#Livraghi
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satureja13 · 1 year ago
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Leander and Wesley are on the run and hide in a show house Leander could safe from expropriation.
Wesley: "We should have told Ji Ho about Luci..." Leander: "Wes - Ji Ho is already at his limits but we need him to finish this. We can't risk him breaking down by piling more loads on his shoulders. The Council can't gain the upper hand again after all that we've sacrificed. It's not only about the two of us - all the 'creatures' out there suffered enough under the Council. We'll tell him when this is over. Only a few days more."
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Since we're already here, they can show us the rest of the house.
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This house is so different from the things I usually build but it's one of my favourite houses. Imo the floorplan is perfect.
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TMI: This house already existed in my Sims 3 game and Wesley also lived there!
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People ask me why I never find a place to stop And settle down, down, down But I never wanted all those things people need to justify Their lives, lives, lives
You see, you were born Born, born to be alive - Patrick Hernandez
From the Beginning  ~  Underwater Love ~  Latest
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daimonclub · 10 months ago
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Ambiguità tra Italiano e Inglese
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False friends Italiano Inglese Ambiguità tra Italiano e Inglese, un libro di Giancarlo Livraghi che analizza ambiguità, distorsioni, malintesi e false friends tra le due lingue. Questo lavoro era nato un po’ per caso – quasi per scherzo – quando, nel 2002, stavo ragionando con alcuni amici su quanti errori si trovano nelle traduzioni e su come possono creare tanti malintesi, ambiguità, distorsioni di comprensione e di interpretazione. Ma ci eravamo accorti, fin dall’inizio, che questo problema non è solo ridicolo, è anche preoccupante. L’uso frequente – e spesso ripetuto – di termini poco chiari e mal capiti provoca un’insidiosa confusione di idee e di concetti. È nata così una prima raccolta di esempi che ho messo online – e che un po’ per volta, nel corso degli anni, è continuamente cresciuta fino ad assumere le dimensioni di questo libro. Spero che sia un testo divertente. Un po’ di ironia, in queste cose, non guasta mai. Gli errori possono farci sorridere, ma c’è un dubbio serio: quante cose si capiscono male o non sono quelle che sembrano? Naturalmente nessuno può avere la goffa pretesa di “mettersi in cattedra”. Capita a tutti di sbagliare, in un modo o nell’altro. Solo gli stupidi credono di essere “infallibili”. Ma errare humanum non è una buona scusa. Senza inutili pedanterie (se una cosa è chiara non è indispensabile che sia lessicalmente “esatta”) ci sono molti casi in cui conviene ricordare il classico dubbio socratico. Ti estì? Cioè… siamo sicuri di sapere di che cosa stiamo parlando? Questo problema c’è spesso, anche indipendentemente dalle differenze fra le lingue. Un’ovvia domanda: perché l’Inglese? È chiaro che ci possono essere insidiosi errori anche dall’Italiano all’Italiano – e nelle traduzioni da o in altre lingue. Ma una raccolta di tutte le possibili ambiguità riempirebbe un’enorme (e noiosa) enciclopedia. Il fatto è che l’inglese non è solo “un’altra lingua”. È la lingua internazionale. Continua a crescere (spesso inutilmente) il numero di parole inglesi che diventano “di uso comune” in italiano. Alcune chiare e ben comprensibili. Altre no – con risultati comici, ma anche imbarazzanti. Trecentottanta esempi bastano per elencare tutti gli errori, o almeno i più comuni? Ovviamente no. Ma sono, appunto, esempi. Possono aiutare a “stare in guardia” – e così cogliere anche quei casi di ambiguità che non sono compresi in questa piccola antologia.
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Giancarlo Livraghi Chi ha scritto questo libro? Non io. Come succede (almeno nella mia esperienza) con tutti i libri, si è scritto da solo. Una volta impostata l’idea iniziale, un libro si evolve, cresce come una pianta, mette radici, rami e foglie, diventa una cosa diversa da quella che sembrava quando era appena spuntato dal seme. A chi lo scrive non resta che seguirlo, capirlo, accompagnarlo nella sua crescita, cercando di spiegare ogni concetto nel modo più chiaro possibile. Ma questo, in particolare, è un caso diverso. La parte centrale del libro, dalla pagina 9 alla pagina 117, è opera di diversi autori. I tanti che hanno sbagliato qualcosa in qualche posto dove mi è stato possibile notare l’errore. E i lettori delle cose pubblicate online che mi hanno segnalato “casi” interessanti diversi da quelli che conoscevo. Così a me è rimasto il compito dello scrivano, che prende nota e cerca di raccogliere in modo, per quanto possibile, chiaro e ordinato – oltre ad aggiungere qualche commento dove opportuno. Che libro è? Dipende da come si legge. Non è un vocabolario. È in ordine alfabetico perché ogni altro modo di raggruppare gli esempi sarebbe arbitrario – e perché può servire anche come “testo di consultazione”. Ma può essere utile leggerlo come se fosse un racconto, perché la serie dei “casi” rivela, un po’ per volta, come nascono e si moltiplicano le ambiguità. Il circolo vizioso