#I perduti amori
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[I perduti amori][Giorgio Ghiotti]
La Gioia Agognata: Misticismo Lirico e Doni Preziosi nei ‘Perduti Amori Titolo: I perduti amoriScritto da: Giorgio GhiottiEdito da: Ps EdizioniAnno: 2024Pagine: 114ISBN: 9788899231965 La sinossi di I perduti amori di Giorgio Ghiotti Nei suoi ‘perduti amori’ la religione di una “gioia” agognata si fa ode di fede pura, una sorta di misticismo lirico radicato nella realtà umana, dove tormento,…
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#2024#gay#Giorgio Ghiotti#I perduti amori#Italia#Italian poetry#LGBT#LGBTQ#libri gay#poesia#Poesie#Ponte Sisto#Ps Edizioni
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Chissà dove finiscono gli ombrelli smarriti...i guanti spaiati...gli sms mai arrivati.
Forse è tutto lì...in un altro universo.
L'universo dei perduti amori.
V. Zeichen
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" E quando arriverà
i ricordi tristi
delle ferite,
degli amori perduti,
degli anelli rotti,
di ciò che ti ha fatto soffrire,
ricorda:
triste deve essere la vita,
di chi ti ha perso".
(Clarice Lispector)
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Chissà dove finiscono gli ombrelli smarriti,
i guanti spaiati, gli sms mai arrivati..
Forse è tutto lì,
in un altro universo,
l'universo dei perduti amori...
V.Zeichen
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Si sa, la vita virtuale
è una fuga dalla vita reale...
Qui si è liberi di esprimere la propria personalità, le proprie attitudini, la propria indole, affidando il compito e parole ad immagini che confezionano il concetto.
Qui non è diverso dalla vita quotidiana...
Qui ci sono le ansie di amori perduti, le gioie di amori trovati, i voli della mente, i sogni... E come percorrere lentamente un viale alberato... Ci puoi trovare di tutto... Donne che camminano ammirando la bellezza della cosa, uomini che cercano pane per i propri denti, adescamenti di ogni genere e natura...
Ricordiamoci poi di pulire il vetro appannato e ritorniamo a casa sempre...
- Fb Sognare Amore
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Volendo soltanto dire che è cominciata la cancer season e spero che la Luna mi protegga. Non ho mai capito bene perché mi sento tanto connessa al nostro satellite; al di là del fatto che è il mio “pianeta”, le lacrime che verso quando la guardo non so spiegarle, così come non so spiegare il senso di perdita personale quando i miei cieli non mostrano più il suo pallore. È un periodo di successi e tanti fallimenti, tanti tentativi, ma quando il mio compleanno si avvicina comincio sempre a valutare il mio stato attuale, un po’ come se fossi una grossa istituzione che ogni tanto deve riassestarsi. Ho superato due amori perduti, un’amicizia sfumata, il senso di impotenza, sono sopravvissuta a me stessa e ho trovato il mio nome, ho fallito e probabilmente fallirò ancora.
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Chissà dove finiscono gli ombrelli smarriti,
i guanti spaiati, gli sms mai arrivati..
Forse è tutto lì,
in un altro universo,
l'universo dei perduti amori...😘🌹
*V.Zeichen*
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"I nipoti sono come un'eredità: li ricevi senza meriti. Senza aver fatto nulla per quello, all'improvviso cadono dal cielo ... Senza dover attraversare i dispiaceri dell'amore, senza gli impegni del matrimonio, senza i dolori della maternità. Un nipote è davvero, sangue del tuo sangue. Con l'età arriva la nostalgia di qualcosa che hai avuto e che è svanito sottilmente insieme alla gioventù. Mio Dio, dove sono andati i figli ? Sono diventati quegli adulti problematici che sono i figli oggi, che hanno suocero e suocera, coniuge, lavoro, appartamento e doveri, non riconosci in alcun modo i tuoi figli perduti. Sono uomini e donne - Non sono più quelli che ricordi. E poi, un bel giorno, senza che ti venga imposta alcuna agonia della gravidanza o del parto, il dottore mette un bambino tra le tue braccia. Completamente gratis. Senza dolore, senza piangere, quel bambino per il quale sei morta di nostalgia, simbolo della tua giovinezza, lungi dall'essere uno sconosciuto, è uno dei tuoi figli che ti viene restituito. E la cosa strana è che tutti riconoscono il diritto di amarlo con stravaganza. Sono sicura che la vita ci dà nipoti per compensarci per tutte le perdite che derivano dalla vecchiaia. Sono amori nuovi, profondi e felici che arrivano ad occupare quel luogo vuoto e nostalgico lasciato dalla gioventù.
