#I Vampiri nel Terzo Millennio
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L'Agenzia dei Casi Impossibili di Sabrina Folcia: Un’avventura originale tra vampiri e misteri umani. Recensione di Alessandria today
Quando i vampiri affrontano il Terzo Millennio e le complessità della natura umana.
Quando i vampiri affrontano il Terzo Millennio e le complessità della natura umana. Biografia dell’autrice.Sabrina Folcia è un’autrice italiana appassionata di narrativa fantastica e di temi legati all’introspezione umana. Con il suo romanzo L’Agenzia dei Casi Impossibili, primo volume della serie I Vampiri nel Terzo Millennio, si distingue per un approccio originale al genere urban fantasy,…
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Già a fine ‘800 era venuto qualche dubbio, nel notare come centri di Finanza e catene di giornali di finanza, appoggiavano le lotte sindacali dei primi partiti socialisti, contro i monopoli. Strano che i vampiri delle banche si dedicassero a delle cause giuste. Poi si scopri che dietro c’era l’interesse bancario a indebolire l’imprenditoria privata per fagocitarla. Con la rivoluzione di Ottobre in Russia, non pochi rimasero sorpresi nel sapere come le grandi banche di Wall Street riversavano ingenti finanziamenti a Lenin e trattavano Trotzsky, ospite a New York, come un gran signore. Fu poi chiaro che alla grande Finanza, divenuta in quegli anni monopolista, proiettata al controllo dei mercati mondiali, era utile che la Russia cadesse per qualche decennio in un sottosviluppo industriale e non fosse concorrenziale con le sue ricche risorse di materie prime. Al termine della seconda guerra mondiale, a parte l’alleanza “innaturale” tra i sovietici e gli anglo americani, comunque consequenziale, considerando che la Russia era stata invasa dalla Germania, si restò poi meravigliati nel vedere come Sovietici e americani si erano spartiti l’Europa, ma si presumeva che erano le conseguenze di una guerra disastrosa. Poi però, con il passare degli anni, si constatò come il comunismo aveva impiantato un subdolo sistema imperialista finalizzato a sfruttare tutti i paesi assoggettati. Se ne accorse anche il Che Guevara che ebbe modo di criticare certi “traffici” e imposizioni dell’Urss che non erano proprio tra “fratelli” nell’internazionale. Negli anni ’70 esplose dappertutto la cosiddetta “contestazione” con le bandiere del marxismo leninismo, che a parte i temi di costume portò grandi spallate al padronato capitalista. Ma lungi dal giovare ai lavoratori, tranne aumenti salariali subito risucchiati da altri aumenti, si verificò in concreto che la grande Finanza, a poco a poco entrava o subentrava nei circuiti della industria privata. Le grandi Società per azioni e le multinazionali erano sempre più in proprietà anonima di banche e finanza. LA FALCE E IL MARTELLE, DI FATTO, NEL SECOLO XX, AVEVA LAVORATO PER LE BANCHE Con il terzo millennio, ci ritroviamo che l’utopia https://www.instagram.com/samueledelpappa/p/CXRO8BMsGVk/?utm_medium=tumblr
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Long Live Tristan De Martel
Long Live Tristan De Martel
Nell’universo dispotico degli Originals, l’antagonista minore è sempre destinato a soccombere. Fatalmente, brutalmente, preferibilmente per mano degli stessi Mikaelson.
Se possibile in modo spettacolare, e a volte nel modo più sadico, per soddisfare gli istinti di quella parte del pubblico che delega ai protagonisti ansie, frustrazioni e desideri di rivincita.
Un quadro a volte inquietante, ma spesso non sufficientemente approfondito, dove la famiglia Orginale rappresenta un grumo di impulsi, tensioni, desideri repressi, che sarebbe stato molto interessante da studiare, se non da sciogliere. Ma non è questo il caso della quarta stagione della serie.
L’unica autrice del gruppo capace di cogliere sfumature morbose e affascinanti nei rapporti tra i protagonisti, e nello stesso tempo capace di una pietà che coinvolgesse tutti i personaggi, principali e minori, ha lasciato la serie alla fine della terza stagione. Il suo nome è Diane Ademu John.
