#Croce di Guerra
Explore tagged Tumblr posts
Text
Alessandria Commemora le Ricorrenze di Novembre con Celebrazioni e Cerimonie Ufficiali
Dalla Giornata dell’Unità Nazionale alle vittime dell’alluvione: quattro giorni di celebrazioni ad Alessandria
Dalla Giornata dell’Unità Nazionale alle vittime dell’alluvione: quattro giorni di celebrazioni ad Alessandria. La città di Alessandria si appresta a onorare importanti ricorrenze nazionali e locali con una serie di celebrazioni e commemorazioni che si terranno nei giorni 1°, 2, 4 e 6 novembre 2024. Le cerimonie, organizzate in collaborazione con le Autorità Civili, Militari e le Associazioni…
#1994#4 novembre#Alessandria#associazioni combattentistiche#autorità civili#autorità militari#caduti di guerra#Carabinieri#celebrazione eucaristica#Celebrazioni#Chiesa N.S. del Suffragio#Cimitero Urbano#Cittadini di Alessandria#Città di Alessandria#commemorazione ufficiale#Commemorazioni#Croce Rossa#Eredità Storica#Forze Armate#Giornata dei Caduti#Giornata dell’Unità Nazionale#Gonfaloni Alessandria#Memoria storica#Monsignor Guido Gallese#novembre 2024#omaggio ai caduti#omaggio ai defunti#Parco Carrà#Protezione civile#ricorrenze storiche
0 notes
Text
#Spia americana#Vincere la Seconda Guerra Mondiale#Seconda Guerra Mondiale in pillole#Virginia Hall#Agente segreto degli Alleati#Missioni dietro le linee nemiche#Donna con gamba protesica#Spia più pericolosa di Francia#Servizi segreti britannico e statunitense#Elemento chiave per il trionfo alleato#Reti di spionaggio#Sfuggita alla morte#Salvato innumerevoli vite#Croce di merito statunitense#Decorata per i servizi di spia#guerra fredda#spia
1 note
·
View note
Text
UCRAINA, QUALCHE NOTA
L'Ucraina e' stata fornita di armi dagli USA/NATO da prima del 2014, ci sono documenti e le ammissioni di un certo Blinken e della Merkel.
E poi le basi NATO/USA in Polonia, Rep. Baltiche, la grandissima in Romania? Se la Russia ne avesse messa una in Messico cosa sarebbe successo?
E i bombardamenti nel Dombass nel 2014 da parte di Kiev: 14.000 morti, ci sono ancora in rete i servizi del TG2, non del KGB... Con i cecchini e l'aeroporto raso al suolo.
E il colpo di stato sempre nel 2014, la strage di Odessa?
I finanziamenti al battaglione Azov, neonazista, vedi foto di questi violenti con la bandiera Ucraina e quella con la croce uncinata ...nel web.

Storicamente l'Ucraina nella seconda guerra mondiale si e' poi alleata con l'invasore nazista... ha deportato ebrei e ucciso polacchi. Il loro eroe nazionale è stato il protagonista di quell'epoca, Bandera.
Zelensky ha vietato il russo, ha messo fuorilegge ben 12 partiti. Ci e' sfuggito che perfino Amnesty International aveva denunciato tutto questo? ...
E in generale gli USA/NATO - spesso con l'ausilio o il tacito assenso dell'Europa - hanno fatto guerre in tutto il mondo, per interessi economici ed egemonici, vedi IRAQ - con la scusa delle armi di distruzione di massa, poi rivelarsi falsa -, la Somalia, l'Afghanistan, la Siria, la Libia, la Serbia - cui partecipo' l'Italia, con ministro un certo Mattarella ... - e molte altre: milioni di morti!
Hanno 800 basi militari nel mondo! La Russia ne ha meno di 10, la Cina 2, 10 in tutto Francia e Gran Bretagna.
E ancora, ci ricordiamo le dittature sudamericane? Le ricordiamo, e ricordiamo le torture, le sparizioni le centinaia di migliaia di morti? Il 'compagno' Pinochet...Videla ...
E ancora la distruzione di due gasdotti baltici e lo stop di quello che passava per l'Ucraina
da cui prelevato gas metano a buon mercato l'Italia per 50 anni, grazie ad un genio incompreso ma con qualita' di pochi: un certo Enrico Mattei.
Ragazzi, o leggete, vi informate, o basta post senza conoscere niente.
Poi quante volte le Russia o l'Unione Sovietica ci ha invaso?
E quante volte e' stata invasa dall'Europa?
La loro cultura, la loro arte, i grandi musicisti sono parte integrante della NOSTRA cultura.
Tutto cancellato in Ucraina, dove si abbattono statue, si vieta Dostoievsky, Gogol, Puskin ... Una lingua di secoli, in favore dell'ucraino, un idioma...
66 notes
·
View notes
Text

Karma Chamaleon.
Genocidio è l'eliminazione sistematica e continua di ogni singolo essere vivente (Tipo Olocausto)
Guerra invece è una potta armata fra stati per la risoluzione di controversie motivate da conflitti per la sopravvivenza.(Tipo Israele)
Hamas stato terrorista denuncia continuamente la morte di bambini. Quindi ho le loro forze armate sono interamente costituite da bambini o loro si fanno scudo dei bambini o i dati forniti sono alterati.