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Non dimentichiamo, infine, il vedovo inconsolabile: quello che ha conosciuto troppo presto il grande amore letterario, e si convince che nessuno potrà mai essere alla sua altezza.
[...]
esiste anche la depressione post-librum. Gli americani la chiamano post-book blues [...] non c’è lettore che non l’abbia sofferta, nel dire addio a un romanzo molto amato. Si annuncia verso tre quarti del libro, quando lo spessore delle pagine residue si assottiglia: i piú tenaci si impongono di centellinare quel che resta, ma presto o tardi l’appuntamento tanto temuto con la parola fine arriva.
[...]
Solo quando la notizia che il libro è veramente finito viene recapitata dalla testa al cuore, appaiono i primi sintomi.
[altri] non si danno pace, si gettano subito su un altro libro, e poi su un altro ancora, cercando in tutti di riacciuffare l’ombra di quello appena perduto. Invano.
[...]
Fortuna o sfortuna vuole che i romanzi, a differenza degli amori perduti, siano stampati in molte copie e restino sempre a disposizione per riletture da cima a fondo, sbirciate occasionali, furtivi ritorni di fiamma. Certo, non sarà mai la stessa cosa.
Cit. "Il lettore sul lettino. Tic, manie e stravaganze di chi ama i libri"
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#libro#lettore#lettura#leggere#amore letterario#citazione#il lettore sul lettino#books#booklovers#bookblr
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Chissà dove finiscono gli ombrelli smarriti, i guanti spaiati, gli sms mai arrivati.. Forse è tutto lì, in un altro universo, l'universo dei perduti amori.
V.Z.
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È strano vivere fra due mondi: essere nata e cresciuta in Italia e poi aver continuato a crescere altrove, in Inghilterra, in un paese completamente diverso. Mi ricordo di essere stata brava a scrivere, di sapere bene la grammatica e di ricordarmi parole obsolete e bellissime che ormai nessuno usava più. Poi sono andata via e ho dovuto ricominciare da capo. Dopo tanti anni trascorsi a vivere a Londra non so più scrivere bene in italiano, mischio le regole, sbaglio gli accenti e i congiuntivi; e non so scrivere bene in inglese perché non ho l'agilità di una persona nata e cresciuta qui, non ho quella densità di vocabolario che mi permetterebbe di spostarmi da un vocabolo all'altro come sarei forse in grado (sarei stata) di farlo in italiano. Negli anni ho scritto all'infinito. Da bambina avevo quaderni di dimensioni A4 che riempivo di storie, di avventure gotiche fatte di personaggi alieni e macabri che amavo in gran segreto e dai quali ero sempre tutta presa. Scrivevo ovunque, ma soprattutto scrivevo a casa di mia nonna paterna durante i pomeriggi soleggiati di ogni stagione un po' perché ero un po' sola, un po' perché mi piaceva avere le sue attenzioni. Avevo tanti diari e pagine piene di documenti Word ora andati perduti dopo che il fidanzato dei tempi dell'università calpestò il mio vecchio computer e schiacciato l'hard drive, portandolo ad una morte prematura e dolorosa. Il giorno in cui il mio ex calpestò il mio computer persi tutti i miei documenti preziosi, incluse le fotografie mai stampate delle mie amicizie e viaggi adolescenziali e di amori ormai vecchi (ma mai dimenticati), e ovviamente tutti i capitoli di cose iniziate e mai finite. Forse non ho mai perso niente; tanto non ho mai finito niente, d'altro canto.
