#In questo angolo di mondo
Explore tagged Tumblr posts
frasimangaanime · 10 months ago
Text
"Non riesco a credere di essere qui a fare questo con lui"
Suzu - In questo angolo di mondo
Tumblr media
0 notes
ildiariodicoraline · 3 months ago
Text
L'amore che provo per te mi fa credere di essere abbastanza forte da affrontare questa distanza. Eppure, troppe volte mi ritrovo a desiderare una presenza, un abbraccio, un gesto che possa colmare il vuoto che sento.
Mi sento come se stessi cercando di afferrare un’ombra, qualcosa di sfuggente, qualcosa che non sembra appartenermi mai del tutto.
Le nostre vite sembrano scorrere su binari diversi e io mi sento un'estranea nel tuo mondo. La tua voce non riesce a colmare lo spazio tra noi.
Cerco di tenere viva la speranza, ma la nostalgia per ciò che mi manca è opprimente, e il desiderio di quotidianità cresce sempre più.
È come se questo amore fosse intangibile, qualcosa che mi sfugge continuamente tra le dita.
Ogni giorno senza di te alimenta un senso di solitudine che non riesco a scacciare. Ogni giorno che passa mi fa temere di perderti e l'incertezza del domani si fa sempre più pesante.
Ogni risata attorno a me mi ricorda quanto mi manchi, e ogni angolo della mia vita è impregnato della tua assenza.
Eppure, in questo vortice di emozioni, cerco di ricordare perché ci siamo scelti. Ripenso a tutto il bene che ci siamo fatti, e all'amore che sappiamo darci.
Così, anche se i giorni sono pesanti e le notti lunghe e insonni, io ti aspetto perché è meglio trascorrere una vita intera ad attendere il tuo ritorno, piuttosto che perderti per sempre.
-Il diario di Coraline🌙
24 notes · View notes
worldofdarkmoods · 3 months ago
Text
L'amore non corrisposto
C’è un dolore che pochi riescono a capire davvero, un dolore che non lascia ferite visibili, ma ti scava dentro, lentamente, giorno dopo giorno. È l’amore non corrisposto. Di quel tipo di amore, io sono diventata una sorta di esperta. Non è un amore come gli altri, non è la favola di due persone che si innamorano l’una dell’altra e condividono sogni, passioni e paure. No, questo è un amore che ti lascia sola, in una stanza piena di pensieri che si rincorrono, domande senza risposta, speranze che si infrangono e dubbi che ti logorano l’anima.
Ho provato a capirlo, a capire cosa ci fosse di sbagliato in me, cosa mi portasse a fissarmi su qualcuno che non poteva, o non voleva, ricambiarmi. Ogni volta che lo vedevo, il cuore batteva più forte, le mani sudavano, la gola si stringeva fino a farmi mancare il respiro. Eppure, anche in quei momenti di pura emozione, una voce dentro di me continuava a ripetere che non c’era speranza. Lo sapevo, lo sentivo in ogni fibra del mio corpo, eppure non riuscivo a smettere. Mi odiavo per questo.
Odiavo quella parte di me che continuava a sperare. Odiavo come il mio corpo cercava involontariamente il suo, come ogni suo sguardo, ogni suo gesto, anche i più banali, diventavano per me un segnale da interpretare, una traccia di possibilità. E odiavo me stessa per permettermi di credere, anche solo per un attimo, che ci fosse una minima chance che lui potesse provare lo stesso.
Ma la parte peggiore è quando arriva quella la notizia. "ho sapute che si sente con lei." E lì, tutto si ferma. Il mondo crolla in un istante. Non capisco più niente. Mi sento stupida, fragile, inutile. Mi chiedo come ho potuto illudermi per tutto questo tempo. Il caos nella mia mente si trasformava in un silenzio assordante, e quel silenzio mi urlava dentro, ricordandomi che non ero mai stata abbastanza, che non lo sarei mai stata.
Eppure, c’era una parte di me che non riusciva a lasciar andare. Ogni volta che lui si avvicinava, ogni volta che accettava quel piccolo contatto fisico, era come se mi desse appena abbastanza per restare incatenata a quel sentimento. Bastava un tocco, uno sguardo, un sorriso, e io tornavo a credere che, forse, tutto non fosse stato solo un’illusione della mia mente. Che forse, in qualche angolo del suo cuore, ci fosse posto anche per me.
Ma era solo una trappola, una bugia che mi raccontavo per non affrontare la verità: lui non mi avrebbe mai amato. E questo mi distruggeva. Mi faceva sentire piccola, inutile, come se ogni mia emozione fosse sprecata, come se stessi dando tutto ciò che avevo per una battaglia che era già persa in partenza.
Mi sono chiesta tante volte perché continuiamo a farci questo. Perché continuiamo a innamorarci di persone che non ci ricambieranno mai, perché mettiamo il nostro cuore nelle mani di chi non lo custodirà con cura. Forse perché, in fondo, ci aggrappiamo a quel pizzico di speranza che, per quanto irrazionale, ci tiene vivi. O forse perché non sappiamo come fare a spegnere i sentimenti, anche quando sappiamo che ci stanno portando solo sofferenza.
