#Connessione artistica
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"Inaugurata a Alessandria l'Opera del Quadrivio: Il Rondò e le Arti in Movimento". Un simbolo di connessione tra cielo e terra, arte e città, celebrando 40 anni di eccellenza imprenditoriale del Gruppo 3i
Alessandria, 3 ottobre 2024 – Un nuovo simbolo di connessione, estetica e sostenibilità è stato inaugurato oggi pomeriggio ad Alessandria, alla rotatoria tra via Galimberti e via Monteverde, con l'opera “Il Rondò stradale e le arti del quadrivio”.
Alessandria, 3 ottobre 2024 – Un nuovo simbolo di connessione, estetica e sostenibilità è stato inaugurato oggi pomeriggio ad Alessandria, alla rotatoria tra via Galimberti e via Monteverde, con l’opera “Il Rondò stradale e le arti del quadrivio”. Questa imponente installazione rotante, ideata dall’artista alessandrino Mario Fallini, celebra i 40 anni del Gruppo 3i e rappresenta un’importante…
#3i Group#anniversario aziendale#arte contemporanea in Italia#arte e ambiente#arte e territorio#arte e viabilità#arte in movimento#arte pubblica#Arte Rinascimentale#bellezza urbana#celebrazioni anniversario#celebrazioni aziendali#comune di Alessandria#Connessione artistica#cultura cittadina#installazioni artistiche urbane#Leonardo da Vinci#Mario Fallini#opere d&039;arte rotanti#opere ispirate a Leonardo#Quadrivio#Riqualificazione Urbana#Rotatoria Alessandria#scultori italiani#scultura contemporanea#sculture moderne#simboli artistici#simbolismo artistico#Sostenibilità#sostenibilità urbana
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"Edith Schiele, Dying". Questo commovente lavoro dell'Espressionismo è conservato presso il Leopold Museum di Vienna ed è stato realizzato nel 1918.
L'opera ritrae Edith Schiele, la moglie dell'artista, nel suo letto di morte. Realizzata con carboncino nero su carta marrone, la composizione misura 43,8x29,5 cm. Schiele, con la sua maestria nel tratto, cattura la fragilità e la sofferenza del corpo malato, esprimendo un profondo senso di empatia e introspezione.
Il disegno rappresenta Edith distesa sul letto, avvolta da lenzuola bianche. Il suo volto pallido e le sue mani affrante suggeriscono una condizione di malattia avanzata. Schiele utilizza linee intense e decise per evidenziare l'angoscia e la vulnerabilità della figura, trasmettendo una potente carica emotiva.
La scelta del carboncino nero su carta marrone conferisce all'opera un'atmosfera intima e struggente. Schiele crea un contrasto tra la morbidezza del soggetto e la ruvidezza del supporto, creando un effetto visivo che amplifica l'emozione trasmessa dall'opera.
La firma di Schiele si trova in basso a sinistra e include la data "EGON SCHIELE gez. [disegnato] 27. X. abds. [di sera] / 28. Oktober 1918". Questa specifica datazione testimonia l'importanza dell'opera nella fase finale della vita dell'artista e l'intensità emotiva che l'ha ispirata.
Non abbiamo informazioni specifiche riguardo alle mostre in cui l'opera è stata esposta. Tuttavia, possiamo affermare che "Edith Schiele, Dying" rappresenta un punto culminante della produzione artistica di Schiele ed è considerata una delle sue opere più significative.
Attraverso questo ritratto di sua moglie morente, Schiele affronta il tema universale della morte e della sofferenza umana. Il suo stile espressivo e il suo uso intenso del tratto trasmettono un senso di intimità e di connessione emotiva con lo spettatore.
L'opera di Schiele va oltre la semplice rappresentazione fisica e penetra nell'interiorità e nella psicologia del soggetto. "Edith Schiele, Dying" invita a una riflessione profonda sulla fragilità della vita, la mortalità e il valore dell'amore e dell'empatia.
- Joe Conta - Disegni di Schiele: Edith Schiele, Dying
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Santocielo
▷▷ Guarda Link ➠ https://t.co/TEpduN2Eig
Santocielo (2023): Streaming Ita CB01 - è un film di genere commedia del 2023, diretto da Francesco Amato, con Giovanni e Salvatore Ficarra.
❏ SUPPORTI IN STREAMING ❏
I media in streaming sono contenuti multimediali che vengono costantemente ricevuti e presentati a un utente finale mentre vengono forniti da un provider. Il verbo trasmettere in streaming si riferisce al processo di consegna o ottenimento di media in questo modo. [chiarimento necessario] Lo streaming si riferisce al metodo di consegna del mezzo, piuttosto che al mezzo stesso. Il metodo di distribuzione diverso dai media distribuiti si applica specificamente alle reti di telecomunicazioni, poiché la maggior parte dei sistemi di distribuzione sono intrinsecamente in streaming (ad es. radio, televisione, app di streaming) o intrinsecamente non in streaming (ad es. libri, videocassette, CD audio). Ci sono sfide con lo streaming di contenuti su Internet. Ad esempio, gli utenti la cui connessione Internet non dispone di una larghezza di banda sufficiente potrebbero riscontrare interruzioni, ritardi o rallentamento del buffering del contenuto. E gli utenti privi di sistemi hardware o software compatibili potrebbero non essere in grado di riprodurre in streaming determinati contenuti.
Lo streaming live è la consegna di contenuti Internet in tempo reale, proprio come la televisione in diretta trasmette contenuti sulle onde radio tramite un segnale televisivo. Lo streaming in diretta su Internet richiede una forma di supporto sorgente (ad esempio una videocamera, un'interfaccia audio, un software di cattura dello schermo), un codificatore per digitalizzare il contenuto, un editore multimediale e una rete di distribuzione del contenuto per distribuire e distribuire il contenuto. Lo streaming live non ha bisogno di essere registrato nel punto di origine, anche se spesso lo è.
Lo streaming è un'alternativa al download di file, un processo in cui l'utente finale ottiene l'intero file per il contenuto prima di guardarlo o ascoltarlo. Attraverso lo streaming, un utente finale può utilizzare il proprio lettore multimediale per avviare la riproduzione di video digitali o contenuti audio digitali prima che l'intero file sia stato trasmesso. Il termine “streaming media” può essere applicato a media diversi da video e audio, come sottotitoli dal vivo, nastri ticker e testo in tempo reale, che sono tutti considerati “streaming text”.
❏ CONTENUTI COPYRIGHT ❏
Il diritto d'autore è un tipo di proprietà intellettuale che conferisce al suo proprietario il diritto esclusivo di fare copie di un'opera creativa, di solito per un periodo di tempo limitato.[1][2][3][4][5] Il lavoro creativo può essere in una forma letteraria, artistica, educativa o musicale. Il diritto d'autore ha lo scopo di proteggere l'espressione originale di un'idea nella forma di un'opera creativa, ma non l'idea stessa.[6][7][8] Un diritto d'autore è soggetto a limitazioni basate su considerazioni di interesse pubblico, come la dottrina del fair use negli Stati Uniti.
Alcune giurisdizioni richiedono la “riparazione” di opere protette da copyright in una forma tangibile. Spesso è shaCorro date tra più autori, ognuno dei quali detiene una serie di diritti per l'uso o la licenza dell'opera, e che sono comunemente riferiti a Corro date come titolari dei diritti.[citazione necessaria][9][10][11] [12] Questi diritti includono spesso la riproduzione, il controllo su opere derivate, la distribuzione, l'esecuzione pubblica e diritti morali come l'attribuzione.[13]
I diritti d'autore possono essere concessi dal diritto pubblico e sono in tal caso considerati Con chi viaggi “diritti territoriali”. Ciò significa che i diritti d'autore concessi dalla legge di un determinato stato non si estendono oltre il territorio di quella specifica giurisdizione. I diritti d'autore di questo tipo variano in base al paese; molti paesi, e talvolta un grande gruppo di paesi, hanno stipulato accordi con altri paesi sulle procedure applicabili quando i lavori “attraversano” i confini nazionali o i diritti nazionali sono incoerenti.[14]
In genere, la durata di diritto pubblico di un diritto d'autore scade da 50 a 100 anni dopo la morte del creatore, a seconda della giurisdizione. Alcuni paesi richiedono determinate formalità sul diritto d'autore[5] per stabilire il diritto d'autore, altri riconoscono il diritto d'autore in qualsiasi opera completata, senza una registrazione formale.
