#Dubai: cosa visitare
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campadailyblog · 4 months ago
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Cosa vedere a Dubai? Itinerario completo
Cosa vedere a Dubai? Itinerario completo per una vacanza magica Leggi l'articolo completo su campadaily.blog
Dubai è piena di contrasti. In questa città, modernità e futuro si incrociano con mercati storici e la bellezza del deserto. Con questa guida, organizzerete un viaggio da sogno a Dubai. Visiterete le icone come il Burj Khalifa12 e il Dubai Mall12. Esplorerete i souk tradizionali e il patrimonio culturale della città. Utilizzando una card turistica, risparmierete e avrete un programma perfetto per…
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viaggiareadubai · 2 years ago
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Cosa vedere a Dubai, i posti più belli da visitare a Dubai, le migliori cose da vedere a Dubai, le attrazioni da non perdere a Dubai, cosa visitare a Dubai?
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lennesimocazzodiblog · 4 months ago
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Viaggiare è una cosa stupenda ma facendo un giro su Instagram c'è un'omologazione assurda anche nella scelta dei posti da visitare. Must have: dubai con annessa foto nel deserto su quad e volto mezzo coperto, Roma con annessa foto sul pincio della minchia, Gallipoli/Ibiza/Tenerive e foto in cui fate i rattusi e le troie
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luigi771 · 6 months ago
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Cosa gli ho Scritto al nuovo Amico:
Ciao, Io sono un Informatico dal 1999 e non ho potuto conseguire una Laurea in Informatica per motivi economici familiari, e vivo svolgendo piccoli lavori di Installazione e configurazioni di sistemi informatici quando mi capita,non sempre e sono senza un lavoro fisso. E ho difficoltà a fumare sigarette perché ne fumo 3 pacchetti per un anno . Neanche li guadagno i soldi che spendo per le sigarette. Se puoi offrirmi qualche sigaretta il mio PayPal @luigi774
Spendo 7200 euro in un anno per le Sigarette
Un giorno quando starò bene fisicamente, vorrei visitare Dubai e cerco Amici Sinceri che mi diano Ospitalità. Io verbalmente parlo solamente Italiano e non capisco l’inglese parlato verbale.
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tumblingdisaster12 · 8 months ago
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TourScanner.com: il tuo compagno di viaggio per scoprire esperienze uniche e risparmiare!
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enkeynetwork · 1 year ago
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italiacamerun · 2 years ago
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Come Arrivare in Albania in Aereo: Tutto Ciò che Devi Sapere
https://azeta.pro/come-arrivare-in-albania-in-aereo-tutto-cio-che-devi-sapere/
Come Arrivare in Albania in Aereo: Tutto Ciò che Devi Sapere
L’Albania si può raggiungere in aereo. L’Albania è uno dei paesi più affascinanti dell’Europa orientale. Situata lungo la costa adriatica, questo paese ha una ricca cultura e una natura incontaminata. Offre inoltre un’ampia varietà di attività all’aperto, come rafting, arrampicata, escursioni in montagna e molto altro ancora. Se stai pensando di visitare l’Albania, la prima cosa da fare è prenotare un volo in aereo.
Quando si tratta di viaggiare in Albania, l’aereo è di gran lunga il modo più comodo per arrivare. La maggior parte dei voli internazionali atterrerà all’aeroporto di Tirana, che è il principale scalo del paese. Una volta arrivati in Albania, sarai in grado di viaggiare per tutto il paese in modo semplice ed economico.
Se stai cercando voli verso l’Albania, ci sono una serie di compagnie aeree che offrono voli in partenza da una varietà di destinazioni in tutto il mondo. Per trovare i migliori prezzi e le migliori offerte, è meglio cercare voli diretti. Se non sei in grado di trovare voli diretti, ci sono anche una serie di voli con scali in altri paesi europei, come la Germania, la Francia, l’Italia o la Grecia.
Una volta prenotato un volo, dovrai anche pensare a come arrivare all’aeroporto di Tirana. Se vieni da un paese europeo, puoi prendere un volo diretto da una delle principali città europee, come:
Roma,
Londra,
Parigi
Francoforte.
Se non sei in un paese europeo, ci sono anche voli diretti in partenza da città come:
Istanbul,
Beirut,
Abu Dhabi
Dubai.
Una volta arrivati all’aeroporto di Tirana, avrai una serie di opzioni per raggiungere la tua destinazione finale. Ci sono diversi servizi di trasporto disponibili, tra cui:
autobus,
taxi,
minibus
servizi di noleggio auto.
Se scegli di prendere un taxi, assicurati di avere un’idea di quanto costerà il viaggio prima di salire a bordo. Se desideri risparmiare denaro, puoi anche prendere un autobus o un minibus da una delle principali città albanesi, come Tirana, Shkodra, Durazzo, Elbasan o Vlorë.
Un’altra opzione è quella di noleggiare un’auto. Ci sono una serie di società di noleggio auto in Albania che possono aiutarti a noleggiare un’auto a buon mercato. Ma prima di scegliere questa opzione, assicurati di confrontare i prezzi e di leggere attentamente i termini e le condizioni di noleggio.
Se stai programmando un viaggio in Albania, è importante assicurarsi di avere tutti i documenti necessari prima di partire. Avrai bisogno di una carta identità valida per l’espatrio o di  passaporto valido per entrare in Albania. Se sei un cittadino di un paese non europeo, dovrai anche ottenere un visto prima di viaggiare.
Dopo aver prenotato un volo e ottenuto tutti i documenti necessari, sarai pronto per partire. Raggiungere l’Albania in aereo è un modo veloce, sicuro e conveniente per raggiungere questo affascinante paese. Segui queste linee guida per assicurarti di avere un viaggio indimenticabile e di goderti tutto ciò che l’Albania ha da offrire.
