#Friularo
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lelelatta · 9 days ago
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Dominio di Bagnoli e la tradizione storica del Friularo, Padova #viaggiaescopri #travelwebtv #lelelatta
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77evabellalucia · 6 years ago
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Wine and Liquors, Secrets of the Monks of Padua
Wine and Liquors, Secrets of the Monks of Padua
Abbazia Di Praglia-( photo taken from website http://www.praglia.it )
Grey afternoon skies hung low over the countryside surrounding Padua, about a 40-minute drive west of Venice. I had just driven ten kilometers southwest of town to arrive at my destination, the Abbazia Di Praglia, a Benedictine community of monks. Nestled at the feet of the Euganean hills, along an ancient road leading to the…
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alessandroingrosso · 7 years ago
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It’s #TanninTime @salvan_vignedelpigozzo Ti immergi nell’immensità dei #ColliEuganei e ti ritrovi a far visita ad una delle più belle realtà vinicole italiane tra #cabernet #merlot e l’autoctono #friularo Una calda accoglienza dei proprietari, formaggio casareccio ed un bicchiere di buon vino, due chiacchere in italiano, veneto ed inglese. Così è trascorsa la domenica che ha preceduto il mio #vinitaly2018 #wine #collieuganeidoc #collieuganei #collieuganeipadova #veneto #italy #visitveneto #nature #igerspadova #igersveneto #colli #collieuganeinelcuore #igpadova #wine #redwine #winetasting #winelover #foodandwine #winetime #winery #winelovers #whitewine #instawine #bestwine
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jaimeariansencespedes · 4 years ago
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133 – DICCIONARIO DE ENOLOGÍA -
FRESA. Aroma frutal que aparece en ciertos vinos tintos o rosados y en algunos oportos. También puede encontrarse en vinos espumantes elaborados con uva Pinot Noir. Ficha 1.
FRESA. Aroma normalmente de vinos jóvenes que recuerda a esta fruta. Ficha 2.
FRESA. Aroma que aparece en algunos vinos tintos como el Borgoña y Rioja o en vinos rosados, en algunos oportos y en vinos espumosos elaborados con uva Pinot Noir. Ficha 3.
FRESA. Se dice del vino de aroma frutal que aparece en ciertos vinos tintos o rosados y en algunos oportos. También se encuentra “fresa” en vinos espumosos elaborados con uva Pinot Noir. Ficha 4.
FRESCO. Aroma sin notas alcohólicas. Ficha 1.
FRESCO. Con una ligera dominante ácida y afrutada. Ficha 2.
FRESCO. Que da agradable sensación de frescor a la boca debido al ácido y al carbónico. Se trata por lo general de vinos jóvenes. Ficha 3.
FRESCO. Se denomina así al olor vivo de un vino sin aroma alcohólico. Ficha 4.
FRESCO. Se dice del vino joven y blanco, en el que está armonizada la cantidad de alcohol que tiene con su acidez. Vino del año de cosecha, que se deja beber fácilmente. Vino que no ha perdido los encantos propios de su juventud. Implica un buen grado de acidez frutal, incluso un pequeño dejo de aspereza. Ficha 5.
FRESCO. Se dice del vino que su acidez pronunciada pero placentera. Se califica así a los vinos frescos, jóvenes, vehementes. Generalmente se adjetiva así a los vinos blancos. Ficha 6.
FRESCO. Término usado en vinos blancos o rosados, que muestran una armonía entre alcohol y acidez. Puede aplicarse el término, a tintos jóvenes y claretes. Ficha 7.
FRESCO. Vino blanco o rosado con armonía entre sus niveles de alcohol y acidez. Ficha 8.
FRESCO. Vino que no ha perdido los encantos propios de su juventud. Implica un buen grado de acidez frutal, incluso un pequeño dejo de aspereza. Ficha 9.
FRESCOBALDI. Bodega Italiana, ubicada en Toscana. Los marqueses de Frescobaldi tienen viñedos desde el siglo XIII, pero a partir de los 60 comenzaron a embotellar sus vino, en vez de venderlos a los bodegueros. Posee 500 ha ubicadas en las zonas de Chianti Rufina y de Pomino, se hallan las 75 ha de la Tenuta di Pomino, famosa por su pomino blanco II Benefizio, en donde predomina la chardonnay.
FRESCOR. Se utiliza este término en los vinos jóvenes blancos en que existe completa armonía entre el alcohol y los ácidos.
FREUNDSTUCH. Vino blanco alemán procedente de Forst.
FRÍO. Término utilizado para el vino al que le cuesta despedir el aroma, como se permanecería encerrado en sí mismo. Ficha 1.
FRÍO. Vino introvertido pobre en alcohol, con aroma que se desprende mal permaneciendo encerrado en sí mismo. Ficha 2.
FRÍO. Vino pobre de cuerpo y poco alcohólico. Ficha 3.
FRIULARO. Vino tinto italiano procedente de Veneto.
FRIULI-VENEZIA GIULIA. Región vitivinícola italiana donde se producen excelentes vinos como el Tocai Friulano, el Pinot Grigio, El Chardonnay, Pinot Bianco y Sauvignon.
FRIZZANTE. Vino ligeramente espumoso. Término italiano que significa ligeramente espumoso en oposición a spumante, espumoso por completo.
FRONSAC CHÂTEAU LA DAUPHINE. A.O.C. Vino blanco francés, producido con cepas Sauvignon y Sémillon, en la región de Burdeos en los viñedos de Château Carbonnieux en Léognan, en Graves. Tiene como características un color: amarillo pajizo vivo, con reflejos verdosos, aroma: sutil, continuo, de fruta madura, sabor: seco, nervioso, aristocrático, contenido alcohólico: 12 grados, maridaje: combina con entremeses refinados, platos hechos a base de pescado, crustáceos y moluscos, tanto a la parrilla como en salsa.
FRONTIGNAN. Vino de postre francés procedente de Langerog. [email protected]
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cento40battute · 4 years ago
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Inizia la riapertura di hotel; ricominciamo a vivere open air
Una piccola selezione di indirizzi da nord a sud. Per una breve vacanza che ci faccia rifiorire
Ogni regione italiana si sta attrezzando per tornare a una nuova normalità. Di giorno in giorno aumenta la riapertura di strutture alberghiere; l’ospitalità si attrezza per permetterci di prenderci una pausa da quanto accaduto in questi mesi.
Alto Adige – Il respiro della montagna
Val Passiria: boschi e prati silenziosi, sentieri da percorrere in bicicletta, la natura che calma. Come base l’hotel Stroblhof, disponibile dal 20 giugno con tre piscine esterne e i suoi accompagnatori per le attività active.
Oltre alla sanificazione giornaliera a ozono delle aree comuni, l’hotel ha modificato l’area buffet, ampliandola e dotandola di personale che servirà con protezioni piatti e porzioni scelte. La maggior parte dei piatti verrà portata al tavolo; sale da pranzo e bar sono stati ampliati per garantire la distanza fra i tavoli.
Lo stile architettonico dello Stroblhof è contemporaneo, il vetro non crea barriere visive fra uomo e natura. La Skypool all’ultimo piano – riservata agli over 16 – permette di galleggiare ammirando la valle dall’alto; la Silent Pool ha un gioco di specchi sul soffitto; la piscina Family è riservata ai bambini, con dondoli per il relax e sauna trasparente per i genitori.
Nella Spa le cabine hanno luce naturale; particolare il trattamento alla quarzite argentea dalle proprietà energizzanti.
In un colpo d’occhio: 115 camere, ristorante, due bar, 2 piscine interne e 3 esterne, tre saune, due bagni di vapore, nove cabine trattamenti, palestra, parcheggio. Gratuitamente: shuttle, escursioni accompagnate, tennis, 40 mountain bike, miniclub.
www.stroblhof.com
Veneto – Passeggiate e degustazioni di vino
Tra Padova, i colli Euganei e la laguna di Venezia sorge una proprietà dove oltre 600 ettari di terreno narrano 1000 anni di storia.
