#Giornata dei Caduti
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Alessandria Commemora le Ricorrenze di Novembre con Celebrazioni e Cerimonie Ufficiali
Dalla Giornata dell’Unità Nazionale alle vittime dell’alluvione: quattro giorni di celebrazioni ad Alessandria
Dalla Giornata dell’Unità Nazionale alle vittime dell’alluvione: quattro giorni di celebrazioni ad Alessandria. La città di Alessandria si appresta a onorare importanti ricorrenze nazionali e locali con una serie di celebrazioni e commemorazioni che si terranno nei giorni 1°, 2, 4 e 6 novembre 2024. Le cerimonie, organizzate in collaborazione con le Autorità Civili, Militari e le Associazioni…
#1994#4 novembre#Alessandria#associazioni combattentistiche#autorità civili#autorità militari#caduti di guerra#Carabinieri#celebrazione eucaristica#Celebrazioni#Chiesa N.S. del Suffragio#Cimitero Urbano#Cittadini di Alessandria#Città di Alessandria#commemorazione ufficiale#Commemorazioni#Croce Rossa#Eredità Storica#Forze Armate#Giornata dei Caduti#Giornata dell’Unità Nazionale#Gonfaloni Alessandria#Memoria storica#Monsignor Guido Gallese#novembre 2024#omaggio ai caduti#omaggio ai defunti#Parco Carrà#Protezione civile#ricorrenze storiche
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Giorno 148 - Giorno 154
la logica secondo la quale bisogna comprare comprare comprare (nella maggior parte dei casi in modo non etico e consapevole) per stare bene mi preoccupa, mi inquieta e allo stesso tempo mi lascia sbigottita
a. e t. quando dicono le loro prime parole
per aiutare le famiglie degli operai caduti a Brandizzo è possibile effettuare donazioni: qui le modalità
quando a. e t. si chiamano e mi chiamano
questo post
una bellissima visita alla sinagoga aperta al pubblico in occasione della giornata europea della cultura ebraica
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C’è qualcosa che tutti possiamo fare un po' di più: è guardare, guardare con più attenzione il mondo intorno a noi. Guardare non è tanto un modo di informarsi, ma l’unico varco per arrivare a un possibile stupore, può essere un paesaggio lontano, può essere vicinissimo a casa nostra. Guardare è un modo per dire alle cose e agli animali di non andarsene, di rimanere ancora con noi. Guardare una lampadina, un imbuto, un albero, un cane, guardare e sentire un momento di vicinanza, mettere in crisi per qualche secondo la solitudine in cui siamo caduti.
In me la ricerca di quello che chiamo Sacro minore è andata crescendo man mano che aumentava l’invadenza della vita digitale. Si può stare in Rete anche molto tempo, ma non bisogna accodarsi all’esodo verso l’irrealtà, bisogna rimanere fedeli al reale, è l’unico bene, è il bene comune, il bene più comune di tutti e non dobbiamo perderlo.
Questo guardare di cui parlo non è un partito, non è un’ideologia, non è andare a rintanarsi in un rifugio, come se altrove fosse tutto deserto e miseria spirituale. Direi che è semplicemente il coltivare una saltuaria abitudine percettiva. Io non so fare di più. Dopo questi brevi slanci verso l’esterno la mia vita rifluisce verso l’interno, si riduce alla continua manutenzione dell’inquietudine. E qui mi pare che si incroci con quella di tanti in questo tempo di vite spaiate, lontane da ogni fuoco collettivo. Ecco il bivio: da una parte l’attenzione al mondo che ci circonda, dall’altra la deriva opinionistica in cui tutti cinguettano su tutto in una babele di parole che girano a vuoto.
La poesia è come un vigile che sta davanti a questo bivio e indirizza chi la legge verso l’attitudine percettiva piuttosto che verso le astrazioni dell’opinionismo. La poesia è la scienza del dettaglio, è il sogno tagliato dalla ragione o la ragione tagliata dal sogno, comunque non è mai nel dominio di una sola logica, è sempre intreccio, sconfinamento, purissima impurezza.