È opinione diffusa che i diritti d'autore siano un must per promuovere la diversità culturale e la creatività. Tuttavia, Parc sostiene che contrariamente alle cCon chi viaggienze prevalenti, l'imitazione e la copia non limitano la creatività o la diversità culturale, ma in realtà le supportano ulteriormente. Questa argomentazione è stata supportata da molti esempi come Millet e Van Gogh, Picasso, Manet e Monet, ecc.[15]
❏ BENI DI SERVIZI ❏
Il credito (dal latino credit, “(egli/ella) crede”) è il trust che consente a una parte di fornire denaro o risorse a un'altra parte in cui la seconda parte non rimborsa immediatamente la prima parte (generando così un debito), ma promette di rimborsare o restituire tali risorse (o altri materiali di pari valore) in un secondo momento.[1] In altre parole, il credito è un metodo per rendere la reciprocità formale, legalmente vincolante ed estensibile a un ampio gruppo di persone non imparentate.
Le risorse fornite possono essere finanziarie (es. concessione di un prestito), oppure possono consistere in beni o servizi (es. credito al consumo). Il credito comprende qualsiasi forma di pagamento differito.[2] Il credito è concesso da un creditore, noto anche come prestatore, a un debitore, noto anche come mutuatario.
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“ Mentre la vita pubblica e persino quella privata assumono i caratteri dello spettacolo, è in atto un contromovimento che cerca di modellare lo spettacolo, il teatro, tutte le forme di espressione artistica, sulla realtà — di annullare la differenza stessa tra arte e vita. Entrambe le tendenze diffondono un senso dell’assurdo caratteristico della sensibilità contemporanea. Va notata la stretta connessione tra un eccesso di elementi spettacolari, il cinismo dell’atteggiamento disincantato ormai diffuso anche tra i bambini, l’impermeabilità alla sorpresa o alle emozioni violente e la conseguente indifferenza a distinguere tra illusione e realtà. Siamo troppo ciniche [scrive Joyce Maynard di se stessa e di una bambina di quattro anni che ha portato al circo], per non intuire il trabocchetto nel gioco di prestigio, l’imbottitura del Santa Claus dell’Esercito della Salvezza, i trucchi della telecamera negli show pubblicitari alla TV (“Non è la mano di un folletto che spunta fuori dalla lavatrice,” mi dice Hanna, “è soltanto un attore coi guanti.”) Non diversamente al circo... ella si appoggiò indietro sul sedile imbottito, la mia bambina di quattro anni... prevedendo capitomboli e scivoloni, severa, sveglia, triste, saggia, matura, disincantata, più assorta nello zucchero filato che affascinata dal Più Grande Spettacolo del Mondo. [...] Avevamo assistito, impassibili, a spettacoli ben più straordinari, tutto il nostro mondo era un’indigestione per gli occhi, un circo a dieci piste con cui non avrebbero potuto competere neppure i Ringling Brothers. Un uomo ficcò la testa nelle fauci di una tigre e io lo indicai alla mia gelida, imperturbabile amica, con espressioni di sbalordimento esagerato, e quando essa non si curava di guardare... le giravo la testa verso la tigre, la costringevo a seguire il numero. La tigre, penso, avrebbe potuto staccare la testa al domatore con un morso, inghiottirlo in un boccone e tramutarsi in scimmia e lei non avrebbe battuto ciglio. Davanti a noi almeno due dozzine di clown ammucchiati in una Volkswagen cercavano di uscirne senza che Hanna capisse qual era lo scopo di tutto ciò. Non è solo perché sa che escono da una botola che Hanna non riesce a entusiasmarsi. Anche se non fosse a conoscenza del trucco, non dimostrerebbe maggiore interesse.
La sovraesposizione a illusioni prefabbricate distrugge rapidamente la loro efficacia rappresentativa. La componente illusoria del reale non produce, come sarebbe prevedibile, una intensificazione del senso della realtà, ma genera, nei confronti della realtà stessa, uno stato di allarmante indifferenza. Il nostro senso della realtà si trova allora a dipendere, per quanto sembri strano, dalla nostra disponibilità ad accettare l’aspetto illusorio del reale. Persino la comprensione razionale delle tecniche illusorie non annulla la nostra capacità di considerare l’illusione prodotta come una rappresentazione della realtà. La smania di conoscere i trucchi del prestigiatore, come l’interesse suscitato recentemente dagli effetti speciali di un film quale Guerre stellari, hanno in comune con lo studio della letteratura il desiderio di apprendere dai maestri dell’illusione lezioni sulla realtà stessa. Ma quando si riscontra un’indifferenza totale persino per la meccanica dell’illusione, è prevedibile il collasso della stessa idea di realtà, che dipende in ogni suo elemento dalla distinzione tra natura e artificio, realtà e illusione. Tale indifferenza rivela l'erosione della capacità di interessarsi a qualsiasi cosa esterna al sé. Così la bambina impassibile, che ha già visto tutto, si riempie di zucchero filato e quanto succede non le importerebbe neppure se non sapesse in che modo ventiquattro clown riescono a infilarsi in una macchina. “
Christopher Lasch, La cultura del narcisismo. L’individuo in fuga dal sociale in un’età di disillusioni collettive; Nuova postfazione dell’autore, traduzione di Marina Bocconcelli, Fabbri (collana Saggi Tascabili), 1992. [Libro elettronico]
[Edizione originale: The Culture of Narcissism: American Life in an Age of Diminishing Expectations, W. W. Norton, New York City, 1979]
#Christopher Lasch#La cultura del narcisismo#libri#leggere#società americana#individualismo#sociologia#saggistica#società dello spettacolo#teatro#forme d'arte#assurdo#vita#atteggiamento disincantato#disincanto#cinismo#bambini#Esercito della Salvezza#Santa Claus#circo#clown#noia#sospensione dell'incredulità#realtà#illusione#infanzia#sospensione del dubbio#indifferenza#Guerre stellari#letteratura
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“I GOT YOU”, il nuovo singolo degli Yuts and Culture
Dal 1° novembre 2024 sarà in rotazione radiofonica "I GOT YOU", il nuovo singolo degli Yuts and Culture sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 ottobre per Irma Records.
"I got you" è un brano che denuncia una società che ignora la sua crisi spirituale e si muove in modo cieco verso un futuro sempre più disconnesso e disarmonico. L'essere umano nella sua morbosa ricerca del piacere e della ricchezza materiale crea le basi per uno squilibrio spirituale.
La frase "E così come ciechi camminiamo tra ciechi urtandoci uno con l'altro" evoca l'immagine di una società in cui le persone, incapaci di vedere oltre le proprie ossessioni e desideri, si muovono in modo distratto e inconscio.
"I Forti vivranno incomprensibilmente per i deboli" suggerisce una dinamica di potere in cui chi ha forza o risorse vive per sfruttare o dominare i più vulnerabili. Questo riflette una società che, incapace di riconoscere il proprio percorso errato, continua a perpetuare disuguaglianze e ingiustizie.
Hanno collaborato alla realizzazione del singolo: Fabio Luigi Conti Discographica (Cover e Artworks), Paolo Montinaro - Yeahjasi Spazio Recording Brindisi (Registrazione e Mix), Giovanni Versari (Master), Sara Giannone (Cori), Emanuele Coluccia (Sax solo e Sezione fiati), Antonio Macchia (Solo tromba e sezione fiati).
Commentano gli artisti a proposito del brano: "Questo brano riveste un'importanza particolare per noi, poiché si tratta di una celebrazione della nostra ispirazione artistica. Ci siamo ispirati a Marvin Gaye, in particolare all'album 'I Want You' del 1976, che rappresenta un pilastro della musica soul e R&B. La vocalità e le sonorità di questo lavoro richiamano in modo vivido il suo inconfondibile stile, caratterizzato da melodie avvolgenti e testi profondi. Per noi, questa canzone non è solo un omaggio a Gaye, ma simboleggia anche un equilibrio tra le sonorità del passato e quelle moderne. Attraverso questa composizione, desideriamo esprimere la nostra visione artistica: un dialogo continuo tra tradizione e avanguardia, in cui le radici musicali vengono reinterpretate e rinnovate per risuonare con le esperienze attuali."
