#Dionisiaco
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Como eu a amo? Com cada átomo de minha existência. Como eu olho pra ela? Com minha alma gritando para ser egoísta. Eu a amo com esperança. E lhe desejo com desespero.
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That one time Hera turns into an Indian man in the epic to advice Astraeis
Imagine Varun looking at him and going "Daal mein kuch kala hae *squints his eyes*" ☠️☠️☠️
💀💀💀💀💀
And then Varuni would be like “puri daal hi kaali haii...” 💀
But no, imagine the Hera that was like “Indian men are masculine” and saw how much twinks we have and then decided to dress as one cuz what difference would anyone understand XDDDD
#hera#dionisiaco#varuna#varuni#hindu mythology#hindu gods#hindublr#ancient greek mythology#greek mythology#greek goddess#desiblr#desi tumblr#desi tag#desi#desi shit posting
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"In serpent's coils, Dionysus guards his maenads, their devotion a dance of shadows under his protective gaze, where the darkness conceals the fiercest love."
#dionysian#dionysus#dionysus devotte#dionisiaco#pagan witch#paganism#pagan#hellenic polytheism#hellenic deities#hellenic pagan#hellenism#hellenic worship
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CoBrA, una grande avanguardia europea
CoBrA, una grande avanguardia europea
Olie på lærred. 129 x 195,5 cm ��After us, freedom». Dopo di noi, la libertà. Questo è lo slogan che accompagna CoBrA, una grande avanguardia europea (1948- 1951), mostra promossa dalla Fondazione Roma a Palazzo Cipolla, fino al 3 aprile 2016. Il gruppo Cobra nasce per iniziativa di artisti come Jorn, Appel, Constant, Corneille, Alechinsky e gli scrittori Dotremont e Noiret con l’intenzione di…
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#Achille Bonito Oliva#arte#Asger Jorn#Bruxelles#CoBrA#Copenaghen#dionisiaco#Internazionale#Karel Appel#Karl Otto Götz#Lettrista#movimento#stato#Ugo Nespolo
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Nel primo periodo della sua vita, Nietzsche lesse Schopenhauer e incontrò Wegner, con cui strinse una profonda amicizia. In questa fase parlò della tragedia greca e dell'esistenza di due principi: Apollineo e Dionisiaco
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foto di Wendy Van Zyl
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“Creo que en la actividad del artista o el chamán como una canal de escape. Las personas proyectan sus fantasías al respecto y que se conviertan en reales“.
(Jim Morrison, 1969)
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Posologia: ricalcarlo cinquanta volte al dì per un anno e alla fine verrà ad occhi chiusi.
David (Michelangelo)/1
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Se ti tocca la sorte di affacciarti molto giovane (e tuo malgrado) sull’abisso nascosto in qualcuno che ami, puoi imparare con il tempo a prevedere l’arrivo dell’oscurità, a sentirne la pressione sulle tempie, senza lasciare che ti paralizzi.
La fragilità di chi amiamo oggi è uno specchio che fa emergere anche le nostre debolezze, e in quel riflesso è custodito il segreto che, con un po’ di fortuna, un giorno potrà insegnarci ad amare meglio chi verrà domani, noi stessi compresi.
L’amore maturo va incontro alle tenebre, non cambia strada se la via si dissesta, non storna lo sguardo se la cornice si sfalda, non si allontana quando il sentimento diventa sghembo. Chi ama compiutamente sorride all’apollineo, ma ancor di più al dionisiaco; chi ama bene accoglie la fatica e delle stanze buie altrui (e proprie) si fa inestinguibile luce.
#ninoelesirene#pensieri#frasi#persone#riflessioni#sentimenti#letteraturabreve#emozioni#amore#luce#amore maturo
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mito->poesia->tragedia->metodo scientifico: uno sviluppo straordinario
Il genere tragico in Grecia: riproposizione ed evoluzione del mito arcaico.
La forma della tragedia classica greca è il punto di arrivo di un processo sviluppato a partire da un primitivo nucleo del coro, progressivamente ridimensionato a favore di uno spazio sempre maggiore riservato al dialogo dei personaggi. La tragedia ripropone e riplasma del materiale mitico ereditato dal mondo arcaico. Il suo appellativo si collega etimologicamente alla parola tragos con riferimento al capro, riferimento che è stato interpretato in vari modi quali: a) il sacrificio rituale celebrato alla fine della rappresentazione; b) la maschera indossata dal coreuta, c) il premio dato al vincitore. In ogni caso, si tratta di un riferimento a qualcosa di animalesco, ferino, primitivo, selvaggio (si veda ciò come traccia dell’animalesco selvaggio dionisiaco rispetto all’olimpico armonioso compositore delle passioni rappresentato da Apollo).