Io credo di essermi educato allo sguardo proprio grazie alla poesia, al suo rendere l’anima più agile, capace di oscillare dall’infimo all’immenso, dal dentro al fuori. E sull’attenzione al mondo esterno posso citare i miei due grandi maestri, Peter Handke e Gianni Celati. Il primo conosciuto e frequentato nei suoi libri, l’altro frequentato anche di persona. Celati mi ha insegnato le meraviglie dei luoghi ordinari, delle giornate qualsiasi. In fondo il mio lavoro di paesologo ha una sola regola che si può riassumere con questo mio aforisma: “Io guardo ogni cosa come se fosse bella e se non lo è vuol dire che devo guardare meglio.” All’inizio la mia attenzione ai luoghi marginali era più in chiave politica, ero infiammato dalle disattenzioni della politica. Il margine era indagato come luogo dell’abbandono, ero protesto a cogliere il passaggio dalla miseria contadina alla desolazione della modernità incivile. Sono rimasto a indagare il margine, ma con uno sguardo diverso, direi più ricco. Non ho abbandonato la lotta contro lo spopolamento delle aree interne, ci ho aggiunto l’attenzione al sacro che ancora resiste in quelle aree, come se Dio amasse i luoghi dove non c’è partita Iva. Da qui è arrivato un libro come Sacro minore o un film come Nuovo cinema paralitico, realizzato con Davide Ferrario. Guardare il mondo quasi come un’attività nostalgica, considerando che stiamo tutti diventando senza mondo, considerando che non bisogna dare per scontata l’esistenza del mondo, come se la fuga nel digitale potesse trafugarlo e lasciarci come ombre vaganti in una terra di nessuno. Una volta si indagava il mistero della vita dopo la morte, adesso è da indagare il mistero della morte che dilaga dentro la vita, dilaga quanto più la morte viene rimossa, occultata dal fervore masochistico del consumare e produrre. Ecco che dal guardare, dalla semplice postura contemplativa, la questione diventa più complessa, diventa politica: non è in gioco solo il nostro modo di abitare la giornata, ma il modo in cui l’umanità abita il pianeta. Si tratta di prendere atto che il modello imperante produce solitudine e depressione negli individui, produce ingiustizie sociali e danni enormi al pianeta. Qualcuno ha detto che la bellezza salverà il mondo. Forse ora si potrebbe dire che il mondo lo salveranno i percettivi. FRANCO ARMINIO
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Caro diario,
oggi è la giornata mondiale della gentilezza.
Si proprio oggi, di lunedì.
Un ossimoro proprio.
Credo che sia importante che qualcuno insegni alla gente la gentilezza. No, non nell'esserlo quello è impossibile non tutti ci sono portati.
Ma nel riconoscere la vera gentilezza.
Si, alcune persone in realtà non sono gentili hanno solo voglia di sesso, dei tuoi soldi o di qualcuno da sottomettere.
Sono sfatti così.
Sai caro diario, cerco di essere gentile tutti i giorni. Ma comincio anche a stancarmi di passare per un adulatore morto di faiga o, in alternativa, di uno scemo totale.
Se andiamo avanti così, la giornata mondiale della gentilezza, potrebbe trasformarsi nella giornata della commemorazione dei caduti per la gentilezza.
Mi chiedo perché molta gente non abbia tempo per una gentilezza, la gentilezza non è mai tempo perso.
E sono convinto che la gentilezza possa essere un'arma potente, se usata con il cuore.
La gentilezza è un abbraccio tra anime.
Segnatevelo, brutti minchioni.
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#Giornata della memoria
🥀Cosa resterà,
di ciò che non è stato?
Nelle finte memorie
di chi vuole dimenticare.
Nei veri ricordi
di chi ancora vive,
Un piede in quel tempo fatto di soli numeri...
E
Una scarpa tolta,
accatasta sui monti di pietre scagliate contro un nemico colpevole di essere solo il bersaglio di un'ideologia.
Animata dall'odio in vestito d'ordinanza.
🥀Cosa siamo se non sappiamo essere?
Più di un giorno.
Un tempo che il tempo stesso si sta portando via.
Gli anni sono passati,
chi era ora non c'è più.
🥀Chi ancora sa!
Si ricordi di raccontare
Che le voci sono memorie
che scrivono la storia.
Che l'aver vissuto è
Essere sopravvissuto.
Che essere è tutto ciò
che volevano togliervi.
🥀Giorni per smemorati sul
Treno che è passato
oltre il filo spinato di una cortina di fumo
Che solcava il cielo senza mai vederne l'azzurro
Di ceneri caduti come la neve
Nel silenzio di pianti asciugati dal vento
Stalattiti di ghiaccio
Le lacrime perdute.
🥀Oltre le mura dei campi
Di sterminii
Oltre la paura,
Resta la memoria
Che dobbiamo coltivare
Come un fiore in un deserto.
Prezioso e fragile
Bella e sofferta.
