#La Risonanza
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ansgar-skoda · 8 months ago
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RheinVokal - Festival am Mittelrhein:
Händel in Rom mit Sopranistin Jiayu Jin und Ensemble La Risonanza in der Christuskirche Andernach. Klangfarben der Ewigen Stadt (29.7.2024) [Fotos 1-6)
Sweet Silence mit Sopranistin Marie-Sophie Pollak, Cembalistin Wiebke Weidanz und Flötisten Max Volbers. 'Das zitternde Glänzen der spielenden Wellen' (1.8.2024) [Fotos 7-11]
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onenakedfarmer · 1 year ago
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George Frideric Handel LE CANTATE PER IL MARCHESE RUSPOLI Italian Cantatas Volume 2
Emanuela Galli, Roberta Invernizzi
Fabio Bonizzoni La Risonanza
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tizianacerralovetrainer · 2 years ago
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Ci dà fastidio ciò che siamo. Ciò che gli altri proiettano di noi. Ci dà fastidio ciò che vorremmo essere, ciò che non riusciamo ad essere. Ci dà fastidio tutto quello a cui abbiamo rinunciato o che ci è stato portato via, sottratto, negato. Tutto ciò che notiamo, lo notiamo perché in qualche modo lo riconosciamo, non sapremmo vedere o trovare nell’altro ciò che non distinguiamo con sicurezza. La nostra anima risuona, crea risonanza con le altre, ciò che non risuona in noi non esiste o forse non esiste in ciò che ci illudiamo di essere, in quel che di noi, a noi stessi neghiamo.
tizianacerra.com
[Foto Vale Zmeykov, unsplash]
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lunaticamic · 6 months ago
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about to pay my neurosurgeon 200€ for him to tell me i don’t have to have surgery. thank you
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angelap3 · 6 months ago
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“Non chiamateci guerrieri, non abusate della magniloquenza del ‘sta lottando come un leone’, non gonfiate il petto con il ‘non arrendersi mai’, rivolto a chi si aggrappa con tutte le sue forze alla speranza che il cancro non prenda il sopravvento.
Così, bellicosi come apparite, non ci fate del bene, non ci incoraggiate, anzi, aggiungete angoscia ad angoscia.
Morire sarebbe una resa?
Soccombere significa non aver guerreggiato bene?
Dove si sbaglia?
Che tattica avremmo dovuto usare? Forse al dolore bisogna aggiungere l’umiliazione di una battaglia campale condotta male?
Sappiate che soffrire per scacciare l’ospite indesiderato, come lo chiamava con una sensibilità che ancora mi commuove Gianluca Vialli, non è come ne “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman dove Max von Sydow gioca a scacchi con la morte.
E, se sbagli la mossa del cavallo, allora meriti la sconfitta definitiva?
Il cancro ha fatto scacco matto.
La ‘guerra’ contro il cancro è, piuttosto, una sequenza di notti insonni, di paura quando entri nel tubo della risonanza magnetica o della tac, del terrore di guardare negli occhi chi ti ha appena fatto un esame, di gioia se quegli occhi esprimono soddisfazione.
Un altro ostacolo superato, tra un po’ ne arriverà un altro.
Una ‘guerra’ fatta di attese, sofferenze - sono i farmaci - debolezza, dove sai che la tua volontà è importante, ma non è l’arma determinante, e che invece degli squilli di tromba di chi ti esorta a fare il gladiatore, chi si sta impegnando allo spasimo per uscirne vivo avrebbe bisogno di affetto, di vicinanza, di attenzione, di ascolto, di non essere lasciato solo, di vita, e ha bisogno di oncologi che sono sempre più bravi, della scienza che continua a mettere appunto cure sempre più efficaci e plurali.
La ‘guerra’ la fa la ricerca condotta da eroi e spesso trascurata da chi ha le redini dell’autorità pubblica.
Lo dico per fatto personale.
Scusate l’impudicizia, ma non ne potevo più.”
