alquanto malsano. Vi finiva di tutto, vi venivano abbandonati rifiuti a tutte le ore, senza riguardo alcuno per i luoghi, ovunque indistintamente. Le case non erano provviste di servizi igienici e ovviamente non esisteva un sistema fognario capace di raccogliere le deiezioni. Il sistema più “nobile” per la raccolta degli escrementi erano gli orinali; nobile perché questi erano appannaggio quasi esclusivo delle famiglie più abbienti; esistevano mobili approntati proprio per questo uso: dei sedili provvisti di coperchio al cui interno era situato il classico vaso da notte, detti “comoda”.
Il contenuto, quando andava bene, veniva scaricato nella concimaia o nella stalla, ma era piuttosto frequente che tutto finisse per strada, nei chiassi. E questo avveniva nel modo più disgustoso: all’alba, dalle finestre, veniva lanciato il contenuto direttamente in strada. Questa pratica era stata messa al bando al tempo dei romani, ma nel Medioevo tornò prepotentemente “di moda”, e continuò ad essere praticata fino all’Ottocento, se non ovunque, almeno nel contado. Di fronte alla Basilica di San Lorenzo, nel Trecento, vi era un rudere che era stato adibito a pubblica latrina e chi si recava a messa nella Basilica, le cui porte al tempo erano spalancate, doveva mettere in conto il fetore che era costretto a sopportare. Naturalmente vi furono molte proteste dei cittadini, che portarono nel 1317 alla realizzazione della prima latrina comunale.
Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie
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Che corbelleria: si sta parlando di un uomo che da due anni e mezzo guida il suo popolo nella Resistenza all’“operazione speciale” decretata da quel Cremlino che ancora oggi scalda qualche cuore nel giornale di Luigi Pintor, pace all’anima sua, che fondò il Manifesto esattamente contro l’imperialismo sovietico mentre questi nipotini stanno, senza dirlo, con quello di Vladimir Putin.
Già, al “quotidiano comunista” odiano gli ucraini, l’esercito di Kyjiv, Zelensky. Ritengono che in questa tragedia l’Ucraina abbia sostanzialmente torto. È il sentimento che in una certa sinistra orfana del Muro si allarga sempre più come una piovra che arriva a allungare i suoi tentacoli velenosi fino al Partito democratico, complice anche l’afasia del gruppo dirigente ieri finalmente rimbeccato da Lorenzo Guerini, seppure solo indirettamente (mentre invece ci sarebbe da chiedere almeno una riunione della Direzione per chiedere a Elly Schlein se il Partito democratico è ancora a fianco di Kyjiv e fino a che punto). D’altra parte i comunisti sono andati forte in Turingia, e in mezza Europa vanno saldando le proprie posizioni filoputiniane a quelle della destra estrema mettendo a dura prova la solidarietà democratica e anti-imperialista che si era costruita dopo l’attacco russo.
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Napoli, Di Lorenzo telefona a Conte: è ancora muro contro muro sul futuro | www.tuttomercatoweb.com
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Haciendo fotos promocionales para la venta por 13.000€ [no tengo prisa ni necesidad al tener dinero para la INDIAN..pero tenerla parada o de adorno me parece absurdo aunque la tenga CARIÑO como a tu mujer con la que ya no follas] de mi HARLEY en el puente de CONCORDIA a cuya cima me encarame [tras fotografiar AVION de ROLLING STONES] con camiseta de HOLANDA TIPO MURO con la que ganó EUROCOPA'88 a la URSS..me parece fundamental que algo te entre por los OJOS o te ENAMORE para luego mirar lo demás o por DENTRO..y la PERSPECTIVA y el FONDO de ALGO O ALGUIEN me parece que te enamora más o menos ..
Por cierto..en el McDonald's ahí un CAVANI [del que publicaron el libro LA LUZ DE MI NOMBRE y el cual jugo ahora juega en BOCA jrs en cuyo Estadio BOMBON+ERA vi mi último partido entre los que más LIBERTADORES tienen BOCA 6 VS 7 INDEPENDIENTE..tras jugar en el VALENCIA o en ME+ESTALLA]..que jugo en NAPOLI como di LORENZO [=SOL cuando pega duro] o donde Butragueño o el BUITRE y mexicano HUGO SANCHEZ [al que se le murio su hijo futbolista con su ex mujer enma PORTUGAL] ..le firmaron postales a mi padre para mi cuando jugaron contra EL NAPOLES DE MARADONA en el 87 tras jugar en el BERNABEU a PUERTA CERRADA por sanción .