L'altro giorno per puro caso mi sono imbattuta in una scrittrice italiana che vive a Londra. Anche lei amante del gotico e del macabro, delle cose "morbid" - bello, bellissimo questo aggettivo che in italiano suona come "morbido", mentre in inglese si riferisce ad un interesse verso materie inquietanti, da pelle d'oca, che abbiano a che fare con la morte o le malattie. Sembra quasi che non ci sia una semplice traduzione di questo aggettivo, come tradurre "dolce" con "sweet", o "arrabbiato" con "angry". La scrittrice che ho scoperto si chiama Viola di Grado e ha già alle spalle premi letterari e lavori prestigiosi, indossa quello che vuole (è una goth appassionata) e scrive come le pare. È sé stessa negli autoscatti tenebrosi misti ad ego un po' imbarazzanti e teneri, e nei libri anche questi morbid e pieni di psicologia del lutto e di antropologia. L'ho adorata immediatamente e dopo ore trascorse a cogitare ho deciso di mandarle un messaggio per dirle che anche io ho un lavoro che lei forse sognerebbe, in una libreria che forse avrà visitato già tante volte, fra la stregoneria, il paranormale, la magia, i tarocchi, e che mi farebbe piacere essere sua amica.
Mi sono chiesta perché ho voluto mandarle quel messaggio e perché sento il bisogno di farmela amica. All'inizio mi sono detta che vorrei tanto avere amicizie originali e sincere, e ammiro chi nonostante l'età continui ad indossare abiti scelti con amore e con personalità piuttosto che amalgamarsi e mettere a tacere i piaceri personali. In parte è vero; in parte è anche una cazzata. La verità è che ho sempre voluto scrivere bene e scrivere un libro. Ho scritto fino alla nausea e odiato ogni cosa che ho pensato e deciso di trascrivere in flussi di rabbia, senza struttura, o in flussi di calma e amore, di notte, prima di collassare sotto il peso del sonno, anche questi senza struttura. Ho sempre voluto essere una scrittrice fino ad imbarazzarmi. Proprio come lei.
Ho un ricordo distinto delle scuole medie. Tornata per un saluto alle scuole elementari, mi ero fermata a salutare la maestra di italiano, tale Maestra Manfreda, rigida e gelosa delle bambine talentose a differenza di sua figlia, meno dotata, o almeno così mi aveva detto una cugina che subiva le sue angherie. Le dissi: sto scrivendo un libro che voglio pubblicare. Lei era contentissima, sotto sotto però mi sentivo presa in giro. Stavo gonfiando le parole quanto possibile per sentirmi grande e capace. Quindi ho voluto essere scrittrice già secoli fa, quando non sapevo cosa fosse scrivere; per me non era altro che un passatempo e un luogo metafisico per nascondermi, e da allora non è quasi cambiato nulla.
E poi Viola di Grado.
Continuo a scrivere prima di andare a letto. Sono sole paginette a sé stanti che descrivono sentimenti e fatti accaduti. Mi impegno a scrivere bene in italiano per non dimenticare questa lingua che mi ha cresciuta, che mi ha fatto innamorare e che ho odiato fino al midollo per poi rimangiarmi le parole. Scrivo scrivo scrivo e poi niente.
Forse un giorno.
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Ogni notte piango
Anche di giorno
È buio nel mio cuore
Sono solo in questo corridoio
Scappando dalla mia miseria
Piangendo per la tua assenza amore mio
Dopo tanti anni che ti amo
Te ne sei andato senza spiegare
Quello che avevo fatto era orribile
Da quando te ne sei andato è stato terribile
Non ti dimenticherò mai
Ogni notte piango
Il mio dolce cuore desidera te
Anche con i pezzi rimasti
Piango la mia vita il mio futuro
Cosa diventerò
Non ho pianificato la mia vita senza di te
Ora devo rimandare tutto
E imparando a camminare di nuovo
Sarà difficile senza inciampare
Evitami, tutto torna
Non amerò mai più
Ti amo come un pesce ama l'acqua
Ti aspetterò per l'eternità
Ogni notte piango...
