#Il ritratto di Oscar Wilde
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queerographies · 7 months ago
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[Il ritratto di Oscar Wilde][Paolo Orlandelli]
Oscar Wilde: Ritratto di un Genio Controverso Titolo: Il ritratto di Oscar WildeScritto da: Paolo OrlandelliEdito da: Edizioni CroceAnno: 2024Pagine: 184ISBN: 9788864025001 La sinossi di Il ritratto di Oscar Wilde di Paolo Orlandelli Amato, odiato, assolto, condannato, discusso, oltremodo citato, Oscar Wilde rimane una figura di gigantesche proporzioni dal punto di vista della letteratura e…
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princessofmistake · 1 year ago
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Quando una persona mi piace infinitamente non rivelo mai il suo nome. Mi parrebbe di perderne una parte. Mi sono abituato ad amare in segreto. Credo che questa sia la sola cosa che possa farci sembrare misteriosa e meravigliosa la vita moderna. Le cose più comuni divengono deliziose, se appena si sappia nasconderle. Quando parto da Londra non dico mai dove vado. Se lo facessi, perderei tutto il mio piacere. È un'abitudine assurda, ne convengo, ma in questo modo ci si illude di attribuire qualche senso romanzesco alla vita. Pensate che io sia un po' sciocco, nevvero?
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schizografia · 10 months ago
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«Gladys, spero che Dorian ti abbia detto del mio piano di ribattezzare ogni cosa. È un'idea deliziosa.» (…) « Pensavo soprattutto ai fiori. Ieri colsi un'orchidea per mettermela all'occhiello; era una mirabile cosa, tutta macchiata, efficace come i sette peccati mortali. Senza pensarci, ne chiesi “il nome al giardiniere e questi mi rispose che era un bell'esemplare di Robinsoniana o un'altra tremenda cosa di questo genere. È una triste verità che abbiamo perduto il dono di dare alle cose dei nomi graziosi. I nomi sono tutto. Io non mi disputo mai con le cose; litigo unicamente con le parole, e questa è la ragione per la quale in letteratura detesto il realismo volgare. L'uomo che chiama vanga una vanga dovrebbe esser costretto a maneggiarla; è l'unica cosa per la quale sia adatto.
Oscar Wilde
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staywithmeforever-dreamer · 2 years ago
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"Adoro i piaceri semplici. Sono l'estremo rifugio che resti alle persone complicate."
- Il ritratto di Dorian Gray
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ginogirolimoni · 2 months ago
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«L'avversione del diciannovesimo secolo per il realismo è la rabbia di Calibano che vede il suo volto in uno specchio. L'avversione del diciannovesimo secolo per il romanticismo è la rabbia di Calibano che non vede il suo volto in uno specchio.»
(Oscar Wilde, prefazione al 'Ritratto di Dorian Gray’).
Levate di scudi contro il francobollo emesso in onore di Silvio Berlusconi e l’aeroporto ex Malpensa che ora porta il suo nome.
Pochi sanno che quest’ultimo aeroporto deve davvero molto a Silvio, il quale nel 1973 pagò un’ingente mazzetta ai politici DC, perché deviassero le rotte dei voli da Linate, dove stava costruendo Milano 2, a Malpensa.
Rimarreste stupiti nel leggere il lungo elenco di onorificenze e di riconoscimenti che ha collezionato durante l’arco della sua vita, potete leggere un estratto su wikipedia alla voce Silvio Berlusconi, un elenco incompleto quello, perché ad esempio manca il titolo di Apprendista Muratore che Berlusconi acquisì il 26 gennaio 1978, conferitogli dalla tessera n° 1816 che certificava la sua appartenenza alla Loggia P2.
Condivido la profonda repulsione che si sia elevato questo signore, che ha trascorso tutta la vita a delinquere e a cercare sistemi per sfuggire alle patrie galere e galantuomini specchiati come Falcone e Borsellino, a cui è stato dedicato l’aeroporto di Palermo.
Ma, del resto, non riesco a rintracciare negli ultimi trent’anni qualcuno che più di lui abbia rappresentato l’Italia, paese che si specchiava riconoscendovisi nella figura di Berlusconi, nessuno oggi è più rappresentativo di lui, che aggrega voti e simpatie persino da morto.
Oggi l’Italia si è abbrutita così tanto, plasmata dai pessimi programmi delle sue tv e dal linguaggio della propaganda commerciale, calcistica e relazionale che ne trasuda, che dovremmo chiamarla Berluscopoli, come Topolinia o Disneyland.
