#Ex governatore USA:
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Ex governatore USA: "Le trattative vanno a rilento ma stiamo ancora parlando e questo è positivo"
Bill Richardson, ex governatore statunitense, dice la sua su quanto accade nel mondo per provare a porre fine al conflitto in Ucraina
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Ron DeSantis si ritira. Alle primarie repubblicane negli Usa è sfida Trump vs Haley. Il tycoon: “Onorato dell’appoggio”
Manchester (New Hampshire) – La corsa alla nomination repubblicana per la Casa Bianca è diventata una sfida a due, tra l’ex presidente Trump e la sua ex ambasciatrice all’Onu Nikki Haley. Infatti il governatore della Florida Ron DeSantis ha annunciato il suo ritiro con un video, in cui ha detto che ora appoggia l’ex rivale Donald. “Oggi – ha detto DeSantis – sospendo la mia campagna. Trump è…
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Le dichiarazioni di Waller e Barkin hanno depresso la borsa di New York venerdì
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Dopo le riunioni di Fed e della Banca Centrale Europea, l'attenzione dei mercati resta puntata sulle Banche centrali. In settimana sono infatti previsti i meeting di Bank of England, Banca centrale svizzera e turca. Le prime due dovrebbero rialzare i tassi di 25 punti base, lasciando le porte aperte per ulteriori ritocchi al rialzo in prospettiva. Per quanto riguarda la Banca centrale turca, dopo il cambio al vertice, dovrebbe aumentare i tassi al 20%, dal precedente 8,5%. Attesa anche per l'intervento del presidente della Fed Jerome Powell al Congresso Usa. Il numero uno della banca centrale Usa interverrà mercoledì alla Camera e giovedì al Senato per la consueta audizione semestrale davanti ai parlamentari americani. Le audizioni non dovrebbero discostarsi molto da quanto detto mercoledì al termine del Fomc. Dopo 10 rialzi dei tassi consecutivi, l'istituto si è fermato riservandosi tuttavia di valutare almeno altre due strette entro la fine dell'anno. Le dichiarazioni di Waller e Barkin hanno depresso Wall Street venerdì. Il governatore della Fed Christopher Waller ha avvertito che "l'inflazione di base non sta scendendo come pensavo" mentre il presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin, si è detto "a suo agio" con ulteriori aumenti dei tassi, dato che l'inflazione non è ancora tornata al 2%. In ogni caso, lo S&P500 è riuscito a chiudere la quinta settimana consecutiva di rialzi e ora - ha ricostruito la Bloomberg - tratta a ivelli superiori rispetto al 16 marzo 2022, il giorno in cui la Fed ha avviato il ciclo di rialzi più aggressivo da quarant'anni. Non solo le azioni americane, ma anche indicatori (l'agenzia Usa cita tra gli altri il dollaro e la volatilità del mercato dei bond) sono tornati ai livelli antecedenti i 500 punti di rialzo dei tassi. La sensazione raccolta dagli analisti è che la Fed nei prossimi 6-12 mesi sarà un po' meno determinante nell'andamento dei mercati, con fattori quali la valutazione dello stato di salute delle aziende ma anche trend come l'invasione dell'Ia nei modelli operativi che potranno determinare il successo o meno dei titoli. Tra gli eventi attesi in settimana dagli investitori, venerdì usciranno gli indici Pmi delle principali economie, che forniranno importanti indicazioni sullo stato di salute del settore manifatturiero, atteso in contrazione ovunque (Usa, Eurozona, Regno Unito). I Pmi servizi dovrebbero invece mantenersi su livelli elevati pur confermando il rallentamento degli ultimi mesi. Ecco gli eventi previsti in settimana, nell'agenda Agi. LUNEDI' 19 GIUGNO- Turismo: Convegno "Il Turismo in Italia. Patrimonio valoriale e leva di sviluppo per la Nazione", con ministro Santanchè e Attilio Fontana- Assicurazioni: Relazione annuale Ivass.- Imprese: Convegno EY, 'Economia reale: Il valore degli investimenti privati a supporto del Sistema Paese' con il sottosegretario Freni- Mimit: Conferenza stampa di presentazione della quarta edizione di Phygital Sustainability Expo, con ministro Urso.- Mimit: Tavoli con i sindacati su automotive, elettrodomestici ed ex Ilva- Bce: capo economista Philip Lane interviene all'assegnazione del premio German Bernacer- Bce: Isabel Schnabel partecipa a conferenza "Nuove sfide per l'Unione economica e monetaria nel contesto post-crisi"; il vicepresidente Luis de Guindos interviene alla cerimonia di premiazione del giornalismo economico.- Fisco: Luiss organizza convegno su 'Il Sistema Sanzionatorio nella Riforma Tributaria', con Vice Ministro Maurizio Leo e conclusioni del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio - Il Messaggero: celebrazioni dei 145 anni, partecipano il presidente, Francesco Gaetano Caltagirone, i ministri dei Trasporti Matteo Salvini, dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, del Lavoro Marina Calderone, della Cultura, Gennaro Sangiuliano, l'ad di Cdp Dario Scannapieco, Orcel ad Unicredit - Lega: il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, partecipa ad un evento con i ministri della Lega.- Camere di Commercio: assemblea annuale dell'American Chamber of Commerce in Italy, con ministro Giorgetti (AGI)Gin (Segue) MARTEDI' 20 GIUGNO- Banche: Evento del Sole 24 Ore "UTP & NPL Summit 2023" con Stefano Cappiello, dg Sistema Bancario e Finanziario-Affari Legali del Ministero dell'Economia; Luigi Lovaglio, ad Mps; Giuseppe Siani, Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria di Banca d'Italia- Bce: Andrea Enria e Elizabeth McCaul intervengono alla conferenza sul rischio di credito di controparte - Previdenza: assemblea annuale Assoprevidenza - Armatori: Assarmatori Annual Meeting 2023 con il presidente di Assarmatori, Messina e i ministri Salvini, Santanchè, Musumeci e Fitto- Abi: conference call con vice direttore generale vicario Torriero su rapporto mensile Abi di giugno - Upb: Ufficio parlamentare di Bilancio presenta il Rapporto sulla politica di bilancio, con Lilia Cavallari, presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio- Istat: Conferenza stampa di presentazione della VI edizione del Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs), gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite "Informazioni statistiche per l' Agenda 2030 in Italia" - Anfia: assemblea pubblica dell'Anfia, partecipa il ministro Urso- Assocostieri: assemblea "La logistica energetica, asset strategico nel Mediterraneo", con Sangalli, ministro Fitto, viceministro Leo- Tim: 'Tim premia l'innovazione a supporto della Cybersecurity 'Made in Italy, intervengono Raffaele Fitto, Guido Crosetto, Adolfo Urso, Carlo Bonomi, Andrea Illy- Electrolux: tavolo tecnico- Bce: Elizabeth McCaul interviene al Workshop annuale del Consiglio per gli Stati Uniti e l'Italia "Il futuro della globalizzazione: politica, affari, stile di vita, marchi".- Confindustria: Bonomi partecipa al "Martin Luther King Jr.Memorial Library DCPL", a Washington per l'inaugurazione della mostra "Imagining the future. Leonardo da Vinci: in the mind of an Italian genius", organizzata da Confindustria.- Camera: Commissione ambiente, audizione su dl emergenza alluvionati con dg Abi Sabatini- Abi: conferimento premio Einaudi al presidente Abi, Antonio Patuelli- EY: presentazione EY Italy Outlook 2023 con Fitto, Crosetto, Urso.- Senato: commissione Finanze - Audizioni di rappresentanti di Consob, Mef e Ania sul disegno di legge Competitività dei capitali. MERCOLEDI 21 GIUGNO- Gb: inflazione maggio- Inps: 'Tutto regolare? Colf, badanti e baby sitter in Italia', con Marina Calderone, ministro del Lavoro - Istat: produzione nelle costruzioni aprile - Ance: assemblea pubblica 2023 con Salvini - Copasir: audizione ad Eni Descalzi- Guardia Costiera: Salvini presenta alla stampa il Rapporto Annuale Guardia Costiera- Bce: discorso Schnabel e Nagel a Berlino su inflazione - Bce: Schnabel interviene alla tavola rotonda "60 anni dell'Advisory Council per la valutazione dello sviluppo economico complessivo".- Fed: audizione Powell alla Commissione servizi finanziari della Camera- Confindustria: inaugurazione della Sede di Confindustria a Washington, con Carlo Bonomi- Camera: commissione Ambiente - audizione Confindustria, nell'ambito dell'esame del decreto recante interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali. GIOVEDI 22 GIUGNO- Anita: assemblea annuale, partecipa ministro dei Trasporti Salvini.- Banca d'Italia: Convegno "Le donne, il lavoro e la crescita economica", con Perrazzelli, Vice Direttrice Generale e ministra Roccella.- Sace: rapporto Export 2023 (Milano ore 16:30) - Bce: Panetta interviene alla conferenza della Bundesbank, della Bce e della Federal Reserve Bank di Chicago sulla gestione del rischio delle CCP- Gb: decisione tassi BoE- Usa: nuove richieste sussidi disoccupazione - Fed: audizione Powell alla Commissione bancaria del Senato - Assonime: assemblea biennale con viceministro Leo e commissario Ue Gentiloni. VENERDI 23 GIUGNO- Istat: prezzi delle abitazioni I trimestre 23 - Francia: Pmi manifatturiero e servizi giugno - Germania: Pmi servizi e manifatturiero giugno - Gb: Pmi servizi e manifatturiero giugno - Usa: Pmi servizi e manifatturiero giugno - Bri: Fabio Panetta partecipa alla tavola rotonda sul futuro delle criptovalute alla 22ma conferenza annuale della Bri - Confindustria: 52/o Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria dal titolo "Nuova frontiera. Direzione 5.0"SABATO 24 GIUGNO- Cgil: manifestazione nazionale di Cgil e associazioni "Insieme per la Costituzione", per la difesa e il rilancio del Servizio sanitario nazionale e la salute e sicurezza sul lavoro.Partecipa Maurizio Landini- Confindustria: Convegno dei Giovani Imprenditori con Carlo Bonomi presidente di Confindustria. Read the full article
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“ In Ucraina i nazisti, che sono parte dell’apparato statale, ammazzavano tutti quelli che erano contrari alle loro idee, principalmente persone di sinistra. Alcuni forse potevano essere d’accordo con la politica di Putin, però chiamarli “putiniani” è un insulto alla loro memoria, perché molti di loro non erano d’accordo con la Russia; volevano un’Ucraina indipendente, comunista oppure liberale, ma senza il nazismo e gli oligarchi. Per questo uso il termine “di sinistra”. Anche il mio amico Oles Busina era di sinistra, ma non sopportava Putin, lo criticava sempre e voleva un’Ucraina indipendente sia dai russi sia dagli occidentali, e soprattutto era antifascista e denunciava la deriva nazista in Ucraina. Proprio in nome dei nostri amati diritti civili non è ammissibile l’uccisione del mio amico Oles Busina, grande patriota ucraino, antropologo e storico, scrittore e poeta. Colpevole di essersi schierato contro la glorificazione del nazismo da parte del governo golpista di Kiev e per questo freddato a colpi di pistola davanti a casa propria. Nessuno dei nostri difensori dei diritti umani che spesso accusano la Russia di Putin di mancanza della libertà si è mai esposto contro il regime golpista attualmente al potere in Ucraina, colpevole dell’uccisione di Olga Moroz, caporedattore di «Neteshinskij Vestnik», giornale dalle cui pagine lei e i suoi colleghi si esprimevano contro il regime. Nessuno si scandalizza per l’uccisione del deputato del parlamento ucraino Oleg Kalashnikov, organizzatore delle manifestazioni in sostegno del governo legittimo ucraino, oppositore del golpe. Nessuno qui in Occidente chiede al governo ucraino perché sono stati impunemente massacrati come oppositori del regime il procuratore Oleg Melnichuk, Oleksandr Peklushenko, già governatore dell’oblast di Zaporizhya, il capo del consiglio regionale di Kharkiv Aleksei Kolesnik, il segretario del Partito comunista della provincia di Starobeševe Vyacheslav Kovshun, il vicedirettore delle ferrovie ucraine Nicolai Sergienko e molte, moltissime altre persone colpevoli soltanto di aver espresso idee contrarie al governo. L’Occidente preferisce ripetere a sfinimento il mantra sulla presunta “democraticità” dell’Ucraina, anche se si tratta del paese più corrotto tra le repubbliche ex sovietiche, e per comprendere questo non serve prestare ascolto a nessuna propaganda russa, basta leggere i rapporti delle organizzazioni internazionali che monitorano la situazione in Ucraina, dai quali emergono denunce pesantissime, da far gelare il sangue anche al più insensibile tra gli esseri umani. I politici occidentali, però, preferiscono buttare miliardi di euro strappati ai propri contribuenti in quel contenitore contaminato irrimediabilmente dall’illegalità, dalla propaganda e dall’odio che è l’Ucraina di oggi, pur di sfruttarla come un campo di battaglia contro la Russia di Putin. L’Occidente, ovvero gli USA, non vuole perdere la sua egemonia militare ed economica nel mondo, che da unipolare di una volta ormai è diventato multipolare. In tutto questo, le vere vittime sono gli ucraini, che indottrinati dalla propaganda trentennale, che gli ha raccontato di tutto pur di cementificare nelle loro coscienze tre elementi: l’odio per la Russia, la fiducia negli oligarchi pro occidentali e soprattutto un nazionalismo radicale ed estremo che si basa non sull’amore verso la propria nazione, ma sull’odio nei confronti degli altri. Un nazionalismo macchiato dagli episodi più drammatici e più bui della storia ucraina. “
Nicolai Lilin, Ucraina. La vera storia, Piemme (collana Saggi PM), Novembre 2022¹; pp. 109-111.