Il visual video di "I Got You" nasce dall'idea di Davis Albert Valle che, ispirato dal sound groovy del brano, in particolare dalle percussioni, immagina delle pitture tribali rupestri, che ha poi creato e animato utilizzando la tecnica dello stop motion. Con questa tecnica, consente di dare vita alle pennellate, formando immagini e forme che sembrano danzare a ritmo di musica. L'effetto è quello di far vibrare visivamente ciò che solitamente appare immobile su una tela, come se le vibrazioni sonore potessero alterare e animare il dipinto stesso.
Guarda il video su YouTube: https://youtu.be/ocDwthILEUo
Biografia
Yuts and Culture è una band di origine pugliese che combina le radici profonde della black music con uno spirito innovativo. Inizialmente formatasi come una band di Reggae Roots, ha arricchito il proprio stile con influenze Funk, Soul ed R'n'B. Il loro album di debutto, "Naked Truth", rappresenta questa evoluzione, fondendo ritmi in levare con groove funk e soul, mantenendo una forte connessione con la tradizione musicale degli anni '70 pur abbracciando la modernità. La loro musica autentica e spirituale mira a creare un profondo senso di empatia con l'ascoltatore. La band è composta da: Diego Martino alla batteria, Pierpaolo Polo al basso Elettrico, Alberto Zacà alla chitarra, Daniele Arnone alle tastiere, Kalad Marra alle tastiere, Angelo de Grisantis alle percussioni, Vincenzo Baldassarre alla voce, Carlo Gioia al sax, Lorenzo Lorenzoni al trombone, Carmen Melcarne e Liana Enrica ai cori.
"I got you" è il nuovo singolo degli Yuts and Culture disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 ottobre 2024 e in rotazione radiofonica dal 1° novembre.
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“I GOT YOU”, il nuovo singolo degli Yuts and Culture
Dal 1° novembre 2024 sarà in rotazione radiofonica "I GOT YOU", il nuovo singolo degli Yuts and Culture sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 ottobre per Irma Records.
"I got you" è un brano che denuncia una società che ignora la sua crisi spirituale e si muove in modo cieco verso un futuro sempre più disconnesso e disarmonico. L'essere umano nella sua morbosa ricerca del piacere e della ricchezza materiale crea le basi per uno squilibrio spirituale.
La frase "E così come ciechi camminiamo tra ciechi urtandoci uno con l'altro" evoca l'immagine di una società in cui le persone, incapaci di vedere oltre le proprie ossessioni e desideri, si muovono in modo distratto e inconscio.
"I Forti vivranno incomprensibilmente per i deboli" suggerisce una dinamica di potere in cui chi ha forza o risorse vive per sfruttare o dominare i più vulnerabili. Questo riflette una società che, incapace di riconoscere il proprio percorso errato, continua a perpetuare disuguaglianze e ingiustizie.
Hanno collaborato alla realizzazione del singolo: Fabio Luigi Conti Discographica (Cover e Artworks), Paolo Montinaro - Yeahjasi Spazio Recording Brindisi (Registrazione e Mix), Giovanni Versari (Master), Sara Giannone (Cori), Emanuele Coluccia (Sax solo e Sezione fiati), Antonio Macchia (Solo tromba e sezione fiati).
Commentano gli artisti a proposito del brano: "Questo brano riveste un'importanza particolare per noi, poiché si tratta di una celebrazione della nostra ispirazione artistica. Ci siamo ispirati a Marvin Gaye, in particolare all'album 'I Want You' del 1976, che rappresenta un pilastro della musica soul e R&B. La vocalità e le sonorità di questo lavoro richiamano in modo vivido il suo inconfondibile stile, caratterizzato da melodie avvolgenti e testi profondi. Per noi, questa canzone non è solo un omaggio a Gaye, ma simboleggia anche un equilibrio tra le sonorità del passato e quelle moderne. Attraverso questa composizione, desideriamo esprimere la nostra visione artistica: un dialogo continuo tra tradizione e avanguardia, in cui le radici musicali vengono reinterpretate e rinnovate per risuonare con le esperienze attuali."
Il visual video di "I Got You" nasce dall'idea di Davis Albert Valle che, ispirato dal sound groovy del brano, in particolare dalle percussioni, immagina delle pitture tribali rupestri, che ha poi creato e animato utilizzando la tecnica dello stop motion. Con questa tecnica, consente di dare vita alle pennellate, formando immagini e forme che sembrano danzare a ritmo di musica. L'effetto è quello di far vibrare visivamente ciò che solitamente appare immobile su una tela, come se le vibrazioni sonore potessero alterare e animare il dipinto stesso.
Guarda il video su YouTube: https://youtu.be/ocDwthILEUo
Biografia
Yuts and Culture è una band di origine pugliese che combina le radici profonde della black music con uno spirito innovativo. Inizialmente formatasi come una band di Reggae Roots, ha arricchito il proprio stile con influenze Funk, Soul ed R'n'B. Il loro album di debutto, "Naked Truth", rappresenta questa evoluzione, fondendo ritmi in levare con groove funk e soul, mantenendo una forte connessione con la tradizione musicale degli anni '70 pur abbracciando la modernità. La loro musica autentica e spirituale mira a creare un profondo senso di empatia con l'ascoltatore. La band è composta da: Diego Martino alla batteria, Pierpaolo Polo al basso Elettrico, Alberto Zacà alla chitarra, Daniele Arnone alle tastiere, Kalad Marra alle tastiere, Angelo de Grisantis alle percussioni, Vincenzo Baldassarre alla voce, Carlo Gioia al sax, Lorenzo Lorenzoni al trombone, Carmen Melcarne e Liana Enrica ai cori.
"I got you" è il nuovo singolo degli Yuts and Culture disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 ottobre 2024 e in rotazione radiofonica dal 1° novembre.
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“I GOT YOU”, il nuovo singolo degli Yuts and Culture
Dal 1° novembre 2024 sarà in rotazione radiofonica "I GOT YOU", il nuovo singolo degli Yuts and Culture sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 ottobre per Irma Records.
"I got you" è un brano che denuncia una società che ignora la sua crisi spirituale e si muove in modo cieco verso un futuro sempre più disconnesso e disarmonico. L'essere umano nella sua morbosa ricerca del piacere e della ricchezza materiale crea le basi per uno squilibrio spirituale.
La frase "E così come ciechi camminiamo tra ciechi urtandoci uno con l'altro" evoca l'immagine di una società in cui le persone, incapaci di vedere oltre le proprie ossessioni e desideri, si muovono in modo distratto e inconscio.
"I Forti vivranno incomprensibilmente per i deboli" suggerisce una dinamica di potere in cui chi ha forza o risorse vive per sfruttare o dominare i più vulnerabili. Questo riflette una società che, incapace di riconoscere il proprio percorso errato, continua a perpetuare disuguaglianze e ingiustizie.
Hanno collaborato alla realizzazione del singolo: Fabio Luigi Conti Discographica (Cover e Artworks), Paolo Montinaro - Yeahjasi Spazio Recording Brindisi (Registrazione e Mix), Giovanni Versari (Master), Sara Giannone (Cori), Emanuele Coluccia (Sax solo e Sezione fiati), Antonio Macchia (Solo tromba e sezione fiati).
Commentano gli artisti a proposito del brano: "Questo brano riveste un'importanza particolare per noi, poiché si tratta di una celebrazione della nostra ispirazione artistica. Ci siamo ispirati a Marvin Gaye, in particolare all'album 'I Want You' del 1976, che rappresenta un pilastro della musica soul e R&B. La vocalità e le sonorità di questo lavoro richiamano in modo vivido il suo inconfondibile stile, caratterizzato da melodie avvolgenti e testi profondi. Per noi, questa canzone non è solo un omaggio a Gaye, ma simboleggia anche un equilibrio tra le sonorità del passato e quelle moderne. Attraverso questa composizione, desideriamo esprimere la nostra visione artistica: un dialogo continuo tra tradizione e avanguardia, in cui le radici musicali vengono reinterpretate e rinnovate per risuonare con le esperienze attuali."