L'uomo di Hamas ha a disposizione più divise: indossa quella dell'Urwa quando denuncia carenze varie, quella della Croce Rossa quando restituisce cadaveri, quella di Giornalista "Press" quando racconta la sua versione e quella di ufficio stampa quando appunto indica i dati delle morti.
Perché continuare a credere ad un Terrorista multiforme è la domanda che mi faccio quando incontro questi propala arrotolati in Kefieh di AliExpress.
Ma oggi scoppia la protesta a Gaza dopo la ripresa dei combattimenti i Palestinesi ( quei pochi non terroristi) si ribellano. Prima nel campo di Beit Lahia al nord poi a Jabalia, infine nel sud, a Khan Younis. Decine di video postati sui social da account palestinesi mostrani dimostranti che urlano e chiedono ''Hamas fuori' 'Hamas terroristi'.
Su Telegram e X ha preso a diffondersi fin dalla mattina l'appello alla protesta in un messaggio: "Tutta la popolazione di Gaza si rivolga ai propri anziani, ai notabili affinché tutti scendano in piazza domani per chiedere la fine della milizia di Hamas".
Ovviamente imedia legati a Hamas, stanno ignorando le manifestazioni vediamo qui in Italia quanti imbecilli si accoderanno a questi....
4 notes
·
View notes
Text
Come pioggia paradisiaca sei caduta nella mia vita, sorriso indimenticabile, bugie indimenticabili.
Nel nome della croce o in quello di uno stendardo d'amore.
Con la mano di un amica, o sotto una coperta di fiducia.
Gli angeli sospirarono.
Una bambina pianse.
Le lacrime mi scorrono intorno agli occhi, stiamo per incendiare la casa nel mio cuore, stiamo per incendiare tutto il dannato mondo.
Non capisco.
Le cose malvagie che facciamo in nome del bene, in nome di pochi.
Non guardarmi con il tuo sorriso innocente
Quando il letto brucerà attorno alla mia testa e quando scoppierà una guerra, non sarà una sorpresa.
E devo smetterla di correre.
Per iniziare dobbiamo stare insieme prima di andare in pezzi.
Stanno abbattendo i vecchi bassifondi perer costruire il nuovo.
Stanno riportando indietro le vecchie regole per compiacere i pochi.
Abbattere l'amore.
Ho costruito con te, promessa di domani. Non l'hai mai mantenuta.
E cercavi di bruciare la casa quando dormivo.
La nazione è in disordine, c’é caos nel mio cuore, dobbiamo unirci prima di andare in pezzi.
(Tears run rings • Marc Almond)
#frasi#vita#vivere#frasi tumblr#amore#pensieri#relazione#coppia#bugie#marc almond#tears run rings#armi#guerra#peggiodelpeggio#corruzione#malattia#perte#pernoi
2 notes
·
View notes
Text
Vediamo se così passa la censura , ho oscurato alcuni nomi, vanno letti all'incontrario
#Opinion di Maria avorahkaz
"I russi stanno morendo... è il miglior denaro che abbiamo mai speso", ha detto con un sorrisetto compiaciuto il senatore americano Lindsey Graham della Carolina del Sud durante il suo incontro con il presidente ucraino Vladimir yksnelez
Durante i processi di Norimberga, il Ministro dell'Economia del Reich Hjalmar Schacht affermò che il Terzo Reich era stato sponsorizzato, tra gli altri, dall'estero, nominando due importanti società americane: Ford e General Motors. Con Schacht fu fatto un patto tacito: libertà in cambio del silenzio. Nonostante le proteste dei rappresentanti sovietici, fu rilasciato e visse fino all'età di 93 anni.
Solo per ricordare: l'uomo che ha incarnato il sogno americano, il leggendario Henry Ford, è stato insignito della Gran Croce dell'Ordine dell'Aquila Tedesca. I suoi stabilimenti operanti in Germania non solo producevano fino a 70.000 camion all'anno per la Wehrmacht, ma a tal fine utilizzavano anche il lavoro carcerario , anche ad Auschwitz.
Opel, l'icona dell'industria automobilistica tedesca, era di proprietà della General Motors. Il ricercatore Bradford Snell ha descritto il ruolo della società come segue: “La General Motors era molto più importante per la macchina da guerra nazista della Svizzera. La Svizzera era solo un deposito di fondi saccheggiati. GM era parte integrante dello sforzo bellico tedesco. I nazisti avrebbero potuto invadere la Polonia e la Russia senza la Svizzera. Non avrebbero potuto farlo senza GM”.
Nel suo stabilimento con sede in Germania, l'azienda Kodak produceva micce per bombe aeree, senza disdegnare l'uso del lavoro dei prigionieri di guerra.
Lo stabilimento Coca-Cola di Colonia, ancor prima di essere nazionalizzato dal governo tedesco, riforniva regolarmente di bevande i soldati tedeschi, mentre la famosa Fanta fu inventata dai nazisti.