Geppi Cucciari
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tulipanico · 3 months ago
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Riflessione sulla dimensione del collettivo.
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Costruire qualcosa, insieme. Trovare una dimensione in cui far risaltare la propria voce. Tessere una trama di fili di colori diversi, disegni fitti, intricati, difficili da sbrogliare. Il gruppo mi spaventa e mi affascina. Mi chiama a sè, ne cerco l'approvazione, e poi mi fa fuggire lontano, con l'innato desiderio di nascondermi, farmi piccola, non vista. La dimensione collettiva fa da risonanza, microfono, eco. Quello che dico diviene grande, si insinua nei pensieri degli altri, crea molteplici versioni di sè. Quello che sono si perde, si trasforma, si annienta, rinasce. Perde i suoi confini e si ricostruisce senza poter far a meno dei semi gettati dagli altri. Un’inevitabile e reciproca condivisione. Ciò che condivido cessa di essere mio, mio soltanto, eppure il nostro frutto pare più solido, complesso, sfaccettato, e quella porzione di me, interconnessa alle altre, sembra più forte. Allora, lascio andare.
Quando le onde si incontrano, avviene quel fenomeno fisico chiamato interferenza, e laddove queste vengono in contatto, inevitabilmente non sono più sole, si sommano o si azzerano a seconda delle posizioni reciproche. Una conversazione tra acqua ed energia. Ciò che sono, ciò che sei: quello che siamo si intreccia e diviene qualcosa di nuovo. L’incontro dona vita a qualcosa che prima non esisteva, disegna una trama irriproducibile sullo specchio dell’acqua. Siamo noi, nella nostra singolarità, a permettere quel particolare disegno, ma non siamo più singoli, uni. In quel centro, esistiamo solo insieme.
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curiositasmundi · 6 days ago
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Le politiche dei rimpatri di Giorgia Meloni sono un vero successo, infatti nel 2024 156 mila italiani si sono rimpatriati da soli in altri Stati, facendo le valigie e salutando la carbonara e le ospitate di Italo Bocchino in tv (si suppone con qualche rammarico, almeno per la carbonara). Considerando che sempre nel 2024 sono nati in Italia 370 mila bambini, si può dire che per ogni due nuovi italiani, un “vecchio” italiano ha levato le tende. Ciao e grazie di tutto. “Vecchio italiano” si fa per dire, perché di quei 156 mila che sono espatriati, 131 mila hanno meno di quarant’anni e la metà (il 48,5 per cento, per la precisione) sono laureati. Volendo correre subito alle conclusioni, si potrebbe dire che la retorica nazionalista della signora Meloni, i suoi monologhetti in video diffusi a reti unificate sulla ritrovata grandezza della “Nazzione”, il suo volitivo spronare alla fierezza e al rinascente orgoglio dell’italianità, l’attaccamento sacro alla patria, e tutte quelle fregnacce da cronachette del Ventennio, hanno prodotto risultati concreti: quelli che se ne vanno sono aumentati del 20,5 per cento in un solo anno. Brava Giorgia. Il fatto è – come al solito – che le belle parole colorite e mascellute non servono a niente, perché la gente non vive mettendo in tavola la bella retorica ardita e la Weltanschauung tricolore di Giorgia & Arianna, ma di solito preferisce buon cibo, sicurezza sociale e una risonanza magnetica quando serve, non tra ventotto mesi. Le statistiche parlano chiaro: ci dicono che a tre anni dalla laurea, solo sette italiani su dieci trovano un lavoro, e la media europea è all’otto e mezzo. Ma le statistiche sono anche freddine: non ci dicono se quei sette lavori hanno veramente a che fare con la laurea conseguita, in un Paese in cui basta lavorare una settimana ogni tanto per essere considerati “occupati”. E infatti quando Giorgia parla di boom dell’occupazione, sotto bisognerebbe scrivere, con nota segnalata da asterisco: grazie al cazzo. Anche la perdita vertiginosa del potere d’acquisto (meno 8,7 per cento in quindici anni) non è tutta