#Nicolai Lilin#Ucraina#letture#leggere#saggistica#saggi#Storia contemporanea#geopolitica#Europa#Russia#USA#relazioni internazionali#Unione Europea#Donbass#giornalisti#Volodymyr Zelensky#Joe Biden#Vladimir Putin#democrazia#imperialismo americano#imperialismo russo#antimilitarismo#Storia del XXI secolo#libertà di pensiero#giornalismo#NATO#crimini contro l'umanità#libertà di parola#libri#oligarchi
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Bentornati nel 2011. La tempesta perfetta si è abbattuta sull’Italia, mentre l’unico argomento che pare interessare il Paese sia come farsi ulteriormente male con una posizione a dir poco parossistica sulla questione ucraina. (L)a gente finalmente aprirà gli occhi su quanto sta per abbattersi sul Paese o continuerà a non capire che le immagini di civili in fuga rimandate H24 da tutte le reti sono una colossale distrazione di massa ad alto tasso di emotività? A sorpresa, il board della Bce ha pressoché completamente ignorato l’impatto della situazione in Ucraina sulla crescita, privilegiando un approccio da falco nei confronti dell’inflazione (il grande incubo dei tedeschi di ogni generazione, ndr). Tradotto, il mix perfetto per la Bundesbank e una condanna a morte per il nostro Tesoro. Detto fatto, questa è stata la reazione dello spread: un 18% di aumento in pochi secondi (...), In contemporanea, dagli Usa arrivava il nuovo dato shock sull’inflazione: +7,9% a febbraio, il massimo dal gennaio 1982 (...). La Bce ha cambiato tutto. E se ha fatto uno sgambetto enorme all’Italia, forse al traballante esecutivo del suo ex governatore ha fornito un insperato assist emergenziale di tenuta, quasi un’assicurazione sulla vita. Poiché nessuno, a fronte di una tempesta ormai alle porte, si azzarderà a ipotizzare un’uscita verso il mare aperto della crisi di governo e del voto anticipato. Ma (...) alla luce di un’agenda precisa, eterodiretta e predeterminata. L’unica certezza? Prepariamoci davvero a lacrime e sangue, a questo punto. Perché se il fatto che un Paese del G7 come il nostro – e che fino all’altro giorno si era fatto vanto del suo 6% di crescita – sia stato l’unico in Europa a ipotizzare en plein air la necessità di abbassare il riscaldamento e spegnere un po’ la luce faceva già trapelare un quadro di rapido deterioramento, oggi le misure draconiane necessarie a puntellare l’edificio in assenza degli acquisti Bce diventeranno drammatiche e prioritarie. Esattamente come nel 2011, quando al Governo Monti fu concessa carta bianca con il beneplacito pressoché unanime del Parlamento. Appunto, bentornati nel 2011.
https://www.ilsussidiario.net/news/spy-finanza-cosi-litalia-e-ritornata-al-2011-grazie-alla-bce/2304867/
Ribalto il Bottarelli o meglio lo estremizzo, da spoileratore ooops volevo dire da complottista: GLI “STATI DI EMERGENZA” NON ARRIVANO PER CASO E MAI PER MOTIVI ESTERI. Scommetto una automobilina elettrica contro un Hummer da 1 litro al km, che qui non vi mandano a votare manco nel 2023.
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Carpiati alla Meloni, dai fascismi a Donald Trump difende l’indifendibile di Alessandro Robecchi (...) con il carteggio “Lettere a La Stampa” (Giorgia Meloni), ... tra la segretaria di Fratelli d’Italia e il direttore del quotidiano torinese Massimo Giannini. Lui a dire che quella di Fratelli d’Italia è una destra che andrebbe un po’ ripulita, specie alla luce delle ambiguità sul tentato golpe trumpista, lei a battersi come un leone per negare. Lui a dire che la sora Meloni e il baciatore di salami Salvini giocano a fare gli “sciamani d’Italia” (come quel cretino che ha invaso il Campidoglio Usa vestito come se stesse per recarsi a Pontida), lei indignata per il paragone. Ciliegina sulla torta, un tweet della signora Meloni sui fatti di Washington, così ambiguo, ma così ambiguo, da rasentare la perfezione del paraculismo. Testuale: “Mi auguro che le violenze cessino subito come chiesto dal presidente Trump”. Che è un po’ come dire: “Mi auguro che si spenga l’incendio nel bosco come chiesto dal piromane che l’ha appiccato”. Un carpiato, insomma, succo concentrato di malafede. Che diventa ancor più esilarante quando si ricorda alla Meloni l’assessora umbra Clara Pastorelli, che si fa una foto agghindata come lo sciamano di Capitol Hill. Uh, che reazione: “La signora indossa un cappotto e un colbacco!”, dice la Meloni. Questa è la sua arguta difesa, come ammettere che l’assessora umbra non è riuscita a procurarsi un cappello con le corna e si è adattata, problemi di trovarobato, insomma. Il carteggio, va detto, è sui fatti americani e alla fin fine si incentra su questa domanda: è possibile che un partito che mira a governare il Paese continui a schierarsi con un (ex, tra poco) presidente americano che incita all’insurrezione, appoggia le milizie filonaziste, blandisce e corteggia certe sette di squinternati pericolosi tipo Qanon, sostiene gente che indossa magliette che inneggiano all’Olocausto? Quesito interessante. Ma si tratta solo di un pezzettino della questione, perché anche in Italiai dubbi su Fratelli d’Italia sono numerosi. Proprio nei giorni del carteggio, per dirne una, un’altra assessora di FdI (Regione Veneto, assessore all’istruzione, andiamo bene, Ndr), Elena Donezzan, intona Faccetta nera ai microfoni della radio di Confindustria, in un programma dove (sentito con queste orecchie) il conduttore riceve telefonate dalle ascoltatrici per capire chi offre di più per fargli un pompino (giuro). Il caso Donezzan si aggiunge ad altre decine, forse centinaia. C’è quello vestito da nazista, quello con la foto del duce, il consigliere comunale che fa il saluto romano, l’attuale “governatore” delle Marche che va a cene celebrative della marcia su Roma, col Puzzone stampato sul menu. La difesa è sempre stata ridicola: si va da “Ragazzate” a “Una mela marcia”, a “Strumentalizzazioni”. Insomma, si minimizza la prevalenza della nostalgia fascista all’interno di un partito che – ricordiamolo a Crosetto e alla sora Meloni – ha nel simbolo la fiamma del Msi, oltre a detenere il poco invidiabile record di arrestati per ‘Ndrangheta. Ora aspettiamo altre lettere, missive, carteggi e corrispondenze per negare, minimizzare, parlare d’altro o buttare la palla in tribuna. Insomma, nuovi capitoli de I dolori della giovane Giorgia, romanzo epistolare. Un po’ noioso, a dirla tutta.