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belyakovs · 1 year ago
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Es algo positivo para él que ella sea tan abierta a compartir lo que le gusta y lo que no. Se podría argüir que le quitaba un poco de intriga a lo que compartían, fuera lo que fuera, pero no era esa parte lo que predominaba en su atracción hacia la contraria. "¿Con que ya nos estamos casando?" Ese escenario se lo puede imaginar, porque no vivir en Francia no significaba que no hubiera vivido en Europa. Sus visitas a otros países, en ese entonces, era casi cosa de cada semana; las (des)ventajas de tener una sire inquieta y sociable. La primera vez que vio la Torre Eiffel fue en compañía suya. "Pero no desesperes, hay otros lugares más románticos." Para él, de todos modos. "No sé si cumplan con tus espectativas, sin embargo. No se me escapa que te gustan las ciudades con lujos." Aunque robarle a los humanos podía ser una actividad satisfactoria, a la hora de mudarse Sergei utilizaba otros filtros ―además del gusto de su sire― por sus primeros noventa años. Si no se pone a pensar en ello, es porque contrasta demasiado con el ánimo de juego. "¿Dubai, tal vez? Creo que te gustaría el Miracle Garden," sugiere por su cuenta. Lugar que conoce por cosa del azar, la clase de información que salta cuando buscas lugares a los cuales migrar o visitar. "Creo que aquí es cuando te decepcionas de mí," lamenta. "Me temo que romántico es lo que menos he sido desde hace decenas de décadas." Y no miente. Esos sentimientos eran tiernos y llenos de luz, mientras que él cada día se deja más absorber por las tinieblas, abandonando, tal vez adrede, esa parte de su humanidad en pos de su Cainismo. Sin embargo, la sonrisa no se borra de su semblante, más bien se atenúa. Acaba por deshacer el agarre que llevaban para acoger su rostro entre sus manos, acariciando sus mejillas con los pulgares, sus índices peinando con suavidad mechones detrás de su oreja. "Eres linda, Eunseo. Y no se te escapa nada." Deja caer las manos, una de ellas rozando una ajena con la intención de tomarla. Pero la prueba, jugando, toqueteando con sus yemas la palma. Con lo que también juega es con la oscuridad que desprenden de las pequeñas ratas que, al ser ellos dos vástagos, parecen aprovecharse de la falta de interés por cazarlas y parecen duplicarse. El calor que maneja de la oscuridad de sus cuerpos las hace chillar, y corren en dirección opuesta a quien las maneja: él. "¿Qué te puedo decir con palabras que no puedas percibir con tu perspicacia?" inquiere, al aire y a ella al mismo tiempo. "¿Te parece que deje mi historia para la próxima vez que nos veamos?" tienta. "Esta noche hagámosla sobre ti."
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la positiva impaciencia por el viaje evoca una reacción incontrolable: aguda risilla acompañada por los hombros que se acercan a su rostro. “cuando tú lo digas” expresa, ella no poseía ningún cabo que atar, vivía del día a día. un sólo pensamiento eclipsa su mente unos segundos cual cometa, la posibilidad de que su hermano se encontrase vivo y en tokio. no deja que aquella idea perdure sobre su cabecita mucho tiempo, al menos no como para que aquella emoción le tiñera de azul tan pronto. “si soy muy bonita” se inclina hacia él arrugando suavemente la nariz en tierno gesto. “deberías decírmelo más seguido, me gusta eso y que me lo digas tú ¡mucho más!” le gustaba ser aceptada por el otro, para eso se tomaba las molestias de verse siempre arreglada y pulcra. “¿de verdad? allí se van mis sueños parisinos al caño ¡¿y ahora dónde se supone que deberías pedir mi mano?! la torre eiffel era el lugar perfecto” suspira afianzando el agarre con el opuesto permitiendo reposar su cabeza sobre hombro ajeno “¿qué tipo de romántico eres, sergei?” pregunta con un tono más relajado, privado “¿cómo serías romántico conmigo?” sin cortar el roce vira el rostro para mirarlo “ya te he dicho muchas cosas de mi pero poco me has dicho de ti” sentía que ya se había presentado en formas distintas: su gusto por los objetos caros, la moda, su autoestima y sus ideas de vida compartida. todos esos dichos hablaban de ella, quizás no en intimidad como debería ser, más bien dando indicios de cosas simples y básicas de la diaria. aún podía seguir conociéndole y dejándole conocerla si los astros se ponían de su lado, coincidiendo en los puntos importantes para ella poder ver más allá que un hombre que le diga cosas bonitas cuando ella quisiera. era temprano, más la curiosidad y, que el opuesto no opusiera muchas restricciones a sus acciones, era buena señal.
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mceciliasantos · 5 years ago
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COVID-19 y mi viaje a Bali
Después de dos semanas sumamente intensas me toca estar en casa en aislamiento total. Estuve en Asia, literalmente en el otro lado del mundo, sola, cuando la crisis de COVID-19 reventó a niveles que jamás pude haber imaginado. Todo cambió tan rápido… Aquí trato de resumirles mi experiencia.
Para entender mi comportamiento en este viaje hace falta un poco de trasfondo. No voy a contarles toda mi vida, pero les diré que el 2019 fue el peor año de mi vida. El 2020 me ha tratado mejor que el 2019, aun con los terremotos, la muerte de Kobe y el COVID-19. Después de todo lo que me pasó, porque no fue una sola cosa, necesitaba escapar de todo. En algún momento de enero 2020 compré un pasaje para Bali y sonreí por primera vez en varios meses. Me compré dos libros y estuve varias semanas leyendo, investigando y planificando mi viaje, tratando de escoger qué lugares visitar en Bali. Me imaginé tirada en el sol en playas idílicas y en posición lotus entre plantas tropicales. La ilusión me dio vida, el conteo regresivo una razón para sonreír en las mañanas de principios de año.
Ya para febrero frecuentaban las noticias sobre el coronavirus en China. Mi pasaje hacía una parada en Guangzhou, y empecé a cuestionarme si era una buena idea hacer esas paradas en la ida y en la vuelta. En algún momento de febrero me cancelaron el pasaje. Lo vi como una bendición y con el mismo amor compré otro pasaje haciendo escala en Dubai. En ese momento sentí que había evitado un gran peligro y que mi problema con el coronavirus estaba resuelto.
