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#Collezioni Uomo
scannedfashion · 2 months
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Dior Homme Spring/Summer 2005 - Scanned from Uomo Collezioni N. 49
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alessandro55 · 1 month
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Lila De Nobili
a cura di Vittoria Crespi Morbio
Testo di Vittoria Crespi Morbio, Polline di luce. L’arte di Lila De Nobili
Testimonianze: Gianandrea Gavazzeni; Carlo Maria Giulini; Franco Mannino.
Apparati: nota biografica e cronologia delle opere a cura di Emilio Carcano e Vittoria Crespi Morbio; catalogo delle opere realizzate per il Teatro alla Scala.
Ed.Teatro alla Scala, Milano 2002, 139 pagine, 24x29cm
euro 40,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Palazzo Busca Milano 2 ottobre 2 dicembre 2002
Nasce il 3 settembre 1916 a Castagnola (Lugano)
da una famiglia di origine ungherese da parte di madre, sorella del pittore Marcel Vertès, e ligure da parte di padre, un uomo d’affari che tra le varie iniziative produceva sigari toscani, che esportava negli Stati Uniti.
Le sue residenze durante l’adolescenza sono i grandi alberghi delle capitali europee e di New York. A Roma, dove studia presso l’Accademia di Belle Arti, abita con la madre al Grand-Hotel. Ma
la sua dimora eletta sarà Parigi dove trascorre la maggior parte della sua vita, dalla fine degli anni Quaranta fino al giorno in cui si spegne, il 19 febbraio 2002.
A Parigi frequenta l’Académie Ranson e debutta negli anni Quaranta come disegnatrice di moda e decoratrice d’interni. Collabora per Vogue (disegna i figurini per le collezioni Molyneux) e progetta memorabili vetrine per Hermès.
Si dedica casualmente alla scenografia nel 1947, per compiacere un’amica attrice, Françoise Lugagne, il cui marito, il regista Raymond Rouleau, insisteva nel chiedere di dipingere una scena. Con la rappresentazione di La rue des anges (Angel Pavement) di Jolm Boynton Priestley al Théâtre de Paris, comincia a dedicarsi al teatro con assoluta dedizione fino agli anni Sessanta, quando sceglierà di concentrarsi esclusivamente sulla pittura.
27/08/24
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[TRAD ITA] 220116 POST INSTAGRAM DI DIOR:
“L’Azienda ha il piacere di annunciare @J.M dei #BTS come nuovo brand ambassador globale. Le foto mostrano un nuovo sguardo colorato di #DiorSummer23, il cantante sta prestando la sua immagine per le creazioni del direttore artistico delle collezioni uomo di Dior, @MrKimJones.
#DIOR #KimJones #JIMIN #DiorByKimJones #MrKimJones”
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©Sarah)
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villagewildflowers · 2 years
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Some of my faaav looks from Pitti Uomo this year (aka men’s fashion week in Florence)
From Vogue Italia:
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fashionbooksmilano · 2 years
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Lattuada Il segno elegante
Art direction Roberto Da Pozzo  Grafica Ciro Toscano Immagini Stefano Fiorio
con la collaborazione della Regione Lombardia e della Camera Nazionale della Moda Italiana
Catalogo della mostra "Alberto Lattuada - Il segno elegante", Fondazione Catella, Milano 2008
euro 110,00
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Stilista italiano nato a Caronno Pertusella (Varese). Lo hanno definito "uomo di stile"; le cronache lo fanno nascere professionalmente nel 1955 con i disegni per il quotidiano Women's Wear Daily, anche se già da qualche anno collaborava con Mamme e Bimbi di Silvana Bernasconi. Ha lavorato per numerosi periodici femminili (fra i quali Novità, Bellezza, Annabella e Marie Claire) Linea Italiana e Linea Uomo e per lungo tempo ha dedicato la sua attività pure all'I.W.S. (Segretariato Internazionale della Lana). Conosciuto per il suo spirito ironico, le battute corrosive e feroci, schivo e introverso pur dichiarandosi timido, è noto per le collezioni di abiti, maglieria, pellicceria, calzature e linee sportive d'avanguardia ("Ciò che preferisco è lo sport ad altissimo livello. E ritengo d'essere stato uno dei primi a imporre questo tipo di abbigliamento anche per sera"). Dal '73 al '90 ha creato album e colori per Pitti Filati e per la filatura Avia (poi per Zegna-Baruffa). Sempre fedele al suo personaggio e al suo stile, ha tutt'ora una mano felice e up-to-date. Ha insegnato per dodici anni al Polimoda di Firenze. Nel luglio 2003 alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti, venne inaugurata "Alberto Lattuada: un maestro al Polimoda" articolata con termini dal "rural country western" alla "Manhattan Blues" alle deliziose "Victorian eccentrics". Un grande successo a sottolineare la straordinaria carriera dell'illustratore-stilista, protagonista di 50 anni di moda italiana. Di Alberto Lattuada è ben riconoscibile il tratto incisivo, il segno pittorico assolutamente originale, lo stile colto e raffinato con cui ha raccontato con sottile ironia e appasionato interesse il nascere e l'evolversi della moda italiana. Nel febbraio 2008 alla Fondazione Catella di Milano viene realizzata la mostra antologica "Alberto Lattuada - Il segno elegante".
13/10/22
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jacopocioni · 2 months
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Il Fascino del Pitti: Un Viaggio tra Moda e Cultura a Firenze nel 2024
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Il Pitti Immagine è uno degli eventi più prestigiosi del mondo della moda, un appuntamento imperdibile per gli appassionati e i professionisti del settore. Ogni anno, Firenze diventa il palcoscenico di questa straordinaria manifestazione che combina eleganza, innovazione e tradizione, attirando migliaia di visitatori da ogni parte del mondo. Il Pitti Immagine ha origini storiche che risalgono al 1952, quando si tenne la prima sfilata di moda italiana a Firenze. Da allora, l'evento è cresciuto esponenzialmente, diventando un punto di riferimento per la moda maschile con Pitti Uomo.