Nessuno più di lui rappresenta i valori in cui si riconosce ormai la maggioranza di questo Paese, del resto acclamiamo e riconosciamo coloro in cui ci riconosciamo, come diceva duemila e cinquecento anni fa circa Senofane, un filosofo greco a torto trascurato:
“Se avessero mani i bovi i cavalli e i leoni, e fossero in grado di dipingere e di compiere con le proprie mani opere d’arte come gli uomini, i cavalli rappresenterebbero immagini di dèi e plasmerebbero statue simili a cavalli, i bovi a bovi, in modo appunto corrispondente alla figura che ciascuno possiede”. (DK fr. B 15). “Gli Etiopi asseriscono che i loro dèi sono camusi e neri, i Traci che sono azzurri di occhi e rossi di capelli”. (DK fr. B 16).
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smokingago · 3 days ago
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“la vita è un fatto di nervi, di fibre, di cellule lentamente cresciute nei quali il pensiero si nasconde e fantastica la passione. Tu puoi immaginarti salvo e crederti forte, ma una casuale nota di colore in una stanza o in un cielo mattinale, un particolare profumo che hai amato un tempo e che ti porta sottili ricordi, il verso di una lirica dimenticata che ti ritorna dinanzi, il motivo di una musica che non suoni più da tempo... credi, Dorian, da cose come queste dipende la nostra vita.
Il ritratto di Dorian Gray - Oscar Wilde
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perpassareiltempo · 1 year ago
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Ognuno di noi porta in se stesso il cielo e l’inferno.
Oscar Wilde - Il ritratto di Dorian Gray
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abatelunare · 2 years ago
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Libri che vanno letti 6
A mio modestissimo - nonché sindacabile - giudizio, le ragioni per cui bisognerebbe leggere Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde sono due. La prima è che l’ha scritto, appunto, Oscar Wilde. Ma se questo non fosse di per sé sufficiente, ecco la seconda: la prefazione di pugno dell’autore stesso. Una frase, per me, spicca su tutte le altre.
Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene o scritti male. Questo è tutto.
Andrebbe impressa a fuoco nelle carni delle bestie ignoranti che pretendono di riscrivere la nostra cultura cancellando e proibendo questo o quel libro. Sulla base oltretutto di criteri che nemmeno loro capiscono fino in fondo. E direi che mi fermo qui. Se no finisce che trascendo. E mi bloccano i post.
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alonewolfr · 20 days ago
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Ogni impulso che soffochiamo ci avvelena l’esistenza.
|| Oscar Wilde – Il ritratto di Dorian Gray
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queerographies · 5 days ago
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[Il ritratto di Dorian Gray][Oscar Wilde]
Il Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, un capolavoro della letteratura rivive grazie alle illustrazioni mozzafiato di Benjamin Lacombe. Un'edizione speciale, non censurata, con traduzione d'autore. Scopri il segreto nascosto nel ritratto.
Benjamin Lacombe reinventa Dorian Gray: un’edizione illustrata da non perdere Titolo: Il ritratto di Dorian GrayScritto da: Oscar WildeIllustrazioni di: Benjamin LacombeTradotto da: Vincenzo LatronicoEdito da: L’IppocampoAnno: 2024Pagine: 208ISBN: 9788867228706 La trama di Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde Il capolavoro di Oscar Wilde riprende vita grazie alle illustrazioni di Benjamin…
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choco-n-study · 5 months ago
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21.07.2024 - Reading log
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I'm currently trying to summon back my old book mouse* spirit and start reading again.
I have already started a few weeks ago with an old favourite (from my childhood) to get used to read a bit every day again, but then I realized I was late with the school homework schedule so I have to overlap different readings, which I don't like much but I know I can do it 🐭
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(the 🐀 is for currently reading, the others are to read)
🌼 school:
🐀 ~ 🇮🇹 ~ Italo Calvino Racconta L'Orlando Furioso
🇬🇧 ~ And Then There Were None by Agatha Christie
💐 my choice:
🐀 ~ 🇮🇹 ~ Fairy Oak 1 - Il Segreto delle Gemelle di Elisabetta Gnone
🇮🇹 ~ Il Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde
🇮🇹 ~ Cime Tempestose di Emily Brontë
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* in Italy we say book mouse 🐭 and I think it's much cuter than worm, I'd like to be a mouse living in an old library(no offence to book worms 🪱 tho)
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princessofmistake · 8 months ago
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« Ha un’anima semplice e bella. Quello che tua zia ti ha detto di lui è verissimo. Non lo guastare. Non cercare di influenzarlo. La tua influenza sarebbe dannosa. Il mondo è vasto e puoi trovare tante altre persone meravigliose. Non privarmi dell’unico essere al mondo che dà alla mia arte quello che ha di bello. » Parlò lentamente e le parole sembravano essergli estorte contro la sua volontà.