Questa signora è stata capace di prendere un antagonista che era minore davvero ( piccolo, incompreso, poco amato) e di dedicargli un’intera, indimenticabile puntata. La fulgida 3x14, “Un tram chiamato desiderio”. Quando ormai egli era condannato e sparito di scena, destinato, secondo le parole del suo stesso creatore, a una “splendida, orribile, e perpetua fine”, ella l’ha temporaneamente recuperato dalla sua prigione sottomarina, regalandogli l’uscita di scena degna di un tragico anti-eroe.
Il nome di quel piccolo vampiro, che nel libro della serie occupa appena una riga, è Tristan De Martel.
Invero la sua posizione nella storia della famiglia Originale non è del tutto trascurabile, essendo la prima, controversa creatura di uno dei protagonisti. Il suo creatore è infatti figura di riferimento assoluto, il più anziano dei Mikaelson attualmente in vita: il nobile, incrollabile, spietato e insieme misericordioso Elijah Mikaelson. Colui che ha passato un’intera esistenza millenaria nell’opera di redenzione, che poi è riuscita ad altri, del fratello Klaus Mikaelson. Colui che ha sacrificato tutto: amicizia, affetti, rapporti filiali, per proteggere la famiglia e in particolare il fratello ibrido e incontrollabile, vittima di un padre sadico e di un istinto violento che tendeva a soffocarne l’intima buona natura.
In definitiva, il nostro Elijah è un grande, tragico fallito. Per questo infinitamente interessante. Intrappolato in una relazione sentimentale fasulla e forzata fin dalle prime battute con la possibile cognata. La vera protagonista, adorata da personaggi e autori, la ragazza di strada che è cresciuta orfana tra i lupi, la lupa che magicamente resta incinta di una creatura morta da secoli, la voce del buon senso e della ragione, la “splendida e crudele” (ma sempre a fin di bene) regina del Bayou e suprema Mary Sue: Hayley Marshall.
Per chi come me ha sempre amato il più tenebroso, represso e contorto dei Mikaelson, tale relazione, nata in lui più dal senso del dovere e dall’istinto innato di proteggere, che dalla vera passione e dalla vera complicità, è sembrata sempre più una condanna che una benedizione. Un modo di ridurre il personaggio, di esaltarne l’innegabile ipocrisia (il nobile Elijah non è meno spietato dei fratelli, è solo più controllato ed elegante nell’esecuzione). Una condanna che, come quella destinata al povero Tristan, pensavo non dovesse finire mai.
Tanto più che il motivo principale per accogliere Hayley nel cerchio ristretto dei Mikaelson non è certo la one night stand che ella ha condiviso con Klaus, ma di questa l’insperato e improbabile frutto: la piccola Hope. La figlia/nipote che fin dal nome dovrebbe assumersi l’ingrato compito di salvare e “redimere” (quanta confusione in quella parola) un’intera famiglia di vampiri millenari.
In questo scenario già abbastanza contorto, arriva nella terza stagione una splendida invenzione, che sfruttata meglio avrebbe aperto scenari affascinanti e imprevisti.
I fan li hanno soprannominati Trinity, e sono i primi vampiri creati dalla famiglia Mikaelson, in particolare da Klaus, da Elijah e da Rebekah. Le loro prime creature, vampiri quasi altrettanto antichi ma certo non altrettanto potenti, sono Lucien Castle e i fratelli Tristan e Aurora De Martel.
Il legame che questi hanno con i propri creatori non è semplicemente “sentimentale” (in senso lato). C’è tra i due gruppi un groviglio abbastanza difficile da decifrare di affetto, risentimento, sensi di colpa, legami amicali e filiali, attrazione erotica (nel caso di Klaus e Aurora… ma non solo).
In poche parole, la discendenza vampirica non significa automaticamente rapporto filiale, anche se spesso sembra rispecchiarne in modo malato i meccanismi di soggezione/invidia/frustrazione/ammirazione.
