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#Demetrio Castellucci
sguardimora · 5 months
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𝗜 𝗖𝗢𝗥𝗣𝗜 𝗘 𝗟𝗘 𝗩𝗢𝗖𝗜 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗗𝗔𝗡𝗭𝗔 - 𝘴𝘦𝘤𝘰𝘯𝘥𝘢 𝘦𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦
Corso di alta formazione per autori e autrici della scrittura corporea e delle performing arts
Lo studio della creazione coreografica autoriale si realizzerà soprattutto in percorsi curati e seguiti da maestri della scena performativa e coreutica contemporanea quali 𝗔𝗹𝗲𝘀𝘀𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗦𝗰𝗶𝗮𝗿𝗿𝗼𝗻𝗶, 𝗗𝗲𝘄𝗲𝘆 𝗗𝗲𝗹𝗹 / 𝗧𝗲𝗼𝗱𝗼𝗿𝗮 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹𝗹𝘂𝗰𝗰𝗶, 𝗔𝗴𝗮𝘁𝗮 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹𝗹𝘂𝗰𝗰𝗶, 𝗩𝗶𝘁𝗼 𝗠𝗮𝘁𝗲𝗿𝗮, 𝗗𝗲𝗺𝗲𝘁𝗿𝗶𝗼 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹𝗹𝘂𝗰𝗰𝗶, 𝗖𝗼𝗹𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗢 𝗖𝗶𝗻𝗲𝘁𝗶𝗰𝗢 / 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗮 𝗣𝗲𝗻𝗻𝗶𝗻𝗶, 𝗗𝗮𝗻𝗶𝗲𝗹𝗲 𝗡𝗶𝗻𝗮𝗿𝗲𝗹𝗹𝗼 e altri studiosi, studiose e docenti del linguaggio contemporaneo.
Hai tempo 𝗳𝗶𝗻𝗼 𝗮𝗹 𝟮𝟱 𝗺𝗮𝗿𝘇𝗼 per inviare la tua candidatura.
Per partecipare è necessario inviare una mail all’indirizzo 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲@𝗰𝗿𝗼𝗻𝗼𝗽𝗶𝗼𝘀.𝗶𝘁 contenente il modulo d’iscrizione scaricabile al sito www.cronopiosformazione.it e tutti i documenti richiesti.
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𝗖𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗿𝗶𝘀𝗼𝗿𝘀𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗣𝗿𝗼𝗴𝗿𝗮𝗺𝗺𝗮 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗙𝗼𝗻𝗱𝗼 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗲𝘂𝗿𝗼𝗽𝗲𝗼 𝗣𝗹𝘂𝘀 𝟮𝟬𝟮𝟭-𝟮𝟬𝟮𝟳 (𝘖𝘱𝘦𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘙𝘪𝘧. 𝘗𝘈 2023-20195/𝘙𝘌𝘙, 𝘢𝘱𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘥𝘦𝘭𝘪𝘣𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘪 𝘎𝘪𝘶𝘯𝘵𝘢 𝘙𝘦𝘨𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘯. 2096 𝘥𝘦𝘭 04/12/2023 𝘦 𝘤𝘰𝘧𝘪𝘯𝘢𝘯𝘻𝘪𝘢𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘳𝘪𝘴𝘰𝘳𝘴𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘍𝘚𝘌+ 2021-2027 𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘙𝘦𝘨𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘌𝘮𝘪𝘭𝘪𝘢-𝘙𝘰𝘮𝘢𝘨𝘯𝘢)
Soggetti attuatori:
Cronopios Eventi, L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino, Cantieri Danza, Corpoceleste/Alessandro Sciarroni, CodedUomo Choreography and Research/ Daniele Ninarello, CollettivO CineticO/ Francesca Pennini, Dewey Dell/Teodora Castellucci, Agata Castellucci, Vito Matera, Demetrio Castellucci
Partner promotori:
ATER Fondazione, ERT - Emilia Romagna Teatro Fondazione, Santarcangelo Festival dei Teatri, Associazione Culturale Festival Danza Urbana Bologna, Ravenna Teatro Soc. Coop, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, La Corte Ospitale - Teatro Herberia, Associazione Culturale masque teatro APS, Gender Bender International Festival / Cassero Lgbtqia+ Center, Attitudes spazio alle arti APS, ALCHEMICO TRE APS, Teatri di Vita
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lamilanomagazine · 2 years
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Modena, in arrivo al teatro Storchi “Sogno di una notte di mezza estate”
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Modena, in arrivo al teatro Storchi “Sogno di una notte di mezza estate”.   Per festeggiare insieme il Capodanno, ERT (Emilia - Romagna Teatro) propone alla città Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, in scena dal 29 dicembre 2022 all’1 gennaio 2023 al Teatro Storchi di Modena. Sabato 31 dicembre lo spettacolo inizia alle 21.30 per salutare insieme il nuovo anno e brindare con la compagnia. Restano invariati gli orari delle altre repliche: giovedì 29 e venerdì 30 dicembre 20.30, domenica 1 gennaio 16.00. Il direttore di ERT Valter Malosti affida il passaggio al nuovo anno agli attori diplomati al corso Attore internazionale (approvato da Regione Emilia-Romagna e co-finanziato dal Fondo Sociale Europeo) della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro di ERT, che si confrontano in questa produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale con la loro prima scrittura da professionisti. L’attore e regista Simone Toni (classe 1980), formatosi con Luca Ronconi al Piccolo Teatro di Milano, fondatore e direttore artistico della compagnia Gli Incauti e Premio Ivo Chiesa Il futuro del teatro 2020, ne cura la regia scegliendo di lavorare su Sogno di una notte di mezza estate, un testo che ritiene particolarmente adatto a una giovane compagnia, nella traduzione e nell’adattamento di Valter Malosti. Una preziosa occasione per gli attori di concludere l’iter formativo e di potersi confrontare con il pubblico. “Non è un caso che molto spesso si ricorra alla scelta di questa commedia quando si lavora con i giovani attori – commenta Simone Toni – infatti, non solo offre innumerevoli possibilità interpretative, ma possiede anche uno specifico nucleo energetico che la rende particolarmente idonea allo sviluppo delle capacità espressive di una giovane compagnia. Le commedie di Shakespeare, e questa in particolare, hanno una sostanziale differenza di intenti rispetto ai drammi, proprio nei confronti della comunità a cui si rivolgono. Se la tragedia è il regno dell’individuo che soccombe al destino e la sua inevitabile morte è necessaria alla vita per rifiorire, la commedia è il regno della collettività e della possibilità che questa ha di rimediare agli errori, di escogitare nuove strategie per migliorare e continuare a vivere. Se la tragedia è il regno della morte, la commedia è il regno della vita che genera vita. Questa forza vitale è il motore necessario per interpretare le commedie di Shakespeare e i ragazzi dovranno attingere a piene mani dal regno della libertà e della fantasia, per trovare il modo di dare vita agli incredibili personaggi del Sogno”. Simone Toni (1980), è attore e regista teatrale. Si avvicina alla scena nel 1996 collaborando all’allestimento di opere liriche con il Conservatorio Bruno Maderna di Cesena, a cui è iscritto come studente di chitarra classica. Diplomatosi al Piccolo Teatro di Milano nel 2001, inizia a collaborare con Luca Ronconi come attore e aiuto-regista e ha l’occasione di lavorare con attori e registi tra cui Giulia Lazzarini, Gigi Proietti, Massimo De Francovich, Massimo Popolizio, Fabrizio Gifuni, Galatea Ranzi, Massimo Venturiello, Gianfranco De Bosio, Arpad Shilling. Nel 2008 fonda e dirige l’Associazione Teatrale Gli Incauti, di cui è direttore artistico, e da allora alterna regia e recitazione. Lavora inoltre con Romeo Castellucci, Gabriele Lavia, Marco Sciaccaluga. È regista-ospite presso il TNG-Teatro Nazionale di Genova dal 2017. Nel 2018 riceve il Premio per la creatività artistica dal Comune di Cesena e nel 2020 il Premio alla carriera Ivo Chiesa dal Teatro Nazionale di Genova, nella sezione Futuro del Teatro. Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, traduzione e adattamento Valter Malosti, regia Simone Toni, musiche originali Bruno De Franceschi. Con Sem Bonventre, Letizia Bosi, Letizia Pia Cartolaro, Flavia Comi, Giovanni Di Capua, Chiara Emma, Lorenzo Fochesato, Davide Giabbani, Federico Girelli, Carlotta Grimaldi, Jacopo Demetrio Massara, Flavio Pieralice, Giorgio Ronco, Martina Sini, Giulia Sucapane, Mattia Zavarise. Una produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale. Informazioni e prenotazioni Teatro Storchi: Prezzi dei biglietti € 25 / 10. Replica del 31/12: € 30 / 15. Biglietteria Teatro Storchi – Largo Garibaldi 15, Modena. Orari apertura al pubblico: martedì e sabato dalle 10.00 alle 14.00 e dalle 16.30 alle 19.00; mercoledì e giovedì dalle 10.00 alle 14.00. Info: [email protected], www.vivaticket.it Biglietteria telefonica, tel. 059 2136021. Dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 14.00.      ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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persinsala · 5 years
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Harleking, Chroma Keys / Short Theatre
Harleking, Chroma Keys / Short Theatre
L’edizione 2019 del Festival Short Theatre è giunta al termine dopo giornate intense di spettacoli e proposte culturali, che hanno animato in maniera poliedrica e stimolante gli ambienti della Pelanda del MACRO Testaccio di Roma.