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300 DOMANDE !!! CHIEDETEMI QUALCOSA,REBLOGGATE E SOPRATTUTTO... DIVERTIAMOCI ! ❓❓❓❓❓❓❓❓❓❓❓❓❓
1. Ho offerto da bere a tutti in un bar 2. Ho nuotato insieme ai delfini 3. Ho scalato una montagna 4. Ho guidato una Ferrari 5. Sono stato all'interno della Grande Piramide 6. Ho tenuto in mano una tarantola 7. Ho fatto il bagno nudo nel mare 8. Ho detto "ti amo" credendoci 9. Ho abbracciato un albero 10. Ho fatto uno strip tease 11. Ho fatto bungee jumping 12. Sono stato a Parigi 13. Ho visto una tempesta marina 14. Ho passato la notte sveglio fino a vedere l'alba 15. Ho visto l'aurora boreale 16. Ho cambiato pannolini a un bambino 17. Sono salito a piedi sulla cima della Torre di Pisa 18. Ho coltivato e mangiato verdure del mio orto 19. Ho toccato un iceberg 20. Ho dormito sotto le stelle 21. Sono stato su una mongolfiera 22. Ho visto una pioggia di meteoriti 23. Mi sono ubriacato 24. Ho fumato erba 25. Ho guardato le stelle con un telescopio 26. Mi è venuta la ridarella in un momento inopportuno 27. Ho fatto sesso orale (subendolo) 28. Ho scommesso e vinto ai cavalli 29. Mi sono finto malato pur non essendolo 30. Ho invitato uno sconosciuto a casa mia 31. Ho fatto battaglie con palle di neve 32. Mi sono fotocopiato il culo in ufficio 33. Ho gridato con tutta la mia forza solo per il gusto di farlo 34. Ho tenuto in braccio un agnellino 35. Ho messo in atto una fantasia erotica pensata a lungo 36. Ho fatto un bagno romantico a lume di candela 37. Ho fatto una doccia con acqua gelata 38. Mi sono messa a parlare con un mendicante 39. Ho visto un'eclisse totale 40. (solo per ragazze) Ho preso il sole in topless 41. Sona stato su un roller coaster 42. Ho compiuto una home run 43. Ho ballato come un matto fregandomene degli altri 44. Ho parlato con accento straniero per un giorno intero 45. Ho visitato il luogo d'origine dei miei antenati 46. Almeno una volta mi sono sentito felice della mia vita 47. Ho visitato tutti gli Stati dell'America 48. Amo il mio lavoro in ogni suo aspetto 49. Ho confortato qualcuno che è stato smerdato di brutto 50. Ho vinto a qualche lotteria 51. Ho ballato con estranei in paesi stranieri 52. Ho visto le balene 53. Ho masturbato altre persone 54. Ho rubato o danneggiato cartelli stradali 55. Sono stato rispedito in Europa all'arrivo in USA 56. Ho fatto un viaggio on the road 57. Ho fatto alpinismo 58. Ho mentito alla dogana 59. Ho fatto una passeggiata notturna sulla spiaggia 60. Ho fatto parapendio 61. Sono stato in Irlanda 62. Ho avuto il cuore spezzato più a lungo di quanto sia stato innamorato 63. Al ristorante mi sono seduto a mangiare con estranei 64. Sono stato in Giappone 65. Scrivo il mio peso 66. Ho munto una mucca 67. Sistemo i CD in ordine alfabetico 68. Ho sognato di essere un supereroe da fumetto 69. Ho cantato in un karaoke bar 70. Sono stato a letto un giorno intero 71. Ho fatto immersioni subacquee 72. Ho sognato di essere invisibile 73. Ho fatto l'amore con qualcuno senza desiderarlo 74. Ho baciato sotto la pioggia 75. Ho giocato nel fango 76. Ho giocato sotto la pioggia 77. Sono stato in un drive-in 78. Ho fatto qualcosa di cui pentirmi senza però pentirmi d'averlo fatto 79. Ho visto la Muraglia Cinese 80. Ho scoperto che qualcuno ha scoperto il mio blog 81. Ho rotto una finestra o un vetro 82. Ho iniziato un business 83. Mi sono sempre innamorato ricambiato 84. Ho visitato siti antichi 85. Ho fatto un corso di arti marziali 86. Ho ascoltato la stessa canzone per più di 6 ore 87. Sono stato sposato 88. Sono stato in un film 89. Ho rovinato una festa 90. Ho pianto vedendo un film 91. Ho amato qualcuno che non meritava 92. Sono stato baciata appassionatamente da provare le vertigini 93. Ho divorziato 94. Ho fatto sesso in ufficio 95. Ho fatto sesso in ascensore 96. Mi sono astenuto dal sesso per oltre 10 giorni 97. Ho cucinato biscotti 98. Ho vinto un concorso di bellezza 99. Sono stato in gondola a Venezia 100. Mi è venuta la pelle d'oca sentendo la lingua di un'altra persona 101. Ho almeno un tattoo 102. Ho almeno un piercing 103. Sono sceso in canoa sullo Snake River 104. Sono stato in uno studio tv come pubblico 105. Ho ricevuto fiori 106. Mi sono masturbato in un luogo pubblico 107. Mi sono ubriacato da non ricordare più niente 108. Ho avuto dipendenze da droghe 109. Ho suonato in pubblico 110. Sono andato a giocare a Las Vegas 111. Ho mangiato pescecane 112. Ho inciso musica 113. Sono stato in Thailandia 114. Ho comprato una casa 115. Sono stato in zona di guerra 116. Sono stato in crociera 117. Ho picchiato mio fratello 118. Parlo più di una lingua 119. Mi sono fatta bendare 120. Sono stato coinvoltao in una rissa 121. Ho emesso assegni a vuoto 122. Ho assistito al "Rocky Horror Picture Show" 123. Ho cresciuto bambini 124. Di recente ho comprato e ho giocato con qualcosa d'infantile 125. Ho seguito l'intero tour di un gruppo 126. Sono stato un groupie 127. Ho partecipato a uno Spring Break 128. Ho girato in bici in un paese straniero 129. Ho scoperto qualcosa d'importante sui miei antenati 130. Ho scritto al Governatore del mio Stato 131. Ho traslocato e iniziato una vita in un'altra città 132. Sono stato sul Golden Gate Bridge 133. Avrei voluto essere in un telefilm 134. Ho cantato in macchina per almeno 20 miglia 135. Ho abortito 136. Ho subito un intervento di chirurgia plastica 137. Sono sopravvissuto a un incidente stradale 138. Ho scritto articoli per giornali 139. Ho fatto diete 140. Ho pilotato aerei 141. Ho accarezzato animali di cui ho paura 142. Ho avuto rapporti omosessuali 143. Ho fatto innamorare ma senza poter ricambiare 144. Ho fatto nascere un animale 145. Sono stato licenziato 146. Ho vinto soldi a un tv show 147. Mi sono rotto qualche osso 148. Ho ucciso animali (insetti. Ptù.) 149. Ho ucciso esseri umani 150. Ho partecipato a un safari in Africa 151. Ho guidato una moto 152. Ho guidato un trattore 153. Ho dei piercing all'infuori delle orecchie 154. Ho sparato con armi da fuoco 155. Ho mangiato funghi trovati nel bosco 156. Ho fatto sesso anale 157. Ho subito operazioni chirurgiche 158. Ho fatto sesso su un treno 159. Ho fatto l'autostop 160. Ho avuto un serpente come animale domestico 161. Ho dormito per tutta la durata di un volo aereo 162. Ho visto più paesi stranieri che non stati americani 163. Sono stato in tutti i continenti 164. Ho viaggiato in canoa per più di due giorni 165. Ho fatto sci nautico 166. Ho mangiato carne di canguro 167. Ho mangiato sushi 168. Ho fatto sesso all'aperto 169. Ho preso a pugni qualcuno 170. Ho avuto relazioni della durata di oltre un anno 171. Ho fatto cambiare idea a qualcuno su qualcosa 172. Ho cambiato idea su qualcosa o su qualcuno 173. Ho fatto licenziare qualcuno 174. Ho avuto paura di morire 175. Mi sono lanciato col paracadute 176. Ho mangiato scarafaggi o insetti 177. Ho mangiato pomodori verdi fritti 178. Ho letto Omero 179. Ho rubato al ristorante 180. Ho rubato al supermarket 181. Ho chiesto scusa molto tempo dopo 182. Sono stato eletto capoclasse almeno una volta 183. Ho riparato da solo il mio computer 184. Sono stato DJ 185. Ho pianto per una giornata intera 186. Ho barato al gioco 187. Sono stato arrestato 188. Ho bigiato la scuola 189. Mi sono masturbato insieme ad un'altra persona 190. Ho comprato scarpe e vestiti ad un mercatino rionale 191. Ho vomitato in luogo pubblico 192. Ho venduto qualcosa ad un estraneo 193. Ho comunicato con qualcuno non conoscendo la sua lingua 194. Ho rubato la saponetta dall'albergo 195. Ho bucato le ruote di una macchina o strisciato la carrozzeria 196. Ho ruttato davanti ad altre persone 197. Ho copiato un compito in classe 198. Ho fatto sesso al primo appuntamento 199. Sono svenuto 200. Ho baciato qualcuno del mio stesso sesso 201. Ho fatto un tuffo da un'altezza di almeno di 10 m 202. Ho assaggiato un cibo coreano 203. Ho pensato seriamente al suicidio 204. Ho odiato 205. Ho avuto esperienze sado-maso 206. Ho lavorato in un bar 207. Sono stato in un sexy shop 208. Ho baciato un ragazzo straniero 209. Mi sono perso in una città sconosciuta 210. Ho tirato dei bidoni 211. Mi sono innamorato di un’amico 212. Ho fatto Yoga 213. Ho fatto esercizi tantrici 214. Ho assistito ad un incidente stradale 215. Sono stato legato 216. Ho giocato a squash 217. Ho avuto un colpo di fulmine 218. Ho fatto un video hard 219. Ho sentito la mancanza di un ex 220 ho giocato a briscola 221. Ho tenuto un diario segreto. 222. Ho fatto sci fuori pista 223. Ho fatto jungle trekking 224. Sono stato con uno più grande di me 225. Mi sono spacciato per qualcun'altro 226. Mi sono arrampicato su un albero 227. Ho desiderato che una notte non finisse mai 228. Ho fatto una pazzia per amore 229. Ho fatto il bagno di notte 230. Ho fumato il narghilè 231. Ho scritto una lettera d'amore 232. Sono stato sospeso da scuola 233. Ho fatto sesso in un cinema 234. Ho fatto sesso in macchina 235. Ho fatto sesso sulla spiaggia 236. Ho perdonato 237. Ho fatto un incidente in macchina 238. Sono stato vittima di uno scherzo 239. Sono stato alle terme 240. Sono stato a vedere un gran premio di formula uno 241. Sono stato in un night 242. Sono stato in un club privè 243. Ho fatto para-sailing 244. Ho mentito spudoratamente 245. Ho fatto un murales 246. Ho visto la barriera corallina 247. Ho fatto la stronza 248. Sono stato con più persone nello stesso giorno 249. Ho ricevuto i complimenti per qualcosa che so fare molto bene 250. Sono stato in un campo nudisti 251. Ho scoperto che qualcuno a cui tenevo mi sputtanava di nascosto 252. Per rabbia ho rotto degli oggetti 253. Sono stato al telefono più di 2 ore 254. Sono scappato di casa 255. Ho scritto una poesia 256. Ho fatto sesso per ore senza venire 257. Sono stato a casa di uno sconosciuto 258. Ho detto una cosa e subito dopo ho fatto il contrario 259. Faccio abitualmente spuntini di mezzanotte 260. Ho fatto sesso in chat 261. Ho spiato dal buco di una serratura 262. Ho origliato a una porta 263. Ho camminato su un tetto 264. Ho conosciuto un travestito o una trans 265. Ho letto più libri in un giorno 266. Ho fermato qualcuno per strada per conoscerlo 267. Sono stato in un tempio buddista 268. Ho fatto la sauna 269. Ho tradito 270. Ho preso una multa 271. Sono stato inseguito da cani inferociti 272. Ho ricevuto delle proposte oscene 273. Ho fatto un provino televisivo 274. Ho fatto di tutto per rendere felice una persona 275. Ho fatto break-dance in mezzo a una strada 276. Sono stato ai Caraibi 277. Ho fatto un 69 278. Ho incontrato qualcuno conosciuto in chat 279. Sono stato ad un concerto 280. Ho guidato senza essere in grado di farlo 281. Ho fatto giochi alcolici 282. Ho visitato più posti all'estero che in Italia 283. Non ho una sola nazionalità 284. Sono stato ad una festa della birra 285. Sono andato da qualche parte dicendo a tutti che andavo da un altra 286. Sono stato ricoverato 287. Ho suonato in un gruppo 288. Ho corrotto qualcuno 289. Sono stato raccomandato 290. Mi sono iscritto ad un partito 291. Sono stato tradito 292. Ho desiderato una persona per mesi senza riuscire a dichiararmi 293. Ho avuto una "storiella" in vacanza 294. Ho desiderato di andare a vivere all'estero 295. Ho viaggiato senza biglietto 296. Sono stato single per scelta 297. Sono stato con qualcuno per passatempo 298. Ho volato (in aereo ù.u) 299. Ho avuto incubi ricorrenti 300. Ho girato nudo per casa
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La Sinistra italiana: acaro di un quotidiano stinto
Anna Tortora
Si avvicina l’elezione del Presidente della Repubblica e la Sinistra italiana non si astiene da commenti intrisi di superiorità morale, spacciata per vera, verso il candidato di centro destra.