E così, continuo a camminare in questo limbo, tra la speranza e la disperazione, tra il desiderio e la consapevolezza. So che dovrei andare avanti, so che dovrei lasciar andare, ma qualcosa dentro di me si rifiuta. Qualcosa dentro di me spera ancora che un giorno lui si accorga di me, che veda in me ciò che io vedo in lui.
Ma la realtà è che, probabilmente, non succederà mai. E forse, in fondo, il vero problema non è lui, ma sono io. Sono io che non riesco a smettere di sperare, sono io che non riesco a proteggere il mio cuore da qualcuno che non lo merita. Sono io che, nonostante tutto, continuo a innamorarmi di chi non mi amerà mai.
E mi odio per questo. Mi odio per non riuscire a smettere. Mi odio per aver permesso a un sentimento unilaterale di definire così tanto chi sono, di determinare così tanto il mio valore. Eppure, per quanto provi a combatterlo, per quanto cerchi di liberarmi, torno sempre al punto di partenza: a quella sensazione di vuoto, di mancanza, di amore non corrisposto che mi tiene prigioniera di qualcosa che non esiste.
E così, mentre i giorni passano e lui continua a vivere la sua vita, io rimango qui, a raccogliere i pezzi di un cuore che si spezza ogni volta che lo vedo, ogni volta che sento parlare di lui con qualcun’altra. E mi chiedo se un giorno riuscirò mai a liberarmi di questo peso, o se sarò condannata a portarlo con me per sempre.
-Anonimo🖤
19 notes · View notes
diceriadelluntore · 5 months ago
Text
Cose Olimpiche
Premessa: vorrei togliere dalle gigantesche spalle di Charles Pierre de Frédy, barone di Coubertin la frase che sostiene "l'importante non è vincere, è partecipare": in realtà a pronunciare questa frase fu il vescovo anglicano Ethelbert Talbot, della diocesi di Bethlehem, Central Pennsylvania, durante una cerimonia di saluto ai partecipanti ai Giochi di Londra 1908, il 24 giugno, nella cattedrale di Saint Paul. Lui si limitò a citarla il giorno dopo, chiarendone la fonte, in un banchetto. Il motto olimpico, voluto da De Coubertin ma ideato da un altro religioso, Henri Didon è un altro, dal significato del tutto opposto: «Citius, altius, fortius», «Più veloce, più alto, più forte».
Multidisciplinarietà Rosa: le 40 medaglie vengono da 20 discipline diverse, delle 12 d'oro 7 sono state vinte da atlete, 2 da coppie miste (la prima assoluta della storia olimpica nella prova dello Skeet Misto). I grandiosi velisti Caterina Banti e Ruggero Tita sono gli unici della nostra spedizione ad aver confermato l'oro di Tokyo.
Legni: Sono 25 i quarti posti nelle competizioni olimpiche dell’Italia. Dietro di noi la Francia con 19, gli Stati Uniti con 18 e la Gran Bretagna con 17. A cui vanno aggiunti altri 26 tra quinti e sesti posti. Un segnale prezioso, che dimostra una generale competitività del movimento sportivo, ma che lascia l’amaro in bocca, soprattutto per alcuni episodi.
Rivolte Eleganti: la protesta del Settebello, la Nazionale Maschile di Pallanuoto, rimarrà nella storia Olimpica. Alla presentazione degli inni prima della Semifinale per i posti dal 5° all'8° contro la Spagna, la squadra si è presentata di spalle alla giuria arbitrale
Tumblr media
Poi per i primi 4 minuti della partita con la Spagna ha tenuto un giocatore sempre nel proprio angolo di metà campo, a simboleggiare una espulsione. Questo perché nella partita dei Quarti contro l'Ungheria, una decisione inspiegabile del primo arbitro ha punito per fallo violento per 4 minuti un giocatore, Francesco Condemi: è stato giudicato infatti violento un contatto naturale di Condemi, che si preparava a nuotare in attacco, con un ungherese. La decisione ha annullato il 3-3 italiano scaturito in quella azione, dato un rigore all'Ungheria, trasformato (punteggio quindi 2-4) e costretto l'Italia a giocate 4 minuti, metà di uno dei 4 tempi della partita, con un uomo in meno. La partita finirà 9-9, perderemo ai rigori.
Leggende: L'unico atleta delle Olimpiadi moderne ad aver vinto per 5 edizioni consecutive l'oro, nella Lotta Greco Romana categoria Super Massimi, battendo il record detenuto da 4 leggende sportive americane: Al Oerter, Carl Lewis e Michael Phelps. Mijaín López, lottatore cubano, appena terminato il suo incontro si è tolto le scarpe, annunciando il suo ritiro, dopo una carriera inimitabile (tra l'altro, 5 volte campione del Mondo, 5 ori ai Panamericani)
Tumblr media
Insegnamenti: Kimia Yousofi, velocista afghana, ha corso la sua batteria dei cento metri in 13"42, tempo nemmeno modesto, ma alla fine della sua prova, girando il suo numero di partenza ha mostrato queste parole:
Tumblr media
Educazione, Sport (scritto in verde, che si legge a malapena) e I nostri diritti. I 6 atleti afghani presenti a Parigi, 3 donne e 3 uomini, sono stati selezionati non dal governo afghano dei taliban ma da un Comitato olimpico afghano in esilio. Tanto che “Soltanto tre atleti maschili rappresentano l'Afghanistan” ha dichiarato qualche settimana fa un portavoce dei taliban. Perchè tra le molte cose vietate alle donne, anche lo sport non può essere praticato.
