#Collezione Peruzzi
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la casa museo di tarquinia ospita la collezione peruzzi, la più importante raccolta di opere seriali dell'arte italiana contemporanea
La Collezione Peruzzi La più importante raccolta di opere seriali dell’arte italiana contemporanea La Collezione Peruzzi è composta da oltre duecento opere seriali di arte italiana contemporanea, raccolte a cominciare dal 1980. Gli artisti sono stati selezionati sulla base della loro effettiva riconoscibilità internazionale e dell’organicità all’area di appartenenza, in modo da soddisfare il…
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Andrea del Castagno, pittore
Andrea del Castagno è stato un grande pittore italiano, nacque nel 1419 in Toscana nell'Alto Mugello nel paese chiamato Castagno Comune di San Godenzo, di cui in seguito lo userà come cognome, facendosi conoscere come Andrea del Castagno. Era figlio di Bartolo di Simone di Bargilla e di Lagia. La famiglia viveva del loro lavoro di contadino. In quel tempo vi furono le guerre fra Firenze e Milano, per l'egemonia del Nord Italia. Nel 1423 Firenze si alleò con la Repubblica di Venezia contro il Ducato di Milano per contrastare l'espansionismo dei Visconti. In seguito si unì con Francesco Sforza contro la crescente minaccia di Venezia. Il pittore per non subire le scorrerie degli eserciti in lotta deve lasciare la sua terra trasferendosi nella fortezza di Belforte. Poterono ritornarci dopo la pace effimera del 1427. E' stato uno dei protagonisti della pittura fiorentina del XV° secolo. Si trova annoverato insieme ad altri artisti presenti in quel tempo a Firenze: Giovanni da Fiesole detto "il Beato Angelico", Filippo Lippi, Domenico Veneziano e Paolo di Dono detto "Paolo Uccello". Il suo stile subì l'influenza di altri due grandi artisti Tommaso di Mone di Antonio Cassai detto "Masaccio" e Donato di Betto Bardi detto "Donatello". Da loro sviluppò la resa prospettica, il chiaroscuro, drammatizzato nei personaggi rappresentati. Andrea arrivò a Firenze nel 1440 sotto la protezione di Bernardetto dè Medci esponente del ramo cadetto della famiglia Medici di Ottajano. E' conosciuto con il soprannome di Andrea degli impiccati, gli fu dato quando ebbe l'incarico di dipingere sulla facciata del Palazzo del Podestà l'immagine dei fuggiaschi Rinaldo degli Albizi e Ridolfo Peruzzi condannati per aver ordito una congiura contro Cosimo "il Vecchio" dè Medici.
Lavorò con Domenico Veneziano insieme a Piero della Francesca e altri assistenti, alla realizzazione degli affreschi andati perduti delle Storie della Vergine, che si trovavano nella chiesa di Sant'Egidio. Per lo Spedale di Santa Maria Nuova realizza una crocifissione e santi, dove nella sua opera si nota un influenza masaccesca. Trasferitosi a Venezia realizza insieme a Francesco da Faenza nell'abside della cappella di San Tarasio, nella chiesa di San Zaccariali affreschi con Dio Padre, Santi e i quattro Evangelisti. Lavora anche nella Basilica di San Marco realizzando i cartoni per i mosaici con le storie della Vergine (Visitazione e morte della Vergine) negli anni 1442/1443. Rientrato a Firenze lavora nel convento delle benedettine di Sant'Apollonia, fra (forse) il 1445 e il 1450, alle scene della passione di Cristo, la Crocifissione, la Deposizione dopo la morte, la resurrezione e l'Ultima Cena. Alcuni di questi affreschi sono stati staccati e conservati nel Museo a lui dedicato nel paese di Castagno Comune di San Godenzo. Gli affreschi rimasti nel luogo in cui sono stati realizzati, sono molto rovinati ma ancora leggibili.
Per la villa del Gonfaloniere di Giustizia Filippo Carducci, dipinge ritratti di uomin e donne illustri. Molti sono stati staccati e conservati al Museo degli Uffizi, mentre altri sono rimasti alla villa. I ritratti sono: Madonna con Bambino Angeli e Adamo ed Eva, un altro di Eva, Davide con ai piedi la testa del gigante Golia e di Pippo Spano. Agli Uffizi è conservato un affresco rappresentante il Vate Dante Alighieri e la Madonna di casa Pazzi facente parte della collezione Contini Bonacossi.
