#Le guerre coloniali
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COSA CI SIAMO VENUTI A FARE?
Se c'è una cosa che El Alamein ha insegnato è proprio l'opposto di ciò che viene celebrato dall'attuale governo: i soldati italiani combatterono una guerra da sconfitti sapendo di uscirne sconfitti, e scoprendo le menzogne del fascismo proprio al fronte, partecipando a guerre coloniali, di aggressione e di invasione scatenate per scaldare l'ego di un dittatore. Trasformare una sconfitta militare del fascismo in una vittoria, facendo leva su altro, come la dimostrazione di orgoglio del soldato italiano che continua a combattere nonostante la sconfitta o la nostra libertà raggiunta grazie al loro sacrificio (??), è un'operazione revisionista molto pericolosa per come la storia viene ribaltata e per come verrà raccontata e percepita tra alcuni anni. Alberto Bardi, il comandante Falco che in Romagna guidò la 28° Brigata e fu vice della Brigata Garibaldi Romagnola, prima di entrare nella Resistenza partecipò alla campagna di Russia ricordandola così: "Noi soldati ci chiedevamo 'Ma cosa ci siamo venuti a fare qui?' Vedemmo da vicino, con i nostri occhi, tutto il marcio del fascismo, che eravamo destinati a essere sconfitti, che si combatteva per una causa ingiusta." Queste sono le persone e i valori da ricordare e celebrare, non chi portò l'Italia al baratro con guerre, tradimenti e menzogne.
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A Jean Paul Sartre, che mi ha raccontato la storia di Alì dagli Occhi Azzurri
Alì dagli Occhi Azzurri uno dei tanti figli di figli, scenderà da Algeri, su navi a vela e a remi. Saranno con lui migliaia di uomini coi corpicini e gli occhi di poveri cani dei padri sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini, e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua. Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali. Sbarcheranno a Crotone o a Palmi, a milioni, vestiti di stracci, asiatici, e di camice americane. Subito i Calabresi diranno, come malandrini a malandrini: "Ecco i vecchi fratelli, coi figli e il pane e formaggio!" Da Crotone o Palmi saliranno a Napoli, e da lì a Barcellona, a Salonicco e a Marsiglia, nelle Città della Malavita. Anime e angeli, topi e pidocchi, col germe della Storia Antica, voleranno davanti alle willaye.
Essi sempre umili Essi sempre deboli essi sempre timidi essi sempre infimi essi sempre colpevoli essi sempre sudditi essi sempre piccoli, essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare, essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo, essi che si costruirono leggi fuori dalla legge, essi che si adattarono a un mondo sotto il mondo essi che credettero in un Dio servo di Dio, essi che cantavano ai massacri dei re, essi che ballavano alle guerre borghesi, essi che pregavano alle lotte operaie...
... deponendo l'onestà delle religioni contadine, dimenticando l'onore della malavita, tradendo il candore dei popoli barbari, dietro ai loro Alì dagli occhi azzurri — usciranno da sotto la terra per uccidere — usciranno dal fondo del mare per aggredire — scenderanno dall'alto del cielo per derubare — e prima di giungere a Parigi per insegnare la gioia di vivere, prima di giungere a Londra per insegnare ad essere liberi, prima di giungere a New York, per insegnare come si è fratelli — distruggeranno Roma e sulle sue rovine deporranno il germe della Storia Antica. Poi col Papa e ogni sacramento andranno su come zingari verso nord-ovest con le bandiere rosse di Trotzky al vento...
Pier Paolo Pasolini Profezia da Il libro delle croci, 1964, poi in Alì dagli occhi azzurri (1965)
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"Occupano casa loro".
Premessa: in tutte le legislazioni del mondo esiste il principio della USUCAPIONE, il modo di acquisto a titolo originario di una proprietà, attuato mediante il possesso continuativo del bene immobile o mobile per un periodo di tempo determinato dalla legge. In Italia, analogamente a molti altri Paesi, si realizza ope legis con il possesso continuato per venti anni, senza bisogno dell'intervento del giudice né dell'accordo tra le parti.
Spoiler: qui stiamo parlando non di privati ma di stati (qui il vae victis vige da sempre e per tutti) e cmq. di possesso legittimo continuato di terre dal 1947 e, nella sua versione estesa attuale, dal 1973. Cinquanta anni almeno. E' realtà storica: i legittimi titolari coloniali inglesi creano nel 1947 lo Stato di Israele. Confermato nei fatti da tre guerre. Piaccia o meno, è un fatto.
De che CASA de chi van blaterando?
I miei istriani per lo stesso motivo e negli stessi anni si son dovuti rifare una vita altrove, MUTI (si, gli stati sono 'nammerda, tutti).
Nel dettaglio, a chi interessi la storia, Israele fu creato dagli inglesi ritagliando aree deserte (Negev) e dove gli ebrei eran già insediati. Gli altri territori dell'area furono assegnati alla Giordania (Cisgiordania o "West Bank", sponda occidentale del fiume Giordano), all'Egitto (Sinai, Gaza) e alla Siria (Golan). Gli abitanti non ebrei dell'area si autodefinivano "arabi".
Tant'è, gli stati arabi circostanti non ci stanno: nel 1948 la Giordania col supporto di Egitto e Siria e i soldi dei sauditi, attacca di sorpresa il neonato stato, confidente che non abbia difese. Viene sonoramente sconfitta, Israele conquista la continuità territoriale e l'area del Tempio a Gerusalemme.