Según se acercaba la fecha del viaje y seguían saliendo noticias de la propagación del COVID-19 muchas personas me preguntaron si iba a cancelar el viaje. Con el conocimiento que tenía en aquel momento, insistí que no había razón para cancelar. Los números de personas contagiadas aun eran muy bajos y estaban concentrados en ciertas zonas. Además, se trataba de un virus que solo mata a personas mayores, que fuman o que tienen algún otro tipo de condición preexistente. Ya se habían establecido ciertos protocolos de cuarentena, pero aplicaban a personas que presentaban ciertos síntomas y regresaban de ciertos países entre los cuales no se encontraba Indonesia. La posibilidad de una cuarentena por el simple hecho de viajar, o estar en cuarentena sin haber viajado ni estar enfermos, no me pasó por la mente ni parecía como algo viable.
El domingo 8 de marzo no habían casos confirmados de COVID-19 ni en Puerto Rico ni en Bali. No se hablaba de distanciamiento social. En ese momento yo creía que el COVID-19 se transmitía a través de contacto con personas que presentan síntomas y que yo no estaba en el grupo de personas en riesgo de morir. Y así, necesitada de silencio, espacio, ocio y belleza, el 9 de marzo a las 2AM me monté en un avión a NY, luego otro a Dubai, un tercero a Denpasar, llegando a Bali el 10 de marzo en la noche.
Salir de Puerto Rico fue como cualquier otro viaje. La maleta por agricultura, check-in con la aerolínea, espera junto al gate. El aeropuerto estaba bastante vacío pero usualmente está vacío en horas de madrugada. En JFK en Nueva York también fue business as usual. El aeropuerto igual de lleno y ajorado que siempre. No me preguntaron por mi salud en ninguno de estos dos aeropuertos. Antes de abordar el vuelo a Bali me preguntaron si había viajado a China, Italia, Irán o Corea del Sur. Me dijeron que si había viajado a alguno de esos países en los pasados 14 días no me iban a dejar entrar a Indonesia. Me sentí tranquila pensando que Indonesia estaba tomando las medidas correctas.
La primera vez que me tomaron la temperatura fue en el aeropuerto de Bali. Allí tuve que llenar una forma indicando si tenía algún síntoma y si había viajado a ciertos países. Me volvieron a tomar la temperatura cuando llegué al hotel, y luego muchas veces en lugares concurridos (casas de cambio, ciertos sitios turísticos, supermercados). Fuera de posar para que me tomaran la temperatura en múltiples ocasiones, mis primeros días en Bali fueron maravillosos y no se sentía para nada como un tiempo de pandemia. Disfruté esos días como si nada. No me encontré con filas ni gentíos en ninguna parte. Bali estaba operando como siempre, aunque con considerablemente menos turistas que lo usual. Para mí, que fui buscando paz y soledad, fue perfecto.
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El 12 de marzo Trump anunció restricciones de vuelos provenientes de ciertos países en Europa. A partir del viernes, 13 de marzo por 30 días no entrarían más vuelos desde esos países a los Estados Unidos. Me pareció razonable la noticia. Ya habían medidas similares para China e Irán y en Indonesia habían tomado medidas similares. Sin embargo, me chocó mucho más cuando ese mismo día anunciaron que cancelaron la temporada de NBA. Esta fue la primera vez que empecé a sentir que esto era un problema mucho más serio de lo que mi mente idiotamente optimista había querido aceptar.
El 13 de marzo me llegó un correo electrónico de la oficina adjuntando las nuevas políticas adoptadas en preparación para el COVID-19. La política limitaba los viajes de trabajo y placer de los empleados y establecía que nadie podría regresar a la oficia después de un viaje a menos que hubiesen pasado 14 días o llevase una prueba negativa de COVID-19. Me pregunté en ese momento si al pasar la semana que me quedaba de viaje estarían disponibles las pruebas para poder hacerme una al llegar a Puerto Rico. En ese momento me asusté pensando que a mis jefes no les estaría gracioso que yo estuviese fuera dos semanas por cuarentena después de haber estado dos semanas de vacaciones.
En los días que siguieron empecé a ver en las redes los llamados de distanciamiento social. El 15 de marzo mi amigo @doctorpassport publicó un post insultando a toda la juventud por no quedarse en sus casas y por no tomar en serio el problema. (Nota al calce: si no siguen a doctorpassport, síganlo. Su IG es, usualmente, sobre los viajes que da alrededor del mundo. Ha ido a todas partes y toma buenísimas fotos.) En los días siguientes publicó varios stories sobre personas jóvenes gravemente enfermas. La esposa de mi primo, doctora en un hospital en NY, también estuvo publicando datos sobre las personas infectadas, incluyendo datos sobre personas jóvenes muy enfermas. Fue aquí que vine a entender que la enfermedad no solo mata a viejos. Hay jóvenes muriendo y los que no mueren como quiera pueden sufrir consecuencias muy graves. También entendí que los medios publican los muertos, pero no las cifras de personas gravemente enfermas. Hay muchos jóvenes entubados que nunca van a respirar como respiraban antes de sufrir esta enfermedad. También entendí las limitaciones de los hospitales de bregar con situaciones como esta. Nuestros sistemas de salud no están preparados. Si hay una cosa que tengo clara en esta vida es que no lo sé todo, y suelo aceptar cuando hay algo que no sabía. En estos días me concentré en escuchar lo que decían los médicos que tengo en mis redes sociales. Claramente muchas de las cosas que yo “sabía” hasta ese momento estaban mal. Acudí a quienes sí saben y comencé a hacerles caso.
Comencé a pensar en qué debería hacer. Pensé correr hacia el aeropuerto para volver a mi casa lo antes posible. Pero después pensé que en Bali estaba bien y que el riesgo lo corría en los aeropuertos. No habría mucha diferencia si viajaba en ese momento o al final programado de mi viaje. El riesgo sería el mismo. Pensando en lo bien que me sentía en Bali (Bali es un paraíso), en lo mal que la iba a pasar en el viaje de regreso, en todo lo que me quedaba por hacer en Bali, en lo mucho que había necesitado este viaje y en el riesgo que corría al pasar por 4 aeropuertos en ese momento, decidí quedarme.  