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"Fondamentali". Il Festival dei Diritti arriva a Varese: dal 7 al 14 aprile in Biblioteca. Tre giornate dedicate a tre diritti fondamentali: welfare, pace e famiglie
"Fondamentali". Il Festival dei Diritti arriva a Varese: dal 7 al 14 aprile in Biblioteca. Tre giornate dedicate a tre diritti fondamentali: welfare, pace e famiglie. Al via la prima edizione del festival letterario dedicato ai diritti fondamentali. "Fondamentali", appunto, è la tre giorni nata dalla collaborazione tra il Comune di Varese, SPI CGIL e People. La manifestazione si svolgerà dal 12 al 14 aprile in sala Morselli, all'interno della Biblioteca Civica di via Sacco. Ogni giornata sarà dedicata a un diritto e vedrà la presentazione di tre libri, in dialogo con chi si occupa dei relativi temi sul territorio varesino. "Questa prima edizione della manifestazione focalizza l'attenzione su tre temi di stringente attualità, welfare, pace e famiglie - ha spiegato l'assessore alla Cultura Enzo Laforgia - Per un'iniziativa che è riuscita ad unire un numero importante di associazioni varesine che già si occupano di questi temi sul territorio". Presenti alla conferenza stampa di presentazione Giacomo Licata, segretario generale di Spi Cgil, e Stefano Catone della casa editrice People. Si comincia venerdì 12 aprile alle 17.00, con incontri incentrati sul tema del welfare. Presenteranno i propri lavori Lorenzo Fronte, autore di Compagni di diritti. La convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità spiegata ai bambini delle scuole primarie, Alessandra Vescio autrice di La salute è un diritto di genere e Francesca Coin con Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprendersi la vita. Si prosegue sabato 13 aprile dalle 15.00, trattando il tema della pace. Sarà l'occasione per ascoltare e dialogare con Francesco Vignarca, autore di Disarmo nucleare. È ora di mettere al bando le armi nucleari prima che sia troppo tardi, Piero Graglia, con Il confine innaturale. La barriera tra Israele e Palestina. Origini e motivi di un muro e Luca Radaelli di Emergency che presenterà Una persona alla volta, di Gino Strada. La giornata conclusiva di domenica 14 aprile, a partire dalle 15.00, sarà dedicata alle famiglie e vedrà gli interventi di Samuele Cafasso autore di Figli dell'arcobaleno, Stefania Prandi con Le conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta e Matteo Grandi autore di La famiglia X. Sabato e domenica, a partire dalle 16, al piano terra si svolgerà Fondamentali Kids, con laboratori dedicati a bambini e ragazzi incentrati sulle tematiche dell'attivismo e del clima, a cura di Serena D'Angelo. Tutti i dettagli sono sul sito www.festivalfondamentali.it.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Paolo Calissano, Lorenzo Ciompi, Sara Ricci, Beatrice Luzzi e Mavi Felli diventarono ben presto gli idoli del pubblico. Se ne accorse ben presto pure Maurizio Costanzo, che spalancò le porte di Buona Domenica al cast di una soap capace in breve tempo di sfondare il muro dei 5 milioni di ascolto, arrivando al 35% di share. Personaggi insospettabili accostarono il loro nome a Vivere. Fabrizio Biggio, oggi spalla di Fiorello a Viva Rai 2, lavorò come dialoghista, mentre il cantante Kekko Silvestre e il giornalista sportivo Fabrizio Biasin sbucarono di sfuggita come figuranti.
Dall'articolo "Vivere, un quarto di secolo dalla prima puntata. Storia di una soap che ha segnato un’epoca" di Massimo Falcioni
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Correva l’anno 2007, correva in tutti i sensi e a sirene spiegate, sono passati pochi anni da allora, ma sono accadute molte cose che i più giovani magari non ricorderanno, eravamo meno fascisti di adesso, nel 1995 c’era stata la Svolta di Fiuggi, in cui il fascismo con tutta quell’acqua diuretica era scivolato giù per lo sciacquone ma molti hanno galleggiato fino adesso.
Nel 2003 Gianfranco Fini si recò in Israele e li addossato al Muro del Pianto con tanto di kippah sulla testa denunciò gli errori del fascismo e definì le Leggi Razziali (le leggi non il fascismo come riporta ancora qualcuno) il “male assoluto”.
La sinistra non era più comunista e non era più neanche sinistra allora come ora, solo che ora almeno lo sappiamo, per sentire qualcosa di sinistra dovevi fare una seduta spiritica: “Spirito di Enrico Berlinguer, se ci sei batti un colpo!”.