Stesso film stessi protagonisti nel 1967: stavolta gli arabi, armati dai sovietici, vengono sorpresi subito prima dell'attacco e le loro forze armate schierate vengono distrutte in sei giorni; Israele occupa il Sinai il Golan e tutto il West Bank.
Stesso film nel 1973: 50 anni fa come quest'anno, attacco di sorpresa nella festa più di famiglia per gli ebrei, il sabato dello Yom Kippur (come attaccar noi la domenica di Natale). Quella volta sono della partita Egitto e Siria ma non più la Giordania, il perché è rilevante e lo raccontiamo subito, ma prima sintetizziamo come andò la guerra del Kippur: dopo i successi iniziali, egiziani e siriani vengono sonoramente sconfitti in meno di un mese; i carri con la stella di David vengono fermati dal preoccupato Heinz (Henry) Kissinger al km 101 da Il Cairo e a 50km da Damasco indifese.
"Palestina" sinora non s'è mai nominata: di fatto il nome con annessa rivendicazione emerge solo negli anni '60 (Olp, fondata nel '64 da Arafat, egiziano). Si tratta di "movimento di liberazione" come tanti altri allora, finanziato dal comunismo sovietico.
[Btw, digressione: funny come l'indipendentismo Sovranista (basco, catalano, palestinese, nord-irlandese etc.etc.) nasca comunista - coi soldi di - allo scopo di destabilizzare l'Occidente e come il Globalismo Internazionalista nasca antikapitalishta (e sia benecomunista woke ancor oggi). Gira e rigira sempre lì siamo, coi kapò alla Soros e i nazi alla Shwab etc.].
Si tratta di movimento talmente indipendentista palestinese cient'peccient' che ... per prima cosa tenta di impadronirsi della intera Giordania: Settembre Nero 1970, colpo di stato fallito nel sangue. La Giordania si chiama fuori dal giro degli arabi e li espelle tutti. Da lì, non dalle guerre con Israele, si ha la vera Diaspora dei civili palestinesi nei campi profughi.
Dopo il 1970 e la guerra del 1973, gli accordi di Camp David nel 1978 prevedono la restituzione di tutto il Sinai all'Egitto sconfitto in cambio della pace, senza Gaza, e la creazione di una amministrazione palestinese della Cisgiordania. Arafat firma ma poi rinnega; tra tira e molla reticenti e ipocrisie essa viene stabilita nel 1993.
Già che ci siamo, chiariamo che Israele é stato occidentale, laico non confessionale: alcune delle sue città fuori dai territori cd. palestinesi, come Haifa, sono a maggioranza araba musulmana, eleggono sindaci, il 5% del parlamento israeliano è ai partiti arabi (meno che a Marsiglia ma più di Calenda e Fratojanni), cittadini al 100% servizio militare incluso. Si tratta degli unici arabi del Medio Oriente che godano di pieni diritti civili. Con tanti cari saluti a quelli che "antisemita no ma antisionista si"
Torniamo a noi: Gaza arriva dopo, viene concessa da Israele alla amministrazione palestinese nel 2005, rimuovendo con la forza 9.000 settlers (coloni) ebrei. Era parte dell'operazione PACE IN CAMBIO DI TERRITORI. Nel 2007 Hamas si impadronisce di Gaza mediante colpo di stato, sgozzando their style migliaia di palestinesi delle fazioni rivali (nessuna guerra ha mai provocato tanti morti arabi).
L'esito dell'operazione: ennesima conferma che chi cerchi la pace facendo regali a fanatici nazisti, fa la fine di Chamberlain con Hitler nel 1938; nella efficace sintesi di Churchill : "potevano avere la guerra mantenendo l'onore, han ceduto l'onore e avuto la guerra". Con gli zombie dis-umani non si tratta, si combatte.
E si, la guerra fa schifo ma tanto ci sarebbe lo stesso: meglio farla in casa di chi la invochi come i nazisti, che subirla nelle proprie nursery e rave party.
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OGGI 15 OTTOBRE,
ITALIANO RICORDA…
1872
STORIA DELL’ESERCITO ITALIANO
VENGONO COSTITUITI GLI ALPINI NELL’AMBITO DELL’ARMA DI FANTERIA
NASCE LA SPECIALITÀ DEGLI ALPINI
Gli ALPINI– le PENNE NERE - sono le TRUPPE da MONTAGNA dell'Esercito Italiano e rappresentano una SPECIALITÀ dell'ARMA di FANTERIA idonea a operare e combattere sui terreni montani.
Queste truppe sono attualmente organizzate su due Brigate operative - “Julia” e “Taurinense” - più Unità di Supporto tutte inquadrate nel Comando Truppe Alpine.
Formatisi il 15 ottobre 1872, gli Alpini sono il più antico corpo di Fanteria da Montagna attivo nel mondo, originariamente creato per proteggere i CONFINI MONTANI SETTENTRIONALI dell'ITALIA con FRANCIA, IMPERO AUSTRO-UNGARICO e SVIZZERA.
Nel 1888 gli Alpini furono inviati alla loro prima missione all'estero, in AFRICA ORIENTALE, dove ebbero il loro “BATTESIMO del FUOCO”. In quel continente sono tornati più volte nella loro storia per combattere le guerre coloniali del Regno d'Italia ma anche per garantire la pace fra le fazioni in lotta nelle nazioni sorte con la decolonizzazione.
Si sono distinti durante la prima guerra mondiale, quando furono impiegati nei combattimenti al confine nord-est con l'AUSTRIA-UNGHERIA, dove per tre anni dovettero confrontarsi con le truppe regolari e da montagna austriache e tedesche, rispettivamente Kaiserschützen e Alpenkorps, lungo tutto il FRONTE ITALIANO.