Racchiuso da mura cinquecentesche, si trova il complesso monumentale, cuore del Dominio di Bagnoli: Villa Widmann Borletti, i giardini, gli antichi granai, la Cantina benedettina, il Brolo con le vigne e il laghetto, e l’agriturismo, ricavato da quelle che un tempo erano le scuderie. 
3 appartamenti ricreano l’atmosfera di una casa di campagna; ognuno dotato di due camere da letto con bagno privato, cucina e area living. Gli ospiti trovano in casa alcuni prodotti locali e nel giardino le biciclette per visitare la tenuta.
Le giornate trascorrono a contatto con la natura, tra una passeggiata nel Brolo – il lungo viale di pioppi che apre la strada ai vigneti e al boschetto – yoga o fitness tra le vigne, bird watching, un barbecue o un pomeriggio a bordo piscina, visita dei giardini di Villa Widmann Borletti con la collezione di statue seicentesche che rappresentano i segni zodiacali.  
E quando arriva sera, degustazione nella Cantina, in primis del Friularo docg, rosso color rubino, ma anche di Merlot, Cabernet, Chardonnay, Sauvignon, Prosecco e Spumanti metodo classico.
www.ildominiodibagnoli.it 
Toscana – Stile Eco friendly in Maremma
Riapertura il 20 giugno per il resort che è stato eco friendly ante litteram: la proprietà svedese del Riva del Sole Resort & Spa ha sempre adottato le modalità sostenibili tipiche del Nord Europa.
Hotel e residence sono incastonati in 27 ettari di pineta e sono alimentati da energie rinnovabili. Il ristorante, dal nuovo restyling, amalgama il design alla tradizione toscana. Il centro wellness si sviluppa all’interno e all’esterno, in un alternarsi di piscine, aree relax, cabine per trattamenti con prodotti della linea Maria Galland.
Castiglione della Pescaia è un ottimo punto di partenza per scoprire la Maremma toscana: la Riserva Diaccia Botrona, le pinete del Tombolo, Roccamare e Poggio Ballone, il Santuario dei Cetacei, area marina protetta. Senza scordare i Castelli (come quello di Colonna), Torri (come Cala Galera, fortificazione costiera tra Castiglione della Pescaia e Punta Ala) e importanti aree archeologiche (Vetulonia).
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www.rivadelsole.it
Campania – A casa dai Cannavacciuolo
Nei luoghi da cui è cominciato il fortunato percorso dello chef bistellato, si può soggiornare nella casa di Antonino e Cinzia Cannavacciuolo, 6 camere affacciate sul Golfo di Sorrento.
PH Beatrice Pilotto
La coppia fa sentire celebrities anche gli ospiti, con la colazione servita nel proprio terrazzo, i letti king size e le vasche idromassaggio a sfioro presenti in ogni sistemazione.
Design Contemporaneo e Feng Shui sono il DNA di Laqua Charme & Boutique, dove dalla recente riapertura la purificazione avviene attraverso una tecnologia sviluppata dalla Nasa e sistemi bio allergy free.
Un luogo intimo e raccolto in una zona splendida del Belpaese, ideale per scoprire Positano, Amalfi, Ravello. E al ritorno rilassarsi nel centro benessere, nella vasca con acqua salina a 34° o nella sala massaggi.
PH Beatrice Pilotto
www.laquaspasorrento.it
Calabria – Mare e tanti sapori
C’è una tavolozza di colori e sapori in questa proposta: quelli della collina, del mare che dista sette chilometri, quella della cittadina di Pizzo di Calabria, famosa per il gelato e il tonno, quella dei frutti succosi che gli ospiti del Popilia Country Resort possono cogliere direttamente.
Affacciato sul Golfo di Sant’Eufemia, a un’altezza di 350 metri, il complesso che ha annunciato la riapertura in giugno offre 16 camere e 25 cottage di varie metrature, ristorante con specialità calabresi di mare e di terra, campi da tennis.
Percorso vita con postazioni nel verde, jogging in libertà, minigolf: sono tante le opzioni per vivere all’aperto, ritrovare energia e salute. La Spa offre vari rituali di benessere fra cui uno dedicato specificatamente alle donne, con massaggio anti età olio d’oliva di Calabria ed esfoliante corpo con sale marino e arancio amaro.
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www.popiliaresort.it
Luisella Colombo
Giugno, rinascere in Italia Inizia la riapertura di hotel; ricominciamo a vivere open air Una piccola selezione di indirizzi da nord a sud.
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vinoproduzione · 7 years ago
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Vini del Veneto
Il vino rosso del Veneto più noto ed esportato rimane ancor oggi il Valpolicella; di colore porporino, asciutto con leggera vena amara, profumo misto di lampone e di pesca, consegue con moderata stagionatura il massimo della perfezione.
Identici pregi ha il vino Valpantena tanto che la piccola quantità prodotta viene in gran parte venduta sotto l’etichetta del primo.
Con le stesse uve del Valpolicella e nella stessa zona di produzione – la plaga collinosa a nord di Verona tra l’Adige e i colli Lessini – si fanno due vini oltremodo grati all’occhio, al naso e al palato: il vin Recioto e l’Amarone.
Per ottenerli si fatica parecchio; vanno scelti i grappoli migliori e di essi si prendono soltanto le “recie “, le parti laterali, più ricche di sostanze zuccherine.
Appese ad asciugare, le uve vengono poi ammostate al sopraggiungere dell’inverno; il vino Recioto è lavorato a spumante e resta dolce, l’Amatone sottostà a una fermentazione completa e risulta asciutto con leggera vena amara, o ammandorlato.
L’Amarone asciutto si presta ad essere bevuto con la selvaggina e con la “sopressa “, il caratteristico salume veneto a pasta morbidissima. Il Recioto può essere considerato l’erede del famoso Acinatico del quale il dotto Cassiodoro, ministro dei re goti Teodorico e Vitige, ebbe a scrivere:
« La sua dolcezza si manifesta in modo incredibilmente soave, la densità si corrobora con non so quale fermezza e al tatto s’ingrossa in maniera che diresti essere un liquido carnoso o una bevanda da mangiare ».
La provincia di Verona annovera un altro vino rosso di buona stoffa, il Bardolino, più chiaro come colore del Valpolicella, diuretico, asciutto, frizzante, a dodici gradi, con delicati effiuvi di viola.
Chiude la collana veronese il Soave, intitolato all’omonimo paese, da pesce, per nulla mite come il suo nome indurrebbe a supporre, bensi nervoso e vivo, gradevolmente acidulo, giallino marezzato di verde, “bouquet” composto di fìori di vite, sambuco e ciliegio, secco con vena di mandorla amara, tenore alcoolico sugli undici gradi.
Molto vicino al Soave, ma piii nervoso è il Gambellara del Vicentino.
Sempre della provincia di Vicenza sono da ricordare i vini:
Cabernet,
Pinot bianco,
Vespaiolo
Torcolato di Breganze,
Tocai rosso di Barbarano,
Roccolo (bianco)
Frizzantino (rosso) di Montegalda,
Sauvignon dei colli Berici,
Riesling,
Pinot bianco e il Pinot nero di Costozza,
Durello (bianco) di Arzignano e Chiampo.
Ad eccezione del Torcolato di Breganze e del Vespaiolo, entrambi da seconde mense, i rimanenti vini vanno con il pesce se vini bianchi e con l’arrosto se vini rossi.
È giunta l’ora della vendemmia. La vite è allevata su pergolato alto.
In questa provincia, come nella finitima di Treviso, hanno larga diffusione alcuni vitigni francesi: il cabernet, il merlot, il sauvignon, i pinot bianco e nero. Una precisa ragione di tale diffusione c’è.
Nel corso della prima guerra mondiale, specie nel Trevigiano, andarono distrutti per gli eventi bellici numerosi vigneti; nel ricostruirli gli agricoltori furono orientati verso i soprannominati vitigni anche da generose offerte pervenute dalla Francia.
Gli splendidi risultati che essi diedero invogliarono parecchi viticoltori, sicché oggi è facile trovare nelle tre Venezie ( il Veneto propriamente detto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia) vini Cabernet, Merlot, Sauvignon, Pinot bianco e nero di gusti differenti dai francesi per la diversità dei terreni, il sole, le pratiche enologiche.