responsabilità del governo Meloni, ci mancherebbe, ma è un dato di fatto che in due anni abbondanti non è stato fatto nulla per invertire la tendenza. Pure la retorica pre-elettorale si è sciolta senza lasciare traccia: chi ricorda i “mille euro con un clic” e “toglieremo le accise sui carburanti” può serenamente farsi una risata, anche se molti se la faranno dalla Germania, o dalla Spagna o dalla Svizzera. È probabile che gli italiani che scappano dall’Italia non troveranno altrove l’Eldorado, certo, tutta l’Europa ha i suoi problemi (primo tra tutti quello di educarli alla guerra prossima ventura), ma almeno si risparmieranno l’eterno giorno della marmotta di cose sentite e risentite. Per avere un lavoro non dovranno passare dalle forche caudine dello “stage non retribuito”, non si sentiranno dire che devono lavorare “per avere visibilità e migliorare il curriculum” e non si dovranno sorbire le periodiche lacrimose intemerate dei ristoratori che non trovano cuochi e camerieri che – avidi – vogliono essere pagati. Insomma, la retorica del Make Italia Great Again che i patrioti spargono a piene mani, abbellita dal paradosso (ah, finalmente non governano più i “comunisti”) diventa, da patetica che era, fortemente autosatirica, una presa in giro autoinflitta. Brutta immagine, quella del comiziante che arringa le folle e poi è costretto a dire, nel bel mezzo del discorso: “Aò! Ma dove andate tutti?”.
Alessandro Robecchi - La grande fuga. I successi di Meloni: gli italiani si rimpatriano in altri Stati
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scritti-di-aliantis · 4 months ago
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(Foto: 1-olddriver)
C'è un proverbio dalle mie parti che recita così: "due femmine e una noce fecero il mercato a S. Croce." Che tu non debba mai passare al vaglio di un gruppetto di donne: loro hanno le capacità di Analisi, Tac e Risonanza Magnetica incorporate sin dalla nascita. Oltre ad antenne ipersensibili.
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(Foto: henriquejorgegentleman)
Non ti salvi, sappilo. Fingiti emigrato. O morto.
"Qui le domande le facciamo noi! Dov'eri la sera del 21 luglio 2023? Hai un'amante? Attento a quello che dici. Capiamo benissimo, quando menti. Quindi: non farlo. Qui al mio telefono ora c'è anche tua moglie che ti ascolta!"
Aliantis
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(Foto: 1-olddriver)
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kon-igi · 2 months ago
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Sei l'amico che avrei meritato.
Sai qual è una cosa divertente?
Che se io dovessi chiedere all'intertumblr di definirmi in ask cosa sia un amico (o un'amica) difficilmente avrei due risposte che si somigliano.
Questo perché - come in qualsiasi rapporto emotivo - con la persona che ci è amica giochiamo al ping-pong del fraintendimento conoscitivo, durante quel lunghissimo periodo (una serata o una vita intera) in cui pian piano scopriamo nell'altro una risonanza o una dissonanza da noi.
Ma, esattamente, cosa chiediamo a quella persona?
Di solito gli si chiede di divertirsi insieme a noi.
Poi ci si aspetta di essere consolati quando non ci si diverte.
Infine si contraccambia.
Ecco, il primo è il secondo punto sono le costanti di ogni rapporto umano perché umano è il mettersi al centro di ogni interazione con l'altro
però
è la reciprocità la base di un rapporto duraturo perché anche se è vero che in ogni coppia c'è sempre qualcuno che ha più bisogno dell'altro, questa asimmetria, se non compresa e non ragionata, non può che portare a una frattura... può darsi da parte della persona che esige sempre di più e che al diniego dell'altra si sente tradita, può darsi della persona più disponbile che a un certo punto si rende conto di essere solo utile a senso unico.
Reciprocità e non univocità.
Condivisione e non esclusività.
Consenso e non scompenso.
Non solo io ma noi... e se hai bisogno anche solo tu. Poi magari io ma subito dopo ancora noi.