Durante la seconda guerra mondiale, gli Alpini combatterono a fianco delle forze dell'Asse principalmente nei BALCANI (nel difficile TEATRO GRECO-ALBANESE) e sul FRONTE RUSSO, dove, impegnate sulla LINEA del DON invece che nel CAUCASO come inizialmente previsto, subirono perdite gravissime durante la battaglia difensiva e la conseguente tragica ritirata dell'inverno 1942-1943.
Parteciparono con le loro Unità alla guerra per la liberazione dell’ITALIA combattendo nelle file del risorto Esercito italiano al fianco degli Alleati.
Molti reparti di partigiani trovarono negli Alpini i loro Comandanti più esperti e affidabili.
Nell’Esercito della RSI la Divisione Alpina “Monterosa” si distinse per aver garantito, fino al termine del conflitto, l’integrità territoriale delle zone di frontiera italiane proteggendole dalle mire espansionistiche delle forze armate straniere.
A causa della riorganizzazione dell'Esercito Italiano dopo la fine della guerra fredda, nel 1990 tre delle cinque Brigate Alpine - “Tridentina”, “Orobica” e “Cadore” - e molte unità di supporto sono state soppresse.
Oggi i Reparti Alpini sono presenti in tutte le operazioni condotte dall’Esercito Italiano in ITALIA e all’ESTERO.
AUGURI alle PENNE NERE
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Abbazia di Montecassino - 530
Fondata da San Benedetto da Norcia che qui ha introdotto la sua Regola, l’abbazia ne conserva la tomba ed eterna il fondatore di un ordine che, dal tardo impero, ha attraversato la storia della Cristianità fino ad oggi.
Carlo Magno promosse la diffusione della Regola presso i Franchi e sono Benedettini la Congregazione dei Cluniancensi (909) e l’Ordine dei Cistercensi (1098) che hanno salvato la tradizione dalla decadenza che stava vivendo: fra i primi è noto Pietro il Venerabile, fra gli ultimi si annovera Bernardo di Chiaravalle che predicò la Seconda Crociata. Sorti richiamandosi al monachesimo delle origini, crebbero in potere e ricchezza fino a essere superati, secoli più tardi, dal movimento francescano.
Distrutta dai Longobardi, dai Saraceni e da un terremoto, l’abbazia fu ricostruita in stile barocco napoletano e bombardata nel 1944 per liberare la linea Gustav con cui i tedeschi tentarono di fermare l’avanzata alleata in Italia.
Le guerre coloniali prima e mondiali poi segnarono una svolta anche sul piano culturale: le avanguardie letterarie anti-borghesi, anti-imperialiste e anti-positiviste sorte come reazione alla Belle Epoque lasciarono il campo a nuove istanze. Correnti letterarie del primo periodo sono:
- il naturalismo francese, la scapigliatura e il verismo (padron ‘Ntoni dei Malavoglia)
- il simbolismo dei poets maudits con il loro spleen e le loro correspondances
- il crepuscolarismo
Le guerre mondiali segnano poi il superamento delle tendenze nichiliste e vitaliste insite nelle seguenti correnti:
- il decadentismo dandy di D’Annunzio (Andrea Sperelli nel Piacere), Huysmans e Oscar Wilde
- il superomismo di Nietzsche
- il futurismo
ed aprono la strada ad una cultura improntata al realismo sia di origine marxista che improntato alla letteratura americana (Faulkner, Hemingway). I movimenti più rilevanti sono:
- l’imagismo di Ezra Pound
- il monologo interiore post-ottocentesco, basato sugli studi di Schopenauer e Freud e sul tramonto dell’Impero Asburgico, di autori come Italo Svevo e James Joyce e dei loro antieroi, inetti senza qualità (Zeno Cosini, Leopold Bloom);
- l’umorismo di Luigi Pirandello con il suo sentimento del contrario (La patente, L’uomo dal fiore in bocca) e il caos che fa prendere coscienza dell’alienazione contemporanea (Vitangelo Moscarda protagonista di Uno, nessuno, centomila, Mattia Pascal)
- l’ermetismo di Ungaretti, Quasimodo (Ognuno sta solo sul cuore della terra) e Montale (Non chiederci la parola)
- la memorialistica di Remarque, Primo Levi e Carlo Levi,
- l’esistenzialismo di Sartre e Camus
- lo spaesamento di Kafka.
