#Felice Cima
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La maggioranza dei partigiani della 17a brigata Garibaldi apparteneva all’esercito
Per meglio comprendere quali furono le dinamiche attraverso le quali si sviluppò la 17a brigata Garibaldi “Felice Cima” è stato utile contestualizzare il territorio valsusina nell’area alpina occidentale per ricercare, evidenziandoli, i punti di connessioni decisivi tra lo sviluppo della formazione partigiana in valle e la storia nazionale. Sotto questo profilo la storia delle Alpi piemontesi era…
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#17a#1943#1944#1945#25#agosto#Alessio Maffiodo#Alexander#aprile#brigata#Caprie (TO)#Carlo Ambrino#CLN#comunista#Don#fascisti#Felice Cima#Francesco Foglia#garibaldi#gennaio#Giovanni Rocci#Giuseppe Kovacic#inverno#luglio#Marcello Albertazzi#Marco Pollano#novembre#ottobre#partigiani#partito
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La maggioranza dei partigiani della 17a brigata Garibaldi apparteneva all’esercito
Per meglio comprendere quali furono le dinamiche attraverso le quali si sviluppò la 17a brigata Garibaldi “Felice Cima” è stato utile contestualizzare il territorio valsusina nell’area alpina occidentale per ricercare, evidenziandoli, i punti di connessioni decisivi tra lo sviluppo della formazione partigiana in valle e la storia nazionale. Sotto questo profilo la storia delle Alpi piemontesi era…
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Un uomo e una donna erano sposati da più di 60 anni. Avevano condiviso tutto, parlato di tutto, e non si erano mai nascosti nulla, tranne una piccola scatola di scarpe che la vecchietta teneva in cima all'armadio. Lei aveva sempre detto al marito di non aprirla mai e di non chiedere nulla a riguardo.
Per tutti questi anni, l'uomo non aveva mai pensato a quella scatola, ma un giorno la sua amata si ammalò gravemente e il dottore disse che non sarebbe sopravvissuta. Mentre cercava di mettere in ordine i loro affari, l'uomo prese la scatola e la portò al capezzale della moglie. Lei acconsentì che era giunto il momento che lui scoprisse il contenuto.
Quando aprì la scatola, trovò due bambole di lana fatte a mano e una pila di soldi per un totale di 95.000 dollari. Stupito, chiese alla moglie spiegazioni.
"Quando stavamo per sposarci," disse lei, "mia nonna mi insegnò il segreto di un matrimonio felice: non litigare mai. Mi disse che, se mai mi fossi arrabbiata con te, avrei dovuto restare in silenzio e fare una bambola di lana."
L'uomo, commosso, si trattenne a stento dal piangere. Nella scatola c'erano solo due bambole. Significava che lei si era arrabbiata con lui solo due volte in tutti quegli anni di vita e amore insieme. Era al settimo cielo.
"Tesoro," disse, "questo spiega le bambole, ma che dire di tutti questi soldi? Da dove vengono?"
"Oh," rispose lei, "sono i soldi che ho guadagnato vendendo le bambole."
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Mio padre urlando come un matto alle 5 di mattina perché essendo un bambino capriccioso non ha potuto sopportare la crema addosso la notte per cui si è ricoperto d’alcol strofinato malamente con un cencio da mia mamma ed ha sbraitato quanto cazzo siamo pazze maledetto il giorno in cui siamo nate maledetto se stesso perché tutti i suoi problemi sono cominciati quando ci ha incontrato ci ha augurato almeno 10 tumori a testa poi a se stesso ed ha sbattuto la porta per andare a lavorare ed ora sto malissimo perché l’ho disturbato perché l’ho dovuto far stare così, perché è colpa mia e solo mia tutto questo, mi chiedo quale sentimento ci si avvicini di più e posso dire quello di deludere la persona con cui ho una relazione, it’s funny cause tutti i miei problemi sentimentali vengono dal fatto che mio padre ha letteralmente 15 anni e non è in grado di soddisfare 1 bisogno degli altri che sia uno e qualsiasi cosa non sia la perfezione è veleno è un tentativo nostro di attentare alla sua vita, perché gli vogliamo male lo vogliamo segretamente far vacillare e crollare, è così che ci vede lui, due complottiste alle sue spalle pazienti e crudeli che come scopo hanno quello di rovinargli l’esistenza, anche se letteralmente è(???) la vita(?!!) nessuno viene prima di lui nella piramide dell’importanza ed il suo benessere è sempre in cima, intanto io sono qui che prego per te perché la tua giornata sia bella e tranquilla e felice che il tuo panino non si scaldi sotto il sole e che ti sia fonte di energia che non sudi troppo che ti passi una giornata tranquilla di lavoro tranquillo perché ti amo papà ti amo tantissimo anche quando tu non mi ami ed è questa la mia condanna generale, di amare troppo a chi questo amore non serve non ne ha bisogno, di amare chi non ha gli strumenti per prenderlo e farci qualcosa, di potersi curare con esso, di amare sempre chi ama e sceglie prima se stesso ogni dannata volta sperando che il risultato prima o poi sarà diverso
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Solamente son felices quienes no piensan nunca, es decir, quienes no piensan más que lo estrictamente necesario para sobrevivir. El pensamiento verdadero se parece a un demonio que perturba los orígenes de la vida, o a una enfermedad que ataca sus raíces mismas. Pensar continuamente, plantearnos problemas capitales a cada momento y experimentar una duda permanente respecto a nuestro destino; estar cansado de vivir, agotado hasta lo inimaginable a causa de nuestros propios pensamientos y de nuestra propia existencia; dejar tras de sí una estela de sangre y de humo como símbolo del drama y de la muerte de nuestro ser —equivale a ser desgraciado hasta el punto de que el problema del pensamiento nos da ganas de vomitar y la reflexión nos parece una condena.