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Pitti Uomo, la manifestazione principale, si svolge due volte l'anno, a gennaio e giugno, e rappresenta un'opportunità unica per i designer emergenti e i marchi affermati di presentare le loro collezioni. Le sale della Fortezza da Basso, l'imponente fortezza rinascimentale che ospita l'evento, si trasformano in un vibrante hub creativo dove si intrecciano business, arte e cultura. Ogni edizione del Pitti Uomo è caratterizzata da temi specifici che influenzano non solo le collezioni presentate, ma anche l'intero allestimento dell'evento. Questo approccio tematico non solo stimola l'immaginazione dei partecipanti, ma offre anche una visione anticipata delle tendenze future. Il Pitti è noto per la sua capacità di lanciare nuove tendenze e di dare spazio a innovazioni stilistiche, che spesso definiscono le mode delle stagioni successive. Il Pitti Immagine non è solo moda. Le sue edizioni includono eventi collaterali che spaziano dall'arte alla fotografia, offrendo un'esperienza culturale completa. Mostre, installazioni e performance artistiche arricchiscono il programma, rendendo ogni visita al Pitti un'esperienza immersiva e stimolante. In conclusione il Pitti, si vive non si racconta. Queste alcune immagini "catturate" durante Pitti 2024, dal fotografo Marco Rappo tel. 3471490980 @the_maskedphotographer
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scontomio · 3 months
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lamilanomagazine · 5 months
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Milano: Palazzo Reale, aperte le prevendite della mostra "Picasso lo straniero"
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Milano: Palazzo Reale, aperte le prevendite della mostra "Picasso lo straniero". Sono disponibili sulla piattaforma marsilioarte.vivaticket.it i biglietti per la mostra "Picasso lo straniero", in programma a Palazzo Reale di Milano dal 20 settembre 2024 al 2 febbraio 2025. È possibile anche prenotare la visita per i singoli e gruppi chiamando al numero +39 02 91446111. Promossa dal Comune di Milano - Cultura e prodotta da Palazzo Reale con Marsilio Arte, "Picasso lo straniero" è realizzata grazie alla collaborazione del Musée national Picasso-Paris (MNPP), principale prestatore, e del Palais de la Porte Dorée con il Musée National de l'Histoire de l'Immigration. L'idea originale del progetto è nata da Annie Cohen-Solal, curatrice scientifica della mostra con la curatela speciale di Cécile Debray, presidente del MNPP, e la collaborazione di Sébastien Delot, direttore delle collezioni del MNPP. "Picasso lo straniero" presenta più di 80 opere dell'artista, oltre a documenti, fotografie, lettere e video, provenienti dal MNPP e dal Musée National de l'Histoire de l'Immigration di Parigi: un progetto che apre a più riflessioni sui temi dell'accoglienza, dell'immigrazione e della relazione con l'altro. Pablo Picasso, nato nel 1881 a Malaga in Spagna, si stabilisce a Parigi nel 1904. Nonostante la Francia diventi la sua casa, e la sua fama cresca oltre i confini nazionali, l'artista non otterrà mai la cittadinanza francese: la mostra segue la traiettoria estetica e politica di Picasso, per capire come abbia plasmato la propria identità vivendo nella difficile condizione di immigrato. Palazzo Reale e Marsilio Arte hanno costruito un percorso di avvicinamento alla mostra #roadtoPicasso che prevede la pubblicazione del volume che ha ispirato il progetto espositivo e la realizzazione di una conferenza a Palazzo Reale per approfondire i legami tra Picasso e Milano. Il volume "Picasso. Una vita da straniero" L'idea della mostra nasce dal libro della curatrice Annie Cohen-Solal "Picasso. Una vita da straniero", successo internazionale pubblicato in Italia da Marsilio. Stimolata dalle molte contraddizioni che vede affiorare, Annie Cohen-Solal si lancia in una inedita quanto coraggiosa esplorazione del mondo insondabile di Picasso per sottrarre alla polvere degli archivi i segreti di una storia ancora tutta da raccontare. Viaggiando nello spazio e nel tempo si ritorna così all'ottobre 1900, quando Picasso giunge per la prima volta a Parigi da Barcellona; si attraversano i vicoli affascinanti di una Montmartre irripetibile e si assiste alla crescita di un talento strategico, sia come artista sia come uomo d'affari, capace di districarsi con naturalezza tra collezionisti e mercanti d'arte. Ed è forse proprio questa disinvoltura a far percepire il cubismo come un pericolo per 'l'integrità morale' del paese: scoppia così la guerra del bene contro il male, della tradizione contro la modernità, della Francia della «gente per bene» contro i pericolosissimi 'stranieri'. A cinquant'anni dalla scomparsa dell'artista, l'autrice ne racconta la vita e l'opera in un'appassionante indagine su censure e persecuzioni, svolte artistiche e passioni. Con documenti inediti e rivelazioni mai emerse prima, si svelano le origini del mito nel cuore dell'Europa dilaniata dai nazionalismi. Informazioni: marsilioeditori.it. Il convegno "Picasso e Guernica" Nel 1953 a Palazzo Reale viene esposta, per la prima volta in Italia, la grande opera di Guernica proveniente dal MoMA di New York, dove era custodita dal 1939. L'operazione ebbe luogo per volontà di Picasso stesso, che trovava nella Sala delle Cariatidi ancora segnata dai bombardamenti la sua cornice naturale. In occasione del finissage della mostra-performance "Memento amare semper" che l'artista Ercole Pignatelli dedicherà a Guernica proprio nella Sala delle Cariatidi, Palazzo Reale e Marsilio Arte promuovono e organizzano un convegno dedicato a "Picasso e Guernica", in programma giovedì 16 maggio, dalle ore 10.30 alle ore 12.30 in Sala Conferenze, piazza Duomo 14. Un momento di approfondimento e di confronto con studiosi nazionali e internazionali per analizzare il lavoro dell'artista e di una delle sue opere più iconiche, indissolubilmente legata a Milano. Intervengono Stefano Baia Curioni, Annie Cohen-Solal, Cécile Godefroy, Domenico Piraina, Francesco Poli, Pablo Rossi, Francesco Tedeschi, Vincenzo Trione e Genoveva Tusell Garcia. Modera la giornalista del Corriere della Sera Roberta Scorranese. Ingresso gratuito su prenotazione al link picassoguernica.eventbrite.it. La mostra, un approfondimento Grazie a un approccio multidisciplinare e alla straordinaria ricerca negli archivi della polizia francese, Annie Cohen-Solal, autrice della prima biografia di Jean Paul Sartre e allieva di Leo Castelli, ha portato alla luce carte che fino a oggi giacevano da decenni negli scaffali. "Ho trovato documenti, impronte e fotografie che dimostrano come la polizia considerasse Picasso un alieno e