Particolarmente significativa di questo cambiamento la seguente poesia di Quasimodo:
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
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Le Medaglie d'Oro delle operazioni di Polizia coloniale - Sottotenente LORENZO PROLA - Gundi (Etiopia), 8 ottobre 1938
Nome e CognomeLorenzo ProlaLuogo e data di nascitaAlessandria, 16 ottobre 1912Forza ArmataRegio EsercitoArma o corpoRegio Corpo Truppe Coloniali RepartoXI Battaglione arabo-somaloUnitàGradoSottotenente di complementoAnni di servizioIV Battaglione eritreo “Toselli”Guerre e campagneGuerra d’EtiopiaOperazioni di Polizia coloniale Luogo e data del conferimentoLuogo e data della morte Gundi (Etiopia),…
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#Grandi operazioni di Polizia coloniale#Guerra d&039;Etiopia#Lorenzo Prola#Medaglie d&039;Oro#Regio Corpo Truppe Coloniali#second world war#Seconda guerra mondiale#Soldati decorati
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Festival delle Nazioni 2023 a Città di Castello
Dal 23 agosto al 7 settembre a Città di Castello e in Valtiberina protagonista della cinquantaseiesima edizione del Festival delle Nazioni sarà l’Italia, come seconda tappa d’un progetto triennale iniziato lo scorso anno e dedicato al rapporto che i tre paesi europei ebbero con i territori in cui hanno lasciato una forte eredità culturale. Il concerto inaugurale del 23 agosto sarà dedicato alla musica del periodo tra Quindicesimo e Sedicesimo secolo, in occasione dei cinquecento anni della morte del Perugino e del Signorelli, che hanno lasciato diverse opere a Città di Castello e nel territorio limitrofo e l’Ensemble Micrologus, uno dei migliori gruppi esperti nella musica di quel periodo, accosterà autori anonimi al sommo Josquin Desprez. È molto attinente al tema del festival Inquietudini ruggenti, un nuovo spettacolo di parole e musica, che il 24 racconterà gli anni dell’inizio del colonialismo italiano, con testi a cura di Caterina Casini e Fabio Mangolini e musiche composte per l’occasione da Mattia Novelli. Il giorno successivo l’Umbria Ensemble eseguirà musiche strumentali del periodo tra le due guerre mondiali, tra futurismo e passatismo, con brani notissimi di Puccini e Mascagni, poco noti di Alfredo Casella e rarissimi di Balilla Pratella e Franco Casavola. Il 26 agosto è in programma un concerto in collaborazione con l’Accademia internazionale d’arte lirica di Osimo, che proporrà romanze da camera e canzoni d’autore di quello stesso periodo, alternando grandi musicisti quali Pizzetti, Respighi e Castelnuovo-Tedesco a canzoni dialettali ricche di ironia nei confronti della politica coloniale italiana. Nella sera del 30 si potrà riascoltare la musica leggera italiana degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta nell’interpretazione della Papillon Vintage Swing Band, da Quel motivetto che mi piace tanto a Nel blu dipinto di blu, passando per Baciami piccina e Bellezza in bicicletta. Il concerto dell’1 settembre sarà un omaggio a Casella nella vita musicale italiana nei primi decenni del Novecento, dove il duo pianistico Alberto Miodini - Pierpaolo Maurizzi eseguirà i suoi Quattro film musicali e la sua trascrizione per pianoforte a quattro mani della Sinfonia n. 7 di Mahler, a testimonianza della precoce intuizione di questo compositore. Il giorno seguente l’Orchestra Filarmonica Italiana diretta da Stefano Seghedoni farà ascoltare alcuni brani sinfonici di Elena Barbara Giuranna, Adriano Lualdi, Guido Pannain e Francesco Santoliquido, inneggianti alle imprese coloniali italiane e il 29 agosto l’Atse Tewodros Project e la scrittrice e performer italiana di origine etiope Gabriella Ghermandi presenteranno brani della musica tradizionale etiope, in stile jazz, includendo canzoni della resistenza etiope contro l’esercito invasore italiano. A chiudere il festival sarà il 7 settembre la prima esecuzione di Ciondolino, opera da camera di Stefano Garau, su un libretto di Enrico Paci liberamente ispirato al racconto del giornalista ed educatore Luigi Bertelli, noto con lo pseudonimo di Vamba, che coinvolgerà musicisti professionisti ma anche il sistema scolastico musicale di Città di Castello, offrendo ai giovani la possibilità di inserimento in una produzione di teatro musicale. Read the full article
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Nella sede di FdI le foto del fascista e golpista Borghese: Meloni ha ancora dubbi sulla matrice? Fino a ieri Giorgia Meloni si lamentava delle continue accuse di nostalgia del fascismo a Fratelli d'Italia, trovandole ingiustificate. Peccato che l'11 novembre scorso, nella sede di Fratelli d'Italia di Civitavecchia, in Via Carducci, è stato presentato il libro 'Rodolfo Graziani. Il soldato e l'uomo' di Anna Maria Funari e Gianfranco Santoro, alla presenza del segretario di FdI Paolo Iarlori, il capogruppo in consiglio comunale Vincenzo Palombo e anche Antonio Graziani, nipote del generale. E già questo dovrebbe bastare: Rodolfo Graziani, generale fascista con responsabilità di comando nelle guerre coloniali in Libia ed Etiopia, fu al centro di un processo delle Nazioni Unite per le sistematiche stragi in Etiopia e anche per il suo ruolo nella Rsi, di cui fu Ministro delle Forze Armate responsabile del bando che condannava a morte i partigiani. Fu anche condannato a 19 anni di reclusione per collaborazionismo, di cui furono condonati 13 anni e 8 mesi. Scontata la pena, si iscrisse al Msi di cui fu Presidente Onorario. Ma non è finita: nella foto dell'evento, si può notare sulla parete un manifesto della X Mas con la foto di Junio Valerio Borghese, anche lui presidente del Msi e ideatore del cosiddetto 'Golpe Borghese', tentativo di Colpo di Stato avvenuto durante la notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970. Giorgia Meloni capisce ora da dove derivano le accuse di nostalgia del fascismo, o ha bisogno d'altro? globalist
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Rodolfo Graziani (Filettino, 11 agosto 1882 – Roma, 11 gennaio 1955) è stato un generale e politico italiano.
Venne impiegato nel Regio Esercito italiano durante la prima guerra mondiale. Nel primo dopoguerra aderì al fascismo, divenendone una delle figure di spicco. Ebbe responsabilità di comando durante le guerre coloniali italiane: nella riconquista della Libia (1921-1931), nella Guerra d'Etiopia e successivamente nella repressione della guerriglia abissina (1935-1937). Il suo ruolo in Libia e i suoi metodi brutali gli valsero il soprannome di "macellaio del Fezzan"[1].