dell’incomprensione Poiché l’inglese è la lingua internazionale, notizie e opinioni da tutto il mondo, che hanno origine in tante lingue diverse, ci arrivano spesso in inglese. È facile che un’informazione sia deformata perché qualcuno non ha saputo capire o tradurre un’espressione inglese. O anche perché all’origine qualcuno ha tradotto male dalla sua lingua all’inglese – e una ulteriore deformazione si aggiunge nella successiva traduzione in italiano. Un “circolo vizioso” in cui gli errori si moltiplicano – con risultati talvolta comici, ma anche pericolosamente devianti. Quello che non c’è Esistono “lingue” particolari, come il legalese, il tecnichese, il politichese, il burocratese, il modaiolo, lo stupidese eccetera, con differenze spesso problematiche fra l’inglese e l’italiano. Non sono comprese in questo elenco, se non in alcuni casi che influiscono sull’uso generale. Non sono citati gli errori di pronuncia – sempre più frequenti, specialmente in televisione – perché con quelli l’elenco diventerebbe interminabile. Né gli errori di ortografia, che in inglese non sono sempre identificabili, per le molteplici differenze del modo in cui la lingua è parlata e scritta in paesi diversi. Né (se non per qualche esempio particolarmente rilevante) l’enorme proliferazione di neologismi, che spesso sono confusi ancora prima di essere diffusi. Giancarlo Livraghi
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English Vocabulary Ability. Non vuol dire “abilità”, ma “capacità” o “possibilità”. To be able to… significa “essere in grado di” fare una certa cosa. (“Abilità” si dice skill). Absorbing. Non vuol dire “assorbente”, ma “interessante” o “impegnativo”. Abstract. Come aggettivo può voler dire “astratto”, ma come sostantivo significa “estratto” di un testo – o, più spesso, “riassunto”. Abuse. Può avere significati simili all’italiano “abuso” o “abusare”, ma vuol dire anche cose diverse, come “insulto” o “maltrattamento”. Accessory. Vuol dire anche “accessorio”, ma è usato spesso nel senso di “complice” o “coinvolto” in un’attività criminale o riprovevole. Accident. Vuol dire “incidente”, non “accidente”. According to… Non vuol dire “in accordo con…”, ma “secondo…”. (Si può riferire a una fonte o a un’opinione). Accurate. Non vuol dire “accurato”, ma “esatto” o “preciso”. Act. Vuol dire “atto” o “agire”, ma ha anche altri significati che vengono da acting (“recitare”). Per “fingere” o “fare come se” si può dire anche play. In altri contesti act può avere un senso diverso. Per esempio in termini politico-giuridici un act è una decisione del parlamento, cioè una legge. Actual. Non vuol dire “attuale”, ma “vero” o “reale”. Actually. significa “davvero” o “in realtà”, non “attualmente”. Adjourn. Vuol dire “rinviare” o “spostare”, non “aggiornare”. Administration. Non vuol dire “contabilità” (accounting) né “amministrazione finanziaria”. Significa “gestione” o “organizzazione”. Per esempio sysadmin è la persona che gestisce un sistema di rete, non un contabile né un amministratore. (Anche in italiano, tuttavia, il termine “amministrazione” è talvolta usato in senso non solo finanziario, per esempio in definizioni come “amministratore delegato” o “consiglio di amministrazione”). Advocate. Non vuol dire “avvocato” (lawyer) ma energico e dichiarato sostenitore di un’opinione o di un impegno sociale, culturale o politico. Affair. Significa relazione sentimentale o sessuale, non “affare”. Se il signor X e la signora Y are having an affair non vuol dire che hanno un rapporto di business, ma che vanno a letto insieme (in modo più o meno clandestino). La parola affair viene usata anche per definire non un rapporto sessuale o comunque personale, ma una situazione in qualche modo torbida, oscura o losca (anche in italiano si usano espressioni come “l’affare Dreyfus”). Agenda. In Inglese non vuol dire “agenda”, ma “ordine del giorno” o “programma”di un incontro o di una riunione. (“Agenda” nel senso di libro-calendario si dice diary, come “diario”). L’espressione order of the day esiste in Inglese, ma con un significato un po’ diverso – un fatto rilevante di cui è importante occuparsi. Aggravate Nel linguaggio più diffuso (anche se disapprovato dai puristi della lingua inglese) non vuol dire “aggravare”, ma “irritare” o “infastidire”. Agony. Vuol dire “angoscia” o “grave sofferenza”, ma non “agonia”. Alien. Non vuol dire solo “alieno”, nel senso di “non umano”, ma anche “straniero”. (Vedi stranger). Alienate. To alienate non vuol dire “alienare”, ma “contrariare” e “rendere ostile”. Annoyed. Non vuol dire “annoiato”, ma “seccato” o “infastidito”. To annoy. vuol dire “disturbare”, “irritare”, “dare fastidio” – non “annoiare” (to bore). Anticipate. Benché i puristi della lingua inglese lo considerino sbagliato, è usato abitualmente nel senso di “prevedere” o “aspettarsi che” (non “anticipare”). Apology. Non vuol dire “apologia”. To apologize significa “chiedere scusa”, apology è l’atto di scusarsi. Appraise. To appraise non significa “apprezzare”, ma “valutare”, cioè farsi un’opinione bene informata su qualcosa. Appraisal. è una valutazione o una verifica, non un “apprezzamento”. C’è una parola simile in inglese che ha un significato diverso: to apprise vuol dire informare dettagliatamente. Per esempio qualcuno può apprise altri del suo appraisal di una situazione. “Apprezzare” si dice to appreciate (ma c’è un’ambiguità nel caso del gergo finanziario: se qualcosa, per esempio un titolo in borsa, appreciates vuol dire che il prezzo sale).