Adesso il povero Enrico è li che si rotola nella tomba, da qui le scosse di terremoto in centro Italia, visto che è sepolto nel Cimitero di Prima Porta; che colpo volete che batta se adesso al posto del suo PCI trova il PD, se scorge che gli ultimi segretari sono la Schlein, Letta, Zingaretti, Martina e Renzi? Ecco, su Renzi e sulla figlia su Rete 4 stanno già evacuando i Campi Flegrei.
Il 9 giugno 2007, dicevo, Gustavo Selva, senatore della Repubblica, tessera P2 n° 1814, eletto sulle liste di AN, il partito della Meloni prima della Meloni, quando lei era solo il ministro della Giovinezza, pur di non arrivare in ritardo ad un dibattito televisivo a cui era invitato, finge di avere un malore e si fa trasportare dall’ambulanza del 118 all’indirizzo dello studio televisivo dicendo che si tratta del suo medico di fiducia.
Giunto sul posto si strappa di dosso tutte le apparecchiature di monitoraggio e cura e corre frettolosamente verso lo studio in cui era atteso, seguito dagli infermieri dell’ambulanza, che sembrava quasi una barzelletta sui manicomi in cui il pazzo più furioso riesce a fuggire.
Nonostante le picconate berlusconiane alla Giustizia, quei pochi lacerti che ne erano rimasti riescono a condannare in tempi brevi (6 marzo 2008, col rito abbreviato), il suddetto senatore per truffa ai danni dello Stato, aggravata dall’abuso di potere e dall’interruzione di pubblico ufficio.
Capi d’imputazione che mettono paura, ti chiedi: “Che ne sarà stato del senatore Selva? L’hanno dato in pasto ai coccodrilli del Nilo. Ha trascorso il resto dei suoi giorni nelle celle segrete dell’Inquisizione? Niente di tutto questo, si è beccato 6 mesi di reclusione ed è stato costretto a pagare 200 euro di multa che manco la benzina.
Ogni parallelismo col Freccia Rossa di Gino Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, del Cognatismo e del Demerito, lascia il tempo che trova, perché oggi ai fascisti d’antan si sono aggiunti gli indiani.
Gianfranco Fini in un’intervista a Repubblica del 9 ottobre 2004 disse: “Non avevo precise opinioni politiche. Mi piaceva John Wayne, tutto qui. Arrivato al cinema, beccai spintoni, sputi, calci, strilli perché gli estremisti rossi non volevano farci entrare. E così per reagire a tanta arroganza andai a curiosare nella sede cittadina della Giovane Italia”.
E dove c’è John Wayne ci sono gli indiani e i camerati del 7° cavalleggeri, senza contare poi i vari Geronimo Antonino, Leonardo Apache e Lorenzo Cochise, è normale poi che i fasci siano in qualche modo conquistati più dal Freccia Rossa che dall’Auto Blu.
E vogliamo parlare, poi, di quest’ossessione che colpisce la destra? No, non mi riferisco al nepotismo, all’idea di infilare parenti e amici ovunque se detieni il minimo potere per poterlo fare. Mi riferisco, invece a quella per i treni, i mezzi di trasporto in generale e l’assillo di arrivare in orario.
Infatti, sia Selva allora che Lollobrigida ora sembra dovessero recarsi in uno studio televisivo (Lollo aveva concordato la registrazione della puntata del programma della De Girolamo, pensate quant’è incazzata adesso Nunzia, che ha registrato tutta una puntata col ministro dell’Agricoltura senza sapere che poco prima aveva fermato un treno così come Mosè arrestò la corrente del Mar Rosso per far passare indenne il popolo di Israele).
Come minimo scambieranno questa assenza di domande scomode al ministro come solidarietà cameratesca e la De Girolamo potrebbe essere candidata da FdI alle prossime elezioni europee; e se questo non dovesse accadere, pazienza, vivrà comunque di Pane, amore e fantasia.
Oggi il ministro, se dovesse andare sotto processo, non sarà condannato al carcere, sebbene i poveri carcerati mangino meglio dei ricchi pariolini, né sarà costretto a pagare la multa per i trasgressori che senza alcun grave motivo valido tirano il freno di emergenza, al massimo se ritenuto colpevole di qualcosa, potrà chiedere anche lui di essere affidato, come il suo ex compagno di partito Gianni Alemanno ai servizi sociali, scontando la pena presso la struttura SoSpe-Solidarietà di Suor Paola.
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𝅛 𝐌𝐚𝐥𝐝𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐢𝐚𝐫𝐢𝐨 — 𝐏𝐚́𝐠𝐢𝐧𝐚 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐠𝐮𝐚: 𝐎𝐜𝐭𝐮𝐛𝐫𝐞 𝐝𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟐.