(En las cimas de la desesperación, Emil Cioran)
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Eravamo lì perché è lì che volevamo Essere.
L'adrenalina che si prova sulla linea di partenza di una gara storica come il “Passatore”, che il prossimo anno compirà 50 anni, è qualcosa che non si può raccontare.
Puoi essere arrivato fin qui tranquillo e sereno, ma quando entri in griglia e inizi pian pianino a cercare quella che, nella tua testa, è la migliore posizione per partire, l'emozione si fa sentire. Nell'aria si percepisce quella tensione che fa vibrare la voce e che accende gli sguardi dei tanti amici che non vedevi da tempo: ci si saluta, una pacca sulle spalle, una stretta di mano, un abbraccio… è bello rivedersi, ma non raccontiamoci bugie, siamo tutti qui per altro e non vediamo l'ora di partire.
Non c'è nulla di epico o di eroico, anche se qualcuno prova a raccontarcela in un altro modo. Non siamo qui per salvare il mondo, non ci siamo schierati dietro la linea di partenza perché siamo l'ultimo baluardo dell'umanità nella battaglia contro le forze del male anzi… molto probabilmente siamo qui proprio perché, da qualche parte nelle nostre profondità, si nasconde quel "malessere" che non riusciamo in nessun modo a vincere se non in quei pochi momenti di grazia che ci regala la Corsa.
Parte il conto alla rovescia, l'ultimo sguardo d'intesa al socio, giusto per ricordargli che qualsiasi cosa succederà ci si vede domani in piazza a Faenza e… via si parte!
Le strade sono strette, il tifo nei pressi alla partenza è galvanizzante, sgattaiolo come posso tra i tanti corridori, tanti quanti sono i pensieri del momento, e si attacca la prima salita, quella che mi porterà in circa 1h40 in cima alle Croci.
Sto bene, mi sento in ottima forma e finalmente ora si scende. Lascio andare le gambe fino a Borgo San Lorenzo è da lì che inizia la seconda ed ultima (più o meno) salita impegnativa, quella che mi porterà al Passo della Colla.
Ed è quasi al termine di questa salita, che via via si fa sempre più impegnativa, che arriva "la crisi"; la stavo aspettando, senza girarci troppo intorno, la verità è che ci iscriviamo a queste gare soprattutto per incontrare "la crisi".
Chi sostiene il contrario, mente!
"Benvenuta crisi", vediamo di trovare il modo di metterci d'accordo perché io non ho nessuna intenzione di fermarmi qui, che mi aspettano a Faenza.
Il resto del viaggio è tutto in salita, anche se il profilo altimetrico racconta un'altra storia. Dopo il cambio d'abito, riesco in qualche modo a correre fino a Marradi e di lì a poco sarò in Romagna. In qualche modo arrivo a San Cassiano: mancano circa 20 km… è fatta.
Impiegherò parecchio tempo prima di raggiungere il traguardo e passerò sotto l'arco dell'arrivo, felice e soddisfatto, alle 03:47:01 di domenica 26 Maggio.
È stata una notte lunga e impegnativa, passata a correre sotto un inaspettato cielo stellato; è stata, come qualcuno mi ha suggerito, una stupenda "sera dei miracoli".
Non sono un eroe, e non credo lo sia nessuno di quelli che sono partiti da Firenze e in qualche modo, chi prima chi dopo, sono arrivati a Faenza.
Eravamo lì perché è lì che volevamo essere, perché ci piace questo sport essenziale dove ci sei tu, la strada e poche altre cose che non si raccontano, ma si corrono.
CORRI LIBERO!
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Todo sucede por una razón
En la vida todo tiene un por qué. Los altibajos, los buenos y los malos momentos. Incluso las personas que van y vienen tienen algo que enseñarnos. A veces son los tiempos difíciles los que nos muestran las lecciones más importantes.
Piensa en la vida como un gran viaje a la cima de una montaña. Cada persona que conocemos, cada experiencia que tenemos, son como pasos en ese viaje. Algunas personas se quedan un tiempo y nos dejan una huella. Otros van y vienen, pero aun así nos dejan algo valioso.
Es fácil pensar que la vida es sólo un montón de cosas que suceden al azar. Pero si miramos más de cerca, veremos que hay un patrón, un propósito detrás de todo esto. Los tiempos difíciles, los momentos felices, son todos parte de hacernos quienes debemos ser.
Así que apreciemos cada parte del viaje, lo bueno y lo malo. Porque cada momento, cada persona, nos está ayudando a crecer y acercarnos a donde debemos estar.