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Ambiguità tra Inglese e Italiano Argument. Non vuol dire “argomento” (vedi subject) ma “discussione” o “litigio”. To argue. significa “litigare”. (Vedi discussion). Ass. In questo caso l’ambiguità è all’interno della lingua Inglese perché ci sono due parole uguali di significato diverso. Ass vuol dire “asino” (e, come in italiano, ha il senso traslato di “ignorante”). Ass vuol dire anche “fondoschiena” (ma senza il traslato “fortuna” che ha in italiano). Asshole è un modo “volgare” e insultante di dire “stupido”. Assessor. Non vuol dire “assessore”. Significa “perito” – o, più in generale, persona incaricata di stimare (assess) un valore. Assumption. Non vuol dire “assunzione”, ma “ipotesi” o “supposizione”. To assume. vuol dire “supporre” o “presumere”, non “assumere” (vedi anche presume). Attempt. Vuol dire “tentativo”, non “attentato”. Attend. Non vuol dire “attendere” o “aspettare” (wait) ma “assistere” o “essere presenti” (a un avvenimento, riunione eccetera). Attic. Vuol dire “soffitta”, non “attico” nel senso in cui la parola è più spesso usata in italiano (specialmente nel commercio immobiliare) con un significato simile all’inglese penthouse. Attitude. Non “attitudine” (aptitude o ability) ma “atteggiamento”, “opinione” o “comportamento”. Avert. Vuol dire “distogliere”, “distrarre” o “evitare”. Non “avvertire”. Bank holiday. Non è una “vacanza delle banche”, ma una “festa comandata”, cioè un giorno in cui, oltre alle banche, sono chiusi anche gli altri uffici. Bankruptcy. Non vuol dire “bancarotta”, né “fallimento”. Ha un significato più simile ad “amministrazione controllata”. Barbed wire. Non è una telefonata barbosa o un telegramma noioso. Barbed wire vuol dire “filo spinato”. (In inglese non esiste l’espressione “barba” nel senso di “noia”). Barracks. Vuol dire “caserma”, non “baracca”. Basement. Sembra incredibile, ma ci sono casi in cui basement è tradotto “basamento” quando è ovvio dal contesto che si tratta di “sotterraneo” o “seminterrato”. Billion. Vuol dire “miliardo”. Non ha senso che qualcuno lo traduca “bilione”. Ma anche in Inglese il significato della parola non è sempre chiaro. Mentre è generalmente inteso che voglia dire mille milioni, pare che alcuni usino billion per indicare un milione di milioni, cioè mille miliardi (vedi trillion). Bimbo. Non vuol dire “bambino”. È una forma gergale per “persona stupida e frivola”. Si può dire di un uomo, ma è usato più spesso per le donne (specialmente nel mondo dello spettacolo). Binary. Vuol dire “binario” nel senso matematico (vedi digital) ma non nelle ferrovie (e relativi traslati). I binari dei treni si chiamano tracks. Bird. Vuol dire “uccello”, ma non nel senso “traslato” che ha in italiano. Nel vecchio gergo inglese bird è una ragazza. (Oggi talvolta chiamata chick, “pulcino”). Bitch. È la femmina del cane (non del maiale). Detto di una donna, non significa sempre “puttana”. Si dice anche di una donna antipatica, cattiva o intrigante. Ma son of a bitch (anche riassunto in SOB) ha lo stesso significato di “figlio di …” in italiano. Blank. Non vuol dire “bianco” (white) ma “spazio vuoto”. Può essere una “pagina bianca” (o qualsiasi “supporto” in cui non sono stati inseriti contenuti) o anche un “vuoto di memoria” o altri “traslati” di significato analogo. Blonde. Significa “bionda”. Ma (specialmente in America) è diventata un’espressione gergale e ironica per “donna stupida, banale e ignorante”. Blunt. Quando si tratta di un oggetto vuol dire “ottuso”, nel senso di non affilato o non appuntito. Nel caso di persone, affermazioni o atteggiamenti significa duro, sincero, rude, diretto – non necessariamente rozzo o villano, ma senza sottigliezza. Body. Vuol dire “corpo”, ma ha alcuni significati “traslati” in inglese che non ha in italiano (e viceversa). In alcuni casi si usa body nel senso di “persona” (somebody vuol dire “qualcuno”). Quel “capo di abbigliamento” femminile che in italiano si usa chiamare “body” in inglese non si chiama così. In un testo scritto si chiama body copy ciò che non è headline, cioè titolo (vedi copy). In italiano si chiama “corpo” la grandezza di un carattere, mentre in inglese si dice semplicemente size (il carattere si chiama typeface o abbreviato face – oppure font). Chi ha pratica del linguaggio HTML sa come sono usati in quel contesto codici come head, body, font, face e size. Border. Non vuol dire “bordo”. Può significare “cornice” come contorno grafico (la cornice di un quadro è frame) ma più spesso vuol dire “confine”.
