#Giuseppe Amato
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3 febbraio … ricordiamo …
3 febbraio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2023: Sergio Solli, attore italiano. Originario dei Quartieri Spagnoli, già da ragazzo lavorò come parrucchiere, lavorando al contempo in una troupe teatrale; dopo diversi spettacoli entrò nella compagnia di Eduardo De Filippo. A partire dagli anni ottanta interpretò svariati film e diverse serie televisive. (n.1944) 2023: Paco Rabanne, nato Francisco Rabaneda Cuervo, stilista e designer…
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#3 febbraio#3 febbraio morti#Angiolina Quinterno#Audrey Cotter#Audrey Meadows#Ben Gazzara#Betty May Adams#Bonnie Cashin#Carlo Biagio Anthony Gazzara#Dory Cei#Ferdinando Buscaglione#Francesco De Robertis#Fred Buscaglione#Georges Wilson#Giuseppe Amato#Giuseppe Vasaturo#Haya Harareet#Haya Hararit#Joan Standing#John Cassavetes#Josephine Dunn#Julia Adams#Julie Adams#June Walker#Kristoff St. John#Lana Clarkson#Lana Jean Clarkson#Margreth Weivers#Maria Schneider#Mary Josephine Dunn
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Sold out al Teatro San Carlo di Napoli
NAPOLI – SOLD-OUT AL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI. LA TRAVIATA DI GIUSEPPE VERDI HA CONQUISTATO IL CALOROSO PUBBLICO PARTENOPEO. CONSEGNA DEL SAGGIO SU METASTASIO ALLA BIBLIOTECA DEL CONSERVATORIO SAN PIETRO A MAJELLA. Dopo la presentazione, al Maschio Angioino, dei libri del tenore Luca Lupoli e della giornalista e scrittrice Maria Cuono, Il Melodramma di Pietro Metastasio, Il Primato del Testo…
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#carmen giardina#Casa Editrice Pagine#cultura#Giuseppe Verdi#Il Melodramma di Pietro Metastasio#kimerik#la Traviata#lirica#lorella cuccarini#Lorenzo Amato#Luca Lupoli#Monica Sarnelli#Olga De Maio#Teatro San Carlo di Napoli#Tutto con il cuore
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Un bel libro
Fa caldo?Avverto tardi? Tutto vero. Il libro però è bello e chi non ha di meglio da fare non dorma! Lento pede, stando all’ombra, faccia un piccolo sforzo e non si pentirà:
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#Carlo De Cesare#Elena Coccia#Emanuela Ferrante#Enza Amato#Giovanni Musella#Giuseppe Aragno#Kairos#Maschio Angioino#Rosario Ruggiero#Yvonne Carbonaro
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Potevo avere 5 anni. A quel tempo eravamo soliti trascorrere le feste natalizie da alcuni zii, la cui casa in campagna diventava allora accogliente rifugio per parenti e amici. Portavo sempre con me un pupazzo a farmi compagnia, dato che i miei cugini, ormai adolescenti, avrebbero certo mal sopportato l'idea di giocare assieme. Ricordo ancora chiaramente quel pomeriggio: la sera saremmo stati dai miei zii come di consueto ed io mi sarei malannoiato fra i bigi discorsi degli adulti, urgeva perciò la Selezione.
L'ambita Selezione avveniva per eliminazione diretta in scontri 1 vs 1. Ogni pupazzo s'affrontava in una moderna rivisitazione delle giostre medievali, allo scopo di conquistarsi il mio cuore. Come sempre accade, anche quel torneo era palesemente truccato, sicché alla fine trionfavano sempre gli stessi. Fra i grandi campioni, la più avvezza alla vittoria era senza dubbio la Pantera Rosa, un vecchio pupazzo che mi portavo sempre dietro, ovunque andassi. Dopo averla portata in trionfo quel pomeriggio, le promisi che ci saremmo divertiti, sarebbe stata una grande serata. Non sapevo, ahimè, che per noi sarebbe stata purtroppo l'ultima. Il mio giocarci difatti, a quell'età, trovava massimo sfogo nel lanciar in aria il malcapitato pupazzo, raccoglierlo per poi reiterare il gesto ad libitum. Uno di quegli sciagurati lanci però mandò la pantera talmente in orbita da farla finire dietro un'enorme e inamovibile credenza. A nulla valse piangere e disperarsi, la povera pantera restò lì (con sadico compiacimento di tutti gli astanti). Ricordo ancora il malinconico struggimento di quei giorni densi di colpa e mortificazione, le penose richieste e la perenne risposta ("Quando faremo pulizia"), i piani perversi studiati in dormiveglia per infiltrarmi in casa loro e riprendermi la pantera e il languido desiderio che mi s'accendeva a ogni fiera di paese, quando scorgevo fra i premi del tiro a segno un pupazzo simile a quello tanto amato e perduto.