Onlyfans: l'asticella colpita dalla "generosità" del saltatore Anthony Ammirati che lo ha estromesso dalla Finale del Salto con l'Asta (per una di quelle serie di coincidenze linguistiche da capogiro) non ha affatto scatenato le polemiche sulla ipersessualizzazione di un atleta. Cosa che, per certi versi in maniera molto coerente, ha spinto le giocatrici di Beach Volley Brasiliane (oro alla fine del Torneo) a giocare così:
Tumblr media
in pantaloncino, mentre le loro avversarie canadesi in finale si sono presentate così:
Tumblr media
Argentini: prima delle Olimpiadi, Julio Velasco ha perso il fratello maggiore, Raul, più anziano di lui di sei anni (72 Julio, 78 Raul). Ne ha anche un altro, Luis, che giovanissimo fu arrestato durante la Dittatura di Vileda, e per cinque mesi irrintracciabile. La famiglia, sconvolta, pensò ad un ennesimo caso di desaparecido. Invece dopo 5 mesi, dopo che subì torture indicibili e numerose simulazioni di fucilazioni, Luis fu riconsegnato alla famiglia. E la prima cosa che raccontò ai fratelli fu questa: "Quando mi stavano torturando, c'era un prete nella stanza. Distrutto dal dolore, a mezza voce gli dico <<Padre ma lei è contento di far parte di tutto questo?>>. Il prete restò in silenzio ed uscì dalla sala". Questo per dire di che pasta sono fatti i Velasco. Le cui prime parole dopo un'impresa stratosferica (5 partite vinte su 5, 15 set vinti, solo 1 perso, record assoluto in una Olimpiade, prima squadra Europea campione Olimpica nella pallavolo femminile dal 1988) sono state rivolte: alle ragazze che hanno giocato, a quelle che non c'erano per infortunio, al movimento della pallavolo femminile che "sta alle ragazze come il calcio ai ragazzi". Nessuna sfida personale, nessun cerchio che si chiude. Un grande uomo di sport, Julio Velasco.
Tumblr media
23 notes · View notes
millelenzuola · 1 year ago
Text
Ciao a tutti e tutte, questo è il mio nuovo blog dato che sono stata costretta ad abbandonare l'ultimo che avevo ormai da due anni penso.
Mi piace scrivere e ho bisogno di un angolo nel mondo dove sfogarmi, come questo.
Il blog prende il nome da una canzone ossia "La sera dei miracoli" di Lucio Dalla, mi piace particolarmente.
Piacere a chi non mi conosce e bentornati a chi già sa chi sono purtroppo (o per fortuna).
I miei #
#me per frasi, cose personali
#cucina penso che si capisca
#musica per le canzoni con cui sono in fissa
124 notes · View notes
raccontidialiantis · 2 months ago
Text
Ti farò morire di piacere
Tumblr media
Dovrai restare senza forze: perché te le succhierò tutte! E la mia gola inghiottirà avidamente ogni tua energia residua, assieme a qualsiasi piccolo scrupolo o senso di rimorso dovessi ancora avere per il fatto che stiamo peccando. Qui, io e te: soli in questo segreto angolo del mondo. Dovrai sentire il bisogno fisico e insostenibile di stare con me. Ti dovrà mancare ogni giorno l'odore delle mie parti intime, delle mie ascelle e il velluto della mia bocca. Mi hai confessato che tua moglie non te l'ha mai succhiato: con lei solo posizione del missionario. Rapido, possibilmente.
Tumblr media
Bene: poniamo subito rimedio. Dai, sento che stai per venire. Succhio più forte e ti faccio entrare completamente dentro di me… ecco, ci siamo: più seme tiri fuori, più l'amore per me ti pervade. Lo capisco da come mugoli di piacere mentre mi accarezzi la testa. E dopo restiamo così, nascosti dal resto del mondo e immobili. Tu, rilassato dentro la mia gola esausto e svuotato. Sento alcune tue sparse, adorate, finali e lente contrazioni, che regalano al mio palato schizzinoso le ultime gocce. Io, che ti guardo negli occhi e ti percepisco soddisfatto appieno. Innamoratissimi e in intima comunione. Domani mi cercherai. Lo so.
Tumblr media
RDA
16 notes · View notes
fiamme-di-nostalgia · 6 days ago
Text
Sai perché mi sono innamorato di te? Per il tuo sorriso, per quella risata che riesce a colmare anche i silenzi più lunghi, soprattutto quando non ti vedo da tempo o quando non ti sento da un’eternità. Mi piace che hai conosciuto il dolore, ma non hai mai permesso che ti spegnesse, che chiudesse il tuo cuore in un angolo buio. 