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Il potere della lingua Brave. Significa coraggioso, non “bravo”. La parola bravo esiste in inglese, ma con un significato particolare (come in francese – accento sulla “o”). È un’esclamazione, un applauso (e si usa anche al femminile e al plurale, cioè si grida braavoo anche se la persona applaudita è una donna o se si tratta di una squadra o gruppo anziché di una sola persona). Briefing. Brief significa “breve”, ma ha vari traslati (fra cui briefs – mutande). To brief significa dare informazioni o istruzioni. Perciò briefing è un documento (o un incontro) in cui si definiscono le linee di un progetto o di un piano d’azione (e, al contrario, debriefing quando si raccolgono informazioni da qualcuno che conosce i fatti). Un’altra derivazione è briefcase come cartella o valigetta in cui si tengono carte e documenti. Brigade. Vuol dire “brigata” militare (e anche nel caso di fire brigade, “pompieri o “vigili del fuoco”) ma non nel senso più ampio che ha in italiano. Brigadier Con i gradi militari ci possono essere variazioni di significato, ma brigadier in inglese vuol dire “generale di brigata”, non “brigadiere”. Broad. Vuol dire “largo” o “ampio”. Ma nel gergo americano è un modo un po’ volgare e insultante di dire “donna”. Bug. Guasto, inconveniente, errore tecnico. L’etimologia di bug non deriva dagli insetti, ma si usa questa parola per indicare parassiti fastidiosi (in particolare gli scarafaggi). È un po’ improprio tradurre bug con “baco” anche se il concetto rimane comprensibile. Ci sono usi “traslati” come per esempio «this bugs me» («questa cosa mi preoccupa»). Bullish. Viene da bull (toro) ma non ha necessariamente un significato aggressivo o arrogante. Può voler dire che qualcuno è molto ottimista su qualcosa. Ne deriva bull nel gergo del mercato azionario per indicare una fase in crescita (il contrario è bear e l’etimologia è incerta – qualcuno pensa che possa derivare dal proverbiale “vendere la pelle dell’orso”). Invece bull ha un significato negativo come abbreviazione di bullshit – cioè stupidaggine, bugia, esagerazione o vanteria. Buy. To buy vuol dire “comprare”. Ma anche “approvare” o “condividere” (vedi sell). Si può buy un’idea o una proposta. «I don’t buy it» può voler dire «non sono d’accordo» oppure «non ci credo». By the way. Non vuol dire “per la strada”, ma “a proposito” o “fra parentesi” o “per inciso”. Nel gergo dell’internet è spesso abbreviato in BTW. Cabin. Vuol dire “cabina” (in una nave) ma ha anche altri significati, come “capanna” o “rustico” o “piccola casa”, di solito di legno, generalmente in campagna e in particolare in un bosco. Può definire anche una stanza separata dal resto di una casa o di un albergo. Nel caso di un aeroplano, si riferisce alla cabina dei passeggeri, non a quella dei piloti (cockpit). Cabinet. Vuol dire “gabinetto” nel senso di organizzazione ministeriale, ma in una casa o in un ufficio significa “ripostiglio” o anche un locale o mobile in cui si tengono carte e oggetti – comunque non una stanza da bagno o un impianto igienico. Cable. Vuol dire “cavo”, ma anche “telegramma”. Callous. In dermatologia può voler dire “calloso”, ma in generale definisce una persona insensibile, rozza, cattiva, crudele – anche, ma non solo, nel senso di “criminale incallito”. Camel. Nell’uso corrente la lingua inglese non distingue fra il cammello e il dromedario (come dimostra l’immagine sul pacchetto di una nota marca di sigarette). Ma la parola dromedary esiste ed era abitualmente usata in passato (per esempio in un articolo di Samuel Johnson del 1759 – vedi http://gandalf.it/m/johnson.htm). Cameo. Vuol dire “cammeo”. Ma (cosa nota a chi si occupa di cinema) si usa anche nel senso di piccolo “inciso”, o corta definizione di un personaggio, in un testo narrativo – o di breve apparizione di un attore in un film (può essere il regista, come faceva abitualmente Alfred Hitchcock). Cancel. Non significa “cancellare”, ma “annullare” o “eliminare”. “Cancella” si dice delete o erase. Candid. Non vuol dire “candido”, ma “sincero”. Canteen. Non vuol dire “cantina”, ma “mensa” o “borraccia”. Carbon. Vuol dire “carbonio”, non “carbone” (coal). Ma ha un significato diverso in alcuni casi, come per esempio nell’espressione carbon copy che si continua a usare (per indicare qualcosa “copiato letteralmente”) benché la “carta carbone” sia caduta in disuso. Carton. Non vuol dire “cartone” ( Read the full article
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mindblowingscience · 3 months ago
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A team of international researchers has uncovered a surprising genetic mechanism that influences the vibrant and complex patterns on butterfly wings. In a study published in the Proceedings of the National Academy of Sciences, the team, led by Luca Livraghi at the George Washington University and the University of Cambridge, discovered that an RNA molecule, rather than a protein as previously thought, plays a pivotal role in determining the distribution of black pigment on butterfly wings.
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chibrary · 1 year ago
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ARTICLE: AS A ROOKIE IN THE SHIFTER CLASS (AT 15 YEARS OF AGE) HE WON THE WINTER CUP… WITH A FEVER! (2022)
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source: mattia livraghi, tkart series: karting, 2013
Among the classes of international karting there is one that represents the arrival point in the career of a professional kart driver: KZ. First it was called Formula C, then KZ1, but the name matters little, the essence is that we are talking about the top class, in which super experts race, even at 20-30 years of age. People who have practically nothing more to learn and who by profession demolish the new recruits, the rookies, until these, based on many overtakings and after a lot of competitions, cut their teeth and enter by right, in turn, in this small circle of drivers who are referred to as "the senators". But every now and then, to tell the truth, very rarely, particular rookies appear on the karting scene capable of overturning this practice. As in 2013, when in the opening round of the season, the Winter Cup at the South Garda Karting in Lonato, a teenager from Monte carlo showed up who, despite being physically KO, decided that certain habits ... were not his cup of tea.