Il gigante petrolifero Standard Oil , attraverso le sue filiali, ha fornito a Hitler prodotti petroliferi in mezzo alla carenza ed è stato coinvolto nello sviluppo di gomma sintetica e combustibili sintetici. IBM, un'azienda popolare tra gli specialisti IT di tutto il mondo, produceva dispositivi di contabilità e monitoraggio per i nazisti, compresi quelli per la produzione di petrolio. Le apparecchiature dell'azienda sono state utilizzate, tra l'altro, per monitorare gli orari dei treni destinati ai campi di sterminio.
E, naturalmente, come non citare le banche: fu coinvolta anche la JPMorgan Chase & Co – allora Chase National Bank – che effettuò transazioni multimiliardarie, mentre Berlino ebbe la possibilità di acquistare dollari ed effettuare transazioni all'estero. La Chase National Bank collaborò persino con la banca tedesca Allianz nel fornire assicurazioni per strutture e lavoratori nei campi di concentramento durante il periodo del Terzo Reich.
Quindi, il senatore Graham ha qualcosa con cui fare paragoni. Uno degli investimenti statunitensi ha portato alla seconda guerra mondiale e all'Olocausto.
Ora, miliardi di dollari USA stanno scendendo nella gola insaziabile del regime neonazista di Kiev. A questo proposito, vorrei ricordare ai senatori e a tutti i beneficiari statunitensi come si è conclusa la precedente impresa.
https://t.me/ censurato da me....
Tramite Laura ireggur
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
59 notes
·
View notes
Text
il vestito da invaso
L'ha detto lo stesso Zelensky: finché non terminerà la guerra io mi vestirò da invaso, un clergyman in fresco lana con tridente bizantino e inserti in velcro sulle maniche è sui pantaloni cargo, dai toni militari. Il suit avvocatesco è una mania degli americani, che così vestiti si sentono giustificati di commettere le più orribili nefandezze, ma sempre per la ragion di Stato e acconciati con rispettabile eleganza. Cosa manca al povero Zelensky? Gli hanno dato del nano, del cocainomane, del comico scarso, mancava solo il malvestito. Anche a me questo travestimento, questo costume di scena da invaso palestrato, faceva un po' sorridere, perché tutto diventa reality, tutto televisivamente e armocromicamente conformato allo show, ma è così anche per gli altri nei loro azzimati completi bluette. In America come nel mondo il suit avvocatesco è sinonimo di stronzo perfetto, un assioma, come un quadrato: stronzo in giacca e cravatta, e ve lo dice uno che le cravatte le ha disegnate per lavoro, compresa una comanda per una congregazione evangelica americana con il Cristo in croce e abbondante sanguinamento dalla corona di spine: business, as usual.
6 notes
·
View notes
Text










🏛️ El portal del cementerio municipal de Luján fue inaugurado en 1930 y es obra del estudio Delpini, Sulčič y Bes. Las esculturas en la fachada que reciben a los visitantes, conocidas como dolorosas, fueron realizadas por el reconocido Luis Perlotti. 🗿
La unión de la formación artística de Sulčič y la maestría de Delpini en estructuras de hormigón armado dieron lugar a proyectos icónicos de los años ‘30 como el Mercado de Abasto Proveedor y La Bombonera, el emblemático estadio de Boca Juniors. Estas obras se han convertido en hitos arquitectónicos de la Ciudad de Buenos Aires 🌆.
🌍 Viktor Sulčič, arquitecto de origen esloveno, nació el 2 de agosto de 1895 en Križ (Santa Croce), cerca de Trieste, entonces puerto del imperio Austrohúngaro. En 1914, luego de concluir la Escuela Industrial, fue reclutado para combatir en la Primera Guerra Mundial. Una vez concluida, estudió en la Academia de Bellas Artes de Florencia donde se especializó en escultura para luego estudiar arquitectura en Bolonia. 📚
En 1924 llegó a Argentina gracias a un ex compañero de escuela, quien lo contactó con el ingeniero Luis V. Migone. En ese estudio conoció al geómetra Raúl Bes, futuro socio, con el cual se presentaron a distintos concursos aunque sus títulos no eran reconocidos en nuestro país. Es por eso que luego de solicitarle al ingeniero Delpini que les firmara los trabajos, decidieron conformar el estudio. 🏢
Sulčič estuvo firmemente comprometido con sus compatriotas, dando clases de castellano, realizando planos para edificios de la comunidad y empleando mano de obra especializada eslovena. También publicó artículos con consejos y planos para la construcción de casas familiares. 🤝
A su vez, el estudio realizó la iglesia del Sagrado Corazón de Jesús y la capilla del Hospital Italiano en la bonaerense San Justo. ⛪
🎨 En sus últimos años y luego de la muerte de un hijo, Sulčič comenzó a retirarse de la vida profesional profundizando su labor como pintor y poeta. 🖌️
🌟 En septiembre de 1973, falleció en Buenos Aires a los 79 años. Valga esta publicación como un homenaje en el 50º aniversario de su muerte.🌅
📚Fuentes:
El arquitecto olvidado por Andrés Osojnik. Pág|12. Annali di Studi istriani e mediterranei. Koper Capodistria. 🛍️ Hay una tienda virtual por acá: mondosalamone.empretienda.com.ar Pueden conseguir postales, risografías y los fotolibros. ☕ El cafecito es por acá cafecito.app/mondosalamone
37 notes
·
View notes
Text
Siamo un paese di indignati speciali, indignati in servizio permanente effettivo. Indignati per tutto, soprattutto da quando ci hanno convinti, in barba a Croce e Machiavelli, che la morale, l’etica sono la quintessenza della politica e ne esauriscono la sfera. Se fosse negoziabile sui mercati, l’indignazione, ben più del turismo, sarebbe il nostro vero petrolio.