un reietto - spiega Annie Cohen-Solal, originaria di Algeri e attualmente professoressa all'Università Bocconi di Milano -. Per tutta la vita fu tenuto sotto controllo per tre motivi: non parlava francese e veniva trattato come uno straniero; era sospettato di essere anarchico perché aveva frequentato alcuni catalani e, infine, in quanto artista all'avanguardia, era stato rifiutato dall'Accademia di Belle Arti". Nemmeno quando sarà consacrato come uno dei più grandi artisti viventi dell'epoca, Pablo Picasso verrà ritenuto un vero cittadino francese. L'esposizione approfondisce come la condizione di straniero abbia influito e formato la sua identità e, di riflesso, costringe a una riflessione sulla contemporaneità. "Nel mio lavoro emerge costantemente come Picasso patisse questo stato di vulnerabilità e precarietà perché sapeva che poteva essere espulso in ogni momento - spiega Annie Cohen-Solal -. Tuttavia, proprio per questo, mentre la Francia continuava a malapena a riconoscerlo, lui riuscì a proteggersi creando una rete di amici potenti, collezionisti collaboratori e acquirenti in tutta l'Europa dell'Est che lo aiutarono a esporre nei posti più prestigiosi". Nessuno aveva indagato questo aspetto della vita dell'artista: insieme a Cécile Debray, presidente del MNPP e a Sébastien Delot, direttore delle collezioni e della comunicazione del MNPP, i tre curatori daranno vita a un avvincente percorso nella vita di Pablo Picasso. Dipinti, ceramiche, disegni, collage, stampe, fotografie, video e documenti che permetteranno al visitatore di conoscere il mondo di Picasso, la sua vita, il suo successo e il rapporto con le donne, oggetto di una ricerca critica da parte dei curatori. La collaborazione con Palazzo Te a Mantova Palazzo Reale con il Comune di Milano e Fondazione Palazzo Te, Musei Civici con il Comune di Mantova hanno stretto un accordo di collaborazione culturale per promuovere le due mostre dedicate a Pablo Picasso. A Mantova è in programma "Picasso a Palazzo Te. Poesia e salvezza" allestita a Palazzo Te dal 5 settembre 2024 al 6 gennaio 2025. Le due mostre, entrambe a cura di Annie Cohen-Solal con catalogo Marsilio Arte, nascono dalla collaborazione con il MNNP. Ne emerge un Picasso ancora sconosciuto, in risonanza particolare con il nostro contemporaneo: il poeta e lo straniero. Con il biglietto di ingresso della mostra a Milano i visitatori potranno accedere alla mostra di Mantova con il biglietto ridotto e viceversa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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progetto-geografia · 5 months
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Pechino
Iniziamo dicendo che il Mandarino è la lingua ufficiale di tutta la Cina.
Si trova 12 ore di volo da noi ed è 8 ore in avanti nel fuso orario.
Cosa dire per rappresentarlo meglio?
Le festività ovvio, le più importanti che si svolgono a Pechino seguono il calendario lunare tradizionale. La festa più sentita è sicuramente il Capodanno Cinese, anche detta Festa della Primavera, che cade tra la fine di giugno e la metà di febbraio e dura ben tre giorni.
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Due settimane dopo la sua conclusione si tiene il Festival delle Lanterne, che è caratterizzato proprio da una grande partecipazione popolare: migliaia di persone camminano di notte per le strade di Pechino portando in mano lanterne dai colori sgargianti.
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Altre due feste molto sentite sono la Giornata della Pulizia dei Sepolcri,che corrisponde alla nostra Festa dei Morti.
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Il Festival di metà autunno,noto anche come Festival della Luna. La prima festa prevede la visita ai propri defunti nei cimiteri e la distruzione del “denaro fantasma”, bruciato in quanto non più utilizzabili dai defunti nell’aldilà.
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La seconda festa, invece, è caratterizzata dalla condivisione dei gustosi dolci della luna (biscotti ripieni di pasta di loto) e si svolge tra settembre e ottobre. Da non perdere anche gli spettacoli teatrali e le acrobazie che si svolgono tutto l’anno.
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Cosa vedere a Pochino? Dei consigli?
1) Cittá proibita
2) La grande muraglia
3 ) National museum of China
4 ) La Torre della campana e la Torre del Tamburo
5 ) Palazzo d’estate
6 ) La via Sacra delle tombe dei Ming
1 cittá proibita
Situata nel cuore di Pechino e incastonata fra i Giardini Imperiali e Prospect hill (una collina artificiale che offre una vista mozzafiato sulla stessa), la Città Proibita rappresenta uno dei palazzi imperiali meglio conservato in Cina. Questo complesso di palazzi, cortili ed edifici, costruiti e posizionati secondo un preciso schema, e ognuno con il proprio rappresenta la massima espressione dell'architettura popolare cinese.
E' stata abitata per quasi cinquecento anni esclusivamente dagli imperatori e dalle loro famiglie: dinastia Ming (1368-1644), dinastia Qing (1644-1911). La Città Proibita venne poi aperta al pubblico solo a partire dal 1949.
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2 La grande muraglia
Non si trova direttamente a Pechino, ma a oltre 40 km dal centro. E' considerata uno dei più importanti simboli della tradizione popolare cinese e una delle sette meraviglie del mondo: stiamo parlando della Grande Muraglia cinese.
Inserita fra i patrimoni dell'umanità UNESCO, fu costruita in soli dieci anni dal generale Meng Tien nel 221 a.C., come linea strategica di difesa. Si estende per migliaia di chilometri, circondata dal verde della giungla: dalle montagne della Corea fino al deserto del Gobi. Conosciuta dagli occidentali solo alla fine dell'XIII secolo, grazie alle descrizioni dei primi viaggiatori, la Grande Muraglia è una tappa obbligata in un viaggio a Pechino.
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3 National Museum of China
Considerato il tempio della storia e della cultura cinese, il National Museum of China è uno dei più grandi al mondo. Imponente e maestoso, racconta grazie alle tante sale e collezioni presenti all'interno, ben cinquemila anni di storia: dalle mostre di antichi e preziosi manufatti risalenti al Neolitico fino alle mostre d'arte contemporanea. Costellato da ritratti di Buddha e di Mao, questo museo è una sintesi di storia e politica, riguardanti le varie dinastie che si sono susseguite.
Alcune fra le attrattive più curiose presenti al suo interno sono: gli incisivi di un homo Erectus, l'"Uomo di Yuanmou", un vestito funerario cerimoniale in giada, risalente alla Dinastia Han, e un antico vaso in bronzo, chiamato Simuwu Ding.