Lettere ai miei amori perduti
🖤
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I nonni...la nonna
I nipoti sono come un'eredità: li ricevi senza meriti. Senza aver fatto nulla per quello, all'improvviso cadono dal cielo ... Senza dover attraversare i dispiaceri dell'amore, senza gli impegni del matrimonio, senza i dolori della maternità. Un nipote è davvero, sangue del tuo sangue. Con l'età arriva la nostalgia di qualcosa che hai avuto e che è svanito sottilmente insieme alla gioventù. Mio Dio, dove sono andati i figli ? Sono diventati quegli adulti problematici che sono i figli oggi, che hanno suocero e suocera, coniuge, lavoro, appartamento e doveri, non riconosci in alcun modo i tuoi figli perduti. Sono uomini e donne - Non sono più quelli che ricordi. E poi, un bel giorno, senza che ti venga imposta alcuna agonia della gravidanza o del parto, il dottore mette un bambino tra le tue braccia. Completamente gratis. Senza dolore, senza piangere, quel bambino per il quale sei morta di nostalgia, simbolo della tua giovinezza, lungi dall'essere uno sconosciuto, è uno dei tuoi figli che ti viene restituito. E la cosa strana è che tutti riconoscono il diritto di amarlo con stravaganza. Sono sicuro che la vita ci dà nipoti per compensarci per tutte le perdite che derivano dalla vecchiaia. Sono amori nuovi, profondi e felici che arrivano ad occupare quel luogo vuoto e nostalgico lasciato da esplosioni giovanili. E quando abbracci il bambino e lui, ancora addormentato, apre un occhio e dice: "nonna!" il tuo cuore esplode di felicità, come il pane nel forno!
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Portami su un'altalena a guardare la luna e i sogni e gli amori più belli, quelli mancati, quelli perduti.
Quelli impossibili e infiniti.
Quelli di seta e di nuvole rosa.
Portami lì dove il rumore della notte non
fa più paura, lì dove il fruscìo delle dita
che s'intrecciano e si sfiorano sa suonare
in un modo più bello di qualunque melodia. Portami lì, su quell'altalena, e spingimi, spingimi piano, fammi volare,
ma non te ne andare.
Portami in quel luogo in cui ero bambina, quando i miei occhi erano ancora puliti
e sorridevano al mondo con l'entusiasmo
di chi non ha mai visto il male, con l'ingenuità di chi non è mai caduto.
Portami lì e sussurrami in un orecchio che un giorno arriverai tu, a tenermi per mano, a leccare le ferite, a regalarmi i tuoi occhi.
A portarmi via, via con te.
Roberto Emanuelli
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Il mio nuovo aggiornamento del blog è dedicato alla Musica e alle chiavi di lettura nei testi.
Lettera 22 dei cugini di campagna canzone uscita in questi giorni a Sanremo
secondo me e cosa è arrivato a me personalmente secondo il testo che segue.
io non sono altro che un bambino
Che non sa contare
E vorrebbe dirti che gli manchi
Senza le parole
Io non sono altro che un dottore
Che si è fatto male Io non sono altro che un palazzo In costruzione e cade Se mi guardi con quegli occhi amore Mi farai morire Io non sono altro che una storia Che non sa finire Io non sono altro che un giardino Senza neanche un fiore Io senza di te non sono altro che La parola “amore” E con questo amore tornerei A dirti che ci vuole altro Per convincermi a rinchiuderti Dentro un singhiozzo Altro per lasciarmi in un riflesso Dentro a uno specchio E non era mai il momento giusto E non era mai il momento giusto Per parlare Non lasciarmi solo Non lasciarmi qui Non lasciarmi solo Non lasciarmi qui Ora che ho trovato le parole Già mi salta il petto Come treni in corsa tra le nuvole Uno spazio altro Come due uragani che distruggono Ma per dispetto Credo, credo anch’io, che non puoi darmi il mondo Se non guardi il mondo come lo guardo anch’io. Non lasciarmi solo Non lasciarmi qui Non lasciarmi solo Non lasciarmi qui Non lasciarmi solo Non lasciarmi qui Non lasciarmi solo Non lasciarmi qui
Questo rappresenta un dialogo con l’anima, l’anima chiede ascolto, devi imparare ad amare perchè l’amore è la cosa più importante dammi ascolto lei dice!