Ma evidentemente anche con il consumo di indignazione non è consentito esagerare. Indignati oggi, indignati domani, alla fine la spia rossa della riserva si accende anche negli animi più nobili.
Non può esserci altra spiegazione a fronte del vuoto d’indignazione che si percepisce in queste ore di fronte al macabro rituale di rilascio di Eli Sharabi, Or Levy, Ohad Ben Ami. Chi sono? Sono tre sopravvissuti tra gli israeliani fatti ostaggio dai terroristi di Hamas il 7 ottobre. Sono i tre che, per usare la sconcertante (o forse no, per nulla) terminologia usata qualche settimana fa sul sito del “Corriere della Sera”, oggi “lasciano” la striscia di Gaza.
Eli Sharabi passa dalla prigione di Hamas al carcere dell’esistenza previsto per un uomo a cui i “liberatori” hanno ucciso moglie, due figlie ed un fratello e che, per inciso, lo apprende solo oggi, dopo la “liberazione”. Anche ad Or Levy hanno ucciso la moglie, ma il tempo di piangerla sarà limitato per lui dall’impegno per crescere il piccolo Almog, tre anni, abbandonato dai terroristi dopo avergli ammazzato la mamma. Solo Ohad Ben Ami potrà riabbracciare la famiglia e stracciare le indicazioni inviate alla figlia in vista della sua morte.
La perversa ed efferata strategia comunicativa di Hamas, quella che da sedici mesi alimenta e soddisfa a suon di “genocidio” e “carestia” la domanda di indignazione di un’opinione pubblica occidentale credulona e prevenuta (a voler essere ottimisti), ora, nei rilasci di ostaggi, ha un target diverso. L’obiettivo è provocare Israele, il suo governo, la sua gente. Tendere la corda della provocazione quanto più possibile, confidando che sia lo Stato ebraico a spezzarla, revocando la tregua e ripiombando in pieno nella riprovazione planetaria di chi chiamerebbe “pace” anche il più ignominioso ed iniquo dei compromessi.
Per questa ragione, ad ogni rilascio il consolidato, cinico canovaccio di provocazioni (la comunicazione tardiva degli ostaggi rilasciati, il palco con la guardia scelta di combattenti per la “resistenza” armata di tutto punto, la festa di popolo per l’esibizione umiliante dei trofei di guerra viventi, strappati all’entità sionista) si arricchisce di nuovi dettagli.
In quest’occasione le novità sono due: una grottesca, l’altra tragica.
Di grottesco c’è l’“intervista” pubblica a cui i tre ostaggi sono stati sottoposti prima della liberazione. Di tragico, invece, ci sono le condizioni fisiche dei tre uomini liberati: condizioni che restituiscono un’immagine di impressionante denutrizione, sofferenza, fragilità.
Ora, non sappiamo quale effetto produrranno in Israele queste immagini sconvolgenti, per giunta accompagnate, nella sconcertante contabilità di questo “cessate il fuoco”, dalla conseguente liberazione di 183 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane (tra i quali un giglio di campo che sta scontando diciotto ergastoli cumulativi).
Sappiamo, però, quale reazione dovrebbe prodursi qui da noi, ma in queste ore, eventualmente pronti a ricrederci, ne avvertiamo, senza sorpresa, la mancanza. Sarebbe ora di attingere a piene mani alle suddette riserve di indignazione.
Sarebbe ora di riconoscere nei corpi smunti di quei tre uomini la “carestia” agitata con sommo sdegno da più di un anno, sarebbe ora di riconoscere che se l’accostamento tra Gaza ed Auschwitz non era del tutto osceno lo si comprende solo oggi, di fronte a quelle immagini infernali che fanno dire alla giornalista Camilla Conti su X, con amara genialità, ���Hamas macht frei”. Sarebbe ora di dare un senso autentico, e non blasfemo, alle trite giaculatorie del “mai più”.
Ma, stando alle reazioni delle prime ore, l’aria non sembra questa.
Forse i professionisti dell’indignazione onorano il weekend. O forse, come si diceva all’inizio, le riserve di indignazione sono ai minimi termini.
Del resto, è stata una settimana impegnativa.