Il visual video di "I Got You" nasce dall'idea di Davis Albert Valle che, ispirato dal sound groovy del brano, in particolare dalle percussioni, immagina delle pitture tribali rupestri, che ha poi creato e animato utilizzando la tecnica dello stop motion. Con questa tecnica, consente di dare vita alle pennellate, formando immagini e forme che sembrano danzare a ritmo di musica. L'effetto è quello di far vibrare visivamente ciò che solitamente appare immobile su una tela, come se le vibrazioni sonore potessero alterare e animare il dipinto stesso.
Guarda il video su YouTube: https://youtu.be/ocDwthILEUo
Biografia
Yuts and Culture è una band di origine pugliese che combina le radici profonde della black music con uno spirito innovativo. Inizialmente formatasi come una band di Reggae Roots, ha arricchito il proprio stile con influenze Funk, Soul ed R'n'B. Il loro album di debutto, "Naked Truth", rappresenta questa evoluzione, fondendo ritmi in levare con groove funk e soul, mantenendo una forte connessione con la tradizione musicale degli anni '70 pur abbracciando la modernità. La loro musica autentica e spirituale mira a creare un profondo senso di empatia con l'ascoltatore. La band è composta da: Diego Martino alla batteria, Pierpaolo Polo al basso Elettrico, Alberto Zacà alla chitarra, Daniele Arnone alle tastiere, Kalad Marra alle tastiere, Angelo de Grisantis alle percussioni, Vincenzo Baldassarre alla voce, Carlo Gioia al sax, Lorenzo Lorenzoni al trombone, Carmen Melcarne e Liana Enrica ai cori.
"I got you" è il nuovo singolo degli Yuts and Culture disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 ottobre 2024 e in rotazione radiofonica dal 1° novembre.
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Folcast, "Tutti i miei piani": la recensione
Tutti i miei piani è il nuovo ep di Folcast, un lavoro autobiografico sul conflitto interiore tra solitudine e incontro, sulla nostra ambivalenza: l’espressione artistica dell’eterna lotta tra il desiderio di isolamento e il bisogno di connessione, tra fatica e conforto, sostenuta da eventi che possono trasformare radicalmente la nostra vita, come la nascita di un figlio. Sette tracce che…
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“Le pietre e il popolo” di Tomaso Montanari
“… il vero capolavoro della nostra tradizione artistica è quella rete di relazioni tra oggetti, luoghi e persone che chiamiamo città. E, più precisamente, ciò che davvero conta è il nesso fra l’urbs (la città delle pietre) e la civitas (la città degli uomini).” “… nulla si può capire dell’urbs, della città materiale, se non la si mette in connessione con le vicende morali e spirituali della…
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Fare business su Instagram è un'opportunità potentissima:
Per un musicista o un artista in generale, fare business su Instagram è un'opportunità potentissima per farsi conoscere e, se gestito correttamente, può portare a un notevole successo. Instagram è diventato una piattaforma indispensabile per chi lavora nel mondo creativo, grazie alla sua capacità di promuovere la propria arte in modo visivo e diretto. Ecco come Instagram può aiutare un artista a crescere e ottenere successo:
1. Visibilità globale
Instagram permette di raggiungere un pubblico globale, rompendo le barriere geografiche. Un musicista o artista può far conoscere il proprio lavoro a persone di tutto il mondo senza la necessità di intermediari tradizionali come case discografiche o gallerie d’arte.
2. Crescita organica e viralità
I contenuti possono diventare virali molto rapidamente, soprattutto grazie a funzionalità come i Reels, le storie e le live. Un video musicale, una performance, o una clip che mostra l'artista al lavoro può essere condivisa e apprezzata da migliaia, o addirittura milioni, di utenti.
3. Connessione diretta con i fan
Instagram consente di instaurare un rapporto personale con i fan. Attraverso i commenti, i messaggi diretti e le interazioni sulle storie, un musicista o artista può creare una comunità intorno alla propria arte, rispondendo direttamente ai fan e coinvolgendoli nel processo creativo.
4. Storytelling del processo creativo
Instagram è perfetto per raccontare la propria storia. Gli artisti possono condividere il dietro le quinte del loro lavoro, mostrando processi di registrazione, prove, sketch, esperimenti e tutto ciò che rende unico il proprio percorso creativo. Questo aumenta l'autenticità e permette ai fan di sentirsi parte dell'evoluzione artistica.
5. Promozione di nuove uscite e progetti
Per i musicisti, Instagram è ideale per annunciare nuove canzoni, album, o tour. Per gli artisti visivi, possono promuovere nuove mostre, collaborazioni o vendite di opere. Ogni post o storia può diventare uno strumento di promozione, creando attesa e coinvolgimento per ogni nuovo progetto.
6. Collaborazioni con altri artisti e influencer
Instagram è una piattaforma che facilita le collaborazioni. Un musicista può collegarsi facilmente con altri artisti, produttori o persino influencer del settore musicale, ampliando così il proprio pubblico. Collaborazioni visive tra artisti di diverse discipline possono anche generare contenuti innovativi e di impatto.
7. Monetizzazione e vendite dirette
Instagram offre la possibilità di monetizzare il proprio pubblico. Ad esempio, i musicisti possono vendere merchandise o biglietti per i concerti, mentre gli artisti visivi possono vendere direttamente le loro opere. Attraverso i post con tag di prodotto o gli shop integrati, è possibile trasformare i follower in clienti.
8. Uso di contenuti multimediali
Un musicista o un artista può sfruttare Instagram per condividere vari tipi di contenuti:
Musica: Video di esibizioni, clip in studio, teaser di nuove tracce.
Visivo: Mostrare opere d'arte finite, ma anche sketch o processi di lavoro.
Testimonial: Raccontare esperienze personali o far parlare i fan del proprio lavoro. Questo mix multimediale permette di esprimere la propria creatività in modo vario e coinvolgente.
9. Espandere la propria fanbase
L'uso degli hashtag strategici, il geotagging e la creazione di contenuti rilevanti aiuta a far scoprire l'artista da nuovi follower. Il sistema di raccomandazione di Instagram, come la sezione "Esplora", può far crescere la visibilità del profilo se i contenuti sono interessanti e coinvolgenti.
10. Costruzione di un'identità artistica solida
Instagram è lo spazio perfetto per definire e costruire un’identità visiva coerente. Un profilo curato, con uno stile grafico e una narrazione visuale chiara, trasmette immediatamente la personalità dell’artista. Questo aiuta a distinguersi e a rimanere nella memoria del pubblico.
11. Engagement costante con contenuti freschi
Instagram richiede costanza, ma questo può lavorare a vantaggio degli artisti. Postando regolarmente, mantenendo aggiornati i fan con le ultime novità e creando contenuti accattivanti (come video dietro le quinte o sessioni live), un musicista o artista mantiene alto l'engagement e rafforza la propria presenza online.
12. Accesso agli strumenti di analisi
Instagram offre dati e analisi sul coinvolgimento, i follower, e la performance dei contenuti. Questi dati aiutano a comprendere meglio quale tipo di post piace di più al pubblico e a ottimizzare la strategia social, migliorando la visibilità e l’engagement.
13. Networking professionale
Oltre a promuovere l'arte, Instagram è anche un ottimo strumento di networking professionale. Un musicista può entrare in contatto con etichette discografiche, produttori, manager o altri artisti. Gli artisti visivi possono entrare in contatto con gallerie o curatori d'arte.
14. Accesso a eventi e opportunità
Molti eventi, contest, e opportunità di collaborazioni o sponsorizzazioni vengono pubblicizzati su Instagram. Partecipare attivamente alla comunità su Instagram può aprire porte a concerti, mostre, interviste, collaborazioni e progetti di grande visibilità.
Conclusione
Per un musicista o un artista, Instagram non è solo un modo per condividere opere, ma un vero e proprio strumento di business e promozione. Con la giusta strategia, permette di costruire una fanbase solida, monetizzare il proprio lavoro, e ottenere opportunità di carriera che altrimenti sarebbero difficili da raggiungere. Se usato bene, Instagram può diventare un trampolino di lancio per il successo.