It is 17 February 2013 and it is cold, as it should be on a winter Sunday when you are near Brescia, precisely at South Garda Karting in Lonato, for the Winter Cup. KZ was not scheduled for that weekend, so all the top drivers of the premier class poured into KZ2, which had something like 70 entrants. Among these, names that have marked or would go on to mark the history of karting: Davide Forè, Marco Ardigò, Paolo De Conto, Arnaud Kozlinski, Bas Lammers, Anthony Abbasse, Ben Hanley, Patrik Hajek, Roberto Toninelli, Fabian Federer, Yannick de Brabander, Flavio Camponeschi and Rick Dreezen, just to name a few in no particular order. However, there was also a boy from Monte Carlo born in 1997. His name is Charles Leclerc and he had already made himself known globally for his excellent results (above all by winning the 2011 CIK-FIA World Cup in KF3, the junior class of single speed karts at that time) in the other classes in which he competed. After a 2012 in KF2 (the year in which the now famous long-distance bickering with Max Verstappen occured, which we talk about in the article "Editorial - Leclerc vs Verstappen: the true story of the first clash in the days of karting"), his manager and Charles's team manager decided that the time had come for him to gain experience with "the seniors", in KZ and KZ2.
Charles did not hold back. To the contrary: "He was very motivated and eager to start his journey in shifter karts - Marco Lombardi told us, his mechanic in ART Grand Prix, the brand and the team for which Leclerc was racing at the time, also because he always wanted a more performing vehicle. He was thrilled to have the sensation of feeling closer to racing cars”. Leclerc had his first race ever in a shifter kart two weeks before the Winter Cup, in Muro Leccese, on the occasion of the first round of the WSK Master Series, where he finished in sixth position. His team manager Armando Filini, a historical face in karting, as well as one of the best chassis builders in the sector, was not that surprised by the disarming naturalness with which the young driver form Monte Carlo took his first steps in the new class: "I have known him since he was little, because Jules (Bianchi, editor's note) was his mechanic in France in the MINI class and brought him to me in Maranello Kart for his debut in the Junior class. Charles was very smart: he quickly adapted to everything. At any race he participated in, with any type of tyre, there was no need to spend a lot of time studying the track or anything else: he was already racing strongly at 90%, so it was much easier to get good results with him."But it's the difficulties that make certain stories worth telling.
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Charles Leclerc heads to the track together with his mechanic Marco Lombardi.
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Leclerc talks to Lombardi and Piergiorgio Ballarini, another mechanic who was working with him at the time, while he is leaning on his kart (ART GP - TM Racing), just outside the ART Grand Prix team tent.
Do you think that the Winter Cup, in the rookie class, could represent a fairly intense and arduous challenge? You would be wrong. In fact, another factor complicates things for Leclerc, the absolute co-protagonist of this story: a fever. That's right, Charles Leclerc showed up at the Winter Cup with a 39°C fever. "From the first days it was clear that he was not in great shape and from Friday he was not at all well", admits Lombardi. “He had flu and was physically weak. At the end of the day, after having raced, he was completely down and out”. A physical condition for which most mere mortals would stay in bed to rest, the most daring, perhaps, on the sofa watching TV. Instead, the fifteen-year-old from Monte Carlo was on the bends of a kart track taming a vehicle with a weight/power ratio comparable to that of the best road supercars. But on one condition: "I told him, Lombardi remembers, 'Look, if you have a high fever, at least skip the last free practice session', but he replied with an endless series of 'No'. He wanted to get on the kart and race to the last, regardless of everything". In the end, a short trip to the pharmacy, accompanied by the engineer of the ART Grand Prix, to buy some medicines was a must. But the real therapy for Charles seems to be another, as Lombardi explains: "When driving adrenaline kicked in, it was so intense that it gave the impression that his fever had passed". This allowed the young driver form Monte Carlo to work at it and improve during free practices: “His driving was quite clean. The problem arose when the track was a bit more slippery, like in the early rounds and he, despite this, wanted to see the time, even if the track was 'slow'. He complained if they gave him two tenths, not considering that there were more experienced drivers who knew how to adapt better to those conditions".
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Leclerc laughs with Lombardi before entering the track.
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Leclerc celebrates, together with Lombardi, the success he achieved, with a fever, at the 2013 Winter Cup.
It goes without saying that when Charles sets the 11th best time in the qualifiers, with his TM Racing powered ART GP, he was anything but satisfied: "He had suffered at the beginning because the track was was not rubberizing quickly and he loved grip", explains Marco. "He was a driver who tended to always keep his foot down, so in the first races in KZ he found himself in difficulty in slippery track conditions: he forced too much and wore the tyres a lot". But Charles does not lose heart: “he was demoralized, continues Lombardi, but he motivated himself as soon as he got back on the kart the following morning. When he was unable to do something, he was even more motivated and in any case it was enough to explain things to him once: he immediately took everything literally and put it into practice". In fact, Charles performed very well in the various heats, winning a second place as the best result and climbing up to eighth place in the general rankings. Thanks to his driving style, more and more effective with an increasingly rubberized track, and to excellent teamwork, Leclerc continued to progress and, as the weekend continued, managed to take fifth position in the pre-final. Marco Lombardi recalls that he “always earned at least one or two positions at the start. It helped to have the driver in front as a reference point, which always pushed him to say: 'I have to go and get him, I have to overtake him". While the performances on the track improved, the same cannot be said of Leclerc’s physical conditions, still with flu and feverish.