C’è Donald Trump che funziona come una vera idrovora di indignazione. Dalla squinternata, folle e incendiaria idea di Mar – a – Gaza (drammaticamente e di gran lunga preferibile all’immagine odierna della Striscia) fino alla liberalizzazione delle cannucce di plastica (“signora mia no, la plastica no!”), The Donald riesce a coprire l’intero spettro delle nostre ragioni di indignazione. Spesso con ragione, beninteso. Salvo che si accettano scommesse sul fatto che molti di quelli in prima fila nella sua mostrificazione li ritroveremo pronti a digerire come una foglia di lattuga tutto ciò che in Trump trovano abietto se davvero il neopresidente venderà sciaguratamente gli ucraini a Putin e regalerà loro la “pace” che bestemmiano da tre anni.
Ma non c’è solo Trump. È stata una settimana di defatigante indignazione per un’opinione pubblica dominata da anime belle che, in questi giorni, hanno appreso con sgomento l’esistenza della ripugnante ragion di stato e degli “arcana imperii” (che purtroppo non hanno nulla di arcano in questa barzelletta di paese). Last but not least, siamo alla vigilia della settimana sanremese, da sempre fucina di sesquipedali minchiate su cui riversare fiumi di indignazione.
Così sembra evaporare la carica di violenza espressa nelle immagini odierne, la loro attitudine a scuoterci, a svelarci che, alla fine, Gaza è una colossale, tragica storia di terrorismo e di ostaggi: gli ostaggi israeliani e gli ostaggi civili palestinesi, non collusi con Hamas, utilizzati come scudi umani.
O forse non è un problema di scarsità di indignazione, ma solo di utilizzo selettivo della stessa. Magari, come qualche rumors dal Medio Oriente sembra poter far presagire, Israele dirà che la misura è colma, che non è interessato a proseguire con la seconda fase del cessate il fuoco. Allora, “di fronte alla minaccia alla pace “, gli indignados interromperanno il weekend e daranno fondo a insospettabili riserve di indignazione: verso Israele, of course.
2 notes
·
View notes
Text
L’impostazione è chiara e ricca di implicazioni: vi è stato un ventennio di dittatura fascista che ha dominato gli italiani con la forza della coercizione e ha tenuto il paese legato insieme con il filo di ferro della repressione e della paura, e vi è una nuova Italia che, prima con l’antifascismo clandestino, poi con la cobelligeranza e la resistenza partigiana, ha concluso la guerra nel fronte dei vincitori, intraprendendo con decisione il cammino della libertà e della democrazia. Alle potenze vincitrici, De Gasperi chiede di trattare con questa nuova Italia, democratica, antifascista e repubblicana, che armonizza in sé «le aspirazioni umanitarie di Giuseppe Mazzini, le concezioni universalistiche del cristianesimo e le speranze internazionaliste dei lavoratori». Questa impostazione poggia su due elementi fondanti. In primo luogo, la distinzione netta di responsabilità tra «fascismo» e «italiani», secondo la teoria della «parentesi» che Benedetto Croce vorrebbe vedere applicata all’intera storia di quel periodo. Stando a questo modello, il conflitto non è nato dalla volontà popolare, ma è una scelta del regime che tutta l’Italia ha subito: la liquidazione di Mussolini, operata dal re e salutata in tutte le piazze italiane da manifestazioni liberatorie, è la dimostrazione dell’estraneità del paese alla guerra e della mancanza di sentimenti ostili nei confronti di coloro che il fascismo ha indicato come nemici. Si tratta di una rielaborazione storicamente impropria che dimentica le folle di giovani in delirio il 10 giugno 1940 quando il duce annuncia da Palazzo Venezia l’entrata in guerra contro la Francia e la Gran Bretagna, ma è in sintonia con uno stato d’animo diffuso nella popolazione che, dopo la primavera 1945, tende a rimuovere ciò che è accaduto per recuperare una dimensione di normalità. Ricondurre la responsabilità del conflitto al regime e alla sua violenza, senza considerare quanto quel regime abbia permeato la società italiana e quanti (intellettuali, professori, giornalisti, magistrati, burocrati, ufficiali, imprenditori, banchieri) l’abbiano sostenuto, è operazione che permette di dimenticare la guerra e le sue sofferenze e di non domandarsi di chi è stata davvero la colpa.
6 notes
·
View notes
Text
Follia è urlare a tuo figlio di non alzar la voce
Follia è usare una spada come fosse una croce
Follia è dargli due ceffoni per insegnargli a stare buono
Follia è lamentarsi del traffico da dentro un’automobile imbottigliata nel frastuono
[...]
[...]
Follia è spegnere un incendio accendendo un fuoco
Follia è ripetere lo stesso cammino pensando di arrivare altrove
Follia è metterti da parte per fare quello che non ti serve e non ti piace
Follia è fare la guerra per conquistar la pace
21 notes
·
View notes
Text
POVERO CRISTO
Mia madre si chiama Maria. Mio padre, oggi, è nell'alto dei cieli. Credo. Oppure si è reincarnato in una trave di legno o di cemento armato. Era un carpentiere, gli piaceva tanto esserlo. Mia madre aveva, ha, un utero retroverso. All'epoca le dicevano che era difficile rimanere incinta. Ci vollero 7 anni, sette come i sacramenti, per rimanere incinta. Al settimo anno, come al settimo giorno della Creazione quando Dio si riposò, rimase incinta. Evidentemente mio padre stoicamente non si fermò per riposare. Un miracolo disse il ginecologo. La mano di Dio disse il parroco. Credo che mio padre non ebbe la malizia di pensare a qualcosa d'altro, oltre a Dio dico. Troppo credente mio padre. Venni al mondo dopo dieci ore di travaglio, dieci come le piaghe d'Egitto inflitte da Dio agli egizi.