El 16 de marzo la Gobernadora emitió la orden ejecutiva decretando cuarentena hasta el 30 de marzo. Aunque ya había un mandato social para quedarse en casa, la orden ejecutiva me chocó muchísimo. Cuando Wuhan lo hizo hace unos meses me pareció como una medida que solo haría un gobierno autoritario, o un gobierno con una crisis seria. Con solo dos casos confirmados de COVID-19 en Puerto Rico (entiendo que esos había en ese momento, corríjanme si estoy mal) me sorprendió muchísimo que se tomara una medida tan drástica que afectaría económicamente a tanta gente que viene mal desde hace tanto tiempo.  
En este momento reevalué, nuevamente, mi situación y tomé la decisión apresurada de que tenía que volver inmediatamente. Saturada de noticias y en un pánico que solo puede entender una persona que viaja sola al otro lado del mundo, me compré un pasaje regresando la noche del martes 17 de marzo. Llegaría a Puerto Rico el miércoles 18, dos días antes de la fecha proyectada.
Ese martes me fui a la playa a disfrutar mi último día en el paraíso con planes de viajar esa noche de regreso. Me senté a tomarme una cerveza que se convirtió en una conversación extendida con personas de Australia, Francia, Nueva Zelanda, Argentina e Indonesia. Nuevamente, coloqué mis opciones en una balanza. La realidad del caso es que la tarde fue maravillosa y no me quería ir. Me puse a ver imágenes del aeropuerto de JFK, personas quejándose de filas de 5 horas en inmigración. Me esperaba una zona de desesperación en Puerto Rico a la cual llegaría luego de exponerme a un virus mortal durante 36 horas de viaje. Mientras tanto, estaba donde había querido estar desde hacía varios meses. Decidí ver el atardecer y perder el vuelo. Tenía todavía el vuelo original que saldría dos días después.
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Por supuesto, la mañana siguiente me levanté con la noticia de que la gobernadora pidió que se restringieran los vuelos domesticos e internacionales a la isla. Qué suerte la mía, pensé, tenía mi oportunidad de regreso y la dejé pasar. Sin embargo, no dejé que me agobiara. La vida en Bali seguía tranquila, aunque ya para esta fecha habían cerrado escuelas y estaban restringiendo ciertas actividades multitudinarias. Pensé que tal vez no aprobarían la petición de la gobernadora. Si la aprobaban y me tenía que quedar a la fuerza en Bali, todo iba a estar bien como quiera.  
Sin embargo, aún para esta fecha había un detalle que yo no tenía claro. El 19 de marzo CNN publicó una nota indicando que el virus se ha propagado en gran parte gracias a personas que no presentan síntomas. En todo momento había pensado que el virus se transmite solo a través de contagio con una persona enferma. No fue hasta el final de mi viaje que vine a entender que pude haber contraído el virus durante mi viaje HACIA Indonesia y que se lo pude haber transmitido a varias personas sin darme cuenta. Hasta ese momento había pensando que al no presentar síntomas yo no era un peligro, y que al estar en una isla donde no habían casos reportados nadie era un peligro para mí. No fue hasta el final de mi viaje que vine a entender que todos, no importa en qué parte del mundo estemos, debemos operar bajo la suposición de que somos portadores.
Ya para esta fecha yo estaba practicando una versión bastante aguada de “social distancing” que básicamente consistió de escoger el restaurante más vacío de todos y tratar de mantener distancia de todo el mundo… Esa fue la naturaleza de mi viaje desde un principio y francamente no me costó mucho esfuerzo. Admito que no le di la importancia que merecía y que hubo unos pocos momentos en que los esfuerzos para evitar la propagación de un virus mortal cedieron ante una buena conversación espontánea. Para finales del viaje ya me di cuenta de que como ser humano responsable me tenía que mantener lejos de todo el mundo, sin importar cuán interesante fuese lo que cualquier otra persona tenía que decir.
Mientras me autoflagelaba por no haberme acuartelado socialmente durante mi viaje consideré seriamente quedarme en Bali y establecer un perímetro inviolable en aquella maravillosa isla. Pasar por 4 aeropuertos me seguía pareciendo un riesgo enorme, y Bali no estaba en cuarentena mientras Puerto Rico sí. Pero decidí volver por varias razones. En primer lugar, nadie me iba a creer que me quedé por miedo al virus. Todos iban a suponer que lo que hice fue extender mis vacaciones. En segundo lugar, me dio miedo enfermarme allá, cargando un sistema de salud que no sé cómo funciona y sin tener a nadie a quien llamar en un mal momento. Por último, me dio miedo la incertidumbre. Me hubiese quedado un mes, tal vez dos… pero la idea de estar lejos de mi isla por tiempo indefinido siempre me ha asustado. Puerto Rico siempre me jala, no sé por qué.
El viernes, 20 de marzo a las 12:05AM me monté en el primer avión de regreso a Puerto Rico. Me tomaron la temperatura antes de entrar al aeropuerto en Bali y luego en el gate del avión. En el aeropuerto de Dubai me tomaron la temperatura para poder pasar al gate. En ninguno de los dos aeropuertos me hubiesen permitido montarme en el avión si tenía fiebre.
En el avión de Dubai a New York me entregaron un formulario para declarar si tenía ciertos síntomas. Nunca la llené porque no tenía bolígrafo a la mano. Nunca me la pidieron. Nunca me tomaron la temperatura en Nueva York.
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Al llegar a Puerto Rico me tomaron la temperatura antes de salir del aeropuerto y me preguntaron si presentaba síntomas de COVID-19. Me entregaron un flyer resumiendo los síntomas y me pidieron que llamara al número de teléfono que aparece en el flyer si desarrollaba alguno. No parece mucho, pero al menos fue más de lo que pasó en NY.
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¿Qué me llevé de todo esto?