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schizografia · 10 months ago
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Come il ritratto di un'afflizione,
Un volto senza un cuore.
-Sì, a questo somigliava. Lord Henry rise.
Oscar Wilde
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dinonfissatoaffetto · 7 months ago
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La bisessualità di Oscar Wilde è cosa provata, per quanto a motivo dello scandalo dei suoi processi si tenda a pensare a lui come al puro apostolo e protomartire moderno dell'omosessualità. Però non soltanto si era sposato con Constance Lloyd, dalla quale ebbe due figli, ma si è parlato perfino di una sifilide contratta da una puttana in gioventú e di una prematura delusione con una giovane irlandese che aveva corteggiato molto seriamente per due anni, alla fine dei quali lei si era sposata con Bram Stoker. (Se ne deve concludere, sia detto per inciso, che la giovane in questione amasse le emozioni forti, avendo oscillato fra i futuri autori de Il ritratto di Dorian Gray e di Dracula, e avendo preferito alla fine l'immortale vampirismo a un pittorico e non troppo durevole patto con il demonio).
- Javier Marias, Vite scritte
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chez-mimich · 1 year ago
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MEMORIE DI UN BARO
Ammetto una debolezza (una delle tante), ovvero che quando sul retro di copertina di un libro leggo “È stato in grado di incarnare un certo esprit tutto parigino …” allora metto da parte ogni indugio e acquisto seduta stante il libro, bello o brutto che sia poiché la mia anima parigina non è in grado di resistere a nessuna tentazione senza cedervi come avrebbe detto Oscar Wilde; ogni allusione, seppur vaga alla ville lumière o ai suoi abitanti è per me fatale. E così di tentazione in tentazione ho riempito la mia biblioteca di testi narrativi, poetici, lirici, saggistici di grande pregio, ma naturalmente anche di qualche colossale boiata. Non è stato così per questo delizioso volumetto, “Memorie di un baro” (Adelphi) di Alexandre Georges-Pierre Guitry detto “Sacha”, nato a San Pietroburgo nel 1885 e morto a Parigi nel 1957 (ora che ci penso solo un anno prima della mia nascita), russo di nascita ma francese d’adozione (quasi come me insomma). Si tratta di un romanzetto “dallo humor nero e nutrito di un sorridente cinismo” come ben lo definisce Edgardo Franzosini nella postfazione. In realtà, si tratta di una “illusione ottica” poiché Parigi occupa solo un capitolo del romanzo, mentre gli altri sono dedicati a Caen, Trouville, Angoulême e soprattutto Monte Carlo dove il protagonista, intraprende la sua carriera prima di croupier, poi di croupier-baro e infine quella di puro baro. Causa di questa poco brillante (per noi), ma divertentissima carriera è l’essere rimasto solo al mondo dopo che la numerosa famiglia viene sterminata a causa di un avvelenamento da funghi. In realtà il giovane uomo (Sacha stesso?) trova una occupazione come “groom” in un grande albergo di Trouville e poi all’Hotel Scribe della capitale francese. Proprio nelle vesti di “groom” verrà ritratto niente meno che da Caran d’Ache in uno stilizzatissimo e stilosissimo disegno riprodotto in una pagina del volumetto. “Barare significa intralciare i progetti del caso” scriverà l’autore per nulla pentito di essere stato un baro. Guitry fu anche autore di commedie, ne scrisse centoventiquattro, ma scrisse anche molto per giornali, riviste. Fu anche autore di cinema, regista e attore, quello che si può definire personaggio poliedrico. Insomma una lettura piacevole e con una sua singolarissima filosofia. Quando un critico francese disse di lui “Sacha Guitry crede di essere Molière”, Jean Cocteau sarcastico rispose “La cosa strana, caro mio, è che Molière credeva d’essere Sacha Guitry”. Paradosso a parte, la sua scrittura è lucida e ficcante, disincantata ma incantevole. Tornando però all’incipit di questo breve commento, scrive Guitry di Parigi: “Era proprio troppo grande, Parigi, troppo bella per me” e subito dopo: “Il fatto è che per potersi vantare di conoscere Parigi, bisogna farne parte (…) Perché essere parigini non è una questione di volontà né di fortuna. Tantomeno di valore. E’ un misto indefinibile di spirito, gusto, snobismo, balordaggine, spericolatezza e amoralità. Non devi neanche sapere di preciso perché ne fai parte, ti basta saper perché gli altri no…”
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federicodeleonardis · 2 years ago
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Una lettera sul Pitocchetto
Caro Piero 1, ho visto: Lotto, Palma il vecchio, Cariani, Savoldo, Romanino, Morone, Moretto e poi ancora Fra Galgario, Piazzetta, 
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e perché no, Baschenis, Bettera ecc. tutti operativi nei due secoli d’oro della pittura Bergamasca e Bresciana (che allora però era sotto Venezia).