Nel 1455 torna a lavorare per i frati Serviti, alla Basilica della Santissima Annunziata, dipinge degli affreschi con la Trinità, San Girolamo Due Sante San Giuliano e i Redentore. Nella Loggia dei Servi di Maria dove si trova l'Oratorio di San Francesco Poverino, per la confraternita di San Girolamo e San Francesco Poverino in San Filippo Benizi. Per la compagnia del Santo Benizi, realizza una statua in terracotta rappresentante San Girolamo. Per i Duomo di Santa Maria del Fiore, dipinge un monumento equestre dedicato al Capitano della Repubblica nel 1432 durante la battaglia di San Romano Niccolò Mauruzi da Tolentino, accanto a quello dedicato al Capitano John Hawkwood detto "Giovanni Acuto" di Paolo Uccello. Andrea del Castagno morì giovanissimo di peste il 19 agosto 1457 e sepolto nella Basilica della Santissima Annunziata. Il Vasari nel suo capolavoro "Vite" scrisse che Andrea del Castagno aveva ucciso il suo amico e maestro Domenico Veneziano in un impeto di gelosia, ma erano solo chiacchiere raccolte qua e la, con le quali screditò Andrea già morto quando nel 1461 morì Domenico. L'errore che smontò la falsa accusa venne scoperto tempo dopo, quando dai registri mortuari furono trovati un altro Andrea e un altro Domenico, protagonisti di quel delitto di cui era stato accusato l'Andrea pittore.
Alberto Chiarugi Read the full article
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Da Modena a Brescia risuona il "Vecchio Zampognaro"
Da Modena a Brescia risuona il "Vecchio Zampognaro" Continua a suonare la sua zampogna, con severa dignità, nonostante l'età e il "viaggio" compiuto da Modena a Palazzo Martinengo di Villagana, a Brescia, per rispondere a un invito speciale. Il "Vecchio zampognaro" di Giuseppe Romani, dipinto realizzato intorno al 1720 e custodito al Museo civico, è tra i 12 ritratti in esposizione alla mostra "Ospiti a Palazzo. Figure in posa e al naturale". Il percorso espositivo, fruibile fino al 20 gennaio, è allestito nello storico palazzo bresciano appartenuto, appunto, alla famiglia Martinengo. L'opera, tra le più convincenti del pittore lombardo Giuseppe Romani (1654-1727), fa parte dal 1887 delle Raccolte civiche di Modena grazie al lascito testamentario dall'erudito Giuseppe Campori (1856-1933), zio del marchese Matteo Campori, la cui collezione è visibile al Museo civico nella sala appena restaurata che ne ospita i tesori. Attivo per la maggior parte della sua carriera in Emilia e soprattutto a Modena, l'artista ha legato la sua fama alla raffigurazione di umili scene di vita quotidiana, in cui i protagonisti sono mendicanti, giovinetti e contadini. Un'ispirazione suscitata forse dalle teorie filantropiche in voga a Modena tra Seicento e Settecento, grazie anche al presbitero Ludovico Antonio Muratori e poi, nel secolo successivo, a Giuseppe Campori, figura liberale e progressista della vita culturale modenese. Proprio a Modena, dove ottenne incarichi all'Accademia di pittura, Romani ricevette commissioni anche dagli ordini religiosi e dal clero e suoi dipinti si trovano in Duomo e nella chiesa di San Bartolomeo dei Gesuiti. Inaugurata il 10 novembre, la mostra "Ospiti a Palazzo. Figure in posa e al naturale" rimarrà fruibile fino al 20 gennaio 2024. Attraverso dodici opere, l'esposizione propone un approfondimento sul genere artistico del ritratto, soprattutto tra Cinquecento e Settecento. I dipinti provengono da quattro istituzioni culturali in dialogo tra loro: la Corporate collection di Bper Banca, le raccolte dell'Accademia di Carrara di Bergamo, la collezione della Fondazione Brescia Musei e il Museo civico di Modena. Il percorso espositivo, curato da Lucia Peruzzi, è allestito nelle sale del piano nobile di Palazzo Martinengo di Villagana. Promossa dalla Galleria Bper Banca, l'esposizione rientra nell'ambito di "Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023" (per informazioni e prenotazioni: al seguente link o alla mail: [email protected]).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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La preziosissima Natività di Peruzzi nella collezione dei National Museums of Northern Ireland