"𝑪𝒂𝒅𝒂 𝒖𝒏𝒐 𝒅𝒆 𝒏𝒐𝒔𝒐𝒕𝒓𝒐𝒔 𝒕𝒊𝒆𝒏𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒆𝒔𝒕𝒓𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒒𝒖𝒆 𝒉𝒂 𝒅𝒆 𝒔𝒆𝒈𝒖𝒊𝒓. 𝑴𝒂́𝒓𝒄𝒉𝒂𝒕𝒆, 𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒕𝒊𝒆𝒓𝒓𝒂 𝒆𝒔𝒕𝒂́ 𝒎𝒂𝒍𝒅𝒊𝒕𝒂. 𝑴𝒊𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒔 𝒑𝒆𝒓𝒎𝒂𝒏𝒆𝒄𝒆𝒔 𝒆𝒏 𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒕𝒆 𝒔𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆𝒔 𝒆𝒏 𝒆𝒍 𝒄𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒎𝒖𝒏𝒅𝒐. 𝑻𝒆 𝒑𝒂𝒓𝒆𝒄𝒆 𝒒𝒖𝒆 𝒏𝒖𝒏𝒄𝒂 𝒄𝒂𝒎𝒃𝒊𝒂 𝒏𝒂𝒅𝒂. 𝑳𝒖𝒆𝒈𝒐 𝒕𝒆 𝒗𝒂𝒔, 𝒖𝒏 𝒂𝒏̃𝒐, 𝒅𝒐𝒔, 𝒚 𝒄𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒗𝒖𝒆𝒍𝒗𝒆𝒔 𝒕𝒐𝒅𝒐 𝒉𝒂 𝒄𝒂𝒎𝒃𝒊𝒂𝒅𝒐, 𝒔𝒆 𝒓𝒐𝒎𝒑𝒆 𝒆𝒍 𝒉𝒊𝒍𝒐 𝒄𝒐𝒏𝒅𝒖𝒄𝒕𝒐𝒓. 𝑵𝒐 𝒆𝒏𝒄𝒖𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒔 𝒂 𝒒𝒖𝒊𝒆𝒏 𝒒𝒖𝒆𝒓𝒊́𝒂𝒔 𝒆𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒂𝒓. 𝑻𝒖𝒔 𝒄𝒐𝒔𝒂𝒔 𝒚𝒂 𝒏𝒐 𝒆𝒔𝒕𝒂́𝒏. 𝑯𝒂𝒔 𝒅𝒆 𝒂𝒖𝒔𝒆𝒏𝒕𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒎𝒖𝒄𝒉𝒐 𝒕𝒊𝒆𝒎𝒑𝒐, 𝒎𝒖𝒄𝒉𝒐𝒔 𝒂𝒏̃𝒐𝒔, 𝒑𝒂𝒓𝒂 𝒆𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒂𝒓 𝒂 𝒕𝒖 𝒗𝒖𝒆𝒍𝒕𝒂 𝒂 𝒕𝒖 𝒈𝒆𝒏𝒕𝒆; 𝒍𝒂 𝒕𝒊𝒆𝒓𝒓𝒂 𝒅𝒐𝒏𝒅𝒆 𝒏𝒂𝒄𝒊𝒔𝒕𝒆."
Todo se ha descontrolado. ¿Y sabes por qué? Porque he tardado demasiado en construir el muro que se supone que iba a separar la frontera de mis pulmones. Ladrillo a ladrillo, con cientos de kilómetros que inundaron mi cuerpo cuando la catarsis de mis emociones se pudrió. Siempre estuvo en descomposición y yo busqué adaptarme; me las di de valiente y el aire me ha dado la bofetada más grande de mi vida. Porque pensaste -ilusa tú-, que aun quedaba algo bueno en mí que poder salvar. Algo que mamá no hubiese corrompido desde las raíces, pasando por los cimientos y terminando en el techo. Por cierto, tengo buenas noticias, la diosa de la mentira y el engaño, esa que nos engendró se ha levantado de su tumba. Cuida tus espaldas, esta vez no pienso drenar mi sangre para salvar tu territorio. No estoy en ningún bando, tengo el mío propio desde que ambas arrasasteis mi país con vuestra guerra.
