Scrivo perché non so manifestare a voce le mie emozioni, fotografo per esprimere dove non arrivano le parole.
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Le grandi sofferenze possono far male, ma credo che la cosa più pericolosa, che possa essere ben più letale siano quelle piccole mortificazioni quotidiane che si ripetono nel tempo (cose che a volte non si riescono nemmeno a spiegare), per anni e a volte anche per decenni, mentre si è costretti a continuare ad indossare la maschera del bravo ragazzo, ma dentro ci si sente esplodere, ci si sente morire, non si è nemmeno più in grado di amare. Nella migliore delle ipotesi si decise di isolarsi dal mondo e di chiudersi in se stessi, rischiando però di incattivirsi o abbrutirsi... Oppure può accadere che è l'universo che ci isola, in questo caso si tratta di isolamento forzato: un tempo si riusciva a colmare la pesantezza della quotidianità con un minimo di vita sociale e anche qualche relazione di qualità, ora la sensazione è che non ci sia più niente di tutto questo, che possa bilanciare quella grigia ordinarietà fatta solo di obblighi e di catene.
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Più passa il tempo, più faccio fatica a trovare un motivo per alzarmi dal letto la mattina.
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e se dovessi chiedere scusa a qualcuno?
mi scuserei con me stesso per tutte le volte in cui ho accettato il comportamento degli altri per paura di perderli quando alla fine l'unica persona che stavo perdendo ero io
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Per tanto tempo sono stato triste per il fatto di non riuscire ad eccellere in niente. Ora però sono consapevole che preferisco essere mediocre imparando sempre cose nuove invece di fare sempre la stessa cosa.
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Ascolto il rumore della pioggia e del vento mentre vivo la pace dei sensi tra lettura, esercizio fisico, meditazione e sopratutto immerso in quel silenzio interiore in cui nessuno, almeno per oggi, potrebbe intaccarlo. Sembra un sogno ed è un peccato che non possa essere sempre così...
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Non avere una persona con cui potersi aprire e sfogare quando si è un po’ giù di morale è un altro tipo di sofferenza
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Mi basta udire i cani del vicino per alleviare un po' l'ansia e questa solitudine...
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Sono nato senza volerlo, già da piccolo volevo starmene da solo a casa, senza uscire. Mi sforzo ad amare questa vita, ma non ci riesco. Oggi è il giorno in cui quella piccola parentesi di pace e di libertà che la società concede due volte l'anno finisce, ma credo che questo circolo non durerà ancora per molto. Voglio essere quello che desideravo tanto da bambino, stare semplicemente solo senza sopportare il peso delle pretese altrui, cercherò di riuscire a campare con pochissimo, che tanto con l'amore in tutti questi anni non ci siamo nemmeno sfiorati.
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7 gennaio: ode alla tristezza (anche il tempo oggi è triste)
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Buon anno
Auguro ad ognuno di voi di avere sempre almeno qualcuno vicino che vi voglia veramente bene o anche una persona meno vicina, ma che vi pensi sempre! Auguri di buon anno affinché la speranza sia sempre viva e che possiamo essere capaci di riconoscere ciò che conta veramente!
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Prigionieri anche nei sogni
Ho sognato di rivedere una persona particolare con la quale era stato troncato ogni rapporto. Ci salutammo educatamente, lei mi sorrise, sembrava contenta di rivedermi, nonostante tutto, e finsi di essere felice, dicendole che tutto andava bene. Persino in sogno ero costretto a fingere di essere felice, mentre la tristezza mi divorava dentro.
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"La verità è che la luce si è spenta e solo ora mi rendo conto che in realtà non è più accesa da parecchio tempo. Serve a poco avere una grande conoscenza e una discreta esperienza, se quella fiamma interiore non arde più. Non c'è più la scintilla fatta di quei dolci momenti di speranza e adesso sta venendo a mancare tutto il resto. Sarebbe stato meglio se fossi stato meno bravo, ma avessi avuto l'entusiasmo di un bambino e fossi stato felice anche di conoscere nuove persone che condividono lo stesso percorso".
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Rispetto all'ansia preferirei un pianto liberatorio. Attraverso quest'ultimo si può comprendere meglio quale sia la strada da seguire o, per lo meno, è un modo per mettere in silenzio tante maledette preoccupazioni. L'ansia ci paralizza e ci rende quasi impotenti, incapaci di gioire e di agire, inoltre non ci permette di vedere tante piccole cose.
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Un pensiero per mio figlio che mai nascerà
Ormai è palese che nella mia vita sarò destinato a non avere mai un partner, o l'altra metà, come si dice. Purtroppo o per fortuna, non si sa. Ma riflettendoci, in fondo, non sarei stato all'altezza di essere un buon padre. Oltre ad essere molto ansioso in tanti aspetti della vita e a non essere in grado di "reggere" alcune situazioni probabilmente a causa di un meccanismo inconscio di autodifesa, non sarei riuscito ad educare un figlio costringendolo ad adattarsi ad una società che impone già da subito come si deve vivere (il libero arbitrio è un'illusione), che già a sei anni dovrà per sempre rinunciare alla propria libertà, a lasciare molte cose e a negare la conoscenza di tante altre cose, essere costretto a stare con compagni che non ha mai scelto, a vivere in una sorta di competizione sempre più esasperata, a seppellire la propria autenticità e tutto ciò soltanto per continuare a vivere una vita sempre meno libera.
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Con un vuoto di fame in me io cammino, cibo non potrà riempirlo;
con un vuoto di spazio in me io cammino, nulla potrà riempirlo.
Con uno spazio di tristezza in me io cammino, tempo non lo terminerà.
Con uno spazio di solitudine in me cammino, nessuno lo colmerà.
Per sempre solo, per sempre triste io cammino,
per sempre vuoto, per sempre affamato io cammino,
con dolore di grande bellezza io cammino,
con vuoto di grande bellezza io cammino.
Ora con un Dio io cammino,
ora i passi muovo tra le vette,
ora con un Dio io cammino,
a passi di gigante, oltre le colline.
Io sono una preghiera in cammino.
Mai solo, mai piangente, mai vuoto,
sul cammino delle età antiche,
sul sentiero della bellezza, io cammino.
(canto dei Navajos, popolo nativo americano)
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La stanchezza che proviamo non è tanto del lavoro accumulato, quanto di una quotidianità fatta di routine e di vuoto. Ciò che più stanca non è lavorare troppo. Ciò che più stanca è vivere poco. Ciò che veramente stanca è vivere senza sogni.
Gabriel García Márquez
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