“Penso che la candidatura di Berlusconi alla Presidenza della Repubblica sia un segnale di debolezza della destra italiana, di Salvini e Meloni in particolare, non di forza.” Stefano Bonaccini, governatore della regione Emilia-Romagna
Ma forse ha ragione lui… “Il centro-destra, finalmente unito, ha deciso di superare tatticismi e ambiguità e di contribuire con entusiasmo all’elezione del cinquantaseiesimo presidente della repubblica di sinistra, o come si usa dire oggi non-divisivo. Ne ricaverà altri sette anni di governi di sinistra non-divisivi, processi a vanvera non-divisivi, costituzione usata come un’ascia bipenne ma non-divisiva, senatori a vita non-divisivi scelti direttamente fra i reduci delle BR, rappresentanti europei estremamente non-divisivi cioè tutti del PD, e quella simpatica retorica non-divisiva per cui chi non è d’accordo è un buzzurro razzista e analfabeta e non deve nemmeno salire sull’autobus.” Antonio Iannizzotto, Professore presso l’Università degli studi di Catania
Ed ecco la solita frase fatta di Carlo Calenda, insipida e inutile “Condivido ogni parola di Emma Bonino. Il nostro pensiero su Governo e Quirinale è identico. Lei che avrebbe tutte le caratteristiche giuste per andare al Quirinale si ritira dignitosamente. Altri che non ne hanno una, pur di tentare sfasciano tutto. Senso delle istituzioni.”
“La ex ministra Azzolina dice che è impossibile immaginare la foto di Berlusconi presidente della Repubblica negli uffici pubblici. Se lo dice quella che voleva i banchi a rotelle nelle scuole…” Ugo Cappellacci, Forza Italia
Nel caso della Azzolina vale il detto “pure le pulci hanno la tosse” “Le anime belle e candide, i maître à penser della politica italiana si indignano per la candidatura di Berlusconi a Presidente della Repubblica. Quegli stessi che un anno fa venivano commissariati da Draghi e da Mattarella perché incapaci di dare un governo all’Italia nel bel mezzo di una pandemia, accusandosi l’un l’altro delle peggiori infamie, giurando che non avrebbero preso insieme più nemmeno un caffè… Berlusconi è l’effetto, ma l’origine del problema sono loro.” Gualfardo Montanari, giornalista
Bisogna sempre guardarsi dalla Sinistra moralista ad oltranza. Quella che entra in competizione con astio, la stessa che se il giorno prima ti adula senza limiti e dignità, il giorno dopo sceglie il chiodo più adatto per piantarti alla sua croce immaginaria, quella in cui vorrebbe affiggerti e che invece riguarda solo i suoi componenti e relativa corona di spine. Miserabili acari di un quotidiano stinto. Questa è la Sinistra italiana. E viene fuori ogni volta con il peggio di sé, senza limiti e ritegno. Una pseudo superiorità culturale di cui si sono autodotati i nostalgici di Stalin e Mao. Gli stessi che a suon di ’68 e libertà hanno voluto il 6 politico. La superiorità intellettuale della sinistra è una balla colossale, piuttosto possiamo parlare di protervia culturale (sempre che tale parola non sia troppo difficile per i radical-chic/sinistrelli). Offendere il prossimo, definendolo nel peggiore dei modi, è il loro modus operandi. Un modo stancante e nauseante.
source https://www.ilmonito.it/la-sinistra-italiana-acaro-di-un-quotidiano-stinto/
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[2.2] - Una Storia Breve
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Il radicamento della produzione di coca in Colombia è un fenomeno ancora poco conosciuto. Tuttavia, la storia del boom della cocaina dagli anni settanta ad oggi dimostra che fu proprio questo passaggio a determinarne lo sviluppo su scala industriale ed a rendere la cocaina una merce globale. Prima della sua diffusione nel paese andino, la cocaina era commerciata da piccole reti di contrabbandieri che gestivano quantità di sostanza irrisorie rispetto a quelle attuali e si muoveva sulle rotte del contrabbandando di medicinali. Fino alla prima guerra mondiale infatti circa l'80% della pasta base proveniva dal Perù e si dirigeva verso il porto di Amburgo, in Germania, dove la cocaina era processata e venduta legalmente dalle maggiori compagnie farmaceutiche nazionali, con la Merck in testa. Quando ancora non si ipotizzava che la cocaina sarebbe stata dichiarata illegale, Olanda e Giappone tentarono di internazionalizzarne la produzione coltivando la pianta della coca in Indonesia, la prima, e a Taiwan il secondo. La Grande Guerra ridefinì le narcopolitiche anche per contenere le capacità di finanziamento tedesche che rischiavano di divenire pressoché illimitate. La prima proposta di politiche internazionali multilaterali fu proprio per il controllo delle droghe. La Convenzione sull'Oppio della Lega delle Nazioni fu firmata nel 1919 all'interno dei negoziati di pace che obbligarono la Germania ad abbandonare i suoi monopoli su oppiacei e cocaina.
Quando nel 1952 nel Barrio La Trinindad di Medellin fu trovato il primo laboratorio per il processamento della cocaina, non vi fu grande sorpresa nello scoprire che era gestito dal figlio di un ex Presidente della Repubblica e dalla figlia di un noto imprenditore locale. Negli stessi anni, il Perù aveva sviluppato un fiorente settore chimico-farmaceutico, primo caso nella Post-Colonia, proprio grazie alla produzione di cocaina e di prodotti derivati ed all'arrivo di chimici specializzati dalla Germania. Diversi testi raccontano che all’inizio dell’era proibizionista tutti i paesi dell'America del Sud furono refrattari ai controlli imposti dagli USA, sia perchè li consideravano un'ingerenza nelle politiche industriali interne, sia perché pareva che la Merck ne avrebbe approfittato monopolizzando la produzione. Questo lasciò maggiore spazio per iniziative imprenditoriali che prevedevano, forse, la possibilità di ulteriori cambiamenti legislativi. Certamente i controlli non erano molto accurati e il proibizionismo permise la crescita di un fiorente mercato nero che garantì margini di guadagno impensabili se le compagnie farmaceutiche straniere fossero rimaste sul mercato. La scelta strategica che molti imprenditori locali si trovarono a compiere, non fu se commerciare cocaina sfidando le leggi volute dagli USA oppure no, ma come farlo prima degli altri ed acquisire quote di mercato oligopolistiche. Comunque, in quegli anni, la Colombia ebbe un ruolo marginale nel commercio di cocaina. Per sbloccare la situazione ed industrializzarne la produzione bisognò superare alcune importanti criticità.
La prima riguardava il “know-how” necessario per gestire un laboratorio per la raffinazione della pasta base. Alla fine degli anni cinquanta, in America Latina esistevano alcuni laboratori sparsi tra le Ande, in Perù, Colombia e Cile. Ce n'erano alcuni anche in Messico. Nessuno di essi era però in grado di processare ingenti quantità. Fino a tutti gli anni settanta aprire un laboratorio non risultava ancora un compito facile. Certamente non lo era per "pistoleri” e “sicari" o per "contadini" che producevano foglie di coca, o per "barcaioli” che si occupavano di trasporto. Per aumentare la produzione fino ad industrializzarla occorreva soddisfare due condizioni cruciali: 1. togliere sempre più terre coltivabili ai prodotti locali e riempire le montagne di coca e 2. approvigionarsi dei precursori chimici per ricavare cocaina.
In Colombia tra i dati più sorprendenti ci sono quelli sul consumo di cloroformio, permanganato di potassio, bicarbonato di sodio, idrossido di calcio e molti altri; agenti chimici ordinari, molti dei quali non hanno nemmeno bisogno di licenze per essere acquistati. Ne arrivavano in migliaia di tonnellate, in quantità che superavano 20 anche 40 volte il fabbisogno della nascente industria chimico-farmaceutica nazionale. I maggiori produttori di queste sostanze in quegli anni risiedevano però nei paesi anglofoni, US e UK (1), e non in Argentina o in Cina come affermano gli attuali rapporti delle polizie (1). Si trattava di imprese, a volte piccole e molto specializzate che orbitavano intorno al settore chimico-farmaceutico e che oggi sono state assorbite o sono controllate dalle maggiori multinazionali dell'agrochimico. Quelle compagnie cioè che, negli stessi anni, producevano napalm (la Monsanto) e\o vendevano diserbanti, fertilizzanti e semi ai contadini delle Ande, ufficialmente per risolvere il problema della fame. Negli States i primi tentativi di controllare sostanze come il permanganato di potassio ed altri precursori della cocaina iniziarono nel 1989 ma solo dalla seconda metà del 2000 questi controlli si fecero più stringenti anche in Colombia e non per tutti i precursori disponibili.
Dopo aver ottenuto tutto l'occorrente, il processamento e la lavorazione della pasta base sono comunque un'operazione pericolosa per mani quasi-esperte. Agli inizi dell’era narcotica si registravano molti casi di esplosioni nei laboratori. Persone morivano e il prodotto si perdeva generando ritardi e coni di botttiglia nella produzione. Alcuni raccontano che negli anni settanta, il Centro di Specializzazione per la Chimica dell'Università Nazionale di Bogotà fornisse parte della manodopera e delle competenze necessarie ma, in ogni caso, la diffusione del know-how che permetterà, solo in epoca più recente, la proliferazione dei laboratori, fu lenta e, per molti anni, garantì il monopolio del commercio a gruppi e reti ristrette di trafficanti con legami politici e governativi importanti. Non è un caso che uno dei più stretti collaboratori dei Rodriguez-Orejuela di Cali, tra gli anni sessanta e settanta, sia stato Giovanni Caicedo Tascón Morán, cognato del Governatore della Valle del Cauca ed altri governatori risultarono fin da subito sul loro libro paga.
Esiste poi una seconda criticità, che reti medio-piccole di contrabbandieri e sicari non possono risolvere da soli: l'accesso ai mercati per portare avanti transazioni che potevano riguardare attori anche di 3-4 nazioni diverse. Una certa dimestichezza con i commerci era necessaria per generare una transizione dalle imprese farmaceutiche tedesche a reti imprenditoriali e di contrabbandieri multinazionali. Al riguardo, gli archivi disponibili descrivono i primi trafficanti di cocaina come grossi proprietari terrieri, oligarchi decaduti o imprenditori provenienti dai sistemi informali del debito, dalla preistoria delle banche, cioè da agenzie usuraie incaricate di prestare e riscuotere denaro che cercano nuovi settori economici su cui riversare i loro guadagni. In generale quindi i primi trafficanti non erano degli sprovveduti ma facevano parte di famiglie facoltose con legami internazionali, disponevano di capitali da investire e possedevano un certo know-how commerciale.
La rete di conoscenze che articola le relazioni con gli USA di Cali e Medellin è infatti vasta. Si poggia su storiche famiglie dedite al commercio internazionale dall'epoca della Colonia, che non solo iniziano a interessarsi alla cocaina ma gestiscono già i maggiori affari delle rispettive nazioni. Tra queste le più referenziate negli archivi di indagini ufficiali sono i Matta-Ballesteros in Honduras, la famiglia Sánchez Paredes in Perù, il Generale Torrijos a Panama e la famiglia Suárez in Bolivia. Ci sono poi i vecchi contrabbandieri di marijuana di Sinaloa, Pedro Avilés e il suo successore, Miguel Ángel Félix Gallardo che si limitavano in quegli anni a permettere ad aerei e corrieri procedenti dalla Colombia di sostare nei loro territori per rifornimenti. Negli USA, invece, a partecipare al business sono tutti (ex) marine molti dei quali avevano combattuto già più di una guerra. Risulta ormai un'evidenza storica accertata da commissioni parlamentari che nel secolo scorso il narcotraffico sia stato usato direttamente dai servizi segreti americani per provocare guerre proxy autofinanziate e senza dover aspettare costosi lasciapassare politici. In Colombia gli (ex) marine pilotavano aerei ed insegnavano a manovrarli. In molti casi aprivano vie che in seguito l’avidità dei contrabbandieri avrebbe monopolizzato cancellando le prove dell'iniziale connivenza.