E il Grande Burattinaio sempre ci risparmi la pantomima del 'tradimento dell'amico'.
La maggior parte delle volte si è tradito noi per primi attribuendo all'altro qualcosa che volevamo noi e che lui non poteva essere o dare.
E soprattutto, signore e signori della giuria, SENSO DELLA MISURA nel richiedere amicizie convenienti perché chi colleziona amici 'utili', pretendendo che questi saltino fuori a risolvere problemi specifici in base alle competenze, potrebbe un giorno scoprire di essere stato contraccambiato e che una volta appurata la sua limitata utilità, essere deriso e abbandonato nella propria inutile solitudine.
Un ultima cosa: essere mio amico significa che se ci ubriachiamo lance saranno scosse, scudi saranno frantumati e prima che il giorno diventi rosso, ognuno di noi avrà un numero di ferite congruo al coraggio del proprio cuore.
Vero, @salfadog?
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occhietti · 4 months ago
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Le verità del cuore quasi mai si accordano a quelle del mondo. Ci vogliono coraggio e capacità di solitudine interiore per lasciar parlare i pensieri del cuore, le sue visioni di interstizi.
Ascoltare le parole del cuore è pericoloso. Si diventa guerrieri. Disarmati, ma con dentro la forza dei marosi della risonanza. Imparare a tener dentro di sé i marosi senza far trapelare suoni fa rischiare l’implosione.
Parlare nell’immediato fa restare soli: non una solitudine scelta, ma quella degli scacciati, degli esclusi. E ustiona la gola. Forse bisogna trovare un ritmo non sincopato, un’alternanza di respiro-silenzio-parola-respiro che consenta agio nel disagio, dimora nella scomodità. Forse alla fine si viene scacciati lo stesso, espulsi senza urli, ignorati a poco a poco. Ma almeno senza ustioni.
E poi ci sono quelli che restano,
che si siedono con noi e dicono:
"Parliamo".
Rarissimi.
- Chandra Livia Candiani
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blogitalianissimo · 9 months ago
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Comunque il fatto che l'Inghilterra attualmente è il detentore degli europei femminili ma a nessuno frega nulla la dice lunga.
Non so in Inghilterra, ma se il calcio femminile ha la stessa risonanza che ha in Italia allora ci credo che nessuno stia calcolando le leonesse
Poi va beh ovviamente c'è di fondo un grosso problema di maschilismo che dipinge il calcio come sport esclusivamente maschile, e quindi 0 investimenti, 0 copertura mediatica, ecc ecc
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lunamagicablu · 25 days ago
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Risplendi, seme divino; perché porti dentro di te saggezza e guida attraverso gli eoni. Illumina l'interno perché hai così tanto da offrire al mondo. Scorre nelle tue vene. La tua anima ha vissuto molte vite e porti tutto questo nel tuo DNA. Tocca dentro di te, perché hai scelto di venire qui per condividere la tua luce. Ricorda caro, tu sei la luce. Immergiti nello spazio del tuo cuore, perché il cuore è la tua vera risonanza. L'energia non mente. Affermare: Io sono uno dentro x.com/amoura369 Ascensione Quantistica ******************** Shine, divine seed; for you carry within you wisdom and guidance through the eons. Light within because you have so much to offer the world. It flows through your veins. Your soul has lived many lifetimes and you carry all of this in your DNA. Touch within, for you have chosen to come here to share your light. Remember dear, you are the light. Dive into your heart space, for the heart is your true resonance. Energy does not lie. Affirm: I am one within x.com/amoura369 Quantum Ascension 
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scogito · 3 months ago
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L'AI lo sa, mentre l'umano medio ripete belle frasi perché è convinto di riprogammarsi, visualizza desideri perché "voglio tantissimamente voglio" e ignora completamente che la risonanza risponde all'inconscio.
Ciò dimostra anche che l'intelligenza artificiale è più lucida della media delle persone.