Sono passati trent'anni, dico d'aver dimenticato, ma una parte della mia infanzia è rimasta sepolta lì, dietro quella credenza, dove ho smesso definitivamente di credere agli adulti e ho imparato cosa vuol dire perdere qualcuno o qualcosa senza potergli dire addio. O almeno credevo, perché l'altro giorno chiama mia zia per dirci che finalmente, dopo trent'anni, hanno fatto pulizie e spostato la credenza, trovandovi "un giochino di quando Giuseppe era bambino, non so se se ne ricorda ancora..." Ah, zia ingenuotta! Non pensavo che questo giorno sarebbe mai arrivato, così sulle prime ho pensato, "chissà se mi riconoscerà dopo tutto questo tempo..." "del resto anche casa nostra è cambiata, spero non si senta a disagio". Siamo andati a prenderla la sera stessa, era tutta sporca, molto più piccola di quanto ricordassi, orba d'un occhio (non oso immaginare cosa deve aver subito in questi trent'anni di prigionia) e con un aspetto decisamente vintage, ma ora è di nuovo a casa. Mia madre era convinta che dopo anni d'oscurità e polvere, si sarebbe sbriciolata dopo pochi minuti al sole, invece sembra reggere ancora. Dopo averla lavata a fondo, oggi l'ho potuta finalmente riabbracciare come quell'ultima volta trent'anni fa e ho un po' pianto. È stato come riabbracciare quella parte di me che credevo perduta per sempre.
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Testamento di un uomo
«Non so che poeta io sia stato in tutti questi anni.
Ma so di essere stato un uomo: perché ho molto amato, ho molto sofferto, ho anche errato cercando poi di riparare al mio errore, come potevo, e non ho odiato mai.
Proprio quello che un uomo deve fare: amare molto, anche errare, molto soffrire, e non odiare mai».
Giuseppe Ungaretti
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Non so che poeta io sia stato in tutti questi anni. Ma so di essere stato un uomo: perché ho molto amato, ho molto sofferto, ho anche errato cercando di riparare al mio errore, come potevo, e non ho odiato mai. Proprio quello che un uomo deve fare: amare molto, anche errare, molto soffrire, e non odiare mai.
- Giuseppe Ungaretti
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«Non so che poeta io sia stato in tutti questi anni. Ma so di essere stato un uomo: perché ho molto amato, ho molto sofferto, ho anche errato cercando di riparare al mio errore, come potevo, e non ho odiato mai. Proprio quello che un uomo deve fare: amare molto, anche errare, molto soffrire, e non odiare mai». Questo disse di se stesso a 80 anni.
Giuseppe Ungaretti
"Il testamento di un uomo".
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Figaro's Famous Fanfare | 66 Brilliant Baritones Battle OUT NOW!
Gioachino Rossini’s opera Il Barbiere di Siviglia (The Barber of Seville) remains one of the most beloved and enduring works in the operatic repertoire.
Among its many memorable moments, Figaro's entrance aria, "Largo al Factotum," stands out as a tour de force for the baritone voice and a cornerstone for both character development and comedic expression.
The famous "Figaro, Figaro, Figaro" section, performed unaccompanied, exemplifies Rossini's wit, musical humour, and masterful control of operatic timing.
This moment showcases the singer’s vocal precision, agility, and musicianship, while also highlighting their acting skills, characterisation, dramatic flair, and ability to engage the audience.
In this 10-minute video, 66 great operatic baritones bring their own unique interpretations to this iconic a cappella passage.