C'è poi un vasto panorama di personaggi del bajomundo (bassifondi) che fungono da mediatori e rimangono nell'ombra per lungo tempo salvo poi riapparire improvvisi dentro un archivio ufficiale o un articolo di giornale in cui diventano capi di qualche clan o si trovano immischiati in qualche guerra di successione. Tra questi vi sono senza dubbio tre persone che la stampa di quegli anni in maniera decisamente enfatica descriveva “i Re del Pacifico”. Si trattava di Eliecer Asprilla, alias El Negro, Efrain Hernandez Ramirez, alias Don Efra, e Victor Patiño Fomeque, alias el Chimico. Il primo era a capo di un gruppo di 20 contrabbandieri noti a Buenaventura come "Los Niches", appellativo che ironizzava su un altro famoso gruppo della città che si occupava però di musica e di salsa. Il secondo era un ufficiale della dogana e il terzo era il sergente della Polizia di Cali. Grazie a loro, stando ad una testimonianza dello stesso Asprilla, ogni anno, tra la fine degil anni '70 e gli anni '80, da Buenaventura partivano almeno 12 tonnellate di cocaina purissima in un silenzio quasi assoluto. Secondo dati della DEA usati per le imputazioni contro alcuni boss, negli anni 90 e nell'arco di un decennio questi traffici toccarono le 500 tonnellate complessive seppur da tutta la regione di Buenaventura e non solo dalla città. La peculiarità della loro organizzazione fu che riuscirono a mantenere il controllo dei traffici di cocaina dal porto per circa 30 anni. Per farlo dovettero assorbire un ingente numero di imbarcazioni che si occupavano di tutt'altro.
Nella prima metà degli anni '90, però, questa stabilità venne scossa da una guerra che toccò anche Buenaventura. La morte di Escobar e l'incarcerazione dei Rodriguez-Orejuela generarono una serie di aggiustamenti che coinvolsero tutta la regione della Valle del Cauca ma furono parte di un più ampio processo di riassestamento che riguardò l'industria del narcotraffico a livello globale. Quello che accadde localmente fu che sicari e pistoleri, incaricati della sicurezza ed autisti dei vecchi capi si affrontarono per prendere il loro posto e per controllare il traffico di cocaina nella Valle. Passando in rassegna i loro nomi e le loro biografie è facile notare che molti di questi rivoltosi avevano un “passato” nella Polizia Nazionale, in alcuni casi anche con incarichi di rilievo. L'organizzazione di Buenaventura che si occupava essenzialmente di carico e scarico però non cambiò, o meglio, molti “capi minori” (las cabecillas) furono assasinati, scomparvero o finirono in prigione ma le modalità di svolgimento del business rimasero le stesse. In altre parole, la maggiorparte dei magazzinieri e dei barcaioli che lavoravano con “i Re del Pacifico” continuarono a farlo con un nuovo datore di lavoro, che non erano più i Rodriguez-Orejuela ma gli scagnozzi di Don Diego Montoya, il boss del Cartello del Norte del Valle che resse i traffici dal porto fino ad almeno il 2006.
Questa relativa stabilità nei rapporti di produzione di un’industria come quella narcotica a Buenaventura rappresenta un elemento che viene normalmente omesso nelle ricostruzioni degli eventi di quegli anni. Di solito si associano alti livelli di violenza all’interruzione ed alla riduzione delle capacità di traffico delle organizzazioni criminali. Nel caso del Puerto questo non fu necessariamente vero sotto diversi punti di vista. In primo luogo vi era un esercito di disoccupati da cui attingere e con cui in poco tempo si poteva sostituire qualcuno senza generare interruzioni nel trasporto. Inoltre, la cosiddetta bonanza che durò per lungo tempo aumentò l’interesse nel fare “una vuelta”, cioè un viaggio con un carico per raccogliere qualche soldo, mentre nei quartieri generò diverse tattiche per estrarre risorse dai trasporti illegali. Su questi ultimi due punti servono maggiori spiegazioni e per farlo occorre fare un passo ulteriore nel bajomundo.
Benchè i guadagni più consistenti non si fermassero mai a Buenaventura, anche qui il nuovo commercio, poco alla volta, immise denaro liquido in aree della città normalmente in difficoltà. Accadde anche dalle parti di José dove nel giro di pochi mesi fu costruita una casa di cemento con 3 piani e piscina che sembrava uscita fuori da una telenovela prodotta in Messico o in Argentina. Vi erano cioè segnali un pò ovunque che in città alcuni si stavano arricchendo e gli abitanti iniziavano a chiedersi come fare per partecipare al banchetto. I più temerari non trovarono altra via se non l'imitazione di quelli di cui volevano prendere il posto. Di solito iniziavano a vietare il passaggio della mercanzia da certe strade per ottenere poi una quota, seppur infinitesima, per quel passaggio. La relativa facilità con cui si poteva “prendere una strada” permise la crescita di un vasto sottobosco di gruppi e gruppetti rionali che estraevano risorse dagli affari di altri senza lavorare per un clan specifico, ma facendo commissioni per gli uni o per gli altri in base alle necessità e riscuotendo qualche spicciolo.
Per descrivere gli eventi di una città come Buenaventura è quindi fondamentale comprendere le relazioni e i diversi ruoli che queste micro-organizzazioni, per quanto fluide ed inerentemente instabili, mantennero tra loro e con gli abitanti dei quartieri. Agivano infatti all’interno di zone di tolleranza diffuse in cui vari “illegalismi” partecipavano delle strategie di sopravvivenza di un vasto numero di famiglie (1). In alcuni casi, ebbero un ruolo cruciale nel mediare e collegare tra loro le località permettendo a zone marginali di partecipare alle forme di accumulazione di capitale che si stavano affermando. Divennero, cioè, veri e propri corpi intermedi che operavano da broker con l’unica economia che produceva redditi con una certa stabilità mentre la popolazione si ritrovava progressivamente spossessata dell’accesso al mare come risorsa economica. Stando ai ricordi ed ai racconti di quegli anni, le modalità con cui ciò avveniva erano molteplici ma il nodo principale era catturare quote dei traffici via terra o via mare per poi ripartirle attraverso donazioni alle reti sociali più prossime oppure spendendo localmente l’eccedente. Ma oltre ad immettere liquidità dove ce n’era un gran bisogno, prestavano anche una vasta gamma di servizi. Tra questi vi era senza dubbio il trasporto locale o l’arrischiarsi in zone più pericolose della città per acquisti specifici o per permettere la vendita di prodotti locali senza pagare il pizzo (vacuna), pratica da sempre esistita, per esempio, nei mercati di frutta e verdura o delle carni e pesci.
Questa loro capacità di “detassare” alcuni prodotti dopo averne “tassati” altri dipendeva da un’altra funzione che svolgevano, quella di negoziare con i loro omologhi di altre località; attività che solo in rari casi prevedeva un uso organizzato della violenza. Per farlo e per avere successo, sfruttavano infatti le connessioni e le conoscenze che il loro muoversi in città scambiando favori creava. Di solito il ricorso alle armi era costoso e si preferivano altri mezzi. Generavano quasi una forma di diplomazia locale che si basava su un articolato sistema di scambi spesso non monetari, con cui, ad esempio, in cambio del passaggio di “merca” dalla via di un barrio, si permetteva alle famiglie x e y di vendere il loro pesce al mercato generale nei giorni a, b e c, oppure a quella z di usare un carretto per vendere acqua di cocco in una esquina per qualche tempo. In cambio il gruppo si aspettava un pò di acqua di cocco e due o tre pesci in dono, usanza comune ma non obbligatoria, insieme agli spiccioli che venivano comunque raccolti per il passaggio di merca. Gli scambi per loro natura non permettevano l’accentramento di fortune in poche mani ma dipendevano, certamente, sia da gerarchie ordinate dalla prepotenza, sia dal passaggio di cocaina, il cui movimento era la vera fonte dei rapporti di potere e permetteva a queste microorganizzazioni di reclamare un ruolo di coordinazione delle economie informali della città.
Un aspetto cruciale è che, contrariamente a quanto affermato in molte indagini criminologiche, le relazioni che costituivano non dipendevano dall’identificazione di un gruppo, nè necessariamente di un capo ma, come detto in precedenza, da istituzioni che organizzavano tendenze. La fluidità ed il loro essere essenzialmente delle forme di socialità a mio parere lo dimostrano. Spesso ad esempio i membri cambiavano. Lo facevano a volte perchè stufi o perchè esiliati ma anche per esigenze di lavoro. C’era chi andava in una miniera fuori città per 6 mesi per tentare la fortuna; chi grazie ad un gancio iniziava a guidare un colectivo per il trasporto pubblico e lasciava l’esquina; chi si sposava e trovava lavoro dal suocero; chi iniziava a lavorare in un chiosco di arepa per un vecchio favore dovuto. Oppure si faceva un giro nella esquina e cercava di capire cosa c’era da fare quel giorno. Il problema è che queste dinamiche venivano normalmente interpretate a partire da modelli gerarchici che le associavano ad organizzazioni criminali. Per questo spesso erano descritte come “infiltrazioni” nell’economia legale, come “contagio” dei quartieri ma probabilmente non erano altre che strategie di sopravvivenza. La semplice riduzione dicotomica criminale\legittimo o illegale\legale non mi pare quindi sufficiente per comprenderle. Queste istituzioni flluide e al tempo visibili si adattavano alle forme di accumulazione di capitale dominanti. Tuttavia, piuttosto che essere considerate parte di organizzazioni superiori riconducibili “a mafie che sono il grande nemico pubblico”, apparivano uno strumento simbolico che riaffermava l’esistenza di un barrio o di una calle o di una esquina nella più generale economia cittadina. Era quasi vero il contrario. Semmai rappresentavano una risposta al “male del Puerto”. La provenienza territoriale, l’essere riconoscibili e conoscibili forniva loro la legittimità per partecipare agli scambi, non la forza che mostravano e nemmeno la loro fantomatica affiliazione mafiosa. Erano a tutti gli effetti degli emissari di famiglie allargate, magari anche di clan in senso antropologico ma forse proprio per questo venivano facilmente stigmatizzati.
La Polizia li rendeva “bande” alla bisogna non solo per naturale miopia ma anche per disimpegnarsi dalle proprie responsabilità dirette nell’industria narcotica e per ripulire la propria immagine pubblica. Il colpo finale però arrivò nel nuovo millennio, con l’inizio del Plan Colombia e la paramilitarizzazione del Paese. Questi raggruppamenti si trovarono sempre più spesso messi all’angolo di fronte alla decisione di armarsi oppure no e di decidere un lato piuttosto che l’altro. La loro stessa esistenza iniziò a dipendere dalla capacità di accesso alle armi e dalla formalizzazione di un’organizzazione interna. Non era più sufficiente sondare un’esquina per capire che aria tirava e se c’era qualche lavoretto quel giorno. Bisognava ora entrare dentro legami e vincoli di appartenenza più duraturi con nuove regole di ingaggio basate su rinnovate forme di fiducia e di lealtà. In altre parole occorreva professionalizzare il gruppo oppure bisognava disperdersi e tornare nelle proprie case. In poco tempo, quelli che non accettarono di “scomparire” divennero il casus belli perfetto con cui si rappresentò in maniera egemonica “il male del Puerto” insieme a coloro che li proteggevano o coprivano o davano loro lavoro. Furono indiscriminatamente e semplicisticamente associati alla guerriglia delle FARC e, quelli che non collaborarono, divennero tutti obiettivi paramilitari. Eppure osservate complessivamente, le relazioni cui davano vita rappresentavano una risposta dei quartieri all’incertezza ed instabilità economica generali nel mezzo di un’economia narcotica in forte ascesa. Producevano un orizzonte possibile nel quale si articolavano una vasta gamma di strategie di sopravvivenza nei mondi fluidi di Buenaventura. Averli resi obiettivi militari costituì invece la base di un’economia bellica che avrebbe segnato la storia della città per i successivi 20 anni.