Aprendí bastante. Aprendí que no sabemos nada. Sigo impresionada con la rapidez que la situación cambió y lo mucho que cambió lo que yo (y quiero decir que el mundo) “sabía” de COVID-19. Un día estaba preocupada pensando que habrían consecuencias por estar en cuarentena dos semanas, y a los dos días el país entero estaba en cuarentena. Un día pensé que la enfermedad solo afecta a los viejos, al día siguiente entendí que quizás solo se mueren los viejos, pero los jóvenes se están enfermando gravemente también. Un día pensé que la transmisión era a través de contagio con personas enfermas, al otro entendí que todos podemos ser portadores y transmisores.
No puedo terminar sin mencionar el factor que me mantuvo en balance a través de todo. Tuve que tomar muchas decisiones a través de toda esta experiencia, y todas las tuve que tomar sola. Sin embargo, en ningún momento me sentí sola. Estando en Bali e incluso luego de volver he recibido muchísimos mensajes de apoyo y preocupación. He recibido mensajes de personas conocidas que me hicieron darme cuenta de que hay gente que me quiere más de lo que me hacen creer. También hubo personas que estuvieron y siguen pendientes a cada paso que di aunque nunca los he conocido en persona o a quienes he conocido solo una o dos veces. Estando en Bali interactué con personas de diferentes partes el mundo, me han escrito luego de mi viaje preguntando si llegué bien y si está todo bien acá. Tenemos una capacidad inmensa para ser humanos y estar ahí unos para los otros. Siempre busco el lado positivo de los malos momentos y muchas veces encuentro el mismo: hay más bondad que maldad en la raza humana. Somos más iguales que distintos. En la adversidad siempre podemos contar los unos con los otros. En momentos bien confusos, siempre hubo alguien escribiendo para dar un consejo, alguien en el DM dejándome saber que podía contar con ellos en lo que necesitara. Aunque pude dar mi viaje y regresar a Puerto Rico sin contratiempo alguno, esos mensajes de “estoy aquí para lo que necesites” valieron mucho.
Además de todo lo positivo he recibido muchísimas críticas. Muchas de ellas están basadas en información que tenemos ahora y que no teníamos el 9 de marzo cuando me monté en el avión hacia Indonesia. Mucha gente no hubiese hecho las cosas de la forma en que yo las hice, pero muchas de esas personas no se irían solas al otro lado del mundo. Ciertamente, ninguna de las personas que me critica tuvo mi 2019. Nunca le he temido a la vida y no voy a comenzar ahora. Tomo decisiones a base de la información que tengo a la mano, no a base de miedos infundados y mucho menos a base de lo que haría otra persona. Lo siento. Soy voluntariosa y testaruda. Si el 9 de marzo hubiese tenido la información que tengo ahora ciertamente hubiese hecho muchas cosas diferentes. Pero como no la tuve, puedo decir que, francamente, no cambiaría nada de lo que hice.
Ahora pago por mis decisiones con mi cuarentena en aislamiento total. Tengo claro que no puedo salir ni a la esquina. Pero quiero que entiendan que ustedes tampoco. Tal vez has interactuado con alguien que interactuó con alguien que interactuó con alguien que estuvo en el Día Nacional de la Zalsa, o que estuvo en el Viejo San Juan el día que vino el crucero italiano. Quizás todos en la cadena están asintomáticos pero infectados. No lo podemos saber. Tenemos que asumir que todos estamos infectados. Por favor, quédense en sus casas.
Pero estando en sus casas, no dejen de estar para la gente que quieren. Y sepan que hay mucha gente pendiente de ustedes. Estamos distantes pero estamos todos juntos. No hay virus que pueda acabar con la humanidad de la humanidad.
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visadodedubai · 2 years ago
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VISADO de DUBÁI (EAU) para ciudadanos de República Dominicana
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Dubái es la ciudad de las experiencias, los excesos y los récords. Hay tantas cosas que ver y hacer pero… ¿cuántos días necesitas para visitar Dubái? La respuesta obviamente es muy personal así que intentaré darte la mayor cantidad de información posible para que puedas evaluar cuántos días dedicar a visitar esta ciudad estroboscópica. ⁣ Si quieres centrarte solo en el área metropolitana, sin combinar visitas al desierto ni nada más, me gustaría decirte que cuatro días pueden ser suficientes para visitar Dubái y sus barrios. ��Estás listo para descubrir cosas que ver conmigo?
QUÉ VER EN DUBAI El mapa de Dubai y sus áreas
DÍA 1 EN DUBÁI Sal a descubrir Dubái desde los distritos históricos de Deira y Bur Dubái , con vistas al Creek , el río natural que atraviesa Dubái y que ves en el mapa entre las zonas 6 y 5. Aquí descubrirás lo antiguo, lo original, lo auténtico. Dubái. Es imprescindible dedicar un día a visitar estos barrios históricos para descubrir los orígenes de Dubái.
¿Qué hacer aquí? La mezquita más importante de Dubái Pasee por las pequeñas callejuelas de la ciudad dominadas por casas tradicionales y visite los maravillosos y concurridos mercados donde le recomiendo comprar las aromáticas especias (¡el mejor recuerdo para regalar a sus seres queridos!).
No te pierdas el zoco del oro … es increíble. En Bur Dubai encontrarás Al Fahidi Historic District, un distrito histórico que reproduce el Dubai de antaño y donde las casas antiguas albergan tiendas y bares. No te pierdas el Fuerte Al Fahidi , el edificio más antiguo de la ciudad de Dubái.
Si te interesa conocer más sobre la historia de Dubái también puedes visitar el Museo de Dubái pero con esta parada no podrás ver nada más el mismo día. Al sur de Bur Dubai se encuentra la Mezquita Jumeirah, la mezquita más importante de la ciudad y también la única que pueden visitar los no musulmanes. Antes de regresar, haga una parada para cenar en uno de los muchos restaurantes con vista al arroyo... ¡la vista es excepcional!
DÍA 2 EN DUBÁI La magnífica vista desde el Burj Khalifa Dedícalo a descubrir Downtown Dubai , el centro tecnológico e innovador de la ciudad, donde es absolutamente imprescindible subir al Burj Khalifa , el edificio más alto del mundo. Si quieres una experiencia de ensueño puedes cenar en At.mosphere , el restaurante más alto del mundo. En Downtown Dubai también puedes visitar el Dubai Mall donde te perderás entre las más de 1000 tiendas y también encontrarás un acuario de récords y un parque de atracciones. Sal a disfrutar del espectáculo de las Fuentes Danzantes.