E se Lucien per Klaus sembra soprattutto un vecchio amico divertente e un po’ imbarazzante, se tra Rebekah e Aurora si era creata una sorellanza che i secoli hanno ormai fatto sbiadire, tra Elijah e Tristan si raggiungono i livelli più alti di non detto, di morbosità, di ambiguità.
L’autoritario Elijah esprime nei confronti della sua creatura un misto di accondiscendenza e di preoccupazione, lo attacca a parole con una violenza e persino una volgarità che non sembrano giustificate. E che sulle sue labbra, abituate a espressioni eleganti e formali, suonano ancora più incredibili.
Nel frattempo però lo provoca, lo titilla, con gesti di un’ambiguità omoerotica che non può passare inosservata. E di fatto, nonostante le ripetute minacce, senza mai esercitare una violenza fisica diretta.
Quando Tristan diventa complice del rapimento di Rebekah, Elijah arriva al punto di farlo torturare dalla propria fidanzata, fuggendo letteralmente dall’altra parte della stanza quando lei lo morde iniettandogli il veleno dei lupi mannari. E gettando così le basi per la successiva vendetta di Tristan.
Ma non è la sola cosa che stupisce, nel comportamento dell’Originale che fin qui avevamo venerato come “il nobile cervo”, il fratello buono.
Scopriamo infatti che alla base dell’inimicizia tra i due gruppi ci sono l’inganno e il tradimento dello stesso Elijah nei confronti dei tre ragazzi. Quando i Mikaelson devono di nuovo scappare per l’arrivo del perverso e violento padre Mikael, Elijah decide di trasformare Tristan in un vampiro.
Lucien, trasformato da Klaus senza sapere quello che faceva, è stato il primo. Aurora è riuscita con l’inganno a farsi trasformare da Rebekah. Nulla sappiamo delle modalità in cui viene creato il terzo. Ma sappiamo di sicuro che Elijah è consapevole delle sue azioni, e che userà questa cosa a proprio vantaggio. Soggiogando i tre per fare da esca a Mikael, convincendoli a impersonare i propri creatori, in modo che Mikael, cadendo nell’errore, insegua le loro tracce anziché quelle dei propri figli.
Inutile ripercorrere la storia e la fine di questo equivoco, a noi interessa solo il fatto che dopo un millennio i tre tornano per vendicarsi. E soprattutto per evitare l’avverarsi di una profezia che annuncia la fine dei Mikaleson, e perciò quella della loro discendenza (che è legata alla loro sopravvivenza).
Il resto è tristemente noto ai fan del Conte De Martel: Tristan rapisce Hayley e si vendica delle torture uccidendone il marito (il povero lupo mannaro Jackson, che la suprema Mary Sue ha sposato solo per rafforzare il branco e proteggere la figlia, nonostante l’attrazione reciproca che la lega a Elijah).
Klaus rapisce allora Aurora, e a Tristan non resta che riconsegnare l’oggetto magico con cui voleva rinchiudere per sempre i Mikaelson, la Serratura. Ma c’è di peggio: al momento dello scambio il Conte viene ingannato, rinchiuso a sua volta in un container sigillato con la Serratura, gettato in fondo all’oceano e costretto ad annegare per l’eternità.
Nel frattempo Aurora scappa, e allo stato attuale, una stagione dopo, non sappiamo più nulla della sua sorte.
Nella tragica scena della sua condanna, Tristan non si abbassa ad invocare pietà, ma si avvia al suo destino con lo sguardo gelido e l’espressione imbronciata del bambino che sta subendo un punizione ingiusta, mentre la nostra Mary Sue affranta gli promette: “Tu hai portato via un uomo molto buono da questo mondo. Lui sarà sempre con me… ma tu… tu sarai dimenticato… E mentre marcisci nell’oceano, ricorda la mia faccia. Perché sarà l’ultima che vedrai”
A parte l’ipocrisia di quel “lui sarà sempre con me”, quando in una manciata di puntate lei finirà di nuovo a letto con Elijah… su tutto per me c’è lo splendido particolare di Elijah alle spalle di lei. E io sono certa, assolutamente certa, slash o non slash, che l’ultima faccia che Tristan ha guardato nel piano reale è stata quella del proprio creatore.