Mi piace quando ti siedi accanto a me e mi ascolti, anche quando parlo per ore, anche quando dico cazzate. 
Non mi giudichi mai, ma cerchi di capire, di vedere il mondo attraverso i miei occhi.
E poi, mi piace che dici: io non voglio innamorarmi, ma eccoti qui, accanto a me. Dal modo in cui mi stringi, mi racconti tutto ciò che le parole non osano dire. Mi piace che sei pronta a fare qualsiasi cosa per gli altri, anche a costo di consumarti un po’. Mi piace che dimostri sempre quanto tieni alle persone, anche quando hai bisogno di fermarti per respirare. 
Amo la tua testa dura, il fuoco albanese che ti porti dentro.
Amo quel cuore immenso che sa voler bene senza riserve. E forse è proprio per questo che, nonostante tutto, ci ritroviamo sempre. Quante volte ci siamo detti addio, senza mai crederci davvero? Quante volte abbiamo pensato: è l’ultima possibilità, per poi darcene altre mille? Ho perso il conto delle volte in cui l’orgoglio sembrava dividerci, ma uno di noi ha sempre scelto di metterlo da parte, di fare il primo passo. Nei momenti di rabbia non ci siamo mai presi sul serio; bastava poco per ritrovare la pace, un abbraccio, un bacio. Noi.
La nostra forza? Non lasciamo che il silenzio duri troppo a lungo. Sappiamo  entrambi che, in una relazione, ci si salva insieme. Lo sanno tutti: quei due, non importa quante volte si allontanino, tornano sempre l’uno dall’altro.
Siamo giovani, sì, e forse dobbiamo ancora imparare a gestirci, ma una cosa la sappiamo fare: volerci bene. 
Ce lo diciamo spesso, anche senza parole. Ci basta uno sguardo per capire ciò che conta davvero. 
E forse è proprio questo il nostro segreto: sapere che, alla fine, noi due troveremo sempre un modo per ritrovarci sempre.
9 notes · View notes
smokingago · 4 months ago
Text
Tumblr media
"Io non so né perché venni al mondo; né come; né cosa sia il mondo; né cosa io stesso mi sia. E s’io corro ad investigarlo, mi ritorno confuso d’una ignoranza sempre più spaventosa. Non so cosa sia il mio corpo, i miei sensi, l’anima mia; e questa stessa parte di me che pensa ciò ch’io scrivo, e che medita sopra di tutto e sopra se stessa, non può conoscersi mai. Invano io tento di misurare con la mente questi immensi spazi dell’universo che mi circondano. Mi trovo come attaccato a un piccolo angolo di uno spazio incomprensibile, senza sapere perché sono collocato piuttosto qui che altrove; o perché questo breve tempo della mia esistenza sia assegnato piuttosto a questo momento dell’eternità che a tutti quelli che precedevano, e che seguiranno. Io non vedo da tutte le parti altro che infinità le quali mi assorbono come un atomo."
Ugo Foscolo
Ultime lettere di Jacopo Ortis
11 notes · View notes
sognidicarta · 5 months ago
Text
L’arte di ignorare i messaggi
Non capirò mai il perché alcune persone ignorino i messaggi. Non serve tanto, davvero. Basta un "non ho voglia di parlare" o "non posso ora". Sarebbe un segno di rispetto, una piccola concessione di sincerità in un mondo dove siamo tutti sempre connessi, ma raramente davvero presenti. Invece, il silenzio. Quell’attesa interminabile di una risposta che non arriva mai. E ti ritrovi lì, a fissare lo schermo, a chiederti se hai detto qualcosa di sbagliato, se hai fatto qualcosa di troppo.È strano come la semplicità di una risposta possa alleviare tanto l'incertezza, ma a volte sembra che la gente preferisca lasciare in sospeso, come se ignorare fosse la soluzione più facile. Forse perché non si sa come dire le cose, forse perché si teme di ferire, o semplicemente perché non si dà abbastanza valore alla comunicazione. Ma il silenzio fa rumore, e dentro quel rumore ci sono tutte le domande senza risposta che ci facciamo, e tutte le volte che ci siamo sentiti trascurati, lasciati in un angolo della conversazione senza spiegazione.Alla fine, ci si rende conto che non si può controllare il comportamento degli altri, ma si può decidere come rispondere a questo vuoto. Forse l’unica soluzione è imparare a dare meno peso a quelle spunte blu che restano senza risposta e capire che, a volte, il silenzio dice più di mille parole.