🥀Ma non effimera...mai.🥀
J.D
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Nassiriya, 20 anni fa la strage: i messaggi di Mattarella e Meloni
Nassiriya, 20 anni fa la strage: i messaggi di Mattarella e Meloni. È il 12 novembre 2003 quando, a Nassiriya, in Iraq, un camion carico di 400 chili di tritolo e liquido infiammabile viene lanciato contro l’ingresso della base “Maestrale”, dove i Carabinieri e l’Esercito italiano hanno stabilito il proprio quartier generale. Il carabiniere Andrea Filippa, di guardia all'entrata, abbatte uno dei due terroristi, ma il mezzo prosegue la sua folle corsa. Poi l'esplosione che, con un effetto domino, fa saltare in aria il deposito munizioni. I sassi di ghiaia con cui erano stati riempiti i bastioni partono come proiettili in tutte le direzioni. Scene apocalittiche, inclusa la rottura dei vetri delle finestre delle case nel raggio di quasi un chilometro. Perdono la vita 28 persone, tra cui 19 italiani. "La Giornata del ricordo dedicata ai Caduti, militari e civili, nelle missioni internazionali per la pace, ricorre nel ventesimo anniversario della strage di Nassiriya, ove, a causa di un vile attentato, morirono 19 italiani tra soldati, carabinieri e civili. Il sentimento del lutto ci accompagna in questo giorno in cui la Repubblica rivolge il suo pensiero ai tanti feriti e caduti nelle missioni che l’Italia ha sviluppato in questi anni a servizio della comunità internazionale e dei diritti dei popoli, insieme all’espressione della solidarietà e vicinanza alle famiglie colpite". A dichiararlo è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al Ministro della Difesa, Guido Crosetto. "La partecipazione a queste importanti operazioni in tante travagliate regioni del mondo, è il segno - sottolinea il Capo dello Stato - dell’impegno e del contributo del nostro Paese allo sforzo concreto della comunità internazionale per combattere gli orrori e le atrocità delle guerre e del terrorismo”. "Venti anni ci separano dalla terribile strage di Nassiriya. Venti anni da quel vile e brutale attentato in cui morirono 19 italiani. In questa Giornata, dedicata al ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, l'Italia onora e ricorda tutti coloro che hanno sacrificato la vita per la pace e la sicurezza della nostra Nazione e del mondo. A loro, e a quanti ogni giorno sono impegnati nelle aree più travagliate, va la nostra profonda riconoscenza". A scriverlo sui social è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Il popolo italiano - sottolinea Meloni - non dimenticherà mai ciò che vent'anni fa è successo a Nassiriya, il più grave attentato terroristico subito dall'Italia nelle missioni internazionali di pace nelle aree di crisi. Sono ancora vivide nelle nostre menti le immagini di quella drammatica giornata e la profonda commozione che l'attentato suscitò in tutta la Nazione, che non mancò di tributare agli eroi di Nassiriya un fortissimo sentimento di affetto e riconoscenza”. A 20 anni dalla strage, i familiari delle vittime chiedono ancora la concessione delle medaglie d'oro al valor militare, per onorare la memoria e il sacrificio dei loro cari. Dei 19 italiani morti nell'attentato di Nassiriya, 5 erano militari dell'esercito e 12 carabinieri. Ecco i loro nomi, con relativi ruoli e gradi. I carabinieri morti a Nassiriya Massimiliano Bruno - maresciallo aiutante, Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte Giovanni Cavallaro - sottotenente Giuseppe Coletta - brigadiere Andrea Filippa - appuntato Enzo Fregosi - maresciallo luogotenente Daniele Ghione maresciallo capo Horacio Majorana - appuntato Ivan Ghitti - brigadiere Domenico Intravaia - vice brigadiere Filippo Merlino - sottotenente Alfio Ragazzi - maresciallo aiutante, Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte Alfonso Trincone - maresciallo I militari morti a Nassiriya Massimo Ficuciello - capitano Silvio Olla - maresciallo capo Alessandro Carrisi - primo caporal maggiore Emanuele Ferraro - caporal maggiore capo scelto Pietro Petrucci - caporal maggiore Nell'attentato morirono anche due civili: Marco Beci, cooperatore internazionale, e il regista Stefano Rolla, impegnato con la sua troupe nelle riprese di uno sceneggiato.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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A Hong Kong siamo abituati agli eventi metereologici estremi. La stagione delle piogge (torrenziali) dura mesi, i tifoni sono comuni ed esiste un sistema d'allerta che consente alla popolazione di mettersi al riparo prima che la furia del vento si abbatta sul territorio. Le scuole e gli uffici chiudono, le attivita' produttive vengono sospese. Nessuna isteria. Tutti sanno esattamente cosa fare. Siamo abituati a mettere in sicurezza le nostre abitazioni, rimuovendo dagli spazi esterni qualsiasi cosa possa essere trascinata dal vento e diventare cosi' un pericolo per gli altri. Un tempo i tifoni facevano vittime, oggi grazie a queste precauzioni e' rarissimo