Durante la seconda guerra mondiale divenne comandante superiore e governatore generale nella Libia italiana subentrando nella carica a Italo Balbo, ma venne duramente sconfitto dall'esercito britannico (1940-1941) e sostituito. Dopo un periodo di ritiro accettò da Mussolini l'incarico, nella costituenda Repubblica Sociale Italiana, di Ministro della Guerra, che mantenne fino al crollo finale del 1945, prendendo parte alla lotta contro gli anglo-americani e contro la Resistenza italiana.
Wikiwand
Rodolfo Graziani (Filettino, August 11, 1882 - Rome, January 11, 1955) was an Italian general and politician.He was employed in the Italian Royal Army during the First World War. In the first postwar period he joined fascism, becoming one of the leading figures. He had command responsibilities during the Italian colonial wars: in the reconquest of Libya (1921-1931), in the Ethiopian War and subsequently in the repression of the Abyssinian guerrillas (1935-1937). His role in Libya and his brutal methods earned him the nickname "butcher of Fezzan" [1].During the Second World War he became superior commander and governor general in Italian Libya taking over from Italo Balbo, but was severely defeated by the British army (1940-1941) and replaced. After a period of retirement he accepted from Mussolini the post of Minister of War in the newly established Italian Social Republic, which he held until the final collapse of 1945, taking part in the struggle against the Anglo-Americans and the Italian Resistance.
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E' degno di nota il fatto che non ci sia abbastanza informazione (e formazione) sul preludio tedesco al regime nazionalsocialista - il periodo della cosiddetta "Repubblica di Weimar". Considerato lo stato dell'occidente nel 2023 mi sembra giusto. Le similitudini si sprecano sotto ogni punto di vista: sociale, economico, geopolitico, culturale. (...) Nei programmi scolastici la storia della Germania 1918-1939 è ridotta a "veloce menzione all'iperinflazione, Hitler diventa cancelliere, notte dei cristalli, invasione della Polonia". Per l'Italia invece è "fine I GM, marcia su Roma, guerre coloniali, leggi razziali, II GM". Tanto tutto quello che devi sapere per l'interrogazione è che a un certo punto H. e M. salirono al potere perché il popolino era stupido e ignorante mentre loro erano brutti e cattivi, fine.
via https://twitter.com/gas_lerner/status/1616783567194923014
Già.
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Io, dal periferico canto mio, sostengo da anni che negli Stati totalitari c’è una sola voce autorizzata a diffondere le menzogne di Stato; in democrazia, le voci menzognere si moltiplicano ed il cittadino è libero di farsi infinocchiare da una pluralità di fonti. (Cionondimeno, credo che sia meno peggio – o, almeno, più comodo – vivere in una pseudo democrazia tendente alla democratura che dare conto a un dittatore più o meno unico).
Nessuna delle due situazioni è realistica... che è un po' il problema degli anarchici che per un capriccio teoretico poi appunto...
“tutti i partiti senza eccezione, nella misura in cui si propongono la conquista del potere, sono varietà dell’assolutismo”. (Malatesta) (si l'aggiunta del "conquista del potere" l'ho notata anche io... ma se ci pensate bene è "cosmetica" e non vuol dire un cazzo, mica fai le cose per niente eh e se associ potere a coercizione in automatico sei pronto per le caverne e il giusnaturalismo o roba da quelle parti, magari anche per fare la spesa a NaturaSI).
Un'organizzazione non efficiente (capisco che la definizione di efficiente sia critica), è un'organizzazione non competitiva -> perde.
Lo stesso problema lo si ritrova anche nel totale rifiuto di ogni forma di "patriottismo", nella speranza che l'internazionalismo caschi dal pero.
Le organizzazioni orizzontali NON scalano e le organizzazioni troppo piccole non sono efficienti. Le organizzazioni troppo coercitive non sono dinamiche, le organizzazioni non coercitive non sono resistenti agli errori. Uno può anche pensare a una società in cui certi limiti possano essere superati, ma questi limiti ci sono e anche per arrivare a quella società senza quei limiti ci si muove in un contesto in cui quei limiti ci sono, fino a quando non vengono superati [*].
Ma torniamo al punto... troppo spesso si confonde democrazia e "benessere" e si fa il salto "preferisco vivere in una democrazia che in Corea del Nord". Se è vero che crescita economica e "democratica" sono legate... il più grosso legame tra crescita economica e democrazia è il COLONIALISMO.
E il grado e la maniera in cui ci si adegua al sistema dei paesi coloniali determina le sorti sia a livello economico che democratico. Meno ci si adegua, più se ne pagano le conseguenze. E questo il più delle volte (la totalità delle volte?) finisce per avere delle risultanze negative anche quando alcuni aspetti del sistema dei paesi coloniali risulterebbe migliore di quello degli altri, persino in casi estremi come l'Afghanistan del 2001.
I paesi dove esiste "una sola voce autorizzata" sono dei paesi falliti o in via di fallimento, paesi che hanno perso la loro autonomia politica o sono destinati a perderla nei confronti dei più forti... che siamo al momento noi... le "democrazie", ovvero la loro voce unica è la "nostra voce "plurale".
Gli altri hanno da tirare la coperta tra un'economia di guerra (sanzioni, isolamento, propaganda, infiltrazioni nella politica interna, golpe, vere e proprie guerre) che si riperquote anche a livello democratico per non perdere la loro autonomia politica e una società dinamica e quindi informata per non perdere competitività e quindi indipendenza.