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partymedia · 5 years
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Šnipiškės | Old Town by Sonic Vilnius
•••The audio montage of Šnipiškės and Old Town sounds (Vilnius, Lithuania)••• Recording locations: *Shopping Center "Europa" *Europa Square *White Bridge *Church of St. Philip and St. Jacob *Cathedral Square *Bernardinai Garden Recording dates: 15th and 29th of June, 2019. ✴ The audio montage created by Yiorgis Sakellariou Sounds recorded by Yiorgis Sakellariou, Demetrio Castellucci, Mavros Skylos, Akvilė Žilionytė, Masatoshi Nishimura, Inga Korlienė, Rūta Kandzerė, Marielle Vitureau. ✴
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londontheatre · 7 years
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Such was the attempted eeriness of the piped in background noise (I couldn’t exactly call it music) as the audience filed in for Trinity that someone couldn’t help but look around to see if anything was going on, curious but not in the least bit frightened. After just a minute or two of this incessant whirring and loud buzzing, I began to get the feeling that this was going to be rather more pretentious than strictly necessary. Put it this way: I wish I had brought along the sort of ear muffs used on construction sites.
It was a good choice of venue for a performance of this nature. Now known as ‘Asylum’, the Caroline Garden’s Chapel, as it was originally called, was home to the Licensed Victuallers’ Benevolent Institution, ‘licensed victualler’ being the formal name for pub landlords. The name ‘asylum’ is to be taken to mean ‘sanctuary’ or ‘refuge’ rather than a place of residence for psychiatric patients. Bombed at some point, as so many places were, during World War Two, it is on the Historic England (formerly English Heritage) list of buildings at risk.
I mention all this for two reasons – firstly, many of the locals in the audience who live within walking distance were aware of the imposing venue but didn’t know it is now used for performances and exhibitions (and weddings). Secondly, fragile and in need of refurbishment, the venue is somewhat like some of the characters depicted in this production. One in particular, dressed all in black and shuffling slowly with the aid of a long, thick tree branch that served as a walking stick, unassisted, seems to suggest that not enough is being done to help the aged.
In fact, this short performance seems to suggest a lot of things. Such is its vagueness – its deliberate lack of clarity – that there are probably as many conclusions to be teased out of this bizarre production as there are members of the audience. The almost total absence of dialogue – the only detectable words were from a religious song, probably the Magnificat – spoke volumes, as it were: the voices of women have not been heard over the centuries.
Rather than assert any given reasons why, or offer any possible solutions, the performance merely portrays various women in miscellaneous states of distress, oppression or struggle. But the lack of character development is most disappointing. They come, they go, they reincarnate quickly into someone else. Who were they? It’s difficult to have any empathy with people one knows nothing, or next to nothing, about.
The production plodded along like a London bus stuck in traffic. Points of inactivity, albeit for dramatic effect, were too long. A veil is used, then another, then yet another (this was not, I hasten to add, a variation on the Dance of the Seven Veils), as if the audience didn’t get the point the first time. Women have, historically, been largely ignored and not been given anywhere near an appropriate level of respect and visibility. But after a while, the repetitive nature of the show means it loses all the poignancy it had to begin with, eventually becoming a self-indulgent ‘woe is me’ festival of gloom.
Whenever there was significant movement, it was least choreographed well. As to what it was definitively all about, based purely on what I had seen, I couldn’t possibly say, and not for fear of revealing spoilers. An interesting but impenetrable production.
Review by Chris Omaweng
TRINITY questions the ethics and politics involved in the representation, mutation and transformation of the female form in our collective visual consciousness. Creating a highly visceral visual landscape with an immersive sound experience that explores otherness, this production features sound by Demetrio Castellucci and light by Darren Johnston.