Il Cabernet veneto si distingue per l’asciuttezza, il profumo di lampone, la possanza di corpo, la stoffa a trama fìtta.
Il migliore vino cabernet, nella Marca Trevigiana, lo troviamo ad Oderzo, Collalto, Roncade, Ormelle, Orsago, Ponte e Tezze di Piave, San Biagio di Callalta, Motta di Livenza, Salgareda, Gorgo al Monticano, Giàvera del Montello, ma la sua più alta espressione questo rosso superiore d’arrosto la manifesta a Venegazzii, frazione di Volpago.
Di un granato opulento, il vino Rosso Venegazzu accoppia all’originario profumo di lampone un graditissimo odore di geranio e veste la sua possanza con un guanto di velluto: invecchia bene e sa donare sprazzi di giovinezza agli esausti. Oltre alle predette virtù, rivela un potere onirico non comune.
Accanto ai vitigni d’importazione, nella Marca Trevigiana vengono coltivate alcune delle antiche viti indigene:
raboso,
verdiso,
prosecco.
enere e gli accentua il profumo di marasca.
La prima fornisce un rosso acidulo singolare; nonostante sia poco alcoolico – tocca al massimo i dieci gradi – è in
condizione di sostenere l’invecchiamento guadagnando in finezza. Una lunga stagionatura lo decolora in grigio c
Le uve verdiso e prosecco composte insieme danno vita ai rinomati bianchi di Conegliano e di Valdobbiàdene. Il diverso uvaggio li rende dissimili.
Nel vino bianco di Conegliano predomina la verdiso, in quello di Valdobbiàdene la prosecco. L’uva prosecco, portata nella Marca ai primi dell’Ottocento dal villaggio triestino di Prosecco, esprime da sola un mirabile bianco: secco, alcoolico, di nerbo, e uno spumante di nobile stoffa, a bolle piccolissime, fresco, profumato.
Il cru di questo spumante si trova a Cartizze in territorio di Valdobbiàdene. Nell’alto Trevigiano traggono dall’uva verdiso appassita un Vinsanto conosciuto sotto il nome di Torchiato di Fregona.
Nel Patavino il Raboso assume la denominazione di Friularo; se ne fa poco e quel poco è difficile da reperire. Buoni vini rossi e bianchi sono rintracciabili nei colli Euganei dove si rinviene pure un 
vino dolce, il  Moscato di Arquà, che piaceva, dicono, al Petrarca.
Com’è noto, il grande poeta si ritirò in una villa di Arquà a trascorrervi gli ultimi 
anni della sua vita e, astemio, si lasciò convincere dal medico curante a bere moderate dosi di vino.
In provincia di Venezia prodotti meritevoli di segnalazione si incontrano a San Donà di Piave ( Raboso, Cabernet, Merlot), a Lison in territorio di Portogruaro ( Tocai di Li son ) , a Pramaggiore ( Cabernet e Merlot ) , a Quarto d’Altino ( Cabernet, Merlot, Tocai di Lison).
Scendendo dalle alture in pianura trovano buonissimi vini come:
Bardolino
Valpolicella e Recioto della Valpolicella (Amarone).
Soave e Recioto di Soave.
Prosecco di Conegliano Valdobbiadene (Cartizze).
Breganze, con le specificazioni aggiuntive:
Tocai,
Merlot,
Cabernet,
Pinot nero,
Pinot bianco,
Vespaiolo bianco.
Colli Euganei (bianco, rosso, moscato).
Gambellara, con le specificazioni aggiuntive:
Recioto di Gambellara,
Vinsanto di Gambellara.
Bianco di Custoza.
Tocai di Lison.
Vini del Piave o Piave, con le specificazioni aggiuntive:
Merlot, Cabernet,
Tocai,
Verduzzo.
Merlot di Pramaggiore.
Cabernet di Pramaggiore.
Colli Berici, con le specificazioni aggiuntive:
Garganega,
Tocai,
Sauvignon,
Merlot,
Tocai rosso,
Cabernet.
Isonzo, con le specificazioni aggiuntive:
Tocai,
Sauvignon, Malvasia Istriana bianco,
Pinot bianco,
Pinot grigio,
Verduzzo friulano,
Traminer aromatico,
Riesling renano,
Merlot,
Cabernet
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classifivini · 7 years ago
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Vini del Veneto
Il vino rosso del Veneto più noto ed esportato rimane ancor oggi il Valpolicella; di colore porporino, asciutto con leggera vena amara, profumo misto di lampone e di pesca, consegue con moderata stagionatura il massimo della perfezione.
Identici pregi ha il vino Valpantena tanto che la piccola quantità prodotta viene in gran parte venduta sotto l’etichetta del primo.
Con le stesse uve del Valpolicella e nella stessa zona di produzione – la plaga collinosa a nord di Verona tra l’Adige e i colli Lessini – si fanno due vini oltremodo grati all’occhio, al naso e al palato: il vin Recioto e l’Amarone.
Per ottenerli si fatica parecchio; vanno scelti i grappoli migliori e di essi si prendono soltanto le “recie “, le parti laterali, più ricche di sostanze zuccherine.
Appese ad asciugare, le uve vengono poi ammostate al sopraggiungere dell’inverno; il vino Recioto è lavorato a spumante e resta dolce, l’Amatone sottostà a una fermentazione completa e risulta asciutto con leggera vena amara, o ammandorlato.
L’Amarone asciutto si presta ad essere bevuto con la selvaggina e con la “sopressa “, il caratteristico salume veneto a pasta morbidissima. Il Recioto può essere considerato l’erede del famoso Acinatico del quale il dotto Cassiodoro, ministro dei re goti Teodorico e Vitige, ebbe a scrivere:
« La sua dolcezza si manifesta in modo incredibilmente soave, la densità si corrobora con non so quale fermezza e al tatto s’ingrossa in maniera che diresti essere un liquido carnoso o una bevanda da mangiare ».
La provincia di Verona annovera un altro vino rosso di buona stoffa, il Bardolino, più chiaro come colore del Valpolicella, diuretico, asciutto, frizzante, a dodici gradi, con delicati effiuvi di viola.
Chiude la collana veronese il Soave, intitolato all’omonimo paese, da pesce, per nulla mite come il suo nome indurrebbe a supporre, bensi nervoso e vivo, gradevolmente acidulo, giallino marezzato di verde, “bouquet” composto di fìori di vite, sambuco e ciliegio, secco con vena di mandorla amara, tenore alcoolico sugli undici gradi.
Molto vicino al Soave, ma piii nervoso è il Gambellara del Vicentino.
Sempre della provincia di Vicenza sono da ricordare i vini:
Cabernet,
Pinot bianco,
Vespaiolo
Torcolato di Breganze,
Tocai rosso di Barbarano,
Roccolo (bianco)
Frizzantino (rosso) di Montegalda,
Sauvignon dei colli Berici,
Riesling,
Pinot bianco e il Pinot nero di Costozza,
Durello (bianco) di Arzignano e Chiampo.
Ad eccezione del Torcolato di Breganze e del Vespaiolo, entrambi da seconde mense, i rimanenti vini vanno con il pesce se vini bianchi e con l’arrosto se vini rossi.
È giunta l’ora della vendemmia. La vite è allevata su pergolato alto.
In questa provincia, come nella finitima di Treviso, hanno larga diffusione alcuni vitigni francesi: il cabernet, il merlot, il sauvignon, i pinot bianco e nero. Una precisa ragione di tale diffusione c’è.
Nel corso della prima guerra mondiale, specie nel Trevigiano, andarono distrutti per gli eventi bellici numerosi vigneti; nel ricostruirli gli agricoltori furono orientati verso i soprannominati vitigni anche da generose offerte pervenute dalla Francia.
Gli splendidi risultati che essi diedero invogliarono parecchi viticoltori, sicché oggi è facile trovare nelle tre Venezie ( il Veneto propriamente detto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia) vini Cabernet, Merlot, Sauvignon, Pinot bianco e nero di gusti differenti dai francesi per la diversità dei terreni, il sole, le pratiche enologiche.
Il Cabernet veneto si distingue per l’asciuttezza, il profumo di lampone, la possanza di corpo, la stoffa a trama fìtta.