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4 La Torre della campana e la Torre del Tamburo
Posizionate l'una di fronte all'altra, in uno degli hutong storici, le Torri della Campana e del Tamburo rappresentano due dei simboli più importanti di Pechino. Furono erette durante la dinastia Ming e anticamente venivano utilizzate per scandire il tempo, grazie ai venticinque tamburi contenuti nella Torre del Tamburo e alla campana di bronzo nell'altra. L'alba veniva infatti annunciata dalla campana, il tramonto dal tamburo. Dopo l'abbandono della città proibita, le torri non vennero più usate per scandire il tempo, tuttavia i tamburi suonano ancora oggi per quindici minuti, quattro volte al giorno. La campana, invece, tace dal 1924.
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5 palazzo d’estate
Situato a circa 15 km nord-ovest da Pechino, il Palazzo d'Estate fu costruito nel 1750, durante la dinastia Qing, come residenza estiva degli imperatori. Leggende narrano che l'imperatrice vedova Cixi ne fece per molti anni la sua dimora, dandovi luogo a eccessi e sregolatezze.
Nel 1998 è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO. Il suo giardino, che si estende su una superficie di circa 290 ettari, è una delle massime espressione dell'antica arte paesaggistica cinese ed è oggi considerato uno dei meglio conservati dell'intera Cina. Elementi centrali nella composizione del giardino sono il Lago di KunMing e la vicina Collina della Longevità. Presso questi vi è anche un vasto repertorio di architetture che comprendono edifici di notevole valore artistico.
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6 La via Sacre delle tombe dei Ming
Lungo circa 7 km, a nord-ovest di Pechino, questo viale veniva percorso dal corteo funebre in occasione della morte degli imperatori. La via termina nel cimitero imperiale, costeggiato su tre lati da montagne, che custodisce al suo interno tredici mausolei: uno per ogni imperatore della dinastia Ming lì sepolto, insieme a imperatrici, concubine, principi e principesse.
All'interno del cimitero sono presenti ben 36 sculture in marmo bianco di Pechino, scolpite nel 1435: 24 animali e 12 figure umane, secondo l'antica tradizione di erigere una scultura davanti all'ingresso delle tombe imperiali, iniziata sotto la dinastia Qing. Lo scopo di ogni statua era quello di proteggere il sonno eterno degli imperatori.
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Cosa mangiare di tradizionale?
Anatra alla Pechinese
Dim Sum
Jiaozi
Hot Pot
Pollo Gongbao
Spaghetti con salsa di soia
Chuan
Tang hu lu
Torta lunare (Moon Cake)
Tè cinese
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s-gobetti · 6 months
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“Preparatevi a passare dei guai!” così inizia il motto del Team Rocket collettivo antagonista del anime giapponese Poketto Monsutā (1997) apparso nella televisione italiana nel 2000 con il nome di Pokémon che se non ha condizionato la cultura di tutto il mondo sicuramente l’ha fatto per chi scrive in questo momento “e dei guai molto grossi” risponde James.
Questo trio dai capelli magenta e lilla appare in tutte le puntate ripetendo sistematicamente il loro motto
proteggeremo il mondo della devastazione, uniremo tutti i popoli della nostra nazione, denunceremo i mali della verità e del amore,estenderemo il nostro potere fino alle stelle…
utilizzando dei travestimenti nel tentativo di rubare Pikachu per poter entrare nelle grazie del loro Boss Giovanni, fallendo miseramente ogni volta. Giovanni è un uomo dai capelli corti, in completo e camicia dalla doppia vita: nella penombra è il Capo del Team Rocket mentre alla luce del sole è il Capopalestra di Smeraldopoli. Insomma rappresenta a pieno titolo un uomo di successo, un collezionista il quale piano è quello di impossessarsi di tutti i Pokémon rari.
«Il Louvre è nato da un atto di aggressione. Fu attaccato nel 1972, durante la Rivoluzione francese, e da deposito di collezioni fatte con bottini di guerre feudali (una versione d’epoca dello stoccaggio in porto franco) fu trasformato in un museo di arte pubblico, probabilmente il primo al mondo, inaugurando un modello di cultura nazionale. In seguito divenne la nave ammiraglia culturale di un impero coloniale dedito a seminare cultura in altri mondi con metodi autoritari»
Hito Steyerl, Duty Free Art, L’arte nell’epoca della guerra civile planetaria, Johan & Levi Editore 2018
chissà perché per legittimarsi in un discorso si dice sempre “da sempre”, “da quando sono nat*”, come per dare più importanza alle cose che si sta dicendo, come se la coerenza fosse un valore aggiunto o come se la tradizione o l’autoctonia fossero ancora delle parole che non ricordano soltanto tristi monumenti negli angoli delle strade da dover pulire dagli escrementi dei piccioni e visitare ogni tanto quando non si va a scuola. In ogni caso da che ho memoria, quando veniva raccontata una storia c’erano i buoni e poi c’erano i cattivi e nella pausa pranzo nel giardino delle elementari con lə amichə giocavamo al Team Rocket, in breve facevamo guai, alle volte i guai erano semplici come rubare la palla a chi faceva il gioco del calcio, altre più complessi come colorare le pareti bianche dei muri bianchi con il verde del prato, insomma alla fine si risolveva tutto con una nota sul registro e tutto tornava come prima: le pareti pulite, l’erba nelle aiuole -non calpestabili- ed il gioco del calcio indisturbato che tutto sommato mi ricorda molto il motto della quarantena “ritorneremo alla normalità” ed eccoci qua, dopo tutto ciò che ci dice la storia a parlare di tradizione, storia e normalità. Ebbene ecco cosa hanno in comune queste cose le si ritrova nei musei, le pensano le persone che hanno il potere, le organizzano secondo la loro logica che spesso, per non dire sempre è autoritaria, gerarchica e cronologica. Si segue una linea dunque dritta e retta che va a finire nel giusto e che nega tutto ciò che considera sbagliato. Non c’è tempo Momo smettila di cercare Cassiopea! È una cosa seria, ne va del nostro onore. Come tutte le parole che abbiamo elencato prima le cose peggiorano quando si parla di Nazione allora li è immediato aggiungere ferrovia e guerra, insomma confine per finire in burocrazia, documenti e decoro.
«Abbiamo recitato per tanto tempo. Siamo attori consumati. Adesso possiamo cominciare a vivere. E sarà un gran bello spettacolo».
Dal manifesto del Gay Liberation Front inglese (1970)
Come si fa quindi a parlare di autonomia del linguaggio nel arte contemporanea da parte della cultura queer? Ma sopratutto può esistere una storia della cultura queer? e chi è a farla, soltanto le persone queer?