Ma tutto questo accadeva nella puntata 3x10, e posso immaginare lo stupore, la commozione di quella piccola parte dei fan, nel vedere riapparire Tristan quattro puntate dopo.
Non nel piano reale, ma nel piano astrale immaginato per lui dalla fedele Aya e dalle sue streghe (da quel container Tristan non uscirà mai, non da vivo).
La puntata è scritta da Diane come una splendida fan fiction ( e cioè molto, MOLTO meglio del canon), di quelle che servono a consolarci e a congedarci dai nostri personaggi preferiti quando il canon è ingiusto e ingrato, e certe cose sono ancora da chiarire.
Per ragioni troppo lunghe da spiegare, Aurora, Elijah e Klaus vengono spediti con la mente in una dimensione astrale chiamata Chambre de Chasse, creata dalle streghe per proteggere la mente di Tristan dall’incubo del continuo annegamento. Una dimensione crepuscolare ed elegante, creata per lui secondo i suoi gusti e la sua sensibilità, dove egli può pensare, leggere, suonare il violino.
Elijah e Klaus sono stati resi incoscienti dalle streghe, in attesa che venga spezzato il legame di sangue e che Aurora possa ucciderli con l’ultimo proiettile di quercia bianca.
Suppongo che a nessun cattivo della serie sia mai stato concesso tanto onore. Quello di congedarsi dalla persona che più ama al mondo con parole di speranza (tanto più struggenti in quanto lui stesso sembra non crederci), quello di affrontare a viso aperto il proprio aguzzino, in un faccia a faccia in cui finalmente sono solo loro due (nel frattempo Klaus e Aurora si scambiano minacce e parole taglienti che comunque abbiamo già sentito e non aggiungono molto al loro rapporto. )
In uno strano parallelo, perché Elijah è il creatore di Tristan, ma Klaus per Aurora è solo l’ex amante, in quanto la vampira è stata creata da Rebekah.
E nella morbosa esaltazione di una delle tematiche nascoste della serie, che è quella incestuosa. Molto prima che Tristan arrivasse, infatti, più d’uno aveva sollevato dubbi sui rapporti tra Klaus e Rebekah. E nella terza stagione, ancora più marcata è la nota incestuosa tra Tristan e Aurora. La devozione “patologica e pericolosa” dell’uno verso l’altra.
Stessa vibrazione un po’ ossessiva che corre tra Elijah e Klaus, d’altra parte. (Non a caso le parole dei due De Martel, quando Tristan prova a liberare la sorella nella 3x10. riecheggiano il “sempre e per sempre” dei Mikaelson.)
Ma evidentemente il parallelo può correre anche nell’altra direzione, presentando i quattro come due coppie di ex amanti.
E le parole di Tristan non mi convincono affatto sull’ipotesi del legame filiale.
Il suo “We are your children”, dove con We intende la sua linea di sangue, è piuttosto l’affermazione dell’unico legame che possa rivendicare senza sentirsi ridicolo e umiliato.
Un padre e un figlio non si scambiano occhiate e gesti di quel tipo e in quel modo, e se il rapporto dovesse intendersi in quel senso, sarebbe altresì ben più morboso, sbagliato e malato.
Per farla breve, alla fine e come amaramente previsto il piano astrale crolla, e Tristan fa giusto in tempo a salutare Aurora. A dirle “ti amo”, senza più riuscire a nascondere le lacrime.
Molto più di quanto sia riservato a gran parte dei personaggi minori. E l’ultimo viso che Tristan vede nella propria mente è quello di Aurora, alla faccia di Hayley e della sua solenni condanne.
(Suppongo che non sia un caso se l’amante di Elijah passi gran parte della puntata chiusa in un bagagliaio con il suo fidanzato in real life, Stefan Salvatore, al secolo Paul Weasley.)
Grazie, Diane. Una splendida uscita di scena, di quelle che un personaggio minore raramente può avere.