TRINITY is an offsite event at Asylum, Caroline Garden’s Chapel, London SE15 2SQ.
http://ift.tt/2sLY84b LondonTheatre1.com
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cultural-engineer · 7 years
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TRINITY by Brave New Worlds Trailer from Brave New Worlds on Vimeo.
Performance dates: 9th of June ACT Festival Bilbao 19th to 22nd, 26th and 27th ASYLUM London 7th July World Stage Design Festival Taipei
TRINITY explores the aesthetics of gender and the idea of sacredness in our visual culture, from the Venus of Willendorf to the Virgin Mary via renaissance art and pop culture. A visceral feast for the senses that questions gender and otherness with an original score by Demetrio Castellucci and light by Darren Johnston.
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sguardimora · 6 years
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Conversazione intorno a “Harleking”
In attesa di vederli giovedì 6/12 sul palco dello Snaporaz a Cattolica con Harleking in occasione della nuova rassegna di danza contemporanea “E’ bal” pubblichiamo la conversazione con Enrico Ticconi, Ginevra Panzetti e Demetrio Castellucci avvenuta a maggio dopo la prova aperta della residenza creativa per “Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi” al Teatro Petrella di Longiano.
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Come nasce e da quale immaginario attinge questo nuovo progetto, Harleking? Ginevra/Enrico: Stavamo lavorando intorno al tema della comunicazione. Le fonti iconografiche che ci hanno ispirato sono state in particolare le grottesche, delle decorazioni murarie antiche che nascondono figure mostruose inscritte all’interno di precise volute. La grottesca, che poi è all’origine del significato di grottesco, è per noi un elemento visivo, decorativo, dal quale partire. Ci affascinava come riferimento il contrasto tra l’eleganza architettonica e la mostruosità che cela. Quindi a seconda di dove focalizzi lo sguardo sei affascinato dalla bellezza dall’ornamento o spaventato da figure terrificanti. La costruzione del movimento è generata dalla metamorfosi continua di forme gestuali ognuna delle quali nasce per contraddire tutto quello che c’è stato in precedenza. Non c’è narrazione ma c’è un accenno a movimenti mimici, narrativi, che vengono però costantemente contraddetti. Tutto si genera nell’astrazione. Abbiamo lavorato per trovare un’onda che fosse scandita da una quasi impercettibile ma presente e continua trasformazione.
E Arlecchino? Ginevra/Enrico: Siamo stati attratti dalla Commedia dell’arte per l’iper-espressività delle sue maschere che fanno uscire in maniera gretta, eccessiva, espressioni e caratteri. Da qui abbiamo preso Arlecchino come maschera di riferimento sia per il suo carattere grottesco che per il contrasto sempre presente all’interno di questa figura nella netta contrapposizione tra il potere che continuamente sfida e la sua condizione di costante servitù.
Immaginario sonoro e scrittura coreografica: come nasce lo scambio? Demetrio Castellucci: Abbiamo lavorato prima a distanza e ora, qui a Longiano, stiamo stringendo le fila. Ci sono vari quadri di suono e pochi elementi da cui parto. Il punto centrale è la maschera, la figura umana quindi mi sono concentrato sulla voce.  Siamo partiti da una risata che viene resa ambigua, a tratti indistinguibile tra un pianto e un riso. Abbiamo usato la gola, la trachea e poi abbiamo usato vari filtri.
C’è un particolare momento quasi ipnotico in cui le figure si creano sulla ripetizione ossessiva di gesti alla quale è connessa una precisa mimica facciale che sembra commentare il gesto corporeo… Ginevra/Enrico: Il gesto vuole essere decorativo, una struttura ornamentale all’interno della quale far accadere qualcosa di riconoscibile e di meno astratto come succede nella grottesca. L’espressività del viso subisce lo stesso processo metamorfico che ha il movimento. Tutto è basato sul mutamento e sulla fluidità. Il viso quindi vive della stessa trasformazione che c’è nelle forme dei gesti: a volte le contraddice, altre le sottolinea o ne fa da contrappunto. È una partitura sulla quale stiamo ancora lavorando per precisare quel carattere ipnotico, caleidoscopico.
A che punto si inserisce la residenza al Petrella? Ginevra/Enrico: Il debutto sarà a Berlino il 20 e 21 luglio. Questa è la quarta residenza e ce ne mancano altre tre. Qui ci siamo concentrati con Demetrio Castellucci sulla dimensione sonora.