13 notes · View notes
parlamitucheiononmiparlopiu · 4 months ago
Text
e va bene se non parli a nessuno di ciò che siamo stati, va bene se non dici quanto amato ti sia sentito con me accanto, quanto il mio amore abbia riempito le crepe che ti portavi dentro. Va bene se non dirai quanto importante ti ho fatto sentire, il mio modo unico di far sorridere il bambino che ti portavi dentro, il mio modo di creare parole belle che ti descrivessero. Va bene se non accennerai al fatto che in te vedevo del potenziale, quanto ti abbia sostenuto, ho avuto punti di vista positivi per i tuoi punti di vista negativi. Va bene se non parlerai di quanto tu abbia smesso di sentirti solo nel mondo quando mi hai incontrata, la stessa solitudine che ora urli. Si, perché le cose belle di me non sei stato in grado di vederle, talmente tanto che non sai nemmeno ricordarle. Va bene se non parlerai di quando ho asciugato ogni tua lacrima, rendendola acqua sorgiva per il "nostro" amore. E va bene anche se non dirai delle volte in cui ho perdonato i tuoi errori, cercando di tenerti sempre più stretto, delle volte in cui mi hai dato da bere parole vane e vuote, destinate ad essere trasportate via dal vento, lo stesso che ci ha spazzato via in una manciata di secondi. Va bene se sono stata "quella passeggera", io che volevo solo diventare le tue giornate da qui in poi. Va bene se non dirai che a crederci di più ero io, che prima di mollare la presa ci ho provato così tante volte, così tante. Ed è okay se non parlerai mai delle volte in cui ho dovuto chiederti di smetterla di ferirmi, se nonostante tu continuassi a farlo, l'intensità del mio amore non cambiava. Va bene, davvero, se non farai parola di me con nessuno, se sono completamente sparita dalla tua esistenza, va bene se hai schiacciato il mio ricordo con il tuo ego piegato e non sono più niente. Se le stelle non ti ricordano me, se non mi vedi ad ogni angolo di Roma, su ogni bus preso e su quelli persi. Va bene se hai saputo scrivere di un amore da favola, rendendolo solo questo, immaginazione, ed ora invece le tue parole non mi riconoscono più. Nulla di te, parla di me e questo un po' mi fa riflettere. Mi fa pensare, che in questa storia, io sono stata la sola. Quel filo rosso che credevo ci unisse, non era altro che un filo di lana che io stessa avevo colorato di rosso, non era altro che un filo che con l'inganno mi teneva legata ad una persona non destinata a me.
15 notes · View notes
meanwhiiile · 10 months ago
Text
abito in un paesino in provincia di Napoli,
esattamente a metà strada tra Napoli e Caserta
poco meno di trentottomila abitanti.
sarebbe un'assurdità dire che tutti conoscono tutti,
ma la maggior parte conosce la maggior parte.
ho sempre voluto scappare da qui, non l'ho mai sentito mio questo piccolo angolo di mondo;
sempre stata estranea a questa realtà,
un po' come se in viaggio verso il mio posto qualcuno mi avesse persa per strada senza accorgersene e mi sono ritrovata per sbaglio a crescere qui.
negli anni ho cominciato a definire casa mia la mia piccola isoletta felice,
forse perché ho avuto l'immensa fortuna di essere capitata in un contesto in cui ho potuto crescere con i miei affetti più cari anch'essi catapultati entro i confini di quest'isoletta.
mi basta fare toc toc ad una porta per ritrovarmici dietro mio fratello,
cercarla con lo sguardo e trovare mamma,
allungare la mano fuori dal letto per essere bagnata dal nasino di luna,
svegliarmi la mattina con papà che si affaccia in camera prima di andare a lavoro;
mai dovuto fare un passo per aiutare nonna a cucinare per tutti o sentire la sua voce che ogni due per tre urla il nome del cagnolone che c'è in giardino credendo sia scappato, cagnolone che ormai in cinque anni ha imparato a conoscerla e si nasconde dietro ogni albero per spaventarla;
non ho mai dovuto varcare nessun confine per sedermi accanto a nonno mentre scrive, con quella grafia che avrei sempre voluto fosse un po' anche mia; per dirgli che l'uomo che vorrei al mio fianco dovrebbe essere esattamente come lui;
salgo solamente una semplice rampa di scala ed ecco che sono sul letto di mia cugina a parlare per ore.
sono sempre stati tutti qui,
salvi, tra queste mura, dalla guerra che c'è al di fuori.
se chiedete alla me bambina però, vi risponderà che la guerra è sia dentro che fuori queste mura,
si perché il padre non è sempre stato quello che si affacciava alla porta di camera sua e la madre non sempre quella che riusciva a trovare solo con lo sguardo;
vorrei ora dire a quella bambina che con gli anni siamo riuscite a perdonarli, che la madre e il padre sono adesso mamma e papà, che erano troppo piccoli forse all'epoca per saper crescere due figli, che sono cresciuti anche loro insieme a noi e non possiamo fargliene una colpa.
ora siamo tutti grandi,
lei e il fratellino, entrambi forse con qualche piccolo trauma irrosilto, ma che stanno cercando di costruirsi una vita serena;
e mamma e papà, forse non l'emblema di un matrimonio felice, ma capaci di essere ora genitori.
non vorrei spoilerarti troppo, bambina, ma continuerai a fantasticare ogni giorno di una vita completamente diversa da quella che hai,
per un periodo di tempo penetrerai così tanto in quei racconti che perderai la connessione con la realtà e farai credere ad altre persone di vivere vite che non hai mai vissuto.