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Presentazione:
Ryosuke Cohen, “Attesa tra relazione e partecipazione condivisa”
Ryosuke Cohen, “Attesa tra relazione e partecipazione condivisa”
Presentazione a cura di Sandro Bongiani
Salerno, 10 giugno 2024
Una mostra a cura di Sandro Bongiani in contemporanea con la 60. Biennale di Venezia 2024, incentrata sul tema dello straniero ovunque Una sorta di rilettura delle proposte in atto presentate per l’occorrenza in un padiglione del tutto virtuale, con un’area immaginaria di 3 sale presso il Pavilion Lautania Valley.
Quella di Ryosuke Cohen, è un’altra proposta decisamente ai margini del sistema dell’arte ufficiale. Vengono presentate per l’occasione tutte le 69 opere Brain Cell Coronavirus eseguite dall’artista giapponese tra il 2020 e il 2022. Un progetto che nasce da una costola dei “Brain Cell” iniziato nel 1985, quasi quarant’anni fa. L’idea fondante è stata nell’assenza dell’essere di una positiva e fattiva connessione umana tra artista e opera atta a riflettere sul tormentato momento Covid tra attesa e distanziamento forzato che il virus Coronavirus ha imposto per qualche interminabile anno al mondo intero cercando di far riflettere sul concetto di partecipazione e condivisione da parte degli artisti relegati duramente a vivere in una quarantena forzata.
Nell’assenza di un contatto e di una relazione fisica con l’altro l’invio postale ha fornito agli artisti l’opportunità di comunicare, ciascuno secondo il suo particolare pensiero e sofferenza il proprio punto di vista, con un’esperienza unica che si riconcilia al raccordo d’insieme che fa Cohen nell’elaborazione finale dell’opera. Quello che ha fatto Ryosuke Cohen per due anni è assemblare pazientemente i pensieri degli artisti e riunirli ogni 10/15 giorni sotto un unico tetto collettivo.
Partecipazione, provvisorietà e condivisione sono le cose che da tempo interessano Cohen, sono il segno distintivo che caratterizzano anche queste 69 opere. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l’orchestrazione e la grande capacità di un artista come Cohen capace di correlare le urgenze e i diversi momenti del vivere ora cristallizzate in un canto corale, sotto lo sguardo vigile e partecipe dell’artista giapponese”.
Nonostante le ristrettezze imposte, l’artista ci vuol far riflettere sul potere dell’arte come forza propulsiva e collettiva capace di generare un insieme poetico. Cohen è oggi l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio che nasce dal contributo degli altri e si materializza nella collaborazione collettiva in cui tutti possono partecipare ed essere positivamente coinvolti. Le varie stampe del progetto Brain Cell realizzate da Cohen non possono essere considerate opere “finite”, intese come opere che si completano nella realizzazione della copia grafica, ma di un’opera caratterizzata dall’indeterminatezza e provvisorietà del proprio esistere insito nel suo DNA. Di certo, se il risultato finale di ogni stampa fosse davvero “un’opera compiuta”, credo che Cohen smetterebbe di colpo di realizzare altre copie di “Brain Cell”, proprio perché svuoterebbe pesantemente il senso e la filosofia generatrice di questa particolare pratica artistica. Nelle opere presenti a questo evento vi è una sorta di naturale senso di leggerezza e di sospensione che per la cultura giapponese è un elemento distintivo pregno di significati simbolici nascosti: la presenza, il vuoto (ku), lo spazio (ma), l’incompletezza indefinita, sono concetti profondamente radicati nella spiritualità orientale, tra buddismo e il pensiero zen e sono anche il "trait d'union" in cui viene concepita espressamente questa inedita e particolare esposizione.
La marginalità Attiva & Swarm Art come partecipazione condivisa
La Mail Art è nata più di 50 anni fa, nel 1962, da quando l'artista americano Ray Johnson, fondò la “New York Corrispondance School of Art” occasionalmente in contemporanea con il movimento “ Fluxus” del lituano-americano George Maciunas (1961) e la Pop Art di Leo Castelli a New York (1962). Una sorta di scuola d’arte per corrispondenza nella quale gli elaborati grafici con l’inserimento di timbri e collage venivano per la prima volta spediti per posta a conoscenti e persino ignari destinatari, dando completa autonomia alla comunicazione e rendendo questo nuovo modo di espressione totalmente libero e al di fuori di qualsiasi schema imposto e prefissato dal potere culturale e di conseguenza dal mercato ufficiale dell’arte. Dopo Ray Johnson, anche Guglielmo Achille Cavellini, nei primi anni 70 (1971), aveva inventato “l'autostoricizzazione”,realizzando delle mostre a domicilio e utilizzando i cataloghi che inviava in visione agli artisti del Network. Questi due artisti, per primi, avevano solo accennato a questa nuova e possibile strategia di messa in crisi del sistema culturale che non permetteva nessuna intrusione se non avvalorato da un potere forte che condizionava e controllava le proposte e le scelte al fine di regolarne il flusso e ossigenare il mercato dell’arte. E’ stato soprattutto Cavellini (GAC), a compiere “il grande passo”; quello di contrapporsi ad un sistema ormai monotono; un ulteriore sviluppo verso la messa in crisi del tradizionale sistema dell’arte. Negli anni 80, precisamente nel giugno del 1985, l’artista giapponese Ryosuke Cohen rimette ancora una volta in gioco le carte della sperimentazione, in un sistema culturale antiquato che preferisce l’opera creata appositamente per essere commercializzata. Lo fa proponendo un particolare progetto “Brain Cell” (Cervello Cellula), che lo ha visto coinvolto per oltre 30 lunghi anni, assieme a migliaia di membri sparsi in oltre 80 paesi, in cui i singoli artisti collaborano inviando per posta a Cohen disegni, francobolli, timbri, adesivi o altro. Egli utilizzando un vecchio sistema serigrafico, chiamato ciclostile (ormai fuori produzione) fa 150 copie A3 (29,7x42). E’ un progetto ancora attivo che viene stampato ogni 7-10 giorni e rispedito ai rispettivi collaboratori, allegando un elenco di indirizzi di collaboratori provenienti da alcuni paesi (55 in media per opera). Dal 1985 sono passati già quasi 40 anni ed è stato superato il 15 giugno del 2024 il “Brain Cell” n° 1215. Da diverso tempo l’artista Cohen rifiuta l’opera unica e concetti consueti come l’originalità, preferendo maggiormente il gioco, la ricerca e la libertà dell’artista volutamente collocato ai margini di un sistema culturale antiquato e passatista.
Nella pratica dell’arte postale non esiste un’unica ideologia o “ism” ben solida capace di sopravvivere e prevalere sulle altre. Secondo Ray Johnson, “Mail Art is not a single art movement, but is quite a megatrend that insists that we change our consciousness”, quindi, non è un unico movimento artistico ma piuttosto un grande movimento “trasversale” a tutte le altre proposte ed esperienze artistiche che ci sollecita concretamente a prendere coscienza di noi stessi. Di conseguenza, si condividono i frammenti di idee con altri artisti in una relazione libera da “copyright”, utilizzando e trasformando persino le opere di altri autori in un incessante “add and send by mail” collettivo. Nella pratica elitaria attuata dal sistema istituzionale ufficiale dell’arte si preferisce la concorrenza piuttosto che la cooperazione e la sperimentazione. Nella Mail Art questi concetti scompaiono per dare spazio alla creatività e alla ricerca spontanea svolta in campo in modo paritario.