l’anima di questo dottore che ormai è cresciuto, l’anima è il bambino. il dottore e affrontando un periodo difficile della sua vita è un viaggio per tornare ad amare se stessi, se vuoi essere amato devi iniziare prima tu ad AMARTI.
è dovuto tornare bambino e come ci si sentiva probabilmente ha vissuto qualche trauma che ancora oggi gli crea dolore.
comunicare con la tua anima è un passo fondamentale per il cammino spirituale e risveglio.
Lui comunica con la sua anima ripensa alla sua vita i suoi sbagli i suoi errori le sue perdite i suoi amori perduti le delusioni, i momenti belli.
Ma in effetti quando si sta male e ci si chiude a riccio in depressione è proprio perchè neghiamo che lei esista dentro di noi ed è un problema molto sociale al giorno d’oggi collegato proprio a questa malattia a volte anche invalidante.
molti casi di depressione sono proprio perchè reprimiamo e teniamo da parte noi stessi, la propria anima ma lei che chiede attenzione e grida con tutte le sue forze ti avverte che stai sbagliando, che c’è qualcosa che non va e così iniziano gli attacchi di panico, perchè devi rivedere il percorso di vita che stai facendo conoscere te stesso, parlare con qualcuno che possa aiutarti a tirare fuori tutto quanto.
quando c’è qualcosa Anima ti chiede di ascoltarla e grida attenzione e lei dice non lasciarmi solo non ignorarmi perchè soffrirai cadrai di nuovo in depressione !!
Anima però cerca di insegnargli a guardare il mondo con occhi diversi, a guardarsi nello specchio ed accettarsi così la perfezione non esiste non buttarti via così.
Insomma!! lo specchio, il bambino, il numero 22 e tutte queste cose rappresentano chiavi di lettura molto interessanti e presto aggiungerò sul blog il significato esoterico del numero 22 in tema con la canzone.
questa è una delle canzoni che mi sono piaciute.
Domani pubblicherò l’altra che mi ha fatto addirittura commuovere.
Raga al di la delle polemiche e tutto su Sanremo che ogni anno è sempre la stessa storia insomma ci siamo abituati, ma il tema molto presente in queste canzoni è stata proprio la depressione.
sono stati periodi difficili ma ogni periodo buio nasconde una luce in fondo al tunnel.
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Amori dimenticati
“Ispirata da un sogno. La vita ci mette di fronte tante persone, tante anime, ma a volte le anime più belle passano silenziosamente dalla nostra vita senza riconoscerle, specialmente se viviamo un periodo buio e la nostra anima è prigioniera e risucchiata da una sorta di male ignoto, fino ad allontanarsi per sempre. Il ricordo di queste ultime può apparire in una nuova forma più potente ed elevata.“
Mi eri apparsa all'improvviso contemplavo il tuo splendido viso il mio respiro si è fermato dalla tua bellezza fui incantato.
Dopo attimi di esitazione palpito dall'emozione abbagliato dalla bionda chioma il mio cuore di gioia si colora.
Ti stringevo tra le mie braccia vidi un fiore che sboccia Con più vigore mi abbracciavi e parole dolci sussurravi.
Per troppo tempo fui allontanato dalla tua voglia ero inebriato uniti in una magica melodia ritrovammo la fiorita via.
Ci avvinghiavamo sempre più forte combattevamo contro la morte per elevarci al supremo e alla vita affamati di luce infinita.
Tra amori dimenticati e non riconosciuti tra destini incomprensibili e perduti frugo tra i miei rimpianti invano resta un ricordo rinato, ma lontano.
scrittoresolitario
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