La struttura era articolata in un prologo sugli antefatti dell’azione, un parodo, canto di ingresso del coro, gli episodi costituiti da dialoghi con gli stasimi, i canti di stacco tra gli episodi, e l’esodo, canto di uscita. Il coro (12 coreuti ai tempi di Eschilo con uno di loro, il corifeo, dialogante a nome degli altri con gli attori) cantava in armonia con la musica e la danza ( infatti il verbo koreuein significa danzare). Gli attori, tutti di sesso maschile, indossavano maschere, coturni, ovvero alti calzari per essere più visibili agli spettatori e la scena era dotata di macchine teatrali. In genere le rappresentazioni avvenivano in occasioni di feste in onore di Dioniso, dio rurale patrono della fertilità. Erano dei veri e propri festival in cui gareggiavano i poeti tragici con la loro tetralogia (3 tragedie ed un dramma satiresco). C’era una commissione selezionatrice fatta da un arconte ed altri due membri che sceglieva i tre concorrenti per la gara finale, ogni tetralogia veniva rappresentata in una giornata intera e quindi il concorso durava 3 giorni. La giuria per assegnare la vittoria della corona di edera era formata da 1 rappresentante per tribù estratto a sorte da una lista fornita da ognuna delle 10 tribù, che dava una classifica dei concorrenti su una tavoletta, delle 10 poi ne venivano estratte 5 a sorte per avere il vincitore. I contenuti delle opere attingevano ad un patrimonio di racconti mitici tradizionali e la rappresentazione drammatica era fondata sul contrasto, la lacerazione tragica tra protagonista umano e divino e degli uomini tra loro. Tutto il popolo partecipava, lo stato finanziava i poveri con due oboli per indennizzo delle ore di lavoro perdute ed i costi degli spettacolo (scenografia, costumi, attori, coreuti, musicisti) che erano in parte sostenuti anche dalle famiglie ricche, c’era anche un servizio d’ordine dotato di robusti manganelli contro eventuali disturbatori. La partecipazione popolare al "RITO COLLETTIVO" funzionava da presa di coscienza, grazie a questa esteriorizzazione del dramma tragico reso nello spettacolo teatrale, che determinava una presa di distanza, una assunzione di responsabilità collettiva di fronte alle tensioni tremende dell’esistenza umana secondo una visione che affondava le sue radici nei sanguinosi rituali del mondo pre-greco. In questo consiste la CATARSI di cui parla Aristotele: LA RAPPRESENTAZIONE HA UN EFFETTO LIBERATORIO DALLE PASSIONI (i patemata = patemi di animo).
La tragedia si differenzia dal mito per un tratto sostanziale: se nel mito lo scontro è nel mondo divino, qui il piano si sposta sulla violenza tra dei e uomini e degli uomini tra di loro. Questo è testimoniato dal lessico tragico. Sono fondamentali alcune parole chiave ricorrenti nei dialoghi, che mostrano la inconciliabilità nella tragedia di polarità opposte di comportamento: parole da un lato come collera (che però è anche invidia!) (ϕθόνος),e accecamento divino (΄Άτη) , tracotanza (ύβρις), e violenza brutale (βία) , dall’altro legge (νόμος), diritto (δίκη), autorità legale (κράτος), timore (ϕóβος), e pietà (ʹΈλεος), parole che segnano nella loro opposizione il contrasto inconciliabile che caratterizza la tragedia. Viene bollata la tracotanza, si esibiscono i valori morali e le norme etico-sociali cui conformare i comportamenti dei cittadini della polis ed il ricorso al mito serve a rinsaldare il tessuto connettivo della convivenza. Nella trilogia più famosa, l’Orestea, formata da Agamennone, Coefore, Eumenidi, la tragedia si risolve con Oreste portato nella sede suprema della istituzione della polis, l’Areopago, dove Oreste è alla fine assolto e le furiose persecutrici Erinni si trasformano nelle benigne Eumenidi. Si impone la Giustizia, la DIKE, che si esplica nel NOMOS, nella Legge della città, a fronteggiare la violenza, ma ciò non sarà sufficiente se nell’Antigone la legge del cuore e degli affetti si scontrerà con la legge ufficiale della città stessa, che tuttavia prevarrà alla fine. Ma a questo punto, gli Dei c’entrano poco, il conflitto è tra gli uomini, gli Dei sono solo spettatori. I drammi umani riportano le scorie dei drammi divini. Più i conflitti "si umanizzano", più si perde la carica istintiva, travolgente dell’eros e della violenza primitiva e questo porta alla famosa tesi di Nietzsche che ne La nascita della tragedia (1871) vede nelle prime tragedie un equilibrio tra le parti del coro che rappresentano la potenza dionisiaca degli istinti e le parti del dialogo degli attori che moderano con la razionalità apollinea lo scatenamento degli istinti, fino ad arrivare ad Euripide che descrivendo con realismo delle vicende umane fa prevalere il distacco dello spirito superiore ed equilibrato apollineo in contemporanea all’avvento del razionalismo di Socrate in filosofia e la definitiva eclissi del dionisiaco, evento che il filosofo tedesco denuncia come la più grande perdita per tutta la cultura occidentale.