- L'annunciazione A quel tempo, durante il parto, un messaggero del Primario del reparto di neonatologia, tal Ostetrica la levatrice, annunciò a mio padre che solo uno si sarebbe salvato. Che si doveva scegliere tra la madre o il nascituro. Tipo come se dovessero finire il foglio del censimento, ma c'era spazio per un solo nome. Mio padre scelse sua moglie, come volevasi dimostrare.
- La nascita Dalla terra del reparto neonatale tornò mia madre, con essa il bambino, cioè io. Le voci del paese già raccontavano che il figlio di Maria era bello come Gesù bambino. Primo miracolo, amen.
- Ritrovamento del piccolo povero Cristo al tempio Quando avevo dodici anni i miei genitori traslocarono, non dicendomi nulla. Tornato da scuola trovai la casa vuota. Andai al tempio della focaccia, ne presi un pezzo con i soldi che mi erano avanzati dalla merenda a scuola. La proprietaria del negozio, tal signora Rosina, chiamò mia madre, vedendo che non sloggiavo dal suo negozio e sbavavo guardando focacce e brioche. I miei genitori mi vennero a riprendere, rassegnati. Secondo miracolo.
- I miracoli del povero Cristo Nella vita da povero Cristo riuscii a compiere dei veri e propri miracoli. Riuscii a far risorgere il Big-Jim dopo che era caduto dal terrazzo al quarto piano. Riuscii a non comprendere il desiderio di una ragazza, assai posseduta, che saltò addosso al primo che le capitò, la stessa sera che uscimmo, per disperazione della mia inerzia. Tramutai i soldi in birra, per consolarmi. Moltiplicai i vuoti interiori e le mancanze affettive. Toccai il braccio amputato a un reduce di guerra, dicendo a gran voce "ricresci". L'anziano reduce mi prese a sberle, così veloce che sembrava avesse due mani. Miracolo.
- Trentatré anni Al compimento del trentatreesimo anno mio padre morì. Avevo davvero i capelli lunghi (come nell'immagine). Portai sulle mie spalle la bara che lo conteneva, fu come portare la Croce. La mia Croce. La sua scomparsa mi fece iniziare un lungo calvario. "Elì Elì lemà sabactàni", Padre mio, padre mio, perché mi hai abbandonato?
- Il tradimento Sono stato tradito da mio fratello, il quale possiede dodici personalità una più borderline dell'altra. Dodici come gli apostoli. Con un delirio di onnipotenza oltre l'umana immaginazione. Sono finito in croce. In verità vi dico che lo perdonai, allora lui saputo questo mi impalò. Allora lo ignorai. Lui mi umiliò lo stesso. Allora giunse il tempo in cui, aprendo gli occhi ciechi, capii che era veramente uno cattivo. Miracolo.
- La resurrezione Mi sono rialzato, non del tutto ma tutto rotto. Questo è un mezzo miracolo. Lotto ogni giorno per arrivare al tramonto. Altro mezzo miracolo. Da qui a dire che sono risorto ce ne vuole ancora. Oggi se vieni messo in croce e ricoperto di melma a carriole, con l'intenzione di lederti, poi per ripulirti e dimostrare la tua buona fede devi davvero sperare nel buon Dio e in un miracolo. La gente preferisce Barabba, che più li fotte e più lo si osanna. Ho fatto una mezza rima. Bravino ve'?
Domenica farò la mia ultima cena, intesa di cena ipercalorica, poi mi metterò a dieta. Tipo quaranta giorni nel deserto. Che oggi sono più un povero Cristo curvy. Se fosse stato così il povero Gesù, oltre a tutto quello che soffri e patì, avrebbe dovuto sopportare anche del body shaming.
Sono un povero Cristo, ma ricco di sentimenti e buone intenzioni. Ma che nel non concedere il mio cuore in amore ha fatto danni, provocato dolori. Delusioni molte.
Pasqua è tempo di risurrezione, ecco questo auguro a tutti voi... di risorgere. Chi invece è già risorto e viaggia alla grande si sposti un po' più in là, che deve far spazio a me, anzi a noi. Che risorgeremo, come diceva mia zia Concettina: come la raba fenice.
Buona resurrezione.