List of Figaros:
Giuseppe Campanari [1855–1927] — Over 200 Met performances Mattia Battistini [1856–1928] — ‘King of Baritones’ Joseph Winogradoff [1866–1936] — Sang Figaro in Yiddish John Forsell [1868–1941] — Debuted as Figaro Mario Sammarco [1868–1930] — Noted for versatility & acting Emilio De Gogorza [1872–1949] — Recorded prodigiously
Riccardo Stracciari [1875–1955] — Figaro a signature role Giuseppe De Luca [1876–1950] — Created Sharpless & Schicchi Titta Ruffo [1877–1953] — ‘Voice of The Lion’ Pasquale Amato [1878–1942] — Sang at the Met 1908–1921 Peter Dawson* [1882–1961] — Bass-baritone. Over 1500 recordings Carlo Galeffi [1882–1961] — One of the finest interwar baritones
Enrico Molinari [1882–1956] — Sang as bass & baritone Armand Crabbé [1883–1947] — A lead in London 1906–1914, 1937 Giuseppe Danise [1883–1963] — Four Met premieres Anafesto Rossi [1883–1933] — Graduated as a bass Enrico De Franceschi [1885–1945] — Figaro in Turin & Honduras Umberto Urbano [1885–1969] — Recorded ‘marvels of lyric beauty’
Apollo Granforte [1886–1975] — c.1800 performances Giulio Fregosi [1887–1951] — Figaro in Paris Luigi Montesanto [1887–1954] — Created Michele Giacomo Rimini [1887–1952] — Sang Figaro with GalliCurci Heinrich Schlusnus [1888–1952] —Top German interwar lyric baritone Mariano Stabile [1888–1968] — Outstanding singing-actor
Richard Bonelli [1889–1980] — Sang Figaro in early sound film Benvenuto Franci [1891–1985] — A top Figaro interpretator John Charles Thomas [1891–1960] — Hollywood Walk of Fame Mario Basiola [1892–1965] — 66 roles. Taught by Cotogni Giovanni Inghilleri [1894–1959] — Sang with Ponselle & Gigli Lawrence Tibbett [1896–1960] — Legendary singer & actor
Iso Golland [1898–1961] — Respected pedagogue Dennis Noble* [1898–1966] — Bristolian [UK]. Prolific broadcaster Carlo Tagliabue [1898–1978] — Sang Wagner, Excelled at Verdi Ivan Petroff [1899–1963] — Debuted as Figaro Igor Gorin [1904–1982] — Cantor fluent in 8 languages Alexander Sved [1906–1979] — Taught by Sammarco & Stracciari
Frank Valentino [1907–1991] — 26 roles in 21 seasons at the Met Leonard Warren [1911–1960] — Met lead. Had a top C Gino Bechi [1913–1993] — Cast in musical films Tito Gobbi [1913–1984] — 136 roles over 44 years Paolo Silveri [1913–2001] — Sang as bass, baritone & tenor Giuseppe Valdengo [1914–2007] — Debuted as Figaro
Josef Metternich [1915–2005] — Created Hindemith’s Kepler Giuseppe Taddei [1916–2010] — Aged 69 at Met debut Robert Merrill [1917–2004] — Met’s principal baritone Manuel Ausensi [1919–2005] — Famous full recording of this opera Sesto Bruscantini [1919–2003] — Also sang Bartolo Aldo Protti [1920–1995] — Student of Basiola
Ettore Bastianini [1922–1967] — Recorded this opera for Decca Cornell MacNeil [1922–2011] — ‘Rivals, but [..] no equals’ Renato Capecchi [1923–1998] — Singer, actor & director Frank Guarrera [1923–2007] — Figaro a signature role Rolando Panerai [1924–2019] — More than 150 roles. Famed for buffo Piero Cappuccilli [1926–2005] — 17 major Verdi roles
Nicolae Herlea [1927–2014] — Sang Figaro c.550 times Peter Glossop [1928–2008] — A lead in London, Europe & USA Hermann Prey [1929–1998] — Figaro in film and live TV Yuri Gulyayev [1930–1986] — Figaro a best role Yuri Mazurok [1931–2006] — People’s Artist of the USSR Stoyan Popov [1933–2017] — ’The Bulgarian Titto Gobbi’
Sherrill Milnes [1935-] — Recorded Figaro under Levine Franco Pagliazzi [1937–2018] — Became dramatic tenor Silvano Carroli [1939–2020] — Taught by Mario Del Monaco Muslim Magomayev [1942–2008] — ’Soviet Sinatra’ Allan Monk [1942-] — Awarded a Golden Jubilee Medal Amartuvshin Enkhbat [1986-] — Numerous international awards
*Recorded 'Largo al Factotum' in the Key of Bb
Please join me for the premiere of this new video and share your thoughts in the comments and in the chat! I’m curious… Who’s YOUR favourite Figaro?! 🎶
There's a 'notify me' option available on the video page