che qualcuno muoia. Il giorno dopo il passaggio di un tifone si stimano i danni e si procede subito alle riparazioni e a rimuovere gli alberi caduti. Sull'isola dove abito, isola considerata periferica rispetto alla citta', il consigliere di zona (district councillor) e la sua squadra passano la giornata a perlustrare l'isola con un taccuino in mano (ora un tablet) e segnalano tutti i sentieri e gli accessi alle abitazioni bloccati dagli alberi caduti. Le squadre di operai sono gia' allertate, ricevono le segnalazioni del consigliere di zona e immediatamente si mettono all'opera. In meno di 24 ore tutto ritorna come prima. Siccome eleggiamo il consigliere di zona, e' nell'interesse di questa persona e del suo partito dimostrare efficienza nel risolvere i problemi degli abitanti. Lavora nel suo ufficio, aperto al pubblico 6 giorni su 7, abbiamo il suo numero di telefono, e sappiamo di poterlo contattare in caso di bisogno. Chi non e' all'altezza del compito non viene rieletto. Ah, ma a Hong Kong non c'e' democrazia, vi raccontano i media occidentali. Se per democrazia intendono la liberta' di eleggere politici che lavorano contro gli interessi nazionali e per quelli di altri paesi, e' vero, quella liberta' non ce l'abbiamo. Ed e' meglio cosi'. Tenetevi la vostra democrazia che noi ci teniamo la nostra, e aspettate 45 giorni per liberare i viali dei parchi cittadini dagli alberi caduti. @LauraRuHK https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/08/04/clima-a-milano-parchi-ancora-chiusi-dopo-la-strage-di-alberi-cosa-serve-un-grande-piano-di-sostituzione-ma-il-25-delle-nuove-piante-muore-a-causa-dellincuria/7251018/
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Ceccano, nel 4 novembre degli arresti
C’erano soltanto il commissario, con i comandanti dei carabinieri e della polizia municipale, a rendere omaggio ai caduti nella giornata dedicata al ricordo di tutti coloro che hanno dato la loro vita per la Patria. Obiettivamente non c’è stato tempo, in un comune sconvolto dagli arresti del sindaco e di tre alti funzionari, per organizzare la tradizionale cerimonia, tanto che diversi cittadini…
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Solbiate Olona - 4 Novembre 2024
DISCORSO DOMENICA 3 NOVEMBRE 2024 - ANNIVERSARIO DELLA VITTORIAGIORNATA DELLE FORZE ARMATE E DELL’UNITA’ NAZIONALE
Cari concittadini, rappresentanti delle Forze Armate, autorità civili e religiose e associazioni, oggi siamo qui per celebrare una giornata speciale, il 4 novembre, un giorno che ci ricorda l’Unità Nazionale e il valore delle nostre Forze Armate. In questa data, ricordiamo il sacrificio di chi ha lottato per l’Italia, per la sua libertà, la sua unità e la sua indipendenza. La vittoria del 1918 segnò la conclusione della Prima Guerra Mondiale per il nostro Paese e sancì l’inizio di un nuovo percorso per una nazione libera e unita.
In questa ricorrenza, onoriamo il sacrificio e il coraggio di tanti uomini e donne che, con dedizione e amore per la patria, hanno servito e continuano a servire sotto la bandiera tricolore. Le nostre Forze Armate sono simbolo di dedizione, professionalità e solidarietà. L’impegno di chi oggi indossa la divisa rappresenta la continuità di una storia di servizio e difesa dei valori su cui è fondata la nostra Repubblica.
Il 4 novembre non è solo un momento di commemorazione, ma anche un’opportunità per riflettere sui valori di unità e solidarietà che devono guidarci come comunità. In un periodo di grandi sfide globali, è fondamentale riscoprire il senso del dovere, della responsabilità e della coesione sociale che caratterizzano l’Italia, auspicando sempre a una situazione di equilibrio e di pace mondiale.
A tutti coloro che sono caduti, ai nostri veterani e a chi oggi continua a difendere il nostro Paese, va la nostra gratitudine più profonda. Celebrare questa giornata significa anche ricordare l’importanza della pace, della democrazia e del dialogo, valori che le nostre Forze Armate proteggono ogni giorno, in Italia e nelle missioni internazionali.
Noi giovani, futuro di questa Nazione, siamo chiamati a seguire l’esempio di tutti coloro che si sono spesi a tutela dei valori del nostro Paese. Coscienti delle esperienze passate, abbiamo il compito di onorare e valorizzare questa giornata.
Festeggiando il 106º Anniversario della Vittoria e della Giornata delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale, facciamo memoria dei tantissimi caduti e il loro ricordo ci conduca alla strada della pace.
Concludo con un pensiero di riconoscenza e di orgoglio verso chi, ieri come oggi, ha scelto di servire l’Italia con lealtà, coraggio e spirito di sacrificio.
Davide Colombo (Presidente Commissione Giovani)
Oggi ci riuniamo per celebrare il 4 novembre, una data che ha segnato una tappa fondamentale per il nostro Paese. In questo giorno, ricordiamo il sacrificio e l’impegno dei nostri soldati, che hanno lottato con coraggio per la libertà e l’unità della nostra Nazione.