incontrerai il primo amore, quello fatto di emozioni forti, quello che ti brucia dentro;
e quello stesso amore continuerai a cercarlo in altre mille volti e in altri mille cuori una volta perso,
la tua sarà una ricerca sfrenata, quasi interminabile,
qualcuno ci si avvicinerà, altri nemmeno lontanamente,
e poi finalmente un giorno ti arrenderai
ti arrenderai il giorno in cui incrocerai i suoi occhi per la prima volta e nascerà dentro di te la consapevolezza di non poter mai rivivere un qualcosa di così forte,
lo capirai, lo accetterai e te ne farai una ragione,
d'altronde certe cose sono fatte per essere vissute una volta soltanto, altrimenti diventerebbero ordinaria quotidianità.
continuerai a sognare quel mare quasi tutte le notti
e sarai grata per questo, perché i contorni di quel ricordo sembreranno non sbiadire mai.
viaggerai, bambina, non tanto quanto vorresti, ma qualche città diversa dalla tua la vedrai
e sentirai in quel luoghi sensazione di casa,
sensazione che giù in quel paesino non sei mai riuscita a sentire.
riuscirai addirittura ad andare via da lì, salvo poi rirornare,
come risvegliarsi di colpo da un sogno e accorgersi di essere sempre lì, nello stesso letto, il tuo.
avrai però, almeno l'illusione di aver vissuto per un periodo quella vita che avevi sempre voluto, circondata da persone che avevi sempre aspettato,
con una di esse ci passerai addirittura una notte su un tetto durante un turno in ospedale.
cambierai poi di nuovo vita, scenderai da quel tetto e ritornerai nella tua isoletta, circondata dalla guerra.
ti sembrerà di aver ritrovato la tua strada, ma ad un certo punto questa strada si interromperà nuovamente
e non saprai se costruirci sopra un ponte per raggiungere l'altro lato dell'interruzione
o tornare indietro e imboccare un altro vicoletto.
scapperai dalle persone, da chiunque, anche da chi sembra farti provare qualcosa di nuovo.
non so ancora dirti se ci sarà quella persona che ti prenderà per mano e ti fermerà,
spero di riscriverti tra qualche anno per dirti che ce l'abbiamo fatta, la nostra strada l'abbiamo trovata, la stiamo percorrendo con accanto qualcuno di speciale e siamo dirette verso la vita che hai sempre sognato.
chissà bambina.
21 notes · View notes
worldofdarkmoods · 2 months ago
Text
Ci sono amicizie che, per un tempo, sembrano l’universo intero. Persone che entrano nella nostra vita con un impatto devastante, come stelle cadenti che illuminano ogni angolo della nostra esistenza. Con loro, condividiamo segreti, pensieri, speranze e dolori, intrecciando le nostre vite come se nulla potesse mai scioglierle. Ci convinciamo che quei legami, così profondi e preziosi, dureranno per sempre. E poi, un giorno, senza un motivo chiaro, senza un segnale evidente, le strade iniziano a divergere. Passano giorni, mesi, anni, e quella presenza fondamentale si allontana, fino a diventare solo un’ombra lontana.
All'inizio, fa male. Un dolore acuto, come una ferita aperta che non sembra voler guarire. Ogni luogo sembra risuonare della loro assenza, ogni oggetto un richiamo ai momenti passati insieme. Era come vivere in una casa piena di fotografie di un tempo che non esiste più, ma da cui è impossibile distogliere lo sguardo. Tutto sembrava richiamare quella persona, ogni piccolo dettaglio, anche quelli che un tempo sembravano insignificanti. Ogni sorriso, ogni risata, ogni segreto condiviso diventava un nodo in gola, un peso nel cuore. Era come camminare in una casa dove le pareti sono ricoperte di ricordi che non vuoi dimenticare, ma che fanno male ogni volta che li osservi.
Col tempo, però, il dolore si smussa. Non scompare, ma diventa una presenza silenziosa, una sorta di eco lontano che non lacera più, ma che fa parte di noi. È strano, quasi spaventoso, rendersi conto di come il cuore impari a convivere con il vuoto, di come l’assenza si fonda con la nostra normalità. E ci si sorprende nel ritrovare una parvenza di serenità anche senza quella persona che, un tempo, sembrava indispensabile.
Ma forse la cosa più dolorosa, quella che ci spaventa di più, è proprio la facilità con cui il cuore si abitua. Guardarsi allo specchio e rendersi conto che quel legame, un tempo così intenso, ora è diventato una presenza sfocata, un ricordo che non riesce più a suscitare le stesse emozioni di una volta. È un pensiero che ci fa sentire fragili, vulnerabili. Come se la nostra stessa capacità di amare, di creare legami profondi, fosse in realtà limitata, destinata a consumarsi con il tempo.
È spaventoso pensare a quanto tutto sia effimero, a come le persone che hanno significato tutto possano diventare niente. È come vivere in un mondo fatto di sabbia, dove ogni passo che lasciamo dietro di noi viene lentamente cancellato dal vento. Ci spaventa la consapevolezza che anche i legami più forti possano svanire, che l’affetto e l’amore possano trasformarsi in ricordi sempre più vaghi, fino a dissolversi completamente.