DÍA 3 EN DUBÁI Hoy dedícalo al relax y al mar. Visita imperdible a Palm Jumeirah , la isla artificial donde se encuentra la famosísima Atlantis the Palm . Me alojé aquí durante mis vacaciones en Dubái y, qué puedo decir... ¡un sueño! Aquí podrás relajarte en la playa o vivir muchas experiencias marinas: nadar con delfines, bucear entre tiburones o divertirte como niños en el parque acuático aquaventure. Haz clic aquí en VISADO de DUBÁI (EAU) para ciudadanos de República Dominicana
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alexmorales · 2 years ago
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Las siete mejores islas artificiales del mundo
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Texto alternativa: Las islas artificiales se construyen para el ecosistema, la habitación, las bases navales y para fomentar el turismo en la región.
La humanidad siempre ha estado fascinada por la idea de las islas, el agua turquesa, la tranquilidad y los impresionantes paisajes naturales. Esta idea ha dado lugar a islas artificiales, igualmente hermosas como las islas naturales. Desde Palm Jumeirah en Dubái hasta Flevopolder en Holanda, estas islas artificiales son un excelente ejemplo de ingeniería maravillosa. Varios países han diseñado y construido islas artificiales y agregaron todas las características para promover el turismo que una isla natural ofrece a sus visitantes.
Hay varias islas artificiales en el mundo que son cautivadoras. Entre ellas, muchas islas ofrecen grandes aventuras acuáticas y las otras, experiencias increíbles. Aquí hay una lista de islas artificiales para visitar, a las que debe reservar un vuelo de inmediato.
Nota: También reserve sus Vuelos baratos de Roma a Madrid con lowestflightfare.com. (Cuando visité este sitio web, encontré tratos asequibles de vuelos de Roma a Madrid).
Palm Jumeirah, Dubái, Emiratos Árabes Unidos
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Texto alternativo: La isla en forma de palmera es uno de los magníficos ejemplos de la creatividad humana.
No hay otra ciudad como Dubái que define el lujo. Y cuando se trata de explorar Dubai, las dos cosas que nos vienen a la mente son: Burj Khalifa y Palm Jumeirah. Mientras que Burj Khalifa representa la extravagancia de Dubái, Palm Jumeirah representa la magnífica ingeniería de la ciudad  La isla artificial en forma de palmera de Dubái es el hogar de numerosos centros turísticos lujosos y relucientes, parques acuáticos de aventura, apartamentos elegantes, hoteles ostentosos y restaurantes internacionales de primer nivel. La isla se creó utilizando la recuperación de tierras, extendiéndose hasta el Golfo Pérsico. La población estimada de la isla es de más de 10.000 habitantes y se encuentra en la zona costera de Jumeirah.
Nota: También reserve sus Vuelos baratos a Ucrania  con lowestflightfare.com. (Cuando visité este sitio web, encontré tratos asequibles de vuelos a Ucrania ).
Isla de Notre Dame, Canadá
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Texto alternativo: La isla de Notre Dame se creó utilizando millones de tierra y rocas, que se excavaron durante la construcción del metro.
Ubicada en el río San Lorenzo en Montreal, Quebec, la isla de Notre Dame se construyó en 1965. Se creó utilizando 15 millones de toneladas de tierra y roca, que se excavaron durante la construcción del metro. La isla artificial está rodeada de hermosos canales y senderos verdes.
También alberga el Gran Premio de Canadá, carrera de Fórmula Uno en el Circuito Gilles Villeneuve. Los turistas también visitan naves espaciales como el Casino de Montreal, donde se pueden desafiar su suerte en 300 máquinas tragamonedas. Visite Plage Jean Dore durante el verano para disfrutar de algunas actividades emocionantes.
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La isla del tesoro, Estados Unidos
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Texto alternativo: La isla del tesoro se construyó para la Exposición de Golden Gate de San Francisco en 1939.
Ubicada en la Bahía de San Francisco, Treasure Island fue construida entre 1936 y 1937 para la Exposición de Golden Gate de 1939. La isla se creó tomando más de 25 millones de yardas cúbicas de la bahía.
Hoy, esta isla artificial atrae a una gran cantidad de turistas y está repleta de buscadores de diversión, moteles y concesiones. También alberga el Treasure Island Music Fest, el festival de música anual.
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Puede visitar el mercadillo de la isla y comprar algunos recuerdos para llevar con usted. La isla tiene un área restringida que se cree que está contaminada con desechos radiactivos y no se le permite visitarla. Ya que esta isla está cerca de San Francisco, puede encontrar fácilmente vuelos baratos desde distintas ciudades a San Francisco por ejemplo  vuelos baratos de  Punta Cana a San Francisco  desde otras ciudades y lugares. Después de su visita a la Isla del Tesoro, también puede tomar un vuelo barato desde San Francisco por ejemplo vuelos baratos de San Francisco a Punta Cana, Miami, Managua, Bogotá, etc.
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Isla THUMS, EE.UU.
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Texto alternativo: La isla THUMS fue construida por cinco grandes compañías petroleras para aprovechar el campo petrolífero de East Wilmington.
Construidas en 1965 en la bahía de San Pedro, frente a la costa de Long Beach, California, las islas THUMS son un conjunto de cuatro islas artificiales. La isla se construyó para aprovechar el campo petrolífero de East Wilmington, y los muros circundantes se diseñaron para camuflar las actividades y reducir el ruido.
THUMS es el acrónimo de cinco compañías petroleras que construyeron la isla: Humble (ahora Exxon), Union Oil, Texaco, Mobil y Shell. Desde 1967, la isla también se conoce como “Islas de Astronautas”, ya que cada isla lleva el nombre de los astronautas estadounidenses, que sacrificaron sus vidas al servicio de la NASA.
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Islas venecianas, EE.UU.
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Texto alternativo: La isla venetiana es una cadena de siete islas, construida en 1920.