Me has dejado un arduo trabajo, una lista interminable para recomponer este mundo. Esa lista de hazañas que se supone que salvará mi alma del infierno. Lo que no sabías es que estaba condenada desde el primer momento en el que pisé este mundo. Ahora mismo aborrezco esa estúpida sonrisa con la que me dijiste que creías en mi, en el cambio, en las oportunidades y en la posibilidad de que el día que nos volviésemos a ver podrías mirarme a los ojos y sentirte orgullosa. ¿Orgullosa de qué? ¿De perforarme el tabique nasal? ¿De meterle a mi cerebro la suficiente mierda como para no pensar que mis días aquí están contados? ¿De escribir canciones en las que escondo como los sentimientos me queman las puñeteras venas? Hazme el favor. Ni siquiera tú eres tan pura como crees o como aparentas.
Pensé que podría con todo. Joder, me hiciste creer que iba a poder con todo. Y mírame, cómo cojones voy a subirme hoy a un puñetero escenario a sonreír y a fingir que esto me llena. Si no dejo de pensar en Ángel, esa bendita pelirroja sigue delirando en una cama porque ha fracasado casi tanto como yo. No encontramos el puto barco, todas esas mujeres que estaban a bordo han desaparecido. Posiblemente vendidas como maldito ganado y Taiwán parece habérselas comido con picante. Mierda, no he podido salvarlas. Cómo cojones voy a seguir masticando mi propio orgullo después de esto. No sirvo ni para sacar la basura. Parecía fácil, pensé que era invencible. Que me los había metido en el bolsillo a todos. Llevo semanas comiéndome la mierda de Lorenzo porque pensaba que era de fiar o que al menos había satisfecho su superficialidad y su banalidad. Quizás por eso me supone tan sumamente complicado tolerar la piel ajena. Yo que sé. Que decepción, lo sé. ¿Qué esperabas? Si los placeres violentos tienen finales violentos.
Tengo la sensación de que todo esto es culpa mía. He abierto la puerta demasiadas veces y eso que era la puerta más pesada y más blindada que encontré. No debería de haberle permitido el paso a nadie. Porque ahora qué hago con todo este cúmulo de afecciones tan tóxicas. No sé si podré deshacerme de todo el peso poco a poco, sin destruirme más de la cuenta. A este paso tendré que volver a marcharme, y los escondites se me están acabando. Sobre todo porque ahora ya no puedo meter la cabeza bajo tierra. Tengo que quitármelo de encima y volver a acogerme al papel de antagonista. Tengo que volver a petrificar éste órgano como sea y el yeso no es precisamente mi mejor compañero. Pero tengo que hacerlo o seguiré fracasando.
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Nordio senza freni: ora è il turno del concorso esterno alla mafia. Forza Italia lo applaude, Meloniani pronti a fare muro
Via Arenula considera il reato “evanescente” e lo vuole “rimodulare”. L’abolizione dell’abuso d’ufficio e gli interventi sulle intercettazioni sono già nella riforma penale al vaglio del capo dello Stato Sergio Mattarella […] (DI LORENZO GIARELLI E VALERIA PACELLI – ilfattoquotidiano.it) – L’abolizione dell’abuso d’ufficio e gli interventi sulle intercettazioni sono già nella riforma penale al…
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Intervista impossibile a Rodolfo Siviero: quarta parte
Prima parte Seconda parte Terza parte DA UN SUCCESSO ALL'ALTRO ANCHE SE OSTEGGIATO DAL GOVERNO ITALIANO QUARTA PARTE
Il Capitano dei Monument men Keller, ricevuta la confidenza del Generale Karl Wolf, avvisò il mio ufficio e ci mettemmo alla ricerca. Quando vedemmo tutti quei capolavori il capitano si commosse fino alle lacrime, davanti a noi avevamo i dipinti dei più grandi artisti del Rinascimento: Michelangelo, Tiziano, Botticelli, Caravaggio, Lorenzo Lotto, Cranach, Rembrandth e Tintoretto. Il maltolto fu riportato a Firenze alla Galleria degli Uffizi. Quando arrivai in Piazza della Signoria fui ricevuto dalle autorità e dal Sindaco Mario Fabiani sull'arengario di Palazzo Vecchio fra gli squilli delle chiarine della Famiglia di Palazzo. Questo grande ritrovamento fu un successo enorme, ebbe ripercussioni sulla sua carriera? Avevo tutti i requisiti per essere promosso Direttore di quarto grado , ma per la mia adesione al passato regime, tutto si bloccava. Il mio ufficio romano si trovava in via degli Astalli numero 3 in palazzo Venezia. Vi affluiva tutto quello che veniva recuperato, prima di essere riportate ai musei dove erano state sottratte. Confesso una mia vanità. Mi facevo fotografare davanti alle opere. la mia squadra era formata da poche persone fidate, fra le quali emergeva per le sue innate capacità il mio più fidato collaboratore Vincenzo Colella. Nel 1949 riuscii a recuperare trentanove capolavori ceduti ai tedeschi durante il regime. Tra loro si trovava il già citato discobolo Lancelotti e altre opere di inestimabile valore. Tutto questo accrebbe la mia popolarità malgrado l'ostracismo della politica. negli anni seguenti in Palazzo Venezia, allestii una mostra dei capolavori rientrati in Italia. In seguito venne replicata a Firenze in Palazzo Vecchio. Riuscì in seguito a far riconoscere il suo lavoro dal governo italiano?