«Così abbiamo deciso di chiamarci queer. Usare “queer” è un modo di ricordarci di come veniamo percepiti dal resto del mondo. È un modo di dirci che non dobbiamo essere persone spiritose e piacevoli che devono condurre vite discrete al margine del mondo eterosessuale. Usiamo queer come uomini gay che amano lesbiche che amano essere queer. Queer, a differenza di gay, non significa maschio»
«Essere queer significa condurre vite diverse: niente a che vedere con il mainstream, il profitto, il patriottismo, il patriarcato, o l’essere assimilat*. Niente a che vedere con direttori esecutivi, privilegio ed elitarismo»
Dal Queer nation manifesto, diffuso durante la marcia del New York Gay Pride Day del (1990)
Di certo ci sono solo i dubbi e sicuramente abbiamo capito che la certezza appartiene a quella visione del mondo straight che poi è il contrario di queer. Che poi è quella mentalità per la quale si fanno le torri ed il punto di una torre è averci la più alta della città, lo so bene io che vengo da Lucca e che il signor Guinigi -per superare il limite di altezza che poi bruciava tutta la città- ci ha messo un albero sopra, adesso gli alberi li mettono sui balconi così abbiamo anche risolto il problema del verde e delle pareti che si lavano bene. Oggi non si chiamano più grattacieli ma il concetto è sempre il solito, deve stare in centro, deve occupare spazio e deve essere la più grossa e noi dobbiamo passare il nostro tempo a lavorarci dentro oppure fuori a guardarlo dicendo “che bravo”. Ma siccome poi succede che le cose non durano bisogna farle ricordare ed ecco perché sono importanti i musei, gli archivi e la storia. Un pò come nelle case quando le cose vanno a male bisogna metterle nel frigorifero perchè è poi tutto un problema di conservazione quindi poi c’è la questione del restauro, ma soprattuto del cosa ricordare.
Picasso, oh no, otra vaz tú! Oh no, otra vez Warhol! Cecilia Gimenez lo sa bene non si tocca Hecce Homo, altrimenti lo si rovina.
Dórica, dórica, jónica, jónica
Corintia, corintia, corintia, corintia
 
Historia del arte, penes con pincel
Famosos, pintaje, sin píxel, con papel
Quindi si sa che andando al contrario si finisce fuori dai binari e per niente confuse diciamo addio a confini, norma e patriarcato. È un pò come quando ti spiegano la storia del arte nella quale ti spiegano a cosa dare importanza allora è importante l’autore e che poi si finisce per entrare alla Tate e se ne esce che si è letto solo un sacco di didascalie, per non parlare che se poi si va davvero nei musei si finisce per accorgersi di cosa sono, da dove vengono le opere e chi non finisce ne nei musei, ne negli archivi e neanche nella storia. Della serie Amal Clooney sta ancora lavorando per riportare i fregi del Partenone ad Atene, in Virginia rimuovono la statua del generale Robert Lee e nelle americhe vengono abbattute le statue di Cristoforo Colombo.
Ma quindi dove si va a cercare la cultura queer se non la si può trovare nei musei? nelle istituzioni? nelle scuole -grazie provita- o negli archivi?
«Se davvero vogliamo salvare il museo, dovremmo scegliere la rovina pubblica rispetto alla redditività privata. E se non è possibile, si vede che è arrivato il momento di occupare collettivamente il museo, di svuotarlo dai debiti e di alzare le barricate del buon senso, di spegnere le luci affinché, senza alcuna possibilità di spettacolo, possa funzionare come il parlamento di un’altra sensibilità»
New York, 14 marzo 2015
Paul B. Preciado, Un appartamento su Urano. Cronache del transito, Fandango Libri, 2020
La si incontra per strada, alle volte nel letto, altre a cena? forse come ipotizza José Esteban Munoz non la si incontra mai o come consiglia Jack Halberstam bisogna fallire al momento guardando alla storia si può osservare soltanto che i tentativi di farla durare l’hanno poi ingabbiata, fissata e cristallizzata. Quindi la si trova in cose che non durano, in arti minori, non è arte da museo e non è arte Classica, nè bianca, nè occidentale. È un estetica fatta di spari, lanci, ricami. Spillette, scritte sui muri, slogan urlati. Toppe serigrafate, volantini distribuiti, pelle tatuata. Attività ludiche in locali notturni, bagni pubblici, parchi, pinete, parcheggi come case private, strade e spazi abbandonati.
«IL QUEER NON È QUI. Il queer è un’aspirazione. Detto in altre parole, non siamo ancora queer. Potremmo non raggiungere mai il queer, ma possiamo percepirlo, come la calda luce di un orizzonte infuso di possibilità. Non siamo mai stat* queer, eppure il queer esiste per noi come un’aspirazione che può essere distillata dal passato e usata per immaginare un futuro.»
José Esteban Munoz, Cruising Utopia, NERO 2022
È un gesto irripetibile come Silvia Spolato con un cartello con scritto “sono lesbica”, come Sylvia Rivera che lancia -la seconda- bottiglia molotov o la dragqueen che getta il caffè in faccia al poliziotto. Sono gesti di rottura e pratiche transfemministe di cura e mutoaiuto come quelle delle STAR (Sreet Transvestite Action Revolutionary) o delle Queen o delle Madri delle Black Ball. Sex worker, razzializzate, senza casa che per poter esprimere la propria cultura organizzavano TAZ! È un arte che non si posiziona prima del museo, non può trovare una forma perchè non può avere definizione o profilo.
«Già da prima, da sempre, l’attivismo, non solo transfemminista e queer, produce saperi “indisciplinati” che hanno lo stesso valore della produzione accademica: servono infrastrutture che se ne prendano cura dal basso e si preoccupino della loro libera circolazione, senza privatizzare (anche in senso economico) questa ricchezza comune.
[…]
Servono luoghi per organizzare collettivamente il rifiuto della “promessa di riconoscimento” sulla quale si basa tanta parte dello sfruttamento del lavoro intellettuale dentro e fuori l’accademia. Perché l’accademia, in questo senso, è solo un esempio nemmeno il più importante.
»
Fallire sempre meglio, postfazione a cura di CRAAAZI di Jack Halberstam, L’arte queer del fallimento, minimum fax 2022
È uno spazio liberato dal patriarcato, dal consumismo e dal colonialismo. È uno luogo dissedente dal sistema ciseteronormativo che può essere il palco di un locale, una casa come una pineta. Ma chissà come mai è sempre un atto considerato illegale, illecito o criminale. È uno scandalo, è perverso, è storto. Ed è uno spazio che va occupato, perchè altrimenti visti i rapporti di potere si finisce per essere sussunte, canonizzate e sfruttate perchè i processi di istituzzionalizazione riconoscono certo la legittimità ma comportano allo stesso tempo la rinuncia di autonomia nel percorso di ricerca e sfruttamento e normalizzazione per chi porta avanti le stesse lotte sociali fuori, dentro o contro le istituzioni.