Il discorso potrebbe essere ribaltato: preferisco una fonte unica veritiera che una pluralità di voci false. Ma anche questa è un'ipotesi poco realista, perchè la mancanza di una pluralità di idee è un buon viatico per arrivare a una società conservatrice e quindi incapace di stare al passo con Popper. E Popper è 30 anni almeno che ci sta a dire che qualche cosa nel nostro sistema non funziona visto che è 30 anni che applichiamo le stesse ricette e 30 anni che perdiamo competitività e aumenta il divario ricchi/poveri.
E anche qua è una questione di gestione della complessità e se si vuole anche di "gerarchie"... perchè per dire non si invita Napalm 51 all'università a parlare di un paper che ha letto su ArXiv sui vaccini e non si capisce perchè debba farlo sui social.
[*] pure von Hayek mica poteva immaginarsi della quantità di dati raccolti dai social network e della capacità di calcolo dei computer moderni. E se 1Kg non basta, e 100Kg non sono infiniti, magari 1Kg non risolve un problema ma 100Kg si.
E be', sì be'...
Considerazioni sulla democrazia da Trump a Tocqueville
#libertà#democrazia#libertà di opinione#pluralismo#colonialismo#von Hayek#Popper#esportatori di democrazia#israel#palestine#palestina#israele#afghanistan
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Un grido di battaglia (o grido dell'arme) è una frase o una parola comune agli appartenenti a un esercito o a un'unità minore. Il grido può servire come elemento di riconoscimento per i capi militari o per le stesse unità per distinguere le une dalle altre, ma esso serve soprattutto ai soldati per motivarsi prima del combattimento e spingersi di là dai loro limiti.
I gridi sono frequentemente riportati sugli stemmi delle unità che li impiegano e in questo caso sono scritti su listelli svolazzanti posti al di sopra dello scudo o dell'elmo che lo timbra.
A chi la vittoria? A noi! oppure abbreviato "A noi!" È stato il segnale di attacco degli Arditi nella Prima guerra mondiale contro le prime linee nemiche. Urlato in contrapposizione al grido "Avanti Savoia" in uso nell'Esercito Regio fino a quel momento. Venne ripreso poi dal regime fascista.
Alalà per gli Ateniesi nelle guerre persiane e in quella del Peloponneso.
Signa inferre! (Portare avanti le insegne!) per le legioni di Roma.
Ambrones per gli Ambroni nella battaglia delle Aquae Sextiae (secondo Plutarco).
Amit! (Uccidi!) per i musulmani nella battaglia di Badr.
Aragó! e Sant Jordi! (Aragona e San Giorgio) per i Catalani e gli Aragonesi.
Avanti Sardegna! per i fanti della Brigata Sassari durante la Prima guerra mondiale.
Banzai! (letteralmente Diecimila anni!) per i soldati dell'esercito imperiale giapponese durante la Seconda guerra mondiale.
Boo-Ya! per il 75º reggimento rangers dell'esercito degli Stati Uniti d'America.
Bourgogne! per gli eserciti del duca di Borgogna del XV secolo.
Caelum denique! (Infine, il cielo) per i crociati.
Desperta ferro! per gli Almogaveri catalani durante la Reconquista; oggi è utilizzato dai paracadutisti spagnoli.
Deus vult (Dio lo vuole) per i crociati e i cavalieri del Santo Sepolcro.
Dex Aie! (Dio ci aiuti) per i Normanni alla battaglia di Hastings; questo grido fu ripreso dalla Royal Guernsey Light Infantry durante la Prima guerra mondiale.
Eja Eja Alalà! per la conquista di Fiume da parte di D'Annunzio.
Fino alla morte! per i pirati prima degli assalti nei mari durante il XVII e il XVIII secolo.
Folgore! per i paracadutisti italiani, dal nome della Divisione che inquadrò i reparti paracadutisti durante la Seconda Guerra Mondiale, poi ricostituita come Brigata paracadutisti "Folgore" nel dopoguerra.
Geronimo! per i paracadutisti degli Stati Uniti d'America.
Ghere ghere ghez! per le compagnie aeree italiane, nato nel 1921 dal primo reggimento Spinotti.
Guyenne! Saint Georges! per i Guasconi schierati con gli Inglesi nella guerra dei cent'anni.
Heb Hep Hierusalem attribuito ad alcune unità romane dopo la distruzione di Gerusalemme.
Hey-Ah! citato in numerose occasioni nella Bibbia.
Hooah! per i fanti dell'esercito degli Stati Uniti d'America.
Hooka Hey! per i Sioux Lakota di Cavallo Pazzo e più in generale per i Sioux dopo la sua morte.
Hoorah! per i Marines degli Stati Uniti d'America.
Hooyah! per i Navy SEAL degli Stati Uniti d'America.
Hrr na ně! (A loro) per gli ussiti durante le guerre ussite.
Huj, Huj, Hajrá! (Più presto, più presto) per i conquistatori ungheresi.
Huzzah! Huzzah! Huzzah! (etimo incerto) per i fanti inglesi nel XVII e XVIII secolo.
На Нож! pronuncia Na Nozh! (Alla baionetta) per l'esercito bulgaro fin dalle guerre balcaniche e utilizzato ancora oggi.
За Сталина идём вперёд! (in nome di Stalin andiamo avanti) seguito da prolungati hurra!, per i soldati dell'Armata rossa nella Seconda guerra mondiale.
Helis Helis Arborea Arboreaǃ (etimo incerto) per le armate sarde del Giudicato di Arborea.