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susieporta · 2 months ago
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𝐂𝐈𝐑𝐂𝐎𝐍𝐃𝐀𝐑𝐒𝐈 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐎𝐍𝐄 𝐒𝐈𝐌𝐈𝐋𝐈 𝐀 𝐍𝐎𝐈, 𝐂𝐇𝐄 𝐏𝐄𝐍𝐒𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐒𝐈𝐀𝐍𝐎 𝐐𝐔𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐆𝐈𝐔𝐒𝐓𝐄, 𝐄̀ 𝐂𝐎𝐑𝐑𝐄𝐓𝐓𝐎?
Dipende da dove si è nel viaggio.
Nella prima parte del viaggio dell'eroe, Dante ci dice infatti che nell'inferno la legge del CONTRAPPASSO è la regola.
Vuol dire che fintanto che non siamo in grado di interagire bene ed integrare chi è lo specchio al negativo di noi stessi, cercare persone che siano in risonanza con noi (specchio al positivo), vuol dire rifugiarsi nel MONDO STRAORDINARIO scappando dalle respons-abilità che la vita ci propone come allenamento ENANTIODROMICO (Eraclito).
Solo quando saremo in grado di stare bene con gli altri (parlo di chi è opposto a noi) allora saremo in grado di stare bene con noi stessi.
Solo in quel preciso momento la nostra vibrazione cambia di frequenza e iniziaremo ad emanare un'energia diversa.
Allora sarà la gente a venire da noi.
A volere il nostro nuovo superpotere: 𝐄𝐒𝐒𝐄𝐑𝐄 𝐢𝐧 𝐎𝐆𝐍𝐈 𝐋𝐔𝐎𝐆𝐎 𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐎𝐆𝐍𝐈 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐎𝐍𝐀 𝐞 𝐒𝐄𝐍𝐓𝐈𝐑𝐒𝐈 𝐚 𝐂𝐀𝐒𝐀.
È un superpotere incredibile.
Già perché fintanto che non si fa esperienza di come è possibile raggiungerlo e stabilizzarlo la nostra vita sarà sempre una fuga da qualcosa o da qualcuno.
Buon allenamento ❤️
Gabriel Darn 🔥
#crescitapersonale #alchimia #psicologia #amore #esoterismo
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fuoridalcloro · 2 months ago
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“Pensando, mi sono creato eco e abisso. Approfondendomi, mi sono moltiplicato. Il più piccolo episodio – un’alterazione della luce, il cadere contorto di una foglia secca, il petalo che si stacca ingiallito, la voce dall’altra parte del muro o i passi di chi pronuncia quella voce insieme ai passi di chi la deve ascoltare, il portone socchiuso della vecchia tenuta, il patio che si apre con un arco sulle case strette sotto il chiarore della luna – tutte queste cose, che non mi appartengono, imprigionano con corde di risonanza e di nostalgia la mia meditazione sensitiva. In ognuna di codeste sensazioni sono altro, mi rinnovo dolorosamente in ogni impressione indefinita. Vivo di impressioni che non mi appartengono, dissipatore di rinunce, altro nel mio essere io.”
Fernando Pessoa - Il libro dell’inquietudine
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kon-igi · 1 year ago
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Ciao Kon,
Tu forse non ti ricorderai di me ma io invece ricordo un liquore alla liquirizia, più di un meet up e quello che doveva essere un incontro al Lucca Comics finito "male" per il troppo casino (non siamo riusciti a beccarci).
Ti scrivo in anonimo perché penso tu sia una grande cassa di risonanza perché nonostante tumblr sia diventato -non per noi nostalgici- un po' obsoleto vedo che continui ad essere un punto di riferimento per questa comunità e che forse tu con il tuo cinico dissezionare la situazione possa in qualche modo riuscire a scuotere i più, ma ahimè vige il segreto professionale, cose firmate e quant'altro che mi impediscono di esprimere questo disagio pubblicamente.
REGÀ I SORRISI DEI COMMESSI SONO FALSI. Non perché non abbiamo più voglia di fare questo lavoro, ma perché è diventato tutto uno schifo, le aziende e anche i clienti se vogliamo dirla tutta.