Nato nel 1948 a Osaka, in Giappone, Ryosuke non è il primo e unico artista postale giapponese, prima di lui anche Shozo Shimamoto aveva condiviso la Mail Art, tuttavia, è certamente l’autore giapponese più longevo e per certi versi, anche il più interessante e attivo oggi nel network internazionale di chiunque altro per la diffusione capillare della pratica Mail artistica. Dopo “Brain Cell”, nell'agosto 2001 ha iniziato anche un altro progetto chiamato “Fractal Portrait Project”, iniziato in Italia al fine di realizzare più proficuamente il concetto di “Brain Cell”, facendo ritratti e Silhouette (face and body) agli amici artisti incontrati in questi anni nei in diversi incontri (Meetings) in tutto il mondo. Secondo Cohen, “Brain Cell” è come la struttura di un cervello visto al microscopio, ci appare come lo schema delle rete con migliaia di neuroni accumulati e ramificati insieme proprio come il Network dell’arte postale. La Mail art - scrive l’artista - “is dynamic", because you can be more of an individual free to create works of art with a new mind, being fragments of the entire network and sharing snippets of many other artists", e poi, “la rete si espande da A a B, da B a C, da C a D, da D a A, da C a A e così via, è come un corpo unico con una costruzione cerebrale fatta di un gran numero di cellule nervose strutturate e complesse, sistemate in un ordine non lineare. Ecco perché ha definito questo tipo di esperienza “Brain Cell (cellule del cervello)”. Praticamente è il risultato di un complesso intreccio di cellule nervose del cervello, un progetto senza fine, aggiungendo, “ciò che nasce dal “flusso” Dada, Fluxus e Mail Art è l’unico modo per realizzare la nuova arte del domani”.
Fractal (frattale), letteralmente significa figure simili fra loro, il nuovo concetto è stato utlizzato per prima dal matematico francese B. Mandelbrot all’Istituto Watson IBM. La caratteristica principale dei frattali è “l’auto similarità”, la ripetizione sino all'infinito di uno stesso motivo caratterizzato dall’indeterminatezza temporanea e provvisoria del suo esistere, come per esempio, gli alberi della foresta Amazzonica del Sud America che si compone di numerose specie che convivono insieme. Nel 2006 Ryosuke Cohen, scrive: “Nowadays I have come to realize that we are all part of a fractal, and that I can be a piece of that fractal, and that I can create art, in a way that extends beyond myself as an individual, in communication with infinite mail artists' ideas”, (oggi mi sono reso conto che siamo tutti parte di un frattale e che posso essere un pezzo di quel frattale estendendomi come individuo al di là di me stesso in una infinita comunicazione di idee con gli artisti postali).
Questa particolare concezione personalmente preferisco chiamarla “swarm intelligence” traducibile come: “intelligenza dello sciame”, è un termine più vicino a tutti gli esseri viventi coniato per la prima volta nel 1988 in seguito a un progetto ispirato ai sistemi robotici. Esso prende in considerazione lo studio dei sistemi auto-organizzati, nei quali un'azione complessa deriva da un fare collettivo, come accade in natura nel caso di colonie di insetti, stormi di uccelli, branchi di pesci oppure mandrie di mammiferi. Secondo la definizione di Beni e Watt la swarm intelligence può essere definita come: “Proprietà di un sistema in cui il comportamento collettivo interagisce in modo collaborativo producendo risposte funzionali al sistema”, sia ben chiaro, non inteso in senso speculativo e in funzione di un risultato economico, bensì, di una risposta partecipativa in funzione di un concreto apporto creativo “non autoritario”, proprio come avviene nella prassi collaborativa e democratica del movimento della Mail art.
Una considerazione doverosa da fare sul lavoro di Cohen è quella di aver messo, “fuori gioco”, ancora una volta, il vecchio sistema ufficiale dell’arte, relegando fuori dalla porta personaggi equivoci come i galleristi, i critici d’arte e persino i collezionisti di opere d’arte dal momento che lo scambio delle opere prodotte avviene tra gli artisti del Network. Quindi, le opere realizzate non vengono trattenute e conservate dall’artista in vista di un consueto profitto ma inviate ai rispettivi collaboratori. Con la spedizione postale delle stampe i collaboratori, utilizzano i propri archivi, diventando altresì collezionisti delle opere ricevute Spesso, con i lavori “Brian Cell” realizzati nei vari tour che ogni anno l’artista fa in giro per il mondo si organizzano delle mostre come per esempio la mostra realizzata nel 2018 a Pontassieve in occasione della “XXVII Rassegna internazionale “Incontri d’Arte”. Risulta ancora quanto mai complicato e difficile organizzare tradizionali mostre con i “Fractal Portrait Project” proprio per la reale difficoltà a reperire e raccogliere concretamente le diverse opere donate nel tempo agli amici artisti rappresentati, tuttavia qualcosa di concreto si è fatto già. Per quando riguarda i progetti “Fractal Portrait” svolti da Cohen in quasi 24 anni nel campo della performance vogliamo evidenziare un lato ancora poco conosciuto, soprattutto alla conoscenza delle opere “Body” e della serie delle slhouette del corpo create a partire dal 2001 in poi fino a oggi, realizzate dall’artista giapponese in particolari momenti collettivi unendo insieme diversi fogli Brain Cell in cui i soggetti, gli amici incontrati nei vari tour vengono invitati a farsi fare un ritratto da Cohen o a distendersi a terra sopra questi fogli Brain Cell, con l’artista impegnato per l’occasione a disegnare e rilevare il contorno immediato del corpo. Una sorta di “performance estemporanea e collettiva”, prima di procedere alla consueta realizzazione dell’opera. Una performance “provvisoria” in funzione della realizzazione dell’opera. Tutto ciò, seppur con le dovute differenze di lavoro, lo lega indissolubilmente al suo caro amico Shozo Shimamoto, divenendo il naturale attivo continuatore dell’arte di ricerca oggi in Giappone. Per questa mostra personale dell’artista giapponese sono presenti in mostra 69 opere della serie “Brain Cell Coronavirus” realizzate tra il 2020 e il 2022.
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Come ti Spiego l'Animo di un Poeta di Marco Fabio: Un Viaggio nell'Essenza dell'Emozione Umana. Recensione di Alessandria today
Una silloge poetica che esplora le profondità dell’animo umano con parole ponderate e cariche di emozione, tradotta anche in lingua rumena.
Una silloge poetica che esplora le profondità dell’animo umano con parole ponderate e cariche di emozione, tradotta anche in lingua rumena. Come ti Spiego l’Animo di un Poeta è una raccolta poetica di Marco Fabio che porta il lettore attraverso un viaggio intenso nelle emozioni umane, con parole intrise di sacralità, quasi scolpite con cura e delicatezza. La poesia di Marco Fabio è densa,…
#Animo umano#Come ti spiego l’animo di un poeta#Compassione#compassione nella poesia#connessione umana#dolore e umanità#emozioni nella poesia#emozioni universali.#empatia#esperienze collettive#espressione artistica#espressione emotiva#introspezione emotiva#Introspezione poetica#introspezione umana#lingua rumena#linguaggio poetico#Marco Fabio#Nastasa Silvia Steliana#parole e sacralità#poesia come specchio#poesia contemporanea#poesia e cultura#poesia e realtà umana.#poesia emozioni umane#poesia italiana#poesia sull&039;essere umano#poesia tradotta#Poeta italiano#prefazione poetica
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BiSOUND - Il singolo “Rifugio”
Il brano del poliedrico duo sugli stores digitali e dal 17 maggio nelle radio
“Rifugio” è il nuovo singolo dei BiSOUND, eclettico e visionario duo, sui principali stores digitali e dal 17 maggio nelle radio italiane in promozione nazionale. Produzione impeccabile dagli arrangiamenti attuali, di tendenza e ben strutturati, che evidenziano la personalità degli artisti, figlia di una maturità artistica raggiunta a pieni voti. Melodie vincenti che entrano in testa sin dal primo ascolto e destinate a rimanerci, su cui scivola l’interpretazione vocale dei BiSOUND, autentica e sentita, che dona al tutto un forte impatto emotivo. Un mix di generi che sconfina in una evoluzione stilistica degna di nota, pronta per attirare l’attenzione di pubblico e critica. Il brano descrive un caldo rifugio che i due ragazzi scoprono dopo l'incontro di una donna elegante e dal portamento intrigante e travolgente. Parla della sensazione di sentirsi protetti non solo fisicamente, ma anche spiritualmente ed energicamente.