Ubicada en la Bahía de Biscayne en las ciudades de Miami y Miami Beach, la Isla veneciana es una cadena de siete islas artificiales construidas en 1920 en memoria del pionero del ferrocarril Henry Flagler. Las islas son: Isla Biscayne (Miami), Isla De Lido (Miami Beach), Isla San Marino (Miami Beach), Isla San Marco (Miami), Isla Belle (Miami Beach), Isla Flagler Monument y Isla Rivo Alto (Miami Beach). Estas islas están conectadas por un puente.
Isla Monumento Flagler es la única isla de picnic deshabitada donde los turistas vienen y disfrutan de actividades divertidas. La belleza de la isla la suma a la lista de islas artificiales.
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Wilhelmstein, Alemania
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Texto alternativo: La isla Wilhelmstein alberga el castillo de William, conde de Schaumburg-Lippe.
Ubicada en el lago Steinhuder Meer, ubicado en la región de Hannover, en el norte de Alemania, Wilhelmstein es la isla artificial más grande de la región noroeste del país, con una superficie de alrededor de 12.500 metros cuadrados. Fue construido entre 1765 y 1767 por Guillermo, conde de Schaumburg-Lippe. Los pescadores estaban acostumbrados a traer las rocas en el bote y arrojarlas al agua hasta que se formó la isla.
La isla fue diseñada para ser un escondite fortificado para el conde. Hoy, la isla tiene un museo y una atracción turística.
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Nuestra Señora de las Rocas, Montenegro
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Creado por un baluarte de rocas y por el hundimiento de viejos barcos cargados de piedras, Nuestra Señora de las Rocas es uno de los dos islotes frente a la costa de Perast en la Bahía de Kotor, Montenegro. Incluso hoy en día, los residentes de Perast se reúnen anualmente y toman sus botes para arrojar piedras al agua como una tradición anual.
La isla artificial es la única isla artificial del mar Adriático. Es el hogar de una iglesia católica, que tiene: un museo adjunto, varias pequeñas tiendas de regalos, recuerdos cerca de la iglesia y una luz de navegación en la parte occidental de la isla. La iglesia es una de las principales atracciones turísticas, que alberga varios lienzos al óleo de maestros barrocos y más de 2500 tabletas de oro y plata.
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EnvolverLas islas artificiales se crean no solo para atraer turismo en la región, sino también, porque se forman para el ecosistema, las bases navales y la vivienda. Hay cientos de islas artificiales en todo el mundo que están llenas de sorpresas, experiencias únicas y que vale la pena visitar.
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soflying369 · 3 years ago
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tuve un sueño en el cual:
batallé volando en barcos sobre el mar, tenía superpoderes, estuve en roma, en tailandia, en el campo y en las grandes ciudades (creo tener la.imágen de niu york, de vancuver, de dubai, de milan, de perú, de lugares fríos también con nieves y auroras boreales), coseché cebollas y ayude en el cultivo igual de plantas (al aire libre y en hivernaderos) , tuve largas duchas, viví sola (en países en varios, en depas y casas) y en comunidad también, fui pirata, dj y productora también. que hacía cosas de ingeniería, que me graduaba de una universidad brígida como bailarina y el exámen final eran lanzarse al vacío en una plataforma especial, con cuerdas y súper saltos (obviamente bailando, haciendo las técnicas de la academy y estilo libre igual, recuerdo estar realizando un ballet, con giros, saltos y posturas y mi cuerpo, saltos y ambiente eran ligerísimos) me iba excelente y me graduaba junto a 2 compañeras que eran profesionalísimas también muy buenas , después pa celebrar tomábamos champaña, bailábamos bachatq y cueca y salsa y saya y trote tarapaqueño. anduve con gente de la calle, y también en instituciones. cuidé niños y también ancianos. intentaron atacarme en la ducha pero era espía también y batallamos a lo matrix (en un segundo con el cordon de la ducha lo atrapé y me dí un flip flap delantero a lo bendita). también tenía oro, kilates de oro y cadenas y también el mismo pantalón en otras escenas uno negro marca paris blues talla 7 preciso. y también a momentos vestido negro brillante largo de gala y violeta en otro momento, con tacos y cartera y peinados lindos y alfombras rojas y limos.
también que me pedían ayuda en tareas de lectura, así que nos sentamos en un círculo a leer y comentar los capítulos (y creo que los niños querían matilda así que hacíamos matilda igual🙂). también leímos y escribimos poemas y prendimos velas. nos sentamos en el suelo con árboles y andábamos después también varios en bici grandes, shicos, todos en bosques y carreteras vacías y senderos varios (puentes con agua, con caminos de tierra mojada, con grandes árboles recuerdo haber visto araucarias y también grandes robles y otros árboles que no sé como se llaman).
anduve en dianas de muchísimos metro de altura, en azoteas y balcones también.
aa y fui a un mercado en tailandia ese que es en el agua y que solo se puede visitar en bote y hablaba con los locales a compartir sabores. comí pescado en muchos formatos y hablé con mujeres muy sabias y hermosas.
y eso creo fue todo.
mi nota de graduada era AAAb+
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draghiimmaginari · 3 years ago
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Test 4
87
101
105
87- Quali paesi vorresti visitare?
In Italia vorrei vedere Positano, la costiera amalfitana, e anche un po' le vette dei monti del nord. All'estero invece mi piacerebbe vedere New Orleans, New York, Dubai, la Grecia e la Spagna!
101- Sogno erotico più hard.
Di questi ne faccio diversi ma mai troppo spinti ahahaha. Una volta ho sognato di essere sedotto da un ballerino di Amici ( in fissa ormai ahaha) dopo averlo salvato da un tradimento del suo ragazzo che lo aveva abbandonato in mezzo al mare. Addirittura io me la tiravo pure e facevo finta di non considerarlo, quando in realtà per me lui è una divinità della bellezza. Consumammo il nostro amore sulla spiaggia, bella situazione devo dire ahahaha
105-cosa bisogna avere dalla vita?
Culo.