7 notes
·
View notes
Text
Mi siedo qui, sono stanco
La vita, l'universo, tutto quanto
Sulla sponda del fiume prego il vostro dio
Che il prossimo cadavere che passa non sia il mio
Ammiro improbabili prove di volo
Paracadute difettosi, fiori rossi al suolo
È la vita che va, è la vita che va, è la morte che viene
Ma è un tenore di morte, un lusso che non mi appartiene
In fondo alla notte, la fine del viaggio
Una vita al di là del male e del peggio
E canto nanana nanana nanana nana
Nanana nana, per farmi coraggio
E ripenso alle due o tre cose che mi fanno stare meglio
Morirti fra le labbra e un sorriso al risveglio
È la vita che va, è la vita che va, è una piccola morte che viene
Esercizi di stile che scorrono nelle vene
E chissà quando guarirà questo cuore anoressico
Condannato per l'eternità a girare in tondo, in tondo, in tondo, in tondo
Che risposte ci suggerirà questo vento dislessico
Che porta con sé solo nuvole, nuvole, nuvole senza Messico
Nel lento e inesorabile precipitare degli eventi
Quale magia fa sì che ancora si canti
Volare oh, volare oh, e che poi ci si perda
Nel blu dipinto di merda
Ammiro gli inutili segni di croce
Di chi aspetta la guerra per morire in pace
È la vita che va, è la vita che va, è la morte che viene
È la consolazione del morire insieme
E riciclo parole, riciclo pensieri, riciclo la mia faccia
Riciclo un'immagine di te fra le mie braccia e canto
Nanana nanana nanana nana
Nanana nana sotto la doccia
E ripenso alle due o tre cose che mi fanno davvero
Annegarti negli occhi, rubarti il respiro
È la vita che va, è la vita che va, è un'altra piccola morte che viene
Esercizi di stile dentro le vene
E chissà quando guarirà questo cuore anoressico
Condannato per l'eternità a girare in tondo, in tondo, in tondo, in tondo
Che risposte ci suggerirà questo vento dislessico
Che porta con sé solo nuvole, nuvole, nuvole senza Messico
E chissà quando guarirà questo cuore anoressico
Condannato per l'eternità a girare in tondo, in tondo, in tondo, in tondo
Che risposte ci suggerirà questo vento dislessico
Che porta con sé solo nuvole, nuvole, nuvole senza Messico
E che voglia di piangere ho
40 notes
·
View notes
Text
La portavoce del Ministero degli Affari Esteri russo, Maria Zakharova, ha commentato il video con Lindsey Graham:
"Il senatore americano della Carolina del Sud Lindsey Graham ha detto con un sorrisetto soddisfatto durante l'incontro con Zelensky: "I russi stanno morendo. Non abbiamo mai speso così bene i soldi".
Durante il Tribunale di Norimberga, il ministro dell'Economia della Germania nazista, Hjalmar Schacht, dichiarò che la sponsorizzazione del Terzo Reich proveniva anche dall'estero e fece il nome delle due più grandi aziende americane: Ford e General Motors. Fu fatto un patto tacito con lui: libertà in cambio di silenzio. Nonostante le proteste dei rappresentanti sovietici, fu rilasciato e visse fino a 93 anni.
Vi ricordo che l'incarnazione del sogno americano, lo stesso leggendario Henry Ford, fu insignito della Gran Croce dell'Ordine al Merito dell'Aquila Tedesca. Le sue fabbriche in Germania non solo producevano fino a 70 mila camion all'anno per le esigenze della Wehrmacht, ma utilizzavano anche la manodopera dei prigionieri, anche di Auschwitz, per questo.
E l'icona tedesca dell'industria automobilistica, la Opel, apparteneva alla... General Motors. Il ricercatore Bradford Snell descrive il ruolo della società come segue: "La General Motors era molto più importante per la macchina da guerra nazista delle banche svizzere. La Svizzera era solo un deposito di denaro rubato. La General Motors era parte integrante dello sforzo bellico tedesco. Il Terzo Reich avrebbe potuto invadere la Polonia e la Russia (URSS) senza l'aiuto della Svizzera. Ma non avrebbe potuto farlo senza l'aiuto della General Motors.
L'azienda Kodak, nel suo stabilimento in Germania, produceva spolette per le bombe aeree, non disdegnando di utilizzare anche la manodopera dei prigionieri di guerra.
Lo stabilimento della Coca-Cola a Colonia, anche prima della sua nazionalizzazione da parte del governo tedesco, forniva regolarmente bibite ai soldati tedeschi. E la famosa "Fanta" fu inventata proprio dai nazisti.
Il gigante petrolifero Standard Oil, attraverso le sue campagne sussidiarie, aiutò Hitler con la carenza di prodotti petroliferi, partecipando alla gomma sintetica e ai carburanti sintetici. E l'IBM, amata dagli informatici di tutto il mondo, produsse per i nazisti dispositivi di contabilità e controllo, anche per la produzione di petrolio. Tra l'altro, le apparecchiature di questa azienda aiutavano a tenere traccia degli orari dei treni per i campi di sterminio...
E non possiamo non citare le banche: Anche la JPMorgan Chase & Co. e poi la Chase National Bank, attraverso le quali venivano effettuate transazioni multimiliardarie e Berlino aveva la possibilità di acquistare dollari e di effettuare transazioni finanziarie all'estero. La "Chase" ha collaborato con la banca tedesca "Alliance" anche in questioni come... l'assicurazione dei beni e della vita delle guardie dei campi di concentramento del Terzo Reich".
Il senatore Graham ha sicuramente materiale per fare paragoni. Uno dei loro investimenti ha portato alla Seconda Guerra Mondiale e all'Olocausto.