Largo Savoia! per il Regio Corpo Truppe Coloniali del Regno d'Italia.
Lepanto! per il Corpo Militare Speciale Ausiliario dell'Esercito Italiano dell'Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta.
Marzocco! per la cavalleria di Parte Guelfa di Firenze nelle battaglie dal XIII secolo e per tutta l'epoca del Granducato di Toscana.
Mon Dieu grido personale del principe Eugenio di Savoia prima di lanciarsi nella mischia della battaglia.
Montjoie! Saint-Denis! per gli eserciti dei re di Francia fino a tutto il XVI secolo, dal nome del santo patrono di Francia.
Nembo! per i paracadutisti italiani, dal nome della Divisione Nembo che inquadrò i reparti paracadutisti durante la Seconda Guerra Mondiale, poi ricostituita come Reggimento e in seguito Battaglione fanteria meccanizzata Nembo fino al 1991.
Nobiscum Deus (Dio è con noi) per il tardo impero romano e quello bizantino.
Non-Lèi! per i cavalieri occitani che avevano partecipato alla difesa dei catari durante la Crociata contro gli albigesi (1209-1244).
Olicrosse! e Godamite! (Holy Cross e God Almighty) per la guardia sassone nella battaglia di Hastings.
Parvati Pateyah Har Har Mahadev (Vittoria al dio supremo (Šiva), signore di Parvati in sanscrito) per gli Indiani del Medio Evo in combattimento contro invasori stranieri e per gli hindu Maratha nelle guerre contro i Moghul musulmani.
Pastrengo!, per il 4º Reggimento carabinieri a cavallo.
Pe Zena e Pe San Zorzo!(Per Genova e San Giorgio) per la flotta genovese attiva nel Mediterraneo sin dall'Alto Medioevo
Portugal e São Jorge! (Portogallo e San Giorgio) per gli eserciti portoghesi dopo il XIV secolo; in precedenza i Portoghesi usavano il motto spagnolo Santiago!.
Prény! Prény! per gli eserciti del duca di Lorena.
Remember Fort Alamo! per i ribelli texani in ricordo dell'omonima battaglia.
Saint George! per gli eserciti medievali del re d'Inghilterra Fair Saint George! (Bel San Giorgio!) nel XV secolo.
San Marco! per il reggimento Lagunari "Serenissima".
Santiago! e Santiago y cierra, España! per i cristiani spagnoli durante la Reconquista.
Santiago! Castilla! per gli eserciti del re di Castiglia nel basso Medio Evo.
Scala! Scala! per le truppe dei signori di Verona, i della Scala.
Savoia! o Avanti Savoia, per le truppe del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia.
Semper fi! (Semper Fidelis = Sempre fedele) e Oorah! per i marines degli Stati Uniti d'America.
Sempre e ovunque, Settimo! 7º Reggimento (già Battaglione) Carabinieri "Trentino-Alto Adige"
Sha! Sha! Sha! (Uccidi! Uccidi! Uccidi!) per i ribelli nella Ribellione dei Boxer (1900-1901) e per i soldati e gli appartenenti alla resistenza cinese durante la Seconda guerra cino-giapponese (1937-1945) e la Seconda guerra mondiale.
Sieg Heil! (Saluto alla vittoria!) o Für das Vaterland! (Per la Patria!) per i Nazisti durante la seconda guerra mondiale o prima di essa.
¡Tierra y Libertad! (Terra e libertà!) per i rivoluzionari messicani di Emiliano Zapata.
Tora, tora, tora! letteralmente Tigre, tigre, tigre! per i piloti e i kamikaze giapponesi durante la Seconda guerra mondiale.
Tohu! per i giocatori di rugby māori.
Ut! Ut! Ut! (Out! Out! Out!) per le truppe di Aroldo II nella battaglia di Hastings.
Viva San Marco! per l'esercito della Repubblica di Venezia.
Volòire! per gli artiglieri del Reggimento Artiglieria a Cavallo (Batterie a Cavallo) dal 1946 (si pronuncia come si legge, non alla francese!).
Gott mit uns nato dai cavalieri teutonici, dopo la sconfitta di questi passò alle armate protestanti di Prussia fino alla Germania imperiale.
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Giuseppe Bertini - Varese - Villa Ponti - Galileo mostra l’uso del cannocchiale al Doge di Venezia - 1858
Galileo, che insegnava a Padova, nel 1609 mostra il telescopio al Doge Leonardo Donato realizzato grazie all’esperienza delle vetrerie di Murano e valorizzato per scopi militari. È il simbolo di un periodo che cambia il mondo con fenomeni tra loro collegati:
- il diffondersi degli archibugi che determinano la fine della cavalleria medievale;
- sospinte dagli alisei (“trade winds”) e da uno spirito tardo-crociato, favorite dalle innovazioni navali, le scoperte geografiche (Cristoforo Colombo scopre l’America nel 1492, Vasco de Gama doppia il Capo di Buona Speranza nel 1497, Magellano nel 1519 parte per circumnavigare il mondo);
- le iniziative coloniali che, dopo la Spagna (Cortes in Messico e Pizarro in Perù) e il Portogallo, sono condotte dqll’Olanda, dall’Inghilterra e dalla Francia;
- la crisi climatica, agraria (eccessiva cerealizzazione), demografica e sociale (i picari) del Seicento;
- il declino della centralità del Mediterraneo a vantaggio dell’Atlantico e, più in generale, dell’”economia mondo” con la nascita del capitalismo (es. Lombard Street a Londra) e il successo di città quali Bruges, Anversa e la Lega Anseatica;
- l’invenzione della stampa (1455);
- la Riforma e la Controriforma con i conflitti creati in Francia e nell’Europa dell’Est;
- la rivoluzione tecnico - scientifica che distanzia l’Europa dall’Impero ottomano;
- l’imporsi degli Stati nazionali sulle città stato e sul Sacro Romano Impero di Carlo V dopo il declino della Spagna per via della politica della “limpieza de sangre” che allontana i ceti produttivi (o li combatte, come in Olanda) e impedisce all’economia di svilupparsi con la conseguente inflazione per via dell’afflusso dell’oro e dell’argento americani.