E così, impariamo a convivere con questo vuoto. Impariamo ad abitare una casa spoglia, a riempire le nostre giornate di gesti nuovi, di volti nuovi. Eppure, ogni tanto, quando meno ce lo aspettiamo, il passato torna a bussare alla porta. Basta un profumo, una canzone, un luogo particolare, e tutto quel dolore che sembrava addormentato si risveglia, ricordandoci di quanto abbiamo amato e perso. È un dolore che non ci travolge più, ma che si insinua piano, come un’ombra che non possiamo scacciare del tutto.
A volte mi domando se sia giusto così, se sia giusto accettare che anche le persone più importanti possano svanire come nebbia al sole. Mi domando se sia possibile costruire qualcosa di eterno, o se siamo destinati a perdere, a dimenticare, a trasformare tutto in ricordi. Ma forse, il senso di tutto questo sta proprio qui: nell’accettare che ogni incontro, ogni legame, è una parte del nostro cammino, una tappa preziosa che ci arricchisce e ci cambia, anche se non sarà per sempre.
E così, continuiamo a camminare. Portiamo con noi i frammenti di quelle persone, di quei momenti, anche se ormai sono solo ombre nel nostro passato. Forse, alla fine, ciò che conta non è quanto dura un legame, ma quanto ci ha fatto sentire vivi, quanto ci ha permesso di scoprire parti di noi che non conoscevamo. Forse è questo il dono che ci lasciano le amicizie passate: la consapevolezza di essere stati amati, di aver vissuto qualcosa di unico, anche se solo per un breve istante.
E in questo silenzio, in questo vuoto che a volte sembra pesare troppo, continuiamo a camminare
18 notes · View notes
alexanderobscure · 9 months ago
Text
Tumblr media
Roberto De Mitri - Emily Dickinson
..................~il mondo di Emily~...................
Non puoi sapere quale fosse la dimensione... In quale angolo della dimensione vive Emily... Giardino Segreto, Limbo o Purgatorio. Qualunque fosse l'esistenza, lei era li... senza sapere di esserne parte. Senza ricordare come è arrivata Il. Indipendentemente dalla nostra volontà, ci troviamo in quell'illusione. Fatta di nebbia, veli e di echi lontani. Elementi di un sogno in cui vaghiamo, oltre l'alba. Siamo apparenze e allo stesso tempo siamo vittime di un miraggio. Non possiamo sapere quali insidie, inganni... o quali speranze possiamo trovare nascoste in questa illusione... perché è il nostro inconscio che crea e dà forma alle visioni. E la nostra anima più profonda è influenzata, a sua volta, dalle nostre esperienze del passato. Oggi siamo le ombre dei nostri perduti. Solo marionette in questo circolo di passioni e mutazioni che è la vita. E riempiamo e mascheriamo questa nebbia delle nostre paure e dei nostri desideri. II mondo di Emily è un mondo malinconico, fatto di solitudine, fatto di infiniti spazi vuoti. Spazi che a volte solo la nebbia riesce a riempire. Una nebbia trascendente e remota, che sale dal profondo dell'anima, come materializzazione metafisica di tutti i nostri pensieri, paure, fantasmi e perdite. È una dimensione atemporale, o meglio, una condizione di sospensione infinita e adimensionale. Una percezione latente di assenza, di impotenza cosciente nei confronti di un desiderio che non può essere soddisfatto.....
#journey into Emily's world #my post
13 notes · View notes
chouncazzodicasino · 1 year ago
Text
Sono seduta qui, in questa bella stanza che sarà il nuovo studio di mia madre a ordinare la sua libreria. Stanza condivisa, per la prima volta nella sua vita. Il ché non è profondamente un peccato visto che mi auguro per lei che si possa permettere in vecchiaia di lavorare sempre meno e magari sempre meno al centro di Roma, ma è oggettivamente un peccato. La fine di una era per tutti, soprattutto per lei che a vent'anni pur di pagarsi l'affitto di uno studio quando aveva solo uno o due pazienti, faceva la donna delle pulizie per tutti i palazzi del centro. Mia madre è una donna meravigliosa, una professionista eccezionale. Ha sempre avuti studi bellissimi, "sono il mio bigliettino da visita", "mi posso permettere di non truccarmi perché il mio trucco è questo palazzo", così dice sempre. Ed è vero. Parte della mia fortuna dell'aver vissuto case e palazzi stupendi che mi hanno abituata al gusto del bello e all'arte è dovuta anche a questi studi che fin da piccola ho vissuto come seconde case. Ora si cambia un po' registro. Non sarà più il suo ma sarà un "appoggio" condiviso. E io faccio di tutto per caricarla e dirle che è stata bravissima, che per com'è lei che se le tocchi la casa e lo studio crolla, invece questa volta è stata brava, molto reattiva ed è andata bene, ma effettivamente anche io ho il magone. Qui su questa poltrona di questo nuovo studio molto carino e dalla bella atmosfera che però non è il suo studio nel palazzo storico del centro.