“Con il brano Rifugio vogliamo trasmettere sensualità, ritmo e gioia nel trovarsi in un luogo dove rifugiarsi, dove sentirsi liberi, dove amare e non solo. Far sì che le parole della canzone Rifugio e il suo instrumental possano donare una visione completa delle immagini del brano.” BiSOUND
Ascolta il brano https://open.spotify.com/intl-it/track/2bAnkqijMZtEXP2N4YAr2K?si=d7d3231dcd1e4a3d
I BiSOUND si raccontano Ci siamo incontrati per la prima volta due anni fa a Torino. All’inizio non ci frequentavamo neanche. Poi inaspettatamente, mentre eravamo in fase di allestimento per un Musical, a causa delle restrizioni date dal Covid, ci siamo ritrovati a condividere la stessa stanza. Abbiamo iniziato a conoscerci davvero e a condividere idee, passioni e sogni. Ci siamo legati immediatamente e la connessione che abbiamo scoperto nella musica ci ha davvero stupiti. Addirittura, guardando vecchie bozze di testi, ci siamo accorti che molti di questi combaciavano. Da quel momento abbiamo iniziato a scrivere tantissimo. Abbiamo provato a cercare la giusta strategia per scrivere, cercando le parole giuste, parole che potessero lasciare qualcosa. Ci piace molto comunicare con parole che donano immagini, per noi è questa la musica. Abbiamo provato a giocare di fantasia nel tentativo di trovare qualcosa di fresco, qualcosa che potesse fondere le nostre voci e nello stesso tempo le nostre emozioni. Si è creata una meravigliosa amicizia. Ma la cosa più inaspettata è stata la forte intesa artistica, che ci ha fin da subito entusiasmato. Successivamente, grazie ad una lezione individuale dove abbiamo cantato quattro nostri inediti, tra questi “Tutto Tace (Quando Sei)”, siamo riusciti a sorprendere Tony De Gruttola, che entusiasta ha deciso di portare avanti con noi e Daniel Bestonzo il progetto BiSOUND. Siamo arrivati così alla realizzazione del nostro primo singolo “Tutto Tace (Quando Sei)”. Attualmente in promozione con il singolo “Rifugio” in attesa dei live estivi.
Instagram: https://www.instagram.com/bisound__?igsh=eGd6bTcxb3JxMWZk YouTube: https://youtube.com/@bisound3913?si=OMqDUx4ws0oh3_oG TikTok: https://www.tiktok.com/@bisoundofficial?t=8mElp0FAutE&_r=1
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Santa Giovanna dei Macelli. Riflessioni dopo la visione
A cura di Anna Nappi
In questo articolo parleremo dell'universo teatrale della compagnia Erosanteros attraverso la loro versione di "Santa Giovanna dei Macelli". Esploreremo il processo di ideazione e co-produzione di questo spettacolo, analizzeremo la sua connessione e riflessione sulla realtà sociale ed economica contemporanea .
DALL’IDEAZIONE ALLA (CO)-PRODUZIONE DELLO SPETTACOLO
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In questo video Agata Tomsic, attrice, regista, dramaturg e teorica della compagnia EROSANTEROS, racconta la complessità che si cela dietro la nascita di uno spettacolo di mole artistica tanto importante come quello di “Santa Giovanna dei Macelli”.
Ideata nel 2017, (rallentata da cambi di direzione di teatri co-produttori e pandemia) , la produzione dello spettacolo di Santa Giovanna dei Macelli della compagnia Erosanteros ha goduto involontariamente di una prolungata fase di riflessione al momento della sua creazione, che ha a mio avviso raccolto pensieri, talenti e studi di un team creativo brillante riguardo il pensiero del teatro epico brechtiano .
La compagnia Erosanteros subito dopo aver goduto della conferma di produzione esecutiva dello spettacolo da parte di ERT ( Emilia Romagna Teatro), sarà incoraggiata da quest’ultimo a ricercare sostegno anche in co-produttori esteri.
Santa Giovanna dei Macelli troverà così degli altri sostenitori e co-produttori nel Teatro Nazionale del Lussemburgo e nel teatro sloveno : Slovensko mladinsko gledališče di Lubiana, da cui poi Erosanteros selezionerà alcuni attori da inserire nel cast.
Si pensi che originariamente Brecht avesse steso una sceneggiatura per un cast potenzialmente di cento persone, Strehler realizzerà invece questo spettacolo con 70 persone, la scelta invece di Erosanteros sarà molto più ristretta con soli 7 attori in scena dal vivo e ben 11 in videochiamata.
Come anche ribadito dal dramaturg Florian Hirsch in incontri precedenti, la stessa scelta di includere alcuni dei 18 interpreti dello spettacolo attraverso video proiettati in scena , è stata sia di tipo artistico che di tipo organizzativo.
Il tentativo come ci spiegherà il regista dello spettacolo Davide Sacco nella sua intervista, è quello di sottolineare la disumanità dei grandi padroni, dei grandi proprietari ai vertici, a tratti immateriali e virtuali, in grado decidere le sorti dei loro operai/sottomessi nel lusso e nella comodità delle loro vasche da bagno, durante una dello loro innumerevoli videochiamate di lavoro giornaliere.
UNO SGUARDO PERSONALE SULL’OPERA, LUNGO CENT’ANNI.
Personalmente come spettatrice, pur trovando confusionaria e a tratti straniante la parte finale dello spettacolo di Santa Giovanna dei Macelli, come anche avanzato dai critici di Brecht in passato, ho compreso l’intento e l’obiettivo finale della scrittura del testo.
La strategia di speculazione azionaria di Mauler, la miccia che innesca un impilamento disordinato di voci lancianti offerte, rialzi e ribassi del valore del capitale in Borsa nella parte finale dello spettacolo, rispecchia realisticamente il funzionamento dell’economia capitalistica. Proprio quel tipo di sistema che nella finzione brechtiana come nella realtà spesso non è sempre trasparente o comprensibile per molte persone, come anche ribadito dal professore dell’università della Ljubljana e dramaturg dello spettacolo Aldo Milohnić.
Tale confusione e tale suspence mi hanno fatto riflettere sull’importanza della comprensione dell’impatto diretto che il grande capitale può avere sulla vita delle piccole persone. Facendomi, di conseguenza, incuriosire al meccanismo dei processi azionari e dei giochi in borsa. A posteriori, dopo la visione dello spettacolo, traggo la conclusione che, effettivamente, il rispetto della poetica originaria didattica di Brecht e la soluzione di asciugare quanto possibile il testo originario dei dramaturg dello spettacolo di santa Giovanna dei macelli, siano state soluzioni coerenti con l’obiettivo del teatro epico dell’autore che spinge lo spettatore oltre il semplice assecondare le emozioni del pubblico e che lo porta (come nel mio caso) ad essere guidato, a ritrovare all’interno della scena un pezzo di realtà in cui riconoscersi non immedesimandosi o commuovendosi, ma riconoscersi con l’occhio critico di un soggetto esterno che apprende vivere all’interno di una società corrotta, in cui vi è la necessità di AGIRE concretamente per scardinare ciò che vi è di sbagliato nel sistema economico reale del mondo.
Come ribadito da Giovanna Dark nella sua battuta finale: “pensate per quando dovrete lasciare il mondo, non solo a essere stati buoni, ma a lasciare un mondo buono”.
TEMA DI CONNESSIONE DI ATTUALITÀ- PARALLELISMI FRA PASSATO E PRESENTE
Nell’ultimo video-intervista, in presenza del regista dello spettacolo e della Compagnia di Erosanteros, trattiamo della presenza di temi di attualità in questa versione dell’opera di Santa Giovanna dei Macelli, per mezzo soprattutto dell’utilizzo di proiezioni di foto e video documentari di realtà ritraenti proteste di lavoratori in Italia, Germania e Slovenia (nonché i paesi dei teatri co-produttori dello spettacolo).
Fra le immagini del video ci saranno anche quelle del corteo nazionale di protesta dei lavoratori, riprese nei pressi dell’Arena del Sole e che vedremo proiettate all’interno dello spettacolo.