In fact, on the day of the final, looking at his face, which was pale and suffering during the parade of the drivers, anything could be predicted except what would actually happen. Charles still managed to stay calm on the starting grid: "I always told him, Marco says, 'You already have a heavy foot, but in the race you have to use your head, especially when overtaking: study your opponent, identify the right moment to pass and be firm. Don't pretend, because if they take advantage of the driver behind and, with him, the group following him, five of them will take you". In short, a fifteen-year-old in a cage of lions: Leclerc dashed from the third row, while the first was occupied by his teammate Ben Hanley and the Birel De Conto standard bearer. “We had more of a chance with Hanley, admits Armando Filini. “With Charles we still didn't have the certainty of the final, we didn't know how he could behave over the duration”. Only a phenomenon can surprise even a long-time karting figure such as Filini, who had already seen it all… But he could not have imagined what he was to witness that day. Ready, go and already the first surprise: the driver from Monte Carlo darted off and, overtaking the entire row in front of him, moved into third position. The spectators were almost stunned seeing that cat-like leap and Armando reveals that it was not only Charles' skill that allows him to do certain things, but also his attitude: "When he had his teammate in front of him, he had to go and get him, even at the cost of trampling over others".
Ever since the traffic lights went out, the race was of an incredible sporting intensity. However, after an excellent start, Leclerc seemed to be in trouble: in fact, he was overtaken first by Ardigò and then by Forè. However, the driver form Monte Carlo maintained an impressive coolness and was not intimidated, even when he happened to miss a gear and risk being "devoured" by those behind him. "It was difficult to give him advice", Armando specifies. "He was very instinctive, so we also let him do his thing a little bit. Especially because he was a youngster and you couldn't think that he already had the mentality of a 30-year-old professional". Charles still asserted himself in the midst of more experienced and titled drivers, so much so that he took back third position towards the middle of the race, thanks to two masterpiece manoeuvers: the first against Forè, the second against Ardigò (two multiple world champions). Leclerc thus found himself in the wake of his teammate, who in turn was staying very close to the leader De Conto, but a few laps from the end Forè tried another attack on the driver from Monte Carlo and went far forwards, hitting Charles. Ardigò took the opportunity to overtake and the young driver of the ART Grand Prix team returned to fourth position, also losing some ground against his rivals in the lead. When the chequered flag was just around the corner, in a situation like this and in a class like KZ, most people would naturally throw in the towel and accept that the gap with the podium was now unbridgeable, especially if they then suffer a "blow" like this as a fifteen year old, in his second experience in the highest class of karting, with a 39°C fever.
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The helmet that Leclerc used at the 2013 KZ world championship and with which he became vice world champion. Charles gave it to Lombardi, autographing it and referring to the nickname that Marco gave him: “Sgrintela”, which means “lizard”. The driver for Monte Carlo made a small mistake and wrote "Sgrintera".
Instead, Leclerc still managed to amaze. A few metres to make sure there was no damage and the driver from Monte Carlo went back to pushing himself, without being discouraged: "I had five or six drivers like Leclerc, including Bianchi, Barnicoat, Harvey and Hanley, but in my opinion Charles was the one who was hungrier, he wanted to achieve results as soon as possible”, Armando reveals. "The others had a little patience: they knew they had to learn and were aware that sometimes someone else could simply be faster and therefore there was little to do. On the contrary, he refused this possibility. Even when he knew that drivers from other teams were more incisive on a certain circuit, he had to find something to stay ahead. With this goal, therefore, he tormented everyone: me for the chassis, Franco Drudi of TM Racing for the engines and the telemetry operator. He was obsessed”. And Leclerc proved this determination precisely in the last rounds of that Winter Cup. In fact, the driver from Monte Carlo firstly got back into third position, taking advantage of a spin by Ardigò, caused by a rear-end collision by De Conto. Then, following a contact between De Conto and Hanley for the leadership of the race, he managed to overtake his teammate thanks to an extremely shrewd manoeuver: after receiving a body blow, Hanley was forced to widen and Charles dived right into that space: “It was a crucial moment of the race, he managed to take advantage of it (taking second place behind De Conto, editor's note) without coming into contact with anyone.
However, he then began to have some fears," admits Marco. The driver born in 1997 was one step away from completing an unthinkable feat and it was natural that even he would be a bit insecure: "He kept looking back, watching who was chasing him and I kept signalling him to look forwards" . But in the end Leclerc kept up the pressure and crossed the finish line in second position. The young driver from Monte Carlo let loose his joy, while the spectators started rubbing their eyes to understand if what they had seen was true: "I knew he could do well right from the start, but I honestly wasn't expecting a podium and it surprised me" Lombardi confides. “He didn't expect it either, considering the fever problem too. But he never gave up, he gave 100% to the last. He had gained confidence in seeing himself improve constantly over the course of the weekend and in the final he drove with a knife between his teeth”. A great effort that deserved a great prize. If, in fact, Charles was already enthusiastic about the silver medal and having kept his expert teammate behind him, the icing on the cake came when, after the award ceremony, he learned that De Conto had been given a penalty of five seconds for his manoeuver on Ardigò.
Leclerc thus inherited the victory and was over the moon: "he was really happy and didn't even seem sick anymore" remembers Marco. "It was his first really important race in shifter karts and there were all the drivers participating in the world championship. That Sunday evening, he had so much adrenaline in his body that he wanted to stay and eat with us, but at a certain point his father told him that it was time to go home". As a winner.
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trukqsofficial · 25 days ago
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Cuando Me Enamoro § Roberto Livraghi
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rboo0 · 1 year ago
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döndüm, baktım, daldım.