Feel free to invite anyone else who might enjoy it— I look forward to you joining me there! Moodoo Van Spoon
youtube
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Fell the Marvelous read the history of Pinetti
🇬🇧 Pinetti - Physical Entertainment 🎩🪄
Continues the study of Fell The Marvelous among the greatest magicians in history 🃏
Giuseppe Merci, aka Pinetti, was one of the greatest magicians, inventors and scientists of the eighteenth century. He was Italian, born in Orbetello in 1750 to a humble family and within 30 years he even became a count with the pompous title of Count Pinetti Willedal de Mercy, knight of the Order of Saint Philip. Loved throughout Europe, where he stayed in the most prestigious courts, he was a mathematician, scientist and inventor who transferred all this knowledge into magical art. In the book Aziraphale is reading, some of his most famous mathematical tricks are explained, which he masterfully applied to card games and to what, centuries later, would be defined as "mentalism". Other tricks are reported "how to melt a piece of steel as if it were lead, without the need for a very hot fire" or "to make a swallow fall from flight by means of a rifle shot loaded with powder in the common and then find a way to bring her back to life" well, this isn't difficult for Aziraphale... but who knows whether Pinetti, who loved to be depicted surrounded by winged cherubs, didn't avail himself of... some divine help? 😇 Thanks to magician Aristide - @arisinparis for who allowed us to access his magical library 🪄🎩
🇮🇹 Pinetti - I Divertimenti Fisici 🎩🪄
Continua lo studio di Fell Il Meraviglioso tra i più grandi maghi della storia 🃏
Giuseppe Merci, in arte Pinetti, è stato uno dei più grandi prestigiatori, inventori e scienziati del Settecento. Era italiano, nato ad Orbetello nel 1750 da umile famiglia e nel giro di 30 anni divenne addirittura conte con il pomposo titolo di Conte Pinetti Willedal de Mercy, cavaliere dell’Ordine di San Filippo. Amato in tutta europa, dove soggiornò nelle corti più prestigiose, era un matematico, scienziato ed inventore che trasferì tutte queste conoscenze nell’arte magica. Nel libro che sta leggendo Aziraphale, sono spiegati alcuni dei suoi trucchi matematici più celebri, che applicò con maestria ai giochi di carte ed a quello che, secoli dopo, verrà definito come “mentalismo”. Sono riportati altri trucchi “come fondere un pezzo di acciaio come se fosse di piombo, senza che sia necessario un fuoco molto caldo” oppure “per far cadere una rondine in volo per mezzo di un colpo di fucile caricato con la polvere in modo comune e poi trovare il modo di richiamarla in vita” beh, questo per Aziraphale non è difficile…ma chissà che Pinetti, che amava farsi raffigurare circondato da alati cherubini, non si sia avvalso di…qualche aiuto divino? 😇Grazie al mago Giuseppe Aristide Pistone per averci permesso di accedere alla sua biblioteca magica 🪄🎩
#good omens#cosplay#cosplayer#aziraphale#fell the marvelous#magician aziraphale#magician#magic#history of magic
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Ora, noi non vorremmo spingerci a dire che sia imparentato con Vincenzo Visco, detto dai contribuenti “Dracula” (a proposito: qualcuno ha più sentito parlare la Lega di flat tax?). Non è che lo vogliamo precisamente proporre come segretario del Pd al posto di Elly Schlein o come bandiera del “sistema” e dell’“establishment” (anzi: dell’élite) portato al governo dal Bilderberg e da George Soros. Però qualcosa dobbiamo dirla. Siamo lieti, ecco. Non abbiamo difficoltà a confessarlo. Siamo lieti che Matteo Salvini, l’uomo pescato più volte al mare insieme col pesce azzurro, attualmente vicepremier, ministro dei Trasporti e segretario della Lega, nei fatti rappresenti l’intersezione insiemistica di Giuliano Amato (quello del prelievo forzoso dei conti correnti) e di Mario Monti (quello dell’austerity).