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Plausibile
Un uomo e una donna erano sposati da più di 60 anni. Avevano condiviso tutto, parlato di tutto, e non si erano mai nascosti nulla, tranne una piccola scatola di scarpe che la vecchietta teneva in cima all'armadio. Lei aveva sempre detto al marito di non aprirla mai e di non chiedere nulla a riguardo.
Per tutti questi anni, l'uomo non aveva mai pensato a quella scatola, ma un giorno la sua amata si ammalò gravemente e il dottore disse che non sarebbe sopravvissuta. Mentre cercava di mettere in ordine i loro affari, l'uomo prese la scatola e la portò al capezzale della moglie. Lei acconsentì che era giunto il momento che lui scoprisse il contenuto.
Quando aprì la scatola, trovò due bambole di lana fatte a mano e una pila di soldi per un totale di 95.000 dollari. Stupito, chiese alla moglie spiegazioni.
"Quando stavamo per sposarci," disse lei, "mia nonna mi insegnò il segreto di un matrimonio felice: non litigare mai. Mi disse che, se mai mi fossi arrabbiata con te, avrei dovuto restare in silenzio e fare una bambola di lana."
L'uomo, commosso, si trattenne a stento dal piangere. Nella scatola c'erano solo due bambole. Significava che lei si era arrabbiata con lui solo due volte in tutti quegli anni di vita e amore insieme. Era al settimo cielo.
"Tesoro," disse, "questo spiega le bambole, ma che dire di tutti questi soldi? Da dove vengono?"
"Oh," rispose lei, "sono i soldi che ho guadagnato vendendo le bambole."
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Un hombre y su perro caminaban por una carretera. El hombre estaba disfrutando del paisaje, cuando de repente se le ocurrió que estaba muerto.
Recordó haber muerto y que el perro que caminaba a su lado llevaba años muerto. Se preguntó adónde los llevaría el camino.
Después de un rato, llegaron a un alto muro de piedra blanca a un lado del camino. Parecía mármol fino. En la cima de una larga colina, estaba interrumpida por un alto arco que brillaba a la luz del sol.
Cuando estuvo frente a ella, vio una magnífica puerta en el arco que parecía de nácar, y la calle que conducía a la puerta parecía de oro puro. Él y el perro caminaron hacia la puerta y, cuando se acercó, vio a un hombre sentado en un escritorio a un lado.
Cuando estuvo lo suficientemente cerca, gritó: 'Disculpe, ¿dónde estamos?'
"Esto es el cielo, señor", respondió el hombre.
¿Quieres un poco de agua? preguntó el hombre.
Por supuesto señor. Entra y te traeré un poco de agua helada. El hombre hizo un gesto y la puerta empezó a abrirse.
'¿Puede entrar mi amigo también?', señalando a su perro. preguntó el viajero.
"Lo siento, señor, pero no aceptamos mascotas".
El hombre pensó un momento y luego se volvió hacia el camino y continuó el camino que venía con su perro.
Después de otra larga caminata, y en la cima de otra larga colina, llegó a un camino de tierra que conducía a través de la puerta de una granja que parecía como si nunca hubiera sido cerrada. No había valla. Mientras se acercaba a la puerta, vio a un hombre adentro, apoyado contra un árbol y leyendo un libro.
'¡Disculpe!' llamó al hombre. '¿Tienes agua?'
'Sí, claro, hay una bomba allí, pasa..'
'¿Qué tal mi amigo aquí?' el viajero le hizo un gesto al perro.
Debería haber un cuenco junto a la bomba.
Cruzaron la puerta y, efectivamente, había una bomba manual antigua con un cuenco al lado. El viajero llenó el cuenco de agua y tomó un largo trago, luego le dio un poco al perro.
Cuando estuvieron llenos, él y el perro regresaron hacia el hombre que estaba parado junto al árbol.
'¿Cómo se llama este lugar?' preguntó el viajero.
Esto es el cielo', respondió.
"Bueno, eso es confuso", dijo el viajero. "El hombre de la calle dijo que eso también era el Cielo".
'Oh, ¿te refieres al lugar con la calle dorada y las puertas nacaradas? No. Eso es el infierno.
—¿No te enoja que usen tu nombre de esa manera?
"No, simplemente estamos felices de que descarten a las personas que dejarían atrás a sus mejores amigos".