Questa giornata non deve essere per noi solo un momento di riflessione, ma soprattutto di gratitudine.
Rendiamo omaggio a coloro che hanno perso la vita in battaglia e che, con il loro sacrificio, ci ricordano ogni giorno il valore della pace e della libertà, principi fondamentali che dobbiamo custodire e difendere ogni giorno.
Vi ringrazio davvero per essere qui e nel farlo vi invito a celebrare il 4 novembre non solo nel segno del ricordo ma anche come un giorno in cui rinnovare l'impegno per costruire un’Italia più giusta e unita.
Ricordiamo i nostri eroi e prendiamo ispirazione dal loro coraggio per affrontare le sfide del presente.
Giada Martucci (Assessore Pubblica Istruzione e Politiche giovanili)
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SPORT NOCERINI|GIORNATA (NON TROPPO) POSITIVA PER I ROSSONERI
SPORT NOCERINI| IL RACCONTO DELLA GIORNATA DEI MOLOSSI, IN TUTTI GLI SPORT E LE CATEGORIE A CUI PARTECIPANO. LEGGI L'ARTICOLO...
Con lo sterile pareggio (parlando unicamente ai fini della classifica, comunque positiva) seppur molto combattuto, sfortunato e sofferto per la compagine guidata da Mister Novelli e con sede in Via Grotti/Campo, la giornata Nocerina si è chiusa con un saldo, ahimè, non troppo positivo per questa settimana di sport. Gira male, infatti, la sorte anche ai ragazzi di Mister Bove, caduti per 2 a 0 a…
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Il meteo torna a spaventare Milano
Dalla notte di giovedì a Milano sta piovendo con insistenza, come previsto dai bollettini meteo della protezione civile che per oggi hanno decretato una doppia allerta meteo arancione per la città. Dopo il nubifragio e gli allagamenti di martedì scorso, anche la giornata di oggi si annuncia difficile per Milano, dove nell'arco di 24 ore potrebbero cadere fino a 100 millimetri di pioggia. Alle 7.50 la protezione civile ha comunicato che il Lambro ha raggiunto la "soglia di allerta". Circa mezz'ora dopo la vasca anti esondazione del Seveso è stata aperta per contenere le acque ed evitare esondazioni in zona Niguarda. Comunità evacuate, Lambro al limite "Alle 8.30 ancora pioggia intensa a Milano e a nord. Dalle 3 circa sono caduti in città 35-40 mm di acqua, in Brianza 45-50 e a nord 60-70. Il Seveso ha subito un repentino innalzamento e alle 8.15 abbiamo attivato la vasca. Stiamo cercando di usarla solo in emergenza e immagazzinando meno acqua possibile per evitare di averla piena e non poter più bloccare l'esondazione su Milano. Purtroppo è ancora la sola vasca in funzione, e meno male che a Milano c'è. Siamo alla sesta volta nel 2024", ha fatto sapere l'assessore alla sicurezza del comune di Milano, Marco Granelli, in mattinata. "Il Lambro si sta ancora innalzando e a Milano è a 2,50 e a Brugherio è quasi a 3 metri. Le comunità del Parco sono evacuate. A Ponte Lambro siamo presenti con Mm e protezione civile dalle 4.00 di stanotte e stiamo monitorando fognatura e fiume, cercando di fare tutte le manovre possibili per evitare l'allagamento. Siamo al limite in quanto il Lambro è alto e crescerà ancora e la fognatura sta raccogliendo molta acqua dalle piogge intense", ha ammesso l'assessore. Allagamenti e disagi per i mezzi "Possibili allagamenti causa avverse condizioni meteo", l'avviso della polizia locale meneghina, che ha invitato tutti alla "prudenza nei sottopassi e lungo le strade a scorrimento veloce". Disagi anche per i mezzi Atm. Sulla stazione M3, ha fatto sapere l'azienda di Foro Bonaparte, due ingressi della stazione Corvetto sono chiusi per allagamento, mentre resta aperto quello di viale Lucania. Il tram 9 verso Porta Genova devia e salta le fermate da Stazione Centrale a Porta Venezia per "uno scambio allagato in viale Vittorio Veneto". "Vasca svuotata ieri" "Dalle 3.00 circa sta piovendo su Milano e su tutta la Brianza e le Prealpi", era stato il primo aggiornamento fornito poco dopo le 6 da Granelli. "Il Seveso a Milano è in salita con contributi locali nella zona di Cinisello e da nord. La vasca ieri è stata svuotata ed è pronta ad accogliere la piena", aveva chiarito. "Il Lambro a Milano è in salita e ha già superato la quota dei 2 metri, con contributi a Milano e da nord", aveva proseguito Granelli. A Ponte Lambro, quartiere che spesso finisce sott'acqua a causa dei temporali, "le squadre Mm e protezione civile sono presenti e stanno monitorando l'andamento della fognatura e del Lambro, pronti a intervenire in via Vittorini, Camaldoli e Rilke in caso di fuoriuscita dell'acqua". Alle 6.30 il Seveso aveva raggiunto 1,23 metri a Cesano Maderno, mentre il Lambro ha toccato quota 2,16 a Feltre. Read the full article
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Casale Monferrato celebra l'Unità Nazionale e le Forze Armate: programma del 2 e 4 novembre
Commemorazioni e deposizioni di corone per onorare i Caduti in guerra e in servizio.