Ora, miliardi di dollari americani si riversano nell'insaziabile gola del regime neonazista di Kiev. A questo proposito, vorrei ricordare ai senatori e a tutti i beneficiari americani come è finita la precedente avventura".
27 notes
·
View notes
Quote
Del resto, Fratelli d’Italia nasce esattamente per sfruttare questa finestra di opportunità. Prendiamo i suoi tre fondatori ufficiali: Ignazio La Russa, Guido Crosetto e Giorgia Meloni. Il primo rappresenta (in modo perfino caricaturale) la fedeltà al fascismo storico, e la militanza nel torbido e sanguinario neofascismo del dopoguerra. Il secondo rappresenta la garanzia di totale organicità ai dogmi del liberismo economico e alle esigenze del sistema militare-industriale e dunque della guerra. La terza rappresenta l’apertura all’ideologia dell’estrema destra internazionale (da Orban a Bolsonaro a Trump). Quest’ultimo punto merita qualche parola in più. Nonostante l’affettuosa deferenza per Giorgio Almirante e alcune giovanili dichiarazioni di entusiasmo per Mussolini, Meloni è attenta a smarcarsi dal fascismo nostalgico alla La Russa. La ragione è la volontà di essere, e apparire, in sintonia con un nuovo fascismo che – pur nella sostanziale continuità ideologica con le idee di Hitler o di Evola – non ha bisogno di un apparato simbolico storico, e costruisce nuovi simboli e nuovi miti. In questo 25 aprile, prendetevi un momento per guardare un terribile video del 2013 (in francese, con sottotitoli in inglese: https://www.youtube.com/watch?v=XA5S5Qrg6CU). È la ‘dichiarazione di guerra’ alle democrazie lanciata da Génération Identitaire, un movimento politico nato in Francia (e lì sciolto dal governo nel 2017) che fa della ‘questione etnica’ il fulcro di una politica fondata sulla paura e sull’odio. La linea è quella del suprematismo bianco: e in concreto quel movimento ha organizzato una serie di attacchi anche fisici contro le Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo. I simboli non sono le svastiche: ma, come si spiega nell video, i ‘lambda’, cioè le lettere greche che figuravano tra gli emblemi degli Spartani (‘lambda’ è la lettera iniziale di Lacedemoni, altro nome degli Spartani). La scelta cade sulla grande antagonista della democratica Atene: una città governata da una minoranza (gli Spartiati) che dominava attraverso la violenza e il terrore su una maggioranza (gli Iloti) etnicamente diversa. Un modello atroce, fatto proprio dall’organizzazione studentesca di Fratelli d’Italia. Un esempio eloquente: il percorso formativo di Azione studentesca si chiama ‘agoghé’, come quello dei giovani spartiati, che in esso si formavano alla resistenza fisica, e alla violenza (anche attraverso uccisioni rituali e impunite degli Iloti). Una ricca documentazione iconografica mostra come i ragazzi italiani che crescono all’ombra della Presidente del Consiglio non ricorrano ai fasci o alle svastiche (anche se la croce celtica rimane il simbolo ufficiale di Azione studentesca), ma ai simboli dell’antica Sparta: un mimetismo formale che mette i giovani di estrema destra italiana al riparo dalle accuse di fascismo nostalgico, e in connessione con i loro camerati di tutta Europa, consentendo una perfetta, e indisturbata, continuità con gli ‘ideali’ fascisti e nazisti. Vale la pena di ricordare che è stata proprio Azione studentesca la responsabile, nel febbraio scorso, del pestaggio dei ragazzi del Liceo Michelangiolo, a Firenze: e che nello stesso palazzo fiorentino hanno sede Fratelli d’Italia, Casaggì (nome locale di Azione studentesca) e la casa editrice “Passaggio al bosco” (etichetta esplicitamente jüngeriana che allude alla ribellione contro la democrazia), il cui catalogo è ricco di testi su Sparta, e sulla sua mistica del razzismo violento. È in questo quadro che si deve leggere l’uscita sulla ‘sostituzione etnica’ del ministro Lollobrigida, cognato di Meloni. Lungi dall’essere frutto di “ignoranza”, come penosamente asserito dall’interessato, si tratta della maldestra esibizione della parola d’ordine chiave per questa nuova-vecchia destra europea che fa della questione razziale e migratoria il centro di un intero sistema di pensiero e azione. Negli ultimi decenni si possono documentare decine e decine di uscite di Salvini, Meloni e molti altri leader della destra italiana sulla sostituzione etnica: e ora la tragedia di Cutro mostra come proprio quell’ideologia ispiri le azioni e le omissioni dell’attuale governo della Repubblica. Un nuovo fascismo, dunque: che non ha necessariamente bisogno dei labari del Ventennio. Ma che quel progetto comunque resuscita e persegue: soprattutto in una mistica della violenza e della morte che ha nei neri, nei musulmani, nei diversi i propri eterni obiettivi. Lo dimostra il fatto che la politica di questo governo fascista attacca frontalmente alcuni principi fondamentali della Costituzione antifascista
Il 25 aprile con un partito fascista al governo
49 notes
·
View notes