Autor anónimo
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“En una escala de 1 a 10, algunas personas nacen con un sistema bioquímico alegre que permite que su humor oscile entre los niveles 6 y 10, y que con el tiempo se estabilice en el 8. Una persona de este tipo se siente bastante feliz incluso si vive en una ciudad grande y alienada, pierde su dinero invirtiendo en la Bolsa y se le diagnostica diabetes. Otras personas están maldecidas con una bioquímica triste que oscila entre 3 y 7 y se estabiliza en el 5. Una persona infeliz de este modo sigue estando deprimida incluso si goza del apoyo de una comunidad bien trabada, gana millones a la lotería y es tan saludable como un atleta olímpico. De hecho, aunque nuestro abatido amigo gane 50 millones de euros por la mañana, descubra a mediodía el remedio para el sida y el cáncer, consiga hacer firmar la paz entre israelíes y palestinos por la tarde y después, al atardecer, se reúna con el hijo que desapareció hace años y que estaba perdido desde entonces, todavía sería incapaz de experimentar nada más allá del nivel 7 de felicidad. Simplemente, su cerebro no está construido para el alborozo, ocurra lo que ocurra. Piense el lector por un momento en su familia y en sus amigos. Seguramente conoce algunas personas que siempre están relativamente contentas, no importa lo que les ocurra. Y después están las que siempre están irritadas, con independencia de los regalos que el mundo ponga a sus pies. Solemos creer que simplemente pudiéramos cambiar nuestro lugar de trabajo, casarnos, terminar de escribir aquella novela, comprar un coche nuevo o devolver la hipoteca, estaríamos en la cima del mundo. Pero cuando obtenemos lo que deseamos no parece que seamos mucho más felices. Comprar automóviles y escribir novelas no cambia nuestra bioquímica. Pueden sobresaltarla por un momento efímero, pero pronto vuelve al punto establecido”.
Sapiens, Yuval Noah Harari
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Il bilancio dell’azione comune organizzata dalle formazioni partigiane della bassa Valle di Susa il 26 giugno fu dunque negativo
Le bande della Val di Susa e della Val Sangone concordarono una tattica comune per colpire i punti nevralgici delle rispettive zone d’influenza: la 17a brigata Garibaldi “Felice Cima” avrebbe dovuto puntare su Rivoli, per occupare il presidio del castello, controllare le due carrozzabili e la linea ferroviaria; la 41a brigata Garibaldi “Carlo Carli” avrebbe attaccato il dinamitificio…
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#17a#1944#25#26#Avigliana#bassa#brigata#Carlo Carli#Elisa Conversano#Eugenio Fassino#Felice Cima#garibaldini#Giulio Nicoletta#Giuseppe Ferraro#Marco Pollano#nazi-fascisti#Osvaldo Negarville#partigiani#provincia#Rivoli#Sangano#Sangone#Sergio De Vitis#Susa#tedeschi#Torino#treni#Val
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Il bilancio dell’azione comune organizzata dalle formazioni partigiane della bassa Valle di Susa il 26 giugno fu dunque negativo
Le bande della Val di Susa e della Val Sangone concordarono una tattica comune per colpire i punti nevralgici delle rispettive zone d’influenza: la 17a brigata Garibaldi “Felice Cima” avrebbe dovuto puntare su Rivoli, per occupare il presidio del castello, controllare le due carrozzabili e la linea ferroviaria; la 41a brigata Garibaldi “Carlo Carli” avrebbe attaccato il dinamitificio…
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“Lezione n° 1
Un uomo va sotto la doccia subito dopo la moglie e nello stesso istante suonano al
campanello di casa. La donna avvolge un asciugamano attorno al corpo, scende le
scale e correndo va ad aprire la porta: è Giovanni, il vicino. Prima che lei possa dire
qualcosa lui le dice: “ti do 800 Euro subito in contanti se fai cadere l’asciugamano!”
Riflette e in un attimo l’asciugamano cade per terra…
Lui la guarda a fondo e le da la somma pattuita. Lei, un po’ sconvolta, ma felice per la piccola fortuna guadagnata in un attimo risale in bagno. Il marito, ancora sotto la doccia le chiede chi fosse alla porta. Lei risponde: “era Giovanni”. Il marito: “perfetto, ti ha restituito gli 800 euro che gli avevo prestato?”
Morale n° 1:
Se lavorate in team, condividete sempre le informazioni!
Lezione n° 2
Al volante della sua macchina, un attempato sacerdote sta riaccompagnando una giovane monaca al convento.
Il sacerdote non riesce a togliere lo sguardo dalle sue gambe accavallate.
All’improvviso poggia la mano sulla coscia sinistra della monaca. Lei lo guarda e gli
dice: “Padre, si ricorda il salmo 129?” Il prete ritira subito la mano e si perde in
mille scuse. Poco dopo, approfittando di un cambio di marcia, lascia che la sua mano sfiori la coscia della religiosa che imperterrita ripete: “Padre, si ricorda il salmo 129?” Mortificato, ritira la mano, balbettando una scusa. Arrivati al convento, la monaca scende senza dire una parola. Il prete, preso dal rimorso dell’insano gesto si precipita sulla Bibbia alla ricerca del salmo 129.
“Salmo 129: andate avanti, sempre più in alto, troverete la gloria…”
Morale n° 2:
Al lavoro, siate sempre ben informati!
Lezione n° 3
Un rappresentante, un impiegato e un direttore del personale escono
dall’ufficio a mezzogiorno e vanno verso un ristorantino quando sopra una panca trovano una vecchia lampada ad olio. La strofinano e appare il genio della lampada.