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Milano Design Week 2024: Un Viaggio Attraverso l'Innovazione e la Tradizione
Milano Design Week 2024: Un Viaggio Attraverso l'Innovazione e la Tradizione. Milano, la capitale mondiale del design, si è illuminata con creatività e innovazione durante la Milano Design Week 2024. Questo evento annuale ha trasformato la città in un palcoscenico dinamico, dove l'arte, l'architettura e il design si fondono in un unicum affascinante. Da Piazza Castello a Tortona, le strade sono diventate il palcoscenico di opere che esplorano la connessione tra passato e futuro, locale e internazionale, tradizione e modernità. Stazione Centrale: "La Nascita" dell'Anamorfosi Scultorea Davanti alla maestosa facciata della Stazione Centrale, un'installazione artistica ha catturato l'attenzione dei passanti. L'opera, intitolata "La Nascita", segna il debutto dell'artista nel campo delle anamorfosi scultoree a Milano. Utilizzando illusioni ottiche, l'installazione trasforma lo spazio circostante in un ambiente surreale, invitando gli osservatori a esplorare prospettive ribaltate e realtà trasformate. "L'installazione 'La nascita' è il debutto dell'artista nel campo delle anamorfosi scultoree qui a Milano. Questa forma d'arte sfrutta illusioni ottiche per trasformare il mondo circostante in un ambiente surreale, dove le prospettive sono ribaltate e la realtà quotidiana si trasforma in qualcosa di straordinario. Di fronte alla facciata principale della stazione, sono apparse varie impalcature con cartonati che compongono il disegno finale. L'effetto visivo completo dell'installazione si svela solo quando ci si trova di fronte ad essa, permettendo di osservare chiaramente il disegno di rocce che emergono, rigorosamente in bianco e nero. Questa tecnica crea un'illusione di profondità e tridimensionalità, dando vita a un'opera che sembra interagire con lo spazio circostante in modo magico e surreale. Lo scorso anno, lo stesso artista aveva realizzato un progetto simile sulla facciata del Palazzo Farnese a Roma, mentre a Parigi ha realizzato diverse opere, tra cui una particolarmente suggestiva installata intorno al Louvre. Questa nuova installazione a Milano non solo aggiunge un tocco di fascino e mistero alla facciata della stazione, ma offre anche ai passanti un'esperienza artistica unica che li invita a guardare il mondo da una prospettiva diversa, sfidando le convenzioni visive e stimolando l'immaginazione." Università Statale: "Cross Vision" - Celebrando 70 Anni di Creatività Nell'ambito del FuoriSalone, la mostra "Cross Vision" presso l'Università Statale ha celebrato i 70 anni di storia della rivista INTERNI e i 30 anni di direzione di Gilda Bojardi. Oltre 40 installazioni realizzate da 44 progettisti provenienti da tutto il mondo hanno trasformato sei luoghi iconici di Milano in scenari di ispirazione. Gli studenti dell'Università Statale hanno contribuito al progetto "LaStataleCreators @INTERNI FuoriSalone 2024", creando video-reels dedicati alle opere esposte e offrendo al pubblico dei social media una prospettiva unica sulle proposte dei designer. Durante il FuoriSalone del 2024, la rivista INTERNI celebra i suoi 70 anni di storia e i 30 anni di direzione di Gilda Bojardi con la mostra dal tema "Cross Vision". Questa esposizione, che si tiene in concomitanza con il Salone del Mobile a Milano, presenta oltre 40 installazioni realizzate da 44 progettisti provenienti da 12 paesi diversi. Gli spazi scelti per ospitare queste opere sono sei luoghi iconici di Milano, tra cui la sede dell'Università Statale in via Festa del Perdono. Inoltre, per rafforzare il legame tra l'Università Statale e INTERNI, è stato lanciato il progetto "LaStataleCreators @INTERNI FuoriSalone 2024". Circa 40 studentesse e studenti dell'Ateneo sono coinvolti nel creare dei video-reels dedicati alle installazioni della mostra "Cross Vision". Questi video, realizzati individualmente o in gruppo, saranno pubblicati sull'account Instagram della rivista e condivisi anche dall'account ufficiale dell'Università Statale. In questo modo, si offre al pubblico dei social media uno sguardo nuovo e originale sulle proposte degli architetti e delle aziende partecipanti alla mostra. Questo progetto non solo enfatizza il ruolo dell'Università Statale come parte integrante del panorama culturale e creativo di Milano, ma offre anche agli studenti un'opportunità unica di coinvolgimento e espressione nel contesto del FuoriSalone, uno degli eventi più prestigiosi nel campo del design e dell'architettura a livello internazionale. Tortona Design Week: Un Dialogo Tra Passato e Futuro Il cuore pulsante della Milano Design Week è stato il quartiere Tortona, dove la Design Week si è fusa con il tessuto urbano. Attraverso la "Walk of Design", i visitatori hanno potuto esplorare una variegata selezione di installazioni che mescolano il patrimonio storico del quartiere con la creatività contemporanea. Brand come Nardi, Lechler, Toyota Material Handling Europe, Solgami & Seagram, Karimoku e Keio University hanno presentato opere che celebrano la sostenibilità, l'innovazione e l'artigianalità. Dalla ristrutturazione dell'Antica Fabbrica 14 alla trasformazione di spazi all'aperto come il "Ponte degli Artisti", la Tortona Design Week ha offerto un'esperienza coinvolgente che ha incantato i visitatori con un mix unico di storia, tradizione e modernità. La Tortona Design Week del 2024 si propone di far emergere la connessione profonda tra il percorso espositivo e il contesto territoriale che da sempre caratterizza il quartiere Tortona. Questa edizione si distingue per un intrigante dialogo tra passato, presente e futuro, tra elementi locali e internazionali, e tra tradizione e innovazione. Il tema centrale, la "Walk of Design", guida i visitatori attraverso i luoghi iconici del quartiere, offrendo un'esperienza coinvolgente che si snoda tra spazi chiusi e all'aperto, lungo le vie e all'interno di antiche fabbriche. Luoghi come il suggestivo "Ponte degli Artisti", l'Antica Fabbrica 14 con la sua distintiva ciminiera e altri punti emblematici come l'Ex Ansaldo e la Torneria Traviganti, diventano scenari per installazioni che mescolano il patrimonio storico con la creatività contemporanea. La collaborazione tra le aziende e il territorio è fondamentale, integrando il design in una trama ricca di storia e tradizione. I temi chiave della sostenibilità, della tecnologia e dell'artigianalità fungono da filo conduttore, permettendo ai brand di esprimere in modo innovativo la propria visione creativa. Queste installazioni non solo celebrano il design e l'innovazione, ma anche il carattere unico del quartiere Tortona e il suo ruolo di crocevia tra passato e futuro, tradizione e modernità. Tra le installazioni più significative, spiccano diverse proposte: NARDI - IL GIARDINO DELL’OTIUM: Celebrando lo stile di vita lento e il benessere, il Giardino dell'Otium di Nardi invita i visitatori a prendersi del tempo per sé, integrando il nuovo divano modulare MAXIMO con un ambiente rigenerante e sostenibile. LECHLER - THE WAY OF...: Le collezioni di colori "The Way of..." di Lechler trasformano gli spazi di Antica Fabbrica 14, offrendo nuove prospettive cromatiche contemporanee ispirate da temi originali. TOYOTA MATERIAL HANDLING EUROPE - LET'S GIVE YOU A LIFT: Un'esposizione che celebra l'evoluzione del design nel settore della logistica, mettendo in mostra sia il lavoro degli studenti che la storia del transpallet manuale, trasformato in un'icona di design. SOLGAMI & SEAGRAM: Questa mostra presenta il sistema di luce ambientale Solgami in un contesto unico, riflettendo sull'interazione tra ambiente esterno e interno e affrontando il tema della sostenibilità nel contesto dell'ambiente costruito. KARIMOKU: Karimoku Furniture presenta una trilogia di esperienze uniche che fondono l'artigianalità giapponese con l'innovazione sostenibile, trasformando il legno in vere opere d'arte. KEIO UNIVERSITY: Gli studenti della Keio SDM mostrano soluzioni innovative ai problemi sociali complessi, dimostrando il potere del design nell'affrontare sfide globali. In conclusione, la Milano Design Week 2024 ha dimostrato ancora una volta il suo ruolo di leader nel mondo del design e dell'innovazione. Attraverso installazioni sorprendenti e progetti visionari, la città ha confermato la sua posizione come capitale globale della creatività, ispirando e incantando tutti coloro che hanno avuto il privilegio di partecipare a questa straordinaria manifestazione.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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