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Più i miti perdono valore di Verità, staccati dal culto dionisiaco, più i paragoni e le similitudini linguistiche, da "strati intermedi" tra il mondo degli dei e quello umano subiranno una trasformazione che costituirà i primi gradini delle deduzioni analogiche di cui il metodo empirico si servirà più tardi.
-Franco Sarcinelli (WeSchool)
-Bruno Snell (le origini del pensiero europeo)
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Eu sei que algum dia você terá uma bela vida. Sei que será uma estrela, no céu de outro alguém. Mas por quê? Por quê? Por quê? Não pode ser no meu céu?
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Gonna have gay shit in the retelling too cuz some Indian soldier shot Dio's lover Hymenaeos HSJSKSJSJS
He got better tho so no worries XD
OMG IMAGINE DIO CRYING TO HYMEN (yea that's what Im nicknaming the twink) AND VARUN SEES THAT AND FOR A QUICK MOMENT IT REMINDS HIM OF IF MITRA GOT WOUNDED LIKE THAT WHAT WOULD HE DO AND-
*dies of hyperventilation*
OMGGG YEAH AND MAYBE THEN HE CAN GO FUND MITRA IDK
Imagine tjem not talking because they chose different sides and then Varuna running to finf Mitra, who definitely fine no garms to him ofc 💀 but the angst 😩🤌🤌😭😭
That nickname is... 💀 I mean T_T
#ancient greek mythology#dionysus#dionisiaco#hymeneaos#varuna#mitra#mitra varuna#hindu mythology#hindu gods#hindublr#desiblr#desi tumblr#desi tag#desi#desi shit posting
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Durante el encuentro descubro a cada instante en el otro un otro yo: ¿Quieres eso? ¡Vaya, yo también! ¿No te gusta esto? ¡A mí tampoco! Cuando Bouvard y Pécuchet se encuentran no dejan de hacer el recuento, con admiración, de sus gustos comunes: es, uno conjetura, una verdadera escena de amor. El Encuentro hace pasar sobre el sujeto amoroso (ya raptado) la estupefacción de un azar sobrenatural: el amor pertenece al orden (dionisiaco) del Golpe de dados.
Discurso amoroso. Roland Barthes, 1977.
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Il primo Nietzsche: La Nascita della Tragedia
(dove si mostra un Nietzsche ancora mondano e si spiega l'apollineo e il dionisiaco)
Quando il giovane Nietzsche pubblica la sua prima opera, La nascita della Tragedia, non è ancora il Nietzsche solitario e ombroso che si e rinchiuso nella caverna a rimuginare sulle sue dirompenti dottrine (la ridiscesa fra gli uomini dell'illuminato filosofo viene descritta molto allegoricamente nello Zarathustra), ma è il giovane e promettente professore che è stato onorato dell'amicizia del grande vip Richard Wagner e di sua moglie Cosima, nata a Como come Francesca Gaetana Cosima Listz dalla relazione adulterina del compositore Franz Listz con la contessa e scrittrice francese Marie d'Agoul. Il taccuino di Nietzsche annota una lunga serie di impegni mondani, contesse e donne di lettere se lo contendono a suon di inviti nei salotti buoni dell'alta società.
