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GENOCIDE Art by Igor Dobrowolski
@IgorDobrowolsk
تخيل الفنان البولندي إيجور دوبرولسكي شكل إعلانات الشركات العالمية التي تدعم الاحتلال في حربها على غزة. فقد جمع هذا الفنان الصور المأساوية للحرب ووضعها إعلانات في شوارع وارسو رسالة منه لمقاطعة هذه العلامات التجارية.
Update:
Igor Dobrowolski
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Powerful latest installment of an ongoing art collection titled "Most Moral Army In The World" by Polish artist Igor Dobrowolski.
His other works and info about his background can be found on his Instagram @igor_dobrowolski and at
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Polish Artist Igor Dobrowolski's Posters Showing The Real Side of Supporting “The Terrorist, Fascist, Illegal Occupier of the Palestine 🇵🇸, Apartheid, War Criminal, Bastard Child of the United States and Its Puppet West, Zionist 🐖 Isra-hell’s Policies".
— Credit: Igor Dobrowolski
#Polish Artist | Igor Dobrowolski's Posters#The Terrorist | Fascist | Illegal Occupier of the Palestine 🇵🇸 | Apartheid | War Criminal#Bastard Child of the United States and Its Puppet West | Zionist 🐖 Isra-hell#Policies | Zionist 🐖 🐷 🐖 🐗
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Polish artist Igor Dobrowolski criticises corporations supporting Israel...
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El artista polaco Igor Dobrowolski, ha llenado las calles de Varsovia con su obra.
Representa cómo deberían anunciarse realmente las marcas que financian el genocidio en Gaza.
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Polish artist Igor Dobrowolski criticises corporations supporting Israel through street art
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“Israeli Genocide, I’m lovin it.” In a new street art installation, Polish artist Igor Dobrowolski hangs posters in the streets of Warsaw, Poland, featuring the logos of corporations that support Israel alongside pictures of Palestinian victims of Israel’s war on Gaza.
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Indipendentemente dalle cifre reali sulle vittime civili, a Gaza si sta compiendo un massacro che non può non scuotere le coscienze di ciascuno, portando con sé dilemmi morali che solo uno spirito viziato da grave ottundimento non percepisce. A questo va però doverosamente aggiunto – ed è ciò che molti evitano di fare per disonestà intellettuale – che, se è quantomeno legittimo biasimare il governo di Israele e il leader Netanyahu, contestualmente va riconosciuto Hamas come responsabile perlomeno in solidum della tragedia, poiché, dopo aver colpito con ferocia barbarica il nemico che vorrebbe cancellare “dal fiume al mare”, è corso a nascondersi nei budelli della vita ordinaria, usando scientificamente la carne di poveri innocenti per scudarsi e aumentare il martirologio da offrire all’emozione pubblica internazionale per estorcerne il sostegno.
Entro questo orizzonte – sul quale non pretendo di certo unanimità di consensi – il paragone tra Shoah e Gaza è talmente insostenibile da non meritare, a mio avviso, neppure lo sforzo di una confutazione puntuale. Rifiutare legittimità a tale confronto non toglie nulla alla considerazione sulla gravità dei fatti e alla pietà per le vittime di oggi. Si tratta però di mantenere un minimo di sensibilità per le proporzioni e le ragioni storiche, che non possiamo polverizzare nello slancio ideologico.
Che così tante persone, pure insospettabili, si rifugino nel paragone Shoah-Gaza per interpretare gli accadimenti odierni, è probabilmente anche segno di una difficoltà, o forse addirittura di un fallimento, dell’insieme delle pratiche legate alla memoria dell’Olocausto, delle quali è simbolo la data del 27 gennaio. Per esperienza personale, posso affermare che tali appuntamenti non solo sono ormai spesso stanche ritualità svuotare di reale vivacità interna, ma sono pure preda di perniciosa banalizzazione. La banalità è tra i nemici principali del bene: è più probabile una resipiscenza del malvagio che della persona banale. La tipica banalità della “Giornata della memoria” consiste nell’appiattimento del male di cui si fa memoria a “ogni forma di male e violenza” (così si ripete spesso nelle celebrazioni). “Anche oggi – si afferma – la discriminazione e la disumanizzazione possono ripetersi e dobbiamo combatterle alla luce di ciò che è stato”. Adesso, è chiaro che tali posizioni sono talmente ovvie da non poter essere contraddette. Il problema sorge, però, nel momento in cui ci si ferma qui e non si approfondisce la specificità della Shoah, crimine di portata universale sì, ma allo stesso tempo singolare. Non ci si rende conto che inserire tutto nella medesima nera melassa di una generica violenza, senza alcuna distinzione se non di date e contesti concreti, vuol dire applicare la stessa logica dello sterminio totalitario che si vuole combattere (!). Quest’ultima, infatti, consiste esattamente nella riduzione a zero e poi nell’annichilimento assoluto della vittima, in altre parole nella cancellazione della specificità della vittima. La notte del male in cui tutte le vacche sono nere è una totalità che tutto include in modo totalitario.
Se la memoria della Shoah è in molti casi ridotta a superficiali e generici accostamenti, non è strano che una quota non trascurabile di opinione pubblica si lanci in spericolate analogie tra sterminio nazista e massacri odierni, al netto dell’ideologia ovviamente. Glielo abbiamo insegnato noi.
Non sono per l’abolizione della Giornata della memoria, come alcuni già propongono da anni. Sono per un profondo ripensamento però del modo in cui viene celebrata, perché così com’è oggi offre il fianco a troppe distorsioni e asseconda l’odioso tentativo di sottrarre la Shoah agli ebrei. In fondo si tratta di questo.
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Igor Dobrowolski Happy Sad Wood, aluminium, sterling silver, mixed media 80 x 60 x 4 cm 31 1/2 x 23 5/8 x 1 9/16 inches Courtesy Gin Huang Gallery.
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GAZA GENOCIDE Art by Igor Dobrowolski
Igor Dobrowolski (@igor_dobrowolski) • Instagram photos and videos
@IgorDobrowolsk
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Polish Artist Started Painting Just Five Years Ago, Here Are His Oil Paintings With The Particle Of Hope
Igor Dobrowolski is one of the most creative artists in the contemporary art world.
#igor dobrowolski#artist#art#poland#oil painting#painter#particle of hope#social issues#political issues
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5SOS collaboration with Igor Dobrowolski in Maddox Gallery
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Artwork from Igor Dobrowolski
SUBMISSION Igor Dobrowolski is a Polish artist who paints the suffering of the people in society. He wants to help those who are struggling with the evils of society and his work expresses these intentions and an understanding of their suffering. Instagram | Facebook
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“Her 10 dakikada bir Yemen’de bir çocuk ölüyor.” — UNICEF
Igor Dobrowolski tarafından Berlin’de yapılan “Yemen’de Yeni Yıl” adlı çalışma.
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Polish born Berlin based artist Igor Dobrowolski recently created a street art project in Berlin combining pictures from the war in Yemen with Christmas imagery. The result is haunting. It aims at raising awareness of the atrocities committed against the people of Yemen.
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