Grazie per le domande anon, se vuoi puoi anche scrivere in privato ❤️
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gregor-samsung · 7 years ago
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È curioso che il primo corto con Topolino e Gambadilegno (Building a Building, del 1933) sia ambientato sulle impalcature barcollanti di un grattacielo. Gli intellettuali europei degli anni Trenta furono affascinati dalla capacità disneyana di inventare un mondo alternativo, fantasmagoria e allegra sarabanda che aboliva il dolore e rendeva superfluo il rancore storico; ma insieme avvertirono il pericolo di un immaginario totalizzante, dove l’umano non serviva più. «Chaplin», scrive Ejzenstejn, «è il paradiso perduto, Disney il paradiso ritrovato»; ma aggiunge che «lo zuccheroso universo disneyano è in realtà un balletto di pulsioni sfrenate, che respingono chi non si abbandona alla danza macabra, al rigenerarsi delle forme, al suo azzardo verso l’infinito futuro» – e che i suoi personaggi sono «mostri che vogliono essere quello che non sono». Zoomorfismo e animismo degli oggetti, regressione al totemismo puro. Benjamin, nel suo saggio su Mickey Mouse, constata ammirato che i film di Disney «provocano una frantumazione terapeutica dell’inconscio», ma nota con angoscia che «in un mondo del genere non vale la pena fare esperienza» e che in esso «l’umanità si prepara a sopravvivere alla cultura, se questo è necessario». Parole illuminanti che di colpo mi riscattano Dubai: ecco che cosa lo Spirito dei tempi sta cercando di fare qui, all’insaputa dei potenti e dei miserabili – sta preparandosi a sopravvivere alla cultura, o almeno alla cultura come l’abbiamo conosciuta finora. Tra l’altro c’è un legame filologico che connette Disney a Dubai: Disneyland per prima ha rivelato l’essenza, il nòcciolo del neo-turismo, un turismo che va a visitare ciò che non esiste. Eliminando le contraddizioni architettoniche reali, concentrando gli elementi pittoreschi in una sintesi più vera del vero, Disneyland è stata il modello delle prime “isole pedonali” americane e dei primi mall (per esempio il Nicollet Mall di Minneapolis, del 1963); la Main Street di Disneyland era una copia infedele di quella dove Walt era cresciuto, ma a quella copia si sono successivamente rifatte le “vere” Main Street di molte piccole città. Soprattutto, alla filosofia disneyana si è ispirata Las Vegas, quel “sogno nel deserto” da cui è stato fortemente suggestionato lo sceicco Rashid (il padre dell’attuale sceicco Mohammed). Disneyland, come si sa, non è stata l’ultima frontiera per l’instancabile Walt: negli ultimi anni della sua vita tutta l’energia la spese per allontanarsi dalla finzione dei cartoon e avvicinarsi all’edificazione reale di un’utopia tecnologica (dalla leggerezza delle fiabe al Real Estate, appunto). Diede impulso alla EPCOT, acronimo di Experimental Prototipe Community of Tomorrow, e all’Imagineering Department, conglomerato di immaginazione e ingegneria. Chiamò a lavorarvi grandi architetti, da Aldo Rossi a Robert Venturi: per innalzare davvero, tra gli uomini in carne e ossa, «il Paese più felice del mondo». È a questo punto che Dumbo e Bambi, e Pippo e Clarabella e Zio Paperone, mostrano il loro lato oscuro: dove la beata fiducia nell’onnipotenza dell’estro diventa convinzione di possedere in proprio le chiavi della felicità universale; dove un crocevia di convivenze tende alla sordità asettica del plastico e del prototipo – come se il mondo, per essere felice, dovesse ridursi alla parodia di se stesso. “Per il loro bene”, certo: questo giace nel fondo della “vision”; che cos’è il Paese che sto visitando, se non una risibile parodia accelerata dell’Occidente? Nel 1955, all’inaugurazione, fu posta una targa all’ingresso di Disneyland: “qui tu lasci il presente per entrare nel mondo di ieri, di domani e della fantasia”. Lasciate ogni pensiero, voi ch’entrate.
Walter Siti, Il canto del diavolo, B.U.R., 2013 (1ª ed.ne 2009); pp. 87-89
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ademararau · 4 years ago
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Una guía de viaje completa de Dubái, que incluye cómo llegar, mejor época para visitar, lugares para visitar y cosas para hacer en Dubái.
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car2092maza · 4 years ago
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Imagina Con Jeon Jungkook
7 *DUBAI*
 Estaba llorando en mi cama después de discutír con mi Madre de alguna forma yo la quiero, pero ella siempre me evita o me dejaba sola, Jungkook se mantuvo conmigo al principio le había dicho que se fuera pero se negó a dejarme sola.
-Ni mi madre sería capaz de tratar me así por más que le diera problemas- hablando lo mire, el seco restos de mis lágrimas para arrollarme en sus brazos-
-las apariencias engañan haciendo la disfrazar de lo que es realmente—dije besando su pecho-
-Tengo una mejor idea – lo mire curiosa ya había dejado de llorar-
-¿Qué?
-Que vengas conmigo a Dubái – lo mire sorprendida con decirles que Dubái es unas de mis ciudades que siempre ame visitar- ¡entonces!.... ¿qué dices?
Me levante mirándolo es que la emoción no cabía en mí y debía hablar o pensara que no quiero ir.
-Siiii– hable como con miedo que hasta Jungkook se reía-
-Pero porque lo dices así – reía por cómo había respondido-
-Es que mi sueño siempre fue conocer Dubái y que vengas a invitar me es muy lindo, gracias Jungkook –el beso mi frente me hizo sentir feliz le sonreí-
Si antes lo quería, ahora lo amo más, por cumplir unos de mis más grandes sueños que es conocer Dubái. Se agacho mientras yo lo rodeaba con mis brazos su cuello, para después levantar me del suelo haciendo me reír y devolverme al piso.
- ¿y cuando nos vamos?- pregunte-
-Pasado mañana por lo que te vendrás conmigo –asentí feliz-
-está bien
Había preparado mis cosas con ayuda de Jungkook, entre bromas, y risas terminamos para irnos juntos a su departamento. 
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