“Generalmente esaudisco tre desideri, ma poiché siete tre, ne avrete uno ciascuno”. L’impiegato spinge gli altri e grida: “tocca a me, a me….Voglio stare su una spiaggia incontaminata delle Bahamas, sempre in vacanza, senza nessun pensiero che potrebbe disturbare la mia quiete”. Detto questo svanisce. Il rappresentante grida: “a me, a me, tocca a me!!!! Voglio gustarmi un cocktail su una spiaggia di Tahiti con la donna dei miei sogni!” E svanisce. Tocca a te, dice il genio, guardando il Direttore del personale.
“Voglio che dopo pranzo quei due tornino al lavoro!”
Morale n° 3:
Lasciate sempre che sia il capo a parlare per primo!
Lezione n° 4
In classe la maestra si rivolge a Gianni e gli chiede: ‘Ci sono cinque uccelli appollaiati su un ramo. Se spari a uno degli uccelli, quanti ne rimangono?’
Gianni risponde: “Nessuno, perché con il rumore dello sparo voleranno via tutti”.
La maestra: “Beh, la risposta giusta era quattro, ma mi piace come ragioni”.
Allora Gianni dice “Posso farle io una domanda adesso?”
La maestra: Va bene.
“Ci sono tre donne sedute su una panchina che mangiano il gelato. Una lo lecca delicatamente ai lati, la seconda lo ingoia tutto fino al cono, mentre la terza dà piccoli morsi in cima al gelato. Quale delle tre è sposata?” L’insegnante arrossisce e risponde: “Suppongo la seconda… quella che ingoia il gelato fino al cono”.
Gianni: “Beh, la risposta corretta era quella che porta la fede, ma… mi piace come ragiona”!!!
Morale n° 4: Lasciate che prevalga sempre la ragione.
Lezione n° 5
Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un
cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto: “Sono cieco, aiutatemi per favore”. Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un’altra frase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote.
Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.
Il pubblicitario rispose: “Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo”.
Sorrise e se ne andò.
Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto:
“Oggi è primavera e io non posso vederla”.
Morale n° 5: Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio.
Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità, rispondi che l’Arca di Noè è stata costruita da dilettanti e il Titanic da professionisti….
Per scoprire il valore di un anno, chiedilo ad uno studente che è stato bocciato all’esame finale.
Per scoprire il valore di un mese, chiedilo ad una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto.
Per scoprire il valore di una settimana, chiedilo all’editore di una rivista settimanale.
Per scoprire il valore di un’ora, chiedilo agli innamorati che stanno aspettando di vedersi.
Per scoprire il valore di un minuto, chiedilo a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l’aereo.
Per scoprire il valore di un secondo, chiedilo a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente.
Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedilo ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d’argento.
Il tempo non aspetta nessuno. Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un
grande valore. Condividilo con una persona speciale e diventerà ancora più importante.
L’origine di questi racconti è sconosciuta, ma pare portino buonumore e fortuna a chi li manda e a chi li dice, quindi non tenerli per te.”
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𝒘𝒆 𝒎𝒂𝒅𝒆 𝒊𝒕 𝒐𝒖𝒕 𝒕𝒐 𝒕𝒉𝒆 𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒔𝒊𝒅𝒆...
ᅠᅠᅠᅠ
( book covers by: C3RB3RC en twitter. )
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𝓜𝑶͟𝑵͟𝑨͟ 𝓗͟𝑬͟𝑵͟𝑫͟𝑹͟𝑰͟𝑿͟. ༊·˚
Mona Hendrix (neé Penelope Anne Featherington, nombre cambiado justo después por su madre y su padrastro a Mona Roxanne Hendrix), nacida en 10 de Marzo 1995, es hija ilegítima del magnate Archibald Featherington y Shannen Doyle. De procedencia irlandesa e inglesa, Mona fue la tercera de las cuatro hijas del magnate. Prudence, Philipa y Felicity.
Portia, la esposa legitima del magnate, le prometió que se olvidaría de su infidelidad si lograse deshacerse de su amante y de este hijo.
Cosa que él pensó que sí hizo, pagando una enfermera para sacar del mundo a este bebé. De todos modos, la enfermera se apiadadó de la bebé y le dijo la verdad a su mamá que huyó junto a su hija, de vuelta a su patria. Allí, volvió al único hombre que la amó de verdad, Killian Hendrix. Antes había rechazado su oferta de casarse con él, pero esta vez no tuvo de otra. Aceptó, se casaron y la niña cambió directamente de nombre, para proteger su identidad.
Unos años después, el magnate se murió y nadie más volvió a buscar a la niña.
Pero su crecimiento no fue fácil. Su curiosidad, su desinterés por cualquier cosa que no tenga que ver con los libros, la escritura, los mundos en los que ella misma se encerraba, sus... Brotes mágicos, como los llamarían sus padres y al final sus descubrimientos.. Les provocaron muchos problemas.
Desde niña, accidentalmente Mona descubrió su herencia, que no era dinero. Si no poder, libros de magia y hechizos y un retrato de la primera bruja de la familia Doyle. Alexandra Culpepper. Los acontecimientos forzaron a sus padres a llevarse a la niña y mudarse de Irlanda al otro lado del mundo. A Estados Unidos donde ella vivió la mayoría de su vida.