Rodolfo Siviero Con la mia abilità diplomatica, feci raggiungere un accordo fra l'Italia e la Germania per la restituzione dei capolavori asportati e ancora nelle loro mani. L'accordao fu firmato dal Canceliere Konrad Adenauer e il Presidente del Consiglio del governo italiano Alcide de Gasperi a Palazzo Chigi. Finalmente venne riconosciuto tutto quello che avervo fatto per l'arte italiana. Ebbi la nomina a Ministro Plenipotenziario e il mio ufficio passò dal Ministero dell'Istruzione a quello degli Affari Esteri. Purtroppo il Senato che doveva emanare il decreto per il finanziamento delle mie imprese bloccò tutto rinviando tutto per due anni, fermando di fatto l'attività del mio ufficio. Intanto le trattativie per la restituzione andarono avanti per sette anni. Purtroppo questa operazione rischiò di saltare per i miei atteggiamenti verso i tedeschi. Scientemente evitai di invitarli ad una mostra di capolavori recuperati ed esposti a Palazzo Borghese. Con questo ostracismo verso i tedeschi rischiai di far saltare l'accordo raggiunto anni prima. Cosa fece continuare con la loro collaborazione? Mi diedi una calmata e con l'accordo stipulato nel 1953, riuscii a riportare in Italia 40 opere. Ne mancavano ancora alcune centinaia fra le quali spiccavano autori come: Michelangelo, Mario Ricci, Tiziano, Raffaello e Canaletto, varie sculture greche romane, violini di Stradivari, mobili e manoscritti. Pertanto continuai le mie spedizioni nella Germania Democratica e in Russia. Ma riuscii a rintracciare solo alcune opere, così decisi di tornare nella Germania comunista. Andare nella Repubblica Democratica Tedesca era diventato complicato. era stato costruito un muro di confine, per reiterate fughe dei berlinesi all'ovest. Il muro sarebbe rimasto in piedi fino al 1989, quando fu distrutto da una folla festante. Oltre tutto venivo sorvegliato per tutto il mio soggiorno dalla polizia Stasi.
Alberto Chiarugi Read the full article
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11 lug 2023 11:27
COME TI STRITOLO LA “PITONESSA” – QUOTE NELLE SOCIETA’, RUOLI E COMPENSI: "REPORT" SMENTISCE LA DIFESA DI DANIELA SANTANCHÈ IN SENATO - TRA 2014 E 2018 LA PITONESSA “HA INCASSATO 400 MILA EURO ALL'ANNO MENTRE LA SOCIETÀ PERDEVA 7 MILIONI" - SMENTITA ANCHE A PROPOSITO DEI DIPENDENTI LICENZIATI SENZA LIQUIDAZIONI – IL MISTERO DEL FONDO ARABO NEGMA - COME AFFRONTERÀ I DEBITI DI VISIBILIA? LA MINISTRA: “HO MESSO A DISPOSIZIONE IL MIO PATRIMONIO”. PAROLE AL VENTO PER LA PROCURA DI MILANO… - VIDEO -
Durante il suo intervento la ministra Santanché ha duramente attaccato la lavoratrice che ha denunciato Visibilia per aver lavorato nonostante fosse in Cassa integrazione a zero ore. Per la prima volta l’ex dipendente di Visibilia ha deciso di mostrare il suo volto #Report pic.twitter.com/GITdM4Ivzj — Report (@reportrai3) July 10, 2023
Grazia Longo per la Stampa
Daniela Santanchè con le spalle al muro dopo l'inchiesta di Report. La sua posizione all'interno del governo è appesa un filo, anche se Meloni, seppur non apertamente, continua apparentemente a sostenerla. Ma fino a quando? Indagata dalla Procura di Milano per falso in bilancio e bancarotta fraudolenta, Santanchè smentisce se stessa. O meglio, l'imprenditrice smentisce la ministra.
In un impietoso fact checking, alla lettera «verifica dei fatti», la trasmissione d'inchiesta Report, condotta da Sigfrido Ranucci, ieri sera su Rai 3, ha messo a confronto le azioni concrete di Santanchè a Visibilia e dintorni e le sue dichiarazioni in Senato.