Nel prossimo post, cercherò di fornire maggiori dettagli di questa escalation.
Alcune notazioni bibliografiche dei post “Una Storia Breve”
Per una ricostruzione ufficiale ma ancora non completa della guerra a Buenaventura si vedano: Centro Nacional de Memoria Histórica, 2016, Las Víctimas del Bloque Calima en el Suroccidente Colombiano, 2015, Buenaventura, Un Puerto sin Comunidad (cui partecipai attraverso una serie di incontri per condividere alcuni dei risultati del mio lavoro) e 2008 Trujillo: Una tragedia que no cesa.
Le informazioni sulla storia del narcotraffico nella Valle del Cauca provengono dagli archivi digitali dei seguenti siti internet: VerdadAbierta, La Semana, El Espectador, El Tiempo, El País de Cali e Insightcrime. A questi devono aggiungersi alcuni libri: Chepesiuk (2003, 2010, 2017), Lopez Lopez (2008, 2012), G. Duncan (2008, 2014), W. Rempe (2014).
Sulla storia paramilitare in Colombia e nella Valle del Cauca mi limito a citare alcuni testi che ho preferito tra gli altri: A. Ronderos, 2014, Guerras Recicladas, M. Romero, et al. 2007, Parapolítica, C. López et al., 2011, Y Refundaron la Patria, G. Duncan, 2007, Los Señores de la Guerra e, 2015, Más que Plata o Plomo, I.G. Cepeda, 2012, Victor Carranza, alias el Patron. Vi sono poi svariati testi da consultare prodotti dal Centro Nacional de Memoria Histórica tra questi oltre a quelli già menzionati includerei almeno i seguenti: 2012, Justicia y Paz, tierras y territorios en las versiones de los paramilitares, 2012 Justicia y Paz, ¿Verdad judicial o verdad histórica?
Sulle origini del traffico di cocaina è stato necessario passare in rassegna diversi testi su paesi diversi per verificare anche date ed eventuali coincidenze tra nomi ed eventi nonchè referenze incrociate su operazioni internazionali e\o nazionali di polizia che riguardavano cittadini stranieri. Cito solo qui autori e data di pubblicazione del manoscritto che ho cosultato, suddivisi per paese e non in ordine alfbetico. Italia: R. Saviano 2006, 2013, E. Deaglio, 2010, Barbagallo 2010, Lupo 2004. Benigno 2015, Bolzoni D’Avanzo 2011, Capacchione, 2008, Arlacchi, 1980, 1983, 2007, Gratteri e Nicaso, 2007, 2010, 2011, 2013, 2015, 2016, 2017, Ardituro, 2015, Lodato e Scarpinato, 2008 tra gli altri. USA: P. Dale Scott 1987, 1991, 2003, 2010, A. Mccoy 1972, Kerry Commettee Report 1989. Messico: F. Lorusso 2015, J.V. Cardenas 2017, D. Osorno 2010, 2013 e A. Hernandez 2010. M. Beith 2014 Cuba: Saenz-Rovner 2008. Bolivia: A. Levy 2012 Brasile: M. Glenny 2017
Il maggiore studioso colombiano sulla preistoria del narcotraffico è Saenz-Rovner. Alcuni dei suoi testi principali sono: La prehistoria del narcotrafico en Colombia, 1998, Ensayo sobre la historia del tráfico de drogas psicoactivas en Colombia entre los años 30 y 50, 2009, Entre Carlos Lehder y los vaqueros de la cocaina. La consolidaciòn de las redes de narcotraficantes colombianos en Miami, 2010, Los colombianos y las redes del narcotráfico en Nueva York durante los años 70, 2014, Estudio de caso de la diplomacia antinarcoticos entre Colombia y los Estados Unidos (1970-1974), 2014
Altri testi sulla storia della cocaina sono: P. Gootenberg, 2008, Andean Cocaine: The Making of a Global Drug, M. Glenny, 2010, Mcmafia, N. Ohler, 2016, Blitzed: Drugs in Nazi Germany.
Per comprendere meglio le fonti disponibili, contestualizzare le narrazioni cui abbiamo accesso e la politica che ne permette la consultazione e per ridurre l’impatto di teorie cospirative del mondo che permeano molte pubblicaziioni, ho affrontato uno studio parallelo che non emergerà in questi tre post e che riguarda la storia del commercio di oppio ed eroina nel sud est asiatico. E’ stato molto importante osservare e comparare certi archivi storici ed i processi di formazione degli stati asiatici per comprendere alcune ragioni militari che incentivano traffici illegali oltre la semplice ricerca di profitti. Sulle guerre dell’oppio tra Cina ed Inghilterra, i principali testi consultati sono Z. Yangwen (2005), S. Rose (2011), J. Goldberg (2014), S. Merwin (2010), D. Wigal (2014). Sulle relazioni tra il commercio dell’oppio ed i processi di formazione degli stati si vedano invece il lavoro di Lieberman (2003 e 2009) e C. Trocki, 2013. Altri studi che menzionano il ruolo dell'oppio nei bilanci coloniali dell'Indocina sono di Rigg (2005) e Evans (2003). Per informazioni sull'oppio nella provincia cinese dello Yunnan si veda, tra gli altri, Patterson (2006), sull'oppio birmano invece Myinth-U (2001) e Saha (2013).
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È morto Bill Richardson, il principe dei negoziatori Usa. Trattò con leader, guerriglieri e terroristi per liberare ostaggi
NEW YORK – L’America ha perso il recordman delle strette di mano e l’uomo delle “nove penne”. Ma Bill Richardson, scomparso nella sua casa di vacanze di Cape Cod in Massachusetts a 75 anni, ex ambasciatore Usa alle Nazioni Unite sotto la presidenza di Bill Clinton e storico governatore Democratico del New Mexico, resterà soprattutto uno dei più grandi mediatori per la liberazione di ostaggi…
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Riceviamo e, con piacere, pubblichiamo una nota dell’On. Michele Rallo.
I TALEBANI DELL’ANTIRAZZISMO
Il razzismo non c’entra nulla con la rivolta dei sinistri statunitensi (neri ma soprattutto bianchi) contro Trump. E non c’entra quasi nulla neanche l’uccisione di George Floyd, il negro americano vittima di un episodio di stupida brutalitá da parte di un poliziotto di Minneapolis.
Il razzismo non c’entra niente – dicevo – perché la protesta dei marciatori e dei decapitatori di statue avrebbe dovuto, semmai, essere diretta contro i metodi della polizia locale, non contro un “razzismo” che sempre piú é soltanto una accusa di comodo, agitata come una clava del “politicamente corretto” contro chiunque osi dissentire dai fogli d’ordini di George Soros e dei padroni del mondo.
Oltretutto é sommamente stupido accusare di razzismo una nazione che, fino all’altro giorno, aveva un presidente di colore.
E comunque, anche a voler accettare la castroneria che la brutalitá della polizia equivalga a razzismo, l’aver indirizzato la protesta – per “responsabilitá oggettiva” – verso il Presidente Trump é la prova provata della malafede di chi tale protesta ha promosso, gestito e lautamente finanziato. E lo sapete perché? Perché – piccolo particolare di cui nessuno ha parlato – negli USA le
uniche forze di polizia che dipendano dal Presidente e dal Governo sono quelle delle agenzie federali: FBI, DEA, Marshals Service, eccetera. La polizia locale (quella responsabile della morte di Floyd e di decine di casi simili) dipende dal Sindaco e in seconda istanza dal Governatore. Ne deriva che le proteste – se fossero state spontanee e non telecomandate – non avrebbero dovuto prendere di mira il Presidente degli Stati Uniti – il repubblicano Donald Trump – ma il Sindaco di Minneapolis e il Governatore del Minnesota, che sono rispettivamente i signori Jacob Frey e Tim Walz: guarda caso, entrambi democratici.
É evidente che si é trattato di una manovra organizzata dai potentati che intendono impedire con ogni mezzo la rielezione di Trump. Lo sfidante democratico che dovrebbe contrastare the Donald é un soporifero ex vice di Barak Obama, tale Joe Biden, assolutamente privo di fascino e di mordente, incapace di coinvolgere la gente e di suscitare un minimo di entusiasmo.
I sondaggisti si affannano a sostenere che Biden é in vantaggio. Ma sono gli stessi sondaggisti che avevano vaticinato la vittoria della Clinton con 15 punti di distacco. E i giornali e le catene televisive che fanno da grancassa ai sondaggi di oggi sono gli stessi che giuravano sulla limpidezza dei sondaggi di ieri. In ogni caso, si voterá a novembre, e Joe Biden avrá perció tutto il tempo per mostrare agli elettori di che pasta é fatto.
Ma c’é un secondo motivo, piú immediato, che sta dietro alle proteste anti-Trump. É lo Spygate che il Presidente USA si apprestava a far deflagrare quando – provvidenzialmente per qualcuno – é
arrivata l’uccisione dell’afroamericano di Minneapolis. Lo Spygate – se ne é parlato su “Social” del 29 maggio – potrebbe trasformarsi da un momento all’altro in un Obamagate; con la possibilitá, addirittura, di vedere tradotto in giudizio l’ex Presidente USA, con l’accusa di essere a capo di un complotto (con ramificazioni italiane) per “fabbricare” le false accuse contro Trump dell’ormai defunto Russiagate.
Se lo Spygate/Obamagate fosse esploso – e probabilmente esploderá comunque – sarebbe crollato il castello di carte della manovra che i democratici stavano (e stanno) preparando per evitare la rielezione di Trump: e cioé – é la mia personale opinione – la candidatura della moglie di Obama come vicepresidente, in ticket con Joe Biden.
La discesa in campo della bella Michelle avrebbe un duplice obiettivo: un’iniezione di carisma ad un candidato presidenziale che ne é del tutto privo, ed una mobilitazione dell’elettorato nero. Infatti i sondaggi – quelli che non trovano spazio sul “New York Time” o sulla CNN – dicono che una fetta non trascurabile dell’elettorato afroamericano sarebbe orientata a votare Trump, per garantire la prosecuzione di una politica economica che ha creato milioni di posti di lavoro. E – attenzione – questa tendenza potrebbe essere rilanciata proprio nei mesi a ridosso delle presidenziali di novembre: quando – attenuatisi gli effetti della pandemia – Donald Trump metterá in campo tutta una serie di nuove misure “sovraniste” che determineranno un rilancio dell’economia reale americana ed una rapida riduzione della disoccupazione, tornata a mordere nei mesi del Lockdown.
Ecco il perché dello scatenamento di una protesta violenta oltre ogni immaginazione, con interi quartieri mesi a ferro e fuoco, con distruzione di beni pubblici e privati, e addirittura con un “talebanismo” democratico che si é dato alla decapitazione delle statue degli americani illustri. Talebanismo violento, cui é séguito il talebanismo “moderato” dei potentati economici globalisti, con appendici ridicole come quella del ritiro delle copie di “Via col vento”.
Personalmente non me ne sono meravigliato. Cosí come non mi sarei meravigliato se Donald Trump fosse stato tolto di mezzo con una provvidenziale fucilata. Come alcuni decenni or sono accadde a John Kennedy, all’indomani del suo tentativo di togliere alle banche private il monopolio dell’emissione del denaro pubblico [vedi «L’ordine esecutivo no 11.110: forse Kennedy aveva visto giusto» su “Social” dell’8 novembre 2013].
La posta in gioco a novembre sará altissima, mille volte maggiore rispetto a quella di una elezione presidenziale “normale”. Il popolo americano dovrá decidere se interrompere definitivamente il processo di globalizzazione economica e di mondializzazione politica, o se rassegnarsi alla resa ai poteri fortissimi che vogliono distruggere gli Stati Nazionali e assoggettare tutti i popoli del mondo al potere ricattatorio dell’alta finanza internazionale.