Un arte dal basso che non può entrare in un museo se non che ricodificata, resa accettabile, sbiancata.
è solo dopo che vengono rese innocue al ordine stabilito che le persone queer entrano nei musei, nella moda, nelle belle arti. Non è queer aderire al sistema che l’opprime, lo impedisce e lo combatte: Sgombero di Atlantide 9 ottobre 2015 #AtlantideResiste!
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scannedfashion · 1 month
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Martin Margiela Autumn/Winter 1999 - Scanned from Uomo Collezioni N.24
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djs-party-edm-italia · 6 months
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"Walk of Design": scopri Tortona Design Week 2024. Tra Memoria e Futuro, un Itinerario di Tradizione e Innovazione
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Tappa imprescindibile del Fuorisalone, con il suo ricco programma di mostre, eventi e workshop, Tortona Design Week è da sempre la casa del design. A fare da cornice alle esposizioni di artisti di fama internazionale e giovani emergenti, palazzi e locali storici, che delineano una vera e propria "Walk of Design" meneghina. Un percorso tra le vie dell'iconico quartiere, riscoprendo la geografia dei luoghi più rappresentativi del distretto più glamour di Milano, animati da creatività e sensibilità artistica.
Dal 15 al 21 aprile, il capoluogo lombardo, torna protagonista della scena internazionale del design con la Milano Design Week 2024 e il tema scelto per questa edizione: Materia Natura. Un'indagine sul fragile rapporto tra uomo e ambiente. Tra le vie del Tortona Design District le iniziative daranno vita a nuovi linguaggi espositivi e prospettive artistiche, mostrando le possibilità che il design offre nell'incontro tra l'essere umano e l'ambiente circostante. I visitatori faranno esperienza di come i concetti più tradizionali della progettazione si mescolino armoniosamente con le più recenti innovazioni, creando così soluzioni uniche e sorprendenti.
Alla scoperta delle location che gli espositori scelgono come vetrine della propria arte: in occasione del contestuale Salone del Mobile, la città si apre a professionisti del settore, esperti, appassionati e curiosi coinvolgendoli in un vortice dinamico, culturale e imprenditoriale. Confermandosi un circuito di spicco nel panorama internazionale del design, Tortona Design Week è pronta ad accogliere anche quest'anno generazioni di talenti creativi.
Nardi, Hundredicafts, Ploom, Lechler, Karimoku Furniture, nhow Milano, Stone Island, Solgami, AOKE Europe B.V., Ceramica Dolomite, Decor Lab | Ki6 Editori srl, LTD, GARDE Italy e ADF, Keio University, Lexus, studio RNA - Riccardo Nemeth Achitecture, Switzerland Global Enterprise, Toyota, Zip Zone Events; inoltre, all'interno del TDW Hub, ci saranno realtà selezionate tra cui Art Affresco, Giovannozzi Marmi, Mushaboom Design, Severin, Swan Italy, Applied Peripherals & Software e Podio Design.
Approfondiamo alcuni progetti 2024: 
NARDI - IL GIARDINO DELL'OTIUM
La riscoperta della dimensione riflessiva dell'esistenza: è questo il messaggio del Giardino dell'Otium concepito da Nardi, che celebra la capacità rigenerativa del prendersi del tempo per sé. Ispirato alla concezione di Otium dell'Antica Roma, è un luogo di riposo, pace, cura della mente e del corpo. Il protagonista dello spazio è il nuovo divano modulare MAXIMO, ideato da Raffaello Galiotto, che con volumi ampi, sedute profonde e confortevoli, si integra perfettamente con piante e fiori mediterranei nell'allestimento di Nardi. Un connubio di design e sostenibilità, caratterizzato da una struttura in resina post consumo e tessuti ad alta componente riciclata.
PLOOM - THE RED EXPERIENCE
THE RED EXPERIENCE by Ploom X Ora ïto è un viaggio immersivo nel mondo innovativo di Ploom e nella mente creativa del famoso designer francese Ora ïto. Celebra in anteprima mondiale la partnership tra Ploom e Ora ïto e il lancio globale della Special Edition Red. Un'esclusiva reinterpretazione del dispositivo Ploom da parte del designer, caratterizzata da un'audace finitura rossa lucida e accompagnata da una collezione di accessori. Ora ïto afferma: "Il rosso è un colore altamente simbolico e di grande impatto. Un oggetto di questo colore posto in una stanza vuota sprigiona un'energia unica".
LECHLER - THE WAY OF..
Gli spazi di Antica Fabbrica 14 si colorano con Lechler e le sue serie "The Way of...", protagoniste del Fuorisalone dal 2015. Queste collezioni di colori offrono nuovi percorsi cromatici contemporanei ispirati da temi originali. Un progetto che nasce nell'ambito di Color Design, in cui lo sviluppo della chimica si lega a nuove tecniche e contaminazioni del linguaggio cromatico.
TOYOTA - LET'S GIVE YOU A LIFT
Dall'idea grezza al prodotto finale: il team di progettazione di Toyota Material Handling Europe crea il futuro della logistica pensando all'utente, al cliente e al pianeta. Con "Let's give you a lift", in mostra i lavori degli studenti e dei designer della nota multinazionale giapponese, insieme alla storia e all'evoluzione dell'umile transpallet manuale che, per la diversa collocazione, assurge a icona di design.
MUSHABOOM DESIGN - SHADOW PLAY  
Ispirato dalle ombre notturne che, proiettate, danno nuova forma alle cose, il direttore creativo di Mushaboom Design, Barry Roode, presenta la nuova collezione di tessuti Shadow Play. La disposizione innovativa dei motivi e le storie di colore creano un'armonia vibrante e uno stile inconfondibile. La collezione Shadow Play sperimenta per la prima volta l'utilizzo della lana stampata digitalmente.
STUDIO RNA - RICCARDO NEMETH ACHITECTURE - LESS SPACE MORE DESIGN
Scoprite attraverso le vetrine dell'edicola Radetzky in Darsena l'allestimento "Casa Radetzky - less space more design", uno spazio immaginato come una piccola casa dove scoprire quattro arredi progettati partendo dall'architettura e realizzati con materiali riciclati dal forte valore estetico e rispettosi dell'ambiente. Il confronto con le persone, il rispetto del paesaggio e la conoscenza dei materiali, sono narrazioni della filosofia dello studio RNA - Riccardo Nemeth Achitecture che qui alla Milano Design Week assumono forme inaspettate. 