Emergono numerose ed evidenti contraddizioni. A partire dalla sua affermazione a Palazzo Madama, il 5 luglio scorso: «La mia partecipazione in Ki Group srl non ha mai, ripeto mai, superato il 5 per cento».
Peccato che la società sia di proprietà di Ki Group spa, che a sua volta è controllata da Bioera. E il bilancio 2013 rivela che Daniela Santanchè possedeva il 14,9 per cento di Bioera tramite la D1 Partecipazioni, un'altra holding in cui lei è socia con l'ex fidanzato Alessandro Sallusti.
Sempre in Senato la ministra del Turismo ha dichiarato di essere entrata in Ki Group esclusivamente per supportare il figlio Lorenzo Mazzaro.
Ma nel 2013 il ragazzo aveva solo 17 anni e non lavorava. E invece in quell'anno le aziende della Santanchè del gruppo Visibilia, che già non navigavano in acque tranquille, venivano finanziate da Bioera, e quindi con i soldi di Ki Group, per 1 milione e 300 mila euro finalizzato a un aumento di capitale.
La ministra, poi, nega di aver avuto un ruolo in Ki Group srl. Ma viene tradita dal bilancio 2014 che dimostra che già allora era la presidente della Ki Group spa, la controllante. Dai bilanci si evince inoltre che ha spalleggiato l'ex fidanzato Canio Mazzaro fin dall'inizio dell'impresa del biologico, assumendo nel 2012 la presidenza di Bioera, carica che conserverà anche negli anni successivi.
E ancora: Santanchè ha ribadito che i suoi compensi non sono mai stati superiori a 100 mila euro lordi all'anno, tra il 2014 e il 2018, mentre documenti interni attestano che ha incassato oltre 400 mila euro lordi all'anno anche quando la società perdeva 7 milioni di euro. Viene inoltre smentita anche a proposito dei dipendenti licenziati senza liquidazioni: lei nega di essere stata operativa in azienda all'epoca dei fatti, ma come si legge nel bilancio 2021 di Ki Group srl il licenziamento della quasi totalità dei dipendenti risale al 2021-2022, quando Daniela Santanchè era perfettamente operativa all'interno dell'azienda.
La ministra ha respinto l'accusa relativa al fatto che la dipendente Federica Bottiglione, che lavorava mentre era in cassa integrazione a zero ore, fosse all'oscuro della sua situazione contrattuale e ha negato che abbia lavorato in cassa integrazione. Ma la verità raccontata da Bottiglione di fronte alle telecamere è completamente opposta. «Non sapevo di essere in cassa integrazione a zero ore. Durante il Covid ho sempre lavorato. Soprattutto perché il mio ruolo di responsabile affari societari e investor relator è obbligatorio in Borsa, è quella persona che dà comunicazioni al mercato, e non si può smettere di darle se si è quotati».
(...)
Un autentico mistero è anche il fondo arabo Negma.
Secondo la ministra ha portato benefici agli azionisti di Visibilia, ma nei fatti nel giro di tre anni, dopo il finanziamento Negma, il valore delle azioni è crollato da 90 euro a 10 centesimi nel 2022. Eppure Santanchè insiste che dal gennaio 2023 il titolo di Visibilia è cresciuto del 500 per cento. Ma viene contraddetta dall'azionista di minoranza di Visibilia, Giuseppe Zeno, che a Report dichiara: «È una cosa ridicola questa, perché il titolo viene giù da 40 euro, è arrivato a 0,20. Quindi adesso da 0,20 a 0,60 è ridicolo dire che abbia avuto una ripresa del 200% perché siamo sempre sotto del 90%». Come affronterà i debiti di Visibilia?
In Senato la ministra ha assicurato: «Ho messo a disposizione il mio patrimonio». Parole al vento per il perito della Procura di Milano che nella sua relazione boccia la considerazione perché «troppo generica». Insufficienti paiono infatti, come garanzie, l'immobile di lusso di Milano e il Twiga, lo stabilimento per vip a Marina di Pietrasanta, di cui ha ceduto le quote al fidanzato Dimitri Kunz (anche lui indagato) e a Flavio Briatore. Per non parlare del rischio di un possibile conflitto di interessi, considerato che il governo dovrà mettere all'asta le concessioni balneari.