La lotta é solamente agli inizi e sará durissima, senza esclusione di colpi. Prepariamoci ad altri colpi di scena.
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IL NEW HAMPSHIRE ABOLISCE LA PENA DI MORTE
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Il New Hampshire è il ventunesimo stato degli Usa ad abolire la pena capitale dal suo ordinamento giuridico.
Lo hanno stabilito la Camera e il Senato con una maggioranza assoluta e schiacciante che ha impedito l’applicazione dell’ennesimo veto del Governatore locale Chris Sununu, contrario alla sua abolizione che, come i suoi predecessori, la aveva respinta per tre volte negli ultimi 19 anni nonostante la forte pressione popolare e internazionale.
Il New Hampshire era rimasto l’ultimo Stato della regione del New England (le ex-colonie inglesi) a prevedere la pena capitale, ereditata appunto dal colonialismo britannico. La decisione dei senatori è arrivata circa due mesi dopo il medesimo annuncio della California, Stato americano che ha di fatto sospeso 737 esecuzioni di detenuti nel braccio della morte. Dei 50 Stati americani oggi 20 hanno completamente abolito la pena di morte e diversi altri hanno aderito alla sua moratoria o di fatto sospeso le esecuzioni. 165 condannati a morte negli Stati Uniti sono stati esonerati prima dell’esecuzione della sentenza che è stata convertita in ergastolo.
Gli Stati Uniti d'America sono oggi uno dei 76 stati del mondo, unico paese occidentale, in cui è prevista l'applicazione della pena capitale. In oltre 120 Stati questa pena è stata abolita.
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Fonte: Washingotn Post - 5 giugno 2019
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Ritrattone al veleno di Antonio Di Pietro by Perna
Se non fosse che ne ha fatte troppe, Antonio Di Pietro farebbe perfino un po' pena. Al più noto dei molisani, giunto a 66 anni, non ne va più bene una. Nel quarto di secolo in cui ha imperversato come pubblico ministero, politico e ministro, si diceva di lui: due braccia rubate all' agricoltura. Tanto è vero che, lasciato il Parlamento nel 2013, fece ritorno al suo podere di Montenero di Bisaccia. Fu immortalato in canottiera mentre viaggiava sul trattore e pensammo tutti a un commiato definitivo dalla vita pubblica dopo i pasticci combinati. Invece, non ha resistito.
Sei mesi fa ha parcheggiato l'aratro in cascina ed è tornato in circolo come presidente della Pedemontana, società autostradale lombarda. E qui è sorta la prima grana. Vige, "infatti, una stramba legge che impedisce ai pensionati ex dipendenti pubblici di essere stipendiati se tornano a lavorare. Essendo stato, per così dire, magistrato, Totò deve fare il presidente gratis et amore dei.
Il fatto, giustamente, non gli è andato giù e aveva concordato col governatore, Bobo Maroni, un compenso in via eccezionale di 60.000 euro lordi l'anno. Al netto, neppure un gran cifra. Ma in dicembre, ostando la legge, la Giunta regionale non ha approvato la spesa e Di Pietro è rimasto con un palmo di naso. Se n'è fieramente lamentato. «Lavoro tutti i giorni, notte e giorno: in Pedemontana non ci sono né amministratore delegato né direttore generale, mi tocca fare prete e sagrestano». E che diamine, peggio del servizio militare, ha concluso.
Insomma, Totò dà l'impressione di uno bisognoso di grana. Nonostante goda, penso, di una buona pensione come magistrato e di una eccellente come politico. È stato infatti parlamentare nazionale per tre legislature, europeo per due e altrettante volte ministro. Inoltre, essendo di querela facile, ha intascato per decenni i favolosi risarcimenti che i magistrati, suoi colleghi, gli hanno fatto avere da giornali e avversari.
Fonte di reddito alla quale è tuttora attaccatissimo tanto che nel giugno dell' anno scorso si lamentò per radio che Vittorio Sgarbi, malgrado le condanne, non gli avesse versato centinaia di migliaia di euro. La risposta di Sgarbi giunse immediata, sempre via etere: «Perché mai dovrei pagare Di Pietro? Vi sembra giusto prendere denari alla gente solo perché parla? Di Pietro è uno che ha messo in moto una macchina per cui sono morti Gabriele Cagliari, Sergio Moroni, altri». Sistemato.
Questa fregola di danaro, oltre che vizio caratteriale, è forse uno stato di necessità, frutto degli azzardi di cui Totò ha disseminato il suo cammino. Qualche mese fa, è venuto al pettine quello che, a occhio nudo, pare un perfetto sopruso dell'ex pm verso due alleati, i comunisti Achille Occhetto e Giulietto Chiesa. Nelle europee 2004, infatti, i due sprovveduti si appaiarono col loro movimento, il Cantiere, all' allora capo di Idv.
Quando però furono liquidati i cinque milioni di rimborsi elettorali, Di Pietro con un colpo di mano se li pappò da solo senza dividerli con i compagni di strada. La relativa causa si è trascinata per lustri finché, nell' agosto del 2016, il Tribunale di Roma ha ingiunto a Totò di restituire ai buggerati il maltolto: 2,7 milioni. Pensate che l'ex toga si sia inchinato all'ordine legale?
Neanche per sogno. Ha fatto il solito viso truce con gli occhi da matto, ha minacciato querela - e ti pareva! - ai giornali e proclamato di non dovere niente a nessuno. Farà opposizione, ci sarà un processo e chi vivrà vedrà. Il classico piantagrane italico. Tuttavia, anche se fa il rodomonte, si intuisce che, sotto sotto, tante negatività tutte assie " me gli danno un senso di precarietà e una certa strizza.
Per completare, gli è poi piombato tra capo e collo la scorsa settimana l'antipatico allaccio tra lui e i fratelli Occhionero, i presunti spioni. Il maschio, l' ingegnere Giulio, legatissimo agli americani aveva - pare in nome loro - trattato in loco nel 2005 la costruzione nel porto di Taranto di un molo per container. L'anno dopo, diventato Di Pietro ministro delle Infrastrutture del Prodi II, la pratica era finita sul suo tavolo. Secondo le cronache di questi giorni, saputo che gli Usa erano interessati, il ministro si sarebbe precipitato a soddisfarli. Firmò, infatti, un emendamento ad hoc nella Finanziaria che dava via libera ai lavori nel porto ionico. Non se ne fece poi nulla perché Occhionero scomparve senza presentare il piano di fattibilità.
Il ripescaggio della vecchia storia, è comunque diventato un inciampo per il nostro misero eroe. I giornali, infatti, ne hanno approfittato per rivangare i presunti legami segreti, a suo tempo molto chiacchierati, tra gli americani e il pm simbolo di Tangentopoli. Le indiscrezioni dell'epoca davano il giovane magistrato - che dell'inchiesta fu il piede di porco - per quinta colonna (absit iniuria verbis) dei servizi Usa. Fu il sospetto che ne ebbe Bettino Craxi e gran parte del Palazzo.
Ma rimase tutto a livello di pettegolezzo. Finché, vent'anni dopo, nell'agosto 2012, l'ex console yankee a Milano, Peter Semler, confermò i dubbi, rivelando in un'intervista i suoi stretti rapporti con Totò. «Incontrai Di Pietro nel suo ufficio», racconta Semler, «mi disse su cosa stava lavorando prima che l'inchiesta sulla corruzione divenisse cosa pubblica. Mi disse che vi sarebbero stati degli arresti». Il convegno col diplomatico avvenne nel novembre 1991, tre mesi prima dell'episodio iniziale di Tangentopoli, ma il ciarliero pm lo anticipa all'amico. «Mi preannunciò», racconta infatti il console, «l'arresto di Mario Chiesa e mi disse che le indagini avrebbero raggiunto Bettino Craxi e la Dc». Ignoro se Semler abbia detto la verità ma non ricordo smentite. Se dunque è autentico, Di Pietro è due cose: una frana di magistrato che tradisce la riservatezza imposta dalla legge; un cittadino traditore che rivela a un agente straniero l'avvio dell'operazione che cambierà la repubblica. Che costui sia poi diventato parlamentare e ministro e abbia tanto pontificato come ha fatto è un mistero cosmico.
Totò ne ha combinate di cotte e di crude. Tralascio la vicenda ultra nota della Mercedes che da magistrato si fece prestare assieme ai 120 milioni di lire senza interessi, ma altrettante ne ha sul gobbo come politico. Ne racconto una per tutte. Anni fa, quando era segretario di Idv, acquistò due appartamenti, uno a Milano, l' altro a Roma, senza cacciare una lira, ma accollandosi un mutuo. Li ha poi affittati all'Idv, come proprie sedi, a un prezzo più alto delle rate bancarie. In altre parole, con i danari del finanziamento pubblico, il partito versava al suo leader l' ammontare mensile del mutuo, più una paghetta per i bisogni personali. Finì male perché la stampa scoprì l'inghippo e Di Pietro vendette di corsa gli appartamenti per evitare ironie e accuse.
Ridotta all'osso, l'essenza di Totò è l'astuzia provinciale: fare il furbo e atteggiarsi a puro. Alla lunga, però, se ne sono accorti tutti. Dopo l' uscita dal pool di Milano, il suo capo, F.S. Borrelli, precisò: «Mai andati oltre il lei». Un suo fedelissimo in politica, Elio Veltri, ha tratto così le somme sulla sua smania di accumulare un patrimonio, specie in case: «Dall' Italia dei Valori, all' Italia dei valori immobiliari». Così, a furia di tirare la corda, Di Pietro è rimasto in braghe di tela. E così lo lasciamo anche noi.
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Arnold Schwarzenegger critica Donald Trump: il carbone uccide piu dell'ISIS
Attore ed ex governatore della California (USA) Arnold Schwarzenegger critica quel presidente degli Stati Uniti Donald Trump vuole promuovere lo sfruttamento del carbone quando quel combustibile "uccide" molte piu persone rispetto al Stato islamico (IS) gruppo terroristico schiena .
"Solo qualcuno che vive nell'eta della pietra" vuole recuperare il carbone come fonte di energia, Schwarzenegger, 69 anni, ha affermato in dichiarazioni pubblicate oggi dal quotidiano viennese Die Presse .
Durante la sua visita in Austria, il suo paese di origine, l'attore di doppia nazionalita (austriaca e americana) spiega che, nonostante sia un membro del Partito repubblicano come Trump, non puo sostenere l'attuale presidente perche considera errate le sue priorita politiche.
In particolare, ha fatto riferimento Di Donald Trump promettono di recuperare le attivita nelle miniere di carbone chiuse nel stati Uniti , che fa parte di una politica di promozione dei combustibili fossili, aumento della spesa militare e riduzione del budget per la protezione dell'ambiente.
"Sette milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell'inquinamento atmosferico e Trump vuole recuperare il carbone e combattere ISIS . Il Stato islamico deve essere eliminato, ma non e il problema numero uno per (tutti) gli esseri umani, non e un pericolo maggiore del carbone ", afferma.
Oggi, "chiunque voglia fare qualcosa per la pubblica sicurezza dovrebbe proteggere l'ambiente," aggiunge chi e stato governatore dello stato della California tra il 2003 e il 2011.
D'altra parte, riconosce che il successo di Trump nelle elezioni dello scorso novembre e legato al fatto che la popolazione americana e "stufo" con la classe politica della prima potenza mondiale, per la quale critica "non dire la verita e non rispettare le promesse ”fatte nella campagna.
"Le persone sono stufate. E poi ci si stupisce quando gli uccelli davvero rari arrivano al potere, "lui dice.