Mona creció y su inclinación hacia la escritura era obvia, cosa que sus padres intentaron reprimir, amenazándola. Cuando cumplió los dieciocho fue la última gota que derramó el vaso. Le prohibieron convertirse en lo que más quería y publicar su primer libro, diciendole que debería estudiar o irse de la casa. Y eso es precisamente lo que hizo.
Irse. De todos modos, sus padres últimamente necesitaban deshacerse de ella, sabiendo que Portia Featherington les estaba respirando en la nuca y deberían desapareces sus rastros.
Gracias a la ayuda de un amigo suyo, David, logró cumplir sus sueños. La única persona a la que se había abierto a aquella tierna edad. La llevó a un editor, le dió su amistad, la alentó y así poco a poco empezó su camino hacia la cima y ella poco a poco empezaba a no ser tan ermitaña y no aborrecer tanto a la gente.
Por desgracia, su amigo David desapareció de su vida, de la forma más trágica.
En una videollamada, en la que se supone que David le pediría matrimonio a su novia y Mona, de veintiún años, les daría su bendición, les vivió perder la vida a ambos, arrastrados por un auto manejado por una pareja borracha que se peleaba.
De eso, no logró recuperarse hasta el día de hoy.
Pasó sus días escribiendo y publicando libro tras libro, sin salir mucho, sin abrirse, sin amigos, solamente enfocada en el mundo que no la podía doler más. El ficticio.
Su única compañera, su pequeña golden retriever, Lisa, que la adoptó cuando tenía apenas unos días, sanándola y manteniéndola en su casa.
Pero su vida cambió el día que conoció a sus dos amigas, Aria y Klelia y al hombre que marcaría cada una de sus vidas.
Pero llegaremos a eso en un ratito.
Como un contraste con su vida personal, como profesional es un ser que con cada paso que da florece. Sus libros, éxitos, cada uno con su historia distinta, marcan. Es autora, guionista y directora y entre sus más grandes éxitos, la trilogía: The Emerald Bridge (que también se convirtió en una de las más vistas peliculas del box office y serie de Netflix), To The bridges we burnt (the sequel) y Through the Cinders, Lies before bedtime, Call it as it is y Stating directly at the sun.
Y hablando de la magia de los libros, y el arte, vamos a hablar también de la magia literal. ¿Qué tiene que ver? Me preguntarán.
Y yo les revelaré que es parte de sus orígenes, como la última reencarnación de Alexandra Culpepper, la antecedente de la familia Doyle. La bruja injusticiada. Así se le conocía y la leyenda viajaba por siglos hasta que la familia la enterró, para evitar la difamación.
Pero nadie puede enterrar las reencarnaciones de Alexandra.
Bueno, esto... Casi es mentira.
Les presento la historia y las variantes de la mujer que juró renacer hasta lograr ser feliz para siempre.
( arte hecho por sagestainsedits en Instagram.)
Primero, Alexandra Culpepper, la bruja original. Rechazada por su familia, vivía en un prostíbulo donde las mujeres la aceptaron con los brazos abiertos y ella a cambio, se aseguraría que con las vendas de sus pociones de amor (que habían casado a toda la sociedad de la epoca) les daría un futuro a cada una, para salir de la profesión y tener sus propias casas. Ella eternamente mejor amiga y enamorada de Arthur Attaway, siempre le mandaba cartas, lo buscaba, pero él solamente al perderla entendió que la amaba. Supo de su secreto y la aceptó pero ya era demasiado tarde. Ella ya se casaba con otro. Él no solo impidió la boda y suplicó los reyes para que les den su bendición, no solo lo lograron, se casaron con honores, pero el prometido enojado de Alexandra que al mismo tiempo era mago viajero del tiempo que la perseguía por el tipo de magia que poseía, logró acabar con su vida. Pero ella, injusticada le maldijo a quedarse atrapado para siempre en este mundo mientras ella nace y renace para volver a encontrarse con su amado.
La primera parte no se logró exactamente, porque el mago siempre atrapaba las reencarnaciones de Alexandra, saliendo de su prisión y acabando con ellas.
( arte hecho por sagestainsedits on Instagram. )
La segunda era Penelope Bridgerton. No esta de hoy. Hace muchos siglos. Sí, la famosa Lady Whistledown. Ella hechizada con las palabras, ya que nunca llegó a descubrir sus poderes antes de morir.
Amiga eterna de Colin Bridgerton, siempre enamorada de él, logró casarse con él cuando por fin todos los inconvenientes salieron de su camino, pero por desgracia, se murió dando a luz a su primer hijo, que horas después falleció también.
( arte hecho por sagestainsedits on Instagram. )
La siguiente es Hera Matthews. Viviendo en los setenta, una hippie de corazón libre, plenamente consciente de su magia y el poder de sus hechizos, vivía de país a país, acompañada por su mejor amigo Connor, con el que vivían plenamente la libertad, enamorados y listos para comerse al mundo entero hasta que uno de sus amigos, poseído por el mago que logró escaparse durante una psicofonía con uno de los hechizos de Hera, la tiró de un acantilado en Matala, Creta.
Y la última y probablemente la última esperanza de Alexandra, porque el hechizo con el tiempo es más y más débil, Mona.