Commemorazioni e deposizioni di corone per onorare i Caduti in guerra e in servizio. Le giornate del 2 e 4 novembre 2024 saranno dedicate a Casale Monferrato alle celebrazioni della Giornata dell’Unità Nazionale, della Giornata delle Forze Armate e alla Commemorazione dei Caduti per causa di guerra o in servizio. Un appuntamento solenne, che coinvolgerà la comunità locale, le istituzioni e le…
#2 novembre#4 novembre#alzabandiera#bandiera nazionale#Casale Monferrato#celebrazioni locali#celebrazioni nazionali#celebrazioni patriottiche#celebrazioni solenni#celebrazioni ufficiali Casale.#cerimonia militare#Cerimonia ufficiale#Cerimonie ufficiali#commemorazione caduti#commemorazioni novembre#Comune di Casale Monferrato#corone di alloro#corteo commemorativo#deposizione corone#discorso Sindaco Casale#eroi di guerra#eventi Casale Monferrato#Eventi commemorativi#Forze Armate italiane#frazioni Casale Monferrato#Giardini Pubblici Casale#Giornata dell’Unità Nazionale#Giornata delle Forze Armate#gratitudine alle Forze Armate#lapidi dei Caduti
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Maltempo: danni gravissimi in Piemonte e Valle d'Aosta. Case scoperchiate dal vento fortissimo È stata una notte di terrore a causa del maltempo quella tra il 29 e il 30 giugno per gli abitanti di Piemonte e Valle d’Aosta. Piogge torrenziali, grandine e venti quasi a livello di uragani hanno devastato il Nord/Ovest, colpendo in particolare la regione delle Alpi e delle Prealpi tra le due regioni. Sia in Piemonte che in Valle d’Aosta si contano danni gravissimi, con anche case scoperchiate. Maltempo in Piemonte e Valle d’Aosta: ecco dove piogge e vento hanno fatto più danni Il Piemonte e la Valle d’Aosta sono stete colpite da un’ondata terribile di maltempo. Le zone più colpite sono state quelle delle Alpi e delle Prealpi, dove piogge torrenziali, grandine distruttiva e venti dalle raffiche fortissime (anche superiori ai 120 km orari) hanno causato danni gravissimi. Sono state segnalate case con i tetti scoperchiati a Busano, nel torinese, a causa del forte vento che ha colpito la zona, mentre la grandine ha devastato, con chicchi dal diametro di 5 cm, le città di Cuorgnè, Rocca Canavese, Forno Canavese, Corio e Borgiallo. Gravissimi danni sono stati registrati anche a causa delle frane provocate dal maltempo: Cogne e Cervinia sono rismaste totalmente isolate, in attesa che la conta dei danni possa far luce sul da farsi nella giornata di domenica 30 giugno. Le autorità non hanno per ora segnalato vittime, e hanno mobilitato i soccorsi che sono attivi su tutto il territorio. Leggi anche: Tromba d’aria e grandine a Rovigo: distrutti tetti ed auto Emergenza maltempo in Piemonte e Valle d’Aosta: i dati delle precipitazioni Non solo una grandine devastante e venti fortissimi, Piemonte e Valle d’Aosta sono state colpite anche da precipitazioni straordinarie che hanno registrato dati eccezionali. In particolare, sono stati segnalati 191mm di pioggia cadute in solo otto ore all’Alpe Veglia; 176mm a Noasca; 161mm a Pecetto di Macugnaga; 147mm al Rifugio Zamboni Zappa; 145mm a Varzo. A Cogne, che insieme a Cervinia è rimasta isolata a causa delle frane distruttive causate dal maltempo, i mm di pioggia caduti sono stati 133mm, mentre ad Alagna Valsesia 123mm; a Trasquera 113mm; al Lago di Paione superiore; a Forno Alpi Graie 111mm; a Larecchio 106mm e 102mm a Balme. Leggi anche: Ritorna la sabbia del Sahara in Italia: quando e su quali regioni il cielo si colorerà di giallo
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La Festa dei lavoratori: tra lotte e conquiste