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COMUNICATO STAMPA 24 MAGGIO 2023
Dalla Fiera del libro di Vietri sul mare solidarietà a Faenza, il ricordo di don Lorenzo Milani e della “cultura distrutta “ di Via dei Georgofili
La Fiera del libro "Un Libro d'a...Mare" 2023, che si terrà a Marina Vietri sul mare nei giorni 26 - 27 e 28 maggio, sarà una fiera all’insegna del ricordo di Don Lorenzo Milani, scrittore, docente ed educatore cattolico, dell’attentato all'Accademia dei Georgofili a Firenze e di solidarietà a Faenza.
In concomitanza con i festeggiamenti per il centenario della nascita di don Milani la Regione Toscana il 27 maggio ospiterà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in visita a Barbiana ricorderà il grande prete scrittore.
Gli scritti di don Milani innescarono al tempo aspre polemiche, coinvolgendo la Chiesa cattolica, gli intellettuali e politici dell'epoca.
Nel dicembre del 1954 venne mandato a Barbiana, una minuscola e sperduta frazione di montagna nel comune di Vicchio, in Mugello, dove entrò in contatto con una realtà di povertà ed emarginazione ben lontana rispetto a quella in cui aveva vissuto gli anni della sua giovinezza.
La sua figura di prete è legata all'esperienza didattica rivolta ai bambini poveri nella disagiata e isolata scuola di Barbiana, nella canonica della chiesa di Sant'Andrea.
Gli ideali della scuola di Barbiana erano quelli di costituire un'istituzione inclusiva, democratica, con il fine non di selezionare ma piuttosto di far arrivare, tramite un insegnamento personalizzato, tutti gli alunni a un livello minimo d'istruzione garantendo l'eguaglianza con la rimozione di quelle differenze che derivano da censo e condizione sociale.
La scuola suscitò immediatamente molte critiche e ad essa furono rivolti attacchi, sia dal mondo della chiesa sia da quello laico.
Fu don Milani ad adottare il motto inglese "I care", letteralmente ”mi importa”, ”mi interessa”, ”ho a cuore”, in dichiarata contrapposizione al "Me ne frego" fascista, che sarà in seguito fatto proprio da numerose organizzazioni religiose e politiche, tra cui ultima la presidente del Parlamento dell’Unione Europea, Ursula von der Leyen, la quale intervenuta allo State of the Union in collegamento con l’Università europea di Firenze ebbe a dichiarare :
"Negli anni Sessanta, un giovane maestro, don Lorenzo Milani, scrisse su un muro di una scuola a Barbania, due semplici parole in inglese: ”I care”, spiegando ai suoi studenti che quelle due parole sarebbero dovute diventare le più importanti da apprendere.
Don Milani ci ha trasmesso l’etimologia di educare, che non è immettere, ma educere, tirare fuori il meglio dalle menti ben predisposte.
Il motto di Don Milani “ I CARE” è l’esempio europeo, significa prendersi responsabilità.
Dal febbraio 2022 milioni di europei hanno detto
'I care' con le loro azioni” di “volontariato “.
Durante al Fiera del Libro si ricorderà, inoltre il trentesimo anniversario della strage di via dei Georgofili, l'attentato terroristico compiuto da Cosa nostra nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993 tramite l'esplosione di un'autobomba in via dei Georgofili a Firenze, nei pressi della storica Galleria degli Uffizi.
L'esplosione dell'autobomba imbottita con 277 chilogrammi di esplosivo provocò l'uccisione di cinque persone: i coniugi Fabrizio Nencioni (39 anni) e Angela Fiume (31 anni) con le loro figlie Nadia (9 anni) e Caterina (appena 50 giorni di vita) e lo studente Dario Capolicchio (22 anni), nonché il ferimento di una quarantina di persone.
Ma la cultura oltraggiata è oggi a Faenza, una Città di antica tradizione ceramica, devastata dagli alluvioni dei gironi scorsi.
Anche il Museo Carlo Zauli, che nasce a Faenza nel 2002, all'interno degli spazi che dal 1949 furono luoghi di lavoro dello scultore faentino e punto di riferimento nella produzione e divulgazione dell'arte contemporanea, è completamente distrutto. Chiunque voglia contribuire alla sua ricostruzione potrà effettuarla attraverso questa raccolta fondi GoFundMe.
*Alluvione Faenza Museo Carlo Zauli* https://gofund.me/289ac87d o effettuare una donazione attraverso il link https://gofund.me/51e5a625
La Fiera del libro di Vietri sul mare vuole essere un ulteriore momento di stimolo per incrementare la lettura, che da sempre contribuisce a tirar fuori il meglio delle persone ben predisposte.
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Di Lorenzo chiama Conte: “mister, lascio Napoli”. Ma è muro contro muro (Corsport) | www.ilnapolista.it
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