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edicoladelcarmine · 2 years ago
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CHIESE DEL TERRITORIO DEDICATE ALLA MADONNA DEL CARMINE
Il Santuario della Madonna del Carmine si trova in Via Pietro Corvi nel Comune di Ceprano (FR) ed insieme all’annesso Convento dei Padri Carmelitani Scalzi, è stato edificato nel 1897 per desiderio di Mons. Pietro Corvi, nativo di Ceprano, Nunzio Apostolico in Polonia. L’intento del fondatore era quello di dotare di una sede definitiva il Collegio Teologico della Provincia Romana dei PP. Carmelitani Scalzi, di cui rimase privo a partire dal 1873, anno in cui lo Stato italiano soppresse il convento di Santa Maria della Vittoria. La Chiesa conventuale, che dipende dalla Parrocchia di Santa Maria Maggiore, è opera dell’architetto bolognese Prospero Sarti è in stile rinascimentale, presenta una pianta a croce latina ed è a navata unica. La facciata è ornata da elementi decorativi in terracotta, realizzati degli scultori perugini Francesco Biscarini (1838 – 1903) e Raffaele Angeletti (1842-1899). Le numerose opere di pregio presenti nel Santuario sono state eseguite su disegno dello stesso Sarti, mentre quelle in legno appartengono all’estro dell’artista Carlo Magni di Ceprano. Le decorazioni pittoriche sono state eseguite da noti artisti dell’epoca, tra i quali Alberto Albani ed Ettore Ballerini. Mons. Carlo Livraghi, Vescovo della Diocesi di Frosinone-Ferentino-Veroli, il 21 Gennaio 1962 elevò la chiesa a Santuario Mariano Diocesano e, in ricordo di tale evento, sulla piazza del santuario fu inaugurata la monumentale fontana dedicata alla Madonna. Per saperne di più: https://edicoladelcarmine.suasa.it/Ceprano.htm lPer aggiungere informazioni: [email protected]
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Milano, appuntamento a sorpresa con la lettura
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Milano, appuntamento a sorpresa con la lettura. "Milano da Leggere", l’iniziativa di lettura promossa dalle biblioteche del Comune di Milano che da aprile ad oggi ha già totalizzato 110mila download per 10 titoli, regala un ultimo appuntamento a sorpresa, che accompagnerà i lettori durante le festività in arrivo. Si tratta di "Loches" di Fabio Lopez, pubblicato da Mursia, che ha come protagonisti due tra le principali personalità del Rinascimento: Leonardo da Vinci e Ludovico il Moro. "Loches" sarà disponibile al download gratuito dal 16 dicembre al 15 gennaio. Quella che si chiude con "Loches" è la settima edizione di "Milano da Leggere", che ha offerto 10+1 romanzi a tema storico, svelati uno ogni tre settimane e scaricabili gratuitamente grazie alla disponibilità degli editori Bompiani, Guanda, Interlinea, Meravigli, Mondadori, Mursia, Piemme, Rizzoli, Il Saggiatore, Solferino e dei loro autori. 10+1 ebook per altrettante storie che hanno permesso di riscoprire la storia di Milano e, testimoniandone vicende, costumi, luoghi, tradizioni, stranezze, personaggi più e meno famosi, di consegnarcela attraverso i secoli come la conosciamo oggi. "Dopo il grande successo dell’edizione 2021 dedicata ai gialli, anche questa inaugurata ad aprile su Milano e la sua storia è stata apprezzatissima da lettori e lettrici vecchi e nuovi –dichiara l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – Abbiamo quindi scelto di prolungare questa iniziativa con un undicesimo ebook, inizialmente non previsto, da scaricare gratuitamente e da leggere durante le vacanze di Natale proprio per fare un dono alla comunità dei lettori e delle lettrici milanesi, che dimostrano in ogni occasione la passione per i libri, la lettura, la conoscenza". Milano e la sua storia hanno dimostrato di avere tanto da raccontare, dal Medioevo e dal Rinascimento – con i romanzi di Cristina Fantini ("Nel nome della pietra") e Daniela Piazza ("Il tempio della luce") attorno alla costruzione del Duomo o di Daniela Pizzagalli ("La signora di Milano") sulla figura di Bianca Maria Visconti – passando per i secoli della peste e della dominazione spagnola con Marina Marazza ("Miserere") e poi del Regno d’Italia con Tito Livraghi ("La Riviera di Milano"), fino alle passioni dell’Ottocento, con un romanzo veramente ottocentesco come "Una storia romantica" di Antonio Scurati oppure con le sperimentazioni e le evocazioni di Luciano Bianciardi in "Aprire il fuoco". E ancora, ovviamente, la storia contemporanea, avvicinando i nostri giorni e l’attualità con Luigi Santucci, "Il velocifero", che segna il giro di secolo sul Novecento; l’avanguardia futurista e la tragedia della Grande Guerra raccontati da Gianni Biondillo ("Come sugli alberi le foglie") e infine "Notti e nebbie" di Carlo Castellaneta sugli ultimi mesi della Repubblica fascista a Milano. Dal Rinascimento alla Resistenza, passando non solo per epoche diverse, ma per modi, stili e gusti diversi del raccontare. Così, dopo il romanzo politico e ombroso di Castellaneta, arriva la sorpresa di "Loches" di Fabio Lopez, un romanzo ironico che immagina un incontro mai avvenuto, e storicamente impossibile, tra Leonardo da Vinci e Ludovico il Moro. Insieme per anni a Milano, non si sarebbero potuti incontrare a Loches in Francia nel 1516, dove l’ex signore di Milano fu incarcerato realmente e morì qualche anno prima dell’arrivo di Leonardo alla corte del re di Francia. Qui la storia di Milano di fine Quattrocento emerge da un dialogo serrato – impossibile appunto, ma verosimile – tra due personaggi iconici della storia, e non solo di Milano, svelati anche nei loro caratteri e nelle loro aspirazioni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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yestfurday · 3 years ago
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Virginio Livraghi - 1920s
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satureja13 · 6 years ago
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revisited my Livraghi House to add glass roofs and found it empty...