Perché no il Ceruti? No, non il Gino di Gaber, che “lo chiamavan drago”; Ceruti Giacomo soprannominato il Pitocchetto (Milano 1698- 1767), quello di Miseria e Nobiltà. No, non la commedia del grande Eduardo napoletano, quella del Museo di S. Giulia nella Brescia Capitale della Cultura dell’anno del Signore 2023 appena cominciato e bisognerà pure precipitarsi a Bergamo, associata  per la grande occasione!
Perché no il Pitocchetto? A parte un paio di nature morte decenti della cucina bresciana (polenta e usei + graspa da raspi di Franciacorta filtrata nel cappello del montanaro, ah indelebile ricordo dell’amico ospite egregio negli anni ’60 / ‘61), pura fotografia, pura documentazione realistica della faccia di popolani e di signori. Sì, anche di quelle dei poveracci. Si occupa uno spazio un po’ negletto (ma l’idea non fu solo sua, è un po’ nell’aria spagnola-asburgo-veneta, e anche del grandissimo Velasquez) e si soddisfa una clientela con senso di colpa. E cosi il ritratto di chi ti dà del pitocco, perché non ce la fa a comprartelo,finisce nella sala da pranzo con camino fumante, insieme con la granseola appena arrivata da Venessia: Toh, l’è propio l’ciabatin, l’è lu!
La somiglianza non è facile a cogliersi! Allora perché no il Pitocchetto?
Perché l’arte non è solo mestiere, non imita la realtà, è invenzione. Per rendere la somiglianza poi di mestiere ne basta poco e ammesso e non concesso che ci sia, l’arte non è solo la toppa nel vestito, lo straccio, il cappello sfondato. La realtà, tutta la realtà è transeunte: una teoria di facce scomparse, nobili e poveraccie. Cosa crei a imitare la realtà ? l’arte è luce, tocco, sorpresa; è oltre la realtà. Al massimo, se ci riesce, consolazione per la morte. Qui casca l’asino, mentre il colore meravigliato nell’occhio di Fra Galgario è invenzione, aggiunta a qualcosa che non c’era, irrealtà. Perfino il parruccone in grigio matita del von austriaco (non mi ricordo più come si chiama) è luce autentica, sensibilità delicata dell’occhio del Piazzetta, lì nella stessa sala!
Ma allora perché tanto casino, tanto rumore (“Un grandissimo pittore” gli organizzatori) per questo produttore in serie di scatti fotografici su stracci ineccepibili? Ma è logico: è la democrazia! W il ritratto dei poveri migranti, quelli scampati alle carestie con la polenta delle americhe spagnole o ai naufragi nel Canale di Sicilia (7.3.23): mettiamoglieli in casa a sti borghesi arricchiti! Hai visto come siamo democratici? oggi come ieri e senza bisogno della cura suprema dell’atmosfera, alla Chardin, o più modesta, alla Baschenis (bergamasco con liuto cremonese). Oggi come ieri, perché anche oggi siamo furbi e sappiamo sfruttare le mode, le orde di piccoli schiavi della burrrocrazia (non è un lapsus) a caccia di patenti intellettuali, intruppati dietro le guide museali, biglietto 28 Euri sonanti (14 Museo di Villa Giulia + 14 Martinengo) per un centinaio, dicesi almeno cento, fotografie antelitteram, come quelle dei telefonini odierni alla portata di tutti i cretini, anzi soprattutto di genere femminile, cretine: è così bello apparire con la propria coiffure nel selfie davanti al Pitocchetto della Capitale della cultura!
Bah, che nausea, caro Piero! Perché ho scelto quel mestiere? Che nausea la realtà, i telefonini, le mostre di fotografia, la democrazia, il Pop. Sfoglio un contemporaneo del pitocco, niente popò di meno che Denis Diderot: “l’imagination ne crée rien, elle imite, pour creer il faut avoir de l’exprit critique” (1750 o giù di lì e Oscar Wilde 1880, citato da Carmelo Bene 2002). W la tabula rasa (3)  
1  ½ Botta, che mi ha consigliato la mostra.
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