ZIP ZONE EVENTS
Esposizioni collettive di opere, elementi di design, progetti creativi e prodotti innovativi: il pubblico verrà catapultato in un mondo al contempo professionale ed artistico, dove scoprire opere di autori affermati nel panorama internazionale, oltre che creazioni di design e decorazioni di interni realizzate da talenti noti ed emergenti che condivideranno la loro visione le loro creazioni. 
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tarditardi · 6 months
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"Walk of Design": scopri Tortona Design Week 2024. Tra Memoria e Futuro, un Itinerario di Tradizione e Innovazione
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Tappa imprescindibile del Fuorisalone, con il suo ricco programma di mostre, eventi e workshop, Tortona Design Week è da sempre la casa del design. A fare da cornice alle esposizioni di artisti di fama internazionale e giovani emergenti, palazzi e locali storici, che delineano una vera e propria "Walk of Design" meneghina. Un percorso tra le vie dell'iconico quartiere, riscoprendo la geografia dei luoghi più rappresentativi del distretto più glamour di Milano, animati da creatività e sensibilità artistica.
Dal 15 al 21 aprile, il capoluogo lombardo, torna protagonista della scena internazionale del design con la Milano Design Week 2024 e il tema scelto per questa edizione: Materia Natura. Un'indagine sul fragile rapporto tra uomo e ambiente. Tra le vie del Tortona Design District le iniziative daranno vita a nuovi linguaggi espositivi e prospettive artistiche, mostrando le possibilità che il design offre nell'incontro tra l'essere umano e l'ambiente circostante. I visitatori faranno esperienza di come i concetti più tradizionali della progettazione si mescolino armoniosamente con le più recenti innovazioni, creando così soluzioni uniche e sorprendenti.
Alla scoperta delle location che gli espositori scelgono come vetrine della propria arte: in occasione del contestuale Salone del Mobile, la città si apre a professionisti del settore, esperti, appassionati e curiosi coinvolgendoli in un vortice dinamico, culturale e imprenditoriale. Confermandosi un circuito di spicco nel panorama internazionale del design, Tortona Design Week è pronta ad accogliere anche quest'anno generazioni di talenti creativi.
Nardi, Hundredicafts, Ploom, Lechler, Karimoku Furniture, nhow Milano, Stone Island, Solgami, AOKE Europe B.V., Ceramica Dolomite, Decor Lab | Ki6 Editori srl, LTD, GARDE Italy e ADF, Keio University, Lexus, studio RNA - Riccardo Nemeth Achitecture, Switzerland Global Enterprise, Toyota, Zip Zone Events; inoltre, all'interno del TDW Hub, ci saranno realtà selezionate tra cui Art Affresco, Giovannozzi Marmi, Mushaboom Design, Severin, Swan Italy, Applied Peripherals & Software e Podio Design.
Approfondiamo alcuni progetti 2024: 
NARDI - IL GIARDINO DELL'OTIUM
La riscoperta della dimensione riflessiva dell'esistenza: è questo il messaggio del Giardino dell'Otium concepito da Nardi, che celebra la capacità rigenerativa del prendersi del tempo per sé. Ispirato alla concezione di Otium dell'Antica Roma, è un luogo di riposo, pace, cura della mente e del corpo. Il protagonista dello spazio è il nuovo divano modulare MAXIMO, ideato da Raffaello Galiotto, che con volumi ampi, sedute profonde e confortevoli, si integra perfettamente con piante e fiori mediterranei nell'allestimento di Nardi. Un connubio di design e sostenibilità, caratterizzato da una struttura in resina post consumo e tessuti ad alta componente riciclata.
PLOOM - THE RED EXPERIENCE
THE RED EXPERIENCE by Ploom X Ora ïto è un viaggio immersivo nel mondo innovativo di Ploom e nella mente creativa del famoso designer francese Ora ïto. Celebra in anteprima mondiale la partnership tra Ploom e Ora ïto e il lancio globale della Special Edition Red. Un'esclusiva reinterpretazione del dispositivo Ploom da parte del designer, caratterizzata da un'audace finitura rossa lucida e accompagnata da una collezione di accessori. Ora ïto afferma: "Il rosso è un colore altamente simbolico e di grande impatto. Un oggetto di questo colore posto in una stanza vuota sprigiona un'energia unica".
LECHLER - THE WAY OF..
Gli spazi di Antica Fabbrica 14 si colorano con Lechler e le sue serie "The Way of...", protagoniste del Fuorisalone dal 2015. Queste collezioni di colori offrono nuovi percorsi cromatici contemporanei ispirati da temi originali. Un progetto che nasce nell'ambito di Color Design, in cui lo sviluppo della chimica si lega a nuove tecniche e contaminazioni del linguaggio cromatico.
TOYOTA - LET'S GIVE YOU A LIFT
Dall'idea grezza al prodotto finale: il team di progettazione di Toyota Material Handling Europe crea il futuro della logistica pensando all'utente, al cliente e al pianeta. Con "Let's give you a lift", in mostra i lavori degli studenti e dei designer della nota multinazionale giapponese, insieme alla storia e all'evoluzione dell'umile transpallet manuale che, per la diversa collocazione, assurge a icona di design.
MUSHABOOM DESIGN - SHADOW PLAY  
Ispirato dalle ombre notturne che, proiettate, danno nuova forma alle cose, il direttore creativo di Mushaboom Design, Barry Roode, presenta la nuova collezione di tessuti Shadow Play. La disposizione innovativa dei motivi e le storie di colore creano un'armonia vibrante e uno stile inconfondibile. La collezione Shadow Play sperimenta per la prima volta l'utilizzo della lana stampata digitalmente.
STUDIO RNA - RICCARDO NEMETH ACHITECTURE - LESS SPACE MORE DESIGN
Scoprite attraverso le vetrine dell'edicola Radetzky in Darsena l'allestimento "Casa Radetzky - less space more design", uno spazio immaginato come una piccola casa dove scoprire quattro arredi progettati partendo dall'architettura e realizzati con materiali riciclati dal forte valore estetico e rispettosi dell'ambiente. Il confronto con le persone, il rispetto del paesaggio e la conoscenza dei materiali, sono narrazioni della filosofia dello studio RNA - Riccardo Nemeth Achitecture che qui alla Milano Design Week assumono forme inaspettate. 