Que conoció a Andrew como su nuevo vecino, poco a poco se acercaron y se convirtieron en amantes. Y por lo que parece aún tienen mucho que enfrentar. El mago, intenta atraparles en un mundo onírico para quitarles la vida, sabiendo que esta es la última oportunidad.
¿Lograrán salir adelante o su historia simplemente se quedará entre los libros de Mona, como un recuerdo distante de un amor que nunca se cumplió?
𝑫𝒆𝒂𝒓𝒆𝒔𝒕 𝒈𝒆𝒏𝒕𝒍𝒆 𝒓𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓𝒔, 𝒏𝒐𝒘 𝒊𝒏 𝑬𝒏𝒈𝒍𝒊𝒔𝒉...
Mona Hendrix (neé Penelope Anne Featherington, name changed later by her mother and stepfather to Mona Roxanne Hendrix), born March 10, 1995, is the illegitimate daughter of tycoon Archibald Featherington and Shannen Doyle. Of Irish and English descent, Mona was the third of the tycoon's four daughters. Prudence, Philipa and Felicity.
Portia, the tycoon's legitimate wife, promised him that she would forget about his infidelity if he managed to get rid of his mistress and this child.
Which he thought he did, paying a nurse to get rid of this baby. Anyway, the nurse took pity on the little one and told the truth to her mother who fled with her daughter, back to her homeland. There, she returned to the only man who truly loved her, Killian Hendrix. She had previously refused his offer to marry him, but this time she had no choice. She accepted, they married and the girl changed her name directly, to protect her identity.
A few years later, the tycoon died and no one else came looking for the girl.
But growing up was not easy. Her curiosity, her disinterest in anything that had nothing to do with books, writing, the worlds in which she locked herself, her... Magic outbursts, as her parents would call them, and in the end her discoveries.... They caused them a lot of trouble.
As a child, Mona accidentally discovered her inheritance, which was not money. But power, books of magic or spells and a portrait of the first witch of the Doyle family.
Alexandra Culpepper. Events forced her parents to take the girl and move from Ireland to the other side of the world. To the United States where she lived most of her life.
Mona grew up and her inclination towards writing was obvious, something her parents tried to repress, threatening her. When she turned eighteen it was the last straw that broke the camel's back. They forbade her to become what she most wanted and publish her first book, telling her she should study or leave home. And that is precisely what she did.
Leave. Anyway, her parents needed to get rid of her lately, knowing that Portia Featherington was breathing down their necks and they should disappear any traces of her.
Thanks to the help of a friend of hers, David, she was able to fulfill her dreams. The only person she had opened up to at that tender age. He took her to a publisher, gave her his friendship, encouraged her and so little by little she started her way to the top and she slowly began to not be such a hermit and not to loathe people so much.
Unfortunately, her friend David disappeared from her life, in a most tragic way.
On a video call, in which David was supposed to propose to his girlfriend and twenty-one year old Mona was supposed to give them her blessing, he lost both of their lives, hit by a car driven by a drunken couple fighting.
From that, she never recovered to this day.
She spent her days writing and publishing book after book, without going out much, without opening up, without friends, only focused on the world that couldn't hurt her anymore. The fictional one.
Her only companion, her little golden retriever, Lisa, who she had dopted when she was just a few days old, healing her and keeping her at home.
But her life changed the day she met her two friends, Aria and Klelia and the man who would mark her life.
But we'll get to that in a little while.
As a contrast to her personal life, as a professional she is a being who blossoms with every step she takes. Her books, successes, each with its own distinct story, make a mark. She is an author, screenwriter and director and among her biggest hits, the trilogy: The Emerald Bridge (which also became one of the most watched box office movies and Netflix series), To The bridges we burnt (the sequel) and Through the Cinders, Lies before bedtime, Call it as it is and Stating directly at the sun.
And speaking of the magic of books, and art, let's also talk about literal magic. What's that got to do with it? you may ask.
And I will reveal that it is part of its origins, as the last reincarnation of Alexandra Culpepper, the ancestor of the Doyle family. The wronged witch. That's how she was known and the legend traveled for centuries until the family buried it, to avoid defamation.
But no one can bury Alexandra's reincarnations.
Well, this... It's almost a lie.
I present to you the story and variants of the woman who swore to be reborn to happily ever after.
First, Alexandra Culpepper, the original witch. Rejected by her family, she lived in a brothel where women accepted her with open arms and in exchange, she would make sure that with the of power her love potions (which had managed to get the whole society of the time betrothed) she would give them a future to each one, to leave the profession and have their own homes. She, eternally best friend and in love with Arthur Attaway, always sent him letters, looked for him, but only when he lost her did he understand that he loved her. He knew about her secret and accepted her, but it was too late. She was already engaged to someone else. He not only prevented the wedding and begged the kings to give them their blessing, not only did they succeed, they were married with honors, but Alexandra's angry fiancé, who at the same time was a time-traveling magician who pursued her because of the kind of magic he possessed, managed to end her life. But she, wronged and angry, cursed him to remain trapped forever in this world while she was born and reborn to meet her beloved again.
The first part was not exactly achieved, because the magician always trapped Alexandra's reincarnations, getting out of his prison and ending them.