Qualche evento in particolare:
1494 - Trattato di Tordesillas: Portogallo e Brasile si spartiscono le Indie orientali e occidentali
1500 - i Portoghesi scoprono il Brasile
1516 - dopo il fenomeno dei “marrani” spagnoli, viene fondato il primo ghetto italiano, quello di Venezia
1517 - Lutero affigge le sue tesi a Wittenberg
1522 - Battaglia della Bicocca (presso il villino degli Arcimboldi) in cui Carlo V sconfigge il re di Francia Francesco I e consolida il proprio dominio sul Ducato di Milano: “c’est un bicoque” significa “è un gioco da ragazzi”
1525 - Assedio di Pavia. Francesco I viene condotto prigioniero a Madrid
1527 - Sacco di Roma: per comporre il conflitto fra Clemente VII Medici e Carlo V, la figlia di quest’ultimo Margherita d’Austria (la “Madama”) sposa prima (1536) Alessandro Medici - ed i Medici tornano a Firenze - e poi (1538) Ottavio Farnese, nipote di Paolo III
1542 - Concilio di Trento
1555 - Pace di Augusta: Carlo V costretto ad accettare il luteranesimo dei principi tedeschi;
1558 - Alla morte di Carlo V, gli Asburgo si separano: Filippo II in Spagna, Margherita d’Austria in Olanda, Ferdinando I in Austria
1570 - Pio V scomunica Elisabetta I
1571 - Battaglia di Lepanto
1572 - Notte di San Bartolomeo
1574 - i Gonzaga, vassalli spagnoli, estendono il proprio potere sul Monferrato
1588 - L’Invencible Armada sconfitta dagli Inglesi
1598 - Enrico IV, convertendosi al cattolicesimo, termina le guerre di religione
1608 - I francesi fondano Quebec, poi conquistata nel 1775 dagli Inglesi
1609 - Le provincie olandesi si costituiscono in repubblica indipendente dalla Spagna: inizia il secolo d’oro dei Paesi Bassi
1621 - Fondazione della Compagnia olandese delle Indie Occidentali
1624 - Fondazione di New Amsterdam
1640 - Indipendenza portoghese
1652 - Gli olandesi fondano Cape Town
1664 - New Amsterdam ribattezzata New York
Al termine di questo lungo periodo di cambiamento e di instabilità (es. inflazione, epidemie), ne emergerà la società dell’Assolutismo e poi dell’Illuminismo del XVIII secolo, il “secolo delle rivoluzioni”.
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Eritrea 26 gennaio 1887, la battaglia di Dogali
Eritrea 26 gennaio 1887, la battaglia di Dogali
La mattina del 25 gennaio 1887, circa 25 mila abissini guidati da Ras etiope Alula Engida, generale abissino e signore di Asmara, attaccavamo il forte italiano nella città di Saati a poco meno di 30 km da Massauac. Ne seguì una dura battaglia durante la quale circa 700 soldati di cui 300 ascari, al comando del maggiore Boretti, con due soli cannoni resistettero eroicamente riuscendo, dopo quattro…
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#26 gennaio 1867#Dogali#Eritrea#Le guerre coloniali#Saati#tenente colonnello Tommaso De Cristoforis.
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Ma no... business is business. Se tu fai finta che non è stata una figura di merda per il tuo esercito e la qualità delle tue armi e che non va molto d'accordo con la propaganda di esportare "democrazia" perchè le hanno prese, alla fine come per l'Ucraina più dura più si fanno affari.
A me quello sembra più l'elettore americano, Repubblicano o Democratico, in un sistema che non è più stato capace di rendere la guerra una voce a bilancio in attivo per l'intero sistema, ma è finito per privatizzare la guerra con tutte le conseguenze del caso. Si è rotto anche quel minimo di trickle-down economics delle guerre coloniali.
Una volta le guerre degli imperi coloniali portavano a casa ricchezza, oggi portano a casa solo diseguaglianza. E la gente che ha visto sparire la parte del bottino che una volta minimamente spartiva con la sua classe dirigente, anzichè pigliarsela con la sua classe dirigente se l'è presa con "gli altri" a cui ha contribuito a rubare.
Perchè se proprio vogliamo essere cinici, spesso in una posizione di privilegio ci si guadagna. Ma non sempre.
Perchè anche qua il piccolo evasore si sente un genio, così come quello che tifa per i naufragi, finchè la sanità collassa e si accorge che un'operazione chirurgica in un regime privato come quello degli US gli costa di più del suo Cayenne.
Poi uno si chiede come mai si stia perdendo competitività... perchè le classi dirigenti sono sempre state opportuniste. Quando si trattava di rubare a casa degli altri era più semplice farlo fare ai poveracci. Ora che rubare a casa degli altri è più difficile, per compensare hanno ridotto gli spazi democratici e aumentato la fetta che rubano in casa loro.
Poi è chiaro che sei poco credibile quando parli di "esportare democrazia" e perdi le guerre.
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