Salvini è infatti vittima di una grave ingiustizia. Bisogna cominciare a dirlo. Giù le mani da Salvini! Egli viene infatti giudicato per quello che dice, e non per quello che fa. Dice che “con meno armi c’è meno guerra”? Sì, però non c’è nessuno in Parlamento che abbia votato con costanza, fedeltà (e accanimento) a favore dell’invio delle armi in Ucraina come Salvini e la Lega. Egli farà pure il putiniano da hotel Metropol su Facebook o su Instagram, ma poi guardatelo al Senato: è assai più atlantista di Giuseppe Conte e di gran parte del Pd che addirittura mette in discussione l’appartenenza dell’Italia alla Nato. Lui e Joe Biden: fratelli. Dicono che sia razzista. E in effetti su Instagram trasmette solo video di neri che fanno cose brutte. Però quale governo in Italia ha accolto più migranti di tutti? Ma quello con Salvini, ovviamente, che ha votato e fatto votare alla Lega il decreto flussi. Un record di neri sbarcati nel nostro paese (sai quanti video adesso sui social). E poi: chi ha cancellato il Superbonus? E chi ha cancellato il Reddito di cittadinanza? Lui, lui, e sempre lui. Matteo nostro. Il figlio segreto di Angela Merkel e Ursula von der Leyen. A Palazzo Chigi gli danno la sua Settimana Enigmistica con la biro, le sue forbici con la carta bianca per ritagliare gli elefanti e lui vota qualsiasi cosa. Certo le spara grosse, a volte sembra un picchiatello, non ha inibizioni né pudori né freni, ma non si può giudicare un uomo dalle apparenze. Per una volta, stiamo ai fatti. Questo fa tutto il contrario di quello che dice. E’ una garanzia: Salvini, (non) basta la parola.
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3 febbraio … ricordiamo …
3 febbraio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2021: Margreth Weivers, attrice svedese. È apparsa in più di 100 film e programmi televisivi dal 1943. Weivers è stata sposata con Bertil Norström. Hanno avuto un figlio Per Norström, divenuto consigliere ministeriale presso il ministero degli Affari esteri. (n. 1926) 2021: Haya Harareet, talvolta indicata anche come Haya Hararit, attrice e sceneggiatrice israeliana. Si ritirò dalle scene nel…
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#3 febbraio#3 febbraio morti#Angiolina Quinterno#Audrey Cotter#Audrey Meadows#Ben Gazzara#Betty May Adams#Bonnie Cashin#Carlo Biagio Anthony Gazzara#Dory Cei#Ferdinando Buscaglione#Francesco De Robertis#Fred Buscaglione#Georges Wilson#Giuseppe Amato#Giuseppe Vasaturo#Haya Harareet#Haya Hararit#Joan Standing#John Cassavetes#Josephine Dunn#Julia Adams#Julie Adams#June Walker#Kristoff St. John#Lana Clarkson#Lana Jean Clarkson#Margreth Weivers#Maria Schneider#Mary Josephine Dunn
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Elvis: il Re in gabbia
Elvis: Austin Butler in una foto
L'inizio è roboante, frenetico, luccicante e anche piuttosto kitsch, a cominciare dai titoli di testa in "oro massiccio". Esattamente quello a cui Baz Luhrmann ci ha sempre abituato, ed è esattamente quello che mi aspettavamo anche da questo Elvis. D'altronde parliamo del regista che in passato aveva preso Shakespeare e Giuseppe Verdi per trasformarli in irresistibili pastiche postmoderni, quindi come sarebbe potuto essere altrimenti con il Re del rock and roll?
Il più grande spettacolo del mondo
Va da sé che l'Elvis di Luhrmann non sia un biopic tradizionale, e non prova mai ad esserlo. È invece un tributo all'uomo e all'artista non solo attraverso la sua leggendaria musica ma soprattutto attraverso quel senso di spettacolo e di intrattenimento che da sempre ha caratterizzato la sua carriera, portandolo ad un certo punto ad essere l'artista più famoso e amato al mondo.
Elvis: Austin Butler in una scena
Proprio questo aspetto, la spettacolarità delle sue performance, gli eccessi che da sempre hanno caratterizzato non solo l'artista ma anche l'incredibile ed esagitata fanbase, è chiaramente l'elemento di maggiore interesse per il regista, che può così ancora una volta dare sfoggio del suo talento visionario e volutamente eccessivo. Lo fa con innumerevoli concerti e sequenze musicali adrenaliniche e colorate, tutte "coreografate" alla perfezione al ritmo di musica.
Can't Help Falling in Love
Elvis: Austin Butler in un'immagine
E veniamo quindi al cuore del film, Elvis e la sua musica. Austin Butler è un perfetto Elvis perché non scade mai nella mera imitazione ma al tempo stesso è bravissimo nell'incarnare la sensualità del personaggio, non solo riproducendone i leggendari movimenti di bacino ma a trasmettere tutto il fascino e il carisma che erano propri del personaggio.