Ma Nietzsche già allora è portatore di idee dirompenti (almeno relativamente al ristretto mondo accademico e dei salottini intellettuali), tanto che l'amico Wagner (allora ancora amico) si sente in dovere di metterlo in guardia: "Ella ha colpito nel giusto! [...] Ma mi preoccupo per lei, e mi auguro con tutto il cuore che Ella non abbia a rompersi il collo."
Ne La nascita della Tragedia Nietzsche mette in bella copia un'idea che aveva precedentemente introdotto in una serie di corsi universitari, l'idea che la tragedia attica e la cultura greca siano percorse dal dualismo di due spiriti, l'apollineo e il dionisiaco. Il dionisiaco non è ancora qui l'unico predominante ma è l'elemento che fa da contrapposizione necessaria all'altrettanto necessario spirito apollineo.
Apollineo è lo spirito della razionalità, del limite, della giustizia, che ordina l'impulso caotico inscrivendolo nella bella forma; Dionisiaco è invece lo spirito primordiale della natura, impetuoso e crudele, non mediato e quindi genuino, non contraffatto.
La tesi è che la tragedia attica di Eschilo (Prometeo) e Sofocle (Edipo) esprime il momento magico in cui l'uomo greco guarda dentro tutto il dionisiaco dramma della vita e lo accetta virilmente senza pessimismo, anzi elevandolo a forma artistica eccellente attraverso la pulsione ordinatrice dell'apollineo: "Questo impulso titanico a divenire per così dire l'Atlante di tutti i singoli e a portarli sul largo dorso sempre più in alto, sempre più lontano, è l'elemento comune fra il prometeico e il dionisiaco. Il Prometeo di Eschilo è sotto questo aspetto una maschera dionisiaca, mentre nella profonda tendenza alla giustizia già accennata Eschilo rivela a chi comprende la sua ascendenza paterna da Apollo, dio dell'individuazione e dei limiti della giustizia. E così la duplice essenza del Prometeo eschileo, la sua natura insieme dionisiaca e apollinea, potrebbe essere espressa in forma astratta così: "Tutto ciò che esiste è giusto e ingiusto, e in entrambi i casi ugualmente giustificato"." (La Nascita della Tragedia, 9)
Ma ahimè, questa sublime forma d'arte, vera e propria parentesi celeste, viene meno con il prevalere del socratismo, con il quale si fa largo l'idea che il tumulto della vita possa essere risolto facendo ricorso alla sola apollinea ragione, capace di spiegarne e governarne moralmente ogni suo aspetto. Qui si avverte dunque un decadimento, sostiene Nietzsche, una negazione della vita nei suoi aspetti più genuini (negazione del dionisiaco) che si esprime dapprima nella tragedia di Euripide, scassinatore della bella tragedia attica, e poi, come è risaputo, nella religione cristiana.
E questa, in buona sostanza, è la base di tutto il pensiero di Nietzsche.
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Segnalo "Le grandi opere" di Nietzsche della casa editrice Mammut, dov'è possibile trovare diverse opere di questo autore. Tra queste:
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-"La nascita della tragedia" pubblicata nel 1871. Il mondo appare, inizialmente, dominato dal Caos fino all'arrivo degli dei dell' Olimpo. Centrali sono due divinità: Apollo e Dioniso che rappresentano l'uno la scienza e l'altro lo spirito irrazionale. Nietzsche chiamerà questi due principi, in armonia tra loro, Apollineo e Dionisiaco. Con l'avvento di Socrate (considerato un moralista che condanna gli impulsi) ed Euripide (che traspone la filosofia di Socrate tramite la sua arte) si negò la realtà Dionisiaca e si esaltò l'altra e, dopo numerosi periodi di alternanza, tale armonia venne meno. Ma la vera decadenza dell'umanità sopraggiunse con l'avvento del cristianesimo che non fa altro che mortificare la vita. Nonostante la sua avversione al cristianesimo, Nietzsche elogia la figura di Gesù, ossia un libero pensatore che critica i dogmi
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-"La filosofia dell'età tragica dei Greci" del 1873. Qui, Nietzsche elogia i presocratici per la validità del loro pensiero e della loro personalità e accusa Aristotele di aver tradotto il loro linguaggio nell'ottica del pensiero apollineo
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-Nello stesso anno viene pubblicato "Verità e manzogna in senso extramorale" in cui distingue l'intelletto calcolante (tipico dell'uomo razionale) e l'intelletto artistico (proprio della filosofia presicratica) al fine di mettere in discussione non solo la scienza, ma anche la capacità umana di avere una missione che trascende la vita umana
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