In questo contesto, riconosce un certo parallelismo tra il suo trionfo in California nel 2003 e il voto a favore dell'uomo d'affari miliardario Trump, poiche nessuno dei due era mai stato un politico prima.
Ha anche attaccato i suoi correligionari politici perche dopo anni di aspre critiche nei confronti dell'ex presidente Barack Obama's "Obamacare" legge sulla salute, non sono riusciti a sostituirla.
"Se ai repubblicani non piace la riforma sanitaria di Obama, non dovrebbero continuare ad attaccarla, ma invece escogitare un programma tutto loro, non dire: "Oh, e il nostro turno ora e davvero non abbiamo niente di meglio offrire.'"
Arnold Schwarzenegger ha partecipato venerdi scorso alla cerimonia finale dei Giochi invernali "Olimpiadi speciali", il piu grande evento sportivo europeo per persone con disabilita intellettive, che si e tenuto allo stadio cittadino di Graz, la capitale dello stato federale austriaco della Stiria, situato molto vicino alla citta di Thal bei Graz che lo vide nascere.
Fu negli stand sotto le tribune di quello stadio che "Terminator" inizio la sua carriera nel bodybuilding, che lo porto a diventare campione europeo e mondiale in quella disciplina nel 1965 e nel 1967, rispettivamente, prima di trasferirsi negli Stati Uniti nel 1968.
(Fonte: EFE)
FATTI CHIAVE DI DONALD TRUMP
Donald Trump e un magnate e celebrita televisiva degli Stati Uniti che e diventato il presidente di quel paese dopo aver sconfitto Hillary Clinton alle elezioni del 2016.
E nato il 14 giugno 1946 ed e il padre di Donald Jr, Ivanka, Eric, Tiffany Barron. Sua moglie e Melania Trump.
La sua controversa campagna elettorale si basava sulla proposta di costruire un muro al confine con il Messico, vietare ai musulmani di entrare negli Stati Uniti, opposizione agli accordi di libero scambio e critiche alla NATO, nonche ai tradizionali alleati statunitensi.
DATI CHIAVE SU ISIS
Lo stile personale Stato islamico dell'Iraq e il Levante , conosciuto come lo stato islamico , E , ISIS, o Daesh, e un jihadista fondamentalista gruppo terroristico che fu formato da fedeli ad Abu Bakr al-Baghdadi.
ISIS ha commesso crimini contro le minoranze come yazidi, curdi, sciiti e cristiani, tra gli altri. Ha usato la decapitazione e l'esecuzione come forme di esecuzione e ha persino bruciato vivi i prigionieri.
ISIS lanciato un'offensiva armata il 5 giugno 2014 contro gli eserciti di Iraq e Siria , conquistando vasti territori in entrambi i paesi. Mosul (Iraq) e Al Raqa (Siria) diventano di fatto le capitali dell'autoprogetto Stato islamico .
Da agosto 2014, su richiesta di Iraq , il stati Uniti deciso di intervenire con bombardamenti . Il coalizione internazionale si formo quel primo solo bombardato ISIS obiettivi in ??Iraq, e poi anche in Siria.
Alla fine di settembre 2015, Russia intervenne militarmente Siria con bombardamenti di ISIS posizioni e altri gruppi jihadisti contrari al regime di Damasco.
Con il supporto di bombardamenti aerei da parte di potenze straniere, le milizie locali - i curdi (Peshmergas), gli sciiti (folla popolare), tra le altre minoranze e le stesse forze governative sono riuscite a resistere prima ISIS e quindi lanciare controffensive, recuperando villaggi e liberando localita dall'orrore di lo stato islamico .
Il 17 ottobre 2016, le forze governative irachene, con il sostegno di peshmerga , le milizie del clan e la folla popolare, oltre al sostegno aereo della coalizione internazionale, hanno lanciato il cosiddetto Battaglia di Mosul , un'offensiva che ha con l'obiettivo di recuperare la citta e i suoi dintorni dall'ISIS.
Il 6 novembre 2016 l'alleanza curdo-araba Syrian Democratic Forces (SDS) con il sostegno di coalizione internazionale ha iniziato l'operazione Irá del Éufrates o Battaglia di Al Raqa , che mira a liberare la citta Al Raqa .
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Arnold Schwarzenegger critica Donald Trump: il carbone uccide piu dell'ISIS
Attore ed ex governatore della California (USA) Arnold Schwarzenegger critica quel presidente degli Stati Uniti Donald Trump vuole promuovere lo sfruttamento del carbone quando quel combustibile "uccide" molte piu persone rispetto al Stato islamico (IS) gruppo terroristico.
"Solo qualcuno che vive nell'eta della pietra" vuole recuperare il carbone come fonte di energia, Schwarzenegger, 69 anni, ha affermato in dichiarazioni pubblicate oggi dal quotidiano viennese Die Presse .
Durante la sua visita in Austria, il suo paese di origine, l'attore di doppia nazionalita (austriaca e americana) spiega che, nonostante sia un membro del Partito repubblicano come Trump, non puo sostenere l'attuale presidente perche considera errate le sue priorita politiche.
In particolare, ha fatto riferimento Di Donald Trump promettono di recuperare le attivita nelle miniere di carbone chiuse nel stati Uniti , che fa parte di una politica di promozione dei combustibili fossili, aumento della spesa militare e riduzione del budget per la protezione dell'ambiente.
"Sette milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell'inquinamento atmosferico e Trump vuole recuperare il carbone e combattere ISIS . Il Stato islamico deve essere eliminato, ma non e il problema numero uno per (tutti) gli esseri umani, non e un pericolo maggiore del carbone ", afferma.
Oggi, "chiunque voglia fare qualcosa per la pubblica sicurezza dovrebbe proteggere l'ambiente," aggiunge chi e stato governatore dello stato della California tra il 2003 e il 2011.
D'altra parte, riconosce che il successo di Trump nelle elezioni dello scorso novembre e legato al fatto che la popolazione americana e "stufo" con la classe politica della prima potenza mondiale, per la quale critica "non dire la verita e non rispettare le promesse ”fatte nella campagna.
"Le persone sono stufate. E poi ci si stupisce quando gli uccelli davvero rari arrivano al potere, "lui dice.
In questo contesto, riconosce un certo parallelismo tra il suo trionfo in California nel 2003 e il voto a favore dell'uomo d'affari miliardario Trump, poiche nessuno dei due era mai stato un politico prima.
Ha anche attaccato i suoi correligionari politici perche dopo anni di aspre critiche nei confronti dell'ex presidente Barack Obama's "Obamacare" legge sulla salute, non sono riusciti a sostituirla.
"Se ai repubblicani non piace la riforma sanitaria di Obama, non dovrebbero continuare ad attaccarla, ma invece escogitare un programma tutto loro, non dire: "Oh, e il nostro turno ora e davvero non abbiamo niente di meglio offrire.'"
Arnold Schwarzenegger ha partecipato venerdi scorso alla cerimonia finale dei Giochi invernali "Olimpiadi speciali", il piu grande evento sportivo europeo per persone con disabilita intellettive, che si e tenuto allo stadio cittadino di Graz, la capitale dello stato federale austriaco della Stiria, situato molto vicino alla citta di Thal bei Graz che lo vide nascere.
Fu negli stand sotto le tribune di quello stadio che "Terminator" inizio la sua carriera nel bodybuilding, che lo porto a diventare campione europeo e mondiale in quella disciplina nel 1965 e nel 1967, rispettivamente, prima di trasferirsi negli Stati Uniti nel 1968.
(Fonte: EFE)
FATTI CHIAVE DI DONALD TRUMP
Donald Trump e un magnate e celebrita televisiva degli Stati Uniti che e diventato il presidente di quel paese dopo aver sconfitto Hillary Clinton alle elezioni del 2016.
E nato il 14 giugno 1946 ed e il padre di Donald Jr, Ivanka, Eric, Tiffany Barron. Sua moglie e Melania Trump.
La sua controversa campagna elettorale si basava sulla proposta di costruire un muro al confine con il Messico, vietare ai musulmani di entrare negli Stati Uniti, opposizione agli accordi di libero scambio e critiche alla NATO, nonche ai tradizionali alleati statunitensi.
DATI CHIAVE SU ISIS
Lo stile personale Stato islamico dell'Iraq e il Levante , conosciuto come lo stato islamico , E , ISIS, o Daesh, e un jihadista fondamentalista gruppo terroristico che fu formato da fedeli ad Abu Bakr al-Baghdadi.
ISIS ha commesso crimini contro le minoranze come yazidi, curdi, sciiti e cristiani, tra gli altri. Ha usato la decapitazione e l'esecuzione come forme di esecuzione e ha persino bruciato vivi i prigionieri.
ISIS lanciato un'offensiva armata il 5 giugno 2014 contro gli eserciti di Iraq e Siria , conquistando vasti territori in entrambi i paesi. Mosul (Iraq) e Al Raqa (Siria) diventano di fatto le capitali dell'autoprogetto Stato islamico .
Da agosto 2014, su richiesta di Iraq , il stati Uniti deciso di intervenire con bombardamenti . Il coalizione internazionale si formo quel primo solo bombardato ISIS obiettivi in ??Iraq, e poi anche in Siria.
Alla fine di settembre 2015, Russia intervenne militarmente Siria con bombardamenti di ISIS posizioni e altri gruppi jihadisti contrari al regime di Damasco.
Con il supporto di bombardamenti aerei da parte di potenze straniere, le milizie locali - i curdi (Peshmergas), gli sciiti (folla popolare), tra le altre minoranze e le stesse forze governative sono riuscite a resistere prima ISIS e quindi lanciare controffensive, recuperando villaggi e liberando localita dall'orrore di lo stato islamico .
Il 17 ottobre 2016, le forze governative irachene, con il sostegno di peshmerga , le milizie del clan e la folla popolare, oltre al sostegno aereo della coalizione internazionale, hanno lanciato il cosiddetto Battaglia di Mosul , un'offensiva che ha con l'obiettivo di recuperare la citta e i suoi dintorni dall'ISIS.
Il 6 novembre 2016 l'alleanza curdo-araba Syrian Democratic Forces (SDS) con il sostegno di coalizione internazionale ha iniziato l'operazione Irá del Éufrates o Battaglia di Al Raqa , che mira a liberare la citta Al Raqa .
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L’ artista Carlo Gentili ha realizzato per Sinfonia una serie di dipinti, acrilico su carta, ispirati ai nostri esemplari. Gatti del Bengala dell’ Allevamento Sinfonia diventano arte.
CARLO GENTILI, ideatore della corrente artistica del “Disarmonismo”, punta di diamante dell’arte moderna internazionale. Connette la fisica quantistica, l’effetto farfalla e la teoria del caos con l’arte moderna. Ha esposto in Cina, Polonia, USA, Austria, Svizzera, Germania e in Italia a Firenze, Roma, Pescara, Taranto, Venezia. La sua arte elogiata dal Principe di Galles Carlo D’inghilterra, dal Governatore della California, dagli Ambasciatori di Norvegia, Spagna ed Irlanda. Connie Kasten, ex modella, attrice e sostenitrice americana del pittore italiano, ha definito “…..l’arte di Carlo Gentili esaltante per l’anima dei colori, la loro forza espressiva e la potenza di passioni che suscitano dentro di noi”.
L’attore Arnold Schwarzenegger precisa: “Dipinto meraviglioso….hai un talento eccezionale, apprezzo sia il tuo senso artistico che i tuoi sforzi per trasmettere questo sentimento dall’Italia”.
Bengal Art – Carlo Gentili L' artista Carlo Gentili ha realizzato per Sinfonia una serie di dipinti, acrilico su carta, ispirati ai nostri esemplari.
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