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sguardimora · 6 years
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14/05/2018 - 25/05/2018 #Harleking
Inizia oggi la residenza creativa per la ricerca e la produzione del nuovo spettacolo di Panzetti & Ticconi
Harleking di e con Ginevra Panzetti, Enrico Ticconi sound design Demetrio Castellucci luci Annegret Schalke costumi Ginevra Panzetti, Enrico Ticconi graphic design Ginevra Panzetti con il sostegno di VAN;  Tanzfabrik, Berlin; PACT Zollverein, Essen; NAOcrea, Ariella Vidach – AiEP, Milano; L’arboreto – Teatro Dimora, Mondaino; Teatro Petrella, Longiano; Komm Tanz, compagnia Abbondanza/Bertoni, Rovereto; AtelierSì, Bologna. Progetto di residenza condiviso da PACT Zollverein, Essen; DiDStudio, Milano; L’arboreto – Teatro Dimora, Mondaino; Teatro Petrella, Longiano; Komm Tanz, Compagnia Abbondanza/Bertoni, Rovereto; C.L.A.P.S. Spettacolo dal vivo, Brescia; Verastasi, Tuscania
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HARLEKING è un demone dall’identità ambigua e multipla. Ricorda l’Arlecchino della Commedia dell’arte,  un servo furbo  mosso  dalle inclinazioni più animali e un’inappagabile fame.  Il  linguaggio di  HARLEKING ha una  specifica  qualità ipnotica in cui i contenuti, spesso estremi ed opposti, si fondono in un sistema metamorfico fluido in cui tutto può accadere, ma che tutto confonde. Affiora il ricordo di un’antica decorazione muraria, la Grottesca, in cui figure mostruose emergono e si confondono tra eleganti volute ornamentali. Figure grottesche, capaci di muovere il riso pur senza rallegrare.
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sguardimora · 6 years
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Waiting for #Harleking
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In attesa di seguire il percorso creativo di Harleking ho proposto due domande a Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi.
1. Con quale “bagaglio” arrivate per iniziare questo nuovo percorso di residenza? A quale punto del nuovo progetto artistico si inserisce Longiano?
2. Che cosa vi portate a casa da questa periodo di lavoro (sensazioni, immagini, pensieri)? 
Gli ho chiesto di rispondere in due tempi, alla prima all’inizio della residenza e alla seconda una volta uscito dal percorso creativo. Lo schema sarà ripetuto per tutti gli artisti che abiteranno il teatro.
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La residenza artistica che stiamo per iniziare a Longiano si inserisce esattamente nel mezzo del processo creativo e di realizzazione del nostro nuovo lavoro coreografico HARLEKING che tra i vari periodi di lavoro avrà una durata complessiva di tre mesi.
Precedentemente abbiamo avuto il piacere di lavorare a Milano grazie al progetto di residenze artistiche NAOcrea di Ariella Vidach, a Rovereto attraverso KOMM TANZ della Compagnia Abbondanza Bertoni e al PACT Zollverein di Essen
In questa prima fase di lavoro abbiamo cercato di creare una condizione di ricerca in cui il materiale potesse affiorare quanto più spontaneamente, senza l’aspettativa di trovare delle connessioni immediate tra le forme lasciate emergere e i contenuti che ci eravamo posti di portare in luce. In questa fase ci siamo lasciati sedurre da libere associazioni che sono spesso alla base di forme evocative, per poi ritrovare in esse i temi e i quesiti su cui avevamo intenzione di lavorare.
Durante questo processo abbiamo individuato nella metamorfosi e nel movimento ipnotico, gli elementi che guidano lo sviluppo drammaturgico così come l’elaborazione coreografica e la direzione concettuale del lavoro. Questi elementi si incorporano nella figura di Arlecchino e nello specifico stile decorativo delle Grottesche, riferimenti iconografici ai quali ci siamo ispirati partendo da una riflessione sull’attuale uso della comunicazione di massa.
Durante i prossimi dieci giorni di residenza al Teatro Petrella, cercheremo di approfondire la specificità di ogni fase, lavoreremo soprattutto su l’aspetto sonoro curato e creato da Demetrio Castellucci. Sarà anche la prima residenza in cui l’apparato visivo prenderà più spazio, lavorando con le luci, anche se ancora in forma embrionale e i costumi. Concluderemo infine questo periodo di lavoro con una prova aperta al pubblico, ottimo momento, che si inserisce precisamente a metà del percorso, per esporre il lavoro ad osservatori esterni. Dieci giorni fondamentali  e ricchi di collaborazioni!
Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi
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