Aaa quel palazzo storico, seconda casa questo era. Se si voleva dormire a Roma dopo una serata in centro si andava lì, ci ho portato fidanzati, avventure, tante amiche che avevano bisogno di una boccata d'aria e di bellezza, tanti amici di tutto il mondo che venivano a visitare la città. In quel palazzo storico del centro ho passato tantissimo tempo. Prima in un appartamento strano, sotto il livello della strada, con le chiavi che portavano ai cunicoli sotterranei di Roma (prima che le belle arti se ne rendessero conto e ce le togliessero), poi in quest'ultimo, bellissimo, luminoso, che sapeva tanto di gusto della mia mamma, bellissimo davvero. La mia festa di laurea con gli amici l'ho fatta lì, nell'atrio, con i vicini di sopra che mi hanno riscaldato le lasagne e i pittori dell'appartamento vicino che mi hanno regalato un ciondolo a forma di maschera di Agamennone, l'atrio pieno di palloncini con dentro una lucina led (che per i tempi era avanguardia pura) e un'atmosfera bellissima.
Mi mancherà molto, ma questo a mamma non posso ancora dirlo.
Mi mancherà molto, ma oggi mentre lo guardavo per l'ultima volta, gustandomi questa struttura unica che verrà smandrappata per fare il solito nuovo e banale posto "chic", pensavo a quanto cazzo sono stata fortuna a poter "vivere" un ambiente del genere. Queste sono veramente fortune. Le case, gli ambienti, gli studi, sono forse poche delle cose che mi restano aggrappante dentro anche dopo anni e cazzo come mi sento fortunata ad averli vissuti. Gli scorci, i profumi, i pavimenti, le finestre, i legni, le pietre, le scheggiature, i rumori, i portoni, i sanpietrini, le colonne, i colori, le maniglie, i pomelli, le modanature, i libri, le polveri, i quadri, le stampe, le sensazioni, le atmosfere, spero di ricordare bene ogni angolo e ogni dettaglio di te.
Ti metterò nella lunga lista delle case che hanno cresciuta, mio caro studio.
Grazie.
20 notes · View notes
canesenzafissadimora · 29 days ago
Text
Per Natale vorrei regalarti
il respiro lento delle cose che amano
un giorno intero senza fretta
una luce che cade esatta
sul tuo viso
come un miracolo che accade e non si spiega.
Vorrei darti una tregua
uno spazio dove riposare le ossa
le mani, il cuore.
Per Natale vorrei regalarti
la tenerezza di chi sa aspettare
il dono raro di essere compresa
anche quando non dici niente.
Vorrei regalarti un abbraccio
che non stringe troppo
ma che resta
che sa farsi casa
nei giorni in cui il mondo pesa.
Per Natale vorrei regalarti
le ore vuote, quelle belle
quelle che si riempiono da sole
di pensieri gentili e silenzi pieni.
Vorrei regalarti un angolo di quiete
un luogo dove ritrovarti
quando tutto sembra sfuggire.
Vorrei regalarti la pioggia
quella che lava via le paure
che bagna le mani
e lascia spazio alla luce.
Per Natale vorrei regalarti
il coraggio di guardarti dentro
senza paura delle ombre
senza timore di ciò che troverai.
Vorrei darti la certezza
che ogni crepa ha una sua bellezza
che le ferite non sono mai solo ferite
ma porte aperte verso il cielo.
Per Natale vorrei regalarti
l’infinito semplice
di un’alba che nasce senza chiedere nulla.
Vorrei regalarti le voci degli alberi
i passi della terra che non si sentono
ma ti portano sempre dove devi andare.
Vorrei donarti il silenzio di un tramonto
che si posa su di te come un mantello
e ti sussurra: sei qui, sei viva, sei intera.
Per Natale vorrei regalarti
la pace di sapere che non c’è nulla da aggiungere
che sei già tutto
che nel tuo respiro c’è il mondo
che nei tuoi occhi c’è un mare
che basta a ogni sete.
Vorrei regalarti questo:
la bellezza di essere, semplicemente, Tu.
Tumblr media
Andrew Faber
6 notes · View notes
immensoamore · 1 year ago
Text
Le vedi per forza ferme,in piedi,con questo cellulare in mano. In mezzo alla corsia di un supermercato,in un angolo di marciapiede o strada. Sospese. Con sul palmo “lettere” non più di carta,leggono,e si aprono in sorrisi che illuminano il mondo.
Io le guardo e immagino.
Mi domando se lui lo sappia di quel sorriso, leggero come ali di farfalla.Mi domando se lui conosca il potere della felicità di un gesto così semplice, ma mai banale,parole che volano e si posano su anime lontane, a regalare attimi di distrazione da un mondo sempre troppo caotico. Pausa,un’emozione, qualche brivido,una battuta,un semplice “ti sto pensando”a mille parole diverse,un modo innocente di farsi l’amore.
Si ferma tutto. Roba da scendere pure dal mondo,tappa obbligata di vita. Dita che scorrono digitando risposte e questo cavolo di sorriso che non demorde più caparbio di qualsiasi impegno.
Invio. Fine.
Ora tutto può continuare a scorrere.
Ci sono anch’io in tutte quelle donne.
Ci siamo in tanti.
Ci siamo tutti.
30 notes · View notes