The second was Penelope Bridgerton. Not this one from today. Many centuries ago. Yes, the famous Lady Whistledown. She bewitched with words, as she never got to discover her powers before she died.
Eternal friend of Colin Bridgerton, always in love with him, she managed to marry him when finally all the inconveniences were out of her way.
But unfortunately, she died giving birth to her first child, who died a few hours later.
Next up is Hera Matthews. Living in the seventies, a free-hearted hippie, fully aware of her magic and the power of her spells, she lived from country to country, accompanied by her best friend Connor, with whom they lived fully the freedom, in love and ready to eat the whole world until one of her friends, possessed by the magician who managed to escape during a psychophony with one of Hera's spells, threw her off a cliff in Matala, Crete.
And the last and probably the last hope of Alexandra, because the spell with time is weaker and weaker, Mona.
Who met Andrew as her new neighbor, gradually they got closer and became lovers. And from the looks of it they still have a lot to face. The magician, tries to trap them in a dream world to take their lives, knowing that this is the last chance.
Will they make it through or will their story simply remain in Mona's books, as a distant memory of a love that was never fulfilled?
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Questa volta lasciate che sia felice, non è successo nulla a nessuno, non sono da nessuna parte, succede solo che sono felice fino all’ultimo profondo angolino del cuore. Camminando, dormendo o scrivendo, che posso farci, sono felice. Sono più sterminato dell’erba nelle praterie, sento la pelle come un albero raggrinzito, e l’acqua sotto, gli uccelli in cima, il mare come un anello intorno alla mia vita, fatta di pane e pietra la terra l’aria canta come una chitarra. Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia, tu canti e sei canto. Il mondo è oggi la mia anima canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca, lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia essere felice, essere felice perché sì, perché respiro e perché respiri, essere felice perché tocco il tuo ginocchio ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo e la sua freschezza. Oggi lasciate che sia felice, io e basta, con o senza tutti, essere felice con l’erba e la sabbia essere felice con l’aria e la terra, essere felice con te, con la tua bocca, essere felice.
Pablo Neruda
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Quando arriva la magistratura, e quando arrivano i mandati di arresto, vuol dire che tutto quello che c’era PRIMA – prima dei carabinieri, prima dei titoli sui giornali, prima dello scandalo – non ha funzionato. Non hanno funzionato gli scrupoli personali e gli anticorpi sociali, e nessun amico, nessuna persona che ti vuole bene ha avuto il coraggio di dirti: “sono preoccupato per te. Attento, che così vai a sbattere”.
Non hanno funzionato quei momenti di dubbio, di riflessione, di esitazione che aiutano gli umani a non esagerare. Uso il verbo esagerare perché mi sembra quello che aiuta meglio a capire perché persone già benestanti, già in alto nella scala sociale, già gratificate da un ruolo importante, rischiano di perdere la faccia, la carriera e a volte anche la libertà, per un week-end a Montecarlo, uno dei posti più tristi del pianeta, o per farsi pagare un pranzo di nozze, o per una manciata di fiches del Casinò.
D’accordo, il potere non aiuta ad avere il senso del limite. Ti dà una certa ebbrezza. Ti senti dentro la piccola schiera di quelli che contano, e decidono anche il destino di quelli che non contano. Ma al potere corrispondono, o dovrebbero corrispondere, anche le responsabilità. Gli onori e gli oneri, si dice. Se no, non vale. Sei arrivato in cima, quasi tutti gli altri ti guardano dal basso, beh, cerca di essere all’altezza. Se sei un servitore dello Stato, a maggior ragione. Ma anche se sei un manager privato che maneggia montagne di quattrini, e hai la responsabilità del destino di migliaia di persone: sei il primo che dovrebbe dare l’esempio. E per farlo, spesso basta un no.
No grazie, i week-end posso pagarmeli di tasca mia.
No, grazie, se voglio andare al Casinò ci vado con i miei soldi.
No grazie, i voti non ho bisogno di comperarli, me li conquisto da solo.
O addirittura, ma forse è pura utopia: guardi, a Montecarlo ci vada lei, che si rischia di incontrare Briatore. È molto più elegante andare in Romagna in un albergo familiare, si mangia meglio e l’ambiente è molto meno tossico.
La famosa questione morale precede, e di molto, le carte bollate e i processi. Precede anche l’eterna rissa sulla giustizia, il derby tra innocentisti e colpevolisti. Sono convinto che ci sia un nesso molto stretto tra onestà e senso del limite. E perfino tra onestà e buon gusto. L’idea pacchiana e ingorda della ricchezza e del potere come ostentazione, come esagerazione, come schiaffo alla miseria, come “non mi basta mai”, è sempre esistita, ma negli ultimi anni ha trovato un volano formidabile nei social. Il ricco che sguazza nei suoi averi e muore dalla voglia di comunicare al mondo quanto è felice, a me sembra una ridicola macchietta, ma temo che in molti lo ammirino. E vorrebbero essere al suo posto.
E se i modelli sociali sono questi, se l’esagerazione diventa un merito, sarà sempre più difficile pronunciare le uniche parole che possono davvero cambiarti la vita in meglio:
“No grazie. Non mi serve niente”.
Michele Serra
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