again (!) i moved a sim out and forgot to leave the interior - i never learn -.- so i redecorated too, it's (what i think) a eclectic/insustrial mix (?) (I'll upload this Version to the galery, just finishing the screenshots)
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sunkentreasurecove · 7 years ago
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corallorosso · 5 years ago
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“I DETENUTI, COPERTI DI PIAGHE E DI INSETTI, MUOIONO LENTAMENTE DI FAME E MALATTIE” UN VIAGGIO A NOCRA, LA PRIGIONE SIMBOLO DEI CRIMINI ITALIANI COMPIUTI NELLA COLONIA ERITREA Come l’Italia giunse in Africa è storia nota. Giuseppe Sapeto, prete, esploratore e spia comprò la Baia di Assab per la compagnia Rubattino che la rivendette al Regno d’Italia nel 1884. L’anno seguente il primo contingente italiano sbarcò indisturbato a Massaua grazie all’intercessione britannica. Sprovvisti delle conoscenze del luogo e dei mezzi necessari all’impresa – impresa fortemente voluta dalla monarchia, dagli armatori e dai circoli colonialisti – le autorità italiane stabilirono il nuovo ordine mediante processi sommari, incarcerazioni straordinarie, deportazioni e fucilazioni. Sebbene sconfitti nella battaglia di Dogali dai vicini etiopi, gli italiani espansero il proprio controllo nella regione e costituirono ufficialmente la colonia eritrea. I governatori Orero, Gandolfi e Baldissera proseguirono accanitamente l’opera repressiva nei confronti della popolazione civile. L’ultimo dei tre dichiarava che “l’Abissinia ha da essere nostra, perché tale è la sorte delle razze inferiori; i neri a poco a poco scompaiono, e noi dobbiamo portare in Africa la civiltà non per gli Abissini ma per noi”. I metodi usati contro gli eritrei erano tanto violenti che alla fine la nacque una commissione d’inchiesta parlamentare, puntualmente boicottata dalla monarchia. Sebbene le accuse fossero documentate - sui giornali comparve il memoriale del tenente dei carabinieri Livraghi che riportava la strage di 800 soldati coloniali prima assoldati dall’esercito e poi liquidati perché considerati inaffidabili– alla fine il processo si risolse a favore degli indagati. E così in Eritrea le violenze proseguirono dentro e fuori le 7 prigioni volute dai colonizzatori. La peggiore di queste era quella situata sull’isola di Nocra. Nonostante il clima torrido, si arrivava anche a 50 °C, gli internati, che lavoravano in cave di pietra e dormivano in tende, ricevevano dosi razionate di acqua stagnante. Il capitano Finzi della marina militare così li descriveva: “i detenuti, coperti di piaghe e di insetti, muoiono lentamente di fame, scorbuto, di altre malattie. Non un medico per curarli, 30 centesimi pel loro sostentamento, ischeletriti, luridi, in gran parte han perduto l’uso delle gambe ridotti come sono a vivere costantemente incatenati sul tavolato alto un metro dal suolo.” I tentativi di fuga erano punti con la fucilazione. A Nocra transitarono migliaia di persone. All’inizio detenuti comuni, poi tutti coloro che si opponevano alla dominazione italiana nel Corno D’Africa: l’elitè eritrea contraria all’occupazione, i funzionari del negus dopo la conquista dell’Etiopia, perfino i monaci di Debra Libanos sopravvissuti alla furia omicida di Graziani vi furono internati. Il campo restò attivo fino alla capitolazione italiana in Africa Orientale nel 1941. (Cannibali e Re-Cronache Ribelli)
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giornalepop · 8 years ago
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RAZZA DI DEFICIENTI!
“Stupido è chi stupido fa”. Forrest Gump
Esiste una condizione dettata da una caratteristica particolare: la passività. È una condizione in cui l’essere umano subisce la realtà circostante senza saper incidervi in alcun modo. Non solo, è anche una condizione in cui spesso si ripete un errore pur avendo i mezzi per produrre un’azione proficua e, seppur sollecitati da forze che potrebbero…
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vinifera12 · 3 years ago
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Un brindisi “francese” con Roberto Livraghi 🍾🥂 (at Squillari Enoteca & Beershop) https://www.instagram.com/p/CdgSGJ5IFW1/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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trukqsofficial · 2 months ago
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Cuando Me Enamoro | Roberto Livraghi
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ALESSANDRIA. RITORNO AD ALESSANDRIA, L'ASCENSIONE DI FRANCESCO CRIVELLI.
ALESSANDRIA. RITORNO AD ALESSANDRIA, L’ASCENSIONE DI FRANCESCO CRIVELLI.
Ritorno ad Alessandria.L’Ascensione di Francesco Crivelli (1576-1577 ca.)per l’altare maggiore di San Marco a cura di Olga Piccolo, Lorenzo Mascheretti, Roberto Livraghi Alessandria, Palazzo Cuttica di Cassine Inaugurazione 16 dicembre 2021, ore 18.30.Apertura 17 dicembre 2021 – 6 febbraio 2022, giovedì-domenica ore 15-19 Dopo più di duecento anni, fa il suo ritorno ad Alessandria – città per…
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