Una che voglio ricordare, come spettatrice e come slasher, con le parole più vibranti che Tristan abbia mai detto. Sono per Elijah, e a mio parere vibrano di risentimento ma in qualche modo anche d’amore:
You know, I'm almost grateful for those hundred-odd years I spent compelled to be you. It taught me so much... But nothing more important than how to not be you. Where you betray, I remain loyal. Where you abandon, I remain. And, should you find a knight or two in shining armor still foolish enough to fight for you... They will die right alongside you.
“Sai, sono quasi grato di quei maledetti cento anni in cui sono stato soggiogato per essere te. Mi ha insegnato tanto… Ma niente più importante di come fare a NON essere te. Dove tu tradisci, io sono leale. Dove tu abbandoni, io resto. E se tu dovessi trovare uno o due cavalieri in armatura splendente abbastanza stupidi da combattere per te… Essi morirebbero accanto a te”
Una splendida uscita di scena… L’unica che avremo.
Quando Diane ha lasciato, abbiamo perso l’unica autrice disposta a combattere per Tristan.
Sapevo, con buona approssimazione, che se il Conte fosse tornato avrebbe fatto una brutta fine. E temevo le loro moraliste attenzioni. Ma un’autrice così attenta e sensibile non gli avrebbe riservato una triste morte fuori scena, senza neanche essere nominato.
Che Tristan sarebbe morto mi era chiaro da mesi, da quando un’autrice di quelle politicamente corrette aveva risposto brutalmente che il nostro non sarebbe più tornato dall’oceano. A quel punto, l’unica scelta alternativa all’eterno supplizio sarebbe stata la fine della sua storia terrena.
Avevo plottato mentalmente per un anno, sperando in un ritorno e in ruolo da frenemy che potesse risolvere le questioni in sospeso. Ma a quanto pare no, il nuovo super-cattivo bidimensionale lasciava poco spazio per queste sfumature. E la nuova svolta politicamente corretta dei restanti autori minacciava soluzioni persino peggiori.
Però… la lettura fanon-slash di una coppia è sempre una forzatura, ma deve avere pure una base nel canon.
La mie fragili, precarie fondamenta basavano sul fatto che Elijah non fosse mai riuscito a uccidere Tristan (così come non riesce ad uccidere la sua ex amante e braccio destro del Conte, la Vampira Aya. Dovrà pensarci, come è ovvio, la “pietosa” Hayley).
E in parte sul fatto che Tristan non era morto, e perciò la sua condanna era reversibile (una specie di atroce punizione, non tanto strana da parte di uno come Elijah che ha tenuto uno dei propri fratelli per 900 – NOVECENTO – anni in una bara).
Alla fine, senza saperlo, mi sono venuti incontro proprio gli stessi perfidi autori, facendo morire temporaneamente Elijah, ma condannando così tutta la sua discendenza.
Riducendo Elijah al fantasma di se stesso per l’intera stagione.
E infine, supremo colpo di scena, dando il benservito alla più rispettabile delle coppie, quella costituita da Elijah e Hayley.
Con motivazioni, si badi bene, tutte sbagliate, dove il povero Elijah prende tutte le colpe e diventa un mostro di difficile redenzione… ma ragazze, la guerra è guerra. E dopo tante sofferenze io e il mio Tristan mentale non andremo tanto per il sottile.
Un Elijah triste e solo non ha dovuto subire l’atroce destino di dover uccidere la propria creatura. E non dovrà immaginarlo mentre soffre, nel frattempo che lui va avanti. Briciole. Tutto quello che potevamo avere.
E così, anche se ho paura a dirlo, la mia OTP in un certo senso è salva, anche se uno dei due è morto. È morto il Tristan-canon. Evviva il Tristan-fanon. Prima salvato dall’oceano, e poi liberato dall’asservimento un attimo prima che Elijah fosse “ucciso”.
Da fanon la mia OTP diventa crack e AU, ma poco male. Dovrò solo farli soffrire ancora un po’. Till we finally Breathe.
Non ditelo agli autori, però. A quanto pare volevano realizzare la promessa di Hayley, dimenticandosi di lui.
Ma… Long Live Tristan De Martel.
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