Se la cava benissimo anche ad interpretare le canzoni immortali che tutti noi conosciamo e leghiamo indissolubilmente alla vera voce di Elvis. Ma va detto che, esattamente com'era lecito aspettarsi da Luhrmann, la colonna sonora non è composta solo da Butler che interpreta Elvis, ma anche da tanti altri gruppi e cantanti recenti (Doja Cat, Eminem, CeeLo Green, Jack White e anche i Måneskin) che reinterpretano i vecchi classici o comunque li omaggiano con canzoni apposite. Da notare come nel film siano presenti moltissimi momenti legati al gospel o al soul, a confermare l'importanza di quelle influenze per la carriera di Elvis.
Il prezzo da pagare
Elvis: Austin Butler in un numero musicale
Luhrmann mette le cose in chiaro fin dall'inizio: questo film è sì su Elvis, ma solo al 50%. L'altra metà, com'è stato d'altronde per i profitti di tutta la sua carriera, spetta al suo manager, il Colonello Tom Parker, l'uomo che nel bene e nel male ha plasmato tutta il suo percorso, portandogli enorme successo e ricchezza ma anche tanto dolore e frustrazione. Il regista, autore anche della sceneggiatura insieme a Sam Bromell, Craig Pearce e Jeremy Doner, non ha alcun dubbio: basandosi anche sui processi tenuti molti anni dopo la morte di Elvis, individua in Parker il vero colpevole della caduta del cantante, non solo da un punto di vista professionale ma anche personale. E lascia che Tom Hanks interpreti il personaggio in modo così spregevole e mefistofelico da risultare quasi caricaturale, proprio per non lasciare alcun dubbio agli spettatori. E non lenire mai l'amore che i fan possono ancora provare per il Re.
Elvis Presley esce da questo film come assoluto vincitore, ma non solo grazie alle scelte di sceneggiatura o per l'ottima interpretazione di Butler. Elvis conferma il suo carisma unico proprio nei minuti finali, quando Luhrmann sembra quasi mettersi da parte e sceglie di mostrarci immagini di repertorio del vero cantante: è solo in quel momento, per la prima volta nel film, che Elvis è davvero libero - libero dal Colonnello, libero anche da Luhrmann stesso - e può finalmente arrivare ai fan/spettatori per quello che davvero era. Impossibile non emozionarsi, impossibile non rendersi conto del perché fosse davvero un Re.
In conclusione Elvis non è solo un film sul Re del rock and roll, ma anche su colui che ne è stato la fortuna e la rovina. Al tempo stesso non è nemmeno un biopic classico, perchè Luhrmann è un regista troppo esuberante e presente per non fare in modo che, almeno in alcuni momenti, il suo stile così sopra le righe diventi un’ennesima gabbia per il personaggio al centro del film. Ma nel finale, come abbiamo scritto nella nostra recensione, quando arrivano le immagini del vero Presley, le emozioni arrivano tutte insieme e si è ben disposti a perdonare anche tutte le imperfezioni e gli eccessi. Long live the King.
Perché ci piace 👍🏻
Austin Butler è un ottimo Elvis Presley in ogni suo aspetto; il personaggio di Tom Hanks è molto caricato ed eccessivo, ma comunque funziona benissimo come villain.
Ottime scelte musicali, anche quelle più azzardate.
Lo stile di Luhrmann rimane invariato: eccessivo, coloratissimo, a tratti sfrenato…
Cosa non va
… ovviamente chi non ha mai amato il suo cinema non cambierà idea ora.
I fan più esperti potrebbero avere molto da ridire su alcune scelte di sceneggiatura e su alcune omissioni importanti.
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[ROYAL SERIES] - Amato Royal Family
King Giuseppe and Queen Contessa of Italy have known each since childhood. After grade school they part ways abd reconnected in college. Ever since they have been inseparable. They have 3 children; Prince Giovinci, Prince Enzo and Princess Francesca. //I haven't decided who the heir is yet.
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Io ti ho amato e, ricordalo, quando sarai stanco, quando non ne potrai proprio più, non avrai che da sporgerti sul mare e chiamarmi: io sarò sempre lì, perché sono ovunque.
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa - la sirena)
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Ad ottanta anni disse:
«Non so che poeta io sia stato in tutti questi anni.
Ma so di essere stato un uomo: perché ho molto amato, ho molto sofferto, ho anche errato cercando poi di riparare al mio errore, come potevo, e non ho odiato mai.
Proprio quello che un uomo deve fare: amare molto, anche errare, molto soffrire, e non odiare mai».
Giuseppe Ungaretti
Il testamento di un uomo.
La parola e il canto di un poeta.
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