Cosa si cela dietro la vita del commesso?
Conta persone agli ingressi, voi non li vedete ma è così e di recente c'è anche il contapersone del passaggio esterno, quindi se non ti cazziano perché non hai venduto, ti cazzieranno perché non è entrata gente.
Statistiche: pezzi per vendita, scontrino medio, media di scontrino per ingressi. Voi non lo sapete, ma ogni giorni ci sono storici e budget da raggiungere in base anche solo ad un singolo ingresso che voi fate "per dare un'occhiata" - ora capite perché non è facile sorridere quando i vostri figli giocano ad acchiappino correndo fuori e dentro i negozi? Perché per quei venti ingressi senza scontrino ci sarà un area manager pronto a far il culo allo staff.
Se sei fortunato e capiti in una squadra in cui ci si spalleggia bene, altrimenti è l'azienda stessa a incentivare la lotta e l'invidia tra colleghi in una lotta tra poveri per mantenersi il posto al miglior venditore.
Non abbiamo mai abbastanza personale, MAI. Siamo spesso contati, se ci ammaliamo almeno nel mio caso ci si mette una mano sul cuore e per non mettere i colleghi in difficoltà si va a lavoro con due bombardoni di tachipirina col rischio di portarsi dietro il malanno per un mese.
Le ferie saltano perché decidono di aprire più punti vendita ma non di assumere gente che non soccomba al "gioco degli stagisti".
Turni del cazzo, spezzati e il più delle volte tutto quello che fai oltre l'orario di lavoro (anche la semplice chiusura) è straordinario che non viene contabilizzato.
Reperibilità quasi totale, manco fossimo in un ospedale. Nel tuo giorno libero è un miracolo non venir contattati dal gruppo di lavoro.
E poi vogliamo parlare dei vari festivi in negozio? Io ho dovuto combattere per avere un cazzo di permesso per la comunione di mia sorella.
È domenica, sono le 15 sono in turno da un'ora in un piccolo centro commerciale di due clienti entrate, una mi ha salutato e trattato come se le avessi offeso l'intero albero genealogico con uno sdegno tale che fa tanto lotta di classe quando siamo tutti nella stessa sudicia barca.
Quindi Kon, per favore aiutami a diffondere il verbo, io sono disposta a rispondere a tutte le domande di questo magico mondo cercando di farvi entrare in empatia con i commessi, ma per favore se non è proprio questione di vita o di morte: SMETTETE DI ANDARE A GIRO PER CENTRI COMMERCIALI, TANTO LA DOMENIC SIETE TUTTI SCOGLIONATI A PRESCINDERE E ALLORA STATE COI VOSTRI CARI, MAGARI È LA VOLTA BUONA CHE SMETTERANNO DI LUCRARE A VUOTO SU STO MONDO.
Ps: stare fino alle 18 fuori e poi riversarvi alle 20 nei negozi non funziona, mettetevi una cazzo di mano sulla coscienza.
Per me i centri commerciali sono un aberrazione sociale che riesce a darmi claustrofobia e agorafobia al contempo ma dopo essere stato a quello di Orio al Serio (aspettavamo che le figlie scendessero dall'aereo... direttamente nel centro commerciale!), ho fatto la tessera di iscrizione ai terroristi.
Non sono un nostalgico della bottega sotto casa, anche perché erano altri tempi e altri modi di vivere... mi basta il supermercato ma il centro commerciale è concepito perché la gente sia invogliata A VIVERLO e questo lo trovo demotivante.
Mi spiace per te ma alla fine mi spiace per tutte quelle persone - non schiavi ma servi - che devono sacrificare se stessi per il benessere superfluo di gente che dà tutto per scontato, quasi se lo meritassero.
E invece sono solo nati dalla parte giusta della società. E del mondo.
EDIT
Non mi ricordo di te al Meetup perché probabilmente ero già ubriaco <3
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