La Festa del Primo Maggio, celebrata ogni anno in tutto il mondo, rappresenta un momento fondamentale per commemorare le lotte e le conquiste del movimento operaio. Le sue origini affondano nella seconda metà dell'Ottocento, quando le condizioni di lavoro nelle fabbriche erano disumane, con orari massacranti, salari miseri e nessuna tutela per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Le radici americane della Festa dei lavoratori Nel 1886, negli Stati Uniti, i lavoratori si unirono per chiedere una riduzione della giornata lavorativa a otto ore. Il 1° Maggio, a Chicago, iniziò uno sciopero generale che coinvolse oltre 350.000 persone. Le proteste continuarono per giorni, sfociando nel tragico massacro di Haymarket il 4 Maggio. Durante una manifestazione pacifica, una bomba esplose tra la folla, causando la morte di 11 persone e il ferimento di molte altre. La polizia reagì sparando sui manifestanti, con un bilancio di ulteriori morti e feriti. Un simbolo internazionale Nonostante la repressione, il sacrificio dei lavoratori di Chicago non fu vano. Nel 1889, durante il Secondo Congresso dell'Internazionale Socialista a Parigi, venne istituita la Festa del Primo Maggio come giornata di commemorazione delle lotte operaie e di rivendicazione dei diritti dei lavoratori. La scelta della data fu un omaggio ai caduti di Haymarket. La diffusione in Italia In Italia, la Festa del Primo Maggio fu celebrata per la prima volta nel 1891. Inizialmente osteggiata dal governo e dalla monarchia, divenne un punto di riferimento per il movimento socialista e sindacale. Nel corso del XX secolo, la Festa del Primo Maggio fu caratterizzata da grandi manifestazioni e scioperi, spesso repressi con violenza dalle autorità. Dal 1990, i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con il comune di Roma, hanno istituito un grande concerto per celebrare il primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani: la manifestazione si tiene a Roma, tradizionalmente in piazza di San Giovanni in Laterano (nel 2020 e 2021 all'Auditorium Parco della Musica, nel 2024 al Circo Massimo) dal primo pomeriggio fino alla notte, con la partecipazione di molti gruppi musicali e cantanti, ed è seguita da centinaia di migliaia di persone, oltre a essere trasmessa in diretta televisiva dalla Rai. Il fascismo e la rinascita L'ascesa del fascismo al potere in Italia nel 1922 segnò un periodo di repressione per il movimento operaio e la Festa del Primo Maggio fu cancellata. Solo con la caduta del regime nel 1945, la Festa poté essere nuovamente celebrata liberamente. Oggi, il Primo Maggio Oggi, il Primo Maggio rappresenta un'occasione per celebrare le conquiste ottenute dai lavoratori in termini di diritti, condizioni di lavoro e tutele sociali. È anche un momento per riflettere sulle sfide ancora aperte, come la precarietà del lavoro, le disuguaglianze salariali e la sicurezza sul luogo di lavoro. Foto di copertina: DepositPhotos Read the full article
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Converse bianche, Converse blu
Dieci anni fa ricordo di essere stato contento per aver finalmente comprato un paio di Converse bianche, da aggiungere a quelle rosse e blu che avevo. Dieci anni fa c’era già Instagram e ricordo di aver postato una foto con le tre paia di scarpe messe in fila e di aver messo come didascalia la bandiera francese. Dieci anni fa, in questo periodo, stavo studiando per prendere la patente e per l’ultimo anno di scuola.
Dieci anni fa mi sono innamorato di una ragazza.
Dieci anni dopo sono tornato a casa dal cinema, dove sono andato a rivedere un film che avevo visto diverso tempo fa e, cercando di individuare il momento preciso della prima visione, sono caduto in un vortice di nostalgia che mi ha portato a scorrere vecchie conversazioni Whatsapp con persone che non fanno più parte della mia vita. Tra loro ho ritrovato la ragazza di dieci anni fa. Quella conversazione non contiene che una manciata di messaggi, così come la chat di Instagram, con foto e messaggi precedenti caduti nell’oblio forzato dal passaggio del tempo. Tra i miei possedimenti più preziosi c’è, però, l’hard disk dove tengo il backup di tutta la mia vita digitale da che ho memoria.
Dieci anni dopo ho realizzato che quella ragazza ricambiava davvero il mio amore e ho ripensato a quante paranoie mi facessi ai tempi pensando il contrario.