Di Pietro Nigro @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Una raccolta di fondi blocca l'esportazione del dipinto italiano La Natività di Peruzzi: andrà ai National Museums Ni. La preziosissima Natività di Peruzzi entra nella collezione dei National Museums Northern Ireland Ai britannici piace ammirare l'arte, e quella italiana in particolare, e ne apprezzano anche il valore. Per questo, il Governo del Regno Unito ha fatto tutto il possibile per evitare la vendita di un dipinto italiano rarissimo e di notevole valore, La Natività di Peruzzi, praticamente l'unico quadro esistente fuori dall'Italia del celebre autore di affreschi del 1500. Sul dipinto, che fa parte di collezioni private nel Regno Unito fin da inizio Novecento, l'anno scorso il Dipartimento per il Digitale, la cultura, i media e lo sport (DCMS) del governo britannico ha posto il divieto di esportazione, dichiarandolo dunque di interesse nazionale. E la successiva raccolta di fondi a cui hanno partecipato i National Museums of Northern Ireland, sostenuti dal National Heritage Memorial Fund, dall'Art Fund, dal Department for Communities NI e dall'Esme Mitchell Trust, l'opera sarà esposta al pubblico all'Ulster Museum. La Natività di Baldassarre Tommaso Peruzzi (1481-1536), del valore di 277.990 sterline, raffigura la Natività di notte, ed è una delle poche opere di Peruzzi sopravvissute fuori dall'Italia e l'unica nel Regno Unito. "Per molti, partecipare a una rappresentazione della Natività è uno dei primi modi in cui impariamo la storia del Natale.- ha dichiarato prima di Natale Lord Parkinson, ministro britannico delle Arti e del patrimonio culturale - Ecco perché sono lieto che, questa vigilia di Natale, possiamo annunciare che questo incredibile dipinto di quel famoso evento è stato salvato per la nazione grazie al sistema di bar all'esportazione. Dipinta intorno al 1515 a Roma, La Natività è un'opera superstite eccezionalmente rara del Peruzzi. Pittore, architetto e disegnatore italiano di grande talento, Peruzzi nacque nel 1481 in una piccola città vicino a Siena ed è stata figura artistica di spicco a Roma durante il Rinascimento. Ha lavorato al fianco di Raffaello e Bramante a Roma, prima di tornare in patria per lavorare per la Repubblica di Siena, costruendo fortificazioni e progettando una diga sul fiume Bruna. E poiché la maggior parte delle opere d'arte del Peruzzi erano dipinte in affresco e sono andate pressoché tutte perdute, La Natività è di fatto un pezzo incredibilmente raro. ... Continua a leggere su www. Read the full article
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Nazareno Gabrielli
Arte e impresa, 1907/1943
A cura di Flaminio Gualdoni e Mario Quesada. Scritti in italiano e inglese di Fausto Ferri, Rossana Lanfiuti Baldi, Flaminio Gualdoni, Mario Quesada e Gloria Raimondi.
Electa, Milano 1991, 236 pagine, 46 tavole a colori, 209 in bianco e nero e numerose illustrazioni in bianco e nero.
euro 50,00
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La Nazareno Gabrielli, una vicenda inedita nella storia delle arti applicate italiane; l'itinerario di un imprenditore; la palazzina Gabrielli; il restauro conservativo delle opere grafiche nella "Collezione storica Nazareno Gabrielli"; tecniche, artisti (Cesare Marcorelli, Paolo Paschetto, Bruno da Osimo, Cesare Peruzzi, Giuseppe Mainini, Paolo Pace) All'interno sono presenti numerose foto che mostrano pregiati prodotti realizzati dalla famosa casa.
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Galleria Peruzzina | Banca Monte dei Paschi di Siena
#ARCHIlista is on FB NOW….LOVE A LOT !!!
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