Il migliore vino cabernet, nella Marca Trevigiana, lo troviamo ad Oderzo, Collalto, Roncade, Ormelle, Orsago, Ponte e Tezze di Piave, San Biagio di Callalta, Motta di Livenza, Salgareda, Gorgo al Monticano, Giàvera del Montello, ma la sua più alta espressione questo rosso superiore d’arrosto la manifesta a Venegazzii, frazione di Volpago.
Di un granato opulento, il vino Rosso Venegazzu accoppia all’originario profumo di lampone un graditissimo odore di geranio e veste la sua possanza con un guanto di velluto: invecchia bene e sa donare sprazzi di giovinezza agli esausti. Oltre alle predette virtù, rivela un potere onirico non comune.
Accanto ai vitigni d’importazione, nella Marca Trevigiana vengono coltivate alcune delle antiche viti indigene:
raboso,
verdiso,
prosecco.
enere e gli accentua il profumo di marasca.
La prima fornisce un rosso acidulo singolare; nonostante sia poco alcoolico – tocca al massimo i dieci gradi – è in
 condizione di sostenere l’invecchiamento guadagnando in finezza. Una lunga stagionatura lo decolora in grigio c
 Le uve verdiso e prosecco composte insieme danno vita ai rinomati bianchi di Conegliano e di Valdobbiàdene. Il diverso uvaggio li rende dissimili.
Nel vino bianco di Conegliano predomina la verdiso, in quello di Valdobbiàdene la prosecco. L’uva prosecco, portata nella Marca ai primi dell’Ottocento dal villaggio triestino di Prosecco, esprime da sola un mirabile bianco: secco, alcoolico, di nerbo, e uno spumante di nobile stoffa, a bolle piccolissime, fresco, profumato.
Il cru di questo spumante si trova a Cartizze in territorio di Valdobbiàdene. Nell’alto Trevigiano traggono dall’uva verdiso appassita un Vinsanto conosciuto sotto il nome di Torchiato di Fregona.
Nel Patavino il Raboso assume la denominazione di Friularo; se ne fa poco e quel poco è difficile da reperire. Buoni vini rossi e bianchi sono rintracciabili nei colli Euganei dove si rinviene pure un 
vino dolce, il  Moscato di Arquà, che piaceva, dicono, al Petrarca.
Com’è noto, il grande poeta si ritirò in una villa di Arquà a trascorrervi gli ultimi 
anni della sua vita e, astemio, si lasciò convincere dal medico curante a bere moderate dosi di vino.
In provincia di Venezia prodotti meritevoli di segnalazione si incontrano a San Donà di Piave ( Raboso, Cabernet, Merlot), a Lison in territorio di Portogruaro ( Tocai di Li son ) , a Pramaggiore ( Cabernet e Merlot ) , a Quarto d’Altino ( Cabernet, Merlot, Tocai di Lison).
Scendendo dalle alture in pianura trovano buonissimi vini come:
Bardolino
Valpolicella e Recioto della Valpolicella (Amarone).
Soave e Recioto di Soave.
Prosecco di Conegliano Valdobbiadene (Cartizze).
Breganze, con le specificazioni aggiuntive:
Tocai,
Merlot,
Cabernet,
Pinot nero,
Pinot bianco,
Vespaiolo bianco.
Colli Euganei (bianco, rosso, moscato).
Gambellara, con le specificazioni aggiuntive:
Recioto di Gambellara,
Vinsanto di Gambellara.
Bianco di Custoza.
Tocai di Lison.
Vini del Piave o Piave, con le specificazioni aggiuntive:
Merlot, Cabernet,
Tocai,
Verduzzo.
Merlot di Pramaggiore.
Cabernet di Pramaggiore.
Colli Berici, con le specificazioni aggiuntive:
Garganega,
Tocai,
Sauvignon,
Merlot,
Tocai rosso,
Cabernet.
Isonzo, con le specificazioni aggiuntive:
Tocai,
Sauvignon, Malvasia Istriana bianco,
Pinot bianco,
Pinot grigio,
Verduzzo friulano,
Traminer aromatico,
Riesling renano,
Merlot,
Cabernet
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mantruffles · 7 years ago
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Vini del Veneto
Vini del Veneto
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Il vino rosso del Veneto più noto ed esportato rimane ancor oggi il Valpolicella; di colore porporino, asciutto con leggera vena amara, profumo misto di lampone e di pesca, consegue con moderata stagionatura il massimo della perfezione.
Identici pregi ha il vino Valpantena tanto che la piccola quantità prodotta viene in gran parte venduta sotto l’etichetta del primo.
Con le stesse uve del Valpolicella e nella stessa zona di produzione – la plaga collinosa a nord di Verona tra l’Adige e i colli Lessini – si fanno due vini oltremodo grati all’occhio, al naso e al palato: il vin Recioto e l’Amarone.
Per ottenerli si fatica parecchio; vanno scelti i grappoli migliori e di essi si prendono soltanto le “recie “, le parti laterali, più ricche di sostanze zuccherine.
Appese ad asciugare, le uve vengono poi ammostate al sopraggiungere dell’inverno; il vino Recioto è lavorato a spumante e resta dolce, l’Amatone sottostà a una fermentazione completa e risulta asciutto con leggera vena amara, o ammandorlato.
L’Amarone asciutto si presta ad essere bevuto con la selvaggina e con la “sopressa “, il caratteristico salume veneto a pasta morbidissima. Il Recioto può essere considerato l’erede del famoso Acinatico del quale il dotto Cassiodoro, ministro dei re goti Teodorico e Vitige, ebbe a scrivere:
« La sua dolcezza si manifesta in modo incredibilmente soave, la densità si corrobora con non so quale fermezza e al tatto s’ingrossa in maniera che diresti essere un liquido carnoso o una bevanda da mangiare ».
La provincia di Verona annovera un altro vino rosso di buona stoffa, il Bardolino, più chiaro come colore del Valpolicella, diuretico, asciutto, frizzante, a dodici gradi, con delicati effiuvi di viola.
Chiude la collana veronese il Soave, intitolato all’omonimo paese, da pesce, per nulla mite come il suo nome indurrebbe a supporre, bensi nervoso e vivo, gradevolmente acidulo, giallino marezzato di verde, “bouquet” composto di fìori di vite, sambuco e ciliegio, secco con vena di mandorla amara, tenore alcoolico sugli undici gradi.
Molto vicino al Soave, ma piii nervoso è il Gambellara del Vicentino.
Sempre della provincia di Vicenza sono da ricordare i vini:
Cabernet,
Pinot bianco,
Vespaiolo
Torcolato di Breganze,
Tocai rosso di Barbarano,
Roccolo (bianco)
Frizzantino (rosso) di Montegalda,
Sauvignon dei colli Berici,
Riesling,
Pinot bianco e il Pinot nero di Costozza,
Durello (bianco) di Arzignano e Chiampo.
Ad eccezione del Torcolato di Breganze e del Vespaiolo, entrambi da seconde mense, i rimanenti vini vanno con il pesce se vini bianchi e con l’arrosto se vini rossi.
È giunta l’ora della vendemmia. La vite è allevata su pergolato alto.
In questa provincia, come nella finitima di Treviso, hanno larga diffusione alcuni vitigni francesi: il cabernet, il merlot, il sauvignon, i pinot bianco e nero. Una precisa ragione di tale diffusione c’è.
Nel corso della prima guerra mondiale, specie nel Trevigiano, andarono distrutti per gli eventi bellici numerosi vigneti; nel ricostruirli gli agricoltori furono orientati verso i soprannominati vitigni anche da generose offerte pervenute dalla Francia.
Gli splendidi risultati che essi diedero invogliarono parecchi viticoltori, sicché oggi è facile trovare nelle tre Venezie ( il Veneto propriamente detto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia) vini Cabernet, Merlot, Sauvignon, Pinot bianco e nero di gusti differenti dai francesi per la diversità dei terreni, il sole, le pratiche enologiche.
Il Cabernet veneto si distingue per l’asciuttezza, il profumo di lampone, la possanza di corpo, la stoffa a trama fìtta.