Aveva i capelli biondi, un po’ mossi sulle punte, gli occhi castani dolci e lucidi. Metteva sempre l’eyeliner ma stava molto meglio senza. Aveva il naso alla francese e la pelle chiara e liscia. Vederla dava la sensazione di sentire il profumo di un ciliegio appena fiorito. Si vestiva in maniera semplice ed elegante, mai volgare. Era appassionata di libri e cultura francese, per questo e per il suo aspetto la chiamavo la parigina. Aveva un anno più di me, un fratello, un cane e una macchina. Prendeva lo stesso treno che, senza saperlo, avrei dovuto prendere io per mesi ogni giorno, due anni dopo. Frequentava la stessa università che, senza saperlo, avrei frequentato anche io, due anni dopo.
Aveva le Converse blu.
Ci siamo conosciuti una qualsiasi sera d’inverno. Era buio e i miei genitori mi avevano accompagnato a casa di uno dei miei migliori amici dell’epoca. Quella sera io, il mio amico e i suoi genitori, una nostra amica in comune e la parigina abbiamo cenato e guardato Titanic, mentre io mi innamoravo. A quei tempi leggevo Fitzgerald e sono sicuro di avergliene parlato, prima che con una scusa ci scambiassimo il numero di telefono.
Dieci anni dopo ho ricordato, o forse ho scoperto, che per mesi io e la parigina ci siamo mandati ogni giorno uno o più video in cui ci raccontavamo la nostra giornata e ci scoprivamo. Dieci anni dopo ho passato due ore a guardare foto e video di una ragazza di cui ora so poco e nulla.
Non ho avuto il coraggio di riguardare i video che ho mandato io, per vergogna principalmente, per paura di sentire un tono di voce diverso, per paura di vedere allo specchio, ora, degli occhi diversi.
Ho rivisto tutti i suoi, però. In quei video lei è in camera sua o in camera di sua nonna, in bagno mentre si asciuga i capelli lunghissimi, in metropolitana a Milano, sul treno o in stazione a Lambrate, nel cortile dell’università, in macchina. Nei video in macchina si sente anche la radio in sottofondo, che trasmette We can’t stop, Stolen dance e Summer. Nel più lungo lei parla di tante cose, poi si ferma, imbarazzata, facendo finta di non sapere cosa voler dire, poi appoggia il telefono da qualche parte e con le dita mi fa il simbolo del cuore. In alcuni sono presenti delle sue amiche o compagne di scuola, che la inquadrano mentre mi parla. In un altro è nella biblioteca dell’università, un po’ guardinga per non farsi vedere da nessuno, non può né parlare né fare rumore, allora inquadra il computer mentre scrive “ti voglio bene” nella barra di ricerca di Google. In un altro ancora guarda fisso in camera con gli occhi dolci e mi dice solo “sei proprio uno scemo”. Dieci anni dopo ho capito cosa volesse dire.
Abitavamo a un’ora di macchina di distanza. A quei tempi quella distanza sembrava incolmabile, ma non è questo il vero motivo per cui quell’amore è rimasto a mezz’aria.
Io e la ragazza di dieci anni fa non siamo mai potuti stare davvero insieme perché provenivamo entrambi da un ambiente che non concepiva l’amore più puro. Io e la ragazza di dieci anni fa ci siamo amati silenziosamente, quasi segretamente e litigando coi nostri genitori per questo. Io e la ragazza di dieci anni fa siamo stati costretti a smettere di sentirci per mesi, accumulando nel frattempo materiale da mandarci non appena fosse stato possibile riprendere i contatti. Io e la ragazza di dieci anni fa abbiamo solo un paio di foto insieme, fatte di nascosto durante una serata in un pub, in cui abbiamo fatto muovere due compagnie diverse da due città diverse solo per vederci e non rivederci mai più.
Dieci anni dopo ho amato di più e sono stato amato di più, ho sofferto come allora e più di allora, come sicuramente avrà fatto lei. Dieci anni dopo ho vissuto al massimo e sono stato miserabile, ma sempre libero, come spero anche lei.
Non siamo mai stati ufficialmente insieme, ma ci siamo lasciati, con una videochiamata. Credo fosse maggio, faceva già caldo ed ero nel parcheggio della scuola, aspettando che mio padre mi venisse a prendere, era sabato. Probabilmente portavo una camicia che ho ancora a casa dei miei.
Avevo le Converse bianche.
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Oggi come allora "Giù le mani dai giovani!"
Oggi a questi giovani che nessuno deve permettersi di giudicare, fermare, colpire, dedico l’Inno di Italia, pensando a loro e alla loro meravigliosa urgenza di rendere questo mondo un posto migliore.
Da quando sono diventata Consigliere comunale, tra i vari impegni che ho assunto, ce ne è uno, anzi due, ai quali tengo in modo particolare, che riguardano le cerimonie di commemorazione che si svolgono il 4 Novembre, giornata simbolo della nostra Nazione durante la quale facciamo memoria dei caduti e dei dispersi di tutte le guerre, e il 25 Aprile, data che simboleggia la presa di coscienza, la…
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