ZIP ZONE EVENTS
Esposizioni collettive di opere, elementi di design, progetti creativi e prodotti innovativi: il pubblico verrà catapultato in un mondo al contempo professionale ed artistico, dove scoprire opere di autori affermati nel panorama internazionale, oltre che creazioni di design e decorazioni di interni realizzate da talenti noti ed emergenti che condivideranno la loro visione le loro creazioni. 
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biancheriaecotone · 7 months
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Esplorando la Storia Tessile del Piemonte: Un Viaggio Attraverso il Tempo e lo Spazio
Il tessile nel Piemonte ha una storia ricca e affascinante che si estende per secoli, caratterizzata da un'importante produzione tessile che ha contribuito al patrimonio culturale e industriale della regione. In questo articolo, esploreremo le tappe salienti della storia tessile piemontese, dai fasti del Settecento fino ai giorni nostri.
Nel Settecento, Torino emerge come un centro di produzione tessile di rilievo, accanto a Napoli, producendo arazzi di grande valore artistico destinati a decorare il Palazzo Reale. Oggi, il percorso museale di Torino offre un'opportunità unica per ammirare questi arazzi, che raffigurano paesaggi rurali e scene tratte da opere letterarie celebri come il Don Chisciotte.
Appena fuori da Torino, a Chieri, si trova l'Ecomuseo del Tessile, che racconta la storia tessile locale dal Medioevo alla fine dell'Ottocento. Questo complesso offre una panoramica completa della storia tessile chierese, con collezioni e strutture che permettono ai visitatori di immergersi nell'arte e nella tecnica del tessile.
Le Biennali d'Arte di Chieri promuovono la Fiber Art, un'espressione artistica che si distacca dai canoni convenzionali, dando vita a opere originali e suggestive. Il Museo del Tessile, con il ciclo di conferenze "Ars et Industria", approfondisce gli aspetti tradizionali e contemporanei del settore, offrendo una prospettiva ampia e approfondita sulla storia tessile piemontese.
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Biella, conosciuta come la "capitale del tessile", ha una storia tessile antica e gloriosa. Grazie alla sua posizione geografica ai piedi delle Alpi, Biella è stata un centro di produzione tessile fin dall'epoca pre-romana. Oggi, la provincia di Biella produce circa il 40% della stoffa pregiata nel mondo, confermandosi come un polo industriale di prim'ordine nel settore tessile.
Il DocBi e il Politecnico di Torino hanno creato l'itinerario "Strada della Lana", che porta i visitatori alla scoperta della nascita dell'industrializzazione tessile. Lungo questo percorso, è possibile visitare luoghi significativi come il lanificio fondato a Trivero nel 1910 da Ermenegildo Zegna. La Fondazione Zegna, erede di questo patrimonio tessile, promuove progetti artistici e ambientali che valorizzano il territorio e la sua storia.
Fino alla fine del 2021, Casa Zegna ospita l'installazione artistica di Laura Pugno "Fading Loss – Cronache dal Bosco", che esplora il rapporto tra uomo e natura. Tornati a Torino, consigliamo di esplorare Laborabilia, un atelier dedicato alla moda sostenibile, che rappresenta un ulteriore esempio di come la tradizione tessile si coniughi con l'innovazione e la sostenibilità.
In conclusione, la storia tessile del Piemonte è un viaggio affascinante attraverso il tempo e lo spazio, che testimonia la ricchezza e la diversità di questa regione e il suo contributo al patrimonio tessile mondiale.
ragncampagnin
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notiziariofinanziario · 9 months
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Stuart Weitzman lancia ufficialmente la sua collezione maschile
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Il marchio americano di calzature di lusso Stuart Weitzman lancia ufficialmente la sua collezione maschile, dopo l’assaggio di settembre, durante la presentazione delle collezioni femminili.  All’appuntamento di ieri nella nuova showroom - un open space di circa 650 metri quadrati, al civico 5 di piazza San Babila, dove sarà gestito principalmente il mercato europeo - c’era anche Brooklyn Beckham. «La lavorazione artigianale delle scarpe è eccellente - ha detto il figlio di David e Victoria Beckham -. I miei preferiti sono i mocassini chunky della linea Club: sono confortevoli, leggeri e si abbinano perfettamente a qualsiasi outfit». «Stuart Weitzman - ha sottolineato il ceo & brand president Giorgio Sarné - ha perfezionato l'arte di realizzare calzature, in oltre 35 anni nel settore lusso. Poiché abbiamo spesso ricevuto richieste di modelli maschili, siamo entusiasti di poter espandere in modo ponderato la nostra selezione ed estendere l'obiettivo del nostro marchio, di infondere sicurezza a ogni passo, includendo l'uomo moderno». La collezione uomo è declinata in tre linee - Club per il day-to-day; Premiere per le occasioni speciali; Resort per le vacanze- e già dal febbraio 2024 sarà disponibile sul sito di e-commerce stuartweitzman.com e presso retailer selezionati tra cui Saks, Neiman Marcus, Bergdorf Goodman’s e Nordstrom 24. Il marchio di New York punta anche a espandersi in via diretta sul mercato italiano. «Siamo presenti in tutti i department store Rinascente e stiamo valutando l’apertura di monomarca a Milano, Firenze e Roma», ha detto Jonathan Lelonek, senior vice president Global Wholesale. «Quello italiano è un mercato importante e che sta diventando sempre più importante», ha aggiunto precisando che i mercati principali sono gli Stati Uniti e l’Asia. Nonostante le incertezze che gravano sul 2024, Lelonek si è dichiarato positivo: «Dalle vendite negli Stati Uniti arrivano segnali incoraggianti, inoltre si nota un trend discendente per quanto riguarda le sneaker». Da non sottovalutare anche i plus delle calzature maschili elencati dal manager, come l’heritage, l’artigianalità italiana, la qualità, il comfort ma anche il buon rapporto qualità/prezzo. Interpellato sulle possibilità di creare sinergie con il marchio Jimmy Choo, quando si arriverà al closing dell’acquisizione da parte di Tapestry di Capri Holdings, Lelonek ha affermato: «Potrebbe essere, ma è ancora troppo presto per parlarne». Tapestry, che oltre a Stuart Weitzman controlla i marchi Coach e Kate Spade, ha annunciato l’acquisizione di Capri Holdings lo scorso agosto: un deal da 8,5 miliardi di dollari che dovrebbe finalizzarsi entro quest’anno e che porterà alla creazione di un gruppo da 12 miliardi di vendite aggregate (includendo Versace, Jimmy Choo e Michael Kors). C’è già però chi ipotizza un possibile spezzatino dopo il closing, con la vendita Versace e Jimmy Choo in blocco o singolarmente. Read the full article
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scontomio · 3 months
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