Il migliore vino cabernet, nella Marca Trevigiana, lo troviamo ad Oderzo, Collalto, Roncade, Ormelle, Orsago, Ponte e Tezze di Piave, San Biagio di Callalta, Motta di Livenza, Salgareda, Gorgo al Monticano, Giàvera del Montello, ma la sua più alta espressione questo rosso superiore d’arrosto la manifesta a Venegazzii, frazione di Volpago.
Di un granato opulento, il vino Rosso Venegazzu accoppia all’originario profumo di lampone un graditissimo odore di geranio e veste la sua possanza con un guanto di velluto: invecchia bene e sa donare sprazzi di giovinezza agli esausti. Oltre alle predette virtù, rivela un potere onirico non comune.
Accanto ai vitigni d’importazione, nella Marca Trevigiana vengono coltivate alcune delle antiche viti indigene:
raboso,
verdiso,
prosecco.
enere e gli accentua il profumo di marasca.
La prima fornisce un rosso acidulo singolare; nonostante sia poco alcoolico – tocca al massimo i dieci gradi – è in
  condizione di sostenere l’invecchiamento guadagnando in finezza. Una lunga stagionatura lo decolora in grigio c
  Le uve verdiso e prosecco composte insieme danno vita ai rinomati bianchi di Conegliano e di Valdobbiàdene. Il diverso uvaggio li rende dissimili.
Nel vino bianco di Conegliano predomina la verdiso, in quello di Valdobbiàdene la prosecco. L’uva prosecco, portata nella Marca ai primi dell’Ottocento dal villaggio triestino di Prosecco, esprime da sola un mirabile bianco: secco, alcoolico, di nerbo, e uno spumante di nobile stoffa, a bolle piccolissime, fresco, profumato.
Il cru di questo spumante si trova a Cartizze in territorio di Valdobbiàdene. Nell’alto Trevigiano traggono dall’uva verdiso appassita un Vinsanto conosciuto sotto il nome di Torchiato di Fregona.
Nel Patavino il Raboso assume la denominazione di Friularo; se ne fa poco e quel poco è difficile da reperire. Buoni vini rossi e bianchi sono rintracciabili nei colli Euganei dove si rinviene pure un 
vino dolce, il  Moscato di Arquà, che piaceva, dicono, al Petrarca.
Com’è noto, il grande poeta si ritirò in una villa di Arquà a trascorrervi gli ultimi 
anni della sua vita e, astemio, si lasciò convincere dal medico curante a bere moderate dosi di vino.
In provincia di Venezia prodotti meritevoli di segnalazione si incontrano a San Donà di Piave ( Raboso, Cabernet, Merlot), a Lison in territorio di Portogruaro ( Tocai di Li son ) , a Pramaggiore ( Cabernet e Merlot ) , a Quarto d’Altino ( Cabernet, Merlot, Tocai di Lison).
Scendendo dalle alture in pianura trovano buonissimi vini come:
Bardolino
Valpolicella e Recioto della Valpolicella (Amarone).
Soave e Recioto di Soave.
Prosecco di Conegliano Valdobbiadene (Cartizze).
Breganze, con le specificazioni aggiuntive:
Tocai,
Merlot,
Cabernet,
Pinot nero,
Pinot bianco,
Vespaiolo bianco.
Colli Euganei (bianco, rosso, moscato).
Gambellara, con le specificazioni aggiuntive:
Recioto di Gambellara,
Vinsanto di Gambellara.
Bianco di Custoza.
Tocai di Lison.
Vini del Piave o Piave, con le specificazioni aggiuntive:
Merlot, Cabernet,
Tocai,
Verduzzo.
Merlot di Pramaggiore.
Cabernet di Pramaggiore.
Colli Berici, con le specificazioni aggiuntive:
Garganega,
Tocai,
Sauvignon,
Merlot,
Tocai rosso,
Cabernet.
Isonzo, con le specificazioni aggiuntive:
Tocai,
Sauvignon, Malvasia Istriana bianco,
Pinot bianco,
Pinot grigio,
Verduzzo friulano,
Traminer aromatico,
Riesling renano,
Merlot,
Cabernet
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Vini del Veneto
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Il vino rosso del Veneto più noto ed esportato rimane ancor oggi il Valpolicella; di colore porporino, asciutto con leggera vena amara, profumo misto di lampone e di pesca, consegue con moderata stagionatura il massimo della perfezione.
Identici pregi ha il vino Valpantena tanto che la piccola quantità prodotta viene in gran parte venduta sotto l’etichetta del primo.
Con le stesse uve del Valpolicella e nella stessa zona di produzione – la plaga collinosa a nord di Verona tra l’Adige e i colli Lessini – si fanno due vini oltremodo grati all’occhio, al naso e al palato: il vin Recioto e l’Amarone.
Per ottenerli si fatica parecchio; vanno scelti i grappoli migliori e di essi si prendono soltanto le “recie “, le parti laterali, più ricche di sostanze zuccherine.
Appese ad asciugare, le uve vengono poi ammostate al sopraggiungere dell’inverno; il vino Recioto è lavorato a spumante e resta dolce, l’Amatone sottostà a una fermentazione completa e risulta asciutto con leggera vena amara, o ammandorlato.
L’Amarone asciutto si presta ad essere bevuto con la selvaggina e con la “sopressa “, il caratteristico salume veneto a pasta morbidissima. Il Recioto può essere considerato l’erede del famoso Acinatico del quale il dotto Cassiodoro, ministro dei re goti Teodorico e Vitige, ebbe a scrivere:
« La sua dolcezza si manifesta in modo incredibilmente soave, la densità si corrobora con non so quale fermezza e al tatto s’ingrossa in maniera che diresti essere un liquido carnoso o una bevanda da mangiare ».
La provincia di Verona annovera un altro vino rosso di buona stoffa, il Bardolino, più chiaro come colore del Valpolicella, diuretico, asciutto, frizzante, a dodici gradi, con delicati effiuvi di viola.
Chiude la collana veronese il Soave, intitolato all’omonimo paese, da pesce, per nulla mite come il suo nome indurrebbe a supporre, bensi nervoso e vivo, gradevolmente acidulo, giallino marezzato di verde, “bouquet” composto di fìori di vite, sambuco e ciliegio, secco con vena di mandorla amara, tenore alcoolico sugli undici gradi.
Molto vicino al Soave, ma piii nervoso è il Gambellara del Vicentino.
Sempre della provincia di Vicenza sono da ricordare i vini:
Cabernet,
Pinot bianco,
Vespaiolo
Torcolato di Breganze,
Tocai rosso di Barbarano,
Roccolo (bianco)
Frizzantino (rosso) di Montegalda,
Sauvignon dei colli Berici,
Riesling,
Pinot bianco e il Pinot nero di Costozza,
Durello (bianco) di Arzignano e Chiampo.
Ad eccezione del Torcolato di Breganze e del Vespaiolo, entrambi da seconde mense, i rimanenti vini vanno con il pesce se vini bianchi e con l’arrosto se vini rossi.
È giunta l’ora della vendemmia. La vite è allevata su pergolato alto.
In questa provincia, come nella finitima di Treviso, hanno larga diffusione alcuni vitigni francesi: il cabernet, il merlot, il sauvignon, i pinot bianco e nero. Una precisa ragione di tale diffusione c’è.
Nel corso della prima guerra mondiale, specie nel Trevigiano, andarono distrutti per gli eventi bellici numerosi vigneti; nel ricostruirli gli agricoltori furono orientati verso i soprannominati vitigni anche da generose offerte pervenute dalla Francia.
Gli splendidi risultati che essi diedero invogliarono parecchi viticoltori, sicché oggi è facile trovare nelle tre Venezie ( il Veneto propriamente detto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia) vini Cabernet, Merlot, Sauvignon, Pinot bianco e nero di gusti differenti dai francesi per la diversità dei terreni, il sole, le pratiche enologiche.
Il Cabernet veneto si distingue per l’asciuttezza, il profumo di lampone, la possanza di corpo, la stoffa a trama fìtta.
Il migliore vino cabernet, nella Marca Trevigiana, lo troviamo ad Oderzo, Collalto, Roncade, Ormelle, Orsago, Ponte e Tezze di Piave, San Biagio di Callalta, Motta di Livenza, Salgareda, Gorgo al Monticano, Giàvera del Montello, ma la sua più alta espressione questo rosso superiore d’arrosto la manifesta a Venegazzii, frazione di Volpago.
Di un granato opulento, il vino Rosso Venegazzu accoppia all’originario profumo di lampone un graditissimo odore di geranio e veste la sua possanza con un guanto di velluto: invecchia bene e sa donare sprazzi di giovinezza agli esausti. Oltre alle predette virtù, rivela un potere onirico non comune.
Accanto ai vitigni d’importazione, nella Marca Trevigiana vengono coltivate alcune delle antiche viti indigene:
raboso,
verdiso,
prosecco.
enere e gli accentua il profumo di marasca.
La prima fornisce un rosso acidulo singolare; nonostante sia poco alcoolico – tocca al massimo i dieci gradi – è in
  condizione di sostenere l’invecchiamento guadagnando in finezza. Una lunga stagionatura lo decolora in grigio c
  Le uve verdiso e prosecco composte insieme danno vita ai rinomati bianchi di Conegliano e di Valdobbiàdene. Il diverso uvaggio li rende dissimili.
Nel vino bianco di Conegliano predomina la verdiso, in quello di Valdobbiàdene la prosecco. L’uva prosecco, portata nella Marca ai primi dell’Ottocento dal villaggio triestino di Prosecco, esprime da sola un mirabile bianco: secco, alcoolico, di nerbo, e uno spumante di nobile stoffa, a bolle piccolissime, fresco, profumato.
Il cru di questo spumante si trova a Cartizze in territorio di Valdobbiàdene. Nell’alto Trevigiano traggono dall’uva verdiso appassita un Vinsanto conosciuto sotto il nome di Torchiato di Fregona.
Nel Patavino il Raboso assume la denominazione di Friularo; se ne fa poco e quel poco è difficile da reperire. Buoni vini rossi e bianchi sono rintracciabili nei colli Euganei dove si rinviene pure un 
vino dolce, il  Moscato di Arquà, che piaceva, dicono, al Petrarca.
Com’è noto, il grande poeta si ritirò in una villa di Arquà a trascorrervi gli ultimi 
anni della sua vita e, astemio, si lasciò convincere dal medico curante a bere moderate dosi di vino.
In provincia di Venezia prodotti meritevoli di segnalazione si incontrano a San Donà di Piave ( Raboso, Cabernet, Merlot), a Lison in territorio di Portogruaro ( Tocai di Li son ) , a Pramaggiore ( Cabernet e Merlot ) , a Quarto d’Altino ( Cabernet, Merlot, Tocai di Lison).
Scendendo dalle alture in pianura trovano buonissimi vini come:
Bardolino
Valpolicella e Recioto della Valpolicella (Amarone).
Soave e Recioto di Soave.
Prosecco di Conegliano Valdobbiadene (Cartizze).
Breganze, con le specificazioni aggiuntive:
Tocai,
Merlot,
Cabernet,
Pinot nero,
Pinot bianco,
Vespaiolo bianco.
Colli Euganei (bianco, rosso, moscato).
Gambellara, con le specificazioni aggiuntive:
Recioto di Gambellara,
Vinsanto di Gambellara.
Bianco di Custoza.
Tocai di Lison.
Vini del Piave o Piave, con le specificazioni aggiuntive:
Merlot, Cabernet,
Tocai,
Verduzzo.
Merlot di Pramaggiore.
Cabernet di Pramaggiore.
Colli Berici, con le specificazioni aggiuntive:
Garganega,
Tocai,
Sauvignon,
Merlot,
Tocai rosso,
Cabernet.
Isonzo, con le specificazioni aggiuntive:
Tocai,
Sauvignon, Malvasia Istriana bianco,
Pinot bianco,
Pinot grigio,
Verduzzo friulano,
Traminer aromatico,
Riesling renano,
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blissful-moontrip · 7 years ago
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Il vino rosso del Veneto più noto ed esportato rimane ancor oggi il Valpolicella; di colore porporino, asciutto con leggera vena amara, profumo misto di lampone e di pesca, consegue con moderata stagionatura il massimo della perfezione.
Identici pregi ha il vino Valpantena tanto che la piccola quantità prodotta viene in gran parte venduta sotto l’etichetta del primo.
Con le stesse uve del Valpolicella e nella stessa zona di produzione – la plaga collinosa a nord di Verona tra l’Adige e i colli Lessini – si fanno due vini oltremodo grati all’occhio, al naso e al palato: il vin Recioto e l’Amarone.
Per ottenerli si fatica parecchio; vanno scelti i grappoli migliori e di essi si prendono soltanto le “recie “, le parti laterali, più ricche di sostanze zuccherine.
Appese ad asciugare, le uve vengono poi ammostate al sopraggiungere dell’inverno; il vino Recioto è lavorato a spumante e resta dolce, l’Amatone sottostà a una fermentazione completa e risulta asciutto con leggera vena amara, o ammandorlato.
L’Amarone asciutto si presta ad essere bevuto con la selvaggina e con la “sopressa “, il caratteristico salume veneto a pasta morbidissima. Il Recioto può essere considerato l’erede del famoso Acinatico del quale il dotto Cassiodoro, ministro dei re goti Teodorico e Vitige, ebbe a scrivere:
« La sua dolcezza si manifesta in modo incredibilmente soave, la densità si corrobora con non so quale fermezza e al tatto s’ingrossa in maniera che diresti essere un liquido carnoso o una bevanda da mangiare ».
La provincia di Verona annovera un altro vino rosso di buona stoffa, il Bardolino, più chiaro come colore del Valpolicella, diuretico, asciutto, frizzante, a dodici gradi, con delicati effiuvi di viola.
Chiude la collana veronese il Soave, intitolato all’omonimo paese, da pesce, per nulla mite come il suo nome indurrebbe a supporre, bensi nervoso e vivo, gradevolmente acidulo, giallino marezzato di verde, “bouquet” composto di fìori di vite, sambuco e ciliegio, secco con vena di mandorla amara, tenore alcoolico sugli undici gradi.
Molto vicino al Soave, ma piii nervoso è il Gambellara del Vicentino.
Sempre della provincia di Vicenza sono da ricordare i vini:
Cabernet,
Pinot bianco,
Vespaiolo
Torcolato di Breganze,
Tocai rosso di Barbarano,
Roccolo (bianco)
Frizzantino (rosso) di Montegalda,
Sauvignon dei colli Berici,
Riesling,
Pinot bianco e il Pinot nero di Costozza,
Durello (bianco) di Arzignano e Chiampo.
Ad eccezione del Torcolato di Breganze e del Vespaiolo, entrambi da seconde mense, i rimanenti vini vanno con il pesce se vini bianchi e con l’arrosto se vini rossi.
È giunta l’ora della vendemmia. La vite è allevata su pergolato alto.
In questa provincia, come nella finitima di Treviso, hanno larga diffusione alcuni vitigni francesi: il cabernet, il merlot, il sauvignon, i pinot bianco e nero. Una precisa ragione di tale diffusione c’è.
Nel corso della prima guerra mondiale, specie nel Trevigiano, andarono distrutti per gli eventi bellici numerosi vigneti; nel ricostruirli gli agricoltori furono orientati verso i soprannominati vitigni anche da generose offerte pervenute dalla Francia.
Gli splendidi risultati che essi diedero invogliarono parecchi viticoltori, sicché oggi è facile trovare nelle tre Venezie ( il Veneto propriamente detto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia) vini Cabernet, Merlot, Sauvignon, Pinot bianco e nero di gusti differenti dai francesi per la diversità dei terreni, il sole, le pratiche enologiche.
Il Cabernet veneto si distingue per l’asciuttezza, il profumo di lampone, la possanza di corpo, la stoffa a trama fìtta.
Il migliore vino cabernet, nella Marca Trevigiana, lo troviamo ad Oderzo, Collalto, Roncade, Ormelle, Orsago, Ponte e Tezze di Piave, San Biagio di Callalta, Motta di Livenza, Salgareda, Gorgo al Monticano, Giàvera del Montello, ma la sua più alta espressione questo rosso superiore d’arrosto la manifesta a Venegazzii, frazione di Volpago.
Di un granato opulento, il vino Rosso Venegazzu accoppia all’originario profumo di lampone un graditissimo odore di geranio e veste la sua possanza con un guanto di velluto: invecchia bene e sa donare sprazzi di giovinezza agli esausti. Oltre alle predette virtù, rivela un potere onirico non comune.
Accanto ai vitigni d’importazione, nella Marca Trevigiana vengono coltivate alcune delle antiche viti indigene:
raboso,
verdiso,
prosecco.
enere e gli accentua il profumo di marasca.
La prima fornisce un rosso acidulo singolare; nonostante sia poco alcoolico – tocca al massimo i dieci gradi – è in
  condizione di sostenere l’invecchiamento guadagnando in finezza. Una lunga stagionatura lo decolora in grigio c
  Le uve verdiso e prosecco composte insieme danno vita ai rinomati bianchi di Conegliano e di Valdobbiàdene. Il diverso uvaggio li rende dissimili.
Nel vino bianco di Conegliano predomina la verdiso, in quello di Valdobbiàdene la prosecco. L’uva prosecco, portata nella Marca ai primi dell’Ottocento dal villaggio triestino di Prosecco, esprime da sola un mirabile bianco: secco, alcoolico, di nerbo, e uno spumante di nobile stoffa, a bolle piccolissime, fresco, profumato.
Il cru di questo spumante si trova a Cartizze in territorio di Valdobbiàdene. Nell’alto Trevigiano traggono dall’uva verdiso appassita un Vinsanto conosciuto sotto il nome di Torchiato di Fregona.
Nel Patavino il Raboso assume la denominazione di Friularo; se ne fa poco e quel poco è difficile da reperire. Buoni vini rossi e bianchi sono rintracciabili nei colli Euganei dove si rinviene pure un 
vino dolce, il  Moscato di Arquà, che piaceva, dicono, al Petrarca.
Com’è noto, il grande poeta si ritirò in una villa di Arquà a trascorrervi gli ultimi 
anni della sua vita e, astemio, si lasciò convincere dal medico curante a bere moderate dosi di vino.
In provincia di Venezia prodotti meritevoli di segnalazione si incontrano a San Donà di Piave ( Raboso, Cabernet, Merlot), a Lison in territorio di Portogruaro ( Tocai di Li son ) , a Pramaggiore ( Cabernet e Merlot ) , a Quarto d’Altino ( Cabernet, Merlot, Tocai di Lison).
Scendendo dalle alture in pianura trovano buonissimi vini come:
Bardolino
Valpolicella e Recioto della Valpolicella (Amarone).
Soave e Recioto di Soave.
Prosecco di Conegliano Valdobbiadene (Cartizze).
Breganze, con le specificazioni aggiuntive:
Tocai,
Merlot,
Cabernet,
Pinot nero,
Pinot bianco,
Vespaiolo bianco.
Colli Euganei (bianco, rosso, moscato).
Gambellara, con le specificazioni aggiuntive:
Recioto di Gambellara,
Vinsanto di Gambellara.
Bianco di Custoza.
Tocai di Lison.
Vini del Piave o Piave, con le specificazioni aggiuntive:
Merlot, Cabernet,
Tocai,
Verduzzo.
Merlot di Pramaggiore.
Cabernet di Pramaggiore.
Colli Berici, con le specificazioni aggiuntive:
Garganega,
Tocai,
Sauvignon,
Merlot,
Tocai rosso,
Cabernet.
Isonzo, con le specificazioni aggiuntive:
Tocai,
Sauvignon, Malvasia Istriana bianco,
Pinot bianco,
Pinot grigio,
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captainvegas · 7 years ago
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Il vino rosso del Veneto più noto ed esportato rimane ancor oggi il Valpolicella; di colore porporino, asciutto con leggera vena amara, profumo misto di lampone e di pesca, consegue con moderata stagionatura il massimo della perfezione.
Identici pregi ha il vino Valpantena tanto che la piccola quantità prodotta viene in gran parte venduta sotto l’etichetta del primo.
Con le stesse uve del Valpolicella e nella stessa zona di produzione – la plaga collinosa a nord di Verona tra l’Adige e i colli Lessini – si fanno due vini oltremodo grati all’occhio, al naso e al palato: il vin Recioto e l’Amarone.
Per ottenerli si fatica parecchio; vanno scelti i grappoli migliori e di essi si prendono soltanto le “recie “, le parti laterali, più ricche di sostanze zuccherine.
Appese ad asciugare, le uve vengono poi ammostate al sopraggiungere dell’inverno; il vino Recioto è lavorato a spumante e resta dolce, l’Amatone sottostà a una fermentazione completa e risulta asciutto con leggera vena amara, o ammandorlato.
L’Amarone asciutto si presta ad essere bevuto con la selvaggina e con la “sopressa “, il caratteristico salume veneto a pasta morbidissima. Il Recioto può essere considerato l’erede del famoso Acinatico del quale il dotto Cassiodoro, ministro dei re goti Teodorico e Vitige, ebbe a scrivere:
« La sua dolcezza si manifesta in modo incredibilmente soave, la densità si corrobora con non so quale fermezza e al tatto s’ingrossa in maniera che diresti essere un liquido carnoso o una bevanda da mangiare ».
La provincia di Verona annovera un altro vino rosso di buona stoffa, il Bardolino, più chiaro come colore del Valpolicella, diuretico, asciutto, frizzante, a dodici gradi, con delicati effiuvi di viola.
Chiude la collana veronese il Soave, intitolato all’omonimo paese, da pesce, per nulla mite come il suo nome indurrebbe a supporre, bensi nervoso e vivo, gradevolmente acidulo, giallino marezzato di verde, “bouquet” composto di fìori di vite, sambuco e ciliegio, secco con vena di mandorla amara, tenore alcoolico sugli undici gradi.
Molto vicino al Soave, ma piii nervoso è il Gambellara del Vicentino.
Sempre della provincia di Vicenza sono da ricordare i vini:
Cabernet,
Pinot bianco,
Vespaiolo
Torcolato di Breganze,
Tocai rosso di Barbarano,
Roccolo (bianco)
Frizzantino (rosso) di Montegalda,
Sauvignon dei colli Berici,
Riesling,
Pinot bianco e il Pinot nero di Costozza,
Durello (bianco) di Arzignano e Chiampo.
Ad eccezione del Torcolato di Breganze e del Vespaiolo, entrambi da seconde mense, i rimanenti vini vanno con il pesce se vini bianchi e con l’arrosto se vini rossi.
È giunta l’ora della vendemmia. La vite è allevata su pergolato alto.
In questa provincia, come nella finitima di Treviso, hanno larga diffusione alcuni vitigni francesi: il cabernet, il merlot, il sauvignon, i pinot bianco e nero. Una precisa ragione di tale diffusione c’è.
Nel corso della prima guerra mondiale, specie nel Trevigiano, andarono distrutti per gli eventi bellici numerosi vigneti; nel ricostruirli gli agricoltori furono orientati verso i soprannominati vitigni anche da generose offerte pervenute dalla Francia.
Gli splendidi risultati che essi diedero invogliarono parecchi viticoltori, sicché oggi è facile trovare nelle tre Venezie ( il Veneto propriamente detto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia) vini Cabernet, Merlot, Sauvignon, Pinot bianco e nero di gusti differenti dai francesi per la diversità dei terreni, il sole, le pratiche enologiche.
Il Cabernet veneto si distingue per l’asciuttezza, il profumo di lampone, la possanza di corpo, la stoffa a trama fìtta.
Il migliore vino cabernet, nella Marca Trevigiana, lo troviamo ad Oderzo, Collalto, Roncade, Ormelle, Orsago, Ponte e Tezze di Piave, San Biagio di Callalta, Motta di Livenza, Salgareda, Gorgo al Monticano, Giàvera del Montello, ma la sua più alta espressione questo rosso superiore d’arrosto la manifesta a Venegazzii, frazione di Volpago.
Di un granato opulento, il vino Rosso Venegazzu accoppia all’originario profumo di lampone un graditissimo odore di geranio e veste la sua possanza con un guanto di velluto: invecchia bene e sa donare sprazzi di giovinezza agli esausti. Oltre alle predette virtù, rivela un potere onirico non comune.
Accanto ai vitigni d’importazione, nella Marca Trevigiana vengono coltivate alcune delle antiche viti indigene:
raboso,
verdiso,
prosecco.
enere e gli accentua il profumo di marasca.
La prima fornisce un rosso acidulo singolare; nonostante sia poco alcoolico – tocca al massimo i dieci gradi – è in
  condizione di sostenere l’invecchiamento guadagnando in finezza. Una lunga stagionatura lo decolora in grigio c
  Le uve verdiso e prosecco composte insieme danno vita ai rinomati bianchi di Conegliano e di Valdobbiàdene. Il diverso uvaggio li rende dissimili.
Nel vino bianco di Conegliano predomina la verdiso, in quello di Valdobbiàdene la prosecco. L’uva prosecco, portata nella Marca ai primi dell’Ottocento dal villaggio triestino di Prosecco, esprime da sola un mirabile bianco: secco, alcoolico, di nerbo, e uno spumante di nobile stoffa, a bolle piccolissime, fresco, profumato.
Il cru di questo spumante si trova a Cartizze in territorio di Valdobbiàdene. Nell’alto Trevigiano traggono dall’uva verdiso appassita un Vinsanto conosciuto sotto il nome di Torchiato di Fregona.
Nel Patavino il Raboso assume la denominazione di Friularo; se ne fa poco e quel poco è difficile da reperire. Buoni vini rossi e bianchi sono rintracciabili nei colli Euganei dove si rinviene pure un 
vino dolce, il  Moscato di Arquà, che piaceva, dicono, al Petrarca.
Com’è noto, il grande poeta si ritirò in una villa di Arquà a trascorrervi gli ultimi 
anni della sua vita e, astemio, si lasciò convincere dal medico curante a bere moderate dosi di vino.
In provincia di Venezia prodotti meritevoli di segnalazione si incontrano a San Donà di Piave ( Raboso, Cabernet, Merlot), a Lison in territorio di Portogruaro ( Tocai di Li son ) , a Pramaggiore ( Cabernet e Merlot ) , a Quarto d’Altino ( Cabernet, Merlot, Tocai di Lison).
Scendendo dalle alture in pianura trovano buonissimi vini come:
Bardolino
Valpolicella e Recioto della Valpolicella (Amarone).
Soave e Recioto di Soave.
Prosecco di Conegliano Valdobbiadene (Cartizze).
Breganze, con le specificazioni aggiuntive:
Tocai,
Merlot,
Cabernet,
Pinot nero,
Pinot bianco,
Vespaiolo bianco.
Colli Euganei (bianco, rosso, moscato).
Gambellara, con le specificazioni aggiuntive:
Recioto di Gambellara,
Vinsanto di Gambellara.
Bianco di Custoza.
Tocai di Lison.
Vini del Piave o Piave, con le specificazioni aggiuntive:
Merlot, Cabernet,
Tocai,
Verduzzo.
Merlot di Pramaggiore.
Cabernet di Pramaggiore.
Colli Berici, con le specificazioni aggiuntive:
Garganega,
Tocai,
Sauvignon,
Merlot,
Tocai rosso,
Cabernet.
Isonzo, con le specificazioni aggiuntive:
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Sauvignon, Malvasia Istriana bianco,
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jucks72 · 7 years ago
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Venezia. Quegli itinerari enogastronomici che non ti aspetti
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Venezia. Quegli itinerari enogastronomici che non ti aspetti
Il Malanotte, il Lison, il Raboso, il Friularo. Potrebbero essere i personaggi di una commedia veneziana. E in un certo senso lo sono anche. Ma per la verità sono solo alcuni dei numerosi vitigni autoctoni della Laguna e dell’entroterra della Serenissima. Vitigni che grazie alla loro antica storia sono un tramite tra il passato e il futuro di queste terre.
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Venezia si sa, anche se visitata ogni anno da milioni di turisti, è la città che grazie alla sua straordinaria storia conserva, forse, più segreti e vicende ancora tutti da scoprire. Come il suo legame con i luoghi del vino, per esempio. Luoghi che hanno origini secolari, tra le calli e i campi della città, delle isole della laguna e dell’immediato entroterra. Il Consorzio Vini Venezia da qualche tempo promuove tra l’altro diversi itinerari alternativi a quelli più battuti dal turismo internazionale alla scoperta dei vini e dei vitigni autoctoni della Laguna, quindi del cibo, dell’arte e della sua storia. Dai vini Raboso, Malanotte, Lison, Friularo, agli angoli meno noti della Serenissima.
Il Raboso è un vero e proprio biglietto da visita della viticoltura più antica e insieme più avanzata del territorio. Il vitigno “rabbioso e selvatico” da addomesticare. Prima lo si addomesticava un po’ alla buona. Oggi, grazie all’opera di tanti validi produttori lo si fa in modo da ottenere un vino che corrisponda più alle nostre aspettative di vini eleganti e di buona e alta qualità. Vini anche con una discreta longevità. Ma, appunto, il Raboso è solamente il biglietto da visita, l’icona di un territorio, la bottiglia che in sé racconta una lunga, lunghisisma tradizione nata negli orti (broli) dei palazzi nobiliari, dei conventi e delle case della borghesia veneziana secoli fa.
Oggi il Consorzio Vini Venezia (che riunisce ben cinque denominazioni: Doc Venezia, Doc Piave, Doc Lison-Pramaggiore e le Docg Lison e Malanotte del Piave) cura e trasmette questa tradizione in due modi. Il primo promuovendo una viticoltura sempre più innovativa e di qualità, il secondo con il recupero e la conservazione di vitigni autoctoni, che coltiva in alcuni dei luoghi più suggestivi della Serenissima. Anche con affascinanti itinerari turistici e di degustazione. Proprio come quello che abbiamo avuto il privilegio di compiere noi di GQ in anteprima questo autunno.
La prima tappa del nostro itinerario è proprio a due passi dalla Stazione di Santa Lucia. Il Giardino Mistico del Convento dei Carmelitani Scalzi. Concepito, tra vigne, piante officinali, alberi da frutto, ortaggi, come un percorso mistico per il ragiungimento dell’amore puro. Non senza l’aiuto appunto di un buona calice di Raboso o di Friularo. E il primo passo, in fondo, per apprezzare e raggiungere l’amore puro è per noi comuni mortali gustare un piacere mondano.
Ci spostiamo quindi alla Osteria Ai Assassini dello chef Giuseppe Galardi, di indole poco mistica, ma un mago ai fornelli, quando rielabora i piatti della tradizione veneziana. Anche i più poveri. La sua religione è la buona tavola. I suoi santi le capesante e le moeche e il baccalà mantecato.
Il giardino e il vigneto di Villa Baslini a Torcello
Potrà apparire banale, ma una gita a Murano è sempre consigliabile. Perché l’arte millenaria del vetro è in continua evoluzione. E c’è sempre qualcosa di nuovo da ammirare. Come gli splendidi manufatti delle aziende del Consorzio Promovetro Murano e quelli conservato nel Museo del Vetro. Al termine della Glass Experience, riempiamo ancora i calici per l’aperitivo prima di un’altra sostanziosa e pregevole cena in un altro tipico ristorante veneziano, Mario Dalla Fava, condotto da Guido e Luca nel segno della più calda e cordiale accoglienza. Da non perdere, insomma. Ultima tappa del nostro itinerario è un angolo di Paradiso, il vigneto sull’Isola di Torcello, presso la Villa della famiglia Baslini, un’altra perla seminascosta e quasi sconosciuta ai più. E con a pochi metri di distanza uno dei migliori ristoranti della Serenissima, l’Osteria al Ponte del Diavolo.
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giankamoverona · 7 years ago
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#ilvinoracconta con GnomoTino Bagnoli Friularo docg Un vino rosso rubino, tendente al granata con l'invecchiamento, sprigiona fragranze vinose intense. Zona di produzione Padova, va bene con bigoli alla lepre, pollo in umido, carni